Atto di indirizzo per la definizione e perimetrazione delle aree a

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Atto di indirizzo per la definizione e perimetrazione delle aree a
AUTORITÀ DI BACINO
DELLA PUGLIA
L.R. 9 Dicembre 2002 n. 19
C/o INNOVA PUGLIA S.P.A - (EX TECNOPOLIS CSATA)
Str. Prov. per Casamassima Km 3 - 70010 Valenzano – Bari
tel. 080 4670209 / 567 - fax. 080 4670376 - C.F. 93289020724
www.adb.puglia.it e-mail: [email protected]
Atto di indirizzo per la definizione e perimetrazione delle aree a pericolosità
geomorfologica in ambito costiero
(approvato nella seduta del Comitato tecnico del 29/11/2010)
1. Premessa
La f inalità del presente Atto di indir i zzo è quella di indicare una procedura
operat iva per individuare la pericolosità geomorfologica dei sit i costieri de l
territorio di competenza dell'Autor ità di bacino della Puglia, in modo da render e
più trasparente la concerta zione tr a soggett i pubblici e pr ivat i all'att o
dell'applica zione degli artt. 24 e 25 delle NTA del PAI vigente.
Il presente Atto di indir i zzo si applica alle casistiche di seguito indicat e:
- tratti di costa classificabili come "non erodibili";
- tratti di costa classificabili come "erodibili";
- sistemi dunari costieri.
Per ciascuna delle tipologie indicat e, valgono i seguent i criter i per la
defini zione e perim etrazione delle aree a pericolosità geomorfologica in ambito
costier o.
Per le pr ime due casist iche il riferimento per la defini zione delle
caratterist iche geologiche dei sit i è costituito dalla " Cart a geo-litologica della
Puglia e relat ive not e illustrat ive, basata sulla elabora zione e sintesi della Carta
Geologica d'Italia scala 1:100.000", prodotta dal Dipart imento di Geologia e
Geofisica dell' Università degli Studi di Bari, a seguito di specifica conven zione
con l' Autor ità di Bacino della Puglia (Responsabile della Conven zione Prof.
Marcello Tropeano) e pubblicata sul por tale int ernet dell' Aut orità di Bacino della
Puglia (www.adb.puglia.it) con le relative note esplicative in allegato al pr esent e
atto.
Per la ter za casist ica, i siti di rifer iment o sono quelli indicat i con la di zione
"cordoni dunari" all' interno della Carta I drogeomorfologica della Regione Puglia,
redatta dall' Autor ità di Bacino della Puglia, pubblicata sul portale inter net della
stessa Autorità.
Il presente atto di indir i zzo non è rif eribile ai tratti di cost a in element i
sciolt i, def initi all' interno della Carta Idrogeomorfologica della Regione Puglia
come "spiaggia".
2. Metodologia di analisi dei tratti di costa classificabili come "non er odibili"
I tratti di costa da esaminare per le eventuali perimentra zio ni delle aree a
pericolosità geomorf ologica appartengono alle unità come di seguito denominate:
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Carbonati
Carbonati
Carbonati
Carbonati
Carbonati
Carbonati
di
di
di
di
di
di
margine e di scar pata (Paleogene);
bacino ( Giurassico- Cretaceo);
scarpat a (Giurassico- Cretaceo);
Piattaforma (Giurassico-Cret aceo);
piattaf orma aperta (Paleogene-Miocene);
piattaf orma aperta (Pliocene medio- Pleist ocene inf.).
Nei tratti di costa caratteri zzat i dalla presen za delle suddette unit à
lit ologiche, si devono individuar e come aree a per icolosità geomorfologica molt o
elevata ( PG3), quelle in corrisponden za della presen za di grotte carsiche o altre
forme significative di dissolu zione carsica ( inghiott itoi, vor agini, po zzi di crollo,
sprofondament i, ecc. ), e quelle per le quali la debole zza strutturale connessa alla
presen za di giunt i di discontinuità per vasivi (piani di stratifica zione, sistem i di
fratturazione, faglie) , documentata dall'esisten za di tracce di crolli o ribaltamenti,
rendono gli ammassi rocciosi interessati poten zialmente instabili in rapporto
all'equilibrio geomorfologico.
In particolare, in presen za di gr otte ovvero altre f orme di vuoti carsici
signif icat ivi, ricavat i sia dall'analisi di documenti tematici e fotografici ufficiali, sia
a seguito di rilievo diretto in sito, si deve procedere alla definizione di un poligono
cartografico di area a più elevata pericolosità geomorf ologica ("PG3"), che
contiene l' impront a cartografica del vuoto carsico (ove noto e disponibile), oltre
una fascia esterna estesa per una larghezza non infer iore a 5 metri.
Quando del vuoto di origine carsica sono note solo le coordinate del sito di
ingr esso, ad esso deve essere attribuito, sempre in area classif icata " PG3", una
fascia perim etrale (rispetto al sito an zidet to) di raggio non inferiore a 5m.
In presen za, invece, di testimonian ze di fenomeni di crollo o di dissesto
geomorfologico in genere, sulla scorta delle analisi e inter preta zione dei
cinematism i già avvenuti e/o di quelli possibili, si deve individuare un poligono
cartografico di ar ea a più elevat a per icolosità geomorfologica (PG3),
comprendente l'inter o tratto costiero dissestato, dalle quote più elevate avent i le
stesse caratter istiche di acclività fino all' interse zione del versante con il livello
del mare. In presenza di tratt i di spiaggia tra il piede della falesia e la linea di
riva, nonchè intersezione delle foci delle lame e/o gravine (e/o geometr ie
comparabili) con il sistema costiero, l'area a pericolosità geomorfologica molto
elevata (PG3), dovrà essere est esa alla stessa spiaggia (poten zialmente
interessata dagli effetti di fenomeni di scivolamento, rotolamento e distacco con
spostament i cinematici), per un tratto di prof ondità, a par tire dal piede della
falesia, valut ato a seguito di analisi specifica dei luoghi.
Aree a per icolosità geomorfologica elevata ("PG2"), altresì, devono esser e
individuate, di regola, secondo il cr iterio di una fascia esterna di estensione non
infer iore a 30 metri, all'intorno delle ar ee PG3 quando r iferite alla pr esen za di
cavità carsiche, ovvero di profondità almeno uguale all'alt ezza della falesia, a
partire dalle aree perimetrate PG3, nel caso di per icolosit à conseguente alla
testimonian za di dissesti pregressi. Valori inferiori delle ampie zze delle suddette
fasce a per icolosit à geomorfologica elevata (PG2) possono ecce zionalmente
essere adottati, qualor a lo consentano le condi zioni morfologiche dei luoghi,
valutate secondo criteri pruden ziali, sulla scorta di indagini e di dati sperimentali
in sito.
Ulter ior i aree da classif icare a per icolosità geomorfologica elevata (PG2),
possono essere def inite, dai tecnici dell'Autorità di Bacino, a seguito di analisi
specifica dei luoghi, nell' ipotesi che la configura zione morfologica, le
caratterist iche litostratigrafiche e quelle strutturali dell'ammasso roccioso
costituente la falesia siano tali da rendere pot en zialmente probabili fenomeni di
dissesto e/o di crollo costiero.
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3. Metodologia di analisi dei tratti di costa classificabili come "erodibili"
A questa categor ia di tratti di costa appartengono, in pr im a analisi e fatte
salve le specifica zi oni di cui ai capoversi successivi, le unità individuate nella
legenda della citata "Carta geo- litologica della Puglia e relative note illustrat ive,
basata sulla elaborazione e sintesi della Carta Geologica d'Italia scala
1:100.000", non comprese nella categoria di rocce "non erodibili", ovvero non
attribuibili alla casistica delle "spiagge" e dei "cordoni dunar i", def initi all'interno
della Carta Idrogeom orfologica della Regione Puglia.
Le
"rocce
erodibili",
soggette
a
valuta zione
della
pericolosit à
geomorfologica, sempre con rifer iment o alle unità litologiche della Carta geolit ologica della Puglia, sono quelle di seguito elencate:
-
ghiaie e pietrischi di versant e e di conoide alluvionale (Pleistocene sup.
- Olocene);
sabbie di piana cost iera (Pleistocene sup. - Olocene);
silt, argille, sabbie e ghiaie di ambiente alluvionale (deposit i di
fondovalle) (Pleistocene sup. - Olocene);
silt e argille lagunar i e palustri (Plest ocene sup. - Olocene);
silt e argille residuali eluviali e colluviali (Pleistocene sup. - Olocene);
sabbie e ghiaie di ambiente alluvionale (Deposit i cont inentali terra zzat i)
(Pleistocene sup. - Olocene);
Brecce Calcaree di versante (Pleistocene)
argille, argille siltose e argille marnose di piattaforma ( Pliocene medio Pleistocene medio);
sabbie e ar enar ie, ghiaie e conglomer ati, calcarenit i, silt e argille di
ambiente di transi zione e/o cont inentale (depositi mar ini terrazzat i)
(Pleistocene medio - sup.).
Tali unità litologiche, sono largament e pr esent i nel Salento (particolarment e
nelle Province di Br indisi e Lecce, lim itatamente nella provincia di Tar anto), oltre
che in alcuni tratt i della penisola Garganica. In pr esen za delle suddette unità, si è
potuto riscontrare che le a zioni morfodinamiche del mare portano generalmente
alla forma zione di f alesie (paret i subverticali) di alte zza variabile. Ai f ini della
valuta zione della pericolosità geomorfologica, devono esser e esam inat i i tratt i di
costa, aventi caratteristiche di "falesia", con alte zza non infer iore 1,5 metr i.
Per la valuta zione di quest'ultimo parametro, il r ifer imento è cost ituit o dal
rilievo LIDAR, reso disponibile dal Ministero dell' Ambient e e della Tut ela del
territorio per l' intera costa pugliese, consultabile sul portale internet dell'Aut orità
di Bacino della Puglia.
Ulter iore elemento conoscit ivo è costit uito dalle "Fot o e riprese video
prospett iche della costa pugliese - lato mare", previste nell'ambito della attivit à
POR 2000-2006 "Monitoraggio degli interventi di difesa cost iera e di evolu zione
dei litorali" ( Mis. 1.3, A z. 2 sottoa z. 2b e A z. 4, Sott oa z. 4c), anch'esse
consultabili sul portate internet dell' Autor ità di Bacino della Puglia.
Tale docum enta zione fotografica (e relat ivo sistema informativo in ambient e
GIS), ottenuta attraverso un volo dedicato svoltosi nell'ott obre 2008, consent e
una visione da mare della costa di grande efficacia per la valuta zione dei dissesti
in atto o pregressi.
Altro elemento da tenere in conto è costituito dalla ricostru zione, basat a su
qualif icat i dat i stor ici, dell'arretramento nel tempo del piede e/o del ciglio
super iore della falesia.
L'osserva zione diret ta dei luoghi ha consent ito ai tecnici dell'Autorità di
Bacino della Puglia, in situa zioni assunte come campione di rif eriment o, di
riconoscer e, ad es. , nei tratt i di evidente dissesto, la presen za di fratture
subvert icali, generalmente subparallele al mare, a breve distan za dal ciglio
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super iore delle falesie: l'occorren za di tali situa zioni costituisce un ulter iore
elemento, quando disponibile, per la defini zione della per icolosità geomorfologica
dell'area esaminata. In merito, è necessario sottolineare che le osserva zioni in
loco devono essere condotte da tecnici qualif icat i in grado di valutare, ai fini della
propria sicure zza, in tempo reale le condi zioni di stabilità del sito.
In presen za di f alesie di alte zza super iore a 1,5 metr i, costituite da rocce
erodibili secondo la classif ica zione an zidetta, qualora concorra almeno uno fra gli
altri fattori di seguit o indicat i in par entesi ( possibile a zione diretta del mar e sul
piede della falesia, geometria a sbal zo del fronte della falesia, possibile dissest o
riconosciuto anche attraverso l'esame delle fotogr afie aeree della costa, presen za
di massi provenient i dal distacco dalla falesia, arretramento storicamente not o
della f alesia, presenza di sistemi fessur ativi, presen za nella serie stratigr afica di
formazioni geologiche di maggiore er odibilità rispetto a quelle affioranti in
superficie, alternan ze stratigraf iche con contrasto di permeabilit à e conseguente
possibilità di formazione di falde temporanee o perenni, ecc.,), la per icolosit à
geomorfologica associata al sito esaminato è da assumere di livello massim o
(PG3).
La sua ampie zza è somma di 2 termini: il primo relat ivo alla per icolosità
verso monte (per possibili fenomeni di crollo r ipetut i nel tempo) è pari, a part ire
dal piede della falesia ( stimata attraverso il rilievo LI DAR), a non meno di 3 volt e
l'alte zza della falesia (sempre stimata attraverso il rilievo LI DAR, come varia zione
nel tratto esaminato tra la quota massim a del ciglio superiore e quella m inima del
piede). Il secondo termine, relativo alla pericolosità verso valle (per possibili
fenomeno di scivolamento, rotolament o e distacco con spost amenti cinemat ici), è
pari ad almeno 2 volte l'alte zza della falesia. L'ampie zza di questo termine
ovviamente non può super are la linea di riva e, ove questo succeda, essa viene
automaticamente r idotta.
Analogamente a quanto indicato nel paragrafo precedente, contigua al
margine più alto dell'area classificata PG 3, deve prevedersi, in termini cautelat ivi,
anche una fascia di aree a per icolosità geomorfologica elevata (PG2), di
larghe zza par i almeno all'alte zza della falesia.
Qualora l'esame congiunto dei fattor i innan zi elencat i evidenzi presen za di
vuoti comunque for matisi, per la valutazione della pericolosità geomorfologica ad
essi connessa, si applicano i cr iter i già indicati nel paragr afo precedente.
Ulter ior i aree da classif icare a per icolosità geomorfologica elevata (PG2),
possono essere def inite, dai tecnici dell'Autorità di Bacino, a seguito di analisi
specifica dei luoghi, nell' ipotesi che la configura zione morfologica, le
caratterist iche litostratigrafiche e quelle strutturali siano tali da r endere
poten zialmente probabili fenomeni di dissesto e/o di crollo costiero. L' ampie zza di
tali aree è anch' essa somma di 2 termini, il primo ver so mont e è pari, a partire dal
piede, ad almeno 2 volt e l'alt e zza della falesia; il secondo verso valle, è pari
sempre a part ire dal piede, almeno ad 1 volta l'alte zza della falesia, con
l'avverten za già indicata in preceden za.
La presen za di oper e di difesa non è, da sola, elemento da garantire, la
sicur e zza del sito. Di conseguen za, la eventuale pericolosità geomorfologica deve
esaminata caso per caso, sulla scorta di rilievi diretti ed element i tecnici
appropr iat i: in ogni caso, non deve esser e trascurata nell'analisi della pericolosità
l'applica zione metodologica di quanto in preceden za indicato.
4. Metodologia di analisi dei Sistemi dunari costieri
I sistem i dunar i cost ieri, ai quali si applica il presente atto di indir i zzo, sono
quelli individuat i con il termine "cordoni dunar i" all' interno della Carta
idrogeomorfologica della Regione Puglia.
All'atto della valutazione della poten zi ale per icolosità geomorfologica de l
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sistema dunare considerato, la prima attività da compiere è la sua ver ifica
cartografica. Essa può essere compiut a sia ut ili zzando il rilievo LIDAR disponibile
sul portale web dell'Autor ità di Bacino, sia attraverso adeguato rilievo di
campagna, opportunamente georef erenziato. Al termine del procedimento di
aggiornamento del PAI relat ivo al sistema dunar e esam inato, la sua eventuale
ridef ini zione cartografica costit uirà aggiornament o automatico della Cart a
Idrogeomorfologica.
Il poligono rappresentativo dell' estensione del sistema dunare esam inato,
eventualmente ridefinito attraverso la procedura an zidetta, costituir à, qualora
esso risult i a sufficiente distan za dalla linea di costa, anche il lim ite di un'area di
pericolosità geomorf ologica media e moderata (PG1), in consider a zione della sua
poten ziale fragilit à rispetto a scoscendim enti dovut i a cause di var ia natur a.
Qualora il sistema dunare è invece pr ossimo alla linea di costa, la su a
pericolosità deve essere valutata caso per caso in applica zione dei criter i di cui al
paragrafo precedent e, tenuto conto che le a zioni a cui viene sottoposto possono
dar luogo a dissesti del tutto confrontabili con quelli riscontrati in corrisponden za
delle falesie in pr esenza di rocce er odibili.
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