TERAMANI n. 98 - teramani.info

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TERAMANI n. 98 - teramani.info
n. 98
Aprile 2014
mensile di informazione in distribuzione gratuita
L’IDROCATARRAVOLANTE
AFFONDA
NELL’ARENA
DI GILETTI
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L’ALBANESE
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SOMMARIO
n. 98
3 Soldi pubblici a “L’Arena”
4 Salvatore Di Paolo
6 Graziella Cordone
7 Fabio Berardini
8 Teramo Culturale
11 La Mostra su Pasquale Celommi
12 L’Opinione di Mario su “Apriti Teramo”
13 Jaques Le Goff
14 Il libro del mese
16 Berardo Rabbuffo
17Pioniere
18 Occhio ai benefattori
19 Note linguistiche
20 Musica
21 Gli ungulati
22Musica
23 L’Oggetto del desiderio
24 La Fondazione Veronesi
26Cinema
28 Aldo l’albanese
29Calcio
30Pallamano
L’Editoriale
Soldi
pubblici a
“L’Arena”
D
di
Zapoj
Tovariš
altro ancora.
Ha poi aggiunto che le sue responsabilità
sono grandi e che le tocca lavorare anche
14 ore al giorno... Però oggi lunedì 14
aprile non era al lavoro e ci dicono non
ci sarà neppure domani martedì, per cui
dobbiamo arguire che mercoledì dovrà
lavorare almeno 42 ore. Giletti ha definito
le sue parole “vergognose”.
Su quanto invece affermato con
fervore autodifensivo dal Presidente
omenica 13 Aprile abbiamo assistito
ad una delle pagine più nere della
politica italiana e delle devastanti
conseguenze della legge Bassanini ma
la cosa più triste è che questa pagina
abbia contribuito a scriverla la Provincia
di Teramo nelle persone del Presidente
Valter Catarra e della Signora Becci,
Segretario Generale con incarico di
Direttore Generale della Provincia nonchè
è possibile scaricare il pdf di questo e degli altri numeri dal sito web
www.teramani.info
scriveteci a
[email protected]
Cavaliere al Merito della Repubblica
Italiana. La stessa, intervistata da un
inviato del programma televisivo di Rai
uno “L’Arena” condotto da Massimo
Giletti, ha candidamente affermato
Catarra, presente negli studi Rai, e sulle
che sì è vero che lei guadagna quasi
dichiarazioni imbarazzate di un dirigente
Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli
Redattore Capo: Maurizio Di Biagio
quanto, ma non s’è capito bene quanto,
della Provincia, meglio stendere un velo
del Presidente della Repubblica Giorgio
pietoso.
Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Maurizio Carbone,
Mario del Mare, Maria Gabriella Del Papa,
Maurizio Di Biagio, Maria Gabriella Di Flaviano,
Floriana Ferrari, Carmine Goderecci,
Maria Cristina Marroni, Fabrizio Medori,
Silvio Paolini Merlo, Antonio Parnanzone,
Leonardo Persia, Sirio Maria Pomante, Zapoj Tovaris.
Napolitano ma che lo stesso Presidente
Qualcuno di nostra conoscenza avrebbe
ha a sua disposizione il Quirinale… ed
detto: “Viva l’Italia”. n
Gli articoli firmati sono da intendersi come libera espressione
di chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione
né l’Editore. Non è consentita la riproduzione, anche solo
parziale, sia degli articoli che delle foto.
Progetto grafico ed impaginazione: Antonio Campanella
Periodico Edito da “Teramani”, di Marisa Di Marco
Via Paladini, 41 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930
per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele
Organo Ufficiale di informazione
dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele
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Registro stampa Tribunale di Teramo n. 1/04 del 8.1.2004
Stampa: Gruppo Stampa Adriatico
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Teramani è distribuito in proprio
3
di
4
n.98
Il ricordo
Salvatore
Di Paolo
Industria e nobiltà
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
elegante, tra l’infantile e l’analitico, le pieghe del mondo. Di solito
sapeva trarsi d’impaccio mormorando a suo modo, con cautela, dosando dolcemente le parole come fossero carezze da soffiare al vento.
Irradiava benevolenza in modo solenne e umile, soppesando idee
e movenze che non sopraffacessero mai l’altrui sensibilità. L’hanno
pianto in tanti. Con sincerità. Salvatore Di Paolo, presidente di Confindustria Teramo, se n’è andato con il clamore misurato dei giusti. Con il
rimpianto di una collettività intera, perché lui a suo modo era universalmente apprezzato e ben voluto. Una brutta malattia l’ha sradicato
da questa terra che lui aveva imparato ad osservare con i suoi occhi
comprensivi e severi. Numerose sono stati gli attestati di profonda stima del mondo imprenditoriale, della politica e delle istituzioni, nonché
dei semplici cittadini. Di Paolo se n’è andato di Marzo: aveva compiuto
S
63 anni. È stato presidente degli industriali teramani dal 2009, a capo
sorriso celava una fiammella di sofferta malinconia. In lui si notava il
di buoni intenti. Di grandi qualità umane, amava molto starsene in
vizio della cura di sé, della sua fisionomia, del corpo, del portamento
campagna dove, appassionato di giardinaggio, aveva una casetta: “Mi
e dell’abbigliamento. Lo sguardo era languido e indulgente, sgranato
sto preparando per la pensione” diceva. Il cordoglio è giunto sincero:
come quello di un bimbo, perché scrutasse con quella sua curiosità
“Scompare una mente illuminata cui avevamo affidato la speranza di
anche del Polo Agire e della azienda Gelco: ha lasciato moglie e due
erbava un’aria di silenziosa determinazione che rivelava una
figlie. “Io sono originario di Napoli – raccontò una volta a Teramani -
nobiltà d’animo e consapevole virtù. Ai miei occhi assumeva
però mi considero un abruzzese per convinzione poiché ci vivo dal
gradualmente l’aspetto di un lord in giacca e camicia, con
1958”. Spesso dispensava un “lei” che suonava amichevole come
l’hobby dell’equitazione, e a voler essere sinceri il suo rapido
un “tu”, specchio della sua anima parca di sentimenti aristocratici e
poter interpretare il cambiamento in questa congiuntura così difficile e
piena di insidie” è il primo commento dei suoi vice presidenti Agostino
Ballone, Ercole Cordivari, che poi ha preso il suo posto, e Fabrizio
Sorbi. “Non potrò poi dimenticare la sua eleganza, la sua cortesia e
la sua straordinaria gentilezza” ha commentato l’onorevole Giulio
Cesare Sottanelli. “Con lui perdiamo un grande protagonista del nostro
Abruzzo ma mi auguro e spero che il suo operato possa essere di
esempio per tutti noi e per le generazioni future”. Il sindaco di Teramo
Maurizio Brucchi ha chiarito da subito di non voler essere retorico “ma
davvero voglio testimoniare la stima nei riguardi di una persona della
quale ho apprezzato la ricchezza umana e lo spessore professionale.
Salvatore Di Paolo ha saputo rappresentare, con esemplare efficacia,
le istanze del mondo imprenditoriale; è stato un piacere averlo avuto
come referente”. L’amministrazione comunale di Castellalto, territorio
su sui insisteva l’azienda che dirigeva (la Gelco), ha disposto un giorno
di lutto cittadino. “Con la tempra e la determinazione che da sempre
l’hanno contraddistinto, ha lottato fino all’ultimo contro il male che
l’aveva colpito” ricorda la Fondazione ITS di Teramo.
È stato per molto tempo legato alla conduzione della Gelco di Castelnuovo, l’azienda di dolciumi che produce i Chupa chups, le Mentos
oppure le Fruitella. Fu un inizio travagliato: la linea di produzione
si attivò nel 1982, con 15 dipendenti ed un fatturato ridotto. Però
cominciò la crescita sotto la direzione manageriale del presidente di
Confindustria che si concretizzò nel 1987 con la cessione dell’azienda
al gruppo Perfetti che cambiò le prospettive all’azienda. Nel 1990 ci fu
il primo raddoppio della fabbrica: si passò dai 3.500 mq di copertura ai
7 mila fino ad arrivare a 250 dipendenti. “La Gelco – raccontò una volta
Di Paolo - è come fosse una mia creatura, come posso voler bene alle
mie figlie. C’è un buon rapporto con le maestranze, siamo un’azienda
che da molti punti di vista anticipa certe dinamiche; ci interessiamo
molto alle problematiche dei dipendenti: li consideriamo una risorsa e
non un debito”. n
Redazionale
Eventi
Caffè
del Corso
giovedì 24 aprile
Il “Caffè del Corso”, come sempre, farà da cornice a questo splendido evento, con la sua sala interna caratterizzata anche da un suggestivo soppalco dal quale è possibile osservare l’intero locale, oltre
che da una struttura esterna che renderà più piacevoli le serate
primaverili-estive del Wine Bar, il tutto attraverso la professionalità
e la filosofia dei titolari Domenico e Gianni, sempre attenti ad offrire
prodotti di alta qualità ed un servizio impeccabile.
Una serata unica come quella del 24 Aprile non poteva che essere
caratterizzata dalla presenza di un gruppo musicale unico nel
nostro territorio, ovvero la band “The Mufflers”, trio composto da
Remo Leonzi (voce/chitarra), Tommaso Paolone (basso), Davide
Grotta (batteria). Il gruppo musicale, ormai divenuto, negli ultimi
anni, un punto di riferimento per gli amanti del rock ‘n’ roll e del soul.
Le sonorità della chitarra di Remo Leonzi e il vigore della sezione
D
ritmica è un mix di successo per una serata di adrenalina e voglia di
ascoltare buona musica.
opo il successo della serata del 27 Marzo, il “Caffè del
Corso” torna a presentare un nuovo evento di degusta-
Il Caffè del Corso, vi invita inoltre a conoscere la propria enoteca,
zione unico nel suo genere.
caratterizzata da offerte uniche come:
Questa volta, i titolari del Wine Bar di
• Champagne Cristal
Corso Cerulli ci accompagneranno in
• Champagne Louis Roederer
un viaggio tra i sapori della Spagna,
• Champagne Krug
viaggio che avrà luogo Giovedì 24
• Champagne Billecart - Salmon
Aprile a partire dalle ore 19:00.
• Champagne Bollinger
• Baron De L
Assoluto protagonista sarà il pro-
• Beaune 1er Cru Les Perrieres
sciutto iberico di “Sanchez Romero
• Aceto Balsamico La Secchi
Carvajal”, denominato con il marchio
“5J”, sinonimo del massimo livello
di qualità nel campo dei prosciutti
iberici.
Il prosciutto “Cinco Jotas” è considerato tra i migliori al mondo per sapore,
consistenza e aroma; una qualità
senza eguali ottenuta grazie ad un’attenta selezione dei maiali di razza
100% pura Iberica e ad un processo di
lavorazione e stagionatura completamente artigianale, attraverso un’arte
che si tramanda di generazione in
generazione da oltre 120 anni.
A completare questo itinerario, attraverso i
sapori e gli odori della Spagna, non poteva
mancare la presenza di una “Bollicina” di qualità, rappresentata in questa occasione dal Vino
Bianco Spumante (Cava Méthod Traditionelle)
di “Castell Del Remei”, I cui vini hanno ottenuto
premi di vario tipo sin dalla fine del 1800 (Medaglia d’oro e d’argento al concorso internazionale
di Bruxelles nel 1887, medaglia d’oro ad Atene
nel 1902 e a Budapest nel 1907...), continuando
tuttora una storia di qualità.
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di
6
n.98
Quale Sindaco per Teramo?
Graziella
Cordone
Scendo in campo per gli ultimi,
sono una di loro
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
A proposito, lei non farà mica raccomandazioni un giorno che
sarà a Piazza Orsini?
“Prima di tutto non le ho mai ricevute e dunque mai le farò. Sono figlia di
due sordomuti, sono andata a lavorare fuori: a Livorno, ad Ascoli e in diverse città del nord, nessuno mi ha regalato nulla”.
Qual è lo slogan della sua campagna?
“Era ora di cambiare…cioè veramente basta. Guardatevi intorno, questa
città non è più quella di qualche anno fa, è sporca, irriconoscibile, le scuole
scoppiano, mia figlia quasi ci rimetteva le penne, c’è l’amianto, la muffa”.
E in caso di riconferma di Brucchi?
“Me ne vado a Giulianova. Non voglio una città dove il sindaco se n’è frega
della volontà popolare, della raccolta di cinquemila firme per decidere cosa
fare del vecchio stadio comunale: si deve tornare a parlare, a discutere e
non a imporre”.
Mi tolga una curiosità, dove nasce quel taglio di capelli?
O
“Sono stata obbligata, ma lo conserverà solo fino a Maggio, poi…si vedrà”
Graziella Cordone, madre di tre figli ed infermiera nel reparto di Pediatria al
sano servizio che si deve portare alla gente e che è scomparso. Non sono
Mazzini di Teramo, si definisce una di loro, una della gente, del suo eletto-
una rottamatrice ma certi affaristi in politica mi hanno rotto, pensano solo
rato. Si presenta candidata sindaco per una lista civica che abbraccia Città
ai loro comodi”.
di Virtù e alcune forze della sinistra un po’ più radicale a partire da Sel. “Ho
Prossima tappa: ballottaggio? “La priorità assoluta è cacciare via
Lei è anche una sub.
cchi grandi e chiari come in un cartoon giapponese, un taglio di
“Noi siamo pesci piccoli in un mondo di squali però se i Teramani mi eleg-
capelli che la rendono sbarazzina, una volontà di ferro che l’hanno
geranno, farò emergere il marcio di questa città, tirerò fuori lo schifo”.
portata a sfidare il gotha della politica cittadina. Armata di sacro
Lei è chitarrista e recita in teatro.
fervore e di una volontà che caratterizza sempre i principianti,
“Sono giovane, in politica vedo che c’è troppo carrierismo, manca quel
questa amministrazione, quest’incubo di Brucchi, poi si vedrà”.
La sua prima misura qualora fosse al governo della città
“Da buona madre di famiglia, la scuola e l’economia, cioè fare un po’ di
spending review in Comune, rivedere i compensi e i premi ai dirigenti, un
miglior criterio per i locali di proprietà di Piazza Orsini, e tante altre cose che
del resto fanno parte dei miei punti programmatici”.
Lei è infermiere, farà il doppio lavoro come Brucchi se dovesse
essere eletta sindaco?
“No, io mi metterò da subito in aspettativa perché vorrò servire la mia città
a tempo pieno. Non puoi stare lì con l’orologio in mano per partecipare ad
un consiglio comunale, è una mancanza di rispetto per la città”.
Dopo Sloggia Varrassi, anche Sloggia Brucchi?
“Per difendere oncologia ho fatto due scioperi della fame e raccolto le firme per far sloggiare l’ex direttore generale della Asl. Abbiamo combattuto
scelto di candidarmi come Sindaco di Teramo, perché ho a cuore il futuro
per far reintegrare sul posto di lavoro il professor Vicentini: ho lottato contro
di questa città, ormai abbandonata a se stessa” ripete spesso. Non fatevi
la Asl ma l’ho fatto per le persone, per la mia città e per la sua gente, anche
trarre in inganno dal suo esile fusto: Graziella la rossa (per via soprattutto
andando contro i miei interessi perché in tali circostanze potevo essere
dei suoi capelli) ha grinta da vendere. Dalle scalette del duomo racconta la
sanzionata disciplinarmente per aver svolto attività antiaziendale”
sua meravigliosa avventura politica e non può fare a meno di inarcare le
La campagna elettorale sta entrando nel vivo e i toni s’infiamma-
sopracciglia quando rimarca con profonda delusione l’attuale degrado che
no. Che ne pensa per esempio della diatriba Di Pasquale-Il fatto
ha raggiunto la nostra città. I suoi grandi occhi esplorano in un grand’angolo
teramano? “Io sono dell’idea che sui fatti personali, sulla vita personale, io
di pietà e commiserazione la rabberciata città che un tempo “non era così”.
non entro. Lo faccio solo se tali diatribe concernono l’interesse comune e
Cordone, quanto ha di comunista dentro?
il bene pubblico, allora inizio ad interessarmi. Ora la cosa che mi lascia più
“E gli altri quanto hanno di fascista?”.
perplessa è che abbiamo due partecipate che sono in debito. Nella Team
Bel tipino! Ma è vero che i rossi mangiano i bambini? “No, io li
i costi della raccolta differenziata e della Tia sono maggiorati a dispetto di
sforno. Ho tre figli: Una di otto, Maja, una di sei, Andrea, una di cinque, Dea”.
tutte le promesse fatte in precedenza e nella Ruzzo reti la situazione dei
Ma chi gliel’ha fatto fare di scendere in politica?
debiti è disperata. Per il momento questo mi interessa, ed anche molto. Co-
“Mi hanno convinto le persone che in questa città disastrata non hanno
munque questa sarà una campagna elettorale molto dura, senza dubbio”.
parola, persone al limite, persone che nemmeno possono comprarsi le
Per quale motivo la gente la dovrà votare?
scarpe, persone disilluse in un mondo senza meritocrazia”.
“È che sono una di loro”. n
Fabio Berardini
Il cielo pentastellato sopra Teramo.
Il candidato sindaco grillino correrà in solitaria.
F
i primi contatti con gli altri attivisti. Finora non
7
ho mai incontrato Grillo ma penso di farlo
n.98
successivo. Sono venuto a contatto con il
Movimento attraverso i meet up e lì ho avuto
quando verrà a Pescara”.
La prima misura che attuerebbe una
volta con la fascia tricolore addosso
“Penserei immediatamente al mondo del
lavoro e a come rilanciarlo, non disdegnando
il settore primario dell’agricoltura. Le persone
si stanno suicidando perché perdono il posto
di lavoro e i candidati sindaci che fanno?
abio Berardini, il giovane candidato sin-
anch’essa mi ha dato lo sprone perché faccia
Ballano l’happy sulla scalinata del Liceo
daco dei Cinque stelle, ha iniziato la sua
al meglio questo mio compito”.
classico! Ci vuole più dignità soprattutto
storia d’amore con Teramo attraverso il
Ma non mi dica che s’è messo in mente
quando nel territorio ci sono 16 mila poveri.
basket. Da sei anni in città, vissuti preva-
di battere la corazzata Brucchi-Gatti!?
Poi seguirei l’esempio di Parma creando un
lentemente nella facoltà di Giurisprudenza di
“Sì, perché noi siamo chiari come l’acqua,
fondo a sostegno delle piccole imprese e del-
Coste Sant’Agostino (gli mancano solo 5 esami
senza troppi giri di parole siamo per la mas-
le famiglie in difficoltà. Eviterò anche di fare
per laurearsi), è stato eletto candidato sindaco
sima trasparenza in politica e in tutti gli atti
spese inutili, tenendo a caro i soldi dei miei
dalla sua assemblea pubblica. In caso di ballot-
amministrativi, abbiamo uomini non ricattabili
concittadini, per esempio non farei in modo
taggio non stringerà alcuna alleanza. Segno del
e siamo per la meritocrazia e statene certi
che accadesse mai quello che è successo
Cancro, è impegnato nella lotta agli sprechi, a
non raccomanderemo nessuno: se sarò eletto
con la pavimentazione di Ponte San Ferdi-
cominciare dalla Ruzzo reti. E a proposito della
sindaco in questa città andrà avanti chi merita.
nando, perché a rimetterci con quell’incuria e
politica locale dice: “C’è molta omertà in città e
Non si ottengono poltrone, posti e incarichi
negligenza sono le tasche dei cittadini”.
c’è molta paura di esporsi, con un clientelismo
In caso di ballottaggio sarebbe pronto
radicato difficile da rimuovere”. Grillo finora
ad appoggiare qualcuno, ad esempio
l’ha visto solo sul blog.
Pomante che pare più vicino alle vo-
A chi indirizzerebbe il tuo vaffa a
stre posizioni?
Teramo? Di sicuro non mancano i per-
“Noi siamo chiari: non facciamo alleanze con
sonaggi.
nessuno, corriamo da soli, se gli elettori ci
“No, questa volta lo indirizzerei alla politica lo-
vorranno dare fiducia per cambiare questo
cale bieca e cieca, certamente vecchia e stan-
stato di cose è bene, altrimenti dovranno
tia, che persegue modi e usanze desueti, con
fare i conti con il passato di sempre e con le
rappresentanti sempre quelli, calati dall’alto,
loro logiche che ben conosciamo. Pomante,
eletti da coordinamenti politici e non dal basso,
poi, non è avvezzo ai nostri standard perché
cioè da assemblee pubbliche e democratiche
lui in buona sostanza non è un democratico,
come facciamo noi”.
un anno fa voleva ottenere la candidatura
A proposito con quanti voti è diventato
dal Movimento senza passare per la trafila
candidato sindaco?
che tutti noi conosciamo che è quella delle
“Con 40; gli altri quattro li ha presi Elisa, una
assemblee, senza sottostare agli iter che noi
signora di San Nicolò. Il mio incarico mi è
conosciamo bene”.
Tetramo. Così ormai chiamano questa
stato conferito dopo una libera votazione con
schede all’interno di un’assemblea pubblica
con il Movimento 5 Stelle”.
città i suoi colleghi universitari. Come
che si è tenuta all’Hotel Abruzzi e che è stata
Facile a dirsi, più difficile metterlo in
si è arrivato a tanto?
preceduta da altre sette in cui si è dibattuto
pratica
“Per iniziare, l’effetto tetro è scaturito dalla
di tutto, dei diversi problemi cittadini e della
“Noi non faremo la politica per gli amici e per gli
delocalizzazione dell’università: sappia-
politica locale”.
amici degli amici, non creeremo una partecipa-
mo tutti a chi appartengono quei terreni
Sa dov’è Vico del Sole? Faccio questa
ta come la Ruzzo reti che con la materia prima
dove poi è sorta, alla famiglia Tancredi. In
domanda ad un ragazzo di 25 anni che è
gratis come l’acqua ha contratto 93 milioni di
questo modo è venuto meno l’apporto
vissuto per molto tempo fuori dall’urbe.
euro di debiti, solo perché per fare un lavoro di
anche economico degli universitari alla
“Io conosco bene Teramo sebbene abbia
una persona ce ne sono venti. La Ruzzo reti spa
città, separando i due contesti, una grande
vissuto sette anni a Treviso, quattordici a
è a rischio fallimento ma nessuno vuole che se
opportunità persa per uno sviluppo con-
Pescara e solo gli ultimi sei in questa città che
ne parli in primis il Pd, del resto è una creatura
giunto. Noi vogliamo una città viva, con più
ho imparato ad amare. Mio padre Luciano,
loro, e penso se ne vergognino un poco”.
eventi e manifestazioni, più legata al mondo
odontoiatra e originario della Marsica, dei
Come e quando è sbocciato l’amore con
universitario: se sarò eletto, farò in modo di
dintorni di Pescina, è particolarmente contento
Grillo? L’ha mai incontrato?
avvicinare gli studenti alla macchina ammi-
di questa mia avventura perché è innamorato
“Nell’estate del 2012 mi sono avvicinato al
nistrativa perché molti non sanno come si fa
follemente di questa terra, mia madre Patrizia
M5S e sono diventato attivista nell’Ottobre
un semplice accesso agli atti”. n
di
8
n.98
Silvio
Paolini Merlo
Teramo culturale
I Savini
[email protected]
nonno a cui è oggi intitolato il Museo archeologico di Teramo, ne
era come il suggello. Al di là dell’attenzione di Benedetto Croce su
qualche pagina della sua Napoli nobilissima come della Letteratura
della nuova Italia, il Francesco Savini Snr, indicato variamente come
«patrizio teramano», storico, scrittore, mecenate, ricercatore, archeologo e paleografo, ha rappresentato certamente una delle massime
Discendenze aperte della teramanità artistica
espressioni dell’abruzzesistica, un localismo intelligente e parco assai
più che apologetico o - per dirla alla vichiana maniera - boriosamente
erudito. A sua volta figlio e nipote di Savini eletti in epoca borbonica
C
primi cittadini teramani (il padre Domenico lo era stato due volte), il
colline con le grandi cascine, e infine le distese a perdita d’occhio
storico e operatore culturale. Pare sia da ascrivere a lui la prima
in ogni direzione. Dopo la scomparsa di Francesco Savini nel marzo
corretta identificazione, stabilita per analogia con l’anfiteatro di Santa
2011, ho sinora avuto solo un’occasione di ripercorrere il sentiero di
Maria Capua Vetere, dei resti di teatro e anfiteatro romani posti nel
quell’oasi sospesa tra gli appennini e
cuore di Teramo. E già questo, assieme al suo capo d’opera storico,
suo Comune di Teramo nella sua vita intima e pubblica dai più antichi
ome per le tenute gentilizie dei primi nobili romani, capivo di
tempi ai moderni può dirsi «un monumento di storia municipale»,
essere già in casa sua, penetrato nel suo mondo, sospinto oltre
come nel 1951 troviamo scritto sul Giornale d’Abruzzo. Lunghissima
il soglio del suo materno dominio, ma di non essere arrivato.
sarebbe l’elencazione delle cariche oltre che dei lavori di studio e
Prima il lungo vialetto costeggiato da ulivi secolari, poi le dolci
di recupero sui beni architettonici cittadini e provinciali del Savini
l’adriatico. Ricordo i suoi modi bonari
Francesco Savini (1846-1940)
fino ad allora la più completa e lucida ricostruzione del teramano
e del tutto irrituali, molto rari in uomini
mai apparsa, edita a Roma dai tipografi Forzani del Senato nel 1895,
di così elevata cultura, quando con
sarebbe bastevole a dire del suo contributo alla futura memoria.
mio padre tornavamo a fargli visita
Questo ancestrale collegamento con l’antica romana gens, credo non
nella sua villa in contrada Selva dei
a caso, ritorna nel Francesco nipote per quel legame sempre molto
Colli, immersa nella serenità delle
forte con la capitale che egli
radure che si estendono attorno a Mo-
ebbe, e che in via altrettan-
sciano. Non senza un certo orgoglio ce
to sintomatica può trovare
ne illustrava il progetto architettonico,
una scaturigine emotiva
concepito in base ai princìpi delle
nella curiosa coincidenza
ville palladiane con gli spigoli orientati
per cui, a distanza di pochi
verso i quattro punti cardinali, e che a
mesi dalla nascita del padre
ripensarci per forma e posizione sem-
Domenico Cipriano Maria,
bra voler rinviare al «falansterio» che
settimo figlio del Francesco
Charles Fourier agli inizi dell’Ottocento
Snr, gli scavi della Domus
immaginava come microcosmo della
romana rinvenuta sotto
società perfetta, capace di autosufficienza e di superare il dualismo
Palazzo Savini portavano
tra città e campagna. Nelle parole e negli sguardi mi apparve subito
alla luce il «Mosaico del
un meraviglioso, poetico e intelligentissimo bambino. E poi, tutto
Leone», che diverrà da quel
intorno, finanche lungo le scalinate, l’irruenza furibonda delle sue tele.
momento uno dei simboli
Coloratissime, piene di selvaggia e vitalistica espressività. Il suo stu-
delle radici imperiali dell’In-
dio, con le ampie vetrate esposte sulla ricca vegetazione tutt’intorno,
teramnia pretuziana. Forse
in apparenza caotico come e forse più di un vero laboratorio di idee,
che voleva circonfuso dalla musica nella quale amava immergersi.
Un’attività, la sua, talmente viscerale da alimentarsi di una passione
Francesco Savini (1927-2011)
proprio questo emblematico rinvenimento del nonno,
risalente al 1891 durante i
esclusiva e segreta. Non credo di eccedere nel sostenere che in pochi
lavori di ristrutturazione dell’avita dimora, può aver indotto il nipote
e forse in pochissimi a Teramo e in Abruzzo, allora come oggi, abbia-
a omaggiare con un mosaico, nel 1958, la sede della teramana Cassa
no saputo di questa sua prorompente e inesauribile vena creativa.
di risparmio. Se tuttavia sul Savini storico nessuna ombra sembra es-
Più nota, forse, l’azienda agricola proseguita sulle orme paterne cui
sersi finora addensata, della sua attività di archeologo si è di recente
nel tempo si è aggiunta la Country House di Borgo Spoltino, luogo
messa in dubbio la validità e teorica e pratica dei suoi interventi sulla
d’interazione per i più disparati eventi culturali, turistici ed enogastro-
chiesa della Madonna delle Grazie, ricostruita altra dal suo stile roma-
nomici.
nico - non originale neanche quello e già sottoposto a modifiche nel
Descritto da Edoardo Testori come un «borghese contadino, genti-
gusto barocco durante il Seicento - e per questo rimasta inaccessibile
luomo di campagna», Savini in realtà era il depositario di una delle
dal 1892 al 1900. Interventi per i quali, come sostenuto aspramente
più antiche casate del teramano, oltre che erede diretto di uno tra
da Francesco Tentarelli, sarebbe da addebitargli persino «la morte
i più estesi possedimenti della provincia. Il nome stesso, di quel
dell’arte settecentesca a Teramo», affermazione che peraltro cozza
con l’altra, più condivisibile, del suo «sentire antiromantico». Il rigore
presto si distaccherà e che tuttavia segnerà in modo definitivo
filologico che emerge dai suoi scritti e la propensione all’asciuttezza
la sua predilezione per le forti tinte di Matisse e il realismo volu-
antiretorica restano, a parer mio, esemplari e difficilmente confron-
metrico del cubismo “analitico” di Picasso e Braque. Uno stile il
tabili entro una storiografia e agiografia al contrario quasi ovunque
suo certamente eclettico, a tratti astrattista e aggressivamente
viziata da memorialismi deformanti, presunti primati d’autorità di
fauvista, altrove riconducibile a quello che Testori ha definito il
9
n.98
neo-cubismo di un «realismo interiore», in altri casi ancora propenso più al neo-naturalismo e al ritorno alla figura umana che
Savini riscopre dagli anni Settanta, specie nei disegni a matita e
a penna tra i quali anche una serie di studi sulla prospettiva, per poi
riabbandonare.
Una vicenda d’altronde,
quella dei Savini, pervasa
da continui richiami e assonanze. Al pari di Franciska
Stenius, pittrice finlandese
conosciuta nel laboratorio
parigino di Franchetti, an-
Borgo Spoltino
che Luciana Tiezzi Bertone,
prima moglie di Francesco
questo o quel tipo, e in una parola dalle pesanti nebbie idealistiche
Savini Jnr scomparsa nel
che nell’Abruzzo degli ultimi due secoli hanno trovato terreno fertile
1985, pittrice e scultrice di
dagli Spaventa a Croce. Proprio in quella villa di contrada Selva,
origini umbro-toscane, ha
in origine casino di caccia degli Acquaviva, Savini Snr era morto -
fiancheggiato i pellegrinaggi
del coniuge tra Teramo,
Roma, Milano, la Riviera li-
F. Savini, Finestra sulla notte (1974)
segue a pag. 10
L. Tiezzi Savini, Testa di Barbara (1962)
F. Savini, Pini (1961)
novantenne - il 6 novembre del 1940, dopo aver ceduto i suoi beni al
figlio Domenico, come questi ricorderà nella ristampa anastatica del
Comune di Teramo, con un ramoscello d’ulivo.
È specie grazie alla primogenita Barbara e alla seconda moglie Franciska, custode dell’archivio di famiglia, che oggi la vicenda del Francesco Savini Jnr mi si dipana dinanzi in tutta la sua portata e in tutte le
sue sfaccettature. La vicenda di chi, nel mentre conseguiva la laurea
in giurisprudenza a Roma nel 1950, veniva attratto dai Prix de Rome
a Villa Medici, che d’improvviso gli aprivano un mondo impensato e
lo persuadevano a trasferirsi in Francia. A Parigi, sedotto come molti
giovani dalle avanguardie post-impressioniste, in quelli che furono gli
anni del tardo esistenzialismo umanista di Sartre e dei chansonnier
della Nuova canzone francese, avviava il suo apprendistato con Vladimiro Franchetti, pittore italo-russo seguace di Kandinsky, dal quale
10
Teramo culturale
segue da pag. 9
n.98
gure di Levante, l’Europa di Parigi, Saint Paul
de Vence, Berna, la New York dell’arte Pop
di Rauschenberg, Lichtenstein e Oldenburg,
l’espressionismo astratto di De Kooning,
Pollock e Rothko, condiviso le letture di
Goethe, Mann, Kafka, Dostoevskij, Tolstoj,
Evtuscenko. Tra gli aspetti di questa sua
prima vita con Luciana Tiezzi ad emergere
con maggior forza, quello dominante sopra
ogni altro è certo il legame controverso e
intensissimo, non sfuggito a Testori né credo
a chiunque altri lo abbia avvicinato, tra
F. Savini, Paesaggio aprutino (1998)
Piki Savini a Roma (1979)
Francesco e il secondo figlio. All’anagrafe
e insieme quanto assoluto dolore vi fosse in
Domenico come il nonno, ma da tutti co-
questo rapporto tra padre e figlio non molto
nosciuto come Piki. Colpito fin dall’infanzia
mi fu possibile comprendere allora, passato
da una grave forma di carenza immunitaria
oltre un ventennio dalla tragedia. Restava il
dovuta a piastrinopenia grave, sindrome
bruciante desiderio del “rifare” la realtà del
rarissima che gli impedirà sempre una vita
mondo dal suo interno. Conservo l’immagi-
normale e la frequenza di scuole pubbli-
ne di un vecchio Bösendorfer in un angolo
che, in cambio della consapevolezza della
poco illuminato del salone, acquistato dal
fragilità estrema di ogni sua giornata, Piki
dottor Savini dopo il 1980, l’anno nel quale
era è stato ed è rimasto, fintanto ha vissuto
Piki, a 24 anni, per un colpo accidentale
e oltre, il più diretto erede dell’arte paterna.
alla testa caricando le valigie nel bagagliaio
Dotato dello stesso prodigioso talento per il
dell’auto, sviluppa emorragie plurime al cer-
disegno, la sua passione più grande resterà
vello e in brevissimo tempo muore. Aveva
la musica, trasmessagli anch’essa dal padre
quasi concluso gli studi alla facoltà di agraria
quando, fin da ragazzo, aveva iniziato a dilet-
di Perugia, ma anzitutto aveva già prodotto
tarsi a orecchio con la fisarmonica e il piano-
disegni e acquerelli che ne avevano rivelato
forte. Quanta complicità, quanta speranza,
le straordinarie doti, e un primo concerto
ufficiale al Music Inn di Roma, appena
l’anno prima, del quale realizzava anche il
F. Savini, Tevere notturno (1998, particolare)
manifesto. Mentre il male lo consumava,
Piki aveva alimentato la vita del padre di
quella forza spasmodica e insieme taciuta
che vibra nelle sue lussurreggianti visioni
cromatiche. Qualcosa di quell’empito rimasto sospeso nel figlio riaffiora ineluttabile
nell’impegno della nipote Flavia de Strasser,
figlia di Barbara Savini, diplomata in regia
alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi
di Milano e animatrice a Venezia di un gruppo teatrale. Ed è proprio il suo debutto nello
scenario di Borgo Spoltino in una personale
rilettura di Lady Macbeth, appena lo scorso
anno, a scandire l’ultimo episodio di un ciclo
plurisecolare mai concluso. n
di
La mostra
Pasquale
Celommi
apre la mostra teramana
S
i aprirà domenica 13 aprile la mostra dal titolo “La pittura di
Pasquale Celommi tra rotte di scambi culturali” nelle sale della
Pinacoteca Civica di Teramo a cura di Paola di Felice. Pasquale Celommi nasce a Montepagano ma presto si trasferisce con i genitori
tra l’umile gente di mare; grazie ad un premio della Provincia intraprende la formazione all’Accademia di Belle Arti di Firenze, ma è soprattutto
a contatto con la sua gente, protagonista delle sue opere più note, che
l’arte di Pasquale Celommi lascia il segno e dialoga con quell’ambiente
vivissimo che è l’Abruzzo culturale dell’Ottocento. L’evento di apertura
dell’esposizione dedicata al pittore si terrà a partire dalle ore 18,00 e
vedrà la partecipazione di Vittorio Sgarbi. Per l’occasione abbiamo invitato la direttrice dei Musei Civici di Teramo a raccontarci brevemente le
ragioni della mostra.
Direttrice Di Felice, perché una mostra su Pasquale Celommi?
La mostra su Pasquale Celommi segue il percorso voluto dall’Amministrazione Comunale inerente una valorizzazione del patrimonio storico-artistico teramano e abruzzese. L’evento espositivo in effetti è stato preceduto
Sirio Maria
Pomante
[email protected]
11
n.98
da una serie di mostre sull’arte abruzzese e teramana tra
‘800 e ‘900, oltre che sulla ceramica di Castelli fra il XV e il
XVIII secolo, ricostruendone i nessi e le relazioni con altre
esperienze artistiche a livello nazionale ed europeo. Tale
percorso ha consentito di riscrivere pagine di storia dell’arte poco conosciute o dimenticate, valorizzando e promuovendo la nostra storia e la creatività dei nostri artisti.
Quali sono stati i criteri ispiratori dell’allestimento
e quali aspetti sono stati prescelti?
Si è pensato di dedicare un’antologica a Celommi, individuando le tematiche a lui più care come gli idilli campestri,
i ritratti, le distese marine ecc. e, soprattutto, esponendo
opere recuperate di recente nel mercato antiquario che
non si conoscevano o delle quali non si aveva più notizia.
Da questo punto di vista la mostra è per molti versi una
novità assoluta.
Pasquale Celommi è certamente un figlio della nostra terra, con
quali artisti abruzzesi possiamo ricercare tangenze e relazioni?
Intanto il titolo stesso della mostra “La pittura di Pasquale Celommi tra
rotte di scambi culturali” intende evidenziare le connessioni di un’arte
che non è espressione di puro localismo quanto consapevole espressione
di una creatività che conosce le altre esperienze. Celommi si confronta
spesso con Michetti, cui lo lega una profonda amicizia; ha contatti epistolari con Teofilo Patini, di cui spesso riprende temi e soggetti negli idilli
agresti e pastorali, anche se di Patini non condivide la denuncia sociale di
un mondo “erede” solo di povertà e sofferenza e piuttosto ne evidenzia
la carica di “leggerezza” e gioia che trascorre sui visi dei suoi personaggi
e rende “amica” la natura tutta resa con un tripudio di colori e di luce; ma
è anche attento al dettato nuovo della scuola napoletana del secondo
‘800, dei pittori napoletani, di quei “napoletani d’Abruzzo” che a Napoli
portano novità e nuove atmosfere, dai fratelli Palizzi a Morelli, dalla Scuola
di Resina a Rossano e Dalbono. n
Ritratto di lavandaia
di
12
n.98
MaRio
Del Mare
L’opinione di MaRio
“Apriti
Teramo”
[email protected]
l’immediato presente, scambio in onda,
te.... come? con i Beni R.elazionali.. con la
introduce nella percezione..altri paradigmi
BARCONOTA come Simbolo per Ricordarsi
energetici...ripropone l’Antico... Partire in
incontrandoci e scambiando comunicazione
un viaggio alla Riconquista della Reciprocità
di una comune azione
incondizionata...dei popoli antichi dei frutti..
ta Presente Previsione...CREDITO SOCIALE…
in Te-visione.. Remo-
Attraverso l’esperienza della conoscenza,
SERVIZIO DI CULNATURA
trovare una sintesi tra tradizione orale,
tessiAmo incontri al posto delle tasse e Rate
scritta, virtuale, la comunicazione è ricchezza,
nei conti...con l’U.V.A....l’opportunità che
il conoscersi, guardandosi negli occhi e
unisce i destini eleva i cammini e fa della di-
riconoscersi in un rapporto empatico è come
versità degli scambi la viva Ricchezza di Tutti..
passare dal Contratto al Contatto...
da Bacco a Cristo Adesso.. con lo sguardo c’è
Primaria reciprocità..conTatto..Tutto ciò Ricrea
contatto.. Sovrano Stato di Atto..
una corrente vibrante... permette di approfon-
sapienza del sapere elevato a stile di vita
dire lo scambio con fiducia e durevolezza...
come “ V Bene Comune” per integrare e
passaggio da conoscenza a complicità, stormi
snellire Riconcettualizzare la possibilità di
di uccelli Ridisegnano nell’azzurro codici di
Essere collante della trasmissione del sapere
A
geometria Relazionale..per Nio..Bellezza..
Riprendere forza e conoscenza e scolpire la
il suono dello stile, istante costante, emotive
burocratica casta di delega vigente in cui tutti
PRITI ALTRA REALTA’... TErrAmò...
Rotte..più si scambia più si cambia, più
chi più chi meno siamo STATI avvolti e attrA-
EP(Entusiasmo primordiale) Sep
aumenta il dialogo tra i soggetti, più cresce
VERSO IL DIALOGOS in seno alla responsabi-
(scambio Ep) SAT(spazio Atto Tempo)
l’opportunità di interscambiare esperienze,
lità DELLA BELLEZZA...si Ri diffonde in di retta
TA(Totale Apertura) Ora e Adesso è
conoscenze, saperi, beni e cresce la capacità
la TE visione...
concesso percepire l’Atemporalità del Sapere.
di Scolpire con cura e raffinatezza.. l’immagi-
Avviene l’autocertificazione, sentirsi parte
Ogni istante e in ogni tempo trascorso all’a-
nata.. Realtà. si modella
libera ed espressa del creAzione continua
scolto e nel Dialogo con l’altro, è Piacere, è
imparando a donare a una persona, sai che
ManiFestAzione... la legge attraverso il
Guadagno di sensibilità e empatia.....Alimenta
riceverai da un Altro... Rigenerando un Umano
servizio mette nella sovranità dell’Essere,
la Reciprocità-Responsabilità del passaggio
Valore Aggiunto UVA che fa diminuire la paura
dall’ego all’eco in risonanza armonica con le
da una mentalità che quantifica aun sentire
abbattendo l’IVA Ricomincia l’avventura l’Au-
leggi universali si Rigenera contatto Credito
che Riqualifica...Paesaggio dall’Accumulo
tenticità in un organica ciclica evoluzione ove
ad ogni Atto.. per fare circolare e rigenerare le
all’AbbonDanza...da Qui...
l’accumulo materiale e concettuale diviene
energie della salute per la propria serenità e il
La Nave del tempoSpost-contemporaneo..
Abbondanza..
bene-essere del pianeta...
spostando i punti di vista in diverse Angolazio-
della Potenza espressa.. ove la responsabilità
RECIPROCITA’ - APPARTENEZA-ACCOGLIENZA
ni trovi nuove soluzioni...Esempio...passaggio
creativa di ognuno permette la riduzione del
NEL VIAGGIO DELL’ESISTENZA PER QUANTO
dalla Banca alla Barca del Tempo... l’unione
consumo superfluo ed inquinante e quindi la
VOGLIAM ESSER LONTANI...SI AMO TUTTI
di chi Ri-cambia, Baratta e Autoproduce....
Ridistribuzione della Ricchezza Esistenziale,
SULLA STESSA ARCA-MONDO...BARCA DEL
luce nell’incontro... già diffonde il senso di
individuale e collettiva Riprende forma... DA
TEMPO...VALORE INFINITO DI OGNI IRRIPETIBI-
Reciprocità insabbiato dal consumismo... e si
QUI IL VIAGGIO A SPERIMENTARSI....sentendo-
LE ISTANTE NEL BENE RELAZIONALE RISOLUZI-
Passa al RinasciSenso...
si in Barca in M.A.R.E
NE DEI CONFLITTI AMIAM LA TERRA PULIAMO
La Fertilità delle occasioni, è la leggerezza
nel viaggio RElazionale in Onda illuminan-
I FIUMI SEPPELLIAM LA GUERRA... n
la formula magica
consigliata è ep sep sat ta
della perdita o il consapevole dono e distacco
dall’oggetto”, per Ridi-stribuire le fortune..la
Reciprocità ...stimola...valorizza il soggetto....
Risonanza, l’attrazione dell’immagine l’incastro.. Destinazione invocata, dall’inconscio
voluta...intima e universale..dalla colonna
vertebrale l’Universo Sale..la spontaneità è
strategia raffinata...
osservando il fenomeno della Banca del tempo e dello scambio di Assegni oggi, dove gli
strumenti Bancari viaggiano ad Altre velocità,
ci si accorge che il contratto per lo scambio
di prestazione nel tempo è poco efficiente ed
efficace in una Realtà complessa...
Allora a tal punto è necessario compiere un
Salto di Coscienza, basta imitare il saggio,
di
La storia
Jacques
Le Goff
Lo storico che scoprì
le mille facce del medioevo
Maria Gabriella
Del Papa
[email protected]
n.98
quelle che portano gli studi storici all’attenzione del grande pubblico, della
stampa, dei non specialisti.
Fu anche, a suo modo, uomo di cinema tanto da partecipare con tutta la
sua curiosità per ogni espressione della cultura alla trasposizione cinematografica de “Il nome della Rosa” di Umberto Eco.
L’altra grande passione della sua vita fu la moglie Anka morta nel 2004
dopo oltre 40 anni di vita in comune e alla quale ha dedicato un libro di
grande intensità “Con Anka” nel quale ricostruisce questo tratto di vita
comune con la sua compagna e che il grande storico trasforma in un
affresco sull’Europa contemporanea. Come ha scritto lo stesso Le Goff:
“Vorrei mostrare come i sentimenti e la vita quotidiana di una famiglia si
articolano con l’ambiente e la storia che hanno vissuto - vita privata e vita
collettiva, in un momento in cui si profila un’Europa più unita”.
Lo storico, dunque, viene fuori dall’uomo Le Goff in ogni
momento. Come scriveva Marc Bloch: “Il buon storico
somiglia all’orco della fiaba. Là dove fiuta carne umana,
L
là egli sa che si trova la sua preda”. E Le Goff sapeva
sempre, dove era la sua preda.
o storico e intellettuale francese Jacques Le Goff è morto martedì 1
Molti di noi hanno studiato Le Goff, tanto alle superiori
aprile, nella sua casa di Parigi: aveva 90 anni ed era malato da tem-
che all’Università, e tutti l’abbiamo apprezzato anche
po. È stato uno dei più grandi studiosi e innovatori della storiografia
dopo, quando abbiamo scoperto la bellezza e la profon-
europea.
dità insite nei suoi libri, dal fondamentale “L’uomo del
Membro della Resistenza fran-
13
Medioevo” in poi.
cese durante la Seconda Guerra
Ricordiamo altri suoi capolavori.
mondiale e osservatore involon-
Il cielo sceso in terra. Le radici medievali dell’Europa (Laterza, 2004),
tario dell’occupazione sovietica
in questo testo “L’Europa si costruisce. È una grande speranza che si rea-
di Praga nel 1948, Le Goff era
lizzerà soltanto se terrà conto della storia: un’Europa senza storia sarebbe
diventato prima professore alla
orfana e miserabile.
facoltà di lettere dell’università
L’immaginario medievale (sempre Laterza, 2011) è uno dei testi più
di Lille (1954-58), nel Nord della
affascinanti di Le Goff: quali erano i pensieri di un uomo medievale?
Francia, e poi, direttore a soli 48
Quali immagini popolavano la sua veglia e i suoi sogni? Attraverso la
anni della École des hautes étu-
letteratura erudita e popolare, l’arte, le prediche dei chierici, i raccon-
des en sciences sociales (Scuola
ti di discese agli inferi, la classificazione e spiegazione dei sogni, Le
superiore di studi sociali).
Goff individua i simboli e le metafore con cui gli uomini del Medioevo
Dalla fine degli Anni 60 è stato
interpretavano il mondo terreno e ultraterreno.
anche condirettore della rivista
Il re medievale (Giunti, 2012) è un libricino in cui lo storico si sof-
Annales. Nel 2000 ha ricevuto la
ferma sulla figura dei sovrani del Medioevo. Dopo il crollo definitivo
laurea honoris causa in Filosofia
dell’Impero romano e il periodo delle invasioni barbariche, si delinea
dall’Università di Pavia.
una figura assolutamente nuova e originale di capo politico: il sovra-
Le Goff fu uno dei padri della ‘Nouvelle Histoire’ e plasmò la conoscenza
no dei giovani regni d’Europa.
dei secoli compresi tra l’età antica e la soglia della modernità come pochi
Ne La civiltà dell’Occidente medievale (Einaudi, 2013) Jacques Le
altri ricercatori. Con le sue teorie sul Medioevo lo storico francese ha
Goffe si sofferma sulla forza creatrice dei secoli tra il X e il XIII che è
fornito nuove chiavi di comprensione per il passato e la contemporaneità.
all’origine di molte delle innovazioni tipiche del mondo in cui viviamo.
Si deve proprio a Le Goff la fine del “mito” di un Medioevo età oscura,
Una grande lezione di storia, che ci mostra nelle loro profonde inter-
buco nero nell’avanzare progressivo della civiltà ed egli ci rimanda invece
dipendenze i vari atteggiamenti degli uomini.
l’immagine di un’epoca che dura “dal II, II secolo fino alla rivoluzione indu-
Lo sterco del diavolo. Il denaro nel Medioevo (Laterza, 2012)
striale in campo economico e alla rivoluzione francese in campo politico”.
Jacques Le Goffe si sofferma sul denaro che non è certo un prota-
Non a caso oggetto dei suoi studi, per quanto riferiti al Medioevo, sono
gonista di primo piano del Medioevo. Dai pulpiti medievali, infatti,
figure ancora oggi importanti nella società contemporanea: l’intellettuale,
risuona la condanna dell’avarizia come peccato capitale e le parole
il banchiere, il commerciante e soprattutto l’uomo nel suo vivere quoti-
dei monaci e dei frati elogiano la carità ed esaltano la povertà come
diano. Non a caso alcuni dei suoi libri più importanti sono “gli intellettuali
ideale incarnato da Cristo. Non l’accumulo, non la ricchezza garanti-
del Medioevo”, “L’uomo del Medioevo” e il più recente “Lo sterco del
scono il buon vivere. La salvezza è nel dono e nel sostegno ai deboli.
diavolo”. “Il denaro nel Medioevo”.
La pecunia è maledetta e sospetta, perché né il denaro né il potere
Il “quotidiano”, l’”immaginario collettivo”, il “meraviglioso”, l’”altro
economico sono arrivati a emanciparsi dal sistema globale di valori
Medioevo” o il “Medioevo lungo”, sono le formule predilette di Le Goff,
proprio della religione e della società cristiana. n
di
14
n.98
Il libro del mese
E qualcosa
rimane
Maria Cristina
Marroni
[email protected]
immensa distesa di sequoie spoglie e stanche di aver vissuto per
così tanti secoli.”
Improvvisamente, dopo un’assenza di otto anni, Viola telefona alla
sorella per invitarla a trascorrere due giorni insieme, come avveniva
nel passato. Le sorelle si riscoprono ferme a quell’amore dei giorni
lontani, che nulla ha potuto contaminare e distruggere, né la diversità dei caratteri, né la lontananza. Il tetto della piccola casa di Lego
le protegge ancora. “Papà e
mamma erano il nostro rumore. Io e te il silenzio. Io sognavo
l’amore, tu lo facevi. Io sono
di Nicoletta Bortolotti
rimasta. Tu te ne sei andata. Ho
continuato a cercarti. Poi ho
A
capito che un amore da lontano non è un amore da meno.”
nche se lontane, Margherita e Viola, due sorelle assai diver-
La storia si delinea attraverso
se per temperamento, restano unite da un amore che vive
intensi ricordi del passato fami-
anche di assenza e si alimenta nel silenzio, perché conti-
liare, a cui si legano fatti storici
nuano a cercare entrambe quella casa di Lego, che il padre
rilevanti del nostro Paese. Così
aveva costruito per loro da piccole.
sfogliamo l’album di famiglia,
dove incontriamo nonno Fran-
Margherita e Viola
cesco e nonno Federico, nonna
hanno entrambe il
Clara e nonna Alba. Nonno Federico viveva calmo e fiducioso,
nome di un fiore:
mentre la nonna Clara consumava la sua passione impetuosa per
quello della marghe-
un uomo del Sud nei rifugi sotterranei. Clara come Viola, di genera-
rita, che simboleggia
zione in generazione.
la semplicità, l’inno-
Viola, dopo tanti anni, non è cambiata: sempre disordinata, sempre
cenza, la sponta-
volubile, sempre indipendente. In fondo per lei la felicità è la libertà,
neità, la bontà e
quella stessa che le ha permesso di non inquadrarsi in una forma
quello della viola, dal
fissa, ma di scegliere giorno per giorno di realizzare i propri desideri
profumo intenso e
in modo nuovo e inconsueto.
riconoscibile. Diversi
Invece qual è stato il momento più felice per Margherita? Senza
i due fiori anche
dubbio la nascita della piccola Sofia, che tanto somiglia a Viola. Nel-
nei colori, il bianco
la vita, però, non ci sono solo gioie, purtroppo anche dolori e quello
esprime la purezza e
più intenso per Margherita parla della crisi sociale di una generazio-
il candore, il viola il
ne: il marito Matteo viene messo in mobilità sul lavoro.
dolore, il tormento e
Il passato riaffiora prepotente e torna agli anni di Piombo, quando
la tristezza.
le Brigate rosse tingevano di sangue i cuori atrofizzati. Per Mar-
Così Margherita,
gherita e Viola, però, c’era la casa dei Lego e loro, piccine, erano
la maggiore delle
protette in quello scrigno di plastica colorata. Poi la separazione
due sorelle, cresce
dei genitori, lacerante e dolorosa: “Da piccole vedevamo le parole
rifuggendo gli amori
colorate, Viola. E anche il tempo in cui la casa di Lego ci offrì riparo
adolescenziali, al
ebbe diversi colori, a seconda della gioia o del dolore dei suoi
contrario Viola cam-
abitanti. E quello fu il periodo blu, il colore del temporale. Il periodo
bia spesso ragazzo e
in cui ognuno di noi cominciò a chiudere le porte del bagno e della
taglia dei jeans. Per il desiderio di indipendenza, Viola abbandona
camera e a cercare per conto proprio. Ma cosa? Il fiume, il paese,
presto la propria casa, non prima di aver assistito al crollo di quella
l’animale, il colore o la persona che facesse schizzare il felicitome-
piccola casa di Lego, che rappresenta metaforicamente il mondo
tro alle galassie. Che ci facesse sentire tutti più leggeri e azzurri
idealizzato dell’infanzia.
come zanzare azzurre. Come nella casa di Lego non eravamo più.”
La famiglia non aveva resistito ai colpi della sorte e alla fragilità de-
Perché Viola telefona a Margherita? Cosa vuole confessarle? Il
gli amori “liquidi”, perciò il papà aveva iniziato dapprima a viaggiare
finale del libro non è scontato e la scrittrice, Nicoletta Bortolotti,
e a lasciare a lungo la famiglia, per poi abbandonarla definitiva-
si muove con delicatezza e disinvoltura nel racconto di un amore
mente. “Fu allora, Viola, che l’odore dei nostri genitori cambiò? Per
assoluto.
questo odore diverso non poterono più riconoscersi nella grande
foresta dell’Ovest che era diventata il loro letto matrimoniale? Una
E qualcosa rimane, Nicoletta Bortolotti, Sperling & Kupfer. n
di
16
n.98
Quale Sindaco per Teramo?
Berardo
Rabbuffo
Né a destra, né a sinistra
ma per noi tutti contro questa politica
Maurizio
Di Biagio
www.mauriziodibiagio.blogspot.com
due parti un accordo, una sintesi: io facendo opposizione di destra ero
disarmato, perché il soccorso al vincitore glielo dava sempre il Pd. Sono
rimasto disgustato da questo modo di fare perché la democrazia si regge anche sull’opposizione, se in Italia viene meno quest’assunto ecco il
patatrac, invece c’è gente che ha la schiena dritta che non si genuflette
e fa l’interesse del cittadino. Nelle dittature non c’è l’opposizione”.
Ma tornando al tram, a Teramo, a meno che lei non prenda il
51% delle preferenze lei si dovrà alleare con qualcuno.
“Per me questo o quello pari sono”.
Rabuffo è grillino. Non mi dica.
“No, nel caso noi non vincessimo al ballottaggio mi regolerò. Io non
stimo nessuno dei due candidati, Brucchi e Di Pasquale, altrimenti avrei
seguito uno dei due”.
I maligni intanto potrebbero dire che ha un posto sicuro
nell’assise comunale. O no?
B
“Non è questo il mio obiettivo. Io ho fatto il vice-sindaco, l’assessore,
a sostenerlo sono, oltre che gli amici del gruppo civico “Libera Teramo”
la soddisfazione verrà dal successo politico che i Teramani vorranno
che si è coagulato attorno a questo progetto, anche l’Alde-Alleanza dei
accordare alla nostra iniziativa”.
Liberali e Democratici per l’Europa del Centro Democratico, presenti an-
Come vede quest’asse Brucchi-Gatti che si è formato per la
che alle prossime elezioni regionali ed europee. Rabbuffo fa un appello
corsa a Piazza Orsini?
ai Teramani, “a coloro che vogliono cambiare le cose, perché d’ora in poi
“Io credo che Gatti, che pure stimo perché nel centrodestra è l’unica
più nessuno si dovrà fare strangolare da ricatti e clientelismi”.
persona intelligente, sia una persona corretta, mentre gli altri sono solo
Allora Rabbuffo, a Piazza Orsini ci siamo lasciati con il bus
arroganti. Non sarò mai un gattiano ma alcune qualità gliele riconosco.
contromano.
Disapprovo però che lui possa appoggiare questo stato di cose per
“Che ancora sta là, che non è mai stato in senso contrario, visto che era
mero calcolo. Oltretutto Brucchi doveva essere il candidato della sini-
una corsia preferenziale, quella fu solo un’uscita giornalistica”
stra, poi è diventato il sindaco della destra”.
Lei scende in campo per sfilare la fascia tricolore a Brucchi.
Della “sua” destra.
Perché questa scelta?
“Di quella che non s’inginocchia, pulita, la destra vera”.
il consigliere, sono stato sempre eletto, ho fatto il presidente dell’as-
erardo Rabbuffo scende in campo per la corsa a Piazza Orsini.
semblea dei sindaci, il consigliere regionale a testa alta sempre senza
Lo fa all’ultimo minuto con amici che hanno condiviso il suo
piegarmi a nessuno, credo che uno non debba fare politica a vita o
percorso politico. Dice di aver accolto il loro invito “sentendo
della politica un mestiere, voglio invece che quelli che partecipano con
l’impegno come un dovere”. In questa nuova esperienza politica
me abbiano la possibilità di sperimentare questa sensazione. Per me
“La scelta è stata dettata dall’impraticabilità di chi, come me che ha
Quale sarà la sua prima misura una volta in Municipio?
fatto politica da 20 anni, non può andare a votare visto che non
“Innanzitutto il mio programma si racchiude in un principio
ci sono scelte plausibili e spendibili. Ho provato a lungo di coin-
che non è quello vigente: il Comune di Teramo infatti è
volgere una persona che aveva grosse capacità imprenditoriali
stato trasformato in un centro di potere, funzionale a
e professionali e che poteva dare molto alla città: tra veti con-
poche persone, su questo concetto hanno immolato
trapposti e sveltezze dei partiti il progetto è tramontato, colpa
i costi della collettività, le tasse. I cittadini teramani
anche del Pd e delle sue autolesionistiche fughe in avanti. Pur di
non amano più questa città. Io sono Teramano da
non andare a votare, ho assunto su di me questa responsabilità di
generazioni e la nostra città non può essere asservita a
candidarmi, dietro la pressione degli amici. La democrazia ha
un senso elevato. Non avrei condiviso una candidatura
di Brucchi, non l’avrei fatto nemmeno cinque anni
fa, che poi lui non è di destra…”.
Difatti, come affermò Dodo Di Sabatino
questa gente che la sta occupando da 40 anni. Che cosa
è diventata Teramo? Noi invece vogliamo trasformare
Teramo in un centro che eroga servizi con minor
costi, come quelli ad esempio del numero
dei dirigenti e dei fitti passivi. Una macchi-
durante l’inaugurazione della sede
na amministrativa più leggera: la Team
elettorale del sindaco Brucchi “siamo
è diventata un ministero che raggruppa
tutti democristiani”.
di tutto e che non produce nulla se
“Il problema è questo: due correnti
non costi per i cittadini. Quando ero
di democristiani, l’una nel Pd, l’altra
assessore all’ambiente il gettito della Tia
nell’ex Pdl, hanno distrutto la poli-
era di sei milioni di euro, ora è di dodici.
tica creando un falso bipolarismo
Comunque dettaglierò un programma in
che non produce nulla. In regione
il più delle volte si trovano tra le
cinque punti, perché tutti devono capire
quel che andremo a fare”. n
Redazionale
Dimagrire o
perdere
peso?
di peso (acqua e muscoli) ma poco dimagrimento (perdita di grasso). Il
risultato è che l’ago della bilancia cala ma il più delle volte ci si svuota
soltanto. Specialmente nelle donne ne risentono fortemente le curve
tipiche come il seno che diventa cadente ed i glutei che si afflosciano…!
Molte persone non dovrebbero esagerare con “l’aerobica” per
evitare un ulteriore perdita di muscoli, che sono il principale
“brucia grassi” del nostro corpo dopo cervello, reni e altri organi vitali.
Purtroppo non esiste l’allenamento ideale e molto spesso i risultati
potrebbero non arrivare se non si analizza il soggetto e se non si
conoscono i meccanismi della fisiologia che fanno la vera differenza.
Un bravo professionista può aiutare nella comprensione di questi
meccanismi e guidare al meglio…!
S
Esempio: Sig.ra Maria 60Kg. 25% grasso corporeo
te dimagrire! La massa muscolare per vivere utilizza ossigeno e a
Grasso consumato 12,5 grammi
riposo si nutre per il 60 – 70 % di grassi e in minima parte di zuccheri.
*Al 70% del HR max considerando un soggetto allenato con un Q.R.
Quando si fanno attività aerobiche (correre, bike, balli aerobici,
di circa 0,8
Attività Danza Aerobica lezione di 1 ora (0,105 Kcal/Kg/min)
pesso usati erroneamente, anche dai mass media, il dima-
consumo energetico = 280 Kcal
grimento e la perdita di peso rappresentano concetti simili
Energia proveniente da acidi grassi 40% circa = 112 Kcal*
ma non uguali. Perdere peso non vuol dire necessariamen-
Energia proveniente da carboidrati 60% circa = 168 Kcal*
ecc) si utilizzano maggiormente gli zuccheri in circolo, di deposito
nei muscoli e nel fegato (il famoso glicogeno) ma il grasso viene
Renato Gentile · Personal Fitness Trainer
utilizzato davvero in minima parte, se non in soggetti fortemente
certified
allenati (maratoneti, ciclisti, ecc,) ma sempre in minoranza rispetto agli
zuccheri. Purtroppo la sola aerobica in persone che hanno grasso in
eccesso e non una buona struttura muscolare porta ad una perdita
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Tratto dal “Pioniere” nr. 51
del 28 dicembre 1958,
settimanale dei giovani.
diventare
prenotato; altrimenti gli impiegati respin-
proprietario
gono la sua domanda e il poveretto deve
di diritto del
rassegnarsi a rimanere, dal punto di vista
suolo lunare,
L’Angolo di Gianni Rodari
spaziale, un nullatenente. Che cosa se ne
marziano,
Un pezzo
di luna
facciano, intanto, di quei lontani possedimenti
o magari
non si può sapere ma si può immaginare. Di
venusiano o
tutte le disgrazie della vita, di tutti gli incidenti
gioviano (non
sfavorevoli che capitano loro quaggiù, essi
“giovia-
potranno consolarsi pensando: “Meno male
le”, che è
che mi restano i miei poderi sulla Luna. Tra
altra cosa), si
qualche anno, appena ci si potrà andare, mi
presenta al
ritiro lassù in pensione, e buonanotte a tutti”.
catasto e fa
Si tratta di una consolazione a buon mercato
una semplice
e poco utile. Se volete un consiglio, non
dichiarazione,
preoccupatevi di prenotare un pezzo di Luna,
pagando una certa tassa come per qualsiasi
o magari un intero satellite di Giove, che ne ha
altro acquisto.
tanti. Prenotatevi, intanto, un buon posto nel
i legge spesso nei giornali di gente
Se un altro si presenta dopo di lui, per diventa-
futuro. E c’è solo un mezzo: studiare, lavorare,
che dichiara di essere proprietaria di
re a sua volta un proprietario terriero su scala
formarsi un carattere fermo e combattivo,
un pezzo di luna , o di certi terreni sul
cosmica, deve stare bene attento a scegliersi
allenare la volontà. A queste condizioni, un
pianeta Marte. La cosa generalmente accade
un pianeta non ancora occupato, o almeno un
posto nel mondo non vi mancherà; e forse
in America. L’aspirante proprietario, per
continente di quel paese che non sia stato già
avrete per giunta anche un posto sulla luna. n
S
di
18
n.98
Mimmo
Attanasii
Satira
Occhio ai benefattori
Le promesse si squaglieranno al sole di giugno
[email protected]
come pedina di società che usano indisturbate e come vogliono denaro pubblico.
Racconta lei stessa delle proprie vicissitudini lavorative: “Ho lavorato per 9 anni in
un istituto professionale, come assistente
educatrice seguendo un ragazzo disabile.
Dopo 9 anni sono stata dirottata ad altra
scuola perché il mio posto doveva essere
ricoperto da una superdotata di alt(r)e
Q
conoscenze e rigorosamente in possesso
della sola licenza di terza media, come la
ual è quel paese dove imperver-
moglie di Cetto La Qualunque.
sano miriadi di cavallette con il
Dapprima, avevo 18 ore settimanali che
lampeggiatore rosso acceso per
si sono ridotte piano piano a 14 per fare
aprire varchi che nessuno si sogne-
largo a giovani donne avvenenti. L’anno
rebbe mai di sbarrare? Senza alcun dubbio,
appresso, le ore si riducono drasticamente
la risposta è il Paese di Bengodi. Nessuna
a 12 settimanali perché non c’è più posto
burla ai danni dei creduloni, ma la pietra
per me, donna ormai priva di accessori che
che rende invisibile, l’elitropia, pare proprio
solo la giovinezza concede in comodato
l’abbiano trovata i calandrini delle onlus. Le
d’uso”. E aggiunge, per concludere: “Undici
mani tese a volte inducono in tentazione, a
anni di professionalità, di serio impegno,
prendersi tutt’e due le braccia. E lo fanno.
posti e accomodati con garbo senza
Altroché se lo fanno!
cortesia in una panchina dimessa con 12
Poco tempo fa, stampato sopra un ma-
ore settimanali, pari a 360 euro al mese di
nifesto, che promuoveva la recita di una
stipendio.
celebre attrice in città, si nascondeva non
Durante una delle solite campagne eletto-
tanto ma di certo abusivamente secondo
rali, nel febbraio 2013, un noto politico del-
quanto riportato dai quotidiani locali, il
la mia zona, oculatamente controllata dalla
logo di una organizzazione non gover-
mafia bianca, in una riunione all’interno
nativa nata per combattere la fame e gli
della cooperativa per cui lavoro, ha tirato
squilibri tra nord e sud del mondo. Ci si
fuori da un cilindro usato una magia stanca
aggrappa a tutto affinché si possa attrarre
da circo Barnum. L’immancabile promessa
un target per opinione comune sensibile a
di un avanzamento di livello e conseguente
tutte quelle iniziative di sensibilizzazione
gratifica economica se l’urna avesse pre-
e attivazione della società civile, esperien-
miato l’invocato di turno”. Povera signora.
ze concrete di sostenibilità ed economia
La pagliacciata della riunione ha reso a lei
solidale; volontariato ed educazione
e alle sue colleghe un abbassamento del
alla cittadinanza mondiale. Peccato che
livello di assunzione.
l’associazione in questione non era a
Da assistente educatrice a operatore
conoscenza della presunta strumentaliz-
strumentalizzazione. Meglio non essere
socio assistenziale. Tutto ciò, affinché la
zazione in un evento che nulla aveva a che
oggetto di bontà, neanche di quella vera,
cooperativa onlus potesse aggiudicarsi un
vedere con la mission di un movimento
poiché è bello essere soggetti di diritti,
appalto per le scuole superiori giocando
mosso da un esigenza sentita da tutti, da
padroni e gestori della qualità della propria
sulla pelle dei lavoratori.
una coscienza popolare, da una necessità
vita. Onlus che truffa. Ristoranti, alberghi,
Semplice come bere un bicchiere d’ac-
condivisa, complice una presa di coscien-
santoni, club erotici. Oltre 3 mila finte or-
qua. E chi te la nega in Italia l’acqua?! Il
za sempre più diffusa e responsabile dei
ganizzazioni no profit sono state scoperte
sindacato pare sia deciso questa volta
doveri di ciascun uomo verso i suoi simili.
in tre anni (“Onlus che truffa”, di Gianni Del
a dissotterrare l’ascia di guerra. Ma non
Figura magra per il promoter dell’attrice.
Vecchio e Stefano Pitrelli, “L’Espresso” del
troppo. Forse a scorgere appena il manico.
Non dovrebbe mai essere ammissibile as-
15 ottobre 2007).
Chissà! Vale la pena scavare tanta terra
soggettare un bene non negoziabile come
E altre frodi spuntano ovunque. Per rubare
per la riconquista di un diritto acquisito?
la solidarietà a variabili dipendenti e non
fondi o evadere le tasse. Ai danni del fisco
Molti dipendenti hanno aderito. Di più quel-
definite. Sarebbe saggio di alzare la testa e
e dei veri volontari. Un segnale arriva dritto
li che si sono ritirati.
drizzare le orecchie.
da una assistente educatrice dequalificata.
A maggio si vota e sul tavolo della trattati-
Di non cronicizzare una dipendenza, di
Una signora e madre di famiglia di 52 anni,
va ci sono promesse succulente pronte a
fuggire da quella gabbia di reciproca
precaria che a bella posta casca a fagiolo
squagliarsi al sole di giugno. n
di
Note linguistiche
Maria Gabriella
Di Flaviano
D
“essere solito”.
- Urgere: incalzare, essere urgente. Ha solo delle
terze persone dei tempi semplici, senza passato
remoto. Usate il participio presente: urgente
- Vertere: riferirsi. Ha solo le terze persone dei
tempi semplici, senza passato remoto.
- Competere: gareggiare; fulgere: risplendere che
non hanno il participio passato e quindi nemmeno
i tempi composti, per i quali si ricorre ai sinonimi
gareggiare e brillare o essere splendente.
- Stridente: emettere stridore. Ha solo i tempi
semplici senza passato remoto. Non ha il participio passato.
- Divellere: strappare. Usa prevalentemente solo le voci del participio
certe persone. Nelle forme mancanti vengono sostituiti da sino-
passato: io divelsi, egli divelse, essi divelsero, il participio passato:
nimi. Sono molti ma mi limiterò ad osservare i principali, distinti
divelto, e quindi tutti i tempi composti. Sono attestate anche: io
in due categorie: verbi usati comunemente e verbi rari e uso po-
divellevo, io divellerò, rispettivamente in perfetto e futuro in tutte le
etico. I primi mancano di alcune voci, quasi sempre del passato remoto
e del participio passato e perciò di tutti i tempi composti. È il caso di:
- Fungere: fare le veci, esercitare una carica. Usato in tutti i tempi
persone.
Tra i verbi difettivi rari e di uso poetico sono annoverati
- Auge: angustia dà angoscia;
semplici e in tutte le persone.
- Cale: importa;
Passato remoto = funsi – Poco usati i tempi composti – participio
- Fia: sarà accadrà;
passato = funto
- Fiede: ferisce, fiedono – feriscono
- Solere: essere solito – Ha l’indicativo presente io soglio, tu suoli, egli
19
n.98
I verbi
difettivi
ifettivi sono definiti quei verbi che sono privi di certi tempi o di
[email protected]
- Lice: è lecito, è permesso;
suole, noi sogliamo, voi solete, essi sogliono; l’imperfetto: io solevo
- Molce: accarezza; inperfetto molceva;
ecc….; il congiuntivo presente: che io soglia, ecc…; l’imperfetto con-
- Luce, luceva, lucevano, lucente;
giuntivo: che io solessi, ecc…; il gerundio presente: solendo. In tutte
- Riede: ritorna, riedono, rediva;
le forme mancanti e sostituito dal più comune predicato nominale
- Tange: tocca, riguarda. n
di
20
n.98
Write about... the records!
The Raven That
Refused To Sing
(And Other Stories)
Steven Wilson
Maurizio
Carbone
[email protected]
strumenti, chitarre, basso-batteria incredibili, e il mellotron? L’Uomo
Schizoide del 20° Secolo... è tornato. Just moment, nomi e cognomi
dei protagonisti che hanno assecondato Steven in questa incisione:
Guthrie Gowan (formidabile chitarrista), Nick Beggs (basso stratosferico), Adam Holzman (tastieri...ssime), Marco Minnerman (metronomico batterista), il sempre-verde Theo Travis (fiati pirotecnici), il
nucleo è questo ma, ci sono altri collaboratori come Jakko Jakszyk e,
buon ultimo, Alan Parson!
Il titolo dell’incisione “Il Corvo che rifiutava di cantare” (e altre storie),
rimanda inevitabilmente al sogno e, al fiabesco. La 2nda traccia Drive
Home, è l’episodio più melodico del lotto, commovente, sensibile,
struggente, un suggerimento: YouTube, cliccate questo titolo e...
vedrete una clip d’animazione originalissima. Segue la n° 03, Holy
Drinker, il sacro bevitore viene annunciato da sinistre note di tastiere,
ed è subito ‘caos’, ritmi sincopati, cambi repentini, incroci pazzeschi, echi quasi free-jazz, improvvisazione pura, gran lavoro del duo
Beggs-Minnerman alla ritmica e, ancora, autentiche sciabolate di
Format: 2LP - 2013
Kscope Records/Audioglobe
D
sax e flauto (ancora Travis), la mente corre immediatamente al mai
dimenticato Ian Anderson! Il primo vinile finisce qui, il secondo continua alla grande, Pin Drop, la goccia-spillo, cade e punge, l’ascolto
prosegue con The Watchmaker (05), alternanza cantato-strumentale
a creare l’ennesima suggestione, degna dei migliori Genesis, dopo
4’ 10”, la song
a un WILSON (Jonathan - Fanfare, ndr), all’altro: Steven (3 nov.
cambia ritmo
1967, Hemel Hempstead, Hertfordshire UK), se non proprio
(ancora una
gemello anagrafico, almeno musicale, alla luce delle straor-
volta), chitarre,
dinarie capacità artistiche. Le analogie sono evidentissime,
flauto, piano,
chitarrista, tastierista, cantante, compositore, autore, produttore,
mellotron, e, i
sound-engineer e, 360°, forse non sono sufficienti per catalogare le
soliti granitici
sue capacità. Un personaggio così non può e, non deve essere igno-
basso-batteria.
rato, infatti, autentici mostri sacri del PROG-ROCK come Robert FRIPP
La perizia di
(King Crimson) e, Ian ANDERSON (Jethro Tull), gli hanno affidato - in
Wilson è...ma-
esclusiva -tutti i processi di rimasterizzazione e riedizione dell’intera
niacale, ma, non
discografia delle rispettive formazioni, amatissime dagli affezionati,
fine a se stessa,
dio sa quanto, estimatori italiani.
funzionale
Steven Wilson, nonostante faccia parte di diverse formazioni, o
all’andamento
meglio, progetti (PORCUPINE TREE, BLACKFIELD, I.E.M.,BASS COM-
del brano.
MUNION, NO-MAN...), non disdegna l’attività solista, doveroso citare
Siamo arrivati al
Insurgentes (2008) e, Grace For Drowning (2011), sempre editi dalla
capolinea, The
benemerita Kscope, label che da sempre ha fatto della qualità arti-
Raven that Refu-
stica e tecnica, il proprio standard. Steven, musicista precocissimo, a
sed to Sing (and
soli 11 anni (!), ha imbracciato la prima chitarra (classica), a 15 anni,
Other Stories), la fantasia non fa certo difetto all’artista britannico,
realizza i primi demo, già curatissimi tecnicamente, abilità che con-
il piano introduce l’accorata preghiera “Sing for Me, You Can with
noterà fortemente tutta la produzone discografica e concertistica.
Me, You Can Live with Me...” , rivolta al nero Corvo che troneggia
Gran manipolatore di suoni, autentico mago della consolle, in questo
all’interno di copertina. Il sogno e la fiaba, finiscono qui, l’esperien-
progetto, dispiega tutta l’arte di cui è capace.
za è stata incredibile, forma e contenuto, anima e corpo, tecnica e
La confezione è gia accattivante: doppio vinile 180 gr., edizione gate-
creatività, simbiosi perfette.
fold, inside bags con testi, credits e specifiche varie, permettetemi, la
È vero che ci sono diverse citazioni e rimandi, King Crimson (In The
considerazione per l’autore del pregevole artwork, Haio MULLER, gra-
Court of... e, Larks Tongues in Aspic - 1973, Pink Floyd, Genesis,
fico straordinario, già la cover mi ha rimandato alla stilizzazione della
Yes...), lo stile di Steven Wilson, comunque, è tutt’altro che derivativo,
2nda di copertina dell’immenso In The Court Of The King Crimson
ascoltare per credere. Sempre via YouTube, c’è una seconda clip Dri-
(1968 - Island): Moonchild! Appena la puntina (altro chè laser!), plana
ve Home, anche questa diretta da Jess COPE e Simon CARTWRIGHT,
sulla spirale centripeta, analogica dei solchi, velocità 33 & 1/3, what
se volete... piangere.
happens? Luminol (01) con i 12 minuti e più, è da infarto: stacchi
Grazie, Mr. Wilson!
voluttuosi, ritmi mozzafiato, rises and falls, dinamiche poderose degli
Time 54:02 - Voto 9. n
di
Mimmo
Attanasii
Satira
Tutta
colpa
di quei
figli
d’ungulati
[email protected]
n.98
rale” quanto meno molto vicina a esso, del
estatiche di quel Berlinguer della “questione
Comitato d’intervento per le crisi aziendali
morale” metamorfosata in una inafferrabile
e di settore (Cicas). Subito stanziati, per le
manutenzione etica e materiale, tanto che il
famiglie che non ricevono assegni da mesi,
mio cane ancora si sta grattando l’orecchio
oltre 29 milioni di euro per gli ammortizza-
dallo sbigottimento. Se si smanetta con il
tori sociali in deroga (Marsica news, 4 mar-
touch, una chicca la si coglie leggendo di
zo 2014). Le risorse in parte assegnate alla
facilonerie su toni che non andrebbero su-
Regione Abruzzo dal ministero del Lavoro
perati e di incomprensibili limiti della demo-
e delle Politiche sociali, con decreto 78641,
crazia per assicurarsi uno scontro politico
del 22 gennaio 2014 e, in altra parte, frutto
che resti nei confini delineati di una accorta
di residui, serviranno a coprire le richieste
e buona educazione. Per approfondimenti
di cassa integrazione in deroga fino alla
sui principi morali si rimanda a “Rimborso-
fine di ottobre 2013 e quelle di mobilità per
poli” (Il Messaggero.it, 4 febbraio 2014), ma
tutto il 2013. Il commento dell’assessore
anche alla “Mandrilleide” (Il Messaggero.
al Lavoro, percepito da chi scrive come un
it, 30 gennaio 2014). Eppure, i problemi in
momento di amministrazione spicciola, si
terra d’Abruzzo non si esauriscono in quel
sofferma sulla marcatura di stampo teatrale
trend abusato di crisi economica inflessibi-
a quei 10 mila abruzzesi che, grazie alla
le, di precariato, di disoccupazione in lieve
solita politica del fare, riusciranno ad avere
flessione se non ci calcoli sopra i cassintegrati. A creare apprensione
sociale non ci mancavano che
i cornuti. I cervi. Si riproducono in fretta e, con altrettanta
rapidità, si vedono spuntare
fra le orecchie accenni di
I cervi si riproducono
in fretta
corna di cui poi si cingeranno
il capo per esibirle fieri nei
combattimenti tra maschi.
Una specie perniciosa che
causa danni economici non
S
21
sopportabili. I figli d’ungulati
presenti sulle montagne, oltre
enza esitazione si leva la suggestiva
ai cervi e i caprioli, i cinghiali,
corona dell’economia abruzzese
per esempio, sono giunti
descritta come una “canaglia com-
un sostegno in un momento così difficile.
nelle attuali aree protette in tempi più o
missariata” che è riuscita a mettere
Immancabile, la chiosa sulle responsabilità
meno recenti, in seguito a interventi diretti
in pareggio i conti della sanità. Abbattere
altrui. Un appello al Governo centrale affin-
o indiretti dell’uomo. Il loro attuale status
un miliardo di debito, sforbiciare duecento
ché sblocchi ulteriori fondi da destinare a
tassonomico è ancora molto discusso sep-
posti in vari consigli di amministrazione e
lavoratori sospesi, licenziati, in difficoltà so-
pure reintrodotto per ben altri fini verso la
porre in liquidazione società partecipate in
ciale e, spesso, al limite della sopravviven-
metà del secolo scorso. Ed è subito scattato
perdita. A cinque anni dal sisma, secondo
za. In soldoni, bisogna pure dirgli grazie a
l’allarme caccia. Una venagione pensata
quanto riferito dal procuratore regionale
questi signori, per avere finalmente trovato
come selettiva a tutela degli agricoltori e
della Corte dei Conti, nel “cratere” aquilano
con insopportabile ritardo i fondi necessari
della fauna protetta. Non la pensano così
ci sarebbe un presumibile rischio di infil-
a pagare il dovuto a chi quel dovuto lo ha
gli animalisti che hanno subito fatto giun-
trazioni mafiose proprio nell’ambito della
atteso con la rabbia del sopravvivere senza
gere da più parti l’eco della loro protesta.
ricostruzione post-sisma (il Centro online,
salario per giorni infiniti.
“Lanciamo un mail bombing per ricordare
4 marzo 2014). A parte mafia, camorra e
Denari della collettività che le amministra-
all’intera giunta che la campagna elettorale
‘ndrine, bisognerebbe prestare attenzio-
zioni locali avrebbero potuto risparmiare se
per avere i voti insanguinati dei cacciatori,
ne ai danni collaterali di un risanamento
avessero provveduto a risanare il risanabile
alle elezioni del prossimo 25 maggio, sarà
aggressivo messo in atto dalla vanagloria
in altro modo. E quale sarebbe questo altro
oggetto di una grande campagna animalista
meritocratica. Si contano più di 10 mila
modo? Non sono pagato per gestire la cosa
che farà valere le ragioni di quell’88% degli
lavoratori, tra i 7.800 della cassa in deroga
pubblica. E neanche per scrivere. Si sorride
italiani contrari alla caccia” (il Centro online,
proscritti da 1.193 aziende e 2.725 quelli
amaro nell’ascoltare gli slogan nella immi-
4 marzo 2014).
della mobilità, prossimi alla “canna del gas”.
nente campagna elettorale. Tra ilari con-
Insomma, tutta colpa di quei figli d’ungu-
Pronta l’azione, se non proprio “pre-eletto-
vincimenti di politicanti in preda a visioni
lati. n
di
22
n.98
Musica
Fabrizio
Medori
Pierangelo Bertoli
Il mio ricordo
[email protected]
la scaletta del concerto mi rendevo sempre
più conto della quantità di brani di grandissimo
valore – ed altrettanto successo - che andavo
ad affrontare, e molti di essi avevano fatto,
che io lo volessi o meno, da colonna sonora
di molti momenti fondamentali della mia vita.
Due o tre settimane dopo quella telefonata
L
mi trovavo catapultato su un palco della pro-
programma televisivo di fine anni 70, con-
di uno dei miei miti giovanili! Per cinque anni
dotto da Renzo Arbore, che fra gli altri aveva
abbiamo attraversato l’Italia in lungo e in
“lanciato” il mio concittadino Ivan Graziani.
largo, passando per quasi tutte le regioni, e
Probabilmente il brano presentato, estratto da
conoscendoci sempre più a fondo, abbiamo
vincia romana, a fianco di una vera e propria
a prima volta che ho sentito il nome di
leggenda della musica d’autore italiana. Il mio
Pierangelo Bertoli, uno dei nuovi cantau-
percorso musicale - personalissimo e tutt’altro
tori italiani, è stato durante una puntata
che ortodosso - mi aveva finalmente portato
di “L’altra Domenica”, indimenticabile
ad una svolta di livello professionale, a fianco
suonato su ogni genere di palco, affrontato
ogni genere di pubblico, e risolto ogni genere
arrangiamenti diretti, essenziali e curatissimi,
di problema, pratico o tecnico, ma ogni sera
lontano anni-luce dal classico suono dei gruppi
abbiamo visto le facce sorridenti di chi stava
che accompagnavano - in maniera piuttosto
nelle prime file, vicino a noi, e abbiamo can-
deprimente - la maggior parte dei suoi colleghi
tato e suonato insieme a loro. Poi, di nuovo in
di allora. Fui molto colpito anche dalle parole
macchina a parlare di musica, di politica, delle
delle canzoni e delle presentazioni dei brani.
nostre rispettive famiglie. Quando, durante
Ricordo in particolare Non Finirà, amara e ro-
l’ultima tournee, quella del 2001, mi chiese
mantica storia di una giovanissima prostituta,
un parere sugli arrangiamenti del disco che
e Pescatore, l’hit del momento. Parecchi anni
stava registrando in quel periodo, con altri mu-
dopo, nella primavera del 1997, la sorte mi ha
sicisti, 301 guerre, mi dette una grandissima
inaspettatamente portato a contatto con l’ar-
dimostrazione di stima e di considerazione.
tista e, immancabilmente, con l’uomo Bertoli:
Oggi mi manca moltissimo il suonare in quel
un concerto, era Rosso Colore, perché ricordo
con mia grandissima sorpresa, ricevetti una
modo, fare il musicista professionista, ma mi
bene che, oltre alla imponente e bonaria figura
telefonata dal mio vecchio amico Vincenzo
manca molto di più Pierangelo, mi mancano
del “cantautore disabile”, mi colpì molto la
Irelli, da anni tastierista di Pierangelo, che mi
le nostre lunghe chiacchierate sulla musica,
sua capacità di affrontare temi politico-sociali
chiedeva di entrare a far parte del gruppo di
sulla politica, sulle nostre rispettive famiglie, e
importanti, senza lasciare l’aspetto musicale
Angelo, come chitarrista e corista. Iniziò in
ancora di più mi manca quel sorriso attraverso
in secondo piano. All’epoca avevo più o meno
quel momento un’avventura musicale, durata
il quale, durante il concerto, mi comunicava
quindici anni e nel giro di pochi mesi ascoltai
fino alla dolorosa scomparsa di Angelo, che ha
che per lui, come per me, stare sul palco non
diversi altri brani di quel cantautore così mo-
decisamente cambiato la mia vita. Studiando
era un piacere, era una Gioia. n
derno nelle scelte artistiche, e mi innamorai
dei suoi primi successi: Per Dirti T’Amo, Eppure
Soffia, A Muso Duro. Fu così che, a cavallo
fra il 1980 e l’81 Pierangelo venne a suonare
nella mia città, Teramo, dove ancora oggi, a
distanza di quasi venticinque anni, è raro poter
assistere ad un concerto. Suonò al Cinema
Smeraldo, ed il successo della prevendita fu
così ampio da portare gli organizzatori a chiedergli di tenere, oltre allo spettacolo mattutino,
per i ragazzi delle scuole, e a quello serale,
anche un terzo spettacolo, subito dopo quello
serale. Io, sedicenne appassionato di rock,
assistetti al primo dei due concerti serali, e
rimasi seriamente impressionato dall’impatto
sonoro della musica di Pierangelo, sorretto da
di
Carmine
Goderecci
L’oggetto del desiderio
La spilla
N
di Oro e Argento
Gioielleria dal 1989
23
n.98
Nel basso impero la fibula a tre frange
segnalava il potere supremo e, verso il V
secolo, alla spilla da balia si sostituisce
una spilla a medaglione, da portare sulla
spalla che appuntato al centro del petto.
Dall’epoca barbarica al Rinascimento
la spilla è monile maschile e femminile,
con funzioni ornamentali e talismaniche.
ell’antichità la spilla era molto
Nel linguaggio degli emblemi la spilla
più di un semplice ornamento.
che collega i lembi del mantello rappre-
Usata da uomini e donne infatti
senta l’amore e l’amicizia come pure
essa assolveva alla funzione di
l’esprimere la congiunzione fra la natura
chiudere e fermare vesti e mantelli.
umana e la e quella divina in Cristo.
Nella Grecia antica la fibula d’oro aveva
Il Seicento la rappresenta incastonata
una funzione prevalentemente pratica,
di diamanti e trasformata nel volumino-
ma nelle Roma Imperiale essa divenne
so devant de corsage, mentre nei due
un gioiello, tanto che nelle case patrizie
secoli successivi prenderà la forma à
vi era uno schiavo incaricato di pulire e
sevigné, un fiocco a più elementi rivolti
conservare le sole fibule.
verso il basso e a “ bouquet” fiorito di
Si narra che a Roma esisteva una sorta
brillanti.
di rituale magico-religioso chiamato
La moda della spilla non declinerà
infibulatio per conservare la forza agli
neppure agli inizi del XX secolo e con il
atleti, la voce ai cantanti, la purezza agli
decò, 1925, raggiungerà il suo massi-
infanti. Nella spilla la virtù di chiudere
mo splendore divenendo elemento di
le vesti si associava a quella simbolica
eleganza e segnale di distinzione per la
di proteggere le virtù dell’individuo.
donna contemporanea. n
di
24
n.98
Sanità
La Fondazione
Umberto
Veronesi
premia i giovani ricercatori.
Due teramani tra di loro
U
na Roma blindata, in attesa del Presidente USA Obama, ha accolto la Fondazione Umberto Veronesi con il Presidente prof. Paolo
Veronesi e il suo staff, al Campidoglio, nella Sala Giulio Cesare, per
l’assegnazione dei Grant 2014. Più di 150 borse di studio sono
state elargite dalla Fondazione U.V. ai giovani ricercatori, impegnati nella
ricerca scientifica ed oncologica. La Delegazione teramana della Fondazione, presente a Roma con la Presidente prof.ssa Anna Maria Camerino
e il Sindaco di Teramo dott. Maurizio Brucchi, si è complimentata con i
due ricercatori teramani : Daniela Di Giacomo e Filippo Lococo, vincitori
di due borse di studio. I giovani studiosi hanno superato brillantemente,
con i loro progetti, la complessa selezione. La biologa Daniela Di Giacomo
condurrà la sua ricerca sulle tematiche relative “La nuova piattaforma
biotecnologica diagnosi di predisposizione al cancro al seno” presso
l’Università dell’Aquila, mentre il progetto di Filippo Lococo, medico, specializzato in chirurgia toracica, riguarderà la “Diagnosi precoce del tumore
al polmone”e verrà condotto presso l’Ospedale San Camillo Forlanini di
Roma. Il Sindaco Brucchi, medico, chirurgo, senologo, figura importante
nell’ambito della prevenzione e la cura del tumore alla mammella attivata
dalla ASL di Teramo, ha avuto parole di apprezzamento per i giovani
Floriana
Ferrari
[email protected]
ricercatori teramani che intraprenderanno percorsi importanti nel campo
della ricerca scientifica. Lo stesso Presidente della Fondazione prof Paolo
Veronesi nell’accogliere il Sindaco si è complimentato per l’ impegno e il
lavoro importante che svolge in città, non solo come politico ma anche
come medico, soprattutto nell’ambito della prevenzione dei tumori di
cui è il principale promotore. Del resto lo stesso Brucchi ama ricordare il
ruolo significativo che ha avuto il prof. Umberto Veronesi, fondatore della
Fondazione che porta il suo nome, scienziato, fondatore dello IEO, nella
sua formazione professionale ed umana, e la possibilità che ha avuto, a
Milano, in qualità di chirurgo ed allievo di U. Veronesi, di operare i pazienti
accanto al grande scienziato. Il prof. Paolo Veronesi, erede dell’illustre
genitore, per le doti umane e professionali, e con la stessa passione per
la ricerca scientifica, la stessa carica empatica nei confronti della gente,
la stessa voglia di lasciare una traccia emozionale in quanti lo ascoltano,
prima di premiare i vincitori delle borse di studio, ha sostenuto che“ La
Fondazione è un vivaio di eccellenza ed un punto di riferimento nella
comunità scientifica internazionale. Oggi, grazie alla ricerca i casi di
guarigione dei tumori alla mammella sono raddoppiati. E’ migliorata la
qualità della vita e la diagnosi precoce con mezzi sempre più sofisticati. E’
importante perseguire e diffondere i fattori di rischio, la conoscenza delle
patologie oncologiche, per evitare la malattia. La ricerca scientifica ci consente di vivere di più, nella società chiunque può contribuire al progresso
scientifico, le risorse economiche sono ridotte al lumicino, per questo
serve una strategia condivisa nella società, cittadinanza, scuola, impresa,
per seguire un modello virtuoso per la ricerca. E’ importante consentire
ai giovani di condurre ricerche all’estero, ma è importante farli rientrare
dopo il percorso formativo. I nostri ricercatori sono i migliori al mondo e la
nostra Fondazione li sostiene da undici anni.” Per il prof. Giovanni Puglisi ,
Presidente Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, intervenuto alla
cerimonia dei Grant, “la Fondazione U.Veronesi ha saputo riconoscere il
merito, e la presenza di tante donne ricercatrici meritevoli ha determinato
la migliore percentuale di presenze femminili, senza bisogno di quote
rosa. La valorizzazione dei giovani del nostro Paese, la valorizzazione delle
capacità sono prodotti di una politica lungimirante, di investimenti mirati.
E’ importante l’aiuto dei meno giovani ai giovani per la realizzazione dei
loro potenziali. Grazie ai progetti di ricerca la costruzione della pace,
attraverso l’alfabetizzazione del valori culturali, rappresenta un sinodo di
progresso e cultura. La pace non si tiene sui trattati, ma attraverso un’equa distribuzione delle risorse, non serve declamare la pace ma realizzare
la cultura dei fondamenti costitutivi della pace, la sensibilizzazione delle
coscienze. La Fondazione U. Veronesi per il merito e la conoscenza è una
cassa di risonanza ed autorevolezza”. Per il Comitato Etico e Scientifico
è importante, nei progetti, la valutazione bioetica, i principi e valori, la
valenza morale, la qualità e la solidità scientifica. Nell’ambito dell’assegnazione dei Grant 2014, per la qualità elevata dei progetti, le valutazioni
sono state complesse. Più di 400 progetti di ricerca da valutare, un grande
lavoro , ma una piacevole lettura, in cui emergevano la passione, la voglia
di conoscenza e di arricchimento. E’ stato difficile dover scegliere. Per la
giovane Ricercatrice Chiara Segré “Ricercare è imparare l’umiltà, avere
perseveranza, tenacia. Ci vogliono occasioni concrete e sostegno per poter continuare a lavorare, realizzando un progetto di vita professionale”.
Significativo il messaggio del prof. Umberto Veronesi che, in videoconferenza ha voluto ribadire l’importanza della cerimonia dei Grant, l’occasione per la Fondazione di dimostrare il lavoro e l’impegno nella ricerca
scientifica. “E’ importante credere nella scienza” ha chiosato. n
MENSILE DI INFORMAZIONE DELLA CITTÀ DI TERAMO
Comunicato preventivo per la diffusione di
Messaggi Pubblicitari Elettorali
Modalità dell’offerta per l’accesso agli spazi sul periodico mensile “Teramani” destinati ai
Messaggi pubblicitari per le Elezioni per il rinnovo dei Sindaci e dei Consigli Comunali, per
l’elezione del Presidente della Giunta Regionale e per il rinnovo del Consiglio Regionale
della Regione Abruzzo, per l’elezione dei membri italiani del Parlamento Europeo, fissate
per il 25 maggio 2014.
Ai sensi della legislazione vigente ed in attuazione alle Disposizioni dell’Autorità per le
Garanzie nelle Comunicazioni, si stabilisce che:
a) gli spazi elettorali saranno offerti a tutti i partiti, a tutte le liste e naturalmente a tutti i
candidati che ne facciano richiesta;
b) il termine di prenotazione dello spazio pubblicitario e per la consegna del materiale
relativo è fissato per il 10 maggio 2014;
c) I messaggi elettorali saranno pubblicati sul numero di Maggio di “Teramani” in
distribuzione dal 17 Maggio 2014;
d) È previsto unicamente il pagamento anticipato.
Domicilio eletto per eventuali consultazioni del codice di Autoregolamentazione,
contenente le condizioni generali e le tariffe degli spazi pubblicitari:
Teramani di Marisa Di Marco, Via Paladini, 41 - 64100 Teramo - Tel. 0861.250930.
26
n.98
di
Cinema
Crisi
L’esordio di un maestro, Ingmar Bergman
Leonardo
Persia
[email protected]
Jenny (Marianne Lofgren) è la madre vera, con tutte le stimmate della
donnaccia del cinema d’epoca, un po’ pingue, fumatrice non-stop,
abiti glamour, truccata nel viso e nei gesti, fissa oscena per gli
uomini. Aveva affidato la piccola Nelly alla dimessa Ingeborg (Dagny
Lind) dal volto emaciato, insegnante di piano la cui vita è stata tutta
concentrata in quella bimba che, adesso donna, vive con trepidazione
l’attesa del primo ballo e del primo bello. A quello che, per la gioia
sempre moderata della mamma adottiva, le fa una corte ordinata, tal
M
Ulf (ribattezzato Uffe, cioè uffa: Allan Bohlin), la ragazza non riesce a
glia, il suo primo film da regista. Riscrittura totale, pur nel manteni-
una risata cannibalesca come due libertini sadiani pronti a ingurgitare
mento dei topoi che ne sono alla base. Contrapposizione paese/
la piccola preda innocente. Nelly, virginale e spaurita, sembra Justine,
dir di sì. Quando arriva la madre biologica, con al seguito il bellimbu-
omento che separa: crisi. Momento costituito dall’arrivo in
sto Jack (Stig Olin), lei si lascia accendere e accecare da quest’ultimo,
una piccola città, dove ogni cosa è al suo ordinato posto,
decidendo di seguire la prima, maschera di decadenza, che la vuole
di Jenny, la bestia madre dell’omonimo dramma di Leck
con sé solo per tenersi accanto l’uomo, assai più giovane, da riattiz-
Fisher, da cui un Bergman 27enne ricava, un po’ controvo-
zare con tale bocconcino. Sul treno, scena choc, i due esplodono in
grande città, con giovane donna che,
capro da azzannare. Ma...
sedotta, passa dal primo alla seconda, ne
La dicotomia bergmaniana non è, e non
è delusa e, pentita e deprivata dei grilli
sarà mai dopo, quella manichea di uno dei
che le stuzzicavano la testa, torna all’ovile
tanti drammi morali degli anni ’40. Il due
per sposare l’uomo tranquillo che aveva
si ri-raddoppia nel suo numero feticcio
disprezzato, dimentica dell’amore andato
quattro, magico anche per Sade. E’ quello
a male della city.
che ricomprende (rispetto al tre supposto
Non dramma straziante, quindi, come av-
perfetto) il quarto incomodo del diavolo,
verte una voce off, ma dramma quotidia-
dell’oscurità, del sesso e della morte.
no: quasi una commedia. In cui, battuta
Numero d’ordine fondato e compiuto dal
della protagonista, si può essere talmente
disordine, il quarto elemento che chiude
felici da aver mal di stomaco. E dove il
il cerchio (o il quadrato), contaminando
sipario è la tenda di una finestra. Invece
tutti gli altri elementi. Per questo, Kris è
Bergman ne fa una tragedia sconquassan-
una scatola cinese di crisi, all’interno della
done le interiora e mettendone in forse
quale ciascuno separa (κρίνω, krino) e
l’apparente tranquillità di luoghi comuni
sceglie, pensando (κρίνομαι, krinomai).
e narrativi. La forma è tradizionale, domi-
Il concetto della critica/crisi è esplorato
nata con fluidità e padronanza, benché
radicalmente, etimologicamente e in tutte
il film fosse stato realizzato in un clima
le sue contrapposte sfumature. Anche
umano non proprio pacifico.
in quella di interpretare sogni e segni (in
Sfilano già tutti gli elementi profilmici del
questo caso le convenzioni narrative).
grande autore a venire: specchi, finestre,
Ingeborg, malata di cancro, sola e privata,
acqua, estate, treni, sigarette, teatri,
per ignobili fini, del suo unico affetto, non è
manichini, luci evanescenti, chiaroscuri
la mater dolorosa del testo originale. Con-
taglienti. Tematicamente: amori frustrati,
tiene già in sè il carattere delle madri (e dei
incapacità di essere autentici, scoper-
padri) di Bergman, i cui figli sono soltanto
ta del principio di (ir)realtà, famiglie
giocattoli al servizio delle loro fisime. Dal
ammorbanti, malattia, morte. Espulsione
personaggio inizia la sarabanda genitoriale
dal paradiso (artificiale). “Se nella vita si vogliono delle cose, bisogna
che arriverà, strada facendo, al culmine, con l’ Ingrid Bergman di Sin-
esserne pronti a pagare il prezzo”. Tutti lo pagheranno assai caro,
fonia d’autunno (anche lei pianista) e al frustratissimo, incestuoso
soprattutto perché, nella riproposizione dello schema eden piacere/
padre (ancora musicista) della giovane violoncellista dell’ultimo Sa-
inferno realtà, il film sa andare oltre, in un costante affilamento di
rabanda. Si veda la sequenza nella quale viene introdotta la donna,
unghie e di sguardo già fuori dal comune.
intenta a umiliare e a insegnare a un marmocchio che nello sguardo
L’opposizione principale dei due luoghi geografici si estende a
ha già l’odio che rinfaccerà, da adulto, a un qualche altro genitore, in
due madri tra le quali è sballottata, confusa, la protagonista Nelly
qualche altro futuro film di Bergman. La donna desidera per la figlia
(Inga Landgré), una diciottenne che sta vivendo la sua estate, come
un destino grigio quanto lo è stato il suo.
molte altre future eroine bergmaniane. Prima dell’inevitabile arrivo
Nel finale, curva e dietro le quinte, osservatrice integerrima con
dell’inverno/inferno che, dopo il culmine gioioso, la vita offrirà a lei,
integerrime battute, sembra lei la vera manipolatrice, non Jenny. In
come a tutti.
entrambe le situazioni “materne”, Nelly era stata pre-determinata, con
capisce quanto sia falsa; Jack osserva la lo-
precipitato ad un inferno vero, per colpa di
candina di uno spettacolo (altro specchio) e
una vergine, specchio esemplare di virtù.
si spara in faccia. Per ironia, il volto gli viene
Tuttavia Bergman rinuncia persino alla facile
27
coperto con un giornale, altro messaggero di
conclusione, in fondo rassicurante, dei buoni
falsità. Questa la scena primaria a cui assiste
ribaltati in cattivi. Ingeborg afferma di non
n.98
Nelly. La crisi dei suoi “genitori” distanziati e
avere più paura, guardando Nelly e Ulf final-
simbolici, nella cui eccentrica composizione
mente insieme. Lo spettatore invece capisce
alberga tutto un allusivo sentore di turpitudi-
che loro, i savii, sono tutt’altro che emendati,
e statuarietà di parole, gesti, sentimenti. Un
ni edipico-incestuose, è stata determinata da
pur nella loro negatività acquisita. Nessuna
mondo di marionette. Non a caso il dramma
lei e dai suoi occhi. Veri, buoni. Implacabile
catarsi: il circolo si è riavviato diabolicamen-
esplode tra un teatro e un salone di bellezza,
sguardo morale. Quello che Jack definisce
te, perpetuando scontento. Messi in crisi allo
preceduto da un’intermittenza di luci al neon
“un’ancora nella realtà”. Quindici anni dopo,
stesso modo dei cattivi, ognuno condizio-
che sottolineano la precarietà sfuggente
con L’occhio del diavolo, anche Don
nato dall’altro. L’inverno è arrivato. L’inferno
dell’esistere. Jenny si guarda allo specchio e
Giovanni, da un inferno coreografico sarà
sono gli altri. n
Jenny che le aveva imposto Jack, allo stesso
modo in cui la madre adottiva aveva fatto
con Ulf. Mai visto un happy end più triste.
Sguardi mai appassionati, freddezza del
contorno, ritorno all’incipit con la consapevolezza amara di aver decifrato l’autentica
essenza di tanta immobile calma apparente.
E la ragazza che, con totale e irreversibile
disincanto, finisce per accettare solo quello
che l’esistenza può offrire: finzione, convenzione, nessuna possibilità di scelta. Né qui
né lì. “Bisogna continuare a vivere. Non dobbiamo scoraggiarci di fronte alle avversità”
sentenzia Ingeborg.
E pensare che la ragazza era fuggita dalla
città perché ne aveva smascherato l’artificiosità elevata a legge, la recitazione dentro
e fuori lo spettacolo. Manichini veri e manichini falsi, personaggi statuari alla stazione
di
28
n.98
Antonio
Parnanzone
La storia
Aldo
l’Albanese
N
[email protected]
tanti, mentre i suoi genitori, più radicati sul territorio, non vogliono
abbandonare la loro umile casa. Sposato con una bambina di appena
cinque anni, decide di tentare l’avventura e lo fa in gran segreto
sapendo che non avrebbe mai avuto l’approvazione della famiglia.
Incarica il cognato di avvisare i genitori quando non li vedrà più tornare
a casa, promettendo che dall’Italia farà avere presto sue notizie. Porta
con se l’occorrente per il cambio di vestiti per i componenti la famiglia
e il necessario per sfamare la piccola. In tasca ha i soldi per la traversata
(il guadagno di tre anno di lavoro), qualche spicciolo per il taxi quando
arriverà a destinazione e niente più, neanche i documenti personali
perché se presi sarebbero facilmente identificabili e rispediti al paese di
origine. A Valona lo attende un componente l’organizzazione per la
on ha niente in comune con il romanzo di Ignazio Silone
“l’avventura di un povero cristiano” la storia di Aldo, albanese
arrivato clandestino in Italia ora con regolare permesso di
soggiorno illimitato in attesa di cittadinanza italiana, ma può
essere ugualmente intitolata come il celebre romanzo dello scrittore
marsicano. Aldo è di fede cristiana e la sua odissea ha dell’incredibile al
pari di tante altre di suoi connazionali arrivati in Italia nei primi anni
duemila. Di nazionalità albanese da generazioni immemori, il suo nome
è italianissimo. In omaggio all’Italia e alla zia sposata con un militare
italiano, il padre per riconoscenza sceglie per il primogenito il nome
Aldo. Nato nel 1964, vive in minima parte il buio periodo storico del suo
paese di origine per ovvi motivi di età. I genitori e i nonni, invece,
subiscono l’efferatezza della dittatura comunista. Nei primi anni
quaranta suo padre, benestante, viene privato di tutti i possedimenti e
ridotto ad una esistenza di stenti al pari dell’intera popolazione
albanese. Durante la dittatura Aldo, ormai cresciuto, e la sua famiglia
sopravvivono lavorando in un calzaturificio. Pochi spiccioli bastano per il
necessario, il voluttuario lo si vede solo sugli schermi della Tv. Dall’Italia
arrivano immagini di intrattenimento (Sanremo in primis) e di negozi
pieni di ogni ben di dio. Anche i sogni sono proibiti dalla dittatura perché
la TV italiana la si può vedere di nascosto con le finestre chiuse. La fine
del regime fa posto ad una traballante democrazia che presto viene
sconfitta dai nostalgici comunisti e proprio in questo periodo accade
l’irreparabile. L’azienda dove lavora Aldo viene svaligiata e tutte le
attrezzature portate via, non si sa dove e da chi. Si suppone dalla
delinquenza organizzata che imperversa in quei momenti di anarchia
totale. Non c’è più lavoro per l’intera famiglia e quindi
l’interrogativo è d’obbligo: cosa fare? primogenito di cinque
figli Aldo cova dentro di se la voglia di andar via, direzione
Italia, come fanno in
traversata, ma vista la forte affluenza deve attendere due giorni prima di
partire. Lontano dal porto su una spiaggia isolata, a mezzanotte del 1°
luglio 2001 la famiglia sale sul gommone insieme ad altri trenta
connazionali. Non ci sono luci e le correnti del mare nello stretto di
Otranto spesso creano onde alte che mettono a rischio la traversata.
Per il viaggio di sola andata basterebbero due ore ma , per eludere la
sorveglianza delle vedette della marina italiana, ne sono necessari più
del doppio, virando prima verso la Grecia per poi riprendere la rotta
verso l’Italia. Cinque ore drammatiche al solo chiarore della luna con il
cuore in gola terrorizzano Aldo e gli altri rannicchiati sul gommone. Il
natante è abilitato a solcare il mare per poche centinaia di metri a largo
delle coste, per l’occasione invece viene adibito a traghetto per
condurre i disperati nell’altra sponda dell’Adriatico. Paura e disperazione
affliggono i passeggeri,
ma non c’è altro da fare
se non arrivare
dall’altra parte e
sperare di non esser
catturati e rispediti
indietro. La fede è di
grande aiuto in
momenti drammatici
come questi quando la
razionalità non da più
certezze. Aldo assopito
e nel silenzio abbraccia moglie e figlia e prega affinché la provvidenza li
aiutino ad arrivare sani e salvi nell’altra sponda del mare. L’approdo è
alle prime luci dell’alba sugli scogli della Puglia, ma non ricorda dove.
L’odissea continua sulla terra ferma perché in territorio straniero c’è la
gendarmeria italiana a turbare l’animo dei clandestini. Si incamminano
per raggiungere la stazione di Bari, destinazione ancora molto lontana.
Per alleviare il viaggio , l’organizzazione clandestina mette loro a
disposizione un furgone per trasporto merci. Non c’è altro da fare che
approfittarne, ma la bambina di Aldo stremata rischia il soffocamento
perché oltre al buio non c’è aria di ricambio nell’abitacolo di fortuna
dell’automezzo. La piccola rischia molto, stremata dal viaggio e con
poco ossigeno. Una pattuglia della Polizia ferma il furgone per un
controllo e così il carico umano viene scoperto. I gendarmi bloccano
l’autista, ma non i passeggeri i quali si dileguano nella boscaglia
circostante. Frastornati e assillati dall’incubo di essere presi e rispediti in
patria vagano senza meta nei dintorni. La ragione e la necessità
convince l’insolita comitiva a riprendere il cammino, prima però si
tolgono di dosso i vestiti sudici e bagnati per indossarne altri più puliti
vuole più saperne di tenerlo in casa. Non si sa
italiana, infatti, protegge la maternità
bene perché, ma il motivo sembra da
indipendentemente dalla nazionalità della
ricercare nell’aspettativa economica del
gestante. Alle donne clandestine in maternità
29
congiunto che Aldo non riesce a soddisfare
vengono concessi i permessi di
essendo clandestino e lavoratore in nero mal
soggiorno,unitamente ai mariti, per il periodo
n.98
pagato. Trova riparo in casa di un altro
di gestazione pari a nove mesi. Nella loro
parente, ma la condizione di clandestino non
intimità la coppia realizza il sogno della vita in
gli permette di avere una decente esistenza
Italia procreando un altro figlio e dopo due
costretto nell’anonimato e senza identità.
mesi , accertata la gravidanza, come per
incanto i permessi di soggiorno sono pronti.
Riacquistata la dignità del proprio nome e
per non dare nell’occhio agli abitanti della
cognome, entrambi i coniugi riescono a
zona e alla polizia italiana. Un commerciante
trovare lavoro regolare, ancorché precario,
di frutta si commuove e offre una banana alla
per soddisfare i bisogni primari della famiglia,
bimba. Aldo vuole pagare, ma il commercian-
presto con una unità in più. Il bimbo appena
te si rifiuta di prendere il denaro in segno di
nato ha ridato dignità ai genitori dopo
solidarietà per il loro dramma avendo capito
un’avventura tra mare e terra degna di essere
che sono clandestini albanesi. Tra stenti e
oggetto di un film di avventura. Una storia di
emigranti simile a quella di fine ottocento,
paure arrivano a Bari. Ognuno di loro prende
una destinazione diversa per accordi presi
Nella vita un po’ di fortuna non guasta mai e
ancorché in piena modernità negli anni
con conoscenti o parenti giunti sul luogo a
in questo caso Aldo può dirsi soddisfatto
duemila, quando nostri connazionali
prelevarli. Aldo lo aspetta un parente della
perché un poliziotto gli fornisce una buona
sbarcavano nei pressi di New York dove
moglie residente ad Ancona. Salgono sulla
informazione. Non avrebbe mai immaginato
restavano spesso senza trovare lavoro e
sua macchina e finalmente l’Italia sembra
che per emergere dall’oblio della clandestinità
senza i denari per tornare indietro. Quella di
essere conquistata dalla giovane famiglia
sarebbe bastato un semplice atto di amore
Aldo almeno ha un lieto fine ed è sufficiente
albanese, ma non è così perché la sorpresa è
con la moglie. Non costa niente e soprattutto
per rendere felice una famiglia che ha pagato
dietro l’angolo. Appena quindici giorni dopo
non bisogna chiedere permesso a nessuno, è
lo scotto di una dittatura crollata sotto il peso
Aldo si trova per strada perché il parente non
sufficiente solo la loro volontà. La legge
della sua stessa inefficienza. n
Calcio
Il Teramo
Antonio
Parnanzone
di
L
ha voluto rischiare nulla, volontà più volte espressa dal Presidente
Campitelli fin dall’inizio. Una squadra costruita per vincere e con un
programma minimo imposto dalle regole: ottavo posto. Lo spirito
vincente del Presidente non ha lasciato spazio al risultato minimo
perché in quella posizione era troppo vicino il baratro della Serie D.
Tenersi lontano era prudente e dominare dall’alto era come dire alle
altre contendenti: sono affari vostri. Dopo tanto dire e fare, finalmente all’orizzonte è comparso il traguardo di stagione. Con quattro turni
in anticipo sul calendario, il Teramo ha acquisito il diritto di partecipa-
a festa si ripete come le altre negli anni passati, anche quando
re, nella prossima stagione, nella Lega Pro Unica.
la stagione non è stata pienamente confortata dal risultato. C’è
Appena sei anni per ritrovare una categoria toccata dal Teramo
soddisfazione per un’annata ancora vincente, ricca di valori del
poche volte nella sua lunga storia. Due artefici su tutti: Luciano
calcio a cominciare dalla qualità del gioco, dalle ottime individualità e
Campitelli ed Ercole Cimini. Un binomio vincente pieno di entu-
dalla volontà di vincere.
siasmo e tanta voglia di
Un campionato condotto
fare calcio. Il legittimo
sempre in prima fila, in al-
scetticismo che accolse i
cuni momenti di grande in-
cugini di campagna, ben
tensità, in altri un po’ meno
presto si è trasformato
, con un finale un po’ a
in gratitudine per il gran
sorpresa. Ingredienti di una
lavoro svolto. Apprezza-
lunga stagione singolare per
mento si, ma soprattutto
le regole che l’ha caratteriz-
capacità ha dimostrato la
zata. Nove vincitori , di fatto nessun vincitore se non la permanenza
Società nel gestire campionati di vertice, indipendentemente se a
nella terza serie nazionale dove erano già con un gradino più basso,
conclusione di annata è stato primo posto o poco giù di li. Sempre a
ma sempre in quella serie. La strana formula ha condizionato pro-
tirare la volata per cercare di spuntarla e mai nelle retrovie a soffrire
grammi, budget, obiettivi a breve e lungo termine delle società coin-
situazioni inconcludenti. Essere arrivati vuol dire anche restarci per
volte. Un mix di situazioni che nell’arco nello svolgimento del torneo
non vanificare tanti sacrifici. È l’obiettivo che la Società si propone
hanno alimentato speranze, delusioni e aspettative. La Società non
per l’immediato futuro. n
30
n.98
dalla
Sport
Redazione
Pallamano
L
[email protected]
squadra teramana. Ed altri ancora.
Per quanto concerne la femminile vogliamo
segnalare una società teramana della quale
si è sempre parlato poco: la Torelli Teramo
che svolge da tantissimi una meritoria attività giovanile. Quest’anno disputerà le finali
nazionali Under 18 dopo aver vinto il titolo
regionale. E non è la prima volta.
a Teknoelettronica chiude la sua sta-
Per quanto riguarda invece l’Artrò – Globo –
gione 2013/2014 contro il Romagna
Alianz Teramo, dopo aver fallito i play off ed
Imola al PalaGiorgioBinchi. Trattasi
aver fin troppo faticosamente, nonostante
dell’ultima occasione pe conquista-
le sbandierate velleità, ha conquistato la
re la prima ed ultima vittoria nei play off.
permanenza in A1 nei play out, ha cessato
Qualora ciò non dovesse accadere resta la
agli impegni futuri. Franco Chionchio sta la-
la sua attività. Ci pare curioso, e ne abbiamo
soddisfazione di avere comunque conser-
vorando con grande impegno, forse memore
tutta l’esperienza per dirlo, che una società
vato la A1 ed aver dato la possibilità alle
degli insegnamenti di Ante Sabic che creò
così attrezzata e con un triplice sponsor,
giovani promesse del vivaio di misurarsi con
a Teramo un movimento giovanile che altre
abbia deciso di non proseguire la propria at-
atleti ben più esperti che componevano le
squadre ben più titolate come il Volani Rove-
tività ancora per qualche tempo per non la-
altre squadre.
reto, Cividin Trieste, Firs e e Banco Roma di
sciare troppo spazio dalla fine della stagione
Questo ha permesso anche di mettere in
Roma ci invidiavano. Da segnalare che già si
alla ripresa del prossimo campionato. Voci di
luce il grosso lavoro che sta svolgendo il
vedono i primi frutti di questo grande lavoro
corridoio ci spingono a pensare che ci siano
tecnico Franco Chionchio su giovani da
in Stefano Arcieri che ha grosse possibilità
problemi grossi e di varia natura. Ci auguria-
plasmare e condurre a disputare più che
di entrare a far parte della rappresentativa
mo che queste voci vengano smentite.
dignitosamente le finali Under 20 che si
nazionale Under 16. Stefano Arcieri rappre-
Apprendiamo che Pierluigi Montauti ha avu-
disputeranno a fine maggio in sede da stabi-
senta la punta di un gruppo composto da Di
to, proprio nel momento in cui scriviamo, un
lire. Si parla di Chieti che ha avanzato la sua
Giandomenico Pasqualino nazionale Under
colloquio con il presidente federale Purromu-
candidatura. Va dato merito alla società che
20, Toppi Paolo centrale, Riccardo Di Giulio
to, colloquio che dovrebbe sancire il rilancio
sta permettendo al tecnico di lavorare con
ala, l’eclettico Barbuti Davide in gradi di rico-
in ambito nazionale ed internazionale della
estrema tranquillità sui propri allievi i quali
prire diversi ruoli e i pivot Piermarini Diego
Coppa Interamnia e di conseguenza della
avranno ancora più di un mese per affinare
e Luongo Stefano che ha grosse possibilità
pallamano teramana. Con tutti i benefici
le proprie capacità, periodo che li preparerà
di diventare la spina dorsale della futura
anche economici per la nostra città. n