IL RICATTO DEL CAMIONISTA. UNA LEZIONE PER IL
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IL RICATTO DEL CAMIONISTA. UNA LEZIONE PER IL
IL RICATTO DEL CAMIONISTA. UNA LEZIONE PER IL BIOLOGICO. Meno inquinamento, meno CO2 immessa nell'ambiente, riscoperta dei prodotti locali. Forse lo sciopero dei camionisti è stato terapeutico. Che la Repubblica Italiana abbia subito nel corso del suo consolidamento una forte connotazione stradale, è chiaro agli occhi di tutti. Non c'è occasione in cui non si faccia riferimento al traffico, al prezzo del pedaggio dell'autostrada, agli intoppi causati dai lavori soprattutto in quegli ampi tratti autostradali che scendono verso sud e poi, come in questi giorni, ci accorgiamo come possono riuscire a trasformarsi rendendoci inaccessibili frutta, verdura e carburante. La rete stradale italiana ha sempre rappresentato il paradigma dell'ambiguo e strumentale rapporto che nel nostro Paese si ha con lo Stato e, soprattutto, con la risorsa pubblica. La risorsa pubblica non viene sempre utilizzata con l'intento di favorire il pubblico. L'Italia si regge su una colonna vertebrale d'asfalto, che la taglia da nord a sud, un'infrastruttura incompiuta ed inconcludente, che ha il solo grande merito di aver prodotto l'egemonia delle automobili, come favorito mezzo non solo di trasporto; e l'amore per le vetture, i veicoli, che da strumenti di trasporto privati si sono trasformati in una specie di appendice naturale, l'obiettivo principale di ogni affrancamento economico. A causa di questo, o forse conseguenza di tutto questo - non si è mai capito - ci ritroviamo con un sistema di trasporto pubblico dedicato alle persone e alle merci assolutamente inadeguato alle risorse del paese e del pubblico. In Italia sono 308.000 i chilometri di strade costruite senza una reale pianificazione, circa 1 km lineare per ogni chilometro quadrato di superficie, un fatto più unico che raro. Il trasporto su gomma è riuscito a sfruttare questa peculiarità del nostro paese, infatti il 76% delle merci viaggiano lungo le autostrade, nonostante una rete ferroviaria e l'opportunità di sfruttare il trasporto via mare. Questi numeri dimostrano uno sbilanciamento netto a vantaggio di quella che non è la migliore soluzione. A livello economico il trasporto solo su gomma non è vantaggioso per tutta una serie di fattori che includono: traffico, sicurezza stradale e impatto ambientale. In questi giorni di sciopero degli autotrasportatori abbiamo rilevato una serie di novità. La prima è che la nostra attenzione di consumatori si è rivolta soprattutto ai canali tradizionali che avevamo sostituito con i più pratici e poco saporiti supermercati. Con la penuria - o con la minaccia che ciò potesse accadere - di approvvigionamenti di frutta e verdura, ci siamo accorti, dalle interviste sui telegiornali, che i negozianti hanno scelto di procurarsi merci locali, frutta e verdura coltivata nel territorio di vendita. I supermercati magari potevano offrire qualche scaffale sguarnito ma i fruttivendoli rionali hanno continuato a vendere le zucche, i cavoli, le patate, le mele e quei prodotti di stagione. L'altra scoperta riguarda il tasso d'inquinamento dell'aria. Lo sciopero dei tir ha fatto scendere i valori delle polveri sottili. L'Arpa Emilia Romagna ha rilevato nella regione una differenza media di 30 microgrammi per metro cubo d'aria nei giorni dello sciopero. A contribuire sicuramente hanno inciso anche le condizione meteo però, come spiega Vito Belladonna direttore Arpa di Bologna sul quotidiano Qn: " Il fermo dei tir e la conseguente riduzione del traffico veicolare , indotto anche dalla preoccupazione di risparmiare carburante, hanno giocato un ruolo importante". Pensierino di Natale: in Inghilterra sappiamo che le organizzazioni del biologico stanno da tempo valutando la possibilità di escludere dalla certificazione quei prodotti che viaggiano in aereo, con l'obiettivo di ridurre le emissioni di Co2 prodotte durante il trasporto. In Italia, invece di perdersi in innocue polemiche, perché non si inizia un dibattito sull'opportunità di rivedere il sistema dei trasporti nell'ambito del biologico? **fonte: Notiziario GreenPlanet – Dicembre 2007** MONDOBIO – dal Notiziario AIAB – Dicembre 2007 Italia ROMA, È BIOLOGICA LA MOZZARELLA PIÙ BUONA DEL LAZIO La produce l’azienda comunale di Castel di Guido la mozzarella bio che ha vinto, ex aequo con il provolone bio della stessa azienda, la IV edizione del “Premio Roma” per “l’alta qualità e la gustosità” del prodotto. La cerimonia di premiazione, a cui hanno partecipato anche esponenti delle istituzioni locali, si è svolta lunedì 17 dicembre a Roma, all’interno di Palazzo Rospigliosi. L’Azienda Romana Mercati della Camera di Commercio di Roma ha invitato una giuria composta da dodici degustatori professionisti, che ha dovuto scegliere tra i migliori formaggi prodotti tra 308 tipologie provenienti da 125 aziende laziali. “È un riconoscimento molto importante anche perchè questi formaggi fanno parte del menù offerto nelle men se scolastiche a circa 50.000 bambini romani” ha dichiarato Dario Esposito, Assessore all’Ambiente del Comune di Roma. L’azienda comunale di Castel di Guido, che produce latticini certificati con il latte biologico delle mucche maremmane e pratica anche la vendita diretta, si trova sulla via Aurelia al km 15. (ANSA) ALBA. IL SINDACO RICEVE IL DIPLOMA CONQUISTATO A 'BIODIVINO' Una rappresentanza dei Produttori agricoli di Santa Rosalia ha consegnato al Sindaco di Alba, Giuseppe Rossetto, il Diploma con Medaglia D’Oro conquistato in occasione della quarta edizione di 'BiodiVino', rassegna interamente dedicata ai vini biologici. Il riconoscimento, che verrà custodito nel Palazzo comunale, ha premiato il Dolcetto D’Alba Doc, Vendemmia 2006 e l’impegno del territorio nei confronti delle produzioni ottenute con sistemi biologici che rispettano l’ambiente e la salute dei consumatori. La Rassegna BiodiVino è organizzata dalla Provincia di Alessandria – Assessorato all’Agricoltura ed ai Prodotti Tipici, dall’AIAB, dal Comune di Trisobbio, dall’Associazione Città del Bio e dall’Associazione dei Produttori BiodiVino. (www.targatocn.it/) LIGURIA. SONO 95 GLI OPERATORI BIOLOGICI NELLA PROVINCIA DI SAVONA Si è svolto il 19 dicembre, presso il Teatro della Gioventú di Genova, “Il biologico in Liguria”, seminario proposto dalla Regione Liguria per esaminare una serie di tematiche e dati sulle condizioni del biologico locale. Sono 95 gli operatori biologici nella provincia di Savona e ben 471 tra produttori agricoli e zootecnici, in tutta la regione. Durante lo svolgimento del seminario sono stati presentati cambiamenti normativi, sia nazionali che comunitari, come il disegno di legge parlamentare nonché il nuovo regolamento Ue in vigore dal 2009. Diversi gli interventi degli esperti nel settore tra i quali l’assessore all’agricoltura Cassini, che sostiene una revisione della attuale normativa sul biologico della Regione Liguria, anticipando l’adeguamento alla normativa europ ea, già nel 2008. (www.ivg.it) "CIBO BIOLOGICO UNA SCELTA VINCENTE" SOTTOLINEA GRIECI (F.AGR.I.) "In occasione dei numerosi banchetti natalizi, la Filiera Agricola Italiana (F.Agr.I) invita tutti i consumatori a degustare i prodotti sul mercato di provenienza biologica". Lo afferma il presidente della F.agr.i. Gianfranco Grieci, che - si legge in un comunicato - "vede propizia l'occasione natalizia per scoprire la bontà e la genuinità dei prodotti biologici provenienti dalle aziende italiane". Grieci ricorda inoltre che "tali prodotti non solo sono reperibili nei supermercati, ma anche in negozi specializzati. Gli italiani devono comprendere che mangiar sano aiuta la salute e il biologico può essere per questo un valido alleato". (Agra press) DAL PRIMO GENNAIO PARTE IL PROGETTO DI CERTIFICAZIONE AGRIBIODINAMICA Dal 1 gennaio 2008 inizia la sua attività di controllo AgriBioDinamica. Il Disciplinare, nella sua versione 1.1 del 1 agosto 2007, spiega in maniera dettagliata tutte le procedure e le azioni richieste e controllate al fine di ottenere la certificazione AgriBioDinamica. Il 28 settembre 2007 ha preso avvio, presso la sede di AgriBio ONLUS, il corso di formazione per tecnici consulenti e ispettori in agricoltura biodinamica. L’ispezione è affidata a un ente terzo di certificazione e controllo, al fine di garantire la massima trasparenza e serietà del sistema. Attraverso un percorso formativo personale e professionale, gli ispettori valutano e verificano l’applicazione concreta e il rispetto dei principi dell’agricoltura biodinamica nei processi produttivi. E’ disponibile fin da or a un servizio di consulenza per quanti richiedano maggiori delucidazioni in merito alla pianificazione di conversione aziendale e alle spese di certificazione. Per informazionI, servizio di consulenza tecnica Agri.Bio.Dinamica ,Tel 0173 748211, Fax 0173 748728, E-mail [email protected] , www.agribiodinamica.it/ (Agribionotizie) Europa SVEZIA. AUMENTA VELOCEMENTE IL CONSUMO DI BIOLOGICO Un forte sviluppo del consumo di biologico si è verificato in Svezia. Già nel 2006 con l’intervento dei Governi locali, venne garantita una distribuzione di cibo biologico all’interno delle mense pubbliche. L’obiettivo era quello di incrementarne il consumo dal 5% al 25% entro il 2010. Un esempio è la cittadina di Malmö in cui sono ben 35,000 i pasti serviti al giorno di natura esclusivamente biologica, anche all’interno delle scuole. A Malmö, dunque, l’obiettivo è stato già raggiunto. Ekocentrum e Swedish NGO dichiarano che, nei ristoranti, è invece del 40% l’aumento del consumo di prodotti biologici a differenza del solo 4% del 2005. (Ekocentrum) GERMANIA. BIOLOGICO DIRETTAMENTE DAL PERÙ Nel solo 2006 sono stati ben 29.7 i milioni i dollari americani fruttati al Perù per l’esportazione in Germania di prodotti biologici. È stato, dunque, calcolato un aumento del 50% nel corso dell’ultimo anno. La percentuale di crescita che è stata quantificata negli ultimi sei anni, invece, è del 39%. I più importanti prodotti esportati in Germania sono per il 92% caffè, seguito da banane per il 6%, cacao amaranto e pomodori. (www.prompex.gob.pe) BELGIO. STRADA ANCORA IN SALITA PER IL BIO Secondo i dati raccolti dal Bioforum sono 244 i milioni di Euro che in Belgio provengono dalla vendita di prodotti da agricoltura biologica. La maggior parte della produzione arriva dalla Wallonia (3.4%) seguita dalle Fiandre (0.5%). La spesa annuale pro capite, di prodotti biologici, ammonta a circa 23 Euro ed è nei Supermercati che si concentra il numero maggiore di clienti. Il settore vendita del biologico in Belgio in generale e in particolare a Bruxelles è completamente carente, basta considerare che in tutta la capitale belga non vi è un supermercato biologico. (Bioforum Belgium) Mondo IFOAM DÀ IL PATROCINIO ALL’ECO-PREMIO PROMOSSO DALL’AZIENDA BIO RAPUNZEL L’IFOAM, International Federation of Organic Agriculture Movements, dà il patrocinio al One World Award (OWA), il premio per il biologico promosso dall’azienda bio tedesca Rapunzel. “IFOAM è il partner perfetto per rappresentare questo importante premio", queste le dichiarazioni del Direttore Esecutivo Angela B.Caudle. I’OWA webpage (www.one-worldaward.com) contiene tutte le informazioni necessarie per partecipare a questa competizione tutta sostenibile. (Organic – market)