Le Coppe di Khodynka, 2015

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Le Coppe di Khodynka, 2015
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Le “Coppe dei Dolori” e la Tragedia di Khodynka
Navigando su internet talvolta può capitare d’imbattersi in alcuni esemplari di questo particolare oggetto. Questi
bicchieroni (o tazze) in smalto su acciaio evidenziano una alta qualità di difficoltà esecutive. Ne sarebbero state
fabbricate circa 400.000 copie in una manifattura di San Pietroburgo. La loro storia è particolarmente curiosa e
s’intreccia con gli ultimi anni della dinastia Romanov.
RUSSIA, 1896. Da un paio d’anni, lo zar Nicola II ha ereditato il trono dal defunto padre Alessandro III. Il giovane,
sicuramente poco pratico di politica e diplomazia, si era recentemente sposato con la nobile tedesca Alice d’Assia, che
per l’occasione aveva dovuto convertirsi all’Ortodossia col nome di Alessandra Fëdorovna. Il 26 maggio, Nicola II fu
formalmente incoronato “Imperatore e autocrate di tutte le Russie” e, come da tradizione, ci si aspettava che avrebbe
tenuto un grande banchetto celebrativo per il popolo. Nessuno poteva aspettarsi che l’evento si sarebbe tramutato in
una delle più grandi tragedie della storia.
Il 29 maggio iniziò a girar voce che, oltre alle pietanze offerte dallo zar, si sarebbe donato a ciascuno dei presenti
qualcosa di prezioso – forse addirittura una moneta d’oro in ogni tazza di birra. In realtà, i doni consistevano in
una pagnotta, 200 grammi di salsiccia, pane di zenzero, 750 grammi di dolcetti e qualche gadget fra cui una tazza di
birra con decorazioni commemorative. Quella che vedete in fotografia all’inizio di questo articolo è proprio una di
queste tazze per la birra, realizzate in ferro e decorate con smalto bianco e decalcomanie coi monogrammi N e A dei
due regnanti, gli stemmi dei Romanov e motivi geometrici. Le tanto desiderate monete erano in realtà solo dei gettoni
commemorativi da distribuire fra i presenti.
Vladimir Makovskij, “Khodynka”, acquarello, 1899
Purtroppo, il luogo scelto per il banchetto si rivelò del tutto inadeguato a un evento di questa portata: Khodynka
(Ходынка) era un campo di addestramento militare nei pressi di Mosca, costellato di buche e trincee che purtroppo
si rivelarono catastrofiche. Un’enorme folla si ammassò al campo di Khodynka in un numero ben oltre le aspettative.
Intorno alle cinque di mattina del giorno successivo, mezzo milione di persone erano già confluite nel campo.
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Improvvisamente circolò tra il popolo una voce che sosteneva che non c'erano abbastanza birra o regali per tutti,
creando in tal modo le premesse per la tragedia. Le forze di polizia non riuscirono a mantenere l'ordine pubblico e a
sfollare quanti si erano radunati. L'ondata di panico e isteria collettiva che ne seguì non durò più di quindici minuti,
tuttavia bastò per fare ben 1389 vittime e centinaia di feriti, calpestati o caduti nelle buche che disseminate nel campo.
L’opinione pubblica dell’epoca, alquanto superstiziosa, vide in tutto questo un cattivo presagio. Lo zar e la zarina
intendevano ritirarsi in preghiera per le vittime, ma gli zii del nuovo sovrano fecero pressione perché la coppia
partecipasse comunque a un ballo di gala con l’ambasciatore francese, per rinforzare l’alleanza franco-russa. I due
cedettero ed è quasi inutile dire che questo gesto fu interpretato nel peggiore dei modi dalle masse, segnando l’inizio
di una profondissima rottura fra i novelli regnanti e il popolo russo. A nulla bastarono i 90.000 rubli di risarcimento alle
famiglie di ogni vittima e le bottiglie di vino inviate ai feriti in ospedale per riottenere i favori del popolo. La leggenda
vuole che fu proprio la zarina, afflitta dagli eventi, a soprannominare “Tazze dei Dolori” gli oggetti che avevano causato
indirettamente la morte di tante persone. Tutto il resto è scritto nei libri di storia: Nicola II fu costretto ad abdicare nel
1917 nel pieno della rivoluzione russa. Rifiutati dai principali sovrani europei, Nicola II, la moglie, i figli e alcuni membri
fidati della corte subirono l’imprigionamento e l’esecuzione che avvenne il 17 luglio 1918. Ingiustamente divenuti
oggetto d’odio e propaganda politica antimonarchica durante tutto il periodo sovietico (per cui lo zar divenne noto
come “Nicola il Sanguinario”), oggi gli ultimi Romanov sono venerati come santi e insigniti del titolo di “portatori della
Passione” nella Chiesa Ortodossa Russa, in seguito alla loro canonizzazione avvenuta il 14 agosto 2000.
Lo zar Nicola II con la moglie, il figlio e le quattro figlie in una foto d’epoca e in un’icona ortodossa.
Curiosità: le altre “coppe” in decalcomania a smalto
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Sempre nel 1896, Antip Ivanovič Kuzmičev, un’azienda moscovita produttrice di pezzi unici in smalto cloisonné
d’alta qualità, ha realizzato per Tiffany una versione di pregio della “Tazza di Khodynka”, evidentemente a scopo
celebrativo. Del tutto simile ma di colore prevalentemente blu, la Tazza anziché in acciaio è realizzata in argento
88 (91,66% argento puro, 8,34% di rame e altri metalli) bagnato in oro prima della smaltatura.
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Le Tazze di Khodynka non sono un caso unico: sembra che a cavallo fra Ottocento e Novecento ci fosse una vera
e propria “moda” di offrire pasti e bevande al popolo, corredando il tutto con “souvenir” a tema
commemorativo. Due esempi notevoli vengono dall’Inghilterra. Il primo caso riguarda la Regina Vittoria che per
114 anni ha avuto il record del regno più lungo in Inghilterra, ben 63 anni e 216 giorni, prima di essere battuta
da Elisabetta II il 9 settembre 2015. Nel 1897, la settantottenne regina d’Inghilterra celebrò pubblicamente i
suoi sessant’anni di regno (Giubileo di Diamante) in un evento cui parteciparono delegati da tutto l’Impero
britannico, rappresentanti dai regni europei e, soprattutto, molta gente comune. Fu in questo contesto che
furono realizzate delle tazze celebrative, usando la stessa tecnica delle tazze di Khodynka (ferro smaltato di
bianco con decalcomanie colorate), su cui sono raffigurati la Regina e le date 1837 e 1897. Potrebbe sembrare
un caso, ma più probabilmente non lo è: la Regina Vittoria, infatti, era nonna di Alessandra Fëdorovna
Romanova, la zarina di Russia coinvolta, suo malgrado, nei nefasti eventi di Khodynka!
Una tazza del Giubileo di Diamante vista da quattro angolature diverse.
Potete vedere l’effige della regina e le date 1837-1897.
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A sinistra: l’Incoronazione della regina Vittoria in un dipinto di George Hayter (primo pittore di corte sotto il regno di
Vittoria fino al 1871). A destra: Ritratto della regina Vittoria durante il Diamond Jubilee.
 Quello della regina Vittoria non è l’unico caso inglese di uso delle tazze smaltate. Alla sua morte nel 1901, il figlio
Edoardo VII e la consorte Alessandra ereditano la corona. L’incoronazione è prevista per il 26 giugno 1902, ma
a causa di un intervento chirurgico d’urgenza del re, viene procrastinato al 9 agosto. In quell’occasione, re
Edoardo decide di imitare Nicola II e offre 500.000 pasti gratuiti per i poveri di Londra. Anziché raccogliere tutti
in un solo luogo, Edoardo fa organizzare 800 punti di ristoro sparsi per la capitale, evitando di ripetere l’errore
dello zar Nicola. Per questa occasione vengono prodotte delle tazze celebrative con lo stemma reale, le foto del
re e della regina e le iniziali dei due regnanti (E ed A) intersecate. Il re contribuì con la ragguardevole cifra di
30.000 sterline dalle casse famigliari, il resto fu invece fornito da aziende “sponsor”. Notevole fu in particolare
il contributo del produttore e commerciante di beni alimentari Sir Thomas Lipton (sì, proprio quello del tè!) che
si occupò dell’organizzazione dei banchetti.
Una tazza dell’Incoronazione di Edoardo VII vista da due angolature diverse.
 A quanto pare, anche I reali d’Olanda non sono rimasti immuni alla moda delle tazze smaltate! In particolare,
nel 1898 i Paesi Bassi fecero realizzare due tipi di tazze smaltate con lo stesso stile delle coppe di Khodynka o di
quelle celebrative in Inghilterra. L’occasione per cui furono realizzate è l’incoronazione formale della regina
Guglielmina. Nata nel 1880, Guglielmina ereditò tecnicamente il trono dal padre alla morte di quest’ultimo nel
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1890, ma avendo solo 10 anni non esercitò all’epoca alcun potere e sua madre divenne Reggente in suo nome.
Proprio sua madre, Emma, era sorella di Elena, che era stata data in sposa al principe Leopoldo d’Inghilterra,
figlio della regina Vittoria e notoriamente malato di emofilia. Proprio per questo particolare legame fra le due
casate di regnanti, nel 1895 la quindicenne regina d’Olanda incontrò la regina Vittoria in un incontro
diplomatico, durante il quale Vittoria sviluppò una particolare stima nei confronti della ragazza, tanto da dire di
lei che la trovava “snella e graziosa e sembra una ragazza molto intelligente e molto perbene. Parla un buon
inglese e sa comportarsi con maniere affascinanti”. Questi rapporti furono però in parte incrinati dalla Seconda
Guerra Boera (1898-1901) che vide Regno Unito e Olanda in lotta fra loro per motivi coloniali – tensione che fu
risolta solo da re Giorgio V. Ma questa è, come si suole dire, un’altra storia… Divenuta diciottenne, Guglielmina
fu intronizzata il 6 settembre 1898. Per l’occasione furono prodotti diversi oggetti celebrativi, fra cui le due tazze
già menzionate. Un primo tipo, alto circa 8 cm, raffigura Guglielmina di profilo e lo stemma regale con il motto
nazionale olandese, Je Maintiendrai.
Un secondo tipo, alto circa 11,5 cm, ha decorazioni più semplici e la raffigurazione frontale della regina. Di questa
tazza conosciamo anche con certezza i realizzatori, la Berk Kampen & Zoon, azienda dedicata alla lavorazione
dei metalli e alla smaltatura dei metalli. Non possiamo escludere che l’azienda abbia prodotto anche le altre
tazze.
Fondata nel 1851 da Henry Berk, esperto nella lavorazione del rame e del ferro, l’azienda si dedica alla
produzione di utensili in metallo come pentole e padelle. L’azienda si stabilì nella città di Kampen per motivi
logisitici, vista la presenza di tre caserme in zona con una forte richiesta di contenitori in ferro. Dal 1885, con
l’apertura di un nuovo capannone a Brunnepe, l’azienda si dedica anche alla produzione di articoli smaltati.
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Locandina pubblicitaria della “Fabbrica dello smalto” Berk Kampen & Zoon con riproduzione di uno stabilimento.
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Guglielmina fece realizzare delle altre tazze dello stesso tipo anche nel 1901 in occasione del suo matrimonio
con Enrico di Meclemburgo-Schwerin.