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Amadeus Johann Adolph Hasse (Bergedorf, Amburgo, 25/3/1699 - Venezia, 16/12/1783) Mottetti per contralto Chori angelici laetantes (20'10) 1 Chori angelici laetantes, aria 7'58 2 Mundi neglecta pompa, recitativo accompagnato 1'19 3 Bone Jesu, aria 8'27 4 Alleluja2'23 Dicit cor: pone timores (22'34) 5 Dicit cor: pone timores, aria 7'20 6 O cor, deceptum cor, recitativo accompagnato 1'54 7 Nocte obscura, aria 11'56 8 Alleluja1'22 Il Demetrio Cecilia Bernini, mezzosoprano Viva Std = F Maurizio Schiavo, ITC Benguiat = direzione Amadeus Neuzeit Std = per la diffusione Fondazione T. T.: 63'13 non in vendita separatamente da amadeus Mundi amores relinquendo (20'27) 9 Mundi amores relinquendo, aria 7'51 bl Decepti o vos mortales, recitativo accompagnato 1'01 bm Si non amas, aria 9'50 bn Alleluja1'43 Johann Adolph Hasse Mottetti per contralto Il Demetrio Cecilia Bernini, mezzosoprano Maurizio Schiavo, direzione prima REGISTRAZIONE assoluta CopRetro1113.indd 2-3 Amadeus Amadeus AM 288-2 14/10/13 15.50 JOHANN ADOLPH HASSE (Bergedorf, Amburgo, 25/3/1699 - Venezia, 16/12/1783) Mottetti per contralto Chori angelici laetantes 1 Chori angelici laetantes - Aria (7'58) 2 Mundi neglecta pompa - Recitativo accompagnato (1'19) 3 Bone Jesu - Aria (8'27) 4 Alleluja (2'23) Composizione 1735-36 Originale Biblioteca del Conservatorio di Milano, M. S. ms.140.11 Dicit cor: pone timores 5 Dicit cor: pone timores - Aria (7'20) 6 O cor, deceptum cor - Recitativo accompagnato (1'54) 7 Nocte obscura - Aria (11'56) 8 Alleluja (1'22) Composizione 1735 Originale Biblioteca del Conservatorio di Milano, M. S. ms.141.7 Mundi amores relinquendo 9 Mundi amores relinquendo - Aria (7'51) bl Decepti o vos mortales - Recitativo accompagnato (1'01) bm Si non amas - Aria (9'50) bn Alleluja (1'43) Composizione 1738-39? Originale Biblioteca del Conservatorio di Milano, M. S. ms.141.5 Il Demetrio ensemble con strumenti originali Davide Monti*, Maurizio Cadossi, Stefania Gerra, Yayoi Masuda, violini I Silvia Colli*, Diego Castelli, Gian Andrea Guerra, Gemma Longoni, violini II Mauro Righini*, Livia Baldi, Marco Varisco, viole Marcello Scandelli*, Antonio Papetti, violoncelli Maurizio Less*, violone Carlo Calegari, contrabbasso Cecilia Medi, fagotto Danilo Costantini, organo Simonetta Heger, clavicembalo Maria Cleary, arpa Ugo Nastrucci, tiorba e chitarra barocca *prime parti Cecilia Bernini, mezzosoprano Maurizio Schiavo, direzione 3 Guida all’ascolto Guida all’ascolto Guida all’ascolto Johann Adolph Hasse - Recitativo - Aria (lento) - Alleluja. Le arie, sia quelle d’esordio che quelle in tempo lento, sono tutte invariabilmente nella forma con da capo: A-B-A. La struttura della parte A è una semplice forma bipartita variamente organizzata. Un’ampia introduzione orchestrale nella tonalità principale espone sia il tema-motto con il quale la voce intona successivamente il verso di apertura del mottetto che il rimanente materiale tematico utilizzato nel corso del movimento. La prima sezione, affidata alla voce solista, modula sempre piuttosto rapidamente alla dominante senza toccare altre tonalità e termina, sempre alla dominante, con una breve conclusione orchestrale, versione fortemente abbreviata dell’introduzione. La seconda sezione, nuovamente affidata alla voce solista, ritorna invece piuttosto rapidamente (o addirittura inizia) alla tonica; da qui, prima di ritornare alla definitiva affermazione della tonalità di base segnalata da un’ampia cadenza, modula a una o più tonalità vicine. È la sezione armonicamente più ricca di A, anche per il frequente uso di pedali armonici e di progressioni: è quindi invariabilmente la più Mottetti per contralto di Maurizio Schiavo N ominato Maestro di coro dell’Ospedale degli Incurabili di Venezia (poco dopo il 1730), Hasse deve provvedere a sempre nuove composizioni destinate alle numerose occasioni di esecuzioni pubbliche del “luogo pio”: oratori, salmi, antifone mariane, mottetti solistici. Questi ultimi, composti per le voci delle più abili “figlie di coro” (tra le quali figuravano i due contralti Elisabetta Mantovani e Cecilia Nassa), mettono in luce le abilità tecniche e la sensibilità delle giovani esecutrici, autentiche virtuose che nulla avevano da invidiare alle più celebri cantanti d’opera e sulle cui abilità canora il Maestro modella le sue composizioni. La struttura di questi mottetti segue il seguente schema: Aria (andamento veloce) 4 estesa e quella che contiene i passaggi più espressivi. La conclusione orchestrale (in genere una forma abbreviata dell’introduzione) ribadisce definitivamente la tonica. La parte B, che ha funzione di contrasto rispetto alla precedente, ha una struttura più fluida e meno formalizzata sia per le dimensioni modeste (poco meno di un quarto della parte A), sia perché di maggior movimento armonico. Può avere tonalità e andamento completamente differenti da A, e in questo caso utilizza un proprio autonomo e contrastante materiale tematico, oppure conserva lo stesso andamento e lo stesso materiale tematico di A. In questo caso è minima la differenza tra le sezioni A e B: di solito, in concomitanza con i più frequenti movimenti armonici, la linea vocale trova qui una maggiore possibilità di espansione. Simile è lo schema compositivo degli Alleluja: una forma bipartita preceduta da un’ampia introduzione orchestrale, la cui struttura è più concisa ed essenziale (anche da un punto di vista armonico) di quanto non lo sia quella delle arie. Benché da molti punti di vista lo stile di Hasse possa essere considerato come un’anticipazione del classicismo viennese di Haydn e Mozart, la costruzione e l’espansione della forma non avvengono, come nella forma-sonata, attraverso uno sviluppo “analitico” del materiale tematico. Il discorso procede piuttosto per assonanze, attraverso una fitta rete di rimandi spesso limitati al profilo ritmico di un inciso (un disegno sincopato, un movimento di terzine). L’unità complessiva è realizzata, più che da una ricercata coerenza tematica, dall’utilizzo di piccole cellule motiviche affidate all’accompagnamento orchestrale, un fil rouge che unifica la trama compositiva fungendo da tessuto connettivo. Questo modo di comporre è certo il più difficile da trattare in maniera convincente, perché gli elementi sui quali si basa per garantire la coerenza strutturale dell’insieme sono tenui e impalpabili: solo un musicista dotato di una sensibilità estremamente sviluppata per la forma, come è il caso di Hasse o di Mozart, può riuscire nell’intento di giustapporli con gusto ed eleganza. La luminosa baldanza del tema di apertura del mottetto Chori angelici laetantes 1, composto per Elisabetta Mantovani in5 Guida all’ascolto Guida all’ascolto torno al 1735-36, ben si adatta a illustrare il contenuto gioioso del testo, il tripudio della corte celeste. Dopo le battute iniziali l'orchestra introduce con le successive misure due semplici incisi ritmico-motivici (terzina - semiminima staccata il primo; due terzine - due semiminime staccate l'altro) che verranno intensivamente sfruttati nel prosieguo del brano. La voce, in modo insolito, fa il suo ingresso senza riprendere il tema iniziale dell'orchestra, di cui mantiene tuttavia le armonie sottostanti. Poco alla volta incorpora nel proprio tracciato melodico i due disegni con le terzine, trasformandoli in una catena di festoni sonori che avviluppano le successive ripetizioni della parola «jubilate». La parte B, che non presenta significativi elementi di contrasto da un punto di vista tematico, ha il suo culmine nella ripetizione del verso «maestis cordis paenitentis», sottolineata da un’espressiva progressione basata su accordi di settima diminuita. All’intenso recitativo «Mundi neglecta pompa» 2 segue l'aria «Bone Jesu te quaerentis» 3: il tema esposto dall'orchestra ha in alcuni suoi dettagli (ritmi lombardi, disegni per grado in terzine) elementi che in rimandano alla prima Aria, creando un rapporto tra i due movimenti. La voce trova i suoi momenti di più affettuosa espansione melodica nei morbidi melismi che sottolineano le successive ripetizioni della parola «donabo». La parte B, in mi minore, è fortemente contrastante e presenta una scrittura vocale ricca di fioriture con un accompagnamento orchestrale che si fa sempre più incalzante man mano che ci si avvicina alla cadenza finale. L’ampio Alleluja 4 conclude questo solare mottetto in un clima sereno e disteso. La prima Aria del mottetto Dicit cor: pone timores 5 (composto, come il successivo, per Cecilia Nassa) è caratterizzata da una grande ricchezza tematica: le prime otto battute (4 +4) presentano il tema principale formato dalla giustapposizione di due morbide battute esposte da violini e viole senza bassi, alle quali rispondono due energiche battute dell'orchestra all'unisono; le otto battute seguenti, che si concludono con un secondo inciso tematico esposto dai violini procedenti per terze, riportano alla morbidezza dell'esordio. Quattro misure di collegamento (basate su un nuovo inciso formato da due terzine 6 e una semiminima trillata) conducono alla conclusione dell'introduzione orchestrale caratterizzata da uno scattante disegno di crome puntate/semicrome a terze alternate. La voce riprende al suo esordio il motivo iniziale dell'orchestra per espandersi poi con libertà sino a raggiungere, nei vocalizzi in corrispondenza di «contemplando» (parola chiave di questa prima parte del testo) la massima intensità espressiva. In quest’aria la grande varietà degli elementi tematici si traduce in un fitto intreccio tra voce e orchestra realizzato con grande abilità e fantasia. La parte B si apre in sol minore per poi modulare bruscamente a re minore e intonare su un lungo accordo ribattuto di settima diminuita una frase colma di patetismo («et serenas luce plenas stellas fulgidas mirare»). Introdotta dallo sfaccettato recitativo «O cor, deceptum cor» 6, l'aria «Nocte obscura tenebrosa» 7 è un esempio tipicamente barocco di un'immagine naturale presa a metafora di una condizione di smarrimento esistenziale. Dalla sollecitazione del testo scaturisce un clima espressivo carico di suggestione: la staticità delle prime battute, realizzata riproponendo a en- trate successive un inciso sempre identico, rende perfettamente il senso di inquietudine morale evocato dal testo, che trova il suo momento di maggior drammaticità (tradotto in orchestra con il ricorso a un agitato e insistito tremolo degli archi) in corrispondenza dei versi «dum confuso tremebundus omnia cernit plena orrore». La breve sezione B (do minore) utilizza lo stesso materiale tematico precedente, qui reso con una connotazione di più evidente e dolorosa angoscia. Un trascinante, fulmineo Alleluja 8 scioglie lo spirito dalle angustie notturne conducendo il mottetto a una conclusione perentoria. La serena discorsività del tema principale del mottetto Mundi amores relinquendo 9, che traspone in termini musicali il contenuto generale della composizione (un'esortazione a lasciare i piaceri del mondo per abbandonarsi alla contemplazione divina) irradia di sé l'intera prima Aria, determinando un'atmosfera più intima e introspettiva rispetto ai mottetti precedenti. Un atteggiamento complessivo che connota anche i passi più vocalizzati (le morbide agilità che enfatizzano alcune parti del testo: «vulnerata; ama Re7 Testi Guida all’ascolto Testi demptorem») che, più che uno sfoggio di virtuosismo, appaiono manifestazioni di autentica gioia interiore: gioia che si riverbera anche sull’orchestra e trova espressione nelle brillanti figurazioni in terzine che ricorrono nell’intero brano e sulle quali, non casualmente, la voce intona con ampio respiro la parola «dulcem». Il breve recitativo «Decepti o vos mortales» bl introduce al cuore del mottetto, l’intensa aria «Si non amas» bm, giocata sull’estatica effusione di una linea di canto davvero celestiale e il cui ritorno, dopo le trepidazioni dell’inquieta parte B («Viva fide»), ha davvero il senso di una ritrovata beatitudine. Anche l’Alleluja bn conclusivo partecipa del tono generale della composizione con una scrittura vocale fiorita ma non estrema (significativamente il tempo prescritto è Allegro ma non troppo) che chiude nel giubilo questa straordinaria pagina musicale. 8 Chori angelici laetantes 1 Chori angelici laetantes Laudis hostiam immolantes Date plausus, iubilate. Cori angelici in letizia, offendo il sacrificio di lode, applaudite, abbiate giubilo. Maesti cordis paenitentis Caeli gloriam promerentis Gesta insignia celebrate. Celebrate le nobili gesta di un cuore in mestizia e penitente, meritevole della gloria celeste. 2 Mundi neglecta pompa et vanitate, superna claritate Atque amore divino undique ornata Triumphat iubilando anima in se tranquilla et consolata. Impavida prosternit iniquissimos hostes innocentia. O preclara vittoria poenitentia. Abbandonato lo sfarzo e le vanità del mondo, ornata da ogni dove con grande fulgore e amore divino, l’anima in se stessa in pace e consolata, trionfa con giubilo. Impavida e in innocenza, abbatte i più feroci nemici. O fulgida vittoria, in penitenza. 3 Bone Jesu, te quaerendo, Dulce pignus veri amoris, Sacrificium mei doloris Cordis lachrims donabo. Buon Gesù, cercando te, dolce pegno del vero amore, verserò le lacrime del cuore, il sacrificio del mio dolore. Sic peccata remittendo Tua mi Deus alta potentia Ac triumphos tua clementia Summo gaudio ego laudabo. Così, liberata dalle colpe, o mio Dio, per tua sovrumana potenza, loderò con grandissima gioia i trionfi, per tua clemenza. 4 Alleluja Alleluja 9 Testi Testi Dicit cor: pone timores 5 Dicit cor: pone timores Dicit cor: gaude sperando Respirando celi honorem Dei favorem Leto vulto contemplare. Dice il cuore: deponi le pene. Dice il cuore: abbi gioia nella speranza. Con il pensiero alla gloria del Cielo, contempla con lieto volto la grazia divina. Tui dilecti altos splendores Conspiciendo exulta et plaude Leta gaude, leta plaude Et serenas luce plenas Stellas fulgidas mirare Esulta, applaudi con gioia e con lo sguardo rivolto ai fulgidi splendori del tuo diletto. In letizia e gioia applaudi e contempla la serenità delle fulgide stelle, ricolme di luce. 6 O cor, deceptum cor, Dulce spirando aura nimis serena Aura fiducie amena mentem spe vana extollit. Trepidando anima vere afflicta et desolata plangit delicta, in se valde turbata. Mundi insidie fallaces voces suberbe audaces Spiritum dire vexant Hinc timores suspiria et levi horrores invadunt cor. Ah Deus, tua luce ardenti, tuo amore igne ferventi Tenebras queso expelle Tu confusum meum cor spe vera accende Tu fidum care deus lumen ostende. O cuore, o cuore ingannato, un’aura troppo serena, soffiando con dolcezza e traboccante di fiducia, esalta la mente con speranza vana. L’anima veramente afflitta e desolata piange, trepidando, le proprie colpe, assai turbata nell’intimo. Insidie fallaci del mondo e voci arroganti e superbe turbano crudelmente lo spirito e, per questo, angosce, sospiri e cupi orrori invadono il cuore. O Dio, con la tua luce ardente, col tuo amore fervido come fiamma, dissipa, ti prego, le tenebre. Accendi con vera speranza il mio cuore smarrito; tu, amato Signore, mostra la tua luce fedele. 10 7 Nocte obscura tenebrosa Peregrinus suspirando Pede incerto errat vagando Dum confuso tremebundus Omnia cernit plena orrore. Nella notte tenebrosa e oscura, il pellegrino erra sospirando e vagando con passo incerto, mentre, tremando, scorge ogni cosa colpita da confusione e da orrore. Mesta in terris dolorosa Plena lacrimis vivendo Sedet anima timendo Simul hostis furibundus Implet cor ceco timore. Mesta e afflitta, sciolta in pianto l’anima sta sulla terra con timore, mentre il nemico furibondo riempie il cuore con cieca paura. 8 Alleluja Alleluja Mundi amores relinquendo 9 Mundi amores relinquendo Maesta plange tua peccata, Sacro affectu vulnerata Dulcem ama Redemptorem. Respingendo gli amori del mondo, piangi in mestizia i tuoi peccati. Ferita da santo affetto, ama il dolce Redentore. Coeli flammas percipiendo Pura luce te exornabis verum Dei servando amorem. Accogliendo gli splendori del Cielo, ti ornerai con pura luce, conservando il vero amore di Dio. bl Decepti o vos mortales, qui vanos mundi amores jam avidi expectatis. Ah! Videte quot poenae, quot dolores circumstent cor. Ad Deum vos respiciendo quaerite coeli amorem et vestrum fide amate salvatorem. O voi, mortali ingannati, che aspettate con avidità i vani amori del mondo. Ah! Considerate quante pene, quanti dolori assediano il cuore. Con lo sguardo rivolto a Dio, cercate l’amore del Cielo e amate con fede il vostro Salvatore. 11 Testi Interpreti Interpreti bm Si non amas contemplando Crucifixum tuum amorem Nisi ostendis tuum dolorem In aeternum suspirabis. Se non ami in contemplazione il crocifisso tuo amore, sospirerai in eterno se non manifesti il tuo dolore. Viva fide Deum amando Vero gaudio consolata Jubilando tu exultabis. Amando Dio con fede viva, consolata con vera gioia, esulterai nel giubilo. bn Alleluja Alleluja Cecilia Bernini (mezzosoprano) Laureata con lode in Biotecnologie all’Università degli Studi di Pavia, ha intrapreso lo studio del canto lirico diplomandosi all’Istituto Musicale Vittadini di Pavia sotto la guida di Fernando Cordeiro Opa, con il quale tuttora si perfeziona. Ha approfondito il repertorio barocco con Lavinia Bertotti e quello italiano più recente partecipando a Forlì al Laboratorio lirico sul Novecento. Ha inoltre frequentato il corso di Alto Perfezionamento in Canto Lirico Operando presso l’Accademia di Alta Formazione Musicale di Verona. Ha ricoperto il ruolo di Arsace/Demetrio nell’opera seria Il Demetrio di Mysliveček, ripresentata nel 2010 in prima esecuzione moderna al Teatro Fraschini di Pavia. Collabora stabilmente con l’ensemble Il Demetrio diretto da Maurizio Schiavo, con cui nel 2012 si è esibita in Italia e a Londra con un programma di arie tratte da opere e cantate di Bononcini, Caldara, B. Marcello, Steffani e A. Scarlatti. Nello stesso anno ha partecipato al Festival di Musica Antica di Urbino e alla Festa dell’Opera di Brescia. Nel 2013 ha eseguito in tournée per il Teatro lirico di Cagliari la Petite Messe Solennelle di Rossini diretta da Marco Faelli. Il suo repertorio sacro comprende, fra gli altri titoli, Krönungsmesse di Mozart, Stabat Mater e Confitebor tibi domine di Pergolesi, Stabat Mater, Gloria, Magnificat RV 610 e 611 e Nisi Dominus di Vivaldi, Stabat Mater di Astorga, Le sette ultime parole di Nostro Signore sulla croce di Mercadante, Stabat Mater di Haydn, Via Crucis di Liszt. Il Demetrio (ensemble con strumenti originali) Nasce nel 2007 a Pavia per iniziativa di Maurizio Schiavo, con l’intento di valorizzare il patrimonio musicale della città. Non a caso trae il proprio nome dalla storia musicale di Pavia: Il Demetrio è infatti il titolo dell’opera del boemo Josef Mysliveček che nel 1773 inaugurò il Teatro dei Quattro Cavalieri, oggi Teatro Fraschini. Accanto alla consueta programmazione concertistica, che si avvale della collaborazione di musicisti specializzati nell’ambito della musica antica, l’ensemble ha svolto un’approfondita attività di ricerca mirata al recupero della produzione artistica dei compositori pavesi. 12 13 Interpreti Tra i lavori riportati alla luce si segnalano l’opera seria Il Demetrio di Mysliveček presentata al pubblico a Pavia nel corso del Festival dei Saperi 2010; Paesaggi sonori, le composizioni per il cinema, sino ad oggi praticamente sconosciute, di Franco Vittadini; il Tantum ergo per soli, coro e orchestra e il Dixit Dominus per basso, viola concertante e orchestra di Alessandro Rolla; tre composizioni per la Settimana Santa (l’Adoramus te, il Miserere e il Christus factus est) per coro e orchestra d’archi di Antonio Cagnoni. Maurizio Schiavo Direttore d’orchestra, violinista e violista, ha intrapreso gli studi musicali a Ferrara, sua città natale, dove ha iniziato lo studio del violino con Giovanni Adamo. Trasferitosi a Palermo, si è diplomato a pieni voti sotto la guida di Salvatore Cicero. Ha poi studiato violino barocco con Enrico Gatti e seguito corsi di perfezionamento con Piero Toso e Sigiswald Kujiken. Intrapreso lo studio della composizione con Eliodoro Sollima al Conservatorio di Palermo, ha poi studiato a Milano con Niccolò Castiglioni. Suoi lavori sono stati eseguiti per i più importanti festival italiani di musica contemporanea (Festival di Nuova Consonanza a Roma, Festival Spaziomusica di Cagliari). Sempre a Milano si è diplomato con Giampiero Taverna in direzione d’orchestra e con Umberto Cattini in direzione d’orchestra per il teatro lirico. Come strumentista ha svolto attività concertistica prevalentemente in ambito cameristico. Ha registrato per la Rai un ciclo di trasmissioni radiofoniche nel corso delle quali ha presentato, come solista al violino, un’ampia scelta di sonate inedite per violino e basso continuo del Settecento veneziano di cui ha curato l’edizione moderna. Ha anche preso parte, sia come strumentista che come direttore d’orchestra, a numerose registrazioni discografiche per le etichette Tactus, Bongiovanni, Nuova Era, Dynamic, Concerto. Come direttore, in particolare, ha realizzato la prima registrazione mondiale del Quaderno dell’Imperatrice di Farinelli, raccolta di arie da concerto compilata dal grande cantante come omaggio a Maria Teresa d’Austria. N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale (con testi e traduzioni) all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201311.pdf 14 15 Amadeus n. 288 Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990 e 2013 s.r.l. Direttore responsabile Gaetano Santangelo Redazione Andrea Milanesi Grafica Dario Codognato Impaginazione Riccardo Santangelo Registrazione live 27-30 novembre 2012, Sala degli Stucchi, Castello di Belgioioso (Pv) Direzione artistica Federico Caldara Tecnico del suono Biagio Laponte Editing e mastering BartokStudio, Bernareggio (Mi) Si ringrazia Michele Bolzoni per aver gentilmente concesso l'uso del Castello di Belgioioso per la registrazione e le riprese fotografiche In copertina Maurizio Schiavo e Cecilia Bernini (foto di Riccardo Santangelo)