Decorare il tempo. Considerazioni e proposte sull`abbellimento
Transcript
Decorare il tempo. Considerazioni e proposte sull`abbellimento
n° 4 - Febbraio 2003 Decorare il tempo. Considerazioni e proposte sull’abbellimento pittorico degli orologi solari su intonaci di Ennia Visentin L a decorazione degli orologi solari ha rappresentato storicamente un modo di raffigurare ed esprimere la cultura e lo spirito artistico di un popolo. Oggi, grazie anche alla disponibilità di nuovi prodotti, possiamo - sulla base dei preziosi insegnamenti ereditati dal passato - ampliare ulteriormente le potenzialità che questa ‘arte minore’ consente. Allontaniamoci per un po’ dalla metodica osservazione degli astri, da antichi calendari e da ampiezze angolari misurate lungo l’Equatore Celeste e avventuriamoci in questo mondo fantasioso ma non meno rigoroso, per scoprire una storia di immagini da narrare. Linee, angoli, iperbole, lemniscate e quant’altro che lo gnomonista con paziente dedizione ha tracciato sulla parete, attendono di essere da noi impreziosite. Cogliamo quindi l’invito del D’Annunzio: «Affrettatevi! Intrecciate in ghirlande le rose belle per cingerne le ore che passano». Com’è noto, nel dare inizio alla sua opera, normalmente il pittore non si propone una raffigurazione pedissequa del reale, ma tende piuttosto a una sua interpretazione, spesso valorizzando nel miglior modo gli indizi che lo sguardo coglie. È il prolungamento del reale nel fantastico: la possibilità-propensione dell’immagine pittorica ad approfittare degli stimoli derivanti dall’ambiente circostante. Il quadrante solare vuol essere ‘raccontato’, accompagnato da immagini e messaggi della sua funzione, delle sue regole compositive, della sua essenza. Vuole uscire da quell’inesorabile silenzio che la parete vuota racchiude in sé. Pur lasciando al pittore totale libertà di esprimere la propria creatività, cerchiamo dunque di individuare gli elementi fondamentali che caratterizzano la decorazio- ne di un quadrante solare. È da considerarsi buona norma evitare il più possibile di dare l’impressione che la nostra opera sia estranea a ciò che la circonda, per forme, dimensioni, materiali, cromatismi e quant’altro. Il dipinto non è un quadro semplicemente tracciato sul muro, ma un semplice muro sublimato in dipinto, inserito nell’ambiente circostante (architettonico, naturale, culturale ...) senza soluzione di continuità. Cerchiamo quindi di rispettare il rapporto delle proporzioni con lo spazio architettonico che lo accoglie, per dimensione e forma. Anche le affinità - o i voluti contrasti - degli elementi stilistici devono tuttavia armonizzarsi con le caratteristiche dell’ambiente circostante. Qualsiasi eventuale riquadratura dipinta (cornice semplice o arricchita), deve tendere a collegare l’opera allo spazio che la accoglie. A tale scopo si possono per esempio richiamare motivi architettonici quali cornicioni e mensole; oppure materiali come marmi policromi, pietre e terrecotte presenti nella struttura; o ancora elementi naturalistici tipici di quel luogo, con un infinità di variazioni che di volta in volta l’ambiente stesso suggerisce all’osservatore più attento. La riquadratura diviene così elemento di collegamento ma anche chiave di accesso al quadrante solare e a tutte le informazioni in esso racchiuse. Un racconto dipinto. Un ‘viaggio’ dalle mille interpretazioni con il quale catturare l’attenzione dell’osservatore. Ma come affrontare la realizzazione di questo ‘viaggio’ metaforico? Prima di tutto, la scelta della collocazione dell’orologio solare sulla parete va effettuata valutando che lo spazio stabilito sia privo di elementi di disturbo e di impedi47 Gnomonica Italiana mento (finestre, cornici o altro), e che su tale superficie non vengano a proiettarsi - in nessun periodo dell’anno - le ombre di tettoie, cornicioni, edifici circostanti, arredi urbani, insegne, fronde di alberi. to da elementi storico-culturali (ricorrenze particolari, celebrazioni religiose, presenze architettoniche che caratterizzano il luogo, ecc.). I soggetti della decorazione possono essere arricchiti e ‘rafforzati’ da una ‘massima’, cioè da una breve frase dal significato emblematico e particolarmente pregnante. In funzione di fattori quali il gusto personale, l’ambiente, il contesto della scena dipinta e lo spazio a disposizione, la massima può avere natura filosofica, religiosa, ludica o allegorica, esprimendo metafore sul significato della vita, o semplicemente attingendo da citazioni di poeti, statisti, saggi. Nella gnomonica classica la lingua di riferimento per le massime è il latino, tuttora utilizzato per il suo carattere conciso e quasi ermetico. Negli orologi solari di più recente costruzione tuttavia le massime sono generalmente riportate in lingua italiana. Vi troviamo anche espressioni di saggezza popolare riportate nei vari dialetti regionali. Un buon equilibrio tra tutti gli elementi rappresentati nella decorazione è condizione essenziale per raggiungere i più elevati livelli sia estetici sia semantici. Spazi troppo pieni possono generare confusione rendendo il tutto di difficile lettura; d’altro canto ornamenti deboli o scarni possono svilire l’opera. Ritmo e armonia possono essere prodotti con una illimitata varietà di forme e linguaggi espressivi, senza ricorrere a eccessi ma avvalendosi di un’ampia libertà di disegno. Elementi grafici Stabiliti forma e dimensione come precedentemente descritto, si procede con l’inserimento degli elementi che caratterizzano - dal punto di vista tecnico - il quadrante solare. Attraverso opportuni calcoli, lo gnomonista traccia su questo spazio una linea centrale verticale, corrispondente al passaggio del sole al meridiano (linea oraria del mezzogiorno) e traccia le linee che si riferiscono alle altre ore del giorno in base alla declinazione della parete scelta. Le linee orarie si possono disporre in modi diversi a seconda del sistema di misurazione del tempo adottato. Spesso troviamo anche altre indicazioni: ·Linea solstiziale invernale: indica la minima altezza raggiunta dal Sole, è posta in alto e ha forma iperbolica; ·Linea equinoziale: divide l’anno in due parti, identifica primavera ed autunno, ed è posta trasversalmente; ·Linea solstiziale estiva: indica la massima altezza raggiunta dal Sole, è posta in basso e ha anch’essa forma iperbolica; ·Segni zodiacali: danno indicazioni sulle stagioni e sul calendario; ·Stilo polare o gnomone: è l’indicatore per la lettura del quadrante solare; ·Tabella dell’equazione del tempo: rappresenta la differenza tra il tempo indicato dall’orologio solare e quello convenzionalmente letto nei nostri orologi; ·Curva lemniscata (a forma di otto): è la rappresentazione grafica dell’equazione del tempo. TECNICHE ESECUTIVE E MATERIALI IMPIEGATI Una volta preparato il bozzetto che riproduce in scala il nostro quadrante solare, completo di dimensioni, forma, dati tecnici espressi graficamente, tema, ornamento ed eventuali massime, si procede definendo la tecnica pittorica da usare per la realizzazione della meridiana sulla parete. Tra le tecniche pittoriche più tradizionali e antiche troviamo: · Affresco · Mezzo fresco · Graffito. Elementi decorativi Sulla base del posizionamento di tutti questi elementi possiamo dare inizio allo sviluppo dell’ornamento pittorico, che inizialmente viene proposto in scala tramite bozzetto. Per gli amanti del fantastico, la stessa rappresentazione grafica degli elementi tecnici descritti diventa spunto per realizzare surreali giochi di forme, stravaganti chimere, tribali e simboliche rappresentazioni, fantasiosi astrattismi di forme e colori. Talvolta il soggetto della decorazione viene suggerito dal committente stesso, ad esempio proponendo raffigurazioni di scene di vita che lo coinvolgono direttamente (un evento particolarmente felice, una professione curiosa, un luogo caro, un passatempo perseguito con passione, …). In altri casi il soggetto è determina- Tra le tecniche pittoriche con materiali moderni troviamo: · Pittura ai silicati · Pittura ad acrilici · Pittura ai silossanici. Affresco La tecnica di esecuzione degli orologi solari più utilizzata nei secoli e che ci ha lasciato le tracce più belle e 48 n° 4 - Febbraio 2003 significative è senza dubbio quella della pittura ad affresco. I primi esempi di pittura parietale risalgono alla preistoria, mentre la tecnica dell’affresco appare accennata già nell’antico Egitto e in Mesopotamia. Grazie ai testi pervenuti fino a noi, possediamo dettagliate informazioni sulle tecniche usate dai Greci e dai Romani (Vitruvio, ‘De Architectura’). L’affresco è una tecnica pittorica che consiste nel dipingere sopra a un intonaco composto prevalentemente di calce spenta e sabbia, appena steso e ancora fig. 1 Affresco. Orologio solare in fase di realizzo. Si nota la giornata di lavoro nella parte cenfresco (da cui deriva il nome affresco). I trale con la tracciatura e dipintura delle linee orarie con i segni zodiacali, eseguita ad affresco. pigmenti - prevalentemente naturali, Ai lati si notano gli intonaci lavorati ad arriccio che in questo caso è composto da una malta di sabbia, calce e coccio pesto (vedi descrizione intonaci). Queste due superfici sono pronte per accuratamente macinati - vengono stem- accogliere l’intonachino e la decorazione ad affresco. perati e diluiti in sola acqua. Il colore penetra nell'intonaco, l’acqua evapora e attra- ni di intonaco di dimensioni limitate. verso un processo chimico (carbonatazione) l’anidride La tecnica dell’affresco richiede dunque padronanza e carbonica dell’aria trasforma la calce spenta in carbona- immediatezza nell’esecuzione. I colori asciugando cambiano tonalità; il disegno necessita di un’adeguata preto di calcio. Durante questa reazione chimica il colore viene inglo- parazione e in fase esecutiva è consigliabile evitare bato nell'intonaco e ‘cristallizza’ formando un tutt’uno ripensamenti. con esso. Aumentano in tal modo tono, brillantezza e GLI INGREDIENTI DELL'AFFRESCO trasparenza del colore, compattezza e durevolezza di tutto il supporto pittorico. È necessario evitare di dipingere nel periodo appena Pigmenti successivo alla stesura dell’intonaco, in quanto la pen- Non tutti i pigmenti possono essere usati ad affresco. nellata porterebbe a uno sgradevole impasto del pig- La causticità della calce ‘aggredisce’, infatti, il pigmento mento con la malta. Ideale è attendere circa un’ora dalla e in alcuni casi ne altera le caratteristiche cromatiche. stesura, ma la durata di tale periodo è determinata da Questi tipi di pigmenti vengono usati a secco, mescolauna serie di fattori tecnici e climatici: esposizione sola- ti con del legante e stesi sulla superficie quando il prore, ventilazione, stagione, umidità del luogo, spessore cesso di carbonatazione è completato. Nell’affresco il pigmento deve quindi essere stabile alla degli intonaci. L’ottimale è attendere che l’acqua usata per la miscela- luce e all’azione caustica della calce. Deve mescolarsi zione dei componenti della malta migri verso l’interno, perfettamente con l’acqua e il grassello di calce. Non nei vari strati dell’intonaco, lasciando così liberi i ‘pori’ deve scomporsi se miscelato con altri colori. dello strato in superficie. In questo modo l’acqua usata I colori in polvere vengono macinati, poi stemperati in per diluire il pigmento viene assorbita dall’intonachino poca acqua e lasciati in vasi chiusi per alcuni giorni, durante l’esecuzione pittorica, lasciando che il colore si prima del loro utilizzo. I pigmenti più comuni sono: depositi sulla superficie. Quando il supporto non assorbe più l’acqua stesa con Bianchi: Bianco S. Giovanni, Bianco di Titanio. la pennellata, si verifica una colatura del colore, la quale Gialli: Ocra gialla, Terra Siena Naturale, Terra Siena indica che l’acqua, precedentemente migrata verso l’in- Bruciata, Giallo di cadmio. terno, sta ora ritornando in superficie in fase d’evapo- Rossi: Ocra rossa, Rosso Pozzuoli, Rosso Verona, razione. L’intonachino sta asciugando, la calce spenta si Rosso Venezia, Rosso di cadmio, Caput Mortum. sta trasformando in carbonato di calcio. Se si continua Verdi: Verde Verona, Verde di cromo. a dipingere una volta asciutto l’intonaco, il colore può Blu: Blu egiziano, Azzurro di cobalto. spolverare in quanto debolmente legato alla superficie Bruni: Terra d’ombra naturale, Terra d’ombra bruciapittorica. Data la ‘finestra temporale’ molto limitata in ta, Terra di Kassel. cui si può lavorare, è consigliabile procedere su porzio- Neri: Nero vite, Nero d’ossa, Terra nera di Venezia. 49 Gnomonica Italiana composto da sabbia fine e/o polvere di marmo e calce (rapporto 2:1), e viene steso con uno spessore di pochi millimetri. Anche in questo caso si lavora con il frattazzo di legno o di spugna. Spessori elevati possono creare fenditure durante l’asciugatura. Tra uno strato di intonaco e l'altro la superficie va sempre bagnata. Il velo viene steso per una superficie suffifig. 2 Decorazione ad affresco completata. L’orologio solare è declinante verso est, con quadrante a ore mod- ciente per la giornata di lavoro. erne e stilo polare. Comprende anche il calendario stagionale con linea equinoziale e linee relative ai solstizi I margini vengono tagliati obliestivo ed invernale. Riferimenti mensili realizzati con i segni zodiacali. Fontanafredda -Pordenone, calcoli e qui per facilitare il collegamenrealizzazione: E. Visentin to con le porzioni di intonachino che si stenderanno nelle giornate successive. Leganti Nella pittura ad affresco si usano come legante: la calce Il disegno, precedentemente riportato a misura reale su carta, viene tracciato sull’intonachino attraverso due spenta, o il grassello di calce, oppure la calce aerea. La calce ideale per l’affresco mantiene le sue capacità tecniche: lo spolvero o l’incisione. Lo spolvero consiste adesive e contemporaneamente dimostra poca causti- nel praticare piccoli fori sulla carta lungo i contorni del disegno, il quale viene poi appoggiato sull’intonaco e cità. tamponato con un sacchetto di stoffa contenente colore in polvere. Inerti Gli inerti maggiormente usati sono la sabbia di fiume; L’incisione consiste appunto nell’incidere, con uno la pozzolana, materiale di origine vulcanica con caratte- strumento appuntito, i contorni del disegno dopo aver ristiche cementanti che conferisce proprietà idrauliche e steso la carta sopra l’intonachino fresco. maggior resistenza alla malta; il carbonato di calcio Il supporto è ora pronto per essere dipinto. (polvere di marmo), derivante dalla macinazione delle rocce calcaree, che crea una superficie compatta e resi- Mezzo Fresco Quando, seguendo le fasi descritte per l’affresco, si arristente; l’argilla cotta frantumata (coccio pesto). va a una fase molto avanzata di carbonatazione, è possibile continuare a dipingere aggiungendo al colore del Acqua L’acqua deve essere priva di sostanze acide. La miglio- legante che nel caso specifico è la calce stessa. Si parla perciò anche di pittura a calce. re è quella potabile, usata a temperatura ambiente. Mentre nel buon fresco la calce presente nell’intonachiStesura degli intonaci La pittura ad affresco necessita di un buon supporto murario che deve essere privo di polvere e bagnato abbondantemente. Il primo strato che lo ricopre, chiamato rinzaffo, è composto da sabbia grossa e calce, con uno spessore tra 1 e 2 cm. Quando asciutto, si stende il secondo strato, l’arriccio, dallo spessore di alcuni millimetri, composto da sabbia media e calce (rapporto 2:1) e viene lavorato fig. 3 Quadrante solare eseguito su intonaco tradizionale di calce e sabbia a diversa granulometria. con un frattazzo in legno. L'ultimo strato ‘velo’ è composto da carbonato di calce e grassello di calce. Dipinto ad affresco nella Il terzo strato, - e generalmente l’ulti- fase iniziale e terminato a calce con pigmenti. Declinazione 180° sud. Stilo polare. Pordenone. mo - chiamato intonachino o velo, è Proprietà dell’autrice E. Visentin. 50 n° 4 - Febbraio 2003 (oppure un velo di grassello). Applicato il disegno a spolvero o a incisione, si asporta l’ultimo strato o gli ultimi strati di intonachino, usando arnesi tipo raschietti o punteruoli. Si realizzano disegni sia monocromi, con effetto chiaroscurale molto intenso, sia policromi, frutto della stesura di più strati di intonaci variamente colorati, con lo scopo di ottenere effetti di colore particolarmente contrastanti. In passato lo strato di intonaco inferiore conteneva carbone macinato, mentre quello superiore era a base di carbonato di calcio o coccio pesto. Come per l’affresco, i pigmenti usati per il graffito devono essere stabili alla calce e il tempo di realizzo è limitato dal processo di presa. no è sia legante per il supporto, sia - attraverso la carbonatazione - legante per i colori, in questo caso essa rappresenta esclusivamente il medium o legante del colore perché l’intonachino è ormai asciutto o quasi. Il colore quindi non è conglobato nell’intonachino come per l’affresco, ma è sovrapposto a esso in un momento successivo. Le pennellate risultano quasi a rilievo e i colori diventano più corposi. La trasparenza e la brillantezza tipica dell’affresco vengono, però, attenuate. È consigliato usare la pittura a calce (stesa quindi a secco sull’intonaco) con grande cautela perché non offre la garanzia di durevolezza che caratterizza l’affresco. L’azione dell’anidride carbonica, che trasforma la calce spenta in carbonato di calcio, è minima, poiché penetra in strati relativamente sottili, permettendo così alla pittura a calce di fare poca presa. Questa pittura, eseguita in un esterno, dimostra poca resistenza al dilavamento dell’acqua piovana e al contatto. Inoltre l’inquinamento atmosferico presente nelle nostre città aggrava ancor più il deterioramento delle tinte. Per limitare questi inconvenienti e aumentare la resistenza della calce eliminandone anche la polverulenza, è buona norma aggiungere alla pittura (sempre se stesa su intonaco secco) dei leganti in percentuale massima del 10% rispetto alla quantità della calce. Questi leganti, comunemente chiamati colle, possono essere di varia natura. Tra le colle di origine naturale, utilizzabili per gli esterni, figurano: · Colle derivate dal latte (latte, caseina, …). · Colle derivate dall'uovo (colla di albume e di tuorlo). Tra le colle d’origine artificiale troviamo le resine acriliche e poliviniliche. È molto importante provare di volta in volta la tinta preparata con le colle prima di intervenire sulla superficie definitiva da dipingere. Va segnalato che l’utilizzo di resine plastiche, da un lato può eliminare gli inconvenienti della pittura a calce, dall’altro snatura le caratteristiche della stessa, limitando la traspirazione delle superfici dipinte e diminuendo ulteriormente lucentezza e trasparenza. Graffito Nella realizzazione del graffito si opera come per l’affresco, preparando lo strato di arriccio sul quale successivamente si stende un intonaco colorato e lo si lascia asciugare completamente. Si bagna quindi la superficie e si stende un secondo strato con colore diverso dal primo TECNICHE PITTORICHE MODERNE Pittura ai Silicati La pittura ai silicati, conosciuta anche come pittura minerale, venne ideata e perfezionata nella metà del XIX secolo in Germania, a opera di A.W. Keim. I silicati di sodio o di potassio vengono utilizzati come leganti e fissativi per il colore (polveri minerali). Essi formano un corpo unico con l’intonaco in quanto formato o da cemento e sabbia (entrambi di natura silicea), o da calce, che risulta compatibile con i silicati perché ambedue basici. Questa tecnica ricorda molto l’affresco; entrambi infatti non formano una pellicola sulla superficie intonacata ma cristallizzano all'interno di essa, con la differenza che la pittura ai silicati viene stesa su una superficie completamente essiccata. È bene ricordare che l’intonaco di calce completa totalmente la sua presa in sei mesi e l'intonaco di cemento in un anno. fig. 4 Orologio solare eseguito con pittura ai silicati di potassio su facciata precedentemente trattata a velatura con lo stesso materiale. Lo stilo polare è realizzato in ferro battuto riprendendo il disegno del tralcio di vite dipinto. Le linee orarie indicano il periodo invernale ed estivo. Dimensione cm. 350 x 200. Pordenone. Calcolo e realizzazione: E. Visentin 51 Gnomonica Italiana Pittura ad Acrilici Gli acrilici sono colori composti da pigmenti inorganici con legante a base di resine acriliche; non penetrano nell’intonaco, bensì formano una pellicola in superficie. Utilizzati su vasta scala negli ultimi trent’anni, la loro diffusione è stata favorita dal facile impiego in quanto veloci nell’asciugare, solubili in acqua e adatti sia per l’esecuzione di decorazioni con la tecnica dello ‘stencil’, sia per le tecniche decorative poco sofisticate. La vasta gamma di colori già pronti richiede per l’utilizzo la semplice diluizione in acqua. Nel caso di ripensamenti è possibile lavare via la parte appena dipinta con una spugna umida. È importante tenere presente che questi materiali non hanno in esterno una grande durata nel tempo, in quanto possono scolorire e scrostarsi a causa degli agenti atmosferici. fig. 5 Orologio solare con scena agreste e massima in lingua friulana. ‘Seme fonte di vita e speranza’ Aiello del Friuli - dimensione cm 200 x 250. Silicati di potassio. Calcolo Aurelio Pantanali - Aiello del Friuli. Realizzazione E. Visentin. I colori sono resistenti alla luce e all’aggressione degli agenti atmosferici, permettendo una buona traspirazione della superficie dipinta. Sono molto usati nelle località dove si possono verificare ampie escursioni termiche. Le possibilità di impiego vanno dalle facciate di vaste dimensioni a piccoli spazi dipinti, così come dalle tonalità molto scure a quelle chiarissime. Quando si usano le tinte ai silicati è buona abitudine stendere i fondi passando il primo strato sempre dallo stesso verso, orizzontale o verticale, evitando di ripassare più volte sullo stesso punto. Attendere almeno dodici ore per poi stendere il secondo strato, seguendo le stesse indicazioni usate per il primo. Il colore, una volta asciutto, schiarisce leggermente. La pittura è irreversibile una volta asciutta, per cui è opportuno proteggere le zone che non devono essere dipinte e porre particolare attenzione a parti in metallo, ceramica, vetro e pietre naturali, che potrebbero trovarsi vicine alla zona da dipingere. Caratteristica che rende particolarmente apprezzato il silicato è il fatto che i materiali trattati con questa sostanza diventano ignifughi, in quanto carbonizzano senza infiammarsi, in caso di incendio. Possono essere considerati ecologici, perché non inquinanti né in fase di produzione né durante l’applicazione. Per quanto riguarda la manutenzione delle superfici dipinte, è sufficiente lavare con abbondante acqua le decorazioni dalla polvere e dallo sporco, dopo dieciquindici anni. Lasciar quindi asciugare completamente e applicare il silicato di sodio o di potassio diluito in acqua. fig. 6 Orologio solare declinante verso ovest con ore francesi e stilo polare. La tonalità usata nella bordura che incornicia il quadrante riprende i giochi di colore usati per i balconi e i tendaggi esterni dell’abitazione. I due segni zodiacali indicano i periodi di nascita dei committenti. Colori acrilici. S. Quirino - PN. Calcolo e realizzazione: E. Visentin Pittura ai Silossani I colori a base di silossanici sono - come indica il nome - composti con resine silossaniche (polimeri silicei di elevata traspirabilità) e pigmenti inorganici. Sono stati molto usati nell'ultimo decennio per le loro caratteristiche di traspiratibiltà e idrorepellenza. L’umidità presente nelle murature fluisce verso l’esterno, mentre è limitato l’assorbimento di acqua piovana mantenendo una superficie più asciutta e con minor formazione di muffe, muschi e sostanze organiche. La resa estetica è simile a quella ottenuta attraverso le pitture ad acqua o acriliche. 52 n° 4 - Febbraio 2003 fig. 7 Orologio solare inserito nel contesto decorativo di un intera facciata a finta architettura. Nel quadrante è rappresentata la veduta sul lago di Barcis. Le ore indicate sono solari, l’orientamento è verso est, lo stilo polare. Barcis -Pordenone. La decorazione a silossanici è stata realizzata dal Gruppo Decoratori Artigiani di Pordenone di cui fa parte l’autrice dell'articolo. CONCLUSIONI Abbiamo velocemente passato in rassegna le principali tecniche decorative e le pitture usate nella decorazione parietale con metodi antichi e moderni. Molto spesso la decorazione di un quadrante solare viene eseguita dopo che la facciata è stata tinteggiata, influenzando così la scelta dei materiali da usare, in quanto questi devono essere compatibili con quelli usati sull'intonaco. A meno che non si decida di reintonacare o rasare lo spazio stabilito per la nuova opera e quindi di dipingere con la tecnica ritenuta più idonea, è importante avere le informazioni necessarie sul tipo di materiale già usato e valutare eventuali e successivi interventi. Ricordiamoci che in presenza di edifici costruiti e dipinti con sistemi tradizionali è buona abitudine avere il massimo rispetto per le preesistenze e valutare attentamente materiali, tecniche e soggetti di ogni intervento, sia che si opti per una filosofia di ‘continuità’, sia che si decida per una dialettica tra il nuovo e il passato. Le antiche tecniche pittoriche, usate per i quadranti solari, hanno espresso nel corso dei secoli diverse caratteristiche in termini di pregi e difetti, lasciandoci testimonianze di grande maestria nelle tecniche pittoriche e di pregevole competenza nella scelta di materiali. Per quanto riguarda invece tutte le tecniche pittoriche e i materiali messi a punto negli ultimi cinquant’anni, abbiamo a disposizione una limitata esperienza in campo applicativo, forse troppo breve per poter stabilire con certezza la loro reale validità. fig. 8 Particolare della meridiana. Siamo giunti a destinazione del ‘viaggio’ percorso insieme attraverso una varietà di elementi e spunti, che auspichiamo ci aiutino a riscoprire quella sensibilità che nel passato mani esperte hanno saputo fondere in tanti bei esempi di orologi solari, che spesso ancor oggi ci è dato modo di ammirare. Bibliografia: GIUSEPPE RONCHETTI, Pittura murale, ediz. Cisalpino Goliardica, reprint antichi manuali Hoepli, Milano, 1983. GIORGIO FORTI, Antiche ricette di pittura murale, Cierre Edizioni, Verona, 1983. 53