4.C.4 Protocollo per l`Inclusione - istituto comprensivo di faloppio
Transcript
4.C.4 Protocollo per l`Inclusione - istituto comprensivo di faloppio
4.C.4 PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L’INCLUSIONE DI ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI La Direttiva DM 27/12/2012 individua tre grandi “categorie” 1. la disabilità la cui tutela è disciplinata dalla Legge 104/92 e successive applicazioni; 2. i disturbi evolutivi specifici la cui tutela è regolata dalla Legge 170/2010, ma anche altre tipologie di disturbo: deficit di linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell’attenzione e iperattività, oltre al funzionamento cognitivo limite, che può essere considerato, a detta della Direttiva, una condizione di confine fra la disabilità e il disturbo specifico. 3. lo svantaggio socio-economico-linguistico-culturale dà origine a deprivazione di occasioni di apprendimento o a fenomeni di disadattamento scolastico che si traducono in difficoltà di apprendimento e minor successo scolastico. [C.M. 8 del 6/3/2013 strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali (BES)] Il Protocollo: è un documento sottoposto all’attenzione del Collegio dei Docenti, deliberato e annesso al POF dell’Istituto; contiene principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per un inserimento ottimale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali; definisce i compiti ed i ruoli delle figure coinvolte all’interno e all’esterno dell’istituzione scolastica; costituisce un vero e proprio strumento di lavoro e pertanto, è integrato e rivisitato periodicamente, sulla base delle esperienze realizzate e delle specificità proprie della scuola. Includere gli alunni con Bisogni Educativi Speciali, significa fare in modo che essi siano parte integrante del contesto scolastico, sociale, culturale, alla pari degli altri alunni, insieme agli altri alunni, senza alcuna discriminazione; significa assicurare a tutti il diritto allo studio e al successo scolastico e formativo. In tale prospettiva, è necessario da parte della scuola non solo un impegno forte di conoscenza e di valorizzazione della realtà personale, umana, sociale e familiare degli alunni con Bisogni Educativi Speciali ma anche e soprattutto un impegno di sviluppo della loro formazione attraverso la realizzazione di un’organizzazione educativa e didattica personalizzata, sia negli obiettivi sia nei percorsi formativi che nelle strategie didattiche. Al fine dell’inclusione scolastica e sociale degli alunni con Bisogni Educativi Speciali, il Collegio Docenti dell’I.C.di Faloppio intende raggiungere le seguenti finalità: favorire l’accoglienza, l’integrazione e l’inclusione degli alunni con Bisogni Educativi Speciali; progettare percorsi comuni di individualizzazione o personalizzazione che facciano coesistere socializzazione ed apprendimento; incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari, durante il percorso di istruzione e di formazione; adottare forme di verifica e valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; accompagnare adeguatamente gli studenti con Bisogni Educativi Speciali nel percorso scolastico; fornire materiali e strumenti comuni di indagine, osservazione, rilevazione e progettazione del percorso formativo. L’inclusione degli alunni può essere realizzata solo in una scuola che è in grado di riconoscere effettivamente i Bisogni Educativi Speciali. IL TEAM DOCENTI/CONSIGLIO DI CLASSE Il Team dei docenti/Consiglio di classe, definisce gli interventi didattico/educativi ed individua le strategie e le metodologie più utili per realizzare la piena partecipazione degli studenti con BES al contesto di apprendimento. E’ compito del Team docenti/Consiglio di classe individuare gli studenti con Bisogni Educativi Speciali per i quali è “opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di strumenti compensativi e/o misure dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni”. Vi sono “gradazioni” diverse nelle diversità, che richiedono risposte diverse: la disabilità, i disturbi, le difficoltà stabili, le difficoltà transitorie… In tutti i casi però quello che conta è la necessità che l’insegnante realizzi una speciale mediazione, cioè che gli stimoli vengano opportunamente selezionati, organizzati e presentati: Per poter essere accessibili all’apprendimento Per poter consentire apprendimenti successivi In direzione della conquista dell’autonomia Tutte le persone, indipendentemente dalla loro condizione, hanno alcuni fondamentali “bisogni educativi”: bisogno di sviluppo delle proprie competenze: imparare appartenenza sociale e accettazione: identità e autonomia valorizzazione e autostima: sicurezza affettiva Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Team dei docenti/Consiglio di Classe motiverà opportunamente, verbalizzandole, le decisioni assunte, sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche. Si evidenzia che l’attuazione dei percorsi personalizzati per tutti i BES, è di competenza e responsabilità di tutti gli insegnanti del Team/Consiglio di classe. IL RUOLO DELLA FAMIGLIA FAMIGLIA: rappresenta il contesto primario, nel quale il bambino, apprendendo ad ordinare ed a distinguere le esperienze quotidiane, acquisisce i criteri per interpretare la realtà, struttura le categorie logiche ed affettive, viene avviato alla conquista ed alla condivisione delle regole e dei modelli delle relazioni interpersonali. Alla famiglia spetta il compito e la responsabilità per la crescita e l'educazione dei figli. Scuola e famiglia devono agire sempre in sintonia condividendo finalità, obiettivi strategie, linguaggi e atteggiamenti educativi, in sostanza devono seguire un progetto comune, ricoprendo insieme un ruolo formativo in senso ampio. Alla scuola spetta conoscere e collaborare con la famiglia per favorire il successo formativo del bambino. La scuola e famiglia hanno una grande responsabilità nella crescita e nella costituzione dell’identità personale di ogni bambino. In accordo con la famiglia verranno individuate le modalità e le strategie specifiche, adeguate alle effettive capacità dello studente, per favorire lo sviluppo pieno delle sue potenzialità, nel rispetto degli obiettivi formativi previsti dal POF. CHI FA COSA E QUANDO…. Nel periodo fissato per le iscrizioni, nel caso di cambio di scuola o di passaggio da un grado d’istruzione all’altro, la scuola organizza azioni di orientamento e di conoscenza, che coinvolgono gli alunni e le famiglie, oltre ai docenti della scuola di provenienza e di quella di accoglienza (visita al nuovo istituto, incontro con i docenti, scambi di informazioni tra i docenti delle due scuole…). Nel caso particolare di alunni con BES questi scambi devono essere ancora più attenti ed esaurienti, al fine di ottimizzare il lavoro già fatto e coordinare gli interventi. I genitori che iscrivono il figlio con BES consegnano anche la diagnosi/certificazione (se ne sono in possesso) iniziando la strutturazione del percorso nella scuola. Entro giugno il GLI (Gruppo di Lavoro sull’Inclusione di Istituto) effettua una ricognizione sui livelli di inclusività dell’Istituto nell’anno scolastico in corso - punti di forza e di debolezza, attività da programmare - utilizzando indicatori significativi. Su questa base, una volta “mappate” le diverse situazioni elabora un Piano Annuale di Inclusività di Istituto (PAI) per il successivo anno scolastico, individuando anche le risorse necessarie. Il PAI viene presentato al Collegio dei Docenti e, dopo la sua approvazione, il Dirigente lo invia all’USR ed eventualmente gli Enti territoriali interessati. Entro il termine dell’anno scolastico l’istituto procede alla formazione delle classi, con l’attenzione di inserire gli alunni con BES secondo i criteri deliberati dal Consiglio di Istituto. A settembre il GLI rielabora il PAI adeguandolo alle risorse effettivamente attribuite all’Istituto ed individua gli obiettivi da realizzare, anche concertando gli apporti che possono pervenire dall’esterno (volontariato, progetti che coinvolgano associazioni o cooperative esterne con compiti di supporto educativo e all’apprendimento…). Stabilisce quindi un calendario periodico di incontri sia con gli altri operatori scolastici sia per il confronto con il Centro Territoriale di Supporto e i Servizi Sociali territoriali. Prima dell’inizio delle lezioni il Dirigente assegna le risorse di personale alle classi, tenendo conto delle diverse situazioni e di quanto previsto dal PAI. Quest’ultimo documento viene recepito all’interno del POF, impegnando tutto il Collegio dei docenti a condividere la mission inclusiva della scuola, ad individuare attività di formazione mirate, a stabilire criteri e procedure per l’utilizzo funzionale di tutto il personale a diverso titolo coinvolto. All’inizio dell’anno scolastico il Consiglio di Classe/Team, tramite il dirigente o il Referente di Istituto per i BES, riceve copia delle documentazioni cliniche che riguardano gli alunni, prende in carico i medesimi, incontra le famiglie e gli specialisti che seguono i casi. Raccoglie quindi elementi informativi che provengono dalla famiglia e dai servizi e li integra con quelli ricevuti eventualmente dalla scuola di precedente frequenza. A questo punto attiva procedure di osservazione sistematica con particolare riguardo a: Raccolta di dati su eventuali difficoltà Interventi di screening precoce realizzati per l’individuazione di segnali premonitori di DSA Il Consiglio di classe/Team determina criteri e strumenti per la verifica e la valutazione coerenti con le difficoltà dell'alunno. La verifica avrà valore soprattutto formativo (i processi e i risultati ottenuti rispetto ai livelli di partenza) più che sommativo (il confronto con un livello standard, che non terrebbe conto della specificità della condizione dell’allievo). La valutazione formativa in itinere dovrà essere personalizzata, ovvero tener conto degli obiettivi conseguiti anche in relazione ai “livelli minimi attesi di competenza in uscita (C.M. 8/2013). Il Consiglio di classe/Team anche in sede di scrutini intermedi e finali adotta criteri conformi ai profili valutativi esplicitati nel PDP,in particolare: Adatta la scala numerica dei voti agli obiettivi fissati per ciascun alunno; Assegna i voti tenendo conto dei livelli di partenza e della specifica condizione dell’alunno, considerando l’uso dei relativi dispositivi didattici; Per quando riguarda gli esami di Stato conclusivi del I ciclo, si fa riferimento alla C.M. 31.05.2012 n.48 e alla Nota Ministeriale 7 giugno 2011 n.3815, che prevedono: L’effettuazione di tutte le prove scritte da parte di questi alunni; La sostituzione della prova scritta con una equipollente prova orale per le lingue straniere, se durante l’anno hanno fruito della sola dispensa dalle prove scritte (solo per i DSA); L’effettuazione di prove differenziate se, durante l’anno, hanno ottenuto l’esonero totale dalla lingua straniera (solo per i DSA). Entro il primo trimestre di scuola, sulla base delle osservazioni sistematiche, dei dati clinici e di quelli provenienti dalla famiglia e dalla scolarità precedente, il Consiglio di Classe/Team elabora il PEI, il Piano Didattico Personalizzato (PDP), che indica gli strumenti compensativi, le misure dispensative, i criteri di verifica personalizzati, ne condivide i contenuti con la famiglia (che firma i documenti non per presa visione, ma per condivisione), individua strategie, tempi e materiali per realizzare una didattica inclusiva. Ogni alunno con BES è unico e ogni adattamento didattico va modulato in modo strettamente personalizzato. I servizi clinici suggeriscono nel documento di certificazione dell’alunno gli strumenti e le misure da adottare, ma poi sono i docenti, in assoluta autonomia professionale, in condivisione con le famiglie, a decidere. Nel corso dell’anno i docenti mettono in atto gli accorgimenti metodologici previsti dal PDP/PEI, in particolar modo attività di recupero e supporto individualizzato o per piccoli gruppi, metodologie inclusive quali il tutoring, il cooperative learning, la didattica laboratoriale. Particolare attenzione andrà dedicata anche alla realizzazione di un clima di classe favorevole e di condizioni relazionali tese all’inclusività. Il Dirigente scolastico, con la funzione Strumentale per l'Inclusione e i docenti della Commissione Inclusione, effettua un incontro con i genitori con lo scopo di condividere con le famiglie il concetto di Inclusione, rassicurare sui livelli di competenza raggiunti della scuola nel farsi carico di tutti e di ciascuno, chiarire quali siano i reciproci ruoli e la necessaria complementarietà degli stessi per addivenire a risultati efficaci nell’apprendimento degli alunni. Tra scuola e famiglia, è opportuno condividere una vero e proprio patto educativo, dal quale risultino con chiarezza gli impegni reciproci al fine di un lavoro congiunto e coerente in favore dell’alunno. A fine anno il Consiglio di classe/Team si confronta sulle metodologie e sugli esiti didattici, condividendo le riflessioni anche con il Referente BES di Istituto, con il GLI e con il Dirigente, oltre che con le famiglie interessate e con i servizi clinici. Tutti i Team/Consigli di Classe condividono le buone pratiche adottate e validate nel corso dell'anno, contribuendo alla creazione di un archivio/database a disposizione di tutto l'Istituto. Autovalutazione dell’inclusività di Istituto A conclusione d’anno il Collegio dei Docenti verifica i risultati raggiunti, in collaborazione con il GLI. Si tratta di una autovalutazione di istituto, che impegna la scuola ad interrogarsi sul suo livello di inclusività, utilizzando indicatori appropriati, riferiti alle scelte organizzative, alle prassi didattiche, alle dinamiche relazionali. In relazione agli esiti dell’analisi, la scuola progetta azioni di miglioramento e di rinforzo, che confluiscono nella redazione del nuovo PAI di Istituto. La presenza a scuola di alunni con BES, piuttosto che rappresentare un appesantimento degli adempimenti formali, può trasformarsi in un’occasione importante per rinnovare e migliorare prassi organizzative, didattiche e metodologiche, a vantaggio dell’intera comunità scolastica. La formazione e l’educazione sono processi complessi e continui che richiedono la cooperazione, oltre che dell’alunno, della scuola, della famiglia, dell’intera comunità. L’inclusione è scelta, è opportunità, è sfida “I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno,… vale nello sport e vale nella vita.“ E chi nella propria vita sceglie di assecondare le proprie “passioni” sceglierà di lottare per esse e portarle avanti fino in fondo, guardando un ostacolo alla volta, senza pensare all’ultimo perché si rischierebbe di inciampare al primo. Questo è quanto viene chiesto oggi, a tutti gli operatori della scuola: di credere a un nuovo start-up di sistema che punti dritto al suo cuore, alle persone che la fanno e che la vivono…senza guardare a quell’ultimo ostacolo. Rif. Indicazioni per il curricolo del novembre 2012 OGNI SCUOLA DEVE PENSARE AL PROPRIO PROGETTO EDUCATIVO NON PER INDIVIDUI ASTRATTI MA PER PERSONE CHE VIVONO QUI ED ORA, CHE SOLLEVANO PRECISE DOMANDE ESISTENZIALI, CHE VANNO ALLA RICERCA DI ORIZZONTI DI SIGNIFICATO. ALLA SCUOLA L’ARDUO COMPITO DI RACCOGLIERE CON SUCCESSO UNA SFIDA UNIVERSALE, DI APERTURA VERSO IL MONDO, DI PRATICARE L’UGUAGLIANZA NEL RICONOSCIMENTO DELLE DIFFERENZE. Si descrive una scuola che deve fare delle diversità una risorsa per il proprio curricolo e tutto questo costituisce una sfida forte e di passione. I SOGGETTI DELL’INTEGRAZIONE CHI COMPITI CONVOCA E PRESIEDE IL GLHI PROMUOVE L’INTEGRAZIONE MEDIA MODELLI FORMA LE CLASSI ASSEGNA GLI INSEGNANTI DI SOSTEGNO ALLE CLASSI IN SEDE DI GLHI CURA I RAPPORTI CON GLI EE.LL. DIRIGENTE SCOLASTICO FUNZIONE STRUMENTALE PER L’INCLUSIONE INSEGNANTE DI SOSTEGNO INSEGNANTE CURRICOLARE CONTROLLA LA DOCUMENTAZIONE IN INGRESSO E PREDISPONE QUELLA IN USCITA CURA I RAPPORTI INTERISTITUZIONALI CON IL DIRIGENTE, ENTI T ERRITORIALI, ENTI DI FORMAZIONE, COOPERATIVE, SCUOLE, ASL E F AMIGLIE COORDINA I DOCENTI DI SOSTEGNOPROMUOVE L’ATTIVAZIONE DI LABORATORI SPECIFICI PARTECIPA ALLA PROGETTAZIONE EDUCATIVA E DIDATTICA E ALLA VALUTAZIONE CURA GLI ASPETTI METODOLOGICI E DIDATTICI MEDIA MODELLI E STRATEGIE, COOPERA CON IL TEAM/CDC NELLA CURA DELLE RELAZIONI E DELLA DIATTICA COORDINA LE RELAZIONI CON FAMIGLIA, ESPERTI ASL O AGENZIE ACCREDITATE CURA L’ALLESTIMENTO DI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO ACCOGLIENTI E PROVUOVE L’INTEGRAZIONE DELL’ALUNNO NEL GRUPPO CLASSE CURA LA PROGETTAZIONE E LA VALUTAZIONE INDIVIDUALIZZATA/PERSONALIZ-ZATA IN COLLABORAZIONE CON I DOCENTI DEL TEAM/DI CLASSE COLLABORATORE SCOLASTICO GLH DI ISTITUTO DIRIGENTE SCOLASTICO INSEGNANTI CURRICOLARI INSEGNANTI DI SOSTEGNO OPERATORI EE. LL. OPERATORI COOPERATIVE GENITORI SVOLGE COMPITI DI ASSISTENZA DI BASE O DI SUPPORTO CON GLI ALUNNI NON AUTONOMI O CON DIFFICOLTA’ (SPOSTAMENTI, CURA IGIENICA, MENSA,…) SI ESPRIME SU PROGETTO DI INTEGRAZIONE CONDIVIDE PIANO ORGANIZZATIVO, UTILIZZO DOCENTI SPECIALIZZATI (ore per classe con alunno/i certificati) COLLABORA ALLE INIZIATIVE EDUCATIVE E DI INTEGRAZIONE PREDISPOSTE DALLA SCUOLA VERIFICA IL LIVELLO E LA QUALITA’ DELL’INTEGRAZIONE NELLE CLASSI E NELLA SCUOLA PIANIFICA INCONTRI GLH OPERATIVI (GLHO) LA DOCUMENTAZIONE DOCUMENTO CHI REDIGE DIAGNOSI FUNZIONALE Descrive i livelli di funzionalità raggiunti e la previsione di possibile evoluzione dell’alunno certificato QUANDO All’atto della prima segnalazione. Operatori ASL Deve essere aggiornata ad ogni passaggio da un ordine all’altro di scuola. PROFILO DINAMICO FUNZIONALE Indica le caratteristiche fisiche, psichiche sociali dell’alunno, le possibilità di recupero, le capacità possedute da sollecitare e progressivamente da rafforzare. Devono essere evidenziate le aree di potenziale sviluppo sotto il profilo riabilitativo, educativodidattico e socioaffettivo. Operatori sociosanitari, docenti curricolari, docente di sostegno, genitori dell’alunno (art. 12 c. 5 e 6 L.104/92) Viene aggiornato alla fine della Scuola dell’Infanzia, della Scuola Primaria e Secondaria di I grado e durante la Scuola Secondaria di II grado. PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO E’ il documento nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra loro, predisposti per l’alunno; mira ad evidenziare gli obiettivi, le esperienze, gli apprendimenti e le attività più opportune mediante l’assunzione concreta di responsabilità da parte delle diverse componenti firmatarie. Insegnanti curricolari, docente sostegno, genitori dell’alunno Formulato entro i primi tre mesi di ogni anno scolastico Deve essere valutato in itinere ed eventualmente modificato. PROGETTAZIONE DIDATTICA PERSONALIZZATA (può essere parte integrante del PEI) Vengono descritti gli interventi didattici integrati che si realizzano in classe fissando obiettivi, percorsi e competenze. Insegnanti della classe Formulato entro i primi tre mesi di ogni anno scolastico VERIFICA IN ITINERE Riscontro delle attività programmate nel PEI e/o progettazione personalizzata con eventuali modifiche Insegnanti di sostegno e curricolari A metà anno scolastico o al bisogno.