Allegato al programma trekking 2016

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Allegato al programma trekking 2016
PERCHE’ FARE TREKKING?
Camminare in un bosco, su un sentiero di montagna o in pianura, ammirando le bellezze del paesaggio
che ci circonda, senza fretta, per sentirsi bene: questo è il trekking. Un’attività fisica alla portata di
tutti, che può essere svolta ovunque e in qualsiasi stagione e che apporta numerosi benefici fisici e
psicologici. Sono migliaia gli escursionisti che, in queste domeniche di inizio estate, camminano, zaino
in spalla, a poche decine di chilometri dalle città, per dimenticare per un giorno traffico e smog e
riappropriarsi di un’azione tanto naturale quanto dimenticata: camminare. Parliamo di trekking con il
dottor Massimo Tanzi, specialista in medicina dello sport in Humanitas.
Andare per gradi
“Anche se il trekking è un’attività fisica alla portata di tutti, che non presenta particolari
controindicazioni, è necessario procedere per gradi – avverte il dottor Tanzi. Quando si inizia ad andare
a camminare è bene scegliere percorsi facili, brevi, senza un forte dislivello. Anche se il camminare è
un meccanismo naturale, infatti, la vita moderna porta spesso a una eccessiva sedentarietà:
l’automobile, i mezzi pubblici, l’ascensore, le scale mobili prendono il sopravvento sul muoversi a
piedi. Nelle prime uscite è meglio rimanere nei dintorni, scegliendo itinerari in pianura, nei boschi o in
campagna, della durata di un paio d’ore. La difficoltà di un percorso non è rappresentata solo dalla
lunghezza, ma anche del dislivello presente: salite molto ripide vanno evitate nelle prime escursioni”.
Basta poca preparazione
“Quando si decide di dedicarsi al trekking ci si può preparare ricominciando innanzitutto a camminare
in città ed evitando, quindi, o limitandolo, l’utilizzo dell’auto, dell’ascensore e delle scale mobili.
Anche la corsa o la camminata a passo sostenuto, in un parco, per mezz’ora almeno due volte alla
settimana, può costituire un buon allenamento per il trekking, per preparare muscoli, cuore e polmoni
alle escursioni nella natura. La migliore preparazione, comunque, è rappresentata proprio dal fare
trekking: iniziando a camminare, per gradi, tutte le domeniche, ci si prepara a percorsi più impegnativi.
Questa attività necessita anche di un po’ di preparazione “psicologica”: si deve essere consapevoli che
a camminare si fa un po’ di fatica, senza quindi lasciarsi scoraggiare troppo facilmente”.
Benefici fisici e psicologici
“Il contatto con la natura, il silenzio, la soddisfazione di riuscire a percorrere un certo numero di
chilometri, costituiscono già importanti fonti di benessere. Si aggiunga il fatto che, durante l’attività
fisica, l’organismo libera i cosiddetti ormoni del benessere, l’endorfina e la serotonina, sostanze che
aiutano a combattere la depressione. Il trekking, inoltre, permette di rassodare e tonificare i muscoli
delle gambe e dei glutei e gli addominali. Si hanno benefici in termini di fiato e di resistenza allo sforzo,
poiché il camminare stimola la circolazione e allena cuore e polmoni. Il trekking un’attività alla portata
davvero di tutti. Fa bene anche ai bambini, che troppo spesso perdono l’abitudine a camminare e
facendo trekking hanno l’occasione di conoscere la natura e di imparare a rispettarla. In assenza di
grave insufficienza cardiaca o di seri problemi alle articolazioni, tutti possono praticare liberamente
questa attività”.
Solo con gli scarponcini
“Un buon paio di scarponcini da trekking costituiscono il requisito indispensabile per poter camminare
bene, senza farsi male. Si deve assolutamente evitare, quindi, di andare a camminare con le classiche
scarpe da ginnastica! Lo scarponcino adatto, infatti, è dotato di suole rigide o semirigide antiscivolo,
che garantiscono un appoggio sicuro del piede. E’ indispensabile che la calzatura da trekking sia alta,
così da preservare le caviglie dalle distorsioni, un incidente molto comune durante le passeggiate su
terreni accidentati”.