parte prima - descrizione dei lavori

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parte prima - descrizione dei lavori
Comune di Rimini (RN)
CONDOTTA PER VERSAMENTO A MARE DELLE ACQUE METEORICHE IN LOCALITÀ VISERBA
PROGETTO ESECUTIVO – CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO
ver.: come progettato
file: CAP_viserba_03.doc
PARTE PRIMA - DESCRIZIONE DEI LAVORI
ART. 1 -
OGGETTO DELL’APPALTO
Sono oggetto di appalto i lavori per la realizzazione della condotta di scarico a mare DN1400 della fognatura bianca
esistente realizzata con il Progetto S. Martino Riparotta, con inizio in corrispondenza del pozzetto esistente M13
presso la vasca di laminazione di Hera Spa in via Sacramora in comune di Rimini (località Viserba) e termine a mare, circa 320 m oltre la linea di battigia. Sono oggetto di appalto inoltre tutti i lavori e le forniture necessarie al completamento dell’opera indicata comprendenti anche modifiche a opere esistenti.
ART. 2 -
AMMONTARE DELL’APPALTO E CATEGORIE DEI LAVORI
L'importo complessivo dei lavori ed oneri compensati a corpo e a misura compresi nell’appalto ammonta presuntivamente ad € 2.350.000,00+IVA (€ duemilionitrecentocinquantamila/00), come risulta dal seguente prospetto:
Categoria
Gruppi Lavorazioni
Lavori
Omogenei
OG6
POSA CONDOTTA DI SCARICO A TERRA E ARENILE
COMPLETA DI APPARECCHIATURE
Oneri
Senza
Sicurezza
Sicurezza
156.194,51
93.392,57
830.440,77
923.833,34
700.501,23
1.209,90
5.213,17
701.711,13
706.924,30
662.510,00
831,00
55.901,36
663.341,00
719.242,36
2.037.257,49
158.235,41
154.507,10
2.195.492,90
2.350.000,00
A corpo
A misura
674.246,26
POSA CONDOTTA A MARE
ATTRAVERSAMENTO CON
TECNICA
MICROTUNNELING
RIFACIMENTO FOGNATURE
TOTALE
OPERE IN CLS
RIPRISTINI STRADALI
OG7
OS21
La suesposta suddivisione costituisce riferimento per la valutazione di eventuali interventi disposti dal direttore dei
lavori per risolvere aspetti di dettaglio di cui al comma 3 dell'Art.132 del D.Lsg. 12/04/2006 n° 163.
La prestazione di cui al presente appalto viene effettuata nell’esercizio di impresa e pertanto è soggetta all’imposta
sul valore aggiunto (DPR 26/10/72 n. 633) da sommarsi agli importi di cui sopra, a carico dell’Amministrazione,
nella misura vigente al momento del pagamento che verrà indicata dall’Amministrazione su richiesta dell’appaltatore
da effettuarsi prima dell’emissione della fattura.
Le cifre del presente quadro che indicano gli importi presuntivi delle diverse categorie di lavori a misura soggetti ad
offerta prezzi unitari, potranno variare tanto in più quanto in meno per effetto delle variazioni nelle rispettive quantità, e ciò tanto in via assoluta quanto nelle reciproche proporzioni, con l’osservanza delle prescrizioni ed entro i limiti
stabiliti dalla normativa vigente in materia. Per le opere a corpo il prezzo offerto è fisso ed invariabile.
Ai sensi del comma 3 art. 131 D.Lsg. 12-04-2006 n° 163 si precisa che gli oneri per la sicurezza ammontano a
€ 154.507,10 (centocinquantaquattromilacinquecentosette/10) che non sono soggetti a offerta.
ART. 3 -
DESIGNAZIONE SOMMARIA DELLE OPERE
Ai sensi ed agli effetti dell’art.45 del D.P.R. 554/99 e dell’art.10 comma 6 del Capitolato Generale di Appalto approvato con DPR. 19/4/2000 n.145 si specifica che le lavorazioni comprese nell’appalto sono le seguenti:
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Comune di Rimini (RN)
CONDOTTA PER VERSAMENTO A MARE DELLE ACQUE METEORICHE IN LOCALITÀ VISERBA
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A) LAVORI A CORPO:
A1) CONDOTTA A TERRA
SCAVI E RINTERRI
Scavi per posa condotta di scarico e di fognatura, movimentazione materiale di scavo per rinterro, rinterri vari, scavi per costruzione di manufatti in c.a. gettati in opera, fresatura di manto stradale propedeutica allo scavo, ecc.
CONDOTTA E PEZZI SPECIALI IN PRFV
− Fornitura e posa in opera di condotta in PRFV, DN1400 PN2 RIG. 15.000 N/mq (TIPO
1) lungo via i tracciati di progetto (collegamento con M13, via Vandi, via Pironi, via
Morri) complete di pezzi speciali (tee, curve, ecc.), flange e flange cieche in acciaio inox
Aisi 304, ecc.;
− Realizzazione dell’attraversamento di via Sacramora mediante tecnica spingitubo, compreso fornitura e posa in opera di tubazione DN1400 in PRFV centrifugato PN1,5 serie
32'000 N/mq da microtunneling (TIPO 3), completa degli accessori vari (curve, sghembi,
tee, ecc.) nonché sigillatura finale interna dei giunti;
− Fornitura e posa in opera in arenile di condotta in PRFV, DN1400 PN 2 RIG. 10.000
N/mq centrifugata o a filo continuo (TIPO 2), completa di pezzi speciali (tee, curve,
ecc.),
− esecuzione di ispezioni televisive finali con restituzione grafica delle particolarità incontrate e restituzione in videocassetta, prove di tenuta varie, accessori vari, ecc.;
RIFACIMENTO CONDOTTE DI FOGNATURA
− rifacimento di fognature esistenti mediante condotte in gres ceramico DN250, complete
di pezzi speciali, accessori vari, ecc.;
− rifacimento di fognature esistenti mediante condotte in cls armato DN300 complete di
pezzi speciali, accessori vari, ecc.;
− rifacimento di fognature esistenti mediante condotte in PVC DN200 e DN 500 complete
di pezzi speciali, accessori vari, ecc.;
− esecuzione di ispezioni televisive delle nuove condotte di fognatura con restituzione grafica delle particolarità incontrate e restituzione in videocassetta, ecc.
ATTRAVERSAMENTO CON TECNICA MICROTUNNELING
Realizzazione dell’attraversamento della ferrovia Ravenna-Rimini e di via Polazzi mediante
tecnica microtunneling e tubazione in calcestruzzo armato DN1400 da microtunneling (TIPO
4) conforme alle prescrizioni di capitolato, compreso fornitura dei materiali, stazioni intermedie di spinta, accessori vari (curve, tee, ecc.), accessori vari, ecc.
OPERE IN C.A. (CALCESTRUZZI, ADDITIVI, CASSEFORME, GIUNTI), POZZETTI PREFABBRICATI
Realizzazione di opere in cls armato e non con R’ck 15, 30, 35 N/mmq e classi di esposizione varia, blocchi di ancoraggio, comprese casseforme, eventuali additivi, cordoli bentonitici sigillanti, fornitura e posa in opera di pozzetti prefabbricati per fognatura di forme e dimensioni varie, completi di prolunghe, di passi d’uomo, ecc.
ACCIAIO PER OPERE IN C.A., RETE ELETTROSALDATA, FERRO LAVORATO,
CHIUSINI IN GHISA SFEROIDALE
Fornitura e posa in opera di acciaio Feb 44K in barre e rete elettrosaldata per armatura di calcestruzzo, ferro lavorato zincato e non per griglie e pezzi speciali vari, viteria in acciaio inox,
bocche di ispezione in acciaio con rivestimento in epoxicatrame, chiusini in ghisa sferoidale,
ecc.
APPARECCHIATURE IDRAULICHE
Fornitura e posa in opera di paratoia di sezionamento lato monte su pozzetto M13, valvola a
farfalla in ghisa sferoidale per sezionamento completa di giunto di smontaggio in ghisa sferoidale in arenile, sfiati per fognatura DN100 doppia funzione, accessori vari, ecc.
TOTALE A1) CONDOTTA A TERRA:
A2) CONDOTTA A MARE:
€
57.112,09
431.491,05
19.763,70
662.510,00
37.946,85
67.817,57
60.115,00
1.336.756,26
€
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SCAVI, RINTERRI IN SABBIA E POSA CONDOTTA E PEZZI SPECIALI IN PRFV
Fornitura e posa in opera a mare, compreso scavo e rinterro in sabbia, eseguita con pontone e
attrezzature varie, di condotta in PRFV, DN1400 PN 2 RIG. 10.000 N/mq centrifugata o a
filo continuo (TIPO 2), da realizzare lungo il tracciato a mare di progetto (dall’arenile fino
allo scarico terminale) secondo le caratteristiche di capitolato, complete di pezzi speciali (tee,
curve, bocche di ispezione, ecc.) flange e flange cieche in acciaio inox Aisi 304, ecc.;
POSA DI GHIAIA NATURA E PIETRAME DI 1^CATEGORIA
fornitura e posa in opera di ghiaia e pietrame di roccia di 1^ cat. (200-500 daN) per il rinterro
e la protezione della condotta a mare a partire dal varco tra i pennelli longitudinali fino al
terminale di scarico, geotessuto per letto di posa, ecc.
VALVOLE ANTIRIFLUSSO E BOA SEGNALETICA
Fornitura e posa in opera di valvole antiriflusso a becco d’anatra in gomma DN600, complete
di reggette di fissaggio inox, boa segnaletica luminosa completa di accessori, accessori vari,
ecc.
TOTALE A2) CONDOTTA A MARE:
TOTALE A) = A1)+A2) LAVORI A CORPO:
507.784,80
132.516,43
60.200,00
700.501,23
2.037.257,49
€
B) LAVORI A MISURA:
DEMOLIZIONI, ASSISTENZA SCAVI, AGGOTTAMENTI
Scavo per rifacimenti di sottoservizi vari, demolizione di strutture armate e non (circa 27 mc),
rimozione condotte e pozzetti di fognatura esistenti interferenti (circa 300 m), lavori civili per
lo spostamento dei sottoservizi interferenti (su ordine DL per circa 350 m), piccoli scavi per
lavori vari, abbassamento della falda freatica con wellpoint per posa di condotte e per costruzione di manufatti (su ordine della DL, per circa 200 m), ecc.
RIPORTO DI MATERIALI
Fornitura e posa in opera di ghiaia natura, sabbia, materiale arido (circa 1600 mc) e di misto
granulare stabilizzato per rinterri trincee di scavo (circa 360 mc), fornitura e posa in opera di
terreno vegetale, ecc.
RIPRISTINI STRADALI
Fresatura di pavimentazione stradale preliminare al ripristino delle strade (3650 mq/cm), taglio asfalti, messa in quota di chiusini di sottoservizi vari, ripristino dei marciapiedi e delle
pavimentazioni stradali nelle vie interessate dai lavori mediante conglomerato bituminoso
spessore 10 cm (circa 2330 mq), esecuzione di tappeto di usura in conglomerato bituminoso
spessore 3 cm (circa 2900 mq) su tutta larghezza di strada, ripristini cordonate stradali, opere
varie, ecc.
LAVORI VARI
Esecuzione di riallacci delle utenze private alle nuove condotte di fognatura (circa 20), riallacci parziali di pozzetti sifonati stradali caditoie (circa 18), esecuzione di lavori vari, caditoie
e chiusini in ghisa sferoidale (circa 640 kg), pezzi speciali in acciaio, ecc.
TOTALE LAVORI A MISURA:
TOTALE A)+B) LAVORI IN APPALTO:
158.235,41
2.195.492,90
C) ONERI PER LA SICUREZZA NON SOGGETTI A RIBASSO DI GARA
Oneri per la sicurezza specifici per il cantiere, da contabilizzare a corpo:
Oneri per la sicurezza specifici per il cantiere, da contabilizzare a misura:
TOTALE C) ONERI PER LA SICUREZZA:
€
19.992,50
134.514,60
154.507,10
TOTALE A)+B)+C):
ART. 4 -
37.027,50
52.784,63
53.175,40
15.247,88
2.350.000,00
FORMA E PRINCIPALI DIMENSIONI DELLE OPERE.
La forma e le principali dimensioni delle opere che formano oggetto dell'appalto, risultano dai disegni allegati al
contratto e dall’accluso - elenco descrittivo delle voci-elenco prezzi unitari - lista delle varie categorie previste per
l’esecuzione dell’appalto, - salvo quanto verrà meglio precisato all'atto esecutivo dalla Direzione Lavori.
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Eventuali maggiori ricognizioni sia del suolo che del sottosuolo atte a definire ulteriormente le opere da realizzare
sono ad esclusivo carico dell'Appaltatore. Esse ricognizioni si intendono implicitamente eseguite per il solo fatto che
l'Impresa ha partecipato alla gara di appalto.
ART. 5 -
VARIANTI ALLE OPERE PROGETTATE.
Le varianti in corso d’opera sono ammesse qualora ricorrano i motivi indicati dall’art. 132 comma 1 D.Lgs 12-042006 n° 163.
L’Amministrazione si riserva l’insindacabile facoltà di introdurre nelle opere, all’atto esecutivo, quelle variazioni
che riterrà opportune entro i limiti di cui all’art. 132 comma 3 D.Lgs 12-04-2006 n° 163 senza che l’appaltatore
possa trarne motivi per avanzare pretesa di compensi e di indennizzi di qualsiasi natura e specie, non stabiliti nel vigente capitolato generale approvato con DPR. 19/4/2000 n.415 e nel presente capitolato speciale.
Ove le varianti di cui al comma 1 lett. e) dell’art. 132 D.Lgs. 12/04/2006 n° 163 comportino una maggiore spesa superiore ad un quinto del valore contrattuale, il soggetto appaltante procede alla risoluzione del contratto ed indice
una nuova gara (art. 132 commi 4 e 5 del D.Lgs. 163/2006).
ART. 6 -
OSSERVANZA DEL CAPITOLATO GENERALE E RICHIAMO ALLE LEGGI E
REGOLAMENTI DELLO STATO
L’appalto è soggetto all'esatta osservanza di tutte le condizioni stabilite nel Capitolato Generale d’Appalto
per i Lavori Pubblici di cui al D.M.LL.PP. n.145/2000.
Oltre a quanto previsto nel presente Capitolato, rimane espressamente convenuto che sono da applicarsi all’appalto
di cui trattasi tutte le Leggi statali e regionali nonché i regolamenti tecnici vigenti sia in materia di alienazione di
materiali in cemento amianto che opere pubbliche ed in particolare:
− D. Lgs. 12 aprile 2006 n. 163 " Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione
delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE";
− Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici, approvato con D.P.R. 21.12.1999 n.
554 (in quanto applicabile);
− D.P.R. 25 Gennaio 2000, n. 34 “Regolamento recante istituzione del sistema di qualificazione per gli esecutori
di lavori pubblici" e successive modificazioni;
− D. L.vo 626/94 e successive modificazioni;
− il D.Lgs n°494/96 come modificato dal D. L.vo n.528 del 19/11/1999 ed integrato dal D.P.R. 222/2003, concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili;
− il D.P.R. 164/56;
− il D.P.R. 303/56;
− D.P.R. 25.04.1955 n. 547,
− Legge 19 marzo 1990 n. 55 e successive integrazioni e modificazioni, per quanto ancora in vigore;
− Legge 5 novembre 1971 n. 1086 e D.M. 16.06.76 (Norme per la disciplina delle opere in c.a.)
− D.P.R. 06.06.2001 n. 380
− Legge 2 febbraio 1974 n. 64 e D.M. 16 gennaio 1996 e successive circolari (Norme tecniche per le costruzioni in
zone sismiche)
− Norme CEI
− L. 19.06.1955 n. 518 (Determinazione del limite fra l’alta e la bassa tensione negli impianti elettrici)
− Disposizioni del locale Comando dei VV.F. e Norme tecniche dei VV.F.
− Prescrizioni dell’ISPESL (ex ENPI)
− Disposizioni dell’Ente fornitore dell’Energia Elettrica
− Disposizioni della società telefonica.
Norme Tecniche:
− D.M. 14/02/92 e s.m.i. : “Norme tecniche per l’esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche”.
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Circ. M. LL. PP. n°37406 del 24/06/93 e s.m.i.: ”Istruzioni tecniche relative alle norme tecniche per
l’esecuzione delle opere di cui al D.M. 14/2/92”
D.M. 9/01/96 e s.m.i.: “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche”.
Circ. M. LL. PP. n°252 del 15/10/96 e s.m.i.: “Istruzioni per l’applicazione delle norme tecniche per il calcolo,
l’esecuzione ed il colludo delle opere di cui al D.M. 09/01/96”
D.M. 16/01/96 e s.m.i.: “Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni
e dei carichi e sovraccarichi”.
Circ. M. LL. PP. n°156 del 04/07/96 e s.m.i.: “Istruzioni per l’applicazione delle norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi di cui al D.M. 04/07/96”.
D.M. 11-3-1988 e s.m.i.: “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii
naturali ecc.”.
Circ. Min. LL.PP. nr. 30483 - 24 sett. 1988 e s.m.i. – “Istruzioni per l'applicazione del D.M. 11-3-1988”
UNI EN 206-1 e s.m.i. – “Calcestruzzo: Specificazione, prestazione, produzione e conformità”.
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PARTE SECONDA - PRESCRIZIONI TECNICHE
A) - QUALITA’ DEI MATERIALI
ART. 7 -
DISPOSIZIONI GENERALI SULLA QUALITA' DEI MATERIALI
I materiali da impiegare per i lavori compresi nell'appalto dovranno corrispondere, come caratteristiche, a quanto
stabilito nelle leggi e regolamenti ufficiali vigenti in materia; in mancanza di particolari prescrizioni dovranno essere
delle migliori qualità esistenti in commercio in rapporto alla funzione a cui sono destinati.
Per la provvista di materiali in genere, si richiamano espressamente le prescrizioni dell'art. 21 del Capitolato Generale n. 1063/1962.
Valgono in ogni caso le norme e prescrizioni dei seguenti decreti:
a) Legge 26 Maggio 1965 n. 595 e D.M. 14 Gennaio 1966 parzialmente modificato nel D.M. 31 Agosto 1972 riguardanti le caratteristiche tecniche ed i requisiti dei leganti idraulici.
b) D.M. 3 Giugno 1968, D.M. 20 Novembre 1984 e rettifiche in D.M. 31 Gennaio 1985 riguardanti i requisiti di
accettazione e modalità di prova dei cementi.
c) Legge 5 Novembre 1971 n. 1O86. Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato normale e precompresso e a struttura metallica.
d) D.M. 14 Febbraio 1992. Norme tecniche per la esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche.
e) D.M. 12 Dicembre 1985. Norme tecniche relative alle tubazioni.
f) Circolare Ministero Lavori Pubblici 1 Settembre 1987 n. 29010. Controllo dei materiali in genere e degli acciai
per cemento armato normale in particolare.
g) R.D. 16 Novembre 1939 n. 2232. Norme per l'accettazione delle pietre naturali da costruzione.
h) R.D. 16 Novembre 1939 n. 2233. Norme per l'accettazione dei materiali laterizi.
i) R.D. 16 Novembre 1939 n. 2234. Norme per l'accettazione dei materiali per pavimentazioni.
j) R.D. 16 Novembre 1939 n. 2235. Norme per l'accettazione dei mattoni e terre refrattarie.
Tutti i materiali in fornitura sono considerati trasportati nella località di impiego, restando responsabile l'Impresa
della loro manutenzione e della loro custodia.
In ogni caso i materiali, prima della posa in opera, dovranno essere riconosciuti idonei ed accettati dalla Direzione
Lavori.
I materiali che occorrono per i lavori in oggetto del presente capitolato dovranno presentare tutte le caratteristiche
qui in seguito prescritte per ciascuno di essi e quelle altre ritenute essenziali in commercio per qualificarli ottimi.
Per poter essere autorizzata ad impiegare i vari tipi di materiali (misti lapidei, conglomerati bituminosi, conglomerati
cementizi, barriere di sicurezza, terre, cementi, calci idrauliche, acciai, geotessuto, ecc.) prescritti dal presente Capitolato Speciale d'Appalto, l'Impresa dovrà esibire - prima dell'impiego - al Direttore dei Lavori, per ogni categoria di
lavoro, i relativi "certificati di qualità" rilasciati da un laboratorio ufficiale.
Tali certificati dovranno contenere tutti i dati relativi alla provenienza ed alla individuazione dei singoli materiali o
loro composizione, agli impianti o luoghi di produzione, nonché i dati risultanti dalle prove di laboratorio atte ad ac6
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certare i valori caratteristici richiesti per le varie categorie di lavori o di fornitura in rapporto a dosaggi e composizioni proposte.
I certificati, che dovranno essere esibiti tanto se i materiali siano prodotti direttamente, quanto se prelevati da impianti, cave, stabilimenti gestiti da terzi, avranno una validità biennale; essi dovranno comunque essere rinnovati ogni qualvolta risultino incompleti o si verifichi una variazione delle caratteristiche dei materiali, delle miscele o degli
impianti di produzione.
L'Impresa ha l'obbligo di prestarsi in ogni tempo alle prove di qualunque materiale da costruzione adoperato o da
adoperarsi per i lavori di cui trattasi, provvedendo a tutte le spese per il prelevamento e l'invio dei campioni agli istituti di prova che saranno stabiliti dall'Amministrazione Appaltante e pagando le relative spese.
Si potrà ordinare la conservazione dei campioni negli uffici del Comune o dell'Azienda, munendoli di sigillo e firma
della Direzione Lavori e dell'Impresa nei modi più adatti a garantirne l'autenticità.
In particolare modo si prescrive che tutti i materiali dovranno soddisfare ai requisiti nei rispettivi regolamenti e norme in vigore.
I materiali occorrenti per i lavori proverranno da quelle località che l'Impresa riterrà di sua convenienza, purché ad
insindacabile giudizio della Direzione siano riconosciuti della migliore qualità della specie e rispondano ai requisiti
appresso indicati.
Quando la Direzione Lavori avrà rifiutato qualche provvista perché ritenuta a suo insindacabile giudizio non idonea
ai lavori, l'Impresa dovrà sostituirla con altra che risponda ai requisiti voluti, ed i materiali rifiutati dovranno essere
immediatamente allontanati dalla sede del lavoro o dai cantieri a cura e spese dell'appaltatore. Per tale articolo si fa
riferimento agli artt. 20-21-22 del Capitolato Generale.
ART. 8 -
MATERIALI VARI
1 - Acqua
Dovrà essere dolce, limpida, esente da tracce di cloruri o solfati, non inquinata da materie organiche o comunque
dannose all'uso cui le acque medesime sono destinate e rispondere a requisiti stabiliti dalle norme tecniche emanate
con D.M. 14 febbraio 1992 (S.O. alla G.U. n. 65 del 18 marzo 1992) in applicazione dell'Art. 21 della Legge 1086
del 5 novembre 1971.
2 - Leganti idraulici
Dovranno corrispondere alla Legge 26.05.1965 n. 595 (G.U. n. 143 del 10.06.1965) e relativo D.M. 14.01.1966
(G.U. n. 37 del 12.02.1966) - "Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici".
Si distinguono in:
a) Cementi (di cui all'art. 1 lettera A) - B) - C) della legge 595/1965). Dovranno rispondere alle caratteristiche tecniche dettate da:
- D.M. 03.06.1968 che approva le "Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei cementi"
(G.U. n. 180 del 17.07.1968);
- D.M. 20.11.1984 "Modificazione al D.M. 03.06.1968 recante norme sui requisiti di accettazione e modalità di
prova dei cementi" (G.U. n. 353 del 27.12.1984);
- Avviso di rettifica al D.M. 20.11.1984 (G.U. n. 26 del 31.01.1985);
- D.I. 09.03.1988 n. 126 "Regolamento del servizio di controllo e certificazione di qualità dei cementi".
b) Agglomerati cementizi e calci idrauliche (di cui all'art. 1 lettera D) e E) della Legge 595/1965). Dovranno rispondere alle caratteristiche tecniche dettate da:
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PROGETTO ESECUTIVO – CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO
ver.: come progettato
file: CAP_viserba_03.doc
- D.M. 31.08.1972 che approva le "Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati
cementizi e delle calci idrauliche" (G.U. n. 287 del 06.11.1972).
3 - Calci aeree pozzolane
Dovranno corrispondere alle "Norme per l'accettazione delle calci aeree", R.D. 16 Novembre 1939, n. 2231 ed alle
"Norme per l'accettazione delle pozzolane e dei materiali e comportamento pozzolanico", R.D. 16 novembre 1939,
n. 2230.
4 - Ghiaie - Ghiaietti - Pietrischi - Pietrischetti - Sabbie per strutture in muratura ed in conglomerati cementizi
Dovranno corrispondere ai requisiti stabiliti dal D.M. 14 febbraio 1992 (S.O. alla G.U. n. 65 del 18.03.1992): norme
tecniche alle quali devono uniformarsi le costruzioni in conglomerato cementizio, normale e precompresso ed a
struttura metallica.
Le dimensioni dovranno essere sempre le maggiori tra quelle previste come compatibili per la struttura a cui il calcestruzzo è destinato; di norma però non si dovrà superare la larghezza di cm 5 (per larghezza s'intende la dimensione
dell'inerte misurato in una setacciatrice) se si tratta di lavori correnti di fondazione; di cm 4 se si tratta di getti per
volti, per lavori di elevazione, muri di sostegno, piedritti, rivestimenti di scarpate o simili; di cm 3 se si tratta di cementi armati; e di cm 2 se si tratta di cappe o di getti di limitato spessore (parapetti, cunette, copertine, ecc.).
Per le caratteristiche di forma valgono le prescrizioni riportate nello specifico articolo riguardante i conglomerati
cementizi.
5 - Pietrischi - Pietrischetti - Graniglie - Sabbie - Additivi da impiegare per pavimentazioni
Dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti "Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, delle sabbie e degli additivi per costruzioni stradali" del CNR (Fascicolo n. 4 - Ed. 1953) ed essere
rispondenti alle specificazioni riportate nelle rispettive norme di esecuzione dei lavori.
In particolare il materiale lapideo per la confezione del pietrisco dovrà avere un coefficiente di qualità (Deval) non
inferiore a 10 (dieci), mentre il materiale lapideo per la confezione delle graniglie dovrà avere un coefficiente di qualità non inferiore a 12 (dodici) ed un coefficiente di frantumazione non superiore a 120 (centoventi).
6 - Ghiaie - Ghiaietti per pavimentazioni
Dovranno corrispondere come pezzatura e caratteristiche, ai requisiti stabiliti nella "Tabella UNI 2710 - Ed. Giugno
1945".
Dovranno essere costituiti da elementi sani e tenaci, privi di elementi alterati, essere puliti e particolarmente esenti
da materie eterogenee, non presentare perdite di peso, per decantazione in acqua, superiore al 2%.
7 - Massi naturali e scapolame di roccia
I massi e lo scapolame dovranno rispondere ai requisiti essenziali di compattezza, omogeneità, durabilità, esenti da
giunti, fratture e piani di sfaldamento e risultare inalterabili all’acqua di mare e al gelo. Il peso specifico non deve
essere inferiore a 2.400 kg/mc.
Le prove di resistenza del materiale alla compressione, all’abrasione, alla salsedine marina e alla gelività che la DL
riterrà opportune di disporre saranno eseguite a onere dell’Impresa secondo le normative vigenti.
In particolare dovranno essere rispettati i seguenti limiti:
−
Resistenza alla compressione: 500 kg/cmq
−
coefficiente di usura (R.D. n.2232 del 16/11/1939): ≤1.5 mm
−
coefficiente di imbibizione: ≤ 5%
−
resistenza chimica (ASTM c -88-5 cicli di Solfato di sodio): perdita ≤ 10%
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8 - Legnami
I legnami di qualunque essenza da impiegarsi in opere stabili, devono essere provveduti della più scelta qualità, della
categoria prescritta, diritti, sani, di fibra pure diritta e compatta senza nodi o gruppi viziosi, scevri di fradiciume,
fenditure e da qualunque altro difetto nocivo all'esecuzione, alla resistenza ed alla durata delle opere.
I legnami devono essere atterrati nella stagione propizia, a seconda della loro essenza, tagliati almeno da un anno,
salvo quelli destinati ad opere di fondazione, che a seconda della loro specie e delle circostanze, possono essere di
taglio più recente, ed anzi i legnami per i pali di fondazione debbono essere di fresco taglio. Il tavolame deve essere
ricavato dalle travi più diritte affinché le fibre non riescano tagliate dalla segatura e non si ritirino nelle connessure.
I legnami rotondi devono essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla superficie recidendo i nodi
a seconda di essi; la differenza fra i diametri delle estremità non deve oltrepassare i quindici millesimi della loro lunghezza, né il quarto del maggiore dei due diametri.
I legnami a spigolo vivo devono essere lavorati a quadrati a sega con le diverse facce esattamente spianate e senza
rientranze o risulti e con gli spigoli tirati a filo vivo, senza alburno né smussi di sorta, neppure minimi.
I legnami in genere dovranno corrispondere ai requisiti di cui al D.M. 30 ottobre 1912
9 - Metalli
I metalli e le leghe metalliche da impiegarsi nei lavori, saranno esenti da scorie, soffiature, saldature o da qualsiasi
altro difetto.
Gli acciai destinati ad armature di conglomerati cementizi armati, normali e precompressi, dovranno corrispondere ai
requisiti stabiliti in applicazione della legge 5 Novembre 1971 n. 1086 e Norme D.M. 14 Febbraio 1992 e da tutte le
successive norme e disposizioni che venissero emanate dai competenti organi.
Le certificazioni del produttore, le modalità di prelievo e di collaudo dovranno corrispondere a quanto prescritto nelle medesime normative sopra richiamate.
Il deposito in cantiere degli acciai per getti di calcestruzzo e degli acciai per carpenteria metallica dovrà essere effettuato su luogo asciutto e riparato dalle intemperie e comunque sopra apposite pannellature o travetti in legno.
Il lamierino di ferro per la formazione di guaine dovrà essere del tipo laminato a freddo; la qualità e lo spessore saranno prescritti dal progetto o dovranno essere approvati preventivamente dalla Direzione Lavori.
Le lamiere, i tubi, i profilati ed i larghi piatti saranno conformi alle norme UNI in vigore.
Le reti e le lamiere striate saranno in acciaio conforme alle norme UNI vigenti.
Ghisa: dovrà essere di prima qualità di seconda fusione, di fattura grigia, finemente granosa e perfettamente omogenea, esente da screpolature, vene, bolle, sbavature, asperità ed altri difetti capaci di menomarne la resistenza. Dovrà
inoltre essere perfettamente modellata. La ghisa grigia per getti dovrà corrispondere per qualità, prescrizioni e prove
alle norme UNI 5007; la ghisa malleabile per getti, alle norme 3779. E' assolutamente escluso l'impiego di ghisa fosforosa.
Se richiesto dalla Direzione Lavori i chiusini e le altre strutture in ghisa dovranno portare impresse da fusione le iscrizioni ritenute più opportune dalla Direzione Lavori medesima essendo detto onere compreso nei prezzi di elenco
relativi alla ghisa.
Il piombo, lo zinco ed il rame dovranno corrispondere per qualità e prescrizioni alle norme UNI in vigore.
Per la zincatura di profilati di acciaio per costruzioni, manufatti in lamiere di qualsiasi spessore, oggetti prefabbricati
con tubi, tubi di grande diametro curvati e saldati insieme prima della zincatura, recipienti fabbricati con lamiere di
acciaio di qualsiasi spessore con o senza rinforzi di profilati in acciaio, minuteria od oggetti da centrifugare, oggetti
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fabbricati in ghisa, in ghisa malleabile ed in acciaio fuso, dovranno essere rispettate le prescrizioni delle norme UNI
5744-66.
Per le lamiere zincate (procedimento Sendzimir) il rivestimento potrà essere del tipo da 381 g/mq; fino a 0,6 mm di
spessore l'acciaio dovrà essere del tipo Fe 34; per lo spessore di 0,8 mm o superiore l'acciaio dovrà essere del tipo Fe
42. La finitura delle lamiere stesse sarà eseguita con acido cromico.
La zincatura a caldo delle lamiere sottili dovrà essere effettuata secondo le prescrizioni delle norme UNI 5753-66 e
le lamiere dovranno essere del tipo Fe Z 34. La lavorazione per la curvatura delle lamiere dovrà essere eseguita nel
senso della laminazione.
Le reti di acciaio, siano ad annodatura semplice con maglia romboidale o quadrata, siano a tripla torsione con maglia
esagonale, dovranno corrispondere alle prescrizioni delle norme UNI in vigore.
L'Impresa dovrà presentare alla Direzione Lavori, per i materiali metallici, i certificati di provenienza e delle prove
effettuate presso le fabbriche e fonderie fornitrici e presso i laboratori ufficiali.
10 - Materiali bituminosi ed asfaltici
Dovranno soddisfare ai requisiti stabiliti nelle corrispondenti "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali Caratteristiche per l'accettazione", Ed. maggio 1978; "Norme per l'accettazione delle emulsioni bituminose per usi
stradali", Fascicolo n. 3, Ed. 1958; "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali (Campionatura dei bitumi)",
Ed. 1980; "Norme per l'accettazione dei catrami per usi stradali", Fascicolo n. 1 - Ed. 1951; tutti del CNR
11 - Bitumi liquidi o flussati
Dovranno corrispondere ai requisiti di cui alle "Norme per l'accettazione dei bitumi liquidi per usi stradali", Fascicolo n. 7 - Ed. 1957 del CNR
12 - Materiali elettrici
I materiali da impiegare per gli impianti debbono essere delle migliori qualità ed in ogni caso devono rispondere alle
norme per la esecuzione ed esercizio per gli impianti elettrici, emanate dall'Associazione Elettrotecnica Italiana.
L'accettazione dei quadri e di tutte le apparecchiature è comunque subordinato al preventivo collaudo da parte della
D.L. in fabbrica.
13 - Vernici e colori
I colori da impiegare nella esecuzione dei lavori devono essere esenti da materie tossiche e comunque pregiudizievoli alla salute.
Le vernici dovranno essere costituite da olio di lino cotto, bianco di zinco e colori senza impiego di surrogati atti a
minorarne le efficienze.
La ferramenta sarà sempre dipinta con minio di piombo e non col cosiddetto minio di ferro (sesquiossido di ferro).
14 - Teli di geotessile (per uso generale)
Il telo geotessile avrà le seguenti caratteristiche:
− composizione: fibre di polipropilene o poliestere a filo continuo, agglomerate senza l’impiego di collanti;
− coefficienti di permeabilità: per filtrazioni trasversale, compreso fra 10-3 e 10-1 cm/sec. (tali valori saranno misurati per condizioni di sollecitazione analoghe a quelle in sito);
− resistenza a trazione: misurata su striscia di 5 cm di larghezza non inferiore a 300 N/5 cm (1), con allungamento a
rottura compreso fra il 25 e l’85%. Qualora nei tratti in trincea il telo debba assolvere anche funzione di supporto
(1) Prova condotta su strisce di larghezza 5 cm e lunghezza nominale di 20 cm con velocità di deformazione costante e pari a 2
mm/sec.; dal campione saranno prelevati 3 gruppi di 5 strisce cadauno secondo le tre direzioni: longitudinale, trasversale e
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per i sovrastanti strati della pavimentazione, la D.L. potrà richiedere che la resistenza a trazione del telo impiegato sia non inferiore a 500 N/5 cm o a 750 N/5 cm, fermi restando gli altri requisiti.
Per la determinazione del peso e dello spessore del “geotessile” occorre effettuare le prove di laboratorio secondo le
Norme CNR pubblicate sul B.U. n. 110 del 23.12.1985 e sul B.U. n. 111 del 24.12.1985.
ART. 9 -
TUBAZIONI PER ACQUEDOTTO
Per "diametro" delle tubazioni di qualunque tipo o materiale deve intendersi, qualora non sia espressamente
indicato in modo diverso, il diametro nominale della tubazione stessa.
A richiesta della Direzione Lavori, l'Impresa farà eseguire a proprie cure e spese presso un laboratorio ufficiale le
prove di accettazione dei tubi e di prova delle tecniche condotte in opera previste dal D.M. 12 Dicembre 1985
"Norme tecniche relative alle tubazioni", e secondo le precisazioni che verranno indicate dalla Direzione Lavori in
funzione delle condizioni di posa dei tubi, della pressione interna e dei sovraccarichi che le tubazioni debbono sopportare in opera.
L'Impresa dovrà fornire, se indicato dalla D.L., i calcoli di verifica statica delle tubazioni redatti in conformità alle
leggi vigenti.
La Direzione Lavori si riserva la facoltà di rifiutare i tubi approvvigionati in cantiere che a suo giudizio insindacabile
si presentassero comunque difettosi.
1 - In ghisa
Per tutti i tubi e i pezzi speciali in ghisa, sia comuni che centrifugati, che dovranno essere privi di sbavature e molati
nella superficie interna e frontale dei bicchieri ed in quella frontale delle flange, valgono in via generale le disposizioni di cui alla Normale 31 luglio 1937 n. 20 del Ministero dei Lavori Pubblici "Prescrizioni normali di accettazione per i tubi di ghisa e relativi pezzi di collegamento per condotte forzate d'acquedotto" e in particolare le prescrizioni delle norme UNI/ ISO 2531/88 "Tubi, raccordi e pezzi accessori di ghisa sferoidale per condotte in pressione",
UNI/ISO 4179-87 "Tubi di ghisa sferoidale per condotte con o senza pressione interna - Rivestimento interno di
malta cementizia centrifugata", UNI 9163-87 "Tubi, raccordi e pezzi accessori di ghisa a grafite sferoidale per condotte in pressione. Giunto elastico automatico" e UNI 9164-87 "Tubi, raccordi e pezzi accessori di ghisa a grafite
sferoidale per condotte a pressione. Giunto elastico a serraggio meccanico".
2 - In acciaio
I tubi d'acciaio ammessi per l'esecuzione delle condotte (o parti di condotte) oggetto del presente capitolato sono,
quelli senza saldatura oppure quelli saldati, con giunzioni testa a testa o a bicchiere sferico o cilindrico, effettuate
mediante saldatura con elettrodi oppure con flange e bulloni.
Per i tubi in acciaio valgono le norme UNI EN 10224/2004 (ex 6363-84) e le norme della circolare del Consiglio
Superiore dei LL.PP. n. 2136 del 5/5/1966.
I tubi, salvo diversa prescrizione derivante dai disegni di progetto o da altri elaborati di gara, dovranno essere internamente protetti da uno strato di bitume centrifugato ed esternamente da un rivestimento particolarmente curato contro ogni forma di aggressione chimica ed elettrolitica, dei tipi "normale" o "pesante" a seconda delle prescrizioni della Direzione Lavori.
Diversamente e a seconda delle prescrizioni di progetto, i tubi potranno essere internamente protetti da uno strato di
resina epossidica dello spessore minimo di 0.25 mm applicato mediante verniciatura con prodotti che risultino idonei
al contatto con acqua potabile in conformità a quanto previsto dalle vigenti leggi sanitarie (vedi D.M. della Salute n.
134 del 06/04/2004 e sussessive modifiche ed integrazioni), previa sabbiatura e pulizia delle superfici da trattare e
diagonale; per ciascun gruppo si scarteranno i valori minimo e massimo misurati e la media sui restanti 4 valori dovrà risultare
maggiore del valore richiesto.
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rivestimento bituminoso esterno particolarmente curato contro ogni forma di aggressione chimica ed elettrolitica, del
tipo "normali" o "pesante" a seconda delle prescrizioni della D.L.
Diversamente e a seconda delle prescrizioni di progetto, i tubi potranno avere rivestimento interno realizzato mediante verniciatura in resina epossidica dello spessore minimo di 0.25 mm con prodotti che risultino idonei al contatto con acqua potabile, in conformità a quanto previsto dalle vigenti leggi sanitarie (ex D.M. 21/3/73 e Circolare del
Ministero della Sanità n° 102 del 2/12/78), previa sabbiatura delle superfici da trattare, e rivestimento esterno in polietilene a bassa densità applicato in triplo strato (primer epossidico >= 10 micron, adesivo polietilenico >= 150 micron, polietilene a bassa densità) conforme alla norma UNI 9099/89, spessore della serie rinforzata.
L'Amministrazione appaltante, ove sia ritenuto necessario, per le caratteristiche del terreno di posa delle condotte o
per la presenza di correnti vaganti, potrà richiedere la protezione catodica attiva delle condotte con immissione di
opportune correnti anodiche a mezzo di anodi al magnesio oppure con tecnologie alternative.
3 - In cemento armato
Le tubazioni in cemento armato dovranno essere del tipo centrifugato o turbocentrifugato e dovranno rispondere a
tute le caratteristiche e prescrizioni contenute nella circolare n. 20 del 31 luglio 1937 del Ministero dei LL.PP.
4 - In polietilene a bassa densità
Le tubazioni in polietilene a bassa densità (PEBD) dovranno rispondere alle caratteristiche e prove previste dalle
norme UNI 7990-7991 tipo 312 serie PE32 ed in particolare avere le seguenti caratteristiche:
PROPRIETA’
UNITA’ DI MISURA
METODO DI PROVA
VALORI MEDI
g/cm3
DIN 53479
0,92÷0,93
g/10 min.
DIN 53735
≤1
kp/cm2
DIN 53455
≈ 120
Allungamento allo snervamento
%
DIN 53455
≥ 600
Modulo di elasticità a flessione
kp/cm2
DIN 53457
≈ 2000
°C
DIN 53460
98
°C-1
DIN 52328 o ASTM D
696
200 • 10-6
kcal/m.h. · °C
DIN 52612
≈ 0,30
Ohm
DIN 53482
≈ 105
Densità
Melt-index mfi 190/5
(indice viscosità)
Tensione di snervamento
Campo di fusione dei cristalli
Coefficiente di dilatazione longitudinale tra 20° e 90°
Conducibilità termica a 20°
Resistività elettrica superficiale
Il materiale base delle tubazioni esterne in PEBD deve essere uno specifico granulato non rigenerato, eventualmente
addizionato con nerofumo di adeguate caratteristiche, rispondente alle normative UNI 7054-72.
L'appaltatore, su richiesta della Direzione Lavori, dovrà produrre tutti i certificati di produzione relativi a ciascun
lotto di tubazioni forniti.
Detti certificati dovranno indicare tutti i dati stabiliti dalle norme UNI 7990 e UNI 7991 sia relativi alle tubazioni
che al granulato specifico usato per la produzione delle tubazioni stesse.
Detti certificati dovranno essere prodotti per ogni lotto di tubazioni.
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Le tubazioni in polietilene dovranno essere realizzate per estrusione, con adatti macchinari che garantiscano la uniformità delle caratteristiche del prodotto estruso, e le loro dimensioni dovranno essere rispondenti alle norme UNI
7990-7991 tipo 312 per condotte in pressione.
Le tubazioni fornite dovranno essere marcate con l'indicazione del materiale (PEBD), il diametro esterno delle tubazioni, la pressione nominale, il riferimento della normativa, l'indicazione del tipo, il marchio di fabbrica e l'indicazione del periodo di produzione.
Le tubazioni in polietilene dovranno essere idonee al contatto con acqua potabile dovendo risultare perfettamente
atossiche come indicato dalla Circolare Ministero Sanità n. 102 del 02.12.78. L'appaltatore dovrà perciò presentare
specifico certificato d'atossicità, per ciascun lotto di tubazioni, rilasciato dall'Unità Sanitaria Locale e su detto certificato dovrà essere anche ubicato il valore della migrazione globale, valore che dovrà essere sempre inferiore alle 50
p.p.m. come stabilito dalla suddetta C.M.d.S. n.102 del 02.12.78.
La Direzione Lavori si riserva inoltre la facoltà di sottoporre ogni lotto di tubazioni a quelle prove e collaudi che, di
volta in volta, riterrà più opportune con particolare riferimento alle prove di atossicità. Tutti i lotti di tubazioni, i cui
certificati di produzione o le prove imposte dalla Direzione Lavori, non saranno corrispondenti alle norme UNI
suindicate saranno senz'altro rifiutati dalla Direzione Lavori e allontanati immediatamente dal cantiere a cura e onere
dell'Impresa.
5 - In PEAD
Per la realizzazione dei tubi, dei raccordi e degli altri pezzi speciali in polietilene alta densità, dovranno essere impiegati polimeri con le seguenti caratteristiche generali (valori medi) a 20° C:
Massa volumica
0,950 g/cmc
Carico unitario a snervamento
24
kg/cmq
Allungamento allo snervamento <20 %
Allungamento alla rottura
>500 %
Modulo di elasticità
9000 kg/cmq
15
Resistenza elettrica superficiale
10
Ω
Indice di fluidità
<1
g/10 min
Conduttività termica
0,47 kcal/(m h °C)
-6
-1
Dilatazione termica lineare 200 10
°C
Stabilizzatore UV (nerofumo)
>2,0 % in massa
I tubi, i raccordi ed i pezzi speciali così realizzati, dovranno essere idonei al convogliamento di liquidi in pressione
come indicato dalle norme UNI 7611 e F.A. 1-91, tipo 312 - UNI 7612 che si intendono qui integralmente trascritte.
Dovranno inoltre essere atossici e idonei al trasporto di liquidi alimentari secondo le prescrizioni del Ministero della
Sanità emanate con la circolare n. 102/3990 del 02.12.1978 e successivi aggiornamenti ed essere a marchio I.I.P. anche per quanto concerne la materia prima impiegata.
Tale idoneità deve essere esplicitamente dichiarata e garantita per iscritto dall'Impresa aggiudicataria, allegando copia di attestato rilasciato da un laboratorio ufficiale.
Il Committente si riserva di far effettuare controlli di atossicità da parte del locale Presidio Multizonale di Igiene e
Profilassi su spezzoni dei tubi forniti.
L'Impresa Appaltatrice rimane comunque unica responsabile, anche nel tempo, dell'idoneità igienica dei tubi da essa
forniti.
I valori dei "de" (diametri esterni) dei tubi e dei pezzi speciali nonché gli spessori in funzione delle pressioni di esercizio indicate in progetto, dovranno essere conformi alle già citate norme UNI 7611 e 7612.
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I tubi possono essere in rotoli (con diametro di avvolgimento idoneo (>20 De) per diametri fino a ø est. mm 110; gli
altri devono essere in barre di lunghezza non inferiore a m 6.
I tubi dovranno essere esenti da soffiature; cavità di ritiro, difetti di omogeneità, non dovranno presentare intaccature
o rigature di profondità maggiore del 50% delle tolleranze sullo spessore previsto dalle norme UNI.
In caso di depressione interna i tubi non devono subire deformazioni.
I tubi devono essere a testate lisce per giunzione mediante polifusione, manicotti elettrici autosaldanti o mediante
bigiunti.
Tutti i tubi devono portare stampata per l'intera lunghezza in modo indelebile la seguente marchiatura: denominazione della ditta produttrice, indicazione del tipo, diametro esterno, pressione nominale, data di fabbricazione, rispondenza alle norme UNI, indicazione provenienza polimero, marchio di garanzia dell'Istituto Italiano dei Plastici.
Deve essere allegato un certificato di produzione con le caratteristiche del polimero impiegato con indicato in dettaglio: tipo di granulato, indice di fluidità, massa volumica, data di fabbricazione, risultati delle prove sulle tensioni
interne eseguite in conformità alla norma UNI 7615.
Dove essere inoltre allegato un certificato di origine della materia prima con dichiarazione del fornitore della stessa
dove risulti essere a marchio I.I.P. assieme ad una dichiarazione del fornitore di essere concessionario del marchio
I.I.P..
I bigiunti, i raccordi, i te, i gomiti e tutti gli altri pezzi speciali devono essere, secondo le disposizioni della D.L., dello stesso materiale dei tubi o in ghisa verniciata con resine epossidiche o in ottone o in bronzo; quelli metallici devono comunque essere di tipo pesante, di marche e caratteristiche da approvarsi preventivamente dalla D.L., in base
all'esame dei campioni presentati.
I pezzi speciali devono essere tali da assicurare la perfetta tenuta alle pressioni prescritte per i tubi ed anche in caso
di depressione interna.
Le flange devono essere sagomate e forate secondo UNI, salvo diverse disposizioni della D.L.
Tutti i tubi ed i pezzi speciali devono essere in grado di sopportare pressioni interne pari almeno a 1,5 volte la pressione nominale. La Direzione Lavori si riserva la facoltà di eseguire prove idrauliche in fabbrica sul 5% dei tubi da
fornire; se tale collaudo non risulterà totalmente favorevole, si potrà richiedere di ripetere le prove su tutti gli altri
tubi.
La D.L. si riserva inoltre di far eseguire in fabbrica o presso laboratori di fiducia, prove di resistenza e qualità dei
materiali.
ART. 10 - TUBAZIONI PER FOGNATURA
Per "diametro" delle tubazioni di qualunque tipo o materiale deve intendersi, qualora non sia espressamente
indicato in modo diverso, il diametro nominale della tubazione stessa.
A richiesta della Direzione Lavori, l'Impresa farà eseguire a proprie cure e spese presso un laboratorio ufficiale le
prove di accettazione dei tubi e di prova delle tecniche condotte in opera previste dal D.M. 12 Dicembre 1985
"Norme tecniche relative alle tubazioni", e secondo le precisazioni che verranno indicate dalla Direzione Lavori in
funzione delle condizioni di posa dei tubi, della pressione interna e dei sovraccarichi che le tubazioni debbono sopportare in opera.
L'Impresa dovrà fornire, se indicato dalla D.L., i calcoli di verifica statica delle tubazioni redatti in conformità alle
leggi vigenti.
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La Direzione Lavori si riserva la facoltà di rifiutare i tubi approvvigionati in cantiere che a suo giudizio insindacabile
si presentassero comunque difettosi.
1 - In PRFV per posa a terra (TIPO 1 per posa con scavo e TIPO 3 per posa con spingitubo)
Le tubazioni in PRFV centrifugate, devono essere prodotte in regime di Assicurazione di Qualità UNI-ISO 9001 e
devono essere conformi alla norma UNI9032 (Classe D) e UNI 9033 e successive modifiche ed integrazioni. Devono rispondere anche alle norme europee del settore nonché ai più severi standard internazionali.
La produzione standard del Produttore deve poter soddisfare la richiesta di curve e pezzi speciali delle tipologie più ricorrenti.
Diametro esterno Tipo 1: 1436 mm, s= 33.4 mm
Classe di pressione Tipo 1: Si richiede una classe di pressione minima PN 2.
Classe di rigidezza Tipo 1: La Classe di rigidità per la tubazione (intesa come Resistenza meccanica trasversale
“RG”) deve essere pari o superiore a 15.000 N/mq.
2
Diametro esterno Tipo 3: 1434 mm, s= 46 mm
Classe di pressione Tipo 3: Si richiede la Classe di pressione PN 1.5 (condotta per microtunneling di via Sacramora).
Classe di rigidezza Tipo 3: La Classe di rigidità per la tubazione (intesa come Resistenza meccanica trasversale
“RG”) deve essere pari o superiore a 34.000 N/mq.
I giunti saranno di norma a manicotto con guarnizione a labbro multiplo resa solidale direttamente in fabbrica. Il materiale della guarnizione deve essere di tipo antinvecchiamento adatta per contatto con acqua marina.
Tutti i pezzi speciali dovranno, almeno, essere della stessa classe di Pressione e Rigidezza delle tubazioni
principali alle quali verranno collegati. Le tubazioni Tipo 1 e Tipo 3 dovranno essere collegate tra di loro,
come indicato nei disegni di progetto.
La parete delle tubazioni sarà formata da più strati che dovranno costituire un unico elemento strutturale. In particolare:
Strato Protettivo Interno (Liner)
Questo strato, di straordinaria importanza ai fini della durata della tubazione, deve avere uno spessore complessivo
non inferiore a 1,3 mm, non deve presentare zone con presenza di fibre, ed essere in grado di offrire la massima resistenza chimica ed all’abrasione, nei confronti del liquido convogliato.
Questo strato, quando polimerizzato, deve essere privo di difetti come screpolature ed incrinature e non deve presentare cavità o bolle d’aria.
Il valore di rugosità deve risultare ≤ 0,01 mm.
Il valore di abrasione risultante dal relativo test a 100.000 cicli, effettuato secondo le norme DIN 19565, deve risultare ≤ 0,5 mm.
Strati Intermedi Ricchi Di Resina
Sia sotto al liner, sia al di sotto dello strato protettivo esterno, sarà presente uno strato con mat a fili tagliati o con
equivalente quantità di fili (roving) tagliati e disposti meccanicamente.
Lo spessore totale di questo strato non deve essere inferiore a 1 mm ed il suo contenuto in peso di rinforzo non deve essere maggiore del 40 % ( percentuale di fibra di vetro nel laminato vetro + resina ).
Il fornitore dovrà certificare esaurientemente le caratteristiche chimiche e fisiche della resina adottata.
Strato Centrale
Questo strato, quando polimerizzato, deve essere privo di evidenti difetti di lavorazione.
Come rinforzi si possono utilizzare fili (roving) continui o tagliati, od altri rinforzi .
Questo strato può essere costituito, oltre che da laminati di vetro + resina, anche da stratificati contenenti inerti (
sabbia, carbonati etc. ) inseriti onde incrementare la rigidità della parete del tubo.
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RG=EI/D3 avendo indicato con RG=resistenza meccanica trasversale (N/mq) o Rigidità trasversale, E=modulo elastico a flessione del materiale (N/mq) in direzione circonferenziale, I= momento di inerzia trasversale della striscia unitaria della parete
del tubo rispetto all’asse neutro (m4/m), D= diametro medio del tubo (m)
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Strato Protettivo Esterno
Questo strato dello spessore minimo di 0.2 mm, rinforzato o non, deve essere ricco di resina e privo di fibre affioranti.
Nel caso in cui tale spessore è superiore ad 1 mm il contenuto di resina non deve essere inferiore al 30%.
Lo strato protettivo esterno dovrà impedire l'assorbimento degli eventuali lubrificanti impiegati durante la posa.
Caratteristiche Tecniche
Le tubazioni saranno verificate secondo le norme A.T.V. A 127 , ed ipotizzando comunque una depressione massima
di 0.5 bar anche se le condizioni di progetto non prevedono il funzionamento in depressione.
2 - In PRFV per posa in arenile e a mare (TIPO 2)
Le tubazioni possono essere del tipo centrifugato oppure prodotte per avvolgimento di filo continuo (filament
winding).
Devono essere prodotte in regime di Assicurazione di Qualità UNI-ISO 9001 e devono essere conformi alla norma
UNI9032 (Classe D) e UNI 9033 e successive modifiche ed integrazioni. Devono rispondere anche alle norme europee del settore nonché ai più severi standard internazionali.
La produzione standard del Produttore deve poter soddisfare la richiesta di curve e pezzi speciali delle tipologie più ricorrenti.
Classe di pressione: Si richiede una classe di pressione minima PN 2.
Classe di rigidezza: La Classe di rigidità RG per la tubazione deve essere:
− posa a mare: pari a 10.000 N/mq minimo.
Classi di rigidezza inferiori potranno essere proposte alla DL e da questa valutate alle seguenti condizioni:
− deve essere prodotta idoena documentazione tecnica (relazione firmata da ingegnere abilitato) attestante la verifica statica della tubazione proposta in tutte le condizioni di montaggio, posa ed esercizio;
− deve essere prodotta idonea documentazione tecnica (relazione firmata da ingegnere abilitato) attestante la verifica statica della tubazione proposta soggetta ai carichi previsti in arenile in caso di passaggio di mezzi per manutenzione. Allo scopo deve essere considerato il carico pari a 10 t su impronta
di 0.2x0.6 m
I giunti potranno essere sia a manicotto con guarnizione a labbro multiplo resa solidale direttamente in fabbrica che a
bicchiere.
Il materiale della guarnizione deve essere di tipo antinvecchiamento adatta per contatto con acqua marina.
I giunti della condotta per la posa a mare devono essere del tipo antisfilamento opportunamente dimensionati
sia per per la fase di traino e posa in opera sia per la fase di esercizio.
Tutti i pezzi speciali dovranno, almeno, essere della stessa classe di Pressione e Rigidezza delle tubazioni principali
alle quali verranno collegati
3 - In calcestruzzo armato centrifugato o turbocentrifugato
L'impasto del calcestruzzo dovrà essere dosato, per ogni mc, con almeno 3,5 quintali di cemento tipo 425 alto forno
o 325 ferrico pozzolanico, pozzolanico o Portland a seconda delle precisazioni della Direzione Lavori, 0,800 mc di
ghiaia e 0,400 mc di sabbia, oppure in base a granulometrie prescritte dalla Direzione Lavori.
I giunti potranno essere indifferentemente del tipo a bicchiere o del tipo ad anello esterno, a seconda della richiesta
della Direzione Lavori.
Nel caso di giunto a bicchiere, anche questi dovranno essere ottenuti per centrifugazione, monoliticamente con le
canne.
Nel caso di giunto ad anello esterno questo dovrà essere costituito in pura malta di cemento con dosatura di sei
quintali di cemento per ogni mc di malta, e dovrà avere forma, lunghezza e spessore indicati dalla Direzione Lavori.
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Qualunque sia il sistema di lavorazione per la fabbricazione prescelta dall'Impresa il conglomerato dovrà essere
compresso in modo da raggiungere la massima compattezza, uniformità ed impermeabilità. La superficie interna dei
tubi dovrà risultare perfettamente liscia.
Essi saranno tolti dalle forme non prima delle 24 ore dalla loro ultimazione e per 15 giorni successivi dovranno subire una conveniente stagionatura in apposite vasche oppure con frequenti ed abbondanti aspersioni di acqua.
Nel caso di costruzione di tubi a mezzo di impianti che consentano l'estrazione di tubi dalle forme in tempi più brevi
di quelli indicati, l'Impresa dovrà fornire documentazione atta a dimostrare che il procedimento usato non provoca
alcun danno ai manufatti.
In ogni caso i tubi non potranno essere trasportati e collocati in opera prima che siano trascorsi 30 giorni dalla loro
fabbricazione.
Gli spessori dei tubi dovranno essere pari ad almeno 1/10 del diametro interno e le tolleranze ammesse sulle dimensioni nominali sono le seguenti:
- diametro interno: ÷ 1%
- spessore
: 1% in meno e 5% in più
- lunghezze
: ÷ 1%.
I tubi armati centrifugati o turbocentrifugati saranno, a seconda dei carichi previsti, armati con fili longitudinali di
acciaio trafilato e con spirale di armatura di uguale materiale, oppure con rete di ferro acciaioso FeB 44 K elettrosaldato, opportunamente disposti e nel numero e nelle dimensioni prescelte da ognuna delle ditte costruttrici ed approvati dalla Direzione Lavori.
Il calcolo di proporzionamento del tubo e della quantità del ferro di armatura è a carico dell'Impresa e dovrà essere
approvato dalla Direzione Lavori.
Come prima ipotesi di calcolo della sezione del tubo, si supporrà che la pressione interna sia sopportata dal solo ferro.
Considerando la sezione trasversale del tubo come struttura iperstatica si dovrà poi, come seconda ipotesi, tener conto anche del peso proprio del tubo, del terreno sovrastante, della pressione idrostatica e di un sovraccarico in superficie, per la zona agricola, di un trattore del peso complessivo di 7 ton. e per la zona urbana o industriale dello
schema militare I della circolare ANAS 1952.
L'armatura longitudinale deve essere calcolata alla sollecitazione di flessione, supposto il tubo semplicemente appoggiato, con appoggi alla distanza pari all'80% della lunghezza del tubo e con carico eguale al peso del tubo pieno
d'acqua più quello del terreno e del sovraccarico di cui sopra.
Tutte le tubazioni costituenti i condotti della fognatura nera o mista dovranno essere costituite con calcestruzzo confezionato con cemento ferrico pozzolanico o pozzolanico o Portland speciale e comunque tale da appartenere alla
classe "alta" o "altissima" resistenza ai solfati come da norma UNI- 9156-Cementi resistenti ai solfati.
Rivestimento interno dei tubi in calcestruzzo armato:
a) Rivestimento con resine epossicatramose
Per la protezione interna delle superfici dei condotti fognanti in conglomerato cementizio armato se ordinato dalla
D.L. potrà essere posto in opera, in fabbrica, un ciclo di applicazioni in resine epossi-catramose come di seguito specificato:
− la percentuale di catrame non dovrà superare il 50% del sistema resine epossidica-indurente-catrame;
− la percentuale di resina del sistema a sua volta non dovrà essere inferiore al 50%;
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− il rivestimento sarà costituito da una resina epossidica fluida, priva di solventi, con l'aggiunta di cariche ed indurente;
− di ogni componente e della miscela finale da applicare dovranno essere specificate con idonei certificati tutte le
caratteristiche fisico-chimiche-meccaniche atte a confermare l'effettivo impiego per rivestire e proteggere canalizzazioni di fognatura in conglomerato cementizio armato in particolare dovranno essere evidenziate le caratteristiche, confermate da prove di laboratorio, della miscela da applicare con riferimento alle seguenti prove:
- abrasione
- strappo
- distacco per trazione
- sottopressione
- imbutitura.
Applicazione del prodotto:
Stante che l'applicazione dovrà avvenire obbligatoriamente presso la fabbrica di produzione delle condotte per le
modalità inerenti si dovrà procedere come di seguito:
− il calcestruzzo, prima dell'applicazione del rivestimento, dovrà avere una stagionatura non inferiore ad un mese e
potrà presentarsi umido, ma non bagnato; la superficie del supporto da sottoporre al ciclo protettivo, dovrà essere
priva di grumi, fango, distaccanti, residui di boiacca ed in definitiva, di tutto ciò che possa determinare una "falda
adesione";
− lo spessore minimo che dovrà essere garantito ed uniforme sulle pareti dei manufatti non dovrà essere inferiore ai
400 micron;
− l'applicazione del ciclo sopradescritto, così come la preparazione del supporto, dovrà interessare tutta la superficie interna dei manufatti, ivi compresa la volta;
− il sistema verrà inoltre applicato a spruzzo ad elevata pressione d'esercizio (sistema airless);
− qualora venissero impiegate apparecchiature adeguate allo spruzzo dei componenti, da contenitori separati e con
miscelazione in testa, queste dovranno essere tassativamente provviste di controllo automatico dei rapporti stechiometrici.
b) Rivestimento con formelle di gres ceramico
La protezione interna delle superfici dei condotti fognanti in conglomerato cementizio armato potrà altresì essere eseguita mediante formelle di gres ceramico.
Stante che l'applicazione delle stesse dovrà avvenire obbligatoriamente presso la fabbrica di produzione delle condotte per le modalità inerenti si dovrà procedere come di seguito:
− il calcestruzzo, prima dell'applicazione del rivestimento dovrà avere una stagionatura non inferiore ad un mese e
potrà presentarsi umido, ma non bagnato;
− la superficie del supporto da sottoporre al ciclo protettivo, dovrà essere priva di grumi, fango, distaccanti, residui
di boiacca e in definitiva, di tutto ciò che possa determinare una "falsa adesione";
− applicazione a spatola o cazzuola di apposito collante resistente ad acidi e basi nell'intervallo di pH 0 ÷ 10;
− posa delle formelle di gres ceramico, delle dimensioni di 50 x 33 x 1 cm con raggio di curvatura adeguato al
diametro interno della condotta da rivestire, curando l'alternanza delle connessure e che dalle stesse fuoriesca all'ingiro il collante e le riempia. L'eccesso di collante verrà poi asportato e la larghezza delle connessure non dovrà superare i 5 mm;
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− il rivestimento ricoprirà di norma circa i 2/3 della circonferenza interna della tubazione con esclusione della volta. La Direzione Lavori si riserva comunque la facoltà di prescrivere il rivestimento sull'intera circonferenza.
4 - In calcestruzzo vibrato
I tubi di calcestruzzo vibrato saranno costituiti, per ogni mc di impasto, da almeno Kg 300 di cemento ferrico pozzolanico, pozzolanico o Portland 325, a seconda delle disposizioni della Direzione Lavori, da 0,800 mc di ghiaietto e
da mc 0,400 di sabbia e dovranno costruirsi in appositi cantieri.
I tubi dovranno essere ben calibrati e di spessore uniforme. Gli spessori minimi dei tubi saranno i seguenti:
- diametro interno da cm 20 spessore minimo mm 30
"
"
" " 30
"
"
mm 35
"
"
" " 40
"
"
mm 40
"
"
" " 50
"
"
mm 50
"
"
" " 60
"
"
mm 60
"
"
" " 70
"
"
mm 70
"
"
" " 80
"
"
mm 80
"
"
" " 100
"
"
mm100
Per tubi di costruzione speciale, l'Amministrazione si riserva di ammettere, a suo giudizio, spessori minori.
Le tolleranze ammesse sulle dimensioni nominali sono:
- diametro interno: ÷ 0,5%
- spessore
: 1% in meno e 5% in più
- lunghezza
: 1%.
La lunghezza normale dei tubi sarà di un metro. Avranno le estremità conformate a dente e mortisa per innestare fra
loro i singoli pezzi, o altro idoneo tipo di giunto autorizzato dalla Direzione Lavori.
Qualunque sia il sistema di fabbricazione prescelto dall'Impresa, il conglomerato dovrà essere vibrato in modo da
raggiungere la massima compattezza, uniformità ed impermeabilità e i tubi dovranno subire una conveniente stagionatura in apposite vasche, oppure con frequenti ed abbondanti aspersioni con acque.
La superficie interna dei tubi dovrà risultare perfettamente liscia. In ogni caso i tubi non potranno essere trasportati e
collocati in opera, prima che siano trascorsi 40 giorni dalla loro fabbricazione.
Tutte le tubazioni costituenti i condotti della fognatura nera o mista dovranno essere costituite con calcestruzzo confezionato con cemento ferrico pozzolanico o pozzolanico o Portland speciale e comunque tale da appartenere alla
classe "alta" o "altissima" resistenza ai solfati come da norma UNI-9156- Cementi resistenti ai solfati.
5 - In PVC
Per quanto riguarda le modalità di installazione e posa si fa riferimento ai disegni di progetto, alle raccomandazioni
indicate dalle case fornitrici e alla normativa emanata dall'Istituto Italiano dei Plastici (I.I.P.).
Le tubazioni in PVC (polivinilcloruro) dovranno essere della serie pesante, per fognature, essere di dimensioni e
spessori conformi alle norme UNI-EN 1401-1 – SN4 - SDR41 realizzati da Ditte in possesso del marchio di Qualità
ISO-EN-UNI 9002. I giunti saranno del tipo a bicchiere con guarnizione elastomerica a norma EN681-1 di tenuta
preinserita in fabbrica. Per quanto riguarda le modalità di installazione e posa si fa riferimento alle raccomandazioni indicate dalle case fornitrici e alla normativa emanata dall'Istituto Italiano dei Plastici (I.I.P.).
Per quanto riguarda i raccordi e i pezzi speciali si fa riferimento alle norme UNI 7444-75, 7447-75 e 7449-75.
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6 - In gres
Le tubazioni e i materiali in Gres ceramico (tubi, pezzi speciali, curve, conici, giunti semplici o a squadra, tappi,
fondi fogna, ecc.) devono corrispondere alle caratteristiche ed ai requisiti di accettazione prescritti dalle norme vigenti e in particolare le UNI EN 295 "Tubi ed elementi complementari di gres e relativi sistemi di giunzione destinati alla realizzazione di impianti di raccolta e smaltimento liquami".
Essi dovranno essere fabbricati con miscela di argilla plastica, caolino, quarzo e feldspati ed avranno una copertura
verificata ottenuta ad alta temperatura.
Dovranno presentarsi di impasto omogeneo, ben vetrificato, senza incrinature difetti o asperità, e dare, percossi al
martello un suono metallico. Le tubazioni dovranno essere munite, sia nel bicchiere che nella punta, di guarnizioni
elastiche, prefabbricate in poliuretano aventi le seguenti caratteristiche:
- resistenza a trazione ≥ 2 N/mm²
- allungamento a rottura ≥ 90%
- durezza 67±5 shore A.
Giunzioni di tipo diverso potranno essere adottate solo se preventivamente approvate dalla Direzione Lavori.
Le tubazioni di gres per microtunnelling dovranno essere conformi alla norma EN 295 parte 7, 1999 che si richiama
integralmente. I tubi dovranno inoltre garantire una tenuta idraulica minima di 0.5 bar e comunque pari al carico idraulico in metri di colonna d’acqua che si realizza tra il piano campagna e la massima profondità di posa prevista in
progetto.
Il giunto per le tubazioni di diametro nominale maggiore o uguale a 250 mm è previsto del tipo V4A (manicotto in
acciaio inox al molibdeno e guarnizioni elastomeriche) mentre per i diametri inferiori sarà del tipo VT (gomma elastomerica su anima d’acciaio). Per il DN 150 è ammesso un giunto tipo VT in polipropilene con guarnizioni di tenuta in materiale elastomerico.
Le singole forniture, suddivise in lotti, dovranno essere accompagnate da un certificato di collaudo che deve essere
richiesto al fabbricante dall’Impresa esecutrice. Il documento deve attestare la conformità della fornitura alla normativa UNI EN 295.
Per le tubazioni di gres per microtunnelling è prescritta la prova in cantiere di verifica dell’integrità del tubo mediante apparecchio di prova delle estremità del tubo ad una pressione interna di 15 bar.
7 - In P.E.A.D. per fognatura
Le condotte in Pead saranno del tipo strutturato coestruso a doppia parete, liscia internamente e di colore bianco e
corrugata esternamente di colore nero. Dovranno essere a norma pr-EN13476-1 tipo B certificato IIP, realizzati da
ditte in possesso del marchio di Qualità ISO-EN-UNI 9002 con classe di rigidità pari a SN 8 (kN/mq), in barre da 6
o 12 m con giunzione mediante manicotto in PEAD ad innesto con marchio IIP e guarnizione a labbro in EPDM. La
condotta dovrà essere certificata per resistere ad una pressione di 0.5 bar ed a una depressione di 0.3 bar.
8 - In calcestruzzo armato centrifugato per microtunneling (TIPO 4)
− Inerti: di natura alluvionale tondi e/o frantumati con dimensione compresa tra 5-25 mm. Sabbie lavate, di origine
naturale e/o proveniente da frantumazione con dim. max di 4 mm;
− Rck: 500 daN/cmq;
− acciaio: Fe b 44 k controllato in stabilimento, a doppia spirale continua secondo i disegni di progetto e le prescrizioni del competente Dipartimento RFI;
− leganti: ferrico – pozzolanico o pozzolanico o d’alto forno resistente ai solfati e all’acqua di mare;
− giunti: devono essere a bicchiere, con diametro esterno pari al diametro esterno della condotta misurato in mezzeria e dotati di anello in acciaio Fe360 verniciato e ancorato all’armatura e completo di anello in legno MDF (o
similare) di ripartizione della spinta.
− Guarnizioni: guarnizione adeguata a resistere alla pressione di collaudo, tipo Forsheida F146 cuneiforme.
− Pressione di collaudo: 12.00 m di colonna d’acqua in asse condotta.
− Accessori: ganci di sollevamento, valvole di lubrificazione, ecc.
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−
−
−
Rivestimento interno: in cemento lisciato ottenuto nel processo di fabbricazione.
Diametro e spessori: come da disegni di progetto.
Prescrizioni: ottemperare alle prescrizioni del competente Dipartimento RFI e contenute nella Convenzione stipulata (sigillatura finale dei giunti interni con malta tipo Mapei MAPEGROUT BM, ecc.).
Qualunque sia il sistema di lavorazione per la fabbricazione prescelta dall'Impresa il conglomerato dovrà essere
compresso in modo da raggiungere la massima compattezza, uniformità ed impermeabilità. La superficie interna dei
tubi dovrà risultare perfettamente liscia.
Essi saranno tolti dalle forme non prima delle 24 ore dalla loro ultimazione e per 15 giorni successivi dovranno subire una conveniente stagionatura in apposite vasche oppure con frequenti ed abbondanti aspersioni di acqua.
Nel caso di costruzione di tubi a mezzo di impianti che consentano l'estrazione di tubi dalle forme in tempi più brevi
di quelli indicati, l'Impresa dovrà fornire documentazione atta a dimostrare che il procedimento usato non provoca
alcun danno ai manufatti.
In ogni caso i tubi non potranno essere trasportati e collocati in opera prima che siano trascorsi 30 giorni dalla loro
fabbricazione.
ART. 11 - TUBAZIONI DI PROTEZIONE IN ACCIAIO (controtubi).
Esse dovranno avere caratteristiche e dimensioni non inferiori a quelle indicate nei disegni di progetto o prescritte dagli Enti competenti ovvero dalla Direzione Lavori.
E’ obbligo dell’Appaltatore assicurarsi delle prescrizioni, caratteristiche tecniche e particolarità degli attraversamenti
oggetto di appalto.
Le tubazioni dovranno essere dotate di rivestimento protettivo in polietilene a triplo strato estruso, qualora la loro
posa si possa eseguire con scavo a cielo aperto, o previa autorizzazione della D.L., dotate di rivestimento bituminoso. Diversamente, nel caso di sottopassi eseguiti con trivellazione o mediante spingitubo, sarà consentito l'impiego di
tubi nudi verniciati esternamente e internamente con prodotti epossidici tipo SNAM o similari. Spessore rivestimento
esterno pari a 500 µm minimo e interno pari a 300 µm minimo.
Le tolleranze su diametro esterno, spessore, forma e superficie, preparazione del fondo, dovranno soddisfare i
requisiti delle norme UNI di riferimento.
ART. 12 - PEZZI SPECIALI, SARACINESCHE, VALVOLE E RUBINETTERIE
I pezzi speciali da usare per le condotte dovranno essere dello stesso materiale di cui sono costituite le tubazioni, eccetto che per quelle in polietilene per le quali è prescritto l'uso di idonei pezzi speciali in ghisa, acciaio o in ottone
tornito. I pezzi speciali, posti in opera per future diramazioni nella loro parte terminale dovranno essere muniti di
flangia cieca ed ugualmente dicasi per la parte libera della saracinesca che fosse posta alle loro estremità.
Le saracinesche (PN10) saranno a passaggio totale senza restrizione di sezione con corpo ovale di ghisa sferoidale e
rivestimento epossidico, chiusura normalmente destrorsa, albero di manovra in acciaio inox forato nella parte superiore per fissare una spina di fissaggio pure in acciaio inox, anelli di tenuta O-RING alloggiati in sedi rettificate, cuneo gommato con materiale adatto al contatto con acqua potabile secondo il D.M.S. 02/12//78 n.102, flange tornite e
forate secondo le norme UNI PN 10 con piano di appoggio e saranno munite di volantino di manovra oppure di cappellotto in ghisa i cui oneri restano comunque a carico dell'Impresa essendo compresi nel prezzo delle saracinesche.
Tutti i pezzi speciali, saracinesche, clapet idranti e rubinetterie dovranno pervenire dalle migliori fabbriche e non potranno essere poste in opera se per ogni tipo e diametro non verrà prima sottoposto all'approvazione della Direzione
Lavori il relativo campione.
I collari di presa sotto carico sia filettati che flangiati per condotte di fibrocemento, ghisa e acciaio dovranno essere
costituiti da selle in ghisa sferoidale con guarnizioni di tenuta in gomma sotto l'anello, staffa in acciaio inox rivestita
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con guarnizione in gomma, bulloni, rondelle e dadi in acciaio inox e costruiti con gli accorgimenti più idonei per garantire la perfetta tenuta nel tempo.
La Direzione Lavori si riserva la facoltà di far sottoporre detti apparecchi a prova di pressione doppia di quella di
esercizio.
La rubinetteria da porre in opera per diametri dal pollice in su dovrà avere il corpo in bronzo e per diametri inferiori
dovrà essere tutta in ottone e presentarsi perfetta per lavorazione e tenuta.
I giunti meccanici, per il collegamento di testa fra le tubazioni e le flange mobili per il collegamento con saracinesche o pezzi flangiati, dovranno essere di ghisa sferoidale, del tipo universale, per permettere il collegamento con
tubazioni di diametro diverso, in fibrocemento, ghisa, acciaio, polietilene. Dovranno essere protetti dalla corrosione
mediante vernici epossidiche, avere guarnizioni atossiche adatte al contatto con acqua potabile e bulloneria in acciaio zincato 8.8.
I giunti per il collegamento di tubazioni in polietilene dovranno essere del tipo antisfilamento con apposito anello di
tenuta per evitare possibili sfilamenti delle tubazioni.
Per tutti i materiali e le apparecchiature, occorrenti per i lavori considerati, l'Impresa assume, nei confronti dell'Amministrazione appaltante, la responsabilità solidale con le ditte fornitrici per quanto riguarda la loro piena rispondenza agli scopi da raggiungere, la qualità, le lavorazioni e le prescritte garanzie.
Essa dovrà curare inoltre a suo onere e spese la presa in consegna dei materiali e delle apparecchiature di cui sopra,
secondo le indicazioni che le perverranno dalla Direzione Lavori, il loro trasporto in magazzini di deposito, la loro
buona manutenzione ed il loro collocamento in opera, con qualsiasi mezzo meccanico od opera provvisionale che
allo scopo si rendessero necessari.
ART. 13 - MANUFATTI IN CALCESTRUZZO PREFABBRICATI
I manufatti in calcestruzzo prefabbricati, come pozzetti di ispezione, di incrocio, chiusini, caditoie, pozzetti di cacciata ecc., saranno delle dimensioni, caratteristiche e spessori adatti a sopportare il carico stradale di 1^ categoria o
di 2^ categoria a seconda delle disposizioni della D.L.
Qualunque sia il sistema di prefabbricazione, il conglomerato dovrà raggiungere la massima compattezza, uniformità
ed impermeabilità. Gli elementi prefabbricati dovranno subire una conveniente stagionatura ed in ogni caso non potranno essere trasportati e collocati in opera prima che siano trascorsi 40 giorni dalla loro fabbricazione.
La superficie interna dovrà essere liscia ed esente da qualsiasi anomalia. I giunti dei vari elementi prefabbricati componenti il pozzetto saranno del tipo con innesto a bicchiere ed anello di tenuta in neoprene e sigillatura esterna in
malta di cemento, oppure con sigillatura in malta di cemento ed anello esterno in calcestruzzo, a seconda delle disposizioni della Direzione Lavori.
L'Impresa dovrà produrre i calcoli statici e i disegni esecutivi dei manufatti prefabbricati e dovrà fornire su
richiesta alla Direzione Lavori le documentazioni relative alle prove effettuate per la verifica delle resistenze
meccaniche del calcestruzzo ed inoltre illustrare i metodi di produzione degli elementi prefabbricati.
Si fa rilevare che per i manufatti le cui superfici potranno essere bagnati dalle acque di fognatura nera o unitaria, i
ferri di armatura dovranno avere un ricoprimento di calcestruzzo di almeno 3 cm e il calcestruzzo dovrà essere confezionato con cemento ferrico pozzolanico o pozzolanico o Portland speciale e comunque appartenente alla classe
"alta" o "altissima" resistenza ai solfati come da norma UNI-9156 - Cementi resistenti ai solfati - al fine di evitare
possibili fenomeni corrosivi.
Pozzetti ENEL prefabbricati:
Devono essere del tipo approvato dall’ENEL del tipo “a tre vie” o “a due vie” da comporre, con attacco cavidotti
protetti dalla rastrematura del pozzetto (dim. indicative camera interna: largh: 50x lungh. 150, prof. 110 cm) tipo
TECNOPRESS, con chiusino D400 in ghisa sferoidale con la scritta “Enel” o simile prescritta dall’ENEL.
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ART. 14 - MATERIALI PER FORMAZIONI ARGINI E PER OPERE IN VERDE
Gli argini dovranno essere costituiti da sostanze argillose con indice di plasticità compreso fra 10 e 15 o da altra miscela proposta dall'Impresa ed accettata dalla Direzione Lavori ma comunque atta alla formazione di strati perfettamente impermeabili ed in grado di resistere alle sollecitazioni provocate dal carico d'acqua e dell'eventuale transito
di mezzi lungo l'argine stesso.
Le caratteristiche dei materiali da impiegarsi per le opere in verde sono le seguenti:
1) Terra: la materia da adoperarsi per il rivestimento delle sponde di canali o delle scarpate di rilevati dovrà essere
terreno agrario, a reazione neutra, sufficientemente dotato di sostanze organiche e di elementi nutritivi, di medio
impasto e comunque adatto a ricevere una coltura erbacea permanentemente; esso dovrà inoltre risultare privo di
ciottoli, detriti, radici ed erbe infestanti.
2) Concimi: i concimi minerali, semplici o complessi per concimazione di fondo o in copertura, dovranno essere di
marca nota sul mercato nazionale.
3) Seminagioni: dovranno essere adatte ai terreni e al clima della zona, e idonee allo scopo di proteggere permanentemente e tenacemente le sponde o le scarpate.
ART. 15 - SEGNALETICA ORIZZONTALE, VERTICALE E LUMINOSA
Per quanto riguarda i materiali, salvo quanto particolarmente specificato nelle voci di Elenco prezzi, l’Appaltatore
potrà provvedersi presso le ditte di sua convenienza purchè i materiali siano conformi:
−
Per quanto attiene impianti elettrico semaforico, alle norme CEI – UNEL e leggi vigenti in materia, dotati di
marchio di qualità (IMQ o equivalente) oppure certificati dalle ditte costruttrici;
−
Per quanto attiene l’impianto di segnaletica verticale, tutti i cartelli stradali forniti dovranno essere prodotti da
Ditte autorizzate, ai sensi della circolare del Ministero dei LL.PP.: n° 2823 del 30.11.1993;
−
Per quanto attiene l’impianto di segnaletica orizzontale, le vernici dovranno corrispondere alle prescrizioni della Legge n° 245/63, i materiali elastoplatici dovranno essere prodotti da aziende in possesso del sistema di qualità secondo le norme UNI-EN 29000.
I segnali stradali dovranno essere prodotti esclusivamente da Ditte autorizzate.
Si fa inoltre presente che dovranno essere prodotti i seguenti certificati:
a)
copia dei certificati, attestanti la conformità delle pellicole retroriflettenti ai requisiti richiesti dal Disciplinare
Tecnico approvato con D.M. del 31.03.1995;
b)
rapporto di prova per le sole pellicole con caratteristiche prestazionali superiori di classe2;
c)
copia delle certificazioni di qualità rilasciate da organismi accreditati secondo le norme UNI/EN 45000, sulla
base delle norme europee della serie UNI/EN 29000, al produttore delle pellicole retroriflettenti che si intendono utilizzare per la realizzazione dei lavori;
d)
copia di certificazione rilasciato dal Ministero dei Lavori Pubblici, relativa alle lanterne semaforiche.
Pertanto l’Appaltatore, dovrà far pervenire a questa Amministrazione, rilasciate direttamente dalla Ditta produttrice
delle pellicole retroriflettenti che verranno impiegate per la fornitura, copie dei certificati su richiamate.
La Direzione Lavori si riserva la facoltà di prelevare campioni dei materiali utilizzati per i lavori; i campioni verranno prelevati in contradditorio, degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali indicati dalla D.L., previa
apposizione dei sigilli e firme del responsabile della stessa e dell’Impresa nei modi più adatti a garantirne
l’autenticità e la conservazione.
Le diverse prove ed analisi da eseguire sui campioni saranno prescritte ad esclusivo giudizio della D.L. che si riserva
la facoltà di far eseguire prove di qualsiasi genere presso riconosciuti Istituti specializzati allo scopo di conoscere la
qualità e la resistenza dei materiali impiegati e ciò anche dopo la provvista a piè d’opera, senza che la Ditta possa
avanzare diritti a compensi per questo titolo. Qualora dalle analisi o prove fatta eseguire dalla Direzione Lavori si
abbiano risultati non corrispondenti prescrizioni, varranno ad ogni effetto le norme del presente Capitolato Speciale
d’Appalto e del Capitolato Gen. D’Appalto OO.PP.
Tutti i suddetti materiali dovranno essere riconosciuti dalla Direzione Lavori della migliore qualità e rispondenti ai
requisiti appresso indicati.
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PROGETTO ESECUTIVO – CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO
ver.: come progettato
file: CAP_viserba_03.doc
Detti campioni di materiali prima di essere impiegati devono ottenere l’approvazione della Direzione Lavori.
Per quanto riguarda i sostegni, fermo restando le caratteristiche previste nell’elenco prezzi, la D.L. si riserva di fornire i vari campioni ai quali l’impresa dovrà adeguarsi per quanto concerne le forme, gli attacchi alle fondazioni e gli
altri particolari costruttivi.
Ciò allo scopo evidente di unificare i prodotti in modo tale che ci sia intercambiabilità fra i nuovi sostegni e quelli
già in opera nel resto del territorio del Comune di Rimini.
La Ditta è tenuta a sostituire entro 30 (trenta) giorni, a propria cura e spesa, tutto il materiale che, a giudizio insindacabile della D.L. o dalle analisi e prove fatte eseguire dalla stessa, non dovesse risultare rispondente alle prescrizioni; è altresì tenuta ad accettare in qualsiasi momento eventuali sopralluoghi disposti dalla D.L. presso i laboratori atti
ad accertare la consistenza e la qualità delle attrezzature e dei materiali in lavorazione usati per la realizzazione dei
lavori.
In mancanza della suddetta certificazione non potrà essere avviata alcuna procedura contrattuale per l’appalto.
La Direzione Lavori si riserva la facoltà di prelevare campioni dei materiali utilizzati per i lavori; i campioni verranno prelevati in contraddittorio, degli stessi potrà essere ordinata la conservazione nei locali indicati dalla D.L., previa
apposizione dei sigilli e firme del responsabile della stessa e dell’Impresa nei modi più adatti a garantirne
l’autenticità e la conservazione.
Le diverse prove ed analisi da eseguire sui campioni saranno prescritte ad esclusivo giudizio della D.L. che si riserva
la facoltà di far eseguire a spese della Ditta aggiudicataria prove di qualsiasi genere presso riconosciuti Istituti specializzati allo scopo di conoscere la qualità e la resistenza dei materiali impiegati e ciò anche dopo la provvista a piè
d’opera, senza che la Ditta possa avanzare diritti a compensi per questo titolo.
Qualora dalle analisi o prove fatta eseguire dalla Direzione Lavori si abbiano risultati non rispondenti alle prescrizioni, varranno ad ogni effetto le norme del presente Capitolato Speciale d’Appalto e del Capitolato Gen. D’Appalto
OO.PP.
Tutti i suddetti materiali dovranno essere riconosciuti dalla Direzione Lavori della migliore qualità e rispondenti ai
requisiti appresso indicati.
Detti campioni di materiali prima di essere impiegati devono ottenere l’approvazione della Direzione Lavori.
Per quanto riguarda i sostegni, fermo restando le caratteristiche previste nell’elenco prezzi, la D.L. si riserva di fornire i vari campioni ai quali l’impresa dovrà adeguarsi per quanto concerne le forme, gli attacchi alle fondazioni e gli
altri particolari costruttivi.
Ciò allo scopo evidente di unificare i prodotti in modo tale che ci sia intercambiabilità fra i nuovi sostegni e quelli
già in opera nel resto del territorio del Comune di Rimini.
La Ditta è tenuta a sostituire entro 30 (trenta) giorni, a propria cura e spesa, tutto il materiale che, a giudizio insindacabile della D.L. o dalle analisi e prove fatte eseguire dalla stessa, non dovesse risultare rispondente alle prescrizioni; è altresì tenuta ad accettare in qualsiasi momento eventuali sopralluoghi disposti dalla D.L. presso i laboratori
della stessa, atti ad accertare la consistenza e la qualità delle attrezzature e dei materiali in lavorazione usati per la
realizzazione dei lavori.
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B) – QUALITA' E CONSISTENZA DEI MATERIALI NECESSARI PER LAVORAZIONI SPECIFICHE
ART. 16 - BOCCA DI ISPEZIONE IN ACCIAIO CON FLANGIA DI TENUTA
Le bocche di ispezione a monte e a valle dell’attraversamento da realizzare con microtunneling lungo via Polazzi e la
ferrovia, devono essere realizzati secondo le seguenti caratteristiche:
−
materiale:
Acciaio L275 conforme UNI EN 10224/2204;
−
spessore
12,50 mm;
−
preparazione del materiale:
sabbiatura Sa 2 1/2 ISO 8501-1/1988 (equivalente a norma svedese
SIS 05.59.00/1967;
−
preparazione della finitura:
1 mano zincante inorganico tipo VENEZIANI GABBRO ZN90 s=
75 µm
−
finitura:
2 mani epossicatrame tipo VENEZIANI PIKOLTAR NT s= 250
µm per mano
−
botola di accesso:
foratura PN6 con viteria in acciaio inox Aisi 304
ART. 17 - PARATOIA DI INTERCETTAZIONE SU POZZETTO M13
La paratoia da fornire e porre in opera presso il pozzetto M13 ha le seguenti caratteristiche:
−
materiale gargami e lente:
acciaio inox Aisi 304;
−
larghezza ed altezza luce netta:
1400 mm
−
altezza telaio:
1800 mm
−
pressione max di esercizio (nominale):
2.0 m di col. acqua;
−
tenuta sui 4 lati:
da monte verso valle
−
vite rotante:
non saliente
−
colonna di manovra:
con riduttore angolare di sforzo e volantino con lucchetto
−
vite di manovra trapezia:
acciaio inox Aisi 303 su chiocciola in bronzo
−
trattamenti superficiali:
decapaggio e pulizia saldature
−
completa di zanche di fissaggio
Fe360
−
galoppini
acciaio inox
−
telaio
ghisa GG25
−
corpo guida
ghisa GG25
ART. 18 - VALVOLA A FARFALLA E GIUNTO DI SMONTAGGIO
VALVOLA A FARFALLA
Valvola a farfalla flangiata per il sezionamento dell'acqua con possibilità di flusso in entrambe le direzioni, adatta
ALL’AMBIENTE MARINO. Pressione di funzionamento ammissibile PFA 10 bar. Diametro da DN 1400 mm.
Corpo e disco in ghisa sferoidale GS500-7 ISO1563. Sede di tenuta sul corpo in acciaio inox AISI316L. Alberi in
acciaio duplex 1.4462. Boccole in bronzo-alluminio. Guarnizioni albero di manovra costituite da un elemento di tenuta primario a base di PTFE e da tenuta secondaria tramite doppi O-Ring interni ed esterni in EPDM. Disco a doppio eccentrico con guarnizione di tenuta idraulica di tipo completamente automatico in EPDM e ghiera premiguarnizione in acciaio inox AISI 316L.
Rivestimento interno ed esterno con verniciatura a polveri epossidiche, spessore minimo 300 micron (RAL 5005).
Viteria interna ed esterna in acciaio inox A4. Riduttore a vite senza fine in ghisa rivestita con 150 micron di vernice
epossidica dimensionato per la manovra nelle condizioni di massima coppia (più coefficiente di sicurezza). Finecorsa meccanici in apertura/chiusura. Indicatore meccanico di posizione. Senso di chiusura orario. Volantino di manovra in acciaio stampato. Piedini di appoggio sia sul lato superiore che inferiore.
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Temperatura di stoccaggio ammissibile –20° ¸ 70°C; temperatura ammissibile in esercizio 0° ¸ 40°C.
Prodotta in stabilimento europeo certificato a norma ISO9001 e ISO 14001 e conforme alle norme EN1074-1 e 2,
EN593 e ISO 10631. Scartamento valvola secondo le norme ISO5752-14 o DIN3202-F4. Flange di collegamento
forate secondo EN1092-2 e ISO7005-2.
Il produttore dovrà fornire certificati attestanti l’avvenuto collaudo idraulico del corpo e della tenuta secondo la
norma EN1074 e ISO5208 e documentazione relativa al ciclo di verniciatura adottato. Il fornitore dovrà inoltre esibire certificazione in merito alla conformità alla EN1074 rilasciata da organismo di parte terza accreditato secondo
norme UNI CEI 45000. Marcatura conforme a EN19: DN, PN, tipo di ghisa, marchio del produttore; inoltre senso di
chiusura, data di fusione, codice prodotto.
GIUNTO DI SMONTAGGIO
Giunto di smontaggio a corsa lunga per valvole flangiate. Pressione di funzionamento ammissibile PFA 10 bar. Diametro da DN 1400 mm.
Costruito in acciaio al Carbonio C22 UNI7070 e corpi tubolari in acciaio collegati con saldature esterne ed interne
alle flange e con o-ring in elastomero in EPDM tra i corpi e la flangia centrale con tiranti e dadi in acciaio inox AISI
304. Escursione ±25mm. Tappi di protezione in gomma alle estremità delle barre filettate. I tiranti devono essere
previsti in numero pari ai fori presenti sulla flangiatura degli organi da accoppiare.
Rivestimento interno ed esterno con vernice epossidica RAL5005 applicata previa sabbiatura grado Sa 2 ½ , di spessore minimo 200 micron e di spessore medio 300 micron. Flangiatura secondo EN 1092-2. Collaudo a 1,5 volte la
PFA + 1 bar.
ART. 19 - SFIATI
Gli sfiati a galleggiante con attacco flangiato DN100, a doppia funzione, da installare secondo i disegni di progetto o
indicazioni della D.L., devono avere le seguenti caratteristiche:
− norma: adatti per fognatura;
− tipo: PFA 10
− foratura flangia: PN10
− corpo e cappello: acciaio rivestito con polvere epossidica con sp. 250 micron;
− galleggiante: polipropilene o acciaio inox;
− boccaglio o valvola di controllo: ottone trafilato;
− bulloni corpo/cappello: acciaio inox;
− guarnizione corpo/cappello: elastomero adatto al contatto con acqua salmastra;
− becco di sfiato portato in sommità all’interno del pozzetto, realizzato in PEAD o materiale plastico.
− bulloneria di collegamento: acciaio inox Aisi 304 comprese boccole di protezione sempre in acciaio inossidabile Aisi 304.
ART. 20 - FLANGE DI COLLEGAMENTO PER TUBAZIONE IN C.A. PER MICROTUNNELING
Flangia LATO MASCHIO:
pezzo speciale costituito da:
− flangia in acciaio DN1400, foratura come da disegno, in acciaio protetto mediante rivestimento come bocca
di introduzione in acciaio con flangia di tenuta;
− pezzo speciale di carpenteria a forma di “imbuto” da realizzare secondo i disegni di progetto in acciaio
s=12 mm, per infilaggio nell’estremità maschio della condotta in c.a. da microtunneling. L’estremità del
pezzo speciale (non flangiata) deve essere realizzata secondo le tolleranze proprie della estremità femmina
della condotta per microtunneling al fine di permettere l’ottimale inserimento. La tenuta idraulica comunque
deve essere assicurata dalla guarnizione speciale tipo Forsheida F146 cuneiforme che deve lavorare in bat26
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tuta sul pezzo speciale. L’ancoraggio finale dell’imbuto all’estremità maschio della condotta deve essere realizzata mediante barre in acciaio L=800 mm H= 50 mm s=10mm opportunamente saldate alla carpenteria
dell’imbuto e fissate mediante viti e tasselli in acciaio inox al cls della condotta tramite piatti 300x300 mm
Flangia LATO FEMMINA:
pezzo speciale costituito da:
− flangia in acciaio DN1400, foratura come da disegno, in acciaio protetto mediante rivestimento come bocca
di introduzione in acciaio con flangia di tenuta;
− pezzo speciale di carpenteria a forma di imbuto da realizzare mediante profilo ad “U” 120x55 calandrato e
saldato all’imbuto; il profilo ad “U” deve avere 30 forature M20 e grani L=80 mm per il fissaggio della
guarnizione di tenuta che deve lavorare in battuta sull’anello in acciaio dell’estremità femmina della condotta;
− anello di fissaggio ricavato da piatto 45x15 mm smussato e calandrato, già inserito all'interno del profilato
ad “U” completo di n. 2 guarnizioni rettangolari 60x40 a spigoli smussati, shore 50, tagliate a misura ed incollate a freddo da montare sul profilato dopo saldatura al cono in acciaio del pozzo.
ART. 21 - GIUNTI DI CHIUSURA INOX PER CONDOTTA IN PRFV
La condotta in PRFV Tipo 1 per potersi collegare (intestare) all’estremità, lato monte, della condotta posata con tecnica microtunneling sotto la ferrovia e sotto via Polazzi, necessita di n.2 giunti tipo “Straub” aventi le seguenti caratteristiche:
− diametro nominale: DN1400
− classe di pressione: PN2
− larghezza minima del giunto: 139 mm
− carcassa: Aisi 316 Ti
− viti: Aisi 4135
− perni: Aisi 12 L 14, zincati
− guarnizione: EPDM adeguata a resistere all’acqua di mare;
− eventuali ulteriori accessori per il montaggio su condotta in PRFV
ART. 22 - GEOTESSUTO PER POSA A MARE
Il geotessuto avrà la funzione di filtro, separatore e rinforzo per la posa a mare della condotta.
Esso deve avere le seguenti caratteristiche:
Tipo Geolon PP 80L
L=10.40 m
tessuto
Modello (Tipo)
Tipo di manifattura
Tipo di filamento usato in direzione longitudinale
Tipo di filamento utilizzato in direzione trasversale
Colore
Proprietà meccaniche
In direzione longitudinale
Resistenza nominale a trazione
Allungamento alla resistenza nominale a trazione
Norme di riferimento
nastro
nastro
nero
kN/m
80
EN-ISO 10319
%
14
EN-ISO 10319
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Resistenza a trazione al 10% della deformazione
Resistenza a trazione al 5% della deformazione
Resistenza a trazione al 2% della deformazione
In direzione ortogonale
kN/m
75
EN-ISO 10319
kN/m
40
EN-ISO 10319
kN/m
16
EN-ISO 10319
kN/m
80
EN-ISO 10319
%
11
EN-ISO 10319
Forza perforante
kN
10
EN-ISO 12236
Spostamento
mm
35
EN-ISO 12236
Resistenza al punzonamento dinamico (Cone
Drop)
mm
8
EN 918
Resistenza alla trazione delle asole
kN
2
Litri/m2 s
mm
1/s
m/s
20
29
0,35
0.015
NEN 5167
NEN 5167
NEN 5167
EN-ISO 11058
micron
250
NEN 5168
micron
200
EN-ISO 12956
U.T.S.
>90%
ENV 12224
C
ISO 4892-2
A
NEN 5132
360
1.1
0.5 x 0.5
EN 965
EN 964-1
Resistenza nominale a trazione
Allungamento alla resistenza nominale a trazione
Resistenza al punzonamento statico(C.B.R.)
Proprietà idrauliche e di filtrazione
Flusso d’acqua con battente di 100 mm
Altezza d’acqua alla velocità 10 mm/s
Permittività
Permeabilità all’acqua
Apertura caratteristica dei pori con setacciatura a secco O90
Apertura caratteristica dei pori O90
Durata agli agenti atmosferici
Resistenza agli Ultra Violetti
Xenon test (50 MJ/m2)
Classificazione
Resistenza alla termo-ossidazione
Proprietà fisiche
Massa nell’unità di area
Spessore (a 2 kN/m2 di pressione)
Passo delle asole
Classe di appartenenza
Classe di appartenenza
g/m2
mm
mxm
Il geotessuto dovrà essere costituito da nastri in fibra di polipropilene nero. Dovrà inoltre possedere dei lacci per
consentire il posizionamento ed il fissaggio di tondini di appensantimento (sfilabili) per facilitare la posa a
mare. La resistenza a trazione dei lacci dovrà essere non inferiore a 2kN.
Il geotessile tessuto dovrà essere prodotto, distribuito e certificato nel sistema indipendente di qualità ISO 9001 e
dovrà riportare il codice dell’Ente certificatore della conformità alle direttive della Comunità Europea (CE).
ART. 23 - VALVOLE ANTIRIFLUSSO
Le valvole antiriflusso da fornire e porre in opera sono del tipo in gomma ad apertura monodirezionale azionata dal
fluido. L’innesto deve essere tipo femmina e ogni valvola deve essere installata sui T in PRFV aventi De 616 mm .
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La sezione di ingresso della valvola deve essere uguale alla sezione delle condotta a T e deve assottigliarsi nella parte terminale. La gomma deve avere rinforzo interno in tessuto non tessuto o equivalente e rivestimento EPDM contro
i raggi solari.
Caratteristiche:
− Tipo: simmetrica e becco diritto
− Adeguata all’installazione di progetto (valori di contropressione e pressione di monte di progetto)
− Lunghezza: 2000 mm
− Altezza: 2380 mm
− Fissaggi: in fascette inox Aisi 304 opportunamente dimensionate.
− certificazioni da presentare: di qualità produttiva e di installazioni simili già fatte
I Tee De616 sono installati su Tee 1400/800 posizionati sulla condotta principale di scarico a mare. La lunghezza dei Tee 1400/800 deve essere adeguata alle effettive batimetrie da rilevare durante le operazioni preliminari alla posa al fine di permettere la fuoriuscita delle valvole dal fondo marino. La lunghezza dei Tee
1400/800 riportata sui disegni di progetto deve considerarsi pertanto solamente indicativa.
ART. 24 - BOA LUMINOSA DI SEGNALAZIONE DEL TERMINALE DI SCARICO A MARE
La boa di segnalazione deve essere di tipo approvato dalle competenti Autorità Marittime e Portuali e deve essere
costituita (vedi schema tipo in Allegato) da un elemento di segnalazione avente le seguenti caratteristiche:
− elemento galleggiante in polietilene con riempimento in poliuretano espanso con garanzia di inaffondabilità;
o caratteristiche tecniche:
altezza totale: 4000 mm
altezza piano focale: 2000 mm
diametro galleggiante: 1600 mm
− struttura metallica in acciaio passante con elemento inferiore ad occhiello per fissaggio alla catena di ancoraggio e parte superiore terminale con fanale e miraglio diurno radarabile a norme I.A.L.A.
− protezione struttura metallica: zincatura + verniciatura poliuretanica antiacida di uso marino nel colore previsto dalle norme I.A.L.A.
− fanale: di tipo marino del tipo LED 120 - 256 a luce lampeggiante con portata di oltre 2 miglia nautiche dotato di interruttore del tipo crepuscolare a fotoresistenza. Completo di batteria tampone con ricarica tramite
pannello solare a cellule fotovoltaiche costituite da 2 moduli di 20 W e da un regolatore di carica.
− sistema di ormeggio: costituito da catena con diametro di occhiello pari a 30 mm e lunghezza pari a 10 m
circa in materiale adatto contro l’aggressione marina.
− corpo morto: peso di circa 6 t (peso in aria) in calcestruzzo armato dosato con cemento pozzolanico o ferrico pozzolanico o d’alto forno, completo di occhiello in acciaio inox.
− certificazioni da produrre: certificazioni delle competenti Autorità Marittime e Portuali.
ART. 25 - GHIAIA NATURA E PIETRAME DI ROCCIA DI 1^ CAT.
Il rinterro e la protezione della condotta nel tratto di attraversamento dei pennelli paralleli alla costa deve essere attuato, secondo le indicazioni e le sezioni di progetto, mediante utilizzo di:
− ghiaia natura (tout – venant di cava): costituito da materiale di cava con diametro compreso tra 0.02 e 50
cm distribuito secondo una curva granulometrica il più continua possibile compresa all’interno del fuso.
Tale materiale deve essere posto a contatto con la condotta al fine di preservare la stessa dalla posa del
materiale più grossolano esterno (pietrame 1^ cat.)
− scogli o pietrame di 1^ categoria: costituiti da pietrame di roccia avente peso compreso tra 200 e 500
daN. Sono da evitare massi di peso elevato (800-1000 daN) in quanto potrebbero danneggiare la condotta.
ART. 26 - ELEMENTI DI ACCIAIO IN MARE
Eventuali elementi di fissaggio da posare in mare devono essere preventivamente autorizzati dalla D.L. e comunque
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realizzati secondo le seguenti caratteristiche:
−
−
−
materiale:
spessore
preparazione del materiale (int. ed est.):
−
preparazione della finitura:
−
finitura:
−
−
spessore totale verniciatura:
viteria:
Acciaio Fe430 da carpenteria, opportunamente calandrato;
5,00 mm;
sabbiatura Sa 2 1/2 ISO 8501-1/1988 (equivalente a norma svedese
SIS 05.59.00/1967;
1 mano zincante inorganico tipo VENEZIANI GABBRO ZN90 s=
75 µm
2 mani epossicatrame tipo VENEZIANI PIKOLTAR NT s= 250
µm per mano
575 µm
bulloni inox.
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C) - MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI
ART. 27 - ESECUZIONE DEI LAVORI IN GENERE
L'appaltatore, salvo contraria disposizione della Direzione Lavori, sarà libero di organizzare i lavori nel modo e con
i mezzi d'opera ed impianti che riterrà più opportuni, pur di non lasciare il minimo dubbio sull'ultimazione di essi a
regola d'arte e nel termine contrattuale.
Ad ogni modo l'appaltatore entro dieci giorni dalla data di consegna dei lavori, segnalerà per iscritto alla Direzione
Lavori il programma che intende seguire, con l'ordine e le date in cui saranno ultimate le varie parti principali costituenti il complesso delle opere appaltate.
A richiesta della Direzione Lavori, l'appaltatore sarà tenuto a fornire il programma aggiornato dei lavori in qualunque momento, durante l'esecuzione dei lavori stessi e per la parte che ancora mancasse al loro completamento.
Relativamente ai lavori da realizzare lungo strade pubbliche, l’Appaltatore dovrà disporre affinché in luogo di aumentare il numero dei cantieri in attività, sia concentrato e intensificato il lavoro su uno solo in modo da ridurre al
minimo possibile le interruzioni ed i disguidi nella viabilità. In particolare, le operazioni preliminari allo scavo quali
taglio della pavimentazione stradale e/o fresatura, se non eseguite contestualmente allo scavo, potranno essere prolungate fino ad un massimo di 20-30 m dal fronte dello scavo stesso per non arrecare disagi alla viabilità, salvo diversa disposizione della D.L..
Tutti i lavori in genere, principali ed accessori, previsti ed eventuali, dovranno essere eseguiti a perfetta regola d'arte
con materiali e magisteri appropriati e rispondenti alla specie dei lavori che si richiedono ed alla loro destinazione.
Avranno le precise forme, dimensioni e gradi di lavorazione che sono e saranno prescritte o soddisferanno alle condizioni generali e speciali indicate nel presente Capitolato e nell'Elenco Prezzi o Lista delle categorie per Offerta
Prezzi .
Non si terrà perciò conto dei materiali e dei magisteri qui non previsti e che non siano stati ordinati per iscritto dalla
Direzione Lavori, qualunque siano le migliorie e vantaggi ottenuti e conseguibili.
Con richiamo degli artt. 11 e 13 del Capitolato Generale resta stabilito che l'appaltatore potrà costruire ogni opera
provvisionale nel modo che egli crederà migliore nel proprio interesse, purché abbia a garantire la buona riuscita e la
buona esecuzione dei lavori appaltati.
Resta perciò unicamente responsabile di tutte le conseguenze di ogni genere che derivassero dalla poca solidità e
dall'insufficienza ed imperfezione delle opere suddette e degli attrezzi adoperati ed inoltre della poca diligenza nel
sorvegliare gli operai.
ART. 28 - PIANO DEL TRAFFICO
E’ onere dell’Appaltatore redarre e presentare per le opportune approvazioni, un dettagliato PIANO del Traffico
strutturato per fasi lavorative e per strade interessate, che tenga conto delle chiusure di strade da effettuarsi per
l’esecuzione dei lavori. Tale Piano del traffico dovrà essere approvato dal Comune di Rimini. L’appaltatore dovrà
adeguare il Piano presentato a tutte le prescrizioni che il Comune emetterà. Nessun compenso potrà essere richiesto dall’Appaltatore per l’osservanza del Piano approvato.
Tempi di presentazione del Piano del Traffico (completo) da parte dell’Appaltatore: entro 10 gg dal Verbale di
Consegna Lavori.
Tempi di presentazione di aggiornamenti del Piano del Traffico da parte dell’Appaltatore: almeno 10 gg prima
della lavorazione modificata.
ART. 29 - TRACCIAMENTI
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Non appena effettuata la consegna e prima di iniziare i lavori l'Impresa dovrà provvedere a sgomberare la zona dove
dovranno svolgersi i lavori stessi dalla vegetazione arbustiva e boschiva e da quant'altro si rendesse necessario.
Successivamente l'Impresa (riferendosi ai capisaldi base indicati dalla Direzione Lavori) dovrà effettuare il rilievo
dei terreni originari, eseguire il controllo topografico delle livellazioni, profili, disegni firmati dalla Direzione Lavori
nonché compilare i profili e le planimetrie esecutive di tutte le opere da realizzare effettuandone inoltre il picchettamento sul terreno.
Copia delle sezioni rilevate sul terreno originario, dovrà essere firmata dall'Impresa e consegnata alla Direzione Lavori, quale documento per il computo dei movimenti di terra se compensati a misura. Solo dopo aver ottemperato
agli oneri sopraddetti sarà dato l'assenso per iniziare effettivamente le opere.
E' obbligo dell'Impresa di conservare ogni caposaldo od ogni altro riferimento planoaltimetrico o durante l'esecuzione dei lavori, ripristinandoli ogni qualvolta venissero asportati.
ART. 30 - DISFACIMENTO E RIFACIMENTO DI PAVIMENTAZIONI STRADALI
Il disfacimento delle pavimentazioni stradali deve effettuarsi con tutte le piu' attente precauzioni in modo da interessare la minor superficie possibile e da non danneggiare la pavimentazione circostante. E' fatto obbligo l'impiego di
macchine fresatrici per il taglio della sede stradale.
I materiali che si vengono ricavando dal disfacimento potranno, dopo accurata selezione, essere reimpiegati nel ripristino, previo benestare della Direzione Lavori; la larghezza del disfacimento deve essere tenuta pari alla larghezza
dello scavo, aumentata rispetto alla parete degli scavi stessi da ciascuna parte, di una distanza fissa, che sarà dimensionata in base alla profondità dello scavo.
Comunque i materiali residui inservibili verranno considerati come provenienti dagli scavi e seguiranno, la sorte dei
medesimi. Per l'esecuzione dei rifacimenti saranno riportati in posto i materiali accantonati dai rifacimenti, giudicati
idonei al loro impiego, a giudizio insindacabile della Direzione Lavori, con l'aggiunta dei materiali nuovi in sostituzione delle parti destinate a rifiuto.
Il rifacimento della pavimentazione consiste nella costruzione a nuovo a regola d'arte, del tipo di pavimentazione che
era in atto prima della demolizione salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori. In determinate strade e dietro
ordine scritto dalla Direzione Lavori potrà essere eseguito anche un rifacimento provvisorio della pavimentazione
stradale, compensato a parte, quando il tempo necessario per l'assestamento del rinterro e per il conseguente rifacimento definitivo della pavimentazione possa provocare il deterioramento dei bordi della vecchia pavimentazione a
causa del traffico.
ART. 31 - TRANSITO STRADALE - ATTRAVERSAMENTO E INCROCI SOTTOSUOLO
Durante l'esecuzione dei lavori interessanti le strade - quale che sia la categoria e l'entità del traffico - e per tutta la
loro durata dovranno essere adottate tutte le disposizioni necessarie per garantire la libertà e la sicurezza del transito
dei pedoni, degli animali e dei veicoli secondo quanto prescritto dalla Polizia Municipale e dagli altri Enti preposti
alla regolamentazione della circolazione stradale. L'Appaltatore e' l'unico responsabile di ogni e qualsiasi danno che
possa venire dai lavori a cose e persone, pertanto per il fatto che assume l'appalto solleva l'appaltante ed il personale
preposto alla Direzione Lavori di ogni gravame noia e molestia. Appositi passaggi - della larghezza di almeno m.
0,90 e protetti lateralmente con adatta ringhiera - dovranno essere costruiti per dare comodo accesso pedonale ai
fabbricati situati lateralmente alle trincee.
Per i passi carrai l'Appaltatore dovrà provvedere a mantenere l'accesso mediante passaggi, di adeguata resistenza al
carico e della larghezza di almeno m. 3. Sono egualmente a carico dell'Appaltatore le segnalazioni luminose della
zona interessata dai lavori e comunque di tutti gli ostacoli al libero traffico. Dette segnalazioni saranno ogni giorno
tenute in funzione per tutta la durata della pubblica illuminazione e debbono essere sempre sorvegliate per evitare
che abbiano per qualsiasi causa a rimanere spente. Ogni danno e responsabilità dipendente da mancanza di segnalazioni luminose funzionanti e' a carico dell'Appaltatore. Quando sia necessario impedire il traffico nella zona interessata dai lavori, dovrà prevedersi, a cura e spese dell'Appaltatore, a porre gli sbarramenti a cavalletto e la segnaletica
necessaria a conveniente distanza ed in punti tali che il pubblico sia in tempo avvertito dell'impedimento. L'Appaltatore dovrà concordare con il Comando della Vigilanza Urbana e gli Uffici Comunali il programma delle interruzioni
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parziali o totali del traffico, ottenendo direttamente, a propria cura, spese e responsabilità tutte le autorizzazioni,
permessi necessari, tempestivamente nei riguardi del programma generale dei lavori, tenuto conto delle esigenze turistiche e delle manifestazioni pubbliche programmate nel periodo di esecuzione dei lavori.
Tutte le volte che nell'esecuzione dei lavori si incontrassero tubazioni o collettori di fogna, tubazioni di gas o d'acqua, cavi elettrici, telegrafici e telefonici od altri ostacoli imprevedibili per cui si rendesse indispensabile qualche
variante al tracciamento ed alle livellette di posa, l'Appaltatore ha l'obbligo di darne avviso al Direttore dei Lavori
che darà le disposizioni del caso. Resta pertanto tassativamente stabilito che non sarà tenuto alcun conto degli scavi
eccedenti quelli ordinati, ne' derivanti dalle maggiori profondità a cui l'Appaltatore si sia spinto senza ordine della
Direzione dei Lavori.
Particolare cura dovrà porre l'Appaltatore affinché non siano danneggiate dette opere sottosuolo e pertanto egli dovrà, a sua cura e spese, a mezzo di sostegni, puntelli, sbadacchiature e sospensioni, fare quanto occorre perché le opere stesse restino nella loro primitiva posizione.
Dovrà quindi avvertire immediatamente l'Amministrazione competente e la Direzione dei Lavori.
Resta comunque stabilito che l'Appaltatore e' responsabile di ogni e qualsiasi danno che possa venire dai lavori a dette opere sottosuolo e che e' obbligato a ripararlo od a farlo riparare al più presto sollevando l'Appaltante da ogni gravame, noia o molestia.
ART. 32 - SONDAGGI E SCAVI DI ISPEZIONE
Subito dopo la consegna dei lavori l'Impresa avrà cura di effettuare, a suo totale carico e spese, i sondaggi,
anche mediante scavo in trincea e le ulteriori prove necessarie a:
− posizionare con esattezza i sottoservizi;
− permettere un ulteriore conoscenza della natura e delle caratteristiche dei terreni interessati dai lavori.
I sondaggi saranno spinti alla profondità necessaria e comunque stabilita anche dalla Direzione Lavori, la quale potrà
stabilire le eventuali prove sui campioni di terreno prelevati da effettuarsi tramite laboratori ufficiali.
I sottoservizi di fognatura oggetto di rifacimento dovranno essere rilevati nella quota altimetrica del fondo
pozzetto al fine di ripristinare le stesse condizioni di deflusso dopo la ricostruzione con obbligo di rispetto delle profondità di recepimento degli allacciamenti.
E’ onere dell’Appaltatore provvedere alla campagna di Bonifica Bellica preliminare all’esecuzione dei lavori.
In alternativa è ammessa la certificazione che la zona è sgombra da ordigni bellici se rilasciata dalle Autorità
competenti.
ART. 33 - SCAVI, RILEVATI E RINTERRI PER OPERE VARIE
Gli scavi dovranno essere eseguiti secondo le sezioni di volta in volta stabilite in accordo con la Direzione Lavori e
dovranno essere condotti con cura e regolarità in modo da evitare frane e scoscendimenti dei terreni sovrastanti o
circonvicini, o danni a manufatti e alle opere situati in prossimità degli scavi. L'Impresa dovrà quindi provvedere di
propria iniziativa e a sue spese, alle eventuali e necessarie puntellature, sbadacchiature o armature, restando in ogni
caso unica responsabile di eventuali danni alle persone e alle cose. L'Impresa dovrà provvedere perché le acque
fluenti sulla superficie del terreno (fossi, rogge, canali, corsi d'acqua), debordando lungo le scarpate degli scavi non
li danneggino, provvedendo alla loro eventuale deviazione e al loro successivo ripristino, che si intendono compresi
nel prezzo della tubazione in opera. L'Impresa è obbligata ad eseguire con adeguata attrezzatura, a sue spese, gli aggottamenti d'acqua necessari per l'esecuzione corretta del lavoro che si intendono compresi nel prezzo di elenco della
tubazione da porre in opera. Fa eccezione l'impiego di sistemi speciali per abbassamento della falda tipo Wellpoint,
che deve però essere preventivamente autorizzato dalla Direzione Lavori e compensato in base ai prezzi di elenco.
E' obbligo dell'appaltatore di trasportare, distendere e costipare le materie di scavo che risulteranno esuberanti dopo
il rinterro delle opere eseguite, secondo le modalità che saranno prescritte dalla Direzione Lavori.
Tali oneri sono compresi nel prezzo degli scavi stessi e la Direzione Lavori si riserva la facoltà di stabilire l'area della discarica di detto materiale di risulta ogni qualvolta lo ritenga opportuno.
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Per scavi di sbancamento, si intendono quelli occorrenti per lo spianamento e sistemazione del terreno, secondo determinate sagome, su cui dovranno sorgere le costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di cortili, trincee
stradali ecc., in generale qualunque scavo eseguito al disopra del piano orizzontale passante per il punto più depresso del terreno naturale ove sia possibile l'allontanamento delle materia evitandone il sollevamento.
Per scavi di fondazione si intendono quelli chiusi da pareti, di norma verticali o riproducenti il perimetro dell'opera
solo però in quanto effettuati al di sotto del piano orizzontale di cui all'articolo precedente, necessari per dar luogo
alle fondazioni dei muri, alle platee di fondazione, costruzione di condotte, pozzetti, ecc.. essi verranno eseguiti alla
profondità indicata dai disegni od altri documenti di progetto consegnati all'Impresa od a quella maggiore o minore
profondità che verrà indicata dalla Direzione Lavori.
Per gli scavi e i rilevati in genere i prezzi d'elenco per la posa di tubazioni di acquedotto o gas si intendono comprensivi anche dei seguenti oneri:
− per il taglio e scavo del terreno di qualsiasi natura, sia asciutto che bagnato, anche se entro palancole o diaframmi, e il taglio con fresa o altri mezzi e le demolizioni del manto e delle massicciate stradali, dei marciapiedi, delle cordonate, dei manufatti e condutture ecc., necessarie per l'esecuzione dei lavori;
− per i paleggi, innalzamento, carico, trasporto e scarico delle materie di rifiuto in deposito provvisorio od a pubbliche discariche e loro ripresa;
− per il successivo rinterro degli scavi per le condotte o manufatti in genere, all'ingiro delle murature, per la formazione di rilevati e riempimenti, per ricoprimenti di manufatti, per stendimento o sistemazioni da eseguirsi con
materiale proveniente da scavi, per formazione e la regolarizzazione di sponde, argini, scarpate e ricoprimenti, i
loro ricarichi ed il loro inerbimento e per lo spianamento del fondo e la formazione di gradoni.
Per la formazione dei rilevati di scarpate, argini, sponde, ricoprimenti o per qualsiasi opera di reinterro, da eseguire
secondo i prescritti profili e con scarpe regolari, come per riempire i vuoti tra le pareti dei cavi e le murature o da
addossare alle murature, si impiegheranno in generale e fino al loro totale esaurimento tutte le materie provenienti
dagli scavi di qualsiasi genere eseguiti sul lavoro in quanto ritenute adatte a giudizio della Direzione Lavori. Quando
queste venissero a mancare, in tutto od in parte, l'Impresa dovrà provvedere prelevandole ove riterrà conveniente,
purché esse siano idonee allo scopo.
Per i rilevati e rinterri da addossarsi alle murature si dovranno sempre impiegare materie sciolte o ghiaiose, restando
vietato l'impiego di quelle argillose che con l'assorbimento di acqua possono generare spinte. Essi dovranno essere
eseguiti procedendo per strati orizzontali di uguale altezza da tutte le parti, con la dovuta precauzione in modo da
caricare gradualmente ed uniformemente le murature. Le materie da impiegare non dovranno mai essere scaricate,
dai mezzi di trasporto, direttamente a ridosso delle murature, ma depositate nelle loro prossimità e poste in opera a
mano con successive loro accurate pilonature. E' vietato addossare terrapieni a murature di fresca costruzione.
Per il ricoprimento di vasche col materiale proveniente dallo scavo, si dovrà far uso di mezzi leggeri o, se necessario
in relazione alla portata delle sottostanti strutture, di mezzi di sollevamento a sbraccio restando il relativo onere a
carico dell'Impresa in quanto si intende compreso nel prezzo dello scavo. La superficie del terreno sul quale dovranno elevarsi i rilevati sarà previamente scorticata e se inclinata verrà tagliata a gradoni con leggera pendenza verso
monte. Ogni successivo ricarico dei terrapieni, dei ridossamenti o dei ricoprimenti, dovuti all'assestamento delle materie, è a carico dell'Impresa fino a collaudo dell'opera.
I rinterri e riempimenti degli scavi devono effettuarsi con le più accurate precauzioni, procurando di non smuovere
minimamente i tubi od i manufatti posti in opera e costipando intorno ad essi le materie in modo da impedire ogni
ulteriore cedimento delle medesime, disponendo intorno ai tubi materiali fini e sabbiosi, ed ai manufatti i materiali
ghiaiosi.
Particolare cura deve essere posta nel rinfianco delle tubazioni e dei condotti e nel loro ricoprimento. Precisamente
nella formazione dei ricoprimenti, dovrà essere usata ogni diligenza perché la loro esecuzione proceda per strati orizzontali dello spessore non superiore a cm 30 di eguale altezza da tutte le parti, disponendo contemporaneamente
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le materie bene sminuzzate con la maggiore regolarità e precauzione, in modo da caricare i condotti ed i manufatti
uniformemente su tutti i lati ad evitare sfiancature che potrebbero deviare da un carico male distribuito.
Per tali movimenti di materie dovrà sempre provvedersi per ogni singolo strato alla pilonatura ed al costipamento
delle materie stesse, previo abbondante inumidimento, da farsi per quella larghezza e secondo le prescrizioni che
verranno indicate dalla Direzione.
Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata od imperfetta esecuzione dei rinterri,
saranno a tutto carico dell'appaltatore.
I riempimenti di pietrame a secco per drenaggi, fognature, vespai, banchettoni di consolidamento e simili, dovranno
essere formati con pietre da collocarsi in opera a mano e ben costipate, al fine di evitare cedimenti per effetto dei carichi superiori.
Tutti gli oneri e le spese per indennizzare a terzi i danni subiti in conseguenza dei lavori sono a carico dell'Impresa la
quale è responsabile penalmente e civilmente.
Per l'inizio dei lavori, per la manomissione delle strade e piazze, per la conservazione del transito sulle strade e sui
marciapiedi, per la continuazione degli scoli d'acqua e di condotti esistenti, per la difesa dei cavi, tubazioni od altre
opere sotterranee nonché dei fabbricati adiacenti al tracciato, per l'incolumità delle persone e per tutto quanto possa
avere riferimento ad occupazioni provvisorie di aree pubbliche o private e specialmente per quanto concerne la demolizione ed il rifacimento delle pavimentazioni stradali e l'attraversamento di strade, l'Impresa deve, a suo onere e
spese, assumere tutte le informazioni, effettuare i sopralluoghi ed assaggi, ottenere il consenso e l'approvazione delle
Autorità ed Enti competenti e dei privati proprietari, attenendosi alle prescrizioni degli stessi, senza diritti a particolari compensi anche nel caso di ritardo delle autorizzazioni e dei consensi e conseguenti temporanee sospensioni e
trasferimenti di cantiere in altre zone di lavoro.
Qualora a causa della presenza di condutture o tubazioni sotterranee o interferenza di qualsiasi natura, l'Impresa
debba eseguire lo scavo a mano ed adottare particolari accorgimenti nell'esecuzione degli scavi non avrà diritto a
compenso alcuno in quanto di tali oneri si è tenuto conto nella determinazione dei prezzi d'elenco sia degli scavi in
generale che di posa di tubazioni per acquedotto e gas.
E' fatto obbligo all'Impresa di eseguire la recinzione nel l'area sulla quale si svolgono i lavori e di garantirne la conservazione fino a ultimazione dei lavori stessi.
Sulla recinzione dovranno essere posti in opera tutti i segnali occorrenti a norma di legge.
E' obbligo dell'Impresa di porre a tutti i ripari occorrenti per le segnalazioni anche luminose, necessarie a garantire
l'incolumità del traffico e mantenerle in efficienza anche durante la notte.
L'Impresa è obbligata a predisporre la segnaletica nel rispetto del nuovo Codice Stradale e della normativa vigente e
comunque previo accordi con il comando locale dei vigili urbani.
A richiesta della Direzione Lavori l'Impresa è obbligata a presentare il rilievo del sottosuolo di quelle determinate
strade o comunque di quei terreni cui intende por mano e comunicare altresì come intenda regolarsi per lasciare in
efficienza i servizi pubblici e gli stabili, dopodiché se la Direzione Lavori darà il benestare l'Impresa potrà iniziare il
lavoro.
Se l'esecuzione degli scavi deve effettuarsi in presenza di acqua proveniente da piogge, o sorgiva, freatica, artesiana
o da rogge e canali o condotti superficiali o sotterranei, l'appaltatore dovrà adottare di sua iniziativa ed a proprio carico, tutte quelle maggiori previdenze atte ad ottenere l'esecuzione degli stessi, secondo le norme predette per gli
scavi all'asciutto.
La Direzione Lavori, in tali casi, potrà prescrivere speciali norme da adottare e l'appaltatore dovrà uniformarsi integralmente ad esse senza eccezione in merito.
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ART. 34 - PRESCRIZIONI PER SCAVI IN SPIAGGIA (EMERSA E IMMERSA)
Tutti i materiali scavati in spiaggia (sia emersa che immersa) dovranno essere accumulati per strati e tipologia di materiale al fine di permettere la finale ricostituzione degli strati originali. A tal fine è onere
dell’Appaltatore realizzare, prima dei lavori, alcuni carotaggi alla presenza della D.L., al fine di definire, con
data certa, le caratteristiche e gli strati da ricostituire a fine lavori.
Il materiale scavato dovrà essere riutilizzato per il successivo ricoprimento e l’eventuale materiale sabbioso dovrà
essere depositato in un apposita area di stoccaggio all’interno del cantiere per il successivo utilizzo di ripascimento
da concordare con la D.L. e gli Enti competenti (Regione, Provincia e Comune).
Prima dell’inizio delle operazioni sia di scavo che di ripristino, dovrà essere comunicato il programma operativo, la
durata e il nominativo delle maestranze e dei mezzi da impiegare.
Il ripristino delle aree deve essere effettuato ricostituendo il profilo originario avendo cura di non creare dislivelli o buche sia nelle aree di spiaggia che nelle aree adiacenti.
ART. 35 - RICOSTRUZIONE DELLA SCOGLIERA (PENNELLI)
In caso di demolizione o manomissione delle opere a scogliera facenti parte dei pennelli longitudinali al fine di realizzare le opere in progetto, le stesse opere a scogliera dovranno essere ripristinate secondo i profili originari e con
materiali uguali ai materiali esistenti. L’Appaltatore, a questo fine, deve ritenere queste opere già compensate
con i lavori a corpo.
I materiali di cava per la formazione del nucleo e gli scogli fino a 1.000 kg possono essere versati direttamente da
automezzi o bettoline. I massi di peso superiore devono essere posizionati individualmente con attrezzature opportune.
In ogni caso l’Appaltatore dovrà ottemperare alle indicazioni e prescrizioni del competente Genio Opere Marittime (sia statale che regionale) senza richiedere compensi aggiuntivi essendo le opere già compensate con i
lavori a corpo.
ART. 36 - REALIZZAZIONE DELLA CONDOTTA A MARE
La posa della condotta a mare (profondità > 1 m) deve avvenire mediante utilizzo di pontone con escavatore a fune
montato a bordo. Il pontone deve essere attrezzato con strumenti GPS per il posizionamento esatto del mezzo al fine
di rispettare il tracciato di progetto della condotta da posare.
1 - Scavo
La trincea di posa dovrà rispettare la larghezza e le pendenze di progetto e comunque dovrà essere tale da permettere
la posa della condotta e l’eventuale imbocco e connessione delle estremità (in caso la condotta non venga montata
all’asciutto e varata galleggiante fino all’affondamento). Il materiale scavato sarà posizionato su un lato della trincea
di scavo su una fascia larga circa 3÷6 m. Il materiale scavato sarà utilizzato per il rinfianco e la ricopertura della
trincea di scavo dopo la posa della condotta avendo l’accortezza di rispettare, per lo strato superiore di rinterro, lo
stesso materiale superficiale preventivamente accumulato (Vedi ART. 34 - ). La posa della condotta mediante affondamento deve avvenire mediante impiego di subacquei patentati organizzati in numero e composizione tali da rispettare tutte le norme di sicurezza in vigore.
2 - Posa della condotta
La posa della condotta deve avvenire nel rispetto delle prescrizioni tecniche del costruttore del tubo. La posa
della condotta (intera o a macrospezzoni) pertanto potrà avvenire dopo montaggio delle singole tratte in arenile e
successivo tiro (in galleggiamento) fino alla posizione finale di affondamento oppure mediante tiro in galleggiamento di 2-3 elementi giuntati e successiva posa subacquea di tratte di elementi giuntati. Tutti gli elementi di condotta
devono essere antisfilamento. La giunzione subacquea di tratte costituite da 2-3 elementi deve avvenire mediante martinetti idraulici e utilizzo di tiranti finali in acciaio inox.
Prima della realizzazione dell’opera a mare (almeno 15 gg) deve essere presentata a cura e spese
dell’Appaltatore un’ apposita relazione tecnica firmata da ingegnere iscritto all’Albo, con esplicate le caratteristiche tecniche della condotta prescelta, le modalità di varo, le modalità di giunzione e fissaggio finale completa delle attrezzature da impiegare, delle maestranze, delle procedure di sicurezza specifiche, ecc.
Tale documento dovrà essere approvato dalla D.L. prima dell’esecuzione delle opere. Ogni richiesta da parte
della D.L. di chiarimenti, integrazioni, correzioni, ecc. dovrà essere sollecitamente disposta da parte
dell’Appaltatore.
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Le opere non potranno essere realizzate in mancanza dell’approvazione del documento da parte della D.L.
Non appena posata la condotta ed in attesa del posizionamento del rinfianco di cui all’articolo successivo, bisognerà
provvedere al suo appensantimento provvisorio al fine di impedire movimenti dovuti alle maree e alle correnti marine, anche nel caso che il peso immerso della condotta non lo preveda. Questi appesantimenti potranno avvenire anche mediante utilizzo di cumuli di materiale scavato posizionato sopra lembi di tessuto non tessuto posati di traverso
superiormente alla condotta.
3 - Rinfianco con ghiaia e pietrame
Il rinfianco con ghiaia e pietrame di 1^ categoria (200-500 daN) dovrà avvenire rispettando la separazione tra i due
materiali indicata nei disegni di progetto. A separazione tra materiale di rinfianco e sede di posa dovrà essere utilizzato un tessuto non tessuto avente le caratteristiche meccaniche riportate nell’apposito articolo al fine di impedire lo
sprofondamento del materiale grossolano nella sabbia di base. Estrema cautela dovrà essere posta al fine di non danneggiare la condotta in PRFV durante la posa del materiale di rinfianco.
La posa del materiale di rinfianco dovrà avvenire mediante pontone e gru a fune.
ART. 37 - RIPOSIZIONAMENTO DEL MATERIALE SCAVATO INUTILIZZATO
Il materiale scavato non utilizzato per il rinterro della condotta dovrà essere opportunamente disteso nel fondale marino secondo le indicazioni e nei luoghi indicati dalla D.L. e/o dalle competenti Autorità marittime.
ART. 38 - MOVIMENTI DI TERRE PER OPERE STRADALI
a) Scavi e rialzi in genere
Gli scavi ed i rialzi occorrenti per la formazione di cunette, accessi, passaggi e rampe, cassonetti e simili, nonché per
l’impianto di opere d’arte, saranno eseguiti nelle forme e dimensioni risultanti dai relativi disegni salvo le eventuali
variazioni che l’Amministrazione appaltante è in facoltà di adottare all’atto esecutivo, restando a completo carico
dell’Impresa ogni onere proprio di tali generi di lavori, non escluso quello di eventuali sbadacchiature e puntellature,
essendosi di tutto tenuto conto nel fissare i corrispondenti prezzi unitari.
Nel caso che, a giudizio della Direzione dei Lavori, le condizioni nelle quali i lavori si svolgono lo richiedano,
l’Impresa è tenuta a coordinare opportunamente la successione e la esecuzione delle opere di scavo e murarie, essendo gli oneri relativi compensati nei prezzi contrattuali.
Nell’esecuzione degli scavi in genere l’Impresa potrà ricorrere all’impiego di mezzi meccanici.
Dovrà essere usata ogni cura nel sagomare esattamente i fossi, nell’appianare e sistemare le banchine, nel configurare le scarpate e nel profilare i cigli della strada.
Le scarpate di tagli e rilevati saranno eseguite con inclinazioni appropriate in relazione alla natura ed alle caratteristiche fisico-meccaniche del terreno, e, comunque, a seconda delle prescrizioni che saranno comunicate dalla Direzione dei Lavori mediante ordini scritti.
Per gli accertamenti relativi alla determinazione della natura delle terre, del grado di costipamento e del contenuto di
umidità di esse, l’Impresa dovrà provvedere a tutte le prove necessarie ai fini della loro possibilità e modalità
d’impiego, che verranno fatte eseguire a spese dell’Impresa dalla Direzione dei Lavori presso Laboratori Ufficiali.
Le terre verranno caratterizzate e classificate secondo le Norme CNR UNI 10006/1963 riportate nella Tabella a pagina seguente.
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Prospetto 1 - Classificazione terre
Classificazione
generale
Gruppo
Sottogruppo
A1-a
Terre ghiaio-sabbiose
Frazione passante allo staccio 0.075 UNI 2332 <=35%
A1
A3
A1-b
A2-4
A2-5
A2
A2-6
A2-7
Terre limo-argillose
Frazione passante allo staccio 0.075 UNI 2332 >35%
A4
A5
A6
A7
A7-5
A7-6
Torbe e terre
organiche palustri
A8
Analisi Granulometrica.
Frazione passante allo
staccio
2 UNI 2332 %
0,4 UNI 2332 %
0,075 UNI 2332 %
≤ 50
≤ 30
≤ 15
−
≤ 50
≤ 25
−
≤ 50
≤ 10
−
−
≤ 35
−
−
≤ 35
−
−
≤ 35
−
−
≤ 35
−
−
≤ 35
−
−
≤ 35
−
−
≤ 35
N.P.
≤ 40
≤ 10
> 40
≤ 10 max
≤ 40
> 10
> 40
> 10
≤ 40
≤ 10
> 40
≤ 10
≤ 40
> 10
≤8
≤ 12
≤ 16
−
−
≤ 35
−
−
≤ 35
Caratteristiche della
frazione passante allo
staccio 0.4 UNI 2332
Limite liquido
Indice di plasticità
≤6
Indice di gruppo
0
Tipi usuali dei materiali
caratteristici costituenti il
gruppo
Qualità portanti quale
terreno di sottofondo in
assenza di gelo
Azione del gelo sulle
qualità portanti del
terreno
Ritiro e rigonfiamento
Permeabilità
-
0
Ghiaia o breccia, Ghiaia o
breccia sabbiosa, sabbia
grossa, pomice, scorie
vulcaniche, pozzolane
Sabbia fine
0
≤4
Ghiaia e sabbia limosa o argillosa
Da eccellente a buono
> 40
> 40
> 10
> 10
(IP≤LL−30) (IP>LL−30)
≤ 20
Argille
Argille
Torbe di recente o remota
fortemente
fortemente
Limi poco
Limi poco Argille poco
formazione, detriti
compressibili compressibili
compressibili compressibili compressibili
organici di origine
mediamente fortemente
palustre
plastiche
plastiche
Da scartare come
sottofondo
Da mediocre a scadente
Nessuna o lieve
Media
Molto elevata
Media
Elevata
Media
Nullo
Nullo o lieve
Lieve o medio
Elevato
Elevato
Molto
elevato
Elevata
Identificazione dei terreni Facilmente individuabili a
in sito
vista
Media o scarsa
Scarsa o nulla
Reagiscono alla prova di
Aspri al tatto Non reagiscono alla prova di scuotimento*La maggior parte dei granuli sono individuabili ad occhio scuotimento*- Polverulenti
Fibrosi di color bruno o
Incoerenti
Tenaci allo stato asciutto - Facilmente
nudo - Aspri al tatto - Una tenacità media o elevata allo
o poco tenaci allo stato
nero - Facilmente
allo stato
modellabili in bastoncini sottili allo stato
stato asciutto indica la presenza di argilla
asciutto - Non facilmente
individuabili a vista
asciutto
umido
modellabili allo stato umido
* Prova di cantiere che può servire a distinguere i limi dalle argille. Si esegue scuotendo nel palmo della mano un campione di terra bagnata e comprimendolo successivamente fra le dita.
La terra reagisce alla prova se, dopo lo scuotimento, apparirà sulla superficie un velo lucido di acqua libera, che scomparirà comprimendo il campione fra le dita.
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Nell’esecuzione sia degli scavi che dei rilevati l’Impresa è tenuta ad effettuare a propria cura e spese l’estirpamento
di piante, arbusti e relative radici esistenti sia sui terreni da scavare che su quelli destinati all’impianto dei rilevati,
nonché, in questo ultimo caso, al riempimento delle buche effettuate in dipendenza dell’estirpamento delle radici e
delle piante, che dovrà essere effettuato con materiale idoneo messo in opera a strati di conveniente spessore e costipato. Tali oneri si intendono compensati con i prezzi di elenco relativi ai movimenti di materie.
La D.L., in relazione alla natura dei terreni di posa dei rilevati o delle fondazioni stradali in trincea, potrà ordinare
l’adozione di provvedimenti atti a prevenire la contaminazione dei materiali d’apporto e fra questi provvedimenti la
fornitura e la posa in opera di teli “geotessili” aventi le caratteristiche indicate nell’articolo corrispondente.
b) Formazione dei piani di posa dei rilevati
Tali piani avranno l’estensione dell’intera area di appoggio e potranno essere continui od opportunamente gradonati
secondo i profili e le indicazioni che saranno dati dalla Direzione dei Lavori in relazione alle pendenze dei siti
d’impianto.
I piani suddetti saranno stabiliti di norma alla quota di cm 20 al di sotto del piano di campagna e saranno ottenuti
praticando i necessari scavi di sbancamento tenuto conto della natura e consistenza delle formazioni costituenti i siti
d’impianto preventivamente accertate, anche con l’ausilio di prove di portanza.
Quando alla suddetta quota si rinvengono terreni appartenenti ai gruppi A1, A2, A3 (classificata CNR - UNI 10006) la
preparazione dei piani di posa consisterà nella compattazione di uno strato sottostante il piano di posa stesso per uno
spessore non inferiore a cm 30, in modo da raggiungere una densità secca pari almeno al 95% della densità massima
AASHO modificata determinata in laboratorio, modificando il grado di umidità delle terre fino a raggiungere il grado di umidità ottima prima di eseguire il compattamento.
Quando invece i terreni rinvenuti alla quota di cm 20 al di sotto del piano di campagna appartengono ai gruppi A4,
A5, A6, A7 (classificata CNR - UNI 10006/1963), la Direzione dei Lavori potrà ordinare, a suo insindacabile giudizio,
l’approfondimento degli scavi per sostituire i materiali in loco con materiale per la formazione dei rilevati appartenente ai gruppi A1 e A3.
Tale materiale dovrà essere compattato, al grado di umidità ottima, fino a raggiungere una densità secca non inferiore al 90% della densità massima AASHO modificata.
La terra vegetale risultante dagli scavi potrà essere utilizzata per il rivestimento delle scarpate se ordinato dalla Direzione dei Lavori mediante ordine di servizio.
E’ categoricamente vietata la messa in opera di tale terra per la costituzione dei rilevati.
Circa i mezzi costipanti e l’uso di essi si fa riferimento a quanto specificato nei riguardi del costipamento dei rilevati.
Nei terreni in sito particolarmente sensibili all’azione delle acque, occorrerà tener conto dell’altezza di falda delle
acque sotterranee e predisporre, per livelli di falda molto superficiali, opportuni drenaggi; questa lavorazione verrà
compensata con i relativi prezzi di elenco.
Per terreni di natura torbosa o comunque ogni qualvolta la Direzione dei Lavori non ritenga le precedenti lavorazioni
atte a costituire un idoneo piano di posa per i rilevati, la Direzione stessa ordinerà tutti quegli interventi che a suo
giudizio saranno ritenuti adatti allo scopo, i quali saranno eseguiti dall’Impresa a misura in base ai prezzi di elenco.
Si precisa che quanto sopra vale per la preparazione dei piani di posa dei rilevati su terreni naturali.
In caso di appoggio di nuovi e vecchi rilevati per l’ampliamento degli stessi, la preparazione del piano di posa in
corrispondenza delle scarpate esistenti sarà fatta procedendo alla gradonatura di esse mediante la formazione di gra39
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doni di altezza non inferiore a cm 50, previa rimozione della cotica erbosa che potrà essere utilizzata per il rivestimento delle scarpate in quanto ordinato dalla Direzione dei Lavori con ordine di servizio, portando il sovrappiù a
discarico a cura e spese dell’Impresa.
Anche il materiale di risulta proveniente dallo scavo dei gradoni al di sotto della cotica sarà accantonato se idoneo, e
portato a rifiuto, se inutilizzabile.
Si procederà quindi al riempimento dei gradoni con il predetto materiale scavato ed accantonato, se idoneo, o con
altro idoneo delle stesse caratteristiche richieste per i materiali dei rilevati con le stesse modalità per la posa in opera,
compresa la compattazione.
Comunque la Direzione dei Lavori si riserva di controllare il comportamento globale dei piani di posa dei rilevati
mediante la misurazione del modulo di compressibilità ME determinato con piastra da 30 cm di diametro (Norme
svizzere VSS-SNV 670317). Il valore di ME (3) misurato in condizioni di umidità prossima a quella di costipamento,
al primo ciclo di scarico e nell’intervallo di carico compreso fra 0,05 e 0,15 N/mm2, non dovrà essere inferiore a 15
N/mm2.
c) Formazione dei piani di posa delle fondazioni stradali in trincea
Anche nei tratti in trincea, dopo aver effettuato lo scavo del cassonetto si dovrà provvedere alla preparazione del
piano di posa della sovrastruttura stradale, che verrà eseguita, a seconda della natura del terreno, in base alle seguenti
lavorazioni:
1. quando il terreno appartiene ai gruppi A1, A2, A3 (classificata CNR - UNI 10006) si procederà alla compattazione
dello strato di sottofondo che dovrà raggiungere in ogni caso una densità secca almeno del 95% della densità di
riferimento, per uno spessore di cm 30 al di sotto del piano di cassonetto;
2. quando il terreno appartiene ai gruppi A4, A5, A6, A7, A8 (classifica CNR - UNI 10006) la Direzione dei Lavori
potrà ordinare, a suo insindacabile giudizio, la sostituzione del terreno stesso con materiale arido per una profondità al di sotto del piano di cassonetto, che verrà stabilita secondo i casi, mediante apposito ordine di servizio
dalla Direzione dei Lavori.
Per la preparazione del piano di posa si dovrà raggiungere una densità secca almeno del 95% di quella di riferimento
per uno spessore di cm 30 al di sotto del piano di cassonetto.
Il comportamento globale dei cassonetti in trincea sarà controllato dalla Direzione dei Lavori mediante la misurazione del modulo di compressibilità ME il cui valore, misurato in condizioni di umidità prossima a quella di costipamento, al primo ciclo di carico e nell’intervallo di carico compreso fra 0,15 e 0,25 N/mm2, non dovrà essere inferiore a
50 N/mm2.
d) Formazione dei rilevati
1. I rilevati saranno eseguiti con le esatte forme e dimensioni indicate nei disegni di progetto, ma non dovranno superare la quota del piano di appoggio della fondazione stradale.
2. Nella formazione dei rilevati saranno innanzitutto impiegate le materie provenienti da scavi di sbancamento, di
fondazione od in galleria appartenenti ad uno dei seguenti gruppi A1, A2, A3 della classifica CNR - UNI
(3)
M E = fo ⋅
∆p
∆s
⋅ D (in N / mm 2 )
Dove:
fo
= fattore di forma della ripartizione del costipamento; per le piastre circolari = 1
∆p
= differenza tra i pesi riferiti ai singoli intervalli di carico in N/mm2;
D
= diametro della piastra in mm;
∆s
= differenza dello spostamento in mm della piastra di carico, circolare, rigida, corrispondente a p;
p
= peso riferito al carico trasmesso al suolo dalla piastra in N/mm2.
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10006/1963, con l’avvertenza che l’ultimo strato del rilevato sottostante la fondazione stradale, per uno spessore
non inferiore a m 2 costipato, dovrà essere costituito da terre dei gruppi A1, A2-4, A2-5, A3 se reperibili negli scavi;
altrimenti deciderà la Direzione dei Lavori se ordinare l’esecuzione di tale ultimo strato con materiale di altri
gruppi provenienti dagli scavi o con materie dei predetti gruppi A1, A2-4, A2-5, A3 da prelevarsi in cava di prestito.
Per quanto riguarda le materie del gruppo A4 provenienti dagli scavi, la Direzione dei Lavori prima dell’impiego
potrà ordinarne l’eventuale correzione.
Per i materiale di scavo provenienti da tali in roccia da portare in rilevato, se di natura ritenuta idonea dalla Direzione dei Lavori, dovrà provvedersi mediante riduzione ad elementi di pezzatura massima non superiore a cm 30.
Tali elementi rocciosi dovranno essere distribuiti uniformemente nella massa del rilevato e non potranno essere
impiegati per la formazione dello strato superiore del rilevato per uno spessore di cm 30 al di sotto del piano di
posa della fondazione stradale.
3. Per quanto riguarda il materiale proveniente da scavi di sbancamento e di fondazione appartenenti ai gruppi A4,
A5, A6, A7 si esaminerà di volta in volta l’eventualità di portarlo a rifiuto ovvero di utilizzarlo previa idonea correzione.
4. I rilevati con materiali corretti potranno essere eseguiti dietro ordine della Direzione dei Lavori solo quando vi
sia la possibilità di effettuare un tratto completo di rilevato ben definito delimitato tra due sezioni trasversali del
corpo stradale.
5. Le materie di scavo, provenienti da tagli stradali o da qualsiasi altro lavoro che risultassero esuberanti o non idonee per la formazione dei rilevati o riempimento dei cavi, dovranno essere trasportate a rifiuto fuori della sede
stradale, a debita distanza dai cigli, e sistemate convenientemente, restando a carico dell’Impresa ogni spesa, ivi
compresa ogni indennità per occupazione delle aree di deposito.
6. Fintanto che non siano state esaurite per la formazione dei rilevati tutte le disponibilità dei materiali idonei provenienti dagli scavi di sbancamento, di fondazione od in galleria, le eventuali cave di prestito che l’Impresa volesse aprire, ad esempio per economia di trasporti, saranno a suo totale carico. L’Impresa non potrà quindi pretendere sovrapprezzi, né prezzi diversi da quelli stabiliti in elenco per la formazione di rilevati con utilizzazione
di materie provenienti dagli scavi di trincea, opere d’arte ed annessi stradali, qualora, pure essendoci disponibilità
ed idoneità di queste materie scavate, essa ritenesse di sua convenienza, per evitare rimaneggiamenti o trasporti a
suo carico, di ricorrere, in tutto o in parte, a cave di prestito.
7. Qualora una volta esauriti i materiali provenienti dagli scavi ritenuti idonei in base a quanto sopra detto, occorressero ulteriori quantitativi di materie per la formazione dei rilevati, l’Impresa potrà ricorrere al prelevamento di
materie da cave di prestito, sempre che abbia preventivamente richiesto ed ottenuto l’autorizzazione da parte della Direzione dei Lavori.
8. E’ fatto obbligo all’Impresa di indicare le cave, dalle quali essa intende prelevare i materiali costituenti i rilevati,
alla Direzione dei Lavori che si riserva la facoltà di fare analizzare tali materiali presso Laboratori Ufficiali ma
sempre a spese dell’Impresa.
Solo dopo che vi sarà l’assenso della Direzione dei Lavori per l’utilizzazione della cava, l’Impresa è autorizzata a
sfruttare la cava per il prelievo dei materiali da portare in rilevato.
L’accettazione della cava da parte della Direzione dei Lavori non esime l’Impresa dall’assoggettarsi in ogni periodo di tempo all’esame delle materie che dovranno corrispondere sempre a quelle di prescrizione e pertanto,
ove la cava in seguito non si dimostrasse capace di produrre materiale idoneo per una determinata lavorazione,
essa non potrà più essere coltivata.
9. Per quanto riguarda le cave di prestito l’Impresa è tenuta a corrispondere le relative indennità ai proprietari di tali
cave e a provvedere a proprie spese al sicuro e facile deflusso delle acque che si raccogliessero nelle cave stesse,
evitando nocivi ristagni e danni alle proprietà circostanti e sistemando convenientemente le relative scarpate, in
osservanza anche di quanto è prescritto dall’art. 202 del T.U. delle leggi sanitarie 27 luglio 1934, n. 1265 e dalle
successive modifiche; dal T.U. delle leggi sulla bonifica dei terreni paludosi 30 dicembre 1923, n. 3267, successivamente assorbito dal testo delle norme sulla Bonifica Integrale approvato con R.D. 13 febbraio 1933, n. 215 e
successive modifiche.
10. Il materiale costituente il corpo del rilevato dovrà essere messo in opera a strati di uniforme spessore, non eccedente cm 50.
Il rilevato per tutta la sua altezza dovrà presentare i requisiti di densità riferita alla densità massima secca AASHO modificata non inferiore al 90% negli strati inferiori ed al 95% in quello superiore (ultimi 30 cm).
Inoltre per tale ultimo strato, che costituirà il piano di posa della fondazione stradale, dovrà ottenersi un modulo
di compressibilità ME definito dalle Norme Svizzere (SNV 670317) il cui valore, misurato in condizioni di umidità prossima a quella di costipamento, al primo ciclo di carico e nell’intervallo di carico compreso fra 0,15 e
0,25 N/mm2, non dovrà essere inferiore a 50 N/mm2.
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Ogni strato sarà costipato alla densità sopra specificata procedendo alla preventiva essiccazione del materiale se
troppo umido, oppure al suo innaffiamento, se troppo secco, in modo da conseguire una umidità non diversa da
quella ottima predeterminata in laboratorio, ma sempre inferiore al limite di ritiro.
L’Impresa non potrà procedere alla stesa degli strati successivi senza la preventiva approvazione della Direzione
dei Lavori.
Ogni strato dovrà presentare una superficie superiore conforme alla sagoma dell’opera finita così da evitare ristagni di acqua e danneggiamenti. Non si potrà sospendere la costruzione del rilevato, qualunque sia la causa, senza
che ad esso sia stata data una configurazione e senza che nell’ultimo strato sia stata raggiunta la densità prescritta.
Le attrezzature di costipamento saranno lasciate alla libera scelta dell’Impresa ma dovranno comunque essere atte ad esercitare sul materiale, a seconda del tipo di esso, un genere di energia costipante tale da assicurare il raggiungimento delle densità prescritte e previste per ogni singola categoria di lavoro.
Pur lasciando libera la scelta del mezzo di costipamento da usare, si prescrive per i terreni di rilevati riportabili ai
gruppi A1, A2, A3 un costipamento a carico dinamico-sinusoidale e per terreni di rilevati riportabili ai gruppi A4,
A5, A6, A7 un costipamento mediante rulli a punte e carrelli pigiatori gommati.
In particolare, in adiacenza dei manufatti, che di norma saranno costruiti prima della formazione dei rilevati, i
materiali del rilevato dovranno essere del tipo A1, A2, A3 e costipati con energia dinamica di impatto.
La Direzione dei Lavori si riserva comunque la facoltà di ordinare la stabilizzazione a cemento dei rilevati mediante mescolazione in sito del legante in ragione di 25 ÷ 50 kg per m3 di materiale compattato.
Tale stabilizzazione dovrà, se ordinato, interessare un volume di rilevato la cui sezione, secondo l’asse stradale,
può assimilarsi in un trapezio con base minore di m 2, base maggiore di m 15 ed altezza pari a quella del manufatto.
11. Il materiale dei rilevati potrà essere messo in opera durante i periodi le cui condizioni meteorologiche siano tali,
a giudizio della Direzione dei Lavori, da non pregiudicare la buona riuscita del lavoro.
12. L’inclinazione da dare alle scarpate sarà quella di cui alle sezioni di norma allegate al progetto.
13. Man mano che si procede alla formazione dei rilevati, le relative scarpate saranno rivestite con materiale ricco di
humus dello spessore non superiore a cm 30 proveniente o dalle operazioni di scoticamento del piano di posa dei
rilevati stessi, o da cave di prestito, ed il rivestimento dovrà esser eseguito a cordoli orizzontali e da costiparsi
con mezzi idonei in modo da assicurare una superficie regolare.
Inoltre le scarpate saranno perfettamente configurate e regolarizzate procedendo altresì alla perfetta profilatura
dei cigli.
14. Se nei rilevati avvenissero dei cedimenti dovuti a trascuratezza delle buone norme esecutive, l’Appaltatore sarà
obbligato ad eseguire a sue spese i lavori di ricarico, rinnovando, ove occorre, anche la sovrastruttura stradale.
15. Qualora si dovessero costruire dei rilevati non stradali (argini di contenimento), i materiali provenienti da cave di
prestito potranno essere solo dei tipi A6, A7. Restano ferme le precedenti disposizioni sulla compattazione.
16. In alcuni casi la D.L. potrà, al fine di migliorare la stabilità del corpo stradale, ordinare la fornitura e la posa in
opera di teli “geotessili” in strisce contigue opportunamente sovrapposte nei bordi per almeno cm 40. Le caratteristiche di tale telo saranno conformi a quelle di cui al relativo articolo tenendo presente che per tale caso particolare la resistenza a trazione del telo potrà arrivare ad un massimo di 1.200 N/5 cm.
ART. 39 - MALTE E CALCESTRUZZI
I quantitativi dei diversi materiali di composizione per mc delle malte e dei calcestruzzi devono corrispondere alle
seguenti proporzioni:
Malte
1 - Malta bastarda per murature:
a) grassello
b) cemento tipo 325
c) sabbia di fiume vagliata e lavata
mc
q
2 - Malta di cemento per murature:
a) cemento tipo 325
b) sabbia di fiume vagliata e lavata
q
0,300
1,000
mc
0,900
4,000
mc
1,000
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3 - Malta di calce per intonaci e rinzaffi:
a) grassello
b) sabbia di fiume vagliata e lavata
mc
4 - Malta bastarda per rinzaffi e intonaci:
a) grassello
b) cemento
c) sabbia di fiume vagliata e lavata
mc
q
5 - Malta di cemento per intonaci e rinzaffi:
a) cemento tipo 325
b) sabbia di fiume vagliata e lavata
q
0,400
mc
0,900
0,300
1,500
mc
0,800
5,000
mc
1,000
Calcestruzzi
Norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche".
1) Generalità
L'Impresa sarà tenuta a presentare in tempo utile, prima dell'inizio dei getti, all'approvazione della Direzione Lavori:
a) i campioni dei materiali che intende impiegare indicando provenienza, tipo e qualità dei medesimi;
b) lo studio granulometrico per ogni tipo di calcestruzzo;
c) calcoli di stabilità delle opere in cemento armato.
Per la costruzione di opere in conglomerato cementizio semplice od armato e per solai a struttura mista, cemento armato e laterizio vale quanto stabilito dal Decreto Ministeriale 1 Aprile 1983 nonché tutte le leggi in materia di calcestruzzi vigenti al momento della esecuzione delle opere.
2) Prescrizioni tecniche
Per l'esecuzione dei conglomerati cementizi, l'Impresa sarà tenuta all'osservanza delle seguenti norme e prescrizioni
che integrano quelle contenute nel D.L. 5/11/1971 n. 1086 e 10/02/1974 n. 64, D.M. 14 febbraio 1992 contenente le
"Norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche".
I - Composizione del conglomerato cementizio
- Inerti
Le caratteristiche e la granulometria degli inerti debbono essere preventivamente studiate.
Gli inerti debbono essere privi di sostanze dannose ai fini della presa e dell'indurimento, ed essere conformi alle
norme tecniche allegate al D.L. n. 1086.
Le miscele degli inerti fini e grossi, mescolati in percentuale adeguata, devono dar luogo ad una composizione granulometrica costante, che permetta di ottenere i requisiti voluti sia nell'impasto fresco (consistenza, omogeneità,
pompabilità, aria inglobata ecc.), che nell'impasto indurito (resistenza, permeabilità, modulo elastico, ritiro ecc.).
Gli inerti debbono essere suddivisi in più classi, di cui la classe più fine non dovrà contenere più del 5% di materiale
trattenuto al vaglio a maglia quadra da 4,76 mm di luce.
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Le singole classi non dovranno contenere sottoclassi (frazioni granulometriche che dovrebbero appartenere alle classi inferiori), in misura superiore al 15%, e sopraclassi (frazioni granulometriche che dovrebbero appartenere alle
classi superiori), in misura superiore al 10% della classe stessa.
La dimensione massima dei grani dell'inerte deve essere tale da permettere che il conglomerato possa raggiungere
ogni parte del manufatto, tenendo conto dell'armatura metallica e delle caratteristiche granulometriche della carpenteria.
- Legante
Debbono impiegarsi esclusivamente leganti idraulici, definiti come cementi, rispondenti ai requisiti di accettazione
dalle disposizioni vigenti in materia L. 26/5/1965 n. 595; D.M. 14/1/1966 e fra cui D.M. 3/6/1968 (G.U. n. 180). Per
quanto riguarda i cementi pozzolanici o ferrico pozzolanici da usarsi in tutte le opere destinate ad entrare in contatto
con acque nere o miste si precisa che devono essere del tipo classificato ad alta o altissima resistenza chimica a solfati dalle norme UNI 9156 = Cementi resistenti ai solfati.
Il dosaggio, la classe e il tipo del cemento, debbono essere idonei a soddisfare le esigenze tecniche dell'opera.
- Additivi
Gli additivi per migliorare le caratteristiche del calcestruzzo debbono essere impiegati secondo le prescrizioni del
produttore.
Il produttore deve esibire risultati provenienti da un'ampia sperimentazione pratica sul tipo e la dose dell'additivo
dovrà inoltre esibire prove di laboratorio ufficiale che dimostrino la conformità del prodotto alle disposizioni vigenti;
deve essere inoltre garantita la qualità e la costanza di caratteristiche del prodotto stesso.
Il produttore di additivi dovrà mettere a disposizione su richiesta, propri tecnici qualificati, specializzati nell'impiego
degli additivi, per la risoluzione dei problemi tecnici connessi con l'esecuzione dell'opera.
Gli additivi ordinati dalla Direzione Lavori per modificare le caratteristiche del calcestruzzo saranno compensati col
relativo prezzo mentre quelli che si rendesse necessario aggiungere al calcestruzzo al solo scopo di facilitare le operazioni di getto resteranno a completo onere dell'Impresa. Non saranno ad esempio contabilizzati i fluidificanti necessari per consentire l'uso della pompa per calcestruzzi.
In tutti i casi in cui il conglomerato cementizio deve essere impiegato per realizzare vasche e manufatti in genere destinati a contenere liquidi, dovrà essere garantito l’ottenimento di una tenuta ottima senza l’impiego di intonaco o
simili; a tal fine l’impresa dovrà impiegare gli additivi più idonei e dovrà lavorare il getto a perfetta regola d’arte ponendo particolare cura nella esecuzione di una perfetta vibratura con vibratori ad aghi.
- Acqua
L'acqua deve essere aggiunta nella quantità compatibile con la consistenza voluta e la resistenza prescritta del conglomerato.
Deve essere esente da sostanze che danneggino la reazione chimica del cemento.
II - Impianti per la produzione
L'impianto del conglomerato salvo casi particolari e ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori deve essere fatto con mezzi meccanici idonei e con l'impiego di impianti di betonaggio che abbiano in dotazione, dispositivi di dosaggio e conta tori, tali da garantire un accurato controllo delle quantità dei componenti.
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I componenti dell'impasto (cemento, inerti, acqua e additivi), debbono poter essere misurati a peso. E' ammessa anche la misurazione a volume dell'acqua e degli additivi solo per le opere di minore importanza e ad insindacabile
giudizio della Direzione Lavori.
I dispositivi di misura del cemento, dell'acqua e degli additivi, debbono essere di tipo individuale; le bilance per la
pesatura degli inerti, possono essere di tipo cumulativo (peso delle varie classi con successione addizionale).
I dispositivi di misura debbono essere collaudati periodicamente.
I silos del cemento debbono essere progettati in modo da impedire il contatto tra il cemento insilato e l'umidità atmosferica.
III - Confezione degli impasti
Gli impasti debbono essere confezionati in betoniere aventi capacità tale da contenere tutti gli aggregati della pesata
senza debordare.
Il tempo di mescolamento deve essere tale da produrre un conglomerato omogeneo, rispondente al requisiti della
prova di uniformità di cui al successivo paragrafo IX.
IV - Trasporto e posa in opera degli impasti
Il trasporto del conglomerato cementizio dall'impianto di betonaggio al luogo dell'impiego, deve essere effettuato
con mezzi atti a non alterare le caratteristiche dell'impasto e impedire la segregazione dei componenti.
Il tempo intercorso tra l'inizio delle operazioni di impasto e il termine della posa in opera, non deve essere tale da
causare una diminuzione di consistenza superiore di cm 5 alla prova del cono di cui al punto IX.
E' assolutamente vietato aggiungere acqua agli impasti dopo lo scarico dalla betoniera.
Prima della posa in opera si dovrà controllare la consistenza dell'impasto. Se questa eccederà i limiti previamente
concordati, per ciascun getto (prova del cono) l'impasto sarà scartato e se possibile corretto previa autorizzazione
della Direzione Lavori.
Qualora il trasporto del conglomerato avvenga con autobetoniera sarà facoltà della Direzione Lavori all'atto dello
scarico esigere il controllo dell'omogeneità dell'impasto con la prova dell'uniformità (punto IX).
Se all'atto dello scarico dell'autobetoniera si dovesse constatare una consistenza sensibilmente inferiore a quella richiesta, si potrà aggiungere, a giudizio della Direzione lavori, la quantità di acqua necessaria, purchè si provveda, a
velocità normale, ad un ulteriore mescolamento corrispondente ad almeno 30 giri della betoniera. Tale aggiunta non
potrà comunque essere fatta se la perdita di consistenza, dall'impianto al luogo dello scarico, supererà i cm 5 alla
prova del cono.
V - Posa in opera del conglomerato cementizio
Lo scarico del conglomerato dal mezzo di trasporto deve avvenire con tutti gli accorgimenti atti ad evitare la segregazione. E' prescritto a questo scopo che il conglomerato cada verticalmente al centro della cassaforma e venga steso in strati orizzontali dello spessore da 20 a 50 cm, a seconda delle dimensioni della struttura, prima della successiva vibrazione.
La vibrazione deve avvenire immergendo il vibratore verticalmente in punti distanti fra loro da 40 a 80 cm, ritirandolo lentamente a vibrazione ultimata, in modo da non lasciare fori o impronte nel conglomerato.
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E' vietato scaricare il conglomerato in un unico cumulo e di stenderlo con l'impiego del vibratore.
Se si constatasse che la vibrazione produce separazione del conglomerato, lo slump dello stesso deve essere convenientemente ridotto.
Affinchè il getto sia considerato monolitico, il tempo tra scorso fra la posa in opera di uno strato orizzontale ed il ricoprimento con lo strato successivo non deve superare le tre ore virtuali, a meno che non sia stato aggiunto all'impasto un idoneo additivo ritardante.
Nel caso in cui l'interruzione superi le tre ore virtuali e non sia stato impiegato un additivo ritardante, si deve stendere sulla superficie di ripresa uno strato di malta (sabbia con cemento) dello spessore di cm 1 + 2 con un dosaggio di
cemento di almeno Kg 600 per mc.
Nel caso l'interruzione superi le otto ore virtuali si deve lavare la superficie di ripresa con acqua e sabbia in pressione, in modo da mettere a nudo lo scheletro inerte e procedere come al paragrafo precedente. Se il conglomerato deve
avere caratteristi che di impermeabilità, sulla superficie deve essere steso, prima del getto di apporto, uno strato di
malta speciale le cui caratteristiche dovranno essere preventivamente approvate dalla Direzione Lavori. Lo stesso
trattamento è prescritto se la ripresa dei getti avverrà dopo qualche giorno e sia più possibile un perfetto ravvivamento della superficie di ripresa.
Quando il calcestruzzo fosse gettato in acqua, si dovranno adottare gli accorgimenti necessari per impedire che l'acqua lo dilavi o ne pregiudichi il pronto consolidamento. Ciò avrà luogo mettendo in opera il calcestruzzo a mezzo
tubi verticali con l'estremità inferiore costantemente annegata nel calcestruzzo fresco. L'onere di tale accorgimento è
a carico dell'Impresa.
Si intende per "tempo virtuale", il tempo riferito alla temperatura media ambientale di 20 gradi C, calcolato a mezzo
della seguente formula:
tv = te
30
ta + 10
ove
t = tempo virtuale in ore
te = tempo effettivo in ore
ta = temperatura media ambientale in gradi C.
VI - Stagionatura del conglomerato cementizio
Prima del disarmo delle casseforme, tutte le superfici non protette del conglomerato debbono essere mantenute umide con continua bagnatura o con altri idonei accorgimenti, per almeno sette giorni.
Il disarmo delle casseforme delle superfici laterali dei getti deve avvenire quando il conglomerato abbia raggiunto
una resistenza di almeno 40 kg/cmq.
Il disarmo delle strutture di sostegno dei getti potrà essere effettuato quando si siano sicuramente raggiunte le resistenze prescritte dal progettista o Direttore dei Lavori. In assenza di specifici accertamenti, attenersi a quanto stabilito dalle norme tecniche allegate al Decreto Legge n. 1086.
Subito dopo il disarmo, si dovrà provvedere alla bagnatura delle superfici, in modo da impedire l'evaporazione dell'acqua contenuta nel conglomerato, fino ad almeno sette giorni dal getto.
Le operazioni di bagnatura delle superfici dei getti di cui ai paragrafi precedenti possono essere sostituite dall'impiego di vernici protettive antievaporanti preventivamente approvate dalla Direzione Lavori.
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Questo ultimo provvedimento dovrà essere adottato se si constaterà che la bagnatura provochi affioramento di efflorescenze alla superficie dei getti.
L'uso di additivi sarà effettuato a cura e spese dell'Impresa, senza che questa abbia diritto a pretendere indennizzi o
sovrapprezzi a tale titolo.
VII -Precauzioni particolari per l'esecuzione dei getti durante la stagione fredda
Nei periodi invernali si deve particolarmente curare che non si formino blocchi di materiale agglomerato con ghiaccio negli inerti, e particolarmente nella sabbia. A tale scopo si dovranno predisporre opportune protezioni, che potranno comprendere il riscaldamento degli inerti stessi con mezzi idonei.
La temperatura dell'impasto, all'atto della posa in opera, non deve in nessun caso, essere inferiore a 13 gradi C per il
getto di sezioni strutturali di spessore minimo di 20 cm, e 10 gradi C negli altri casi. Per ottenere tali temperature,
occorrerà, se necessario, provvedere al riscaldamento degli inerti e dell'acqua di impasto. Si dovrà però evitare che
l'acqua venga a contatto diretto con il cemento, se essa avrà una temperatura superiore ai 40 gradi C. Quando la temperatura dell'acqua superi i 40 gradi C si adotterà la precauzione di immettere nella betoniera dapprima la sola acqua
con gli inerti, e di aggiungere poi il cemento quando la temperatura della miscela acqua + inerti sarà scesa al di sotto
dei 40 gradi C.
Nei periodi freddi è consigliabile l'aggiunta di acceleranti invernali (impropriamente chiamati antigelo) ed eventualmente di un additivo aerante, in modo da ottenere un inglobamento di aria del 3 + 5%.
Durante la stagione fredda, il tempo per lo scasseramento delle strutture deve essere protratto, per tener conto del
maggior periodo occorrente al raggiungimento delle resistenze necessarie (almeno 40 kg/cmq). Fino al momento del
disarmo, si deve controllare, per mezzo di termometri introdotti in fori opportunamente predisposti nelle strutture,
che la temperatura del conglomerato non scenda al di sotto dei +5 gradi C.
Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature inferiori di 0 gradi C salvo il ricorso ad opportune cautele.
VIII - Precauzioni particolari per l'esecuzione dei getti durante la stagione calda
Durante la stagione calda bisognerà particolarmente curare che la temperatura dell'impasto non venga a superare i 30
gradi C. Bisognerà a questo scopo impedire l'eccessivo riscaldamento degli aggregati, sia proteggendo opportunamente i depositi, sia mantenendo continuamente umidi gli inerti (in modo che la evaporazione continua dell'acqua
alla superficie degli stessi ne impedisca il surriscaldamento).
Qualora la temperatura dell'impasto non possa venire mantenuta al di sotto di 30 gradi C, i getti debbono essere sospesi, a meno che non venga aggiunto agli impasti un opportuno ed efficace additivo plastificante-ritardante, atto ad
eliminare gli inconvenienti dell'elevata temperatura (perdita di consistenza e quindi maggior bisogno di acqua di impasto); acceleramento della presa.
Quando la temperatura ambiente risulterà elevata, particolare cura deve essere posta nell'accelerare il tempo intercorrente fra la confezione e la posa in opera dell'impasto. Qualora si usino pompe per il trasporto del conglomerato, tutte le relative tubazioni debbono essere protette dal sovrariscaldamento.
Durante la stagione calda deve essere eseguito un controllo più frequente della consistenza. Con temperatura ambiente particolarmente elevata, la Direzione Lavori potrà vietare l'aggiunta d'acqua prevista al punto IV.
IX - Qualità del conglomerato cementizio fresco
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Il conglomerato fresco deve essere frequentemente controllato ed in ogni caso ogni qualvolta lo richieda la Direzione
Lavori come consistenza, omogeneità, resa volumetrica, contenuto d'aria e, quando prescritto, come rapporto acqua/cemento.
La prova di consistenza consisterà normalmente nella misura dell'abbassamento al cono di Abrams, eseguita secondo
le norme vigenti. Tale prova sarà considerata significativa per abbassamenti compresi fra 2 e 18 cm. Per abbassamenti inferiori ai 2 cm, si dovrà eseguire la prova con la tavola a scosse secondo il metodo DIN 1048, o con l'apparecchio VEBE.
La prova di omogeneità, è prescritta in modo particolare ed ogni qualvolta lo richieda la Direzione dei Lavori quando il trasporto del conglomerato avviene mediante autobetoniera. Essa verrà eseguita vagliando due campioni di
conglomerato, presi a 1/5 e 4/5 dello scarico della betoniera, attraverso il vaglio o maglia quadra da 4,76 mm. La
percentuale in peso di materiale grosso nei due campioni, non dovrà differire più del 10%. Lo slump dei due campioni, prima della vagliatura, non dovrà differire più di cm 3.
La prova di resa volumetrica dell'impasto, verrà eseguita attraverso la misura del peso di volume del conglomerato,
eseguita con il metodo UNI 6394, e il controllo del peso totale dell'impasto.
La prova del contenuto d'aria è richiesta ogni qualvolta si impieghi un additivo aerante; essa deve essere eseguita con
il metodo UNI 6395.
Il rapporto acqua/cemento dovrà essere ovviamente computato sommando, all'acqua aggiunta all'impasto, l'umidità
superficiale degli inerti.
X - Qualità del conglomerato cementizio indurito
La classe di conglomerato viene definita come "resistenza caratteristica" ad una stagionatura specificata. La resistenza caratteristica deve essere calcolata con il metodo indicato alle norme tecniche, di cui all'art. 21 del Decreto Legge
n. 1086 del 5 Novembre 1971. Trattandosi di un metodo di calcolo statistico, la resistenza caratteristica dovrà essere
determinata con un numero di prelievi ciascuno di 4 provini, non inferiore a 30. Solo in casi particolari potrà essere
consentita una stima con meno di 30 prelievi, fino ad un minimo di 20 prelievi.
Per il prelevamento dei campioni, le dimensioni e la stagionatura dei provini e le prove, si debbono seguire le norme
UNI 6126; 6127; 6130; 6132.
Per il controllo della qualità del conglomerato preconfezionato, il conglomerato deve essere prelevato all'atto dello
scarico della betoniera.
La qualità del conglomerato potrà essere richiesta, oltre che come resistenza caratteristica, anche come permeabilità
massima, ritiro massimo, fluage massimo, modulo elastico, resistenza ai cicli di gelo e disgelo, resistenza ad agenti
aggressivi, basso sviluppo di calore, resistenza all'abrasione, ecc. Per particolari strutture si potrà inoltre prescrivere
il valore massimo ammissibile per lo scarto quadratico medio delle resistenze.
La resistenza caratteristica richiesta, non deve essere ottenuta con dosaggi di cemento troppo elevati, che potrebbero
dar luogo a valori di ritiro inaccettabili. Inoltre lo scarto quadratico medio delle resistenze deve essere il più basso
possibile.
I cementi di maggior resistenza (tipo 400 e 500), debbono essere impiegati quando non sia possibile raggiungere la
resistenza prescritta con un cemento 300, o quando le esigenze di lavoro richiedano la riduzione dei tempi di disarmo. I cementi di tipo speciale debbono essere impiegati quando siano richieste resistenze ad agenti aggressivi oppure
valori di ritiro particolarmente bassi, sviluppo di calore non superiore ad un certo limite, ecc. I calcestruzzi destinati
ad entrare in contatto con acque nere o miste dovranno essere confezionati con cemento ferrico pozzolanico o pozzolanico.
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Non è permesso mescolare fra loro cementi di diverso tipo e provenienza: per ciascuna struttura si deve impiegare un
unico tipo di cemento.
Per migliorare la qualità del conglomerato, potranno essere usati particolari additivi di provata efficacia, e rispondenti alle norme UNICEMENTO o di altre organizzazioni di vasta rinomanza (ASTM, DIN, ecc.).
Il controllo di qualità del conglomerato indurito potrà essere eseguito ai fini orientativi anche direttamente sulle
strutture, con lo sclerometro, gli ultrasuoni o il prelievo di carote da sottoporre alle prove volute. In particolare i dati
sclerometrici saranno ritenuti sufficienti per stabilire i tempi di casseratura e di disarmo.
XI - Dosature dei calcestruzzi e loro resistenze caratteristiche
Tabella dei conglomerati cementizi
Tipo
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
D max inerte Cemento tipo
quadro/tondo
mm
51/64
51/64
51/64
25/32
25/32
25/32
25/32
13/16
325
325
325
325
325
425
425
425
Dosaggio minimo
cemento
kg/m3
150
200
250
300
350
300
350
400
Rck
Slump
N/mm2
Max rapp. acqua/cemento
A/C
12
15
20
25
30
30
40
45
0,50
0,52
0,54
0,48
0,47
0,47
0,45
0,46
14±2
11±2
8±2
8±2
7±2
7±2
cm
XII - Rispondenza delle strutture ai progetti
Prima dell'inizio dei getti, la Direzione Lavori verificherà che il dimensionamento dei casseri, la posizione dei ferri
di armatura, la posizione dei giunti ecc. corrispondano alle caratteristiche indicate nel progetto; la posa deve essere
eseguita con ogni cura e regola d'arte, dopo aver preparato accuratamente e rettificati i piani di posa, le casseforme, i
cavi da riempire ed in maniera che i getti abbiano a risultare perfettamente conformi ai particolari costruttivi approvati ed alle prescrizioni del Direttore dei Lavori.
Si deve aver cura che in nessun caso si verifichino cedimenti dei piani di appoggio e delle pareti di contenimento.
I getti potranno essere iniziati solo dopo verifica degli scavi e delle casseforme da parte della Direzione dei Lavori.
Il calcestruzzo deve essere posto in opera ed assestato con ogni cura ed in modo che le superfici esterne si presentino
lisce, uniformi e continue, senza sbavature, incavi e irregolarità di sorta.
Nella posa in opera delle armature metalliche entro i casseri, dovranno essere impiegati opportuni distanziatori prefabbricati in conglomerato cementizio o, preferibilmente, in materiale plastico.
Dal giornale lavori del cantiere dovrà risultare la data di inizio e di fine dei getti e del disarmo. Se il getto dovesse
essere effettuato durante la stagione invernale, l'Impresa dovrà tener registrati giornalmente i minimi di temperatura
desunti da un apposito termometro esposto nello stesso cantiere di lavoro.
La Direzione Lavori verificherà inoltre lo stato della superficie delle casseforme che debbono comunque presentare
superfici regolari e senza incrostazioni. Le varie parti della casseratura debbono essere a perfetto contatto, per impedire la fuoriuscita di boiacca durante la vibrazione del conglomerato.
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La Direzione Lavori controllerà che il disarmante impiegato non sia tale da macchiare o danneggiare le superfici del
conglomerato.
Nel caso di getti contro terreni, rocce, ecc. si verificherà che la pulizia del sottofondo, il posizionamento di eventuali
drenaggi, la stesura di materiale isolante ecc., siano seguiti in conformità alle disposizioni del progetto e del Capitolato.
3) Campionatura
La campionatura dovrà essere conforme alle norme UNI 6126-6127-6130-6132 ed eseguita secondo le seguenti prescrizioni che integrano quanto previsto dall'Allegato 2 delle Norme tecniche del D.M. 14.02.1992.
La frequenza dei prelievi deve essere di almeno una ogni 100 mc di getto salvo diverse disposizioni della D.L.
Prelevamento campioni di calcestruzzo in cantiere
Prelevamento
Il prelevamento dei campioni di calcestruzzo può essere effettuato:
- da impianto di betonaggio
- da autobetoniera (mixer)
- all'impiego.
In ogni caso occorre sincerarsi che l'impasto di cui si effettua il prelevamento sia del tutto conforme a quelli in corso.
Il quantitativo da prelevare deve avere un'eccedenza almeno del 20% rispetto al fabbisogno.
Gli attrezzi impiegati per il prelevamento devono essere di materiale non assorbente e puliti. I recipienti usati per il
trasporto devono potersi svuotare agevolmente ed essere muniti di coperchio.
L'intero quantitativo prelevato deve essere rimescolato prima dell'impiego in modo da assicurarne l'omogeneità.
- Prelevamento da impianto di betonaggio
Tale prelevamento è destinato al controllo qualitativo della produzione del calcestruzzo e viene effettuato allo scarico della betoniera.
Per betoniera di capacità fino a 0,5 mc il prelevamento può essere effettuato in una sola volta a metà dello scarico:
per betoniera di capacità maggiore si procede al prelevamento in due riprese o più, ad intervalli di tempo all'incirca
uguali.
Si deve aver cura di intercettare per quanto possibile l'intero flusso del calcestruzzo uscente dalla betoniera al fine di
evitare dispersioni di materiale.
- Prelevamento da autobetoniera (mixer)
Il prelevamento deve essere effettuato in tre riprese, a intervalli di tempo all'incirca uguali durante lo scarico, avendo
cura di intercettare l'intero flusso del calcestruzzo al fine di evitare dispersioni di materiale.
E' opportuno registrare: tipo, capacità e numero di giri dell'autobetoniera, tempo intercorso tra il riempimento e lo
scarico e gli eventuali interventi sulla composizione dell'impasto prima dello scarico.
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- Prelevamento all'impiego
Al fine di controllare l'effetto del trasporto, di eventuali travasi e del tempo intercorso dal mescolamento, si possono
effettuare prelevamenti all'atto dell'impiego del calcestruzzo.
E' opportuno registrare la posizione in opera del calcestruzzo prelevato.
- Prelevamento del getto in opera
Nel caso di calcestruzzo impiegato per grandi strutture (dighe, opere marittime, fondazioni) il prelevamento viene
effettuato in tre punti ben distribuiti sulla superficie del getto, in modo da rappresentare adeguatamente le condizioni
del calcestruzzo stesso; i tre campioni vengono quindi opportunamente rimescolati.
- Prelevamento all'atto della messa in opera
Per le opere comuni il prelevamento del calcestruzzo viene effettuato allo scarico dei mezzi impiegati per il trasporto
(benne, nastri, ecc.) con gli accorgimenti atti ad ottenere un campione rappresentativo.
Verbale
Il verbale di prelevamento deve contenere le seguenti indicazioni:
a) località e denominazione del cantiere
b) numero e sigla del prelievo
c) composizione del calcestruzzo
d) data ed ora del prelevamento
e) provenienza del prelevamento
f) posizione in opera del calcestruzzo da cui si è fatto il
prelievo.
Preparazione e stagionatura provini di calcestruzzo prelevato in cantiere
Preparazione di provini
La preparazione dei provini consiste nel sistemare il calcestruzzo in apposite casseforme, assestandolo con opportuni
mezzi di costipamento, curando che i provini di uno stesso impasto risultino omogenei in se stessi e tra loro.
Nella preparazione dei provini il calcestruzzo deve subire un trattamento analogo a quello adottato in opera.
Il calcestruzzo fluido viene assestato nelle casseforme in due o più strati consecutivi con ripetuti colpi di tondino di
ferro.
Il calcestruzzo di media consistenza viene costipato fino a incipiente rifluimento della malta in due o più strati consecutivi mediante pestelli di superficie 1/8 + 1/4 della sezione del provino.
Sformatura
La rimozione delle casseforme deve essere effettuata a 24 ore dal getto, salvo diverse indicazioni. Nell'effettuare la
sformatura e la siglatura atta a consentire l'identificazione del provino, si deve aver cura di non danneggiare il provino.
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Stagionatura
a) Stagionatura in condizioni definite di temperatura e di umidità
Per controllare la produzione del calcestruzzo e determinare le caratteristiche, i provini devono essere conservati alla
temperatura di 20 +/- 2 gradi C. Con umidità relativa non minore del 90% tali condizioni si realizzano in locali opportunamente attrezzati, ovvero sistemando i provini sotto sabbia o stracci mantenuti umidi, in sotterranei, baracche
isolate, ecc. Condizioni di stagionatura costanti, ma a temperatura o umidità diverse da quelle indicate, devono essere segnalate.
b) Stagionatura nelle condizioni ambientali delle strutture
Per determinare il progredire dell'indurimento in particolari condizioni ambientali, in relazione al disarmo od alla
messa in servizio della struttura possono essere fatte prove suppletive su provini lasciati stagionare nelle stesse condizioni ambientali e con le stesse protezioni della struttura.
Forma e dimensioni dei provini di calcestruzzo e relative casseforme
Forma e dimensioni dei provini
- Per prove di resistenza e compressione ed a trazione indiretta
I provini devono essere di forma cubica, proporzionati alle dimensioni massime degli inerti, come indicato nel prospetto seguente:
Dimensioni massime dell’inerte in mm
20
30
50
80
150
Lato del provino cm
10
ovvero
15*
15*
ovvero
20
20
ovvero
25
25
ovvero
30
30
(*) Temporaneamente è ammesso anche l'uso di provino con lato di 16 cm
In casi particolari possono essere impiegati provini cilindrici, di diametro proporzionato alla dimensione massime
del l'inerte con criterio analogo al precedente e di altezza pari a 2 d. In questo caso per ogni tipo di calcestruzzo deve
essere determinata sperimentalmente l'opportuna correlazione fra la resistenza su provini cilindrici e quella su provini cubici di lato pari al diametro del cilindro.
- Per prove di resistenza a flessione
I provini devono essere di forma prismatica: la sezione deve essere quadrata con lato proporzionato alle dimensioni
massime degli inerti, come indicato nel prospetto seguente:
Dimensione massima dell'inerte
mm 20
30
50
Lato della sez. trasversale del provino cm 10
15
30
La lunghezza del prisma deve essere almeno di tre volte il lato, più 4 cm.
- Per misure del modulo di elasticità
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I provini devono essere di forma prismatica o cilindrica; il lato della sezione trasversale quadrata od il diametro del
cilindro devono essere proporzionati alla dimensione massima dell'inerte come indicato per il lato dei prismi per le
prove di resistenza a flessione. Il rapporto tra la lunghezza del prisma ed il lato della sua sezione trasversale deve
essere compreso tra 2,5 e 4, secondo il metodo che si intende adottare per la misura del modulo elastico.
ART. 40 - CASSEFORME - ARMATURE - CENTINATURE
Casseforme
Le casseforme devono essere a tenuta, costruite con materiale non assorbente, di rigidezza tale da non deformarsi
alla confezione del provino; devono essere agevolmente smontabili e munite di un fondo rigidamente connesso con
le altre parti. Le dimensioni delle casseforme possono scostarsi da quelle indicate per i provini per i diversi tipi di
prove fino all'1%. Le superfici delle casseforme non devono presentare errore di planarità di 0,05 mm.
Ciascuno degli angoli formati da due pareti contigue della cassaforma deve essere di 90 gradi ± 30 gradi.
Le tolleranze sopra indicate non sono quelle di fabbricazione delle casseforme, ma quelle oltre le quali occorre procedere a rettificare le casseforme stesse.
Prima dell'uso, le casseforme devono essere spalmate con un sottile strato di olio minerale per agevolare la sformatura.
Le prove distruttive dovranno essere eseguite da un Laboratorio ufficialmente riconosciuto.
Per tali opere provvisorie, l'Impresa può adottare il sistema che ritiene più idoneo o di sua convenienza, purchè soddisfi alle condizioni di stabilità e di sicurezza, compreso il disarmo e la perfetta riuscita dei particolari costruttivi.
Le operazioni di disarmo saranno effettuate secondo le norme di legge e, in mancanza di queste, secondo le prescrizioni del Direttore dei Lavori.
Per getti di calcestruzzo “faccia vista" è prescritto l'utilizzo di casseforme di legno opportunamente piallato senza
discontinuità di sorte del tavolame medesimo. (Esempio: per una struttura verticale di altezza pari a 4 m dalle fondazioni la ditta dovrà prevedere tavolame di opportuno spessore con modulo di larghezza costante e di altezza pari a
4 m).
ART. 41 - MURATURA DI MATTONI E QUADRIBLOCCHI LATERIZIO
I mattoni e quadriblocchi laterizio, all'atto del loro impiego debbono essere immersi completamente nell'acqua fino a
che ne siano sufficientemente imbevuti.
Essi debbono essere sempre posti in opera di punta ed a legatura doppia, nelle connessure alternate, in corsi ben regolari e normali alle superfici esterne e con la disposizione propria al migliore collegamento del muro; essi saranno
posti in opera sopra uno strato di malta e premuti sopra il medesimo, in modo che la malta fuoriesca all'ingiro e
riempia le connessure.
La larghezza delle connessure non deve essere maggiore di un centimetro né minore di 5 mm.
Se la muratura è a paramento visto, si deve aver cura di scegliere per le facce esterne i mattoni migliori per cottura
meglio formati e di colore più uniforme, disponendoli con perfetta regolarità e ricorrenza, nelle connessure orizzontali e con alternamento preciso dei giunti verticali.
In questo genere di paramento, le connessure in faccia vista, non debbono avere una larghezza maggiore di 6 mm.
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ART. 42 - OPERE IN CEMENTO ARMATO
Nella esecuzione delle opere in cemento armato l'Impresa dovrà attenersi strettamente a tutte le norme contenute nel
D.M. 14 Febbraio 1992 per la esecuzione delle opere in conglomerato cementizio semplice ed armato ed a quelle
successivamente emanate. Tutte le opere in cemento armato facenti parte dei lavori da eseguire si baseranno su calcoli di stabilità accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione, il tutto firmato da un ingegnere specialista e a
cura e spese dell'impresa. I calcoli dovranno essere eseguiti con particolare osservanza del D.M. 12 febbraio 1982 n.
888, alle norme CNR-UNI 10012-67, al D.M. 14 Febbraio 1992, del D.M. 24 gennaio 1986 relativo alle costruzioni
sismiche e del D.M. 11 marzo 1988 riguardante le indagini sui terreni e sulle rocce.
Le opere in cemento armato saranno eseguite con cemento della qualità nelle proporzioni indicate nelle varie specie
dei calcestruzzi previste o che verranno ordinate.
Il disarmo ed il prelievo d'opera delle casseforme si effettuerà soltanto dopo che la Direzione Lavori ne avrà data
l'autorizzazione, rimanendo però l'Impresa sempre responsabile della buona riuscita del disarmo e delle opere stesse
a tutti gli effetti di legge.
Tolte le casseforme, le superfici viste delle opere dovranno risultare a perfetto finimento senza riprese tra le facce,
gli spigoli e le nervature.
Nella esecuzione di qualsiasi getto dovranno essere impiegate casseforme metalliche, o in pannelli di legno, o in legno accuratamente livellato e stuccato al fine di ottenere superfici perfettamente lisce. Qualora a disarmo avvenuto si
riscontrassero superfici porose, l'Impresa, ove la Direzione Lavori non rifiuti l'opera perchè difettosa, dovrà a sue
spese riprenderle con malta cementizia dosata con q 4 di cemento e mc 1 di sabbia per mc d'impasto.
Tutte le strutture in c.a. saranno eseguite in base a calcoli di stabilità redatti e firmati da un ingegnere iscritto al l'Albo, accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione, che l'Appaltatore dovrà presentare alla Direzione dei Lavori entro il termine che verrà prescritto, attenendosi agli schemi e disegni facenti parte del progetto ed allegati al
contratto od alle norme che gli verranno impartite a sua richiesta all'atto della consegna dei lavori.
L'esame e la verifica da parte della Direzione dei Lavori dei progetti delle varie strutture in c.a. non esonera in alcun
modo l'Appaltatore dalle responsabilità a lui derivanti per legge e per le precise pattuizioni di ogni genere eseguiti
dalla Direzione dei Lavori nell'esclusivo interesse dell'Amministrazione, l'Appaltatore rimane unico completo responsabile delle opere, sia per quanto ha rapporto con la loro progettazione e calcolo che per la qualità dei materiali
e loro esecuzione; di conseguenza egli dovrà rispondere degli inconvenienti che avessero a verificarsi, di qualunque
natura, importanza e conseguenza essi potranno risultare.
Nel caso in cui venissero presentati disegni esecutivi già dimensionati da parte della Stazione Appaltante, l'appaltatore è tenuto ad effettuare le verifiche di calcolo che si rendessero necessarie presentando gli elaborati di verifica alla
Direzione dei Lavori per l'approvazione. Anche in questo caso l'Appaltatore è e rimane il solo responsabile delle opere, sia per i calcoli di verifica effettuati che per la qualità dei materiali e loro esecuzione.
Dopo l'approvazione dei calcoli da parte della Direzione Lavori gli stessi dovranno essere presentati per il deposito
al Genio Civile. In caso negativo l'impresa sarà tenuta a rieseguire i calcoli a propria cura e spese.
L'Impresa dovrà eseguire a sue cure e spese i calcoli redatti secondo le norme della scienza delle costruzioni e presentare alla Direzione Lavori con congruo anticipo i disegni e la realizzazione di calcolo onde ottenere l'approvazione.
Resta in facoltà della Direzione Lavori di richiedere al l'Impresa più soluzioni comparative prima di decidere quella
più conveniente da adottare. Anche questi oneri rimangono a carico dell'Impresa.
L'Impresa dovrà inoltre eseguire a suo completo onere e spese i prelievi di campioni, le prove, i calcoli, i disegni e i
collaudi delle opere sia in cemento armato che in qualsiasi altro materiale secondo quanto prescritto dalle leggi citate, e da quelle vigenti al momento della esecuzione dei lavori.
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I ferri dovranno essere distribuiti nelle casseforme a regola d'arte e la gettata di calcestruzzo non potrà essere effettuata se non dopo che la Direzione Lavori abbia constatata la posa dell'armatura.
In particolare per le opere in cemento armato le cui superfici potranno essere bagnate dalle acque di fognatura, i ferri
di armatura dovranno essere posati con un ricoprimento di calcestruzzo di almeno 3 cm al fine di evitare possibili
fenomeni corrosivi.
ART. 43 - STRUTTURE IN ACCIAIO
Nella esecuzione delle strutture in acciaio l'Impresa dovrà attenersi strettamente a tutte le norme contenute nel D.M.
14 Febbraio 1992 per la esecuzione delle strutture in acciaio. Tutte le strutture in acciaio facenti parte dei lavori da
eseguire si baseranno su calcoli di stabilità accompagnati da disegni esecutivi e da una relazione, il tutto firmato da
un ingegnere specialista e a cura e spese dell'impresa. I calcoli dovranno essere eseguiti con particolare osservanza
del D.M. 12 febbraio 1982 n. 888, alle norme CNR-UNI 10012-67, al D.M. 14 Febbraio 1992, del D.M. 24 gennaio
1986 relativo alle costruzioni sismiche e del D.M. 11 marzo 1988 riguardante le indagini sui terreni e sulle rocce.
Nel progetto costruttivo dovranno essere completamente definiti tutti i particolari costruttivi elencati nelle norme sopracitate. Nella relazione di calcolo dovranno essere indicate le modalità di montaggio dell'opera, specificando il
funzionamento statico della struttura anche nelle diverse fasi del montaggio, e tutte le indicazioni per l'esecuzione
delle opere di fondazione e per la corretta impostazione delle strutture metalliche sulle medesime.
L'esame e verifica da parte della Direzione Lavori dei progetti delle strutture in acciaio non esonera in alcun modo
l'Impresa dalle responsabilità che le derivano per legge, in quanto essa rimane unica e completa responsabile delle
opere, sia per quanto ha rapporto con la progettazione e calcolo, che per la qualità dei materiali e l'esecuzione delle
opere stesse.
Tutte le strutture metalliche saranno protette mediante zincatura a bagno caldo il cui costo è compensato nei prezzi
di elenco relativi alla carpenteria metallica.
Dopo l'approvazione del progetto costruttivo da parte della D.L., l'impresa dovrà presentare a quest'ultima, in un lucido e copie, i disegni esecutivi di officina sui quali dovranno essere riportate anche le distinte da cui risultino: numero, qualità, dimensioni, grado di finitura e pesi teorici di ciascun elemento costituente la struttura.
Per i collegamenti bullonati verranno utilizzati esclusivamente bulloni di classe 8.8 con viti, dadi e rosette zincati a
caldo.
ART. 44 - INTONACI E RIVESTIMENTI
Gli intonaci vanno eseguiti ove espressamente ordinato dalla Direzione Lavori.
Il rinzaffo delle pareti va eseguito soltanto in stagione opportuna e quando i calcestruzzi e le murature siano asciutte
e deve essere eseguito dopo aver rimosso dai giunti la malta poco aderente, dopo stabiliti i debiti capisaldi e guide in
modo che le superfici, tanto piane che curve, riescano perfettamente unite e lisce.
Deve essere fatto gettando con forza un primo strato di malta e dopo che questo sarà alquanto asciutto, ricoprendolo
con un secondo strato che si deve distendere con cazzuola, stuccando ogni fessura e togliendo infine ogni asprezza,
sicché le pareti riescano, per quanto più è possibile, regolari.
Per l'intonaco si deve distendere un terzo strato sottile di malta fine e ben setacciata senza ondulazione e con gli spigoli vivi e regolari.
Gli intonaci di qualunque specie, siano lisci, a superficie rustica, a bugne, per cornici e simili, non devono mai presentare peli, crepature, irregolarità negli allineamenti e negli spigoli od altri difetti.
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Tutti i rivestimenti, sia su opera in calcestruzzo prefabbricato che gettato in opera o su murature, devono essere eseguiti a perfetta regola d'arte, con assoluta esclusione di pezzi deformati e lesionati o comunque che non fossero considera ti idonei dalla Direzione Lavori a suo insindacabile giudizio.
Le connessioni tra gli elementi del rivestimento devono essere ridottissime in modo che detti elementi siano quasi
combacianti; non sono ammessi risalti rispetto al piano medio di posa superiori a mm 0,5.
Tali norme valgono sia per superfici piane, curve, cilindri che o raccordate ed eseguite in piano, pareti verticali od
altre giaciture.
ART. 45 - SBADACCHIATURE E PARATIE
Le sbadacchiature occorrenti per gli scavi di fondazione devono essere eseguite a regola d'arte ed assicurate in modo
da impedire qualsiasi deformazione dello scavo e lo smottamento delle materie. Esse restano a totale carico dell'Appaltatore essendo compensate col prezzo di elenco della posa di tubazioni.
Le paratie in palancolate metalliche tipo "Larssen" debbono risultare impermeabili senza bisogno di sovrapposizioni
interne di argilla od altro materiale.
ART. 46 - DEMOLIZIONI
Le demolizioni di murature, calcestruzzi, ecc. debbono essere eseguite con ordine e con le necessarie precauzioni in
modo da non danneggiare le murature residue, da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e di evitare incomodi o disturbo.
Nelle demolizioni l'Impresa deve inoltre provvedere alle eventuali necessarie puntellature per sostenere le parti che
debbono restare e disporre tutto quanto occorra per non deteriorare i materiali risultanti, in quanto tali da potersi ancora impiegare utilmente.
Le demolizioni dovranno essere limitate alle parti ed alle dimensioni prescritte o autorizzate dalla Direzione Lavori
ed il materiale di risulta deve essere immediatamente trasportato dall'Impresa fuori dal cantiere nelle località indicate
dalla Direzione Lavori od alle pubbliche discariche.
ART. 47 - ESECUZIONE DELLE CONDOTTE DI SCARICO E FOGNATURA
Le tubazioni in genere saranno poste in opera secondo i disegni di consegna o le particolari disposizioni della Direzione Lavori. Saranno munite di giunti idonei ad assicurare la perfetta tenuta idraulica della condotta e di tutti i pezzi
speciali che la Direzione Lavori riterrà più idonei a seconda della occorrenza.
I tubi in genere ed i pezzi speciali, prima di essere calati nei cavi, dovranno essere puliti accuratamente nell'interno
delle materie che eventualmente vi fossero depositate e saranno battuti a piccoli colpi di martello per accertare che
non vi siano rotture.
I giunti dei tubi saranno realizzati a seconda delle disposizioni della Direzione Lavori e delle loro caratteristiche costruttive con sigillatura in malta di cemento ed anello esterno in calcestruzzo, con anello di gomma e sigillatura esterna con malta di cemento, con soli anelli di gomma.
La posa in opera sarà eseguita seguendo le istruzioni delle case costruttrici e quelle del presente Capitolato.
I tubi in P.V.C. o di materiale plastico in generale dovranno essere posti in opera con letto di posa, rinfianco e ricoprimento per almeno 20 cm di sabbia, oppure di calcestruzzo se stabilito dalla direzione Lavori.
Le tubazioni ed i condotti di calcestruzzo prefabbricato con giunti a malta devono essere posti in opera perfettamente
allineati e le estremità devono essere fatte combaciare perfetta mente previa interposizione di malta cementizia; la
stuccatura del giunto sarà fatta dalla parte esterna ed interna ed in modo che quest'ultima risulti perfettamente liscia
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senza manifestazione di un benché minimo risalto. La Direzione Lavori potrà prescrivere la esecuzione di giunti con
interposizione di materiale plastico: l'onere relativo resta a carico dell'Impresa in quanto già compreso nei prezzi delle condotte.
I cambiamenti di livelletta o di allineamento, allo scopo di realizzare curve sia altimetriche che planimetriche, devono aver luogo esclusivamente in corrispondenza dei pozzetti di ispezione il cui fondo sarà, allo scopo, sagomato e
raccordato secondo le necessità in quanto le tratte di condotto tra due pozzetti contigui devono essere tassativamente
rettilinee.
Si chiuderà in genere l'ultimo tubo messo in opera mediante un tampone di stracci assicurato ad una funicella per
impedire la introduzione di corpi estranei nella condotta.
I tubi di allacciamento in genere dovranno essere o appoggiati su sella continua di calcestruzzo o annegati in magrone di calcestruzzo. Gli innesti delle condotte nei pozzetti o nei collettori di fognatura dovranno essere eseguiti mediante idonei pezzi speciali.
Per tubazioni in gres
I tubi in Gres dovranno essere posti in opera su fondo con sabbia o terra vagliata o in calcestruzzo secondo le ordinazioni; il fondo dei tubi dovrà essere disposto secondo le livellette prescritte. La giunzione sarà eseguita a mano o,
per i diametri maggiori, con l'uso di appositi apparecchi a leva avendo cura di non danneggiare l'elemento di tenuta.
Compiute le giunzioni per ogni tratto di condotto, si verificherà nuovamente la regolare collocazione planimetrica ed
altimetrica di tutti i tubi formanti il tratto stesso, dopo di che si rinfiancheranno le tubazioni con lo stesso calcestruzzo del fondo o con sabbia e ghiaino costipando secondo quanto prescritto dalla D.L.
Il rinterro si farà dapprima con sabbia e terra vagliata disposta a strati ben bagnati fino a 50 cm al di sopra del tubo
salvo diverse prescrizioni di progetto; dopo potranno essere rimpiegate le terre di scavo, disposte a strati regolari costipati e innaffiati.
Qualora si procedesse al rinterro di un tratto di collettore senza previo assenso della D.L. l'Appaltante sarà tenuto a
scoprirlo onde permettere le necessarie verifiche, questo tutto a sue spese.
Durante la prove del condotto dovranno essere posti in opera i pezzi speciali (curve, conici, ecc.), i mezzi tubi e i
giunti di tubo che siano effettivamente richiesti dalle esigenze di posa della tubazione e solo previa autorizzazione
della D.L.
In corrispondenza dell'allacciamento delle utenze dovranno essere posti in opera, nel numero e nell'ubicazione prescritta dalla D.L. appositi giunti semplici o a squadra a cui si collegherà il fognolo dell'allacciamento. Fino quando
non verrà costruito il fognolo di allacciamento la diramazione del giunto dovrà essere mantenuta ostruita con un apposito tappo piano in gres a cui dovrà provvedere l'Impresa a proprio onere.
Prova idraulica delle condotte
L'Impresa, dovrà eseguire a sua cura e spese tutte le prove sui materiali e sui manufatti prefabbricati o costruiti in
opera, che verranno richieste dalla Direzione Lavori.
In particolare si prevede l'esecuzione delle seguenti prove idrauliche: prova di tenuta e prova di scorrimento.
Prova di tenuta
La tenuta delle condotte dovrà essere verificata nelle seguenti due fasi distinte e successive:
• Prova di tenuta delle condotte: da effettuarsi durante l'esecuzione dei lavori per ogni singolo tratto posto
in opera tra due pozzetti di ispezione successivi. La costruzione di tratti di fognatura successivi risulta
vincolata all'esito favorevole della prova di tenuta sul tratto precedente.
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• Prova di tenuta della fognatura: da effettuarsi per tratti di fognatura ultimata e completa di camerette di
ispezione, allacciamenti e di ogni altro accessorio.
Le modalità di esecuzione delle prove menzionate sono le seguenti:
− chiusura ermetica di tutte le bocche di apertura del tronco da collaudare e delle sue diramazioni (la tubazione deve essere tappata appena prima del suo riempimento con acqua per evitare eventuali fenomeni di galleggiamento);
− riempimento con acqua dal punto più basso in modo da espellere l'aria contenuta nella tubazione dal punto più
alto di questa attraverso appositi sfiati opportunamente dimensionati. Tra il riempimento e la prova deve intercorrere un tempo sufficiente per consentire all'aria di uscire e alle pareti della tubazione stessa di saturarsi completamente d'acqua. I tempi preliminari di riempimento sono indicati nella tabella seguente;
− le pressioni di collaudo sono pari a 0.5 bar per la prova di tenuta delle condotte, mentre per la prova di tenuta
della fognatura sono riferite a quelle realizzabili tra l'asse della condotta ed il piano campagna o stradale per tratte con dislivello non superiore a 0,50 m circa;
− le prove di tenuta si potranno considerare positive se durante il tempo di collaudo (15 minuti) i rabbocchi non
superano il valore in litri per mq di superficie interna della tubazione esposti nella tabella seguente. Qualora durante il collaudo si verificassero perdite, queste andranno immediatamente riparate e, se fosse necessario, sostituiti i tubi difettosi.
MATERIALE TUBAZIONI
Calcestruzzo
Materie plastiche
Gres
RABBOCCO IDRICO
l/m2
DI SUPERFICIE INTERNA BAGNATA
0,30
0,02
0,10
TEMPO PRELIMINARE
DI RIEMPIMENTO
(ore)
24
1
1
Il collaudo della condotta a mare avverrà mediante ispezione, da parte della DL, della videocassetta o del filmato registrato durante tutte le operazioni di posa, che dovrà essere effettuato anche al di sotto del pelo
dell’acqua. Il filmato dovrà rappresentare con fedeltà le operazioni di posa, le modalità di scavo e
quant’altro. Ogni onere per l’esecuzione del filmato è a carico dell’Appaltatore.
Prova di scorrimento
A seguito delle prove di tenuta dei condotti in opera si procederà alla prova di scorrimento mediante svuotamento
delle tubazioni per verificare se il deflusso dell'acqua è regolare e controllare se si verificano ristagni attraverso ispezioni televisive di tutti i condotti fognari posti in opera, compresa la fornitura delle relative cassette VHS illustranti
quanto ispezionato e dei relativi grafici riportanti l’andamento della pendenza dei condotti per tratto esaminato.
Tutte le operazioni di collaudo verranno controllate e verbalizzate su apposito stampato ed i relativi documenti saranno sottoposti al collaudatore per l'accettazione. E' fatta salva la facoltà di ripetere le prove descritte su semplice
richiesta della D.L.
Si prescrive comunque l'osservanza di quanto stabilito dal D.M. 12.12.1985 "Norme tecniche relative alle tubazioni"
e successive modificazioni.
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ART. 48 - POZZETTI DI ISPEZIONE PER FOGNATURA
L'ubicazione, il numero e le dimensioni dei pozzetti in genere dovranno essere preventivamente autorizzati dalla Direzione Lavori.
I pozzetti dovranno essere posti in opera su adeguata sotto fondazione in calcestruzzo. La esecuzione dei pozzetti
sarà fatta a regola d'arte, curando in particolare la tenuta dei giunti tra gli elementi prefabbricati. Dovranno essere
forniti tutti i pezzi speciali che la Direzione Lavori riterrà più idonei a seconda dell'occorrenza.
Tutti i pozzetti saranno muniti di chiusini o caditoie in ghisa o in cemento armato in funzione della loro destinazione
ed ubicazione.
Per la posa dei pozzetti e degli allacciamenti valgono le prescrizioni di posa di cui ai relativi prezzi di elenco ed indicazioni riportate nei disegni di progetto. Gli allacciamenti in pvc, se eseguiti su tubo principale in gres, dovranno
essere muniti, oltre che del pezzo speciale di derivazione in gres, di giunto speciale di accoppiamento gres-pvc, il
tutto come dai disegni di progetto.
Premesso che tutti gli allacciamenti devono essere di norma eseguiti mediante inserimento nella condotta principale
di pezzo speciale di derivazione in gres, nel caso di allacciamenti da eseguirsi in via del tutto eccezionale e su espressa autorizzazione della D.L. da tubazioni in gres preesistenti dovrà essere preventivamente eseguita la trivellazione del tubo in gres mediante apposito attrezzo e la posa in opera di una guarnizione in gomma nonchè del pezzo
speciale in gres di derivazione.
ART. 49 - COSTRUZIONE DEI CONDOTTI GETTATI IN OPERA E MANUFATTI
I condotti e i manufatti si costruiranno mantenendo il piano di fondazione costantemente all'asciutto, ove sia espressamente ordinato dalla Direzione Lavori. Allora per lo scolo delle acque del sottosuolo si collocherà sotto il piano di
fondazione un canaletto o un tubo di drenaggio, o più d'uno occorrendo, o una platea di cocci di calcestruzzo così da
ottenere (naturalmente o a mezzo pompa di sollevamento) l'abbassamento della falda acquifera sotto il piano di fondazione.
In seguito si inizierà il getto del fondo e della parte inferiore dei piedritti, si appresteranno le sagome superiori e si
eseguirà la gettata dei rimanenti piedritti, lasciando le incassature per i pezzi speciali di immissione degli scarichi
laterali.
Si fa rilevare che tutti i calcestruzzi devono essere accuratamente vibrati.
Dopo sufficiente stagionatura del calcestruzzo, si toglie ranno le armature dei piedritti, per far posto a quelle delle
volte, ma prima di collocare quest'ultime si provvederà alla posa in opera dei pezzi speciali d'immissione, riempiendo il vano rimasto nella incassatura con malta di cemento.
Compiuta questa operazione si procederà all'armatura della volta, alla sua formazione in getto di calcestruzzo, secondo le prescrizioni seguenti e sopra la volta si stenderà l'eventuale cappa lisciandola alla cazzuola con spolveratura
di cemento puro.
I volti di getto in calcestruzzo devono essere costruiti per zone di grandezza non superiore ai m 2,00 e per tutta la
grossezza del volto.
In tutti i casi il calcestruzzo deve essere versato entro appositi casseri simmetricamente da una parte e dall'altra della
chiave, in modo che le centine siano sempre caricate uniformemente da una parte e dall'altra della chiave medesima.
Per formare i casseri, devono essere fissate normalmente alla superficie d'intradosso a ciascuna zona, due pareti di
legname collegate con le pareti di collegamento della fronte. Il calcestruzzo deve essere versato e vibrato nei casseri
per strati di altezza non superiore a cm 10 senza interruzione di sorta, fino a che il volto stesso sia completamente
ultimato.
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I volti devono essere costruiti sopra solide armature, secondo le regole d'arte ed in guisa che il manto secondi la curva d'intradosso assegnata agli archi dai relativi disegni di progetto, salvo tener conto di quel necessario a compenso
del presumi bile abbassamento del volto durante la sua costruzione.
I volti di grande ampiezza si debbono formare in modo che la pressione sulle centine od armature sia sempre ripartita
pressochè uniformemente e ciò allo scopo di evitare che durante l'esecuzione dei getti si verifichino dissesti o lesioni
per gli inevitabili movimenti delle centine ed armature.
L'Appaltatore rimane sempre responsabile della perfetta esecuzione dell'armatura e dove, per difetto della medesima
derivassero cedimenti o danni alle volte, deve a tutte sue spese, provvedere alla demolizione e successiva ricostruzione.
L'Appaltatore non può procedere al disarmo delle volte senza la preventiva autorizzazione della Direzione Lavori la
quale peraltro non lo esonera dalla sua responsabilità, sia verso l'appaltante che verso terzi.
Quando il calcestruzzo di volta abbia fatto sufficiente presa, si toglieranno le armature per liberare le superfici che
devono risultare perfettamente lisce senza vespai, riprese o bavature.
Su ordine della Direzione Lavori saranno lasciate lungo i condotti apposite sedi per la costruzione di giunti trasversali da eseguirsi con cemento plastico e da sigillarsi successivamente con malta di cemento.
I giunti di dilatazione potranno anche essere eseguiti, su ordinazione della Direzione Lavori, mediante appositi profilati elastici da annegare nel calcestruzzo.
Gli oneri per le casseforme e quelli per la fornitura e posa in opera di uno strato di polistirolo o altro materiale necessari per la interruzione della continuità dei getti restano a carico dell'Impresa essendo compresi nei prezzi dei calcestruzzi. Saranno compensati a parte solo la fornitura e posa in opera dei profilati elastici o di altri materiali simili.
ART. 50 - ATTRAVERSAMENTI DI SEDI STRADALI E DI CORSI D'ACQUA IN GENERE.
Gli attraversamenti sotterranei di sedi stradali, di corsi d'acqua o di aree che richiedessero la necessità della posa di
una tubazione di protezione (controtubo), dovranno essere eseguiti con modalità identiche a quelle previste per i sottopassi delle sedi ferrotranviarie, pur non essendo vincolati, salvo modalità operative particolari, alle distanze minime previste nei suddetti precedenti casi. E’ onere dell’Appaltatore effettuare i calcoli di verifica per il dimensionamento del controtubo, in funzione dei carichi previsti.
Gli attraversamenti in subalveo di corsi d'acqua (fiumi, canali, rogge, scoli, ecc.) senza spingitubo dovranno essere
eseguiti con tubazioni appositamente formate (sifoni) e costruite in base alle misure rilevate sul campo a cura dell'Appaltatore dei lavori. Prima della posa in opera, il rivestimento protettivo del pezzo speciale dovrà essere ispezionato ed eventualmente riparato nelle parti danneggiate, così da garantire la perfetta protezione delle superfici esterne
in acciaio. Il pezzo speciale dovrà essere dotato di un secondo rivestimento in rete sintetica antiroccia a maglie strette, con funzione protettiva contro gli urti di pietre e sassi. La posa dovrà essere effettuata in una trincea precedentemente scavata con macchina escavatrice di adeguato raggio operativo o dotata di benna a lancio (drag-line) e dovrà
avere forma e dimensioni tali da consentire un ricoprimento minimo della tubazione di almeno 1 metro in ogni caso
non inferiore a quanto prescritto dall'Ente competente.
La rilevazione delle dimensioni dello scavo subacqueo dovrà essere eseguita a cura e spese dell'Appaltatore con le
modalità che egli riterrà più opportune.
Il varo del pezzo speciale dovrà essere effettuato in un'unico pezzo, con l'impiego di adeguati mezzi di sollevamento
e di eventuali pontoni d'appoggio. Per favorire l'affondamento, il pezzo speciale potrà essere riempito con acqua potabile, che a lavori ultimati dovrà essere estratta con l'impiego di pompe. Il rinterro dello scavo subacqueo dovrà essere eseguito mediante il ricoprimento, fino a 10 cm circa dall'estradosso del tubo, con ghiaia in natura e dovrà essere completato con ghiaia e pietrame delle pezzature prescritte dagli Enti di tutela dei corsi d'acqua attraversati. Anche il rinterro nelle zone di sponda dovrà seguire le stesse modalità, provvedendo però alla costituzione di una massicciata a salvaripa a completamento del rinterro nella zona interessata dallo scorrere delle acque, e al ripristino del
terreno vegetale di tipo uguale a quello esistente nelle aree golenali.
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Negli attraversamenti di corsi d'acqua soggetti a periodiche opere di bonifica, dopo il ricoprimento con ghiaia in natura, la tubazione dovrà essere protetta mediante la posa di piastre prefabbricate di calcestruzzo armato di idonee
dimensioni. In ogni caso l'Appaltatore è tenuto al puntuale rispetto delle prescrizioni e delle modalità operative tecniche impartite dall'Ente concessionario. Ogni onere conseguente si deve intendere compreso nel prezzo
a corpo o nei prezzi a misura di contratto. Ogni e qualsiasi onere per la definizione dei tempi operativi con gli Uffici di sorveglianza dell'Ente, per l'impianto del cantiere, per l'adozione delle misure provvisionali richieste, per l'eventuale deviazione delle acque e il loro successivo ripristino e quanto altro necessario al completamento delle opere
sarà a totale carico dell'Appaltatore.
Restano a carico della Stazione Appaltante i soli oneri relativi all'ottenimento delle prescritte autorizzazioni e
nullaosta e per la sottoscrizione dei relativi atti con gli Enti concessionari.
ART. 51 - ATTRAVERSAMENTI CON TECNICA MICROTUNNELING
La posa di tubazioni con la tecnica del “microtunneling” dovrà essere eseguita da impresa specializzata.
Per l’esecuzione del microtunneling dovranno essere realizzate le seguenti fasi:
1 - Preparazione
La preparazione del lavoro dovrà avvenire attraverso la realizzazione delle seguenti fasi:
− progettazione della opere di sostegno provvisionale e delle opere in c.a. necessarie ai lavori
− strade e piste di accesso
− rimozione di ostacoli e spostamento di eventuali linee interferenti
− eventuale abbassamento della falda nelle aree dei pozzi
− preparazione aree containers e stoccaggio materiali
− preparazione aree per deposito in sicurezza dello smarino
− installazione del cantiere
2 - ESECUZIONE POZZO DI SPINTA E INSTALLAZIONE APPARECCHIATURE
Fasi operative:
− costruzione pareti dei pozzi mediante infissione palancole e muro in c.a. di controspinta;
− scavo del pozzo ed eventuale irrigidimento e costraasto delle palancole;
− chiusura delle aree di scavo con recinzione da cantiere
− costruzione della soletta di appoggio inferiore
− installazione elementi di guida dell’apparecchiatura di perforazione
− installazione macchina di spinta
− installazione macchina di perforazione
− installazione linee di alimentazione e recupero dello smarino, delle atrezzatura varie di controllo, ecc.
− apertura del foro nella parete frontale
− messa in opera dell’anello di guida e della guarnizone di tenuta
− installazione sistema guida a laser
3 - ESECUZIONE POZZO DI ARRIVO
Nel punto terminale del tunnel si dovrà provvedere allo scavo di un pozzo per il recupero dello scudo e delle apparecchiature di scavo
4 - ESECUZIONE DEL MICROTUNNELING
Lo scavo dovrà avvenire mediante avanzamento di testa fresante composta da fresa + cilindro. durante la fase di scavo dovrà avvenire un continuo afflusso di acqua o miscela acqua bentonite al fine di controbilanciare la spinta idraulica esterna. La scelta della miscela da impiegare sarà fatta dall’Appaltatore in funzione delle caratteristiche dei terreni attraversati, previa accettazione della DL.
L’avanzamento delle tubazioni avverrà mediante impiego di spingitubo oleodinamico collocata all’interno del pozzo
di spinta. Tale apparecchiatura è costituita da martinetti idraulici montati su telaio metallico, da un anelo di spinta
mobile posto avanti ai martinetti e da una parete di spinta fissa posta dietro ai martinetti. Una volta infisso totalmente
il primo elemento, i martinetti arretreranno per permettere l’inserimento di un secondo elemento di condotta e così
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via. il nuovo elemento verrà calato all’interno del pozzo e incastrato o saldato all’estremità dell’elemento precedente,
dopodichè verrà ripresa la spinta.
Per ridurre l’attrito con il terreno potrà essere impiegata una miscela di bentonite come lubrificante esterno. E’ vietata qualsiasi miscela di olii e grassi.
5 - TRASPORTO A GIORNO DELLO SMARINO
Il materiale scavato sarà portato all’esterno mediante flusso attraverso la parete anteriore della fresa. Il materiale
frantumato potrà essere miscelato con acqua al fine di formare una miscela fluida (slurry) che verrà portatat
all’esterno e smaltita attraverso una unità di dissabbiatura o fatta decantare in apposita vasca impermeabilizzata.
6 - STAZIONI DI SPINTA INTERMEDIE
Il numero e la posizione delle stazioni di spinta intermedie dovranno essere proposte preventivamente
dall’Appaltatore e approvate dalla DL. Le stazioni intermedie verranno installate tra due elementi del tunnel e dovranno essere rimosse al termine della spinta, portando gli elementi a stretto contatto.
7 - SIGILLATURA FINALE INTERNA DEI GIUNTI
Alla fine delle operazioni di infissione dovranno essere sigillati tutti i giunti interni mediante malta strutturale tipo
Mapei MAPEGROUT BM secondo le prescrizioni dell’Ente Ferroviario.
8 - CONTROLLI
CONTROLLI DELLE OPERAZIONI DI SCAVO
Il controllo delle operazioni di scavo e di avanzamento del tunnel, dovrà avvenire da una sala comando posizionata
nel cantiere, in prossimità del pozzo di spinta e dovrà permettere all’operatore di conoscere in qualsiasi momento
tutte le informazioni operative e geometriche connesse con l’avanzamento della fresa.
CONTROLLO DELLA DIREZIONE
L’esatta direzione del tunnel dovrà essere mantenuta eseguendo un controllo continuo per mezzo di un computer attraverso un sistema di controllo della posizione. Il controllo direzionale dovrà essere eseguito con raggio laser puntato su una mira fissa. L DL si riserva di richiedere ad intervalli regolari ulteriori controlli della direzione.
TRASPORTO A DISCARICA
Tutto il materiale di scavo dovrà essere portato a discarica autorizzata. Particolare attenzione dovrà essere attuata per
il recupero e l’eliminazione della bentonite. Tutti i fanghi saranno classificati e trattati secono la normativa vigente
nel luogo di esecuzione.
SISTEMAZIONI
A fine lavori si dovrà provvedere a risistemare le aree secondo lo stato originario dei luoghi. In particolare dovranno
essere demolite tutte le opere provvisionali e realizzate le opere definitive previste in progetto. Anche tutti gli impianti di trattamento dello slurry dovranno essere smontati e gli eventuali detriti ancora presenti completamente portati a discarica autorizzata. La DL richiederà tutta la documentazione comprovante il corretto smaltimento a discarica dei materiali e dei residui di lavorazione.
9 - COLLAUDO
IL COLLAUDO IDRAULICO DELL’INTERO TUNNEL REALIZZATO DOVRÀ AVVENIRE SECONDO LE
PRESCRIZIONI EMANATE DAL COMPETENTE UFFICIO FERROVIARIO RFI ALLA PRESSIONE DI
13.00 M DI COLONNA D’ACQUA. EVENTUALI ULTERIORI PRESCRIZIONI EMANATE DAL COMPETENTE UFFICIO RFI DOVRANNO ESSERE RECEPITE ED ATTUATE DALL’APPALTATORE SENZA
ONERI AGGIUNTIVI PER IL COMMITTENTE.
10 - DOCUMENTAZIONE FINALE
L’Appaltatore dovrà produrre, sia in fase di esecuzione, che opportunamente ordinata alla fine dei lavori, i seguenti
documenti:
− grafico forza-lunghezza infissa
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11 -
grafico di collaudo idraulico
videoispezione di tutta la lunghezza e di tutta la circonferenza di tunnel realizzato.
fotografie delle fasi esecutive e delle opere finali realizzate.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
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DM 09/01/1996 “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in c.a. normale e
precompresso e per le strutture metalliche” e s.m.ed i.
CIRCOLARE 252 AA.GG./STC del 15/10/1996 emanata dal Ministero LL.PP. recante “Istruzioni per
l’applicazione delle “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in c.a. normale e precompresso e per le strutture metalliche” e s.m.ed i.
DM 23/02/1971 e s.m.ed i.
Dovranno comunque essere osservate tutte le norme e prescrizioni previste con D.M. 24.11.1984, con D.M. n.
216/4.6 (Servizio Lavori e Costruzioni) e n. 173/508-604 (Servizio Impianti Elettrici) e altre disposizioni vigenti in
materia.
Dovranno altresì essere adottate, negli attraversamenti idraulici, tutte le metodologie necessarie ad evitare sifonamenti, smottamenti e quant'altro potesse compromettere la stabilità e sicurezza delle opere incontrate.
ART. 52 - SOVRASTRUTTURA STRADALE
In linea generale, salvo diversa disposizione della Direzione dei Lavori, la sagoma stradale per tratti in rettifilo sarà
costituita da due falde inclinate in senso opposto aventi pendenza trasversale del 2%, raccordate in asse da un arco di
cerchio avente tangente di m 0,50.
Alle banchine sarà invece assegnata la pendenza trasversale del 2,50%. Per le sedi unidirezionali delle autostrade,
nei tratti in rettifilo, si adotterà di norma la pendenza trasversale del 2%.
Le curve saranno convenientemente rialzate sul lato esterno con pendenza che la Direzione dei Lavori stabilirà in
relazione al raggio della curva e con gli opportuni tronchi di transizione per il raccordo della sagoma in curva con
quella dei rettifili o altre curve precedenti e seguenti.
Il tipo e lo spessore dei vari strati, costituenti la sovrastruttura, saranno quelli stabiliti, per ciascun tratto, dalla Direzione dei Lavori, in base ai risultati delle indagini geotecniche e di laboratorio.
L'Impresa indicherà alla Direzione dei Lavori i materiali, le terre e la loro provenienza, e le granulometrie che intende impiegare strato per strato, in conformità degli articoli che seguono.
La Direzione dei Lavori ordinerà prove su detti materiali, o su altri di sua scelta, presso Laboratori Ufficiali. Per il
controllo delle caratteristiche tali prove verranno, di norma, ripetute sistematicamente, durante l'esecuzione dei lavori, nei laboratori di cantiere.
L'approvazione della Direzione dei Lavori circa i materiali, le attrezzature, i metodi di lavorazione, non solleverà
l'Impresa dalla responsabilità circa la buona riuscita del lavoro.
L'Impresa avrà cura di garantire la costanza nella massa, nel tempo, delle caratteristiche delle miscele, degli impasti
e della sovrastruttura resa in opera.
Salvo che non sia diversamente disposto dagli articoli che seguono, la superficie finita della pavimentazione non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllata a mezzo di un regolo lungo m 4,50 disposto secondo
due direzioni ortogonali; è ammessa una tolleranza in più o in meno del 3%, rispetto agli spessori di progetto, purché
questa differenza si presenti solo saltuariamente.
A) STRATI DI FONDAZIONE
1. FONDAZIONE IN MISTO GRANULARE
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Tale fondazione è costituita da una miscela di materiali granulari (misto granulare) stabilizzati per granulometria con
l'aggiunta o meno di legante naturale, il quale è costituito da terra passante al setaccio 0,4 UNI.
L'aggregato potrà essere costituito da ghiaie, detriti di cava, frantumato, scorie od anche altro materiale; potrà essere:
materiale reperito in sito, entro o fuori cantiere, oppure miscela di materiali aventi provenienze diverse, in proporzioni stabilite attraverso una indagine preliminare di laboratorio e di cantiere.
Lo spessore da assegnare alla fondazione sarà fissato dalla Direzione dei Lavori in relazione alla portata del sottofondo; la stesa avverrà in strati successivi, ciascuno dei quali non dovrà mai avere uno spessore finito superiore a cm
20 e non inferiore a cm 10.
a) Caratteristiche del materiale da impiegare
Il materiale in opera, dopo l'eventuale correzione e miscelazione, risponderà alle caratteristiche seguenti:
1) l'aggregato non deve avere dimensioni superiori a 71 mm, nè forma appiattita, allungata o lenticolare;
2) granulometria compresa nel seguente fuso e avente andamento continuo e uni forme praticamente concorde a
quello delle curve limiti:
Serie crivelli e setacci UNI
totale in peso
Miscela passante %
Crivello 71
Crivello 40
Crivello 25
Crivello 10
Crivello 5
Setaccio 2
Setaccio 0,4
Setaccio 0,075
100
75÷100
60÷87
35÷67
25÷55
15÷40
7÷22
2÷10
3) rapporto tra il passante al setaccio 0,075 ed il passante al setaccio 0,4 inferiore a 2/3;
4) perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 30%;
5) equivalente in sabbia (4) misurato sulla frazione passante al setaccio 4 ASTM compreso tra 25 e 65. Tale controllo dovrà anche essere eseguito per materiale prelevato dopo costipamento. Il limite superiore dell'equivalente
in sabbia (65) potrà essere variato dalla Direzione Lavori in funzione delle provenienze e delle caratteristiche del
materiale. Per tutti i materiali aventi equivalente in sabbia compreso fra 25 e 35, la Direzione Lavori richiederà in
ogni caso (anche se la miscela contiene più del 60% in peso di elementi frantumati) la verifica dell'indice di portanza CBR di cui al successivo comma 6);
6) indice di portanza CBR (5), dopo 4 giorni di imbibizione in acqua (eseguito sul materiale passante al crivello 25)
non minore di 50. E' inoltre richiesto che tale condizione sia verificata per un intervallo di ± 2% rispetto all'umidità ottima di costipamento.
Se le miscele contengono oltre il 60% in peso di elementi frantumati a spigoli vivi, l'accettazione avverrà sulla base
delle sole caratteristiche indicate ai precedenti commi 1), 2), 4), 5), salvo nel caso citato al comma 5) in cui la miscela abbia equivalente in sabbia compreso tra 25 e 35.
(4) N. 4 ASTM. La prova va eseguita con dispositivo meccanico di scuotimento.
(5) ASTM D 1883/61 - T, oppure CNR - UNI 10009 - Prove sui materiali stradali; indice di portanza CBR di una terra.
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b) Studi preliminari
Le caratteristiche suddette dovranno essere accertate dalla Direzione Lavori mediante prove di laboratorio sui campioni che l'Impresa avrà cura di presentare a tempo opportuno.
Contemporaneamente l'Impresa dovrà indicare, per iscritto, le fonti di approvvigionamento, il tipo di lavorazione che
intende adottare, il tipo e la consistenza dell'attrezzatura di cantiere che verrà impiegata. I requisiti di accettazione
verranno inoltre accertati con controlli dalla Direzione Lavori in corso d'opera, prelevando il materiale in sito già
miscelato, prima e dopo effettuato il costipamento.
c) Modalità esecutive
Il piano di posa dello strato dovrà avere le quote, la sagoma ed i requisiti di compattezza prescritti ed essere ripulito
da materiale estraneo.
Il materiale verrà steso in strati di spessore finito non superiore a 20 cm e non inferiore a 10 cm e dovrà presentarsi,
dopo costipato, uniformemente miscelato in modo da non presentare segregazione dei suoi componenti.
L'eventuale aggiunta di acqua, per raggiungere l'umidità prescritta in funzione della densità, è da effettuarsi mediante
dispositivi spruzzatori.
A questo proposito si precisa che tutte le operazioni anzidette non devono essere eseguite quando le condizioni ambientali (pioggia, neve, gelo) siano tali da danneggiare la qualità dello strato stabilizzato. Verificandosi comunque
eccesso di umidità, o danni dovuti al gelo, lo strato compromesso dovrà essere rimosso e ricostruito a cura e spese
dell'Impresa.
Il materiale pronto per il costipamento dovrà presentare in ogni punto la prescritta granulometria.
Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli vibranti o vibranti gommati, tutti semoventi. L'idoneità dei
rulli e le modalità di costipamento verranno, per ogni cantiere, determinate dalla Direzione Lavori con una prova
sperimentale, usando le miscele messe a punto per quel cantiere (prove di costipamento).
Il costipamento di ogni strato dovrà essere eseguito sino ad ottenere una densità in sito non inferiore al 95% della
densità massima fornita dalla prova AASHO modificata (6)
Il valore del modulo di compressibilità ME, non dovrà essere inferiore ad 80 N/mm².
La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllato a mezzo di un regolo di m
4,50 di lunghezza e disposto secondo due direzioni ortogonali.
(6) AASHO T 180-57 metodo D con esclusione della sostituzione degli elementi trattenuti al setaccio 3/4”.Se la misura in sito
riguarda materiale contenente fino al 25% in peso di elementi di dimensioni maggiori di 25 mm, la densità ottenuta verrà
corretta in base alla formula:
dr =
d i Pc (100 - x)
100 Pc - xd i
dove:
dr
= densità della miscela ridotta degli elementi di dimensione superiore a 25 mm; da paragonare a quella
AASHO modificata determinata in laboratorio;
di
= densità della miscela intera;
Pc = peso specifico degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm;
x
= percentuale in peso degli elementi di dimensione maggiore di 25 mm.
La suddetta formula di trasformazione potrà essere applicata anche nel caso di miscele contenenti una percentuale in peso di
elementi di dimensione superiore a 35 mm, compresa tra il 25 e il 40%.
In tal caso nella stessa formula, al termine x, dovrà essere sempre dato il valore 25 (indipendentemente dalla effettiva percentuale in peso di trattenuto al crivello da 25 mm).
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Lo spessore dovrà essere quello prescritto, con una tolleranza in più o in meno del 5%, purché questa differenza si
presenti solo saltuariamente.
Sullo strato di fondazione, compattato in conformità delle prescrizioni avanti indicate, è buona norma procedere subito alla esecuzione delle pavimentazioni, senza far trascorrere, tra le due fasi di lavori un intervallo di tempo troppo
lungo, che potrebbe recare pregiudizio ai valori di portanza conseguiti dallo strato di fondazione a costipamento ultimato. Ciò allo scopo di eliminare i fenomeni di allentamento, di asportazione e di disgregazione del materiale fine,
interessanti la parte superficiale degli strati di fondazione che non siano adeguatamente protetti dal traffico di cantiere o dagli agenti atmosferici; nel caso in cui non sia possibile procedere immediatamente dopo la stesa dello strato di
fondazione alla realizzazione delle pavimentazioni, sarà opportuno procedere alla stesa di una mano di emulsione
saturata con graniglia a protezione della superficie superiore dello strato di fondazione oppure eseguire analoghi trattamenti protettivi.
2. FONDAZIONE IN MISTO CEMENTATO
a) Descrizione
Gli strati in misto cementato per fondazione o per base sono costituiti da un misto granulare di ghiaia (o pietrisco) e
sabbia impastato con cemento e acqua in impianto centralizzato a produzione continua con dosatori a peso o a volume. Gli strati in oggetto avranno lo spessore che sarà prescritto dalla Direzione dei Lavori.
Comunque si dovranno stendere strati il cui spessore finito non risulti superiore a 20 cm o inferiore a 10 cm.
b) Caratteristiche dei materiali da impiegarsi
Inerti - Saranno impiegate ghiaie e sabbie di cava o di fiume con percentuale di frantumato complessivo compresa
tra il 30% ed il 60% in peso sul totale degli inerti (la D.L. potrà permettere l'impiego di quantità di materiale frantumato superiore al limite stabilito, in questo caso la miscela dovrà essere tale da presentare le stesse resistenze a compressione ed a trazione a 7 giorni; questo risultato potrà ottenersi aumentando la percentuale delle sabbie presenti
nella miscela e/o la quantità di passante al setaccio 0,075 mm) aventi i seguenti requisiti:
1) l'aggregato deve avere dimensioni non superiori a 40 mm, nè forma appiattita, allungata o lenticolare;
2) granulometria, a titolo orientativo, compresa nel seguente fuso e avente andamento continuo ed uniforme praticamente concorde a quello delle curve limiti:
Serie crivelli e setacci UNI
totale in peso
Miscela passante: %
Crivello 40
Crivello 30
Crivello 25
Crivello 15
Crivello 10
Crivello 5
Setaccio 2
Setaccio 0,4
Setaccio 0,18
Setaccio 0,075
100
80÷100
72÷90
53÷70
40÷55
28÷40
18÷30
8÷18
6÷14
5÷10
3) perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme ASTM C 131 - AASHO T 96, inferiore o uguale al 30%;
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4) equivalente in sabbia compreso tra 30 e 60;
5) indice di plasticità non determinabile (materiale non plastico).
L'Impresa, dopo avere eseguito prove in laboratorio, dovrà proporre alla Direzione dei Lavori la composizione da
adottare e successivamente l'osservanza della granulometria dovrà essere assicurata con esami giornalieri.
Verrà ammessa una tolleranza di ± 5% fino al passante al crivello 5 e di ± 2% per il passante al setaccio 2 e inferiori.
Legante - Verrà impiegato cemento di tipo normale (Portland, pozzolanico, d'alto forno).
A titolo indicativo la percentuale di cemento in peso sarà compresa tra il 2,5% e il 3,5% sul peso degli inerti asciutti.
Acqua - Dovrà essere esente da impurità dannose, olii, acidi, alcali, materia organica e qualsiasi altra sostanza nociva. La quantità di acqua nella miscela sarà quella corrispondente all'umidità ottima di costipamento con una variazione compresa entro ± 2% del peso della miscela per consentire il raggiungimento delle resistenze appresso indicate.
c) Miscela - Prove di laboratorio e in sito
La percentuale esatta di cemento, come pure la percentuale di acqua, saranno stabilite in relazione alle prove di resistenza appresso indicate.
Resistenza - Verrà eseguita la prova di resistenza a compressione ed a trazione sui provini cilindrici confezionati
entro stampi C.B.R. (CNR - UNI 10009) impiegati senza disco spaziatore (altezza 17,78 cm, diametro 15,24 cm, volume 3242 cm3); per il confezionamento dei provini gli stampi verranno muniti di collare di prolunga allo scopo di
consentire il regolare costipamento dell'ultimo strato con la consueta eccedenza di circa 1 cm rispetto all'altezza dello stampo vero e proprio. Tale eccedenza dovrà essere eliminata, previa rimozione del collare suddetto e rasatura
dello stampo, affinché l'altezza del provino risulti definitivamente di cm 17,78.
La miscela di studio verrà preparata partendo da tutte le classi previste per gli inerti, mescolandole tra loro, con il
cemento e l'acqua nei quantitativi necessari ad ogni singolo provino. Comunque prima di immettere la miscela negli
stampi si opererà una vagliatura sul crivello UNI 25 mm (o setaccio ASTM 3/4") allontanando gli elementi trattenuti
(di dimensione superiore a quella citata) con la sola pasta di cemento ad essi aderente.
La miscela verrà costipata su 5 strati con il pestello e l'altezza di caduta di cui alla norma AASHO T 180 e a 85 colpi
per strato, in modo da ottenere una energia di costipamento pari a quella della prova citata ( diametro pestello mm
50,8 peso pestello kg 4,54, altezza di caduta cm 45,7).
I provini dovranno essere estratti dallo stampo dopo 24 ore e portati successivamente a stagionatura per altri 6 giorni
in ambiente umido (umidità relativa non inferiore al 90% e temperatura di circa 20° C); in caso di confezione in cantiere la stagionatura si farà in sabbia mantenuta umida.
Operando ripetutamente nel modo suddetto, con impiego di percentuali in peso d'acqua diverse (sempre riferite alla
miscela intera, compreso quanto eliminato per vagliatura sul crivello da 25 mm) potranno essere determinati i valori
necessari al tracciamento dei diagrammi di studio.
Lo stesso dicasi per le variazioni della percentuale di legante.
I provini confezionati come sopra detto dovranno avere resistenze a compressione a 7 giorni non minori di 2,5
N/mm² e non superiori a 4,5 N/mm² ed a trazione secondo la prova "brasiliana" (7) non inferiore a 0,25 N/mm².
(7)
Prova a trazione mediante la compressione di provini cilindrici posti orizzontalmente alla pressa. La resistenza a trazione viene calcolata secondo:
σ2 =
2P
πdh
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(Questi valori per la compressione e la trazione devono essere ottenuti dalla media di 3 provini, se ciascuno dei singoli valori non si scosta dalla media stessa di ± 15%, altrimenti dalla media dei due restanti dopo aver scartato il valore anomalo). Da questi dati di laboratorio dovranno essere scelte la curva, la densità e le resistenze di progetto da
usare come riferimento nelle prove di controllo.
d) Preparazione
La miscela verrà confezionata in appositi impianti centralizzati con dosatori a peso o a volume. La dosatura dovrà
essere effettuata sulla base di un minimo di tre assortimenti, il controllo della stessa dovrà essere eseguito almeno
ogni 1500 m3 di miscela.
d) Posa in opera
La miscela verrà stesa sul piano finito dello strato precedente dopo che sia stata accertata dalla Direzione dei Lavori
la rispondenza di quest'ultimo ai requisiti di quota, sagoma e compattezza prescritti.
La stesa verrà eseguita impiegando finitrici vibranti. Per il costipamento e la rifinitura verranno impiegati rulli lisci
vibranti o rulli gommati (oppure rulli misti vibranti e gommati) tutti semoventi. L'idoneità dei rulli e le modalità di
costipamento verranno, per ogni cantiere, determinate dalla D.L. su una stesa sperimentale, usando le miscele messe
a punto per quel cantiere (Prova di costipamento).
La stesa della miscela non dovrà di norma essere eseguita con temperature ambienti inferiori a 0°C e superiori a
25°C nè sotto pioggia. Potrà tuttavia essere consentita la stesa a temperature comprese tra i 25° C e i 30° C. In questo caso, però, sarà necessario proteggere da evaporazione la miscela durante il trasporto dall'impianto di miscelazione al luogo di impiego (ad esempio con teloni); sarà inoltre necessario provvedere ad abbondante bagnatura del
piano di posa del misto cementato. Infine le operazioni di costipamento e di stesa dello strato di protezione con emulsione bituminosa dovranno essere eseguite immediatamente dopo la stesa della miscela.
Le condizioni ideali di lavoro si hanno con temperature di 15°C ÷ 18° C ed umidità relative del 50% circa; temperature superiori saranno ancora accettabili con umidità relative anch'esse crescenti; comunque è opportuno, anche per
temperature inferiori alla media, che l'umidità relativa all'ambiente non scenda al di sotto del 15%, in quanto ciò potrebbe provocare ugualmente una eccessiva evaporazione del getto.
Il tempo intercorrente tra la stesa di due strisce affiancate non dovrà superare di norma 1÷2 ore per garantire la continuità della struttura.
Particolari accorgimenti dovranno adottarsi nella formazione dei giunti longitudinali di ripresa, che andranno protetti
con fogli di polistirolo espanso (o materiale similare) conservati umidi.
Il giunto di ripresa sarà ottenuto terminando la stesa dello strato a ridosso di una tavola, e togliendo la tavola stessa
al momento della ripresa del getto; se non si fa uso della tavola, sarà necessario, prima della ripresa del getto, provvedere a tagliare l'ultima parte del getto precedente, in modo che si ottenga una parete verticale per tutto lo spessore
dello strato. Non saranno eseguiti altri giunti all'infuori di quelli di ripresa. Il transito di cantiere sarà ammesso sullo
strato a partire dal terzo giorno dopo quello in cui è stata effettuata la stesa e limitatamente ai mezzi gommati.
Strati eventualmente compromessi dalle condizioni meteorologiche, o da altre cause, dovranno essere rimossi e sostituiti a totale cura e spese dell'Impresa.
con:
σ2
P
d
h
= resistenza trazione in kg/cm2
= carico di rottura in kg;
= diametro del provino cilindrico in cm;
= altezza del provino cilindrico in cm.
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f) Protezione superficiale
Subito dopo il completamento delle opere di costipamento e di rifinitura, dovrà essere eseguito lo stendimento di un
velo protettivo di emulsione bituminosa al 55% in ragione di 1÷2 kg/m², in relazione al tempo ed alla intensità del
traffico di cantiere cui potrà venire sottoposto ed il successivo spargimento di sabbia.
g) Norme di controllo delle lavorazioni e di accettazione
La densità in sito dovrà essere maggiore o uguale al 97% della densità di progetto. Il controllo di detta densità dovrà
essere eseguito con cadenza giornaliera (almeno una prova per giornata lavorativa) prelevando il materiale durante la
stesa ovvero prima dell'indurimento; la densità in sito si effettuerà mediante i normali procedimenti a volumometro,
con l'accorgimento di eliminare dal calcolo, sia del peso che del volume, gli elementi di dimensione superiore a 25
mm.
Ciò potrà essere ottenuto attraverso l'applicazione della formula di trasformazione di cui alla nota relativa alla prova
AASHO modificata, oppure attraverso una misura diretta consistente nella separazione mediante vagliatura degli elementi di pezzatura maggiore di 25 mm e nella loro sistemazione nel cavo di prelievo prima di effettuare la misura
col volumometro. La sistemazione di questi elementi nel cavo dovrà essere effettuata con cura, elemento per elemento, per evitare la formazione di cavità durante la misurazione del volume del cavo stesso. Il controllo della densità
potrà anche essere effettuato sullo strato finito (almeno con 15÷20 giorni di stagionatura), su provini estratti da quest'ultimo tramite carotatrice; la densità secca ricavata come rapporto tra il peso della carota essiccata in stufa a
105÷110°C fino al peso costante ed il suo volume ricavato per mezzo di pesata idrostatica previa paraffinatura del
provino, in questo caso la densità dovrà risultare non inferiore al 100% della densità di progetto.
Nel corso delle prove di densità verrà anche determinata l'umidità della miscela, che, per i prelievi effettuati alla stesa, non dovrà eccedere le tolleranze indicate al punto b) del presente articolo.
La resistenza a compressione ed a trazione verrà controllata su provini confezionati e stagionati in maniera del tutto
simile a quelli di studio preparati in laboratorio, prelevando la miscela durante la stesa e prima del costipamento definitivo, nella quantità necessaria per il confezionamento dei sei provini (tre per le rotture a compressione e tre per
quelle a trazione) previa la vagliatura al crivello da 25 mm. Questo prelievo dovrà essere effettuato almeno ogni
3
1500 m di materiale costipato.
La resistenza a 7 giorni di ciascun provino, preparato con la miscela stesa, non dovrà discostarsi da quella di riferimento preventivamente determinato in laboratorio di oltre ± 20%; comunque non dovrà mai essere inferiore a 2,5
N/mm² per la compressione e 0,25 N/mm² per la trazione.
La superficie finita non dovrà scostarsi dalla sagoma di progetto di oltre 1 cm, controllato a mezzo di un regolo di m
4,50 di lunghezza, disposto secondo due direzioni ortogonali, e tale scostamento non potrà essere che saltuario. Qualora si riscontri un maggior scostamento dalla sagoma di progetto, non è consentito il ricarico superficiale e l'Impresa
dovrà rimuovere a sua totale cura e spese lo strato per il suo intero spessore.
B) STRATO DI BASE
a) Descrizione
Lo strato di base è costituito da un misto granulare di frantumato, ghiaia, sabbia ed eventuale additivo (secondo le
definizioni riportate nell'art. 1 delle Norme CNR sui materiali stradali - fascicolo IV/1953), normalmente dello spessore di 15 cm, impastato con bitume a caldo, previo preriscaldamento degli aggregati, steso in opera mediante macchina vibrofinitrice e costipato con rulli gommati, vibranti gommati e metallici.
Lo spessore della base è prescritto nei tipi di progetto, salvo diverse indicazioni della Direzione dei Lavori.
b) Materiali inerti
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I requisiti di accettazione degli inerti impiegati nei conglomerati bituminosi per lo strato di base dovranno essere
conformi alle prescrizioni contenute nel fascicolo IV delle norme CNR - 1953.
Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute nel fascicolo IV delle norme CNR - 1953,
con l'avvertenza che la prova per la determinazione della perdita in peso sarà fatta col metodo Los Angeles secondo
le norme del B.U. CNR n. 34 (28.3.1973) anziché col metodo DEVAL.
L'aggregato grosso sarà costituito da frantumati (nella misura che di volta in volta sarà stabilita a giudizio della Direzione Lavori e che comunque non potrà essere inferiore al 30% della miscela degli inerti) e da ghiaie che dovranno
rispondere al seguente requisito:
− perdita di peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature inferiore al 25%.
In ogni caso gli elementi dell'aggregato dovranno essere costituiti da elementi sani, duri, durevoli, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei, inoltre non dovranno mai avere forma appiattita, allungata o
lenticolare.
L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali e di frantumazione (la percentuale di queste ultime
sarà prescritta di volta in volta dalla Direzione Lavori in relazione ai valori di scorrimento delle prove Marshall, ma
comunque non dovrà essere inferiore al 30% della miscela delle sabbie) che dovranno rispondere al seguente requisito:
− equivalente in sabbia determinato secondo la norma B.U. CNR n. 27 (30.03.1972) superiore a 50.
Gli eventuali additivi, provenienti dalla macinazione di rocce preferibilmente calcaree o costituiti da cemento, calce
idrata, calce idraulica, polveri d'asfalto, dovranno soddisfare ai seguenti requisiti:
- setaccio UNI 0,18 (ASTM n. 80): % passante in peso: 100;
- setaccio UNI 0,075 (ASTM n. 200): % passante in peso: 90.
La granulometria dovrà essere eseguita per via umida.
c) Legante
Il bitume dovrà essere del tipo di penetrazione 60÷70.
Esso dovrà avere i requisiti prescritti dalle "Norme per l'accettazione dei bitumi" del CNR - fasc. II/1951, per il bitume 60÷80, salvo il valore di penetrazione a 25°, che dovrà essere compreso fra 60 e 70, ed il punto di rammollimento, che dovrà essere compreso fra 47°C e 56°C. Per la valutazione delle caratteristiche di: penetrazione, punto di
rammollimento P.A., punto di rottura Fraas, duttilità e volatilità, si useranno rispettivamente le seguenti normative:
B.U. CNR n. 24 (29.12.1971); B.U. CNR n. 35 (22.11.1973); B.U. CNR n. 43 (6.6.1974); B.U. CNR n. 44
(29.10.1974); B.U. CNR n. 50 (17.3.1976).
Il bitume dovrà avere inoltre un indice di penetrazione, calcolato con la formula appresso riportata, compreso fra 1,0 e +1,0:
indice di penetrazione = I p =
20 u - 500 v
u + 50 v
dove:
u = temperatura di rammollimento alla prova "palla-anello" in °C (a 25° C);
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v = log. 800 - log. penetrazione bitume in dmm (a 25°C).
d) Miscela
La miscela degli aggregati da adottarsi dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Serie crivelli e setacci UNI Passante: % totale in peso
Crivello 40
Crivello 30
Crivello 25
Crivello 15
Crivello 10
Crivello 5
Setaccio 2
Setaccio 0,4
Setaccio 0,18
Setaccio 0,075
100
80÷100
70÷95
45÷70
35÷60
25÷50
20÷40
6÷20
4÷14
4÷8
Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 3,5% e il 4,5% riferito al peso totale degli aggregati.
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
− il valore della stabilità Marshall - Prova B.U. CNR n. 30 (15.3.1973) eseguita a 60° C su provini costipati con 75
colpi di maglio per faccia, dovrà risultare non inferiore a 700 kg; inoltre il valore della rigidezza Marshall, cioè il
rapporto tra la stabilità misurata in kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere superiore a 250;
− gli stessi provini per i quali viene determinata la stabilità Marshall dovranno presentare una percentuale di vuoti
residui compresi fra 4% e 7%.
I provini per le misure di stabilità e rigidezza anzidette dovranno essere confezionati presso l'impianto di produzione
e/o presso la stesa.
La temperatura di compattazione dovrà essere uguale o superiore a quella di stesa; non dovrà però superare quest'ultima di oltre 10° C.
e) Controllo dei requisiti di accettazione
Su richiesta della D.L. l'Impresa ha l'obbligo di fare eseguire a proprie spese, prove sperimentali sui campioni di aggregato e di legante, per la relativa accettazione.
L'Impresa è poi tenuta a presentare con congruo anticipo rispetto all'inizio delle lavorazioni e per ogni cantiere di
confezione, la composizione delle miscele che intende adottare; ogni composizione proposta dovrà essere corredata
da una completa documentazione degli studi effettuati in laboratorio, attraverso i quali l'Impresa ha ricavato la ricetta
ottimale.
La Direzione Lavori si riserva di approvare i risultati prodotti o di fare eseguire nuove ricerche. L'approvazione non
ridurrà comunque la responsabilità dell'Impresa, relativa al raggiungimento dei requisiti finali dei conglomerati in
opera.
Una volta accettata dalla D.L. la composizione proposta, l'Impresa dovrà ad essa attenersi rigorosamente comprovandone l'osservanza con esami giornalieri. Non sarà ammessa una variazione del contenuto di aggregato grosso superiore a ± 5% e di sabbia superiore a ± 3% sulla percentuale corrispondente alla curva granulometrica prescelta, e
di ± 1,5% sulla percentuale di additivo.
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Per la quantità di bitume non sarà tollerato uno scostamento dalla percentuale stabilita di ± 0,3%.
Tali valori dovranno essere soddisfatti dall'esame delle miscele prelevate all'impianto come pure dall'esame delle carote prelevate in sito.
Dovranno essere effettuate, quando necessarie, ed almeno con frequenza giornaliera:
− la verifica granulometrica dei singoli aggregati approvvigionati in cantiere e quella degli aggregati stessi all'uscita
dei vagli di riclassificazione;
− la verifica della composizione del conglomerato (granulometria degli inerti, percentuale del bitume, percentuale
di additivo) prelevando il conglomerato all'uscita del mescolatore o a quella della tramoggia di stoccaggio;
− la verifica delle caratteristiche Marshall del conglomerato e precisamente: peso di volume (B.U. CNR n. 40 del
30.03.1973), media di due prove; percentuale di vuoti (B.U. CNR n. 39 del 23.03.1973), media di due prove;
stabilità e rigidezza Marshall.
Inoltre con la frequenza necessaria saranno effettuati periodici controlli delle bilance, delle tarature dei termometri
dell'impianto, la verifica delle caratteristiche del bitume, la verifica dell'umidità residua degli aggregati minerali all'uscita dall'essiccatore ed ogni altro controllo ritenuto opportuno.
In cantiere dovrà essere tenuto apposito registro numerato e vidimato dalla Direzione Lavori sul quale l'Impresa dovrà giornalmente registrare tutte le prove ed i controlli effettuati.
In corso d'opera ed in ogni fase delle lavorazioni la Direzione Lavori effettuerà, a sua discrezione, tutte le verifiche,
prove e controlli, atti ad accertare la rispondenza qualitativa e quantitativa dei lavori alle prescrizioni contrattuali.
f) Formazione e confezione delle miscele
Il conglomerato sarà confezionato mediante impianti fissi autorizzati, di idonee caratteristiche, mantenuti sempre
perfettamente funzionanti in ogni loro parte.
La produzione di ciascun impianto non dovrà essere spinta oltre la sua potenzialità per garantire il perfetto essiccamento, l'uniforme riscaldamento della miscela ed una perfetta vagliatura che assicuri una idonea riclassificazione
delle singole classi degli aggregati; resta pertanto escluso l'uso dell'impianto a scarico diretto.
L'impianto dovrà comunque garantire uniformità di produzione ed essere in grado di realizzare miscele del tutto rispondenti a quelle di progetto.
Il dosaggio dei componenti della miscela dovrà essere eseguito a peso mediante idonea apparecchiatura la cui efficienza dovrà essere costantemente controllata.
Ogni impianto dovrà assicurare il riscaldamento del bitume alla temperatura richiesta ed a viscosità uniforme fino al
momento della miscelazione nonché il perfetto dosaggio sia del bitume che dell'additivo.
La zona destinata all'ammannimento degli inerti sarà preventivamente e convenientemente sistemata per annullare la
presenza di sostanze argillose e ristagni di acqua che possono compromettere la pulizia degli aggregati. Inoltre i cumuli delle diverse classi dovranno essere nettamente separati tra di loro e l'operazione di rifornimento nei predosatori
eseguita con la massima cura.
Si farà uso di almeno 4 classi di aggregati con predosatori in numero corrispondente alle classi impiegate.
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Il tempo di mescolazione effettivo sarà stabilito in funzione delle caratteristiche dell'impianto e dell'effettiva temperatura raggiunta dai componenti la miscela, in misura tale da permettere un completo ed uniforme rivestimento degli
inerti con il legante; comunque esso non dovrà mai scendere al di sotto dei 20 secondi.
La temperatura degli aggregati all'atto della mescolazione dovrà essere compresa tra 150° C e 170° C, e quella del
legante tra 150° C e 180° C, salvo diverse disposizioni della Direzione Lavori in rapporto al tipo di bitume impiegato.
Per la verifica delle suddette temperature, gli essiccatori, le caldaie e le tramogge degli impianti dovranno essere
muniti di termometri fissi perfettamente funzionanti e periodicamente tarati.
L'umidità degli aggregati all'uscita dell'essiccatore non dovrà di norma superare lo 0,5%.
g) Posa in opera delle miscele
La miscela bituminosa verrà stesa sul piano finito della fondazione dopo che sia stata accertata dalla Direzione Lavori la rispondenza di quest'ultima ai requisiti di quota, sagoma, densità e portanza indicati nei precedenti articoli relativi alle fondazioni stradali in misto granulare ed in misto cementato.
Prima della stesa del conglomerato su strati di fondazione in misto cementato, per garantire l'ancoraggio, si dovrà
provvedere alla rimozione della sabbia eventualmente non trattenuta dall'emulsione bituminosa stesa precedentemente a protezione del misto cementato stesso.
Procedendo alla stesa in doppio strato, i due strati dovranno essere sovrapposti nel più breve tempo possibile; tra di
essi dovrà essere interposta una mano di attacco di emulsione bituminosa in ragione di 0,5 kg/m².
La posa in opera dei conglomerati bituminosi verrà effettuata a mezzo di macchine vibrofinitrici dei tipi approvati
dalla Direzione Lavori, in perfetto stato di efficienza e dotate di automatismo di autolivellamento.
Le vibrofinitrici dovranno comunque lasciare uno strato finito perfettamente sagomato, privo di sgranamenti, fessurazioni ed esente da difetti dovuti a segregazioni degli elementi litoidi più grossi.
Nella stesa si dovrà porre la massima cura alla formazione dei giunti longitudinali preferibilmente ottenuti mediante
tempestivo affiancamento di una strisciata alla precedente con l'impiego di 2 o più finitrici.
Qualora ciò non sia possibile, il bordo della striscia già realizzata dovrà essere spalmato con emulsione bituminosa
per assicurare la saldatura della striscia successiva.
Se il bordo risulterà danneggiato o arrotondato si dovrà procedere al taglio verticale con idonea attrezzatura.
I giunti trasversali, derivanti dalle interruzioni giornaliere, dovranno essere realizzati sempre previo taglio ed asportazione della parte terminale di azzeramento.
La sovrapposizione dei giunti longitudinali tra i vari strati sarà programmata e realizzata in maniera che essi risultino
fra di loro sfalsati di almeno cm 20 e non cadano mai in corrispondenza delle 2 fasce della corsia di marcia normalmente interessata dalle ruote dei veicoli pesanti.
Il trasporto del conglomerato dall'impianto di confezione al cantiere di stesa, dovrà avvenire mediante mezzi di trasporto di adeguata portata, efficienti e veloci e comunque sempre dotati di telone di copertura per evitare i raffreddamenti superficiali eccessivi e formazione di crostoni.
La temperatura del conglomerato bituminoso all'atto della stesa, controllata immediatamente dietro la finitrice, dovrà
risultare in ogni momento non inferiore a 130° C.
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La stesa dei conglomerati dovrà essere sospesa quando le condizioni meteorologiche generali possono pregiudicare
la perfetta riuscita del lavoro; gli strati eventualmente compromessi (con densità inferiori a quelle richieste) dovranno essere immediatamente rimossi e successivamente ricostruiti a cura e spese dell'Impresa.
La compattazione dei conglomerati dovrà iniziare appena stesi dalla vibrofinitrice e condotta a termine senza soluzione di continuità.
La compattazione sarà realizzata a mezzo di rulli gommati o vibrati gommati con l'ausilio di rulli a ruote metalliche,
tutti in numero adeguato ed aventi idoneo peso e caratteristiche tecnologiche avanzate in modo da assicurare il raggiungimento delle massime densità ottenibili.
Al termine della compattazione, lo strato di base dovrà avere una densità uniforme in tutto lo spessore non inferiore
al 97% di quella Marshall dello stesso giorno, rilevata all'impianto o alla stesa. Tale valutazione sarà eseguita sulla
produzione giornaliera secondo la norma B.U. CNR n. 40 (30 marzo 1973), su carote di 15 cm di diametro; il valore
risulterà dalla media di due prove.
Si avrà cura inoltre che la compattazione sia condotta con la metodologia più adeguata per ottenere uniforme addensamento in ogni punto ed evitare fessurazioni e scorrimenti nello strato appena steso.
La superficie degli strati dovrà presentarsi priva di irregolarità ed ondulazioni. Un'asta rettilinea lunga m 4, posta in
qualunque direzione sulla superficie finita di ciascuno strato dovrà aderirvi uniformemente.
Saranno tollerati scostamenti contenuti nel limite di 10 mm.
Il tutto nel rispetto degli spessori e delle sagome di progetto.
C) STRATI DI COLLEGAMENTO (BINDER) E DI USURA
a) Descrizione
La parte superiore della sovrastruttura stradale sarà, in generale, costituita da un doppio strato di conglomerato bituminoso steso a caldo, e precisamente: da uno strato inferiore di collegamento (binder) e da uno strato superiore di
usura, secondo quanto stabilito dalla Direzione Lavori.
Il conglomerato per ambedue gli strati sarà costituito da una miscela di pietrischetti, graniglie, sabbie ed additivi (secondo le definizioni riportate nell'Art. 1 delle "Norme per l'accettazione dei pietrischi, dei pietrischetti, delle graniglie, della sabbia, degli additivi per costruzioni stradali" del CNR, fascicolo IV/1953), mescolati con bitume a caldo,
e verrà steso in opera mediante macchina vibrofinitrice e compattato con rulli gommati e lisci.
b) Materiali inerti
Il prelievo dei campioni di materiali inerti, per il controllo dei requisiti di accettazione appresso indicati, verrà effettuato secondo le norme CNR, Capitolo II del fascicolo IV/1953.
Per il prelevamento dei campioni destinati alle prove di controllo dei requisiti di accettazione, così come per le modalità di esecuzione delle prove stesse, valgono le prescrizioni contenute nel fascicolo IV delle Norme CNR 1953,
con l'avvertenza che la prova per la determinazione della perdita in peso sarà fatta col metodo Los Angeles secondo
le Norme B.U. CNR n. 34 (28 marzo 1973) anziché col metodo DEVAL.
L'aggregato grosso (pietrischetti e graniglie) dovrà essere ottenuto per frantumazione ed essere costituito da elementi
sani, duri, durevoli, approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere o
da materiali estranei.
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L'aggregato grosso sarà costituito da pietrischetti e graniglie che potranno anche essere di provenienza o natura petrografica diversa, purché alle prove appresso elencate, eseguite su campioni rispondenti alla miscela che si intende
formare, risponda ai seguenti requisiti.
Per strati di collegamento:
− perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme ASTM C 131 - AASHO T 96, inferiore al 25%;
− indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo CNR, fascicolo IV/1953, inferiore a 0,80;
− coefficiente di imbibizione, secondo CNR, fascicolo IV/1953, inferiore a 0,015;
− materiale non idrofilo, secondo CNR, fascicolo IV/1953.
Nel caso che si preveda di assoggettare al traffico lo strato di collegamento in periodi umidi od invernali, la perdita
in peso per scuotimento sarà limitata allo 0,5%.
Per strati di usura:
− perdita in peso alla prova Los Angeles eseguita sulle singole pezzature secondo le norme ASTM C 131 - AASHO T 96, inferiore od uguale al 20%;
− almeno un 30% in peso del materiale della intera miscela deve provenire da frantumazione di rocce che presentino un coefficiente di frantumazione minore di 100 e resistenza a compressione, secondo tutte le giaciture, non inferiore a 140 N/mm², nonché resistenza alla usura minima 0,6;
− indice dei vuoti delle singole pezzature, secondo CNR, fascicolo IV/1953, inferiore a 0,85;
− coefficiente di imbibizione, secondo CNR, fascicolo IV/1953, inferiore a 0,015;
− materiale non idrofilo, secondo CNR, fascicolo IV/1953, con limitazione per la perdita in peso allo 0,5%.
Per le banchine di sosta saranno impiegati gli inerti prescritti per gli strati di collegamento e di usura di cui sopra.
In ogni caso i pietrischi e le graniglie dovranno essere costituiti da elementi sani, duri, durevoli, approssimativamente poliedrici, con spigoli vivi, a superficie ruvida, puliti ed esenti da polvere e da materiali estranei.
L'aggregato fino sarà costituito in ogni caso da sabbie naturali o di frantumazione che dovranno soddisfare ai requisiti dell'Art. 5 delle Norme del CNR predetto ed in particolare:
− equivalente in sabbia, determinato con la prova AASHO T 176, non inferiore al 55%;
− materiale non idrofilo, secondo CNR, fascicolo IV/1953 con le limitazioni indicate per l'aggregato grosso. Nel
caso non fosse possibile reperire il materiale della pezzatura 2÷5 mm necessario per la prova, la stessa dovrà essere eseguita secondo le modalità della prova Riedel-Weber con concentrazione non inferiore a 6.
Gli additivi minerali (fillers) saranno costituiti da polvere di rocce preferibilmente calcaree o da cemento, calce idrata, calce idraulica, polveri di asfalto e dovranno risultare alla setacciatura per via secca interamente passanti al setaccio n. 30 ASTM e per almeno il 65% al setaccio n. 200 ASTM.
Per lo strato di usura, a richiesta della Direzione dei Lavori, il filler potrà essere costituito da polvere di roccia asfaltica contenente il 6÷8 % di bitume ed alta percentuale di asfalteni con penetrazione Dow a 25° C inferiore a 150
dmm.
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Per fillers diversi da quelli sopra indicati è richiesta la preventiva approvazione della Direzione dei Lavori in base a
prove e ricerche di laboratorio.
c) Legante
Il bitume per gli strati di collegamento e di usura dovrà essere preferibilmente di penetrazione 60÷70 salvo diverso
avviso della Direzione dei Lavori in relazione alle condizioni locali e stagionali e dovrà rispondere agli stessi requisiti indicati per il conglomerato bituminoso di base.
d) Miscele
1) Strato di collegamento (binder). La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di collegamento dovrà avere
una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Serie crivelli e setacci UNI Passante: % totale in peso
Crivello 25
Crivello 15
Crivello 10
Crivello 5
Setaccio 2
Setaccio 0,4
Setaccio 0,18
Setaccio 0,075
100
65÷100
50÷80
30÷60
20÷45
7÷25
5÷15
4÷8
Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4% ed il 5,5% riferito al peso degli aggregati. Esso dovrà comunque
essere il minimo che consenta il raggiungimento dei valori di stabilità Marshall e compattezza di seguito riportati.
Il conglomerato bituminoso destinato alla formazione dello strato di collegamento dovrà avere i seguenti requisiti:
− la stabilità Marshall eseguita a 60° C su provini costipati con 75 colpi di maglio per ogni faccia, dovrà risultare in
ogni caso uguale o superiore a 900 kg. Inoltre il valore della rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la stabilità
misurata in kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà essere in ogni caso superiore a 300. Gli stessi provini per i
quali viene determinata la stabilità Marshall dovranno presentare una percentuale di vuoti residui compresa tra
3÷7%. La prova Marshall eseguita su provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per
15 giorni, dovrà dare un valore di stabilità non inferiore al 75% di quello precedentemente indicato. Riguardo alle misure di stabilità e rigidezza, sia per i conglomerati bituminosi tipo usura che per quelli tipo binder, valgono
le stesse prescrizioni indicate per il conglomerato di base.
2) Strato di usura. La miscela degli aggregati da adottarsi per lo strato di usura dovrà avere una composizione granulometrica contenuta nel seguente fuso:
Serie crivelli e setacci UNI Passante: % totale in peso
Crivello 15
Crivello 10
Crivello 5
Setaccio 2
Setaccio 0,4
Setaccio 0,18
Setaccio 0,075
100
70÷100
43÷67
25÷45
12÷24
7÷15
6÷11
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Il tenore di bitume dovrà essere compreso tra il 4,5% ed il 6% riferito al peso totale degli aggregati.
Il coefficiente di riempimento con bitume dei vuoti intergranulari della miscela addensata non dovrà superare l'80%;
il contenuto di bitume della miscela dovrà comunque essere il minimo che consenta il raggiungimento dei valori di
stabilità Marshall e compattezza di seguito riportata.
Il conglomerato dovrà avere i seguenti requisiti:
a) resistenza meccanica elevatissima, cioè capacità di sopportare senza deformazioni permanenti le sollecitazioni
trasmesse dalle ruote dei veicoli sia in fase dinamica che statica, anche sotto le più alte temperature estive, e sufficiente flessibilità per poter seguire sotto gli stessi carichi qualunque assestamento eventuale del sottofondo anche a lunga scadenza; il valore della stabilità Marshall (prova B.U. CNR n. 30 del 15 marzo 1973) eseguita a 60°
C su provini costipati con 75 colpi di maglio per faccia dovrà essere di almeno 100 N (1000 kg). Inoltre il valore
della rigidezza Marshall, cioè il rapporto tra la stabilità misurata in kg e lo scorrimento misurato in mm, dovrà
essere in ogni caso superiore a 300.
La percentuale dei vuoti dei provini Marshall, sempre nelle condizioni di impiego prescelte, deve essere compresa fra 3% e 6%.
La prova Marshall eseguita su provini che abbiano subito un periodo di immersione in acqua distillata per 15
giorni, dovrà avere un valore di stabilità non inferiore al 75% di quelli precedentemente indicati;
b) elevatissima resistenza all'usura superficiale;
c) sufficiente ruvidezza della superficie tale da non renderla scivolosa;
d) grande compattezza: il volume dei vuoti residui a rullatura terminata dovrà essere compreso fra 4% e 8%.
Ad un anno dall'apertura al traffico, il volume dei vuoti residui dovrà invece essere compreso fra 3% e 6% e impermeabilità praticamente totale; il coefficiente di permeabilità misurato su uno dei provini Marshall, riferentesi alle
condizioni di impiego prescelte, in permeamometro a carico costante di 50 cm d'acqua, non dovrà risultare inferiore
a 10-6 cm/sec.
Sia per i conglomerati bituminosi per strato di collegamento che per strato di usura, nel caso in cui la prova Marshall
venga effettuata a titolo di controllo della stabilità del conglomerato prodotto, i relativi provini dovranno essere confezionati con materiale prelevato presso l'impianto di produzione ed immediatamente costipato senza alcun ulteriore
riscaldamento. In tal modo la temperatura di costipamento consentirà anche il controllo delle temperature operative.
Inoltre, poiché la prova va effettuata sul materiale passante al crivello da 25 mm, lo stesso dovrà essere vagliato se
necessario.
e) Controllo dei requisiti di accettazione
Valgono le stesse prescrizioni indicate per lo strato di base.
f) Formazione e confezione degli impasti
Valgono le stesse prescrizioni indicate per lo strato di base, salvo che per il tempo minimo di miscelazione effettiva,
che, con i limiti di temperatura indicati per il legante e gli aggregati, non dovrà essere inferiore a 25 secondi.
g) Attivanti l'adesione
Nella confezione dei conglomerati bituminosi dei vari strati possono essere impiegate speciali sostanze chimiche attivanti l'adesione bitume-aggregato ("dopes" di adesività).
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Esse saranno impiegate negli strati di base e di collegamento mentre per quello di usura lo saranno ad esclusivo giudizio della Direzione Lavori.
Si avrà cura di scegliere tra i prodotti in commercio quello che sulla base di prove comparative effettuate presso i
laboratori autorizzati avrà dato i migliori risultati e che conservi le proprie caratteristiche chimiche anche se sottoposto a temperature elevate e prolungate.
Il dosaggio potrà variare a seconda delle condizioni di impiego, della natura degli aggregati e delle caratteristiche del
prodotto, tra lo 0,3% e lo 0,6% rispetto al peso del bitume.
I tipi, i dosaggi e le tecniche di impiego dovranno ottenere il preventivo benestare della Direzione Lavori.
L'immissione delle sostanze attivanti nel bitume dovrà essere realizzata con idonee attrezzature tali da garantirne la
perfetta dispersione e l'esatto dosaggio.
D) TRATTAMENTI SUPERFICIALI
Immediatamente prima di dare inizio ai trattamenti superficiali di prima o di seconda mano, l'Impresa delimiterà i
bordi del trattamento con un arginello in sabbia onde ottenere i trattamenti stessi profilati ai margini.
Ultimato il trattamento resta a carico dell'Impresa l'ulteriore profilatura mediante asportazione col piccone delle materie esuberanti e colmatura delle parti mancanti col pietrischetto bituminoso.
a) Trattamento con emulsione a freddo
Preparata la superficie da trattare, si procederà all'applicazione dell'emulsione bituminosa al 55%, in ragione, di
norma, di kg 3,00 per metro quadrato.
Tale quantitativo dovrà essere applicato in due tempi.
In un primo tempo sulla superficie della massicciata dovranno essere sparsi kg 2,00 di emulsione bituminosa e dm3
12 di graniglia da mm 10 a mm 15 per ogni metro quadrato.
In un secondo tempo, che potrà aver luogo immediatamente dopo, verrà sparso sulla superficie precedente il residuo
di kg 1,00 di emulsione bituminosa e dm3 8,00 di graniglia da mm 5 a mm 10 per ogni metro quadrato.
Allo spargimento della graniglia seguirà una leggera rullatura da eseguirsi preferibilmente con rullo compressore a
tandem, per ottenere la buona penetrazione della graniglia negli interstizi superficiali della massicciata.
Lo spargimento dell'emulsione dovrà essere eseguito con spanditrici a pressione che garantiscano l'esatta ed uniforme distribuzione, sulla superficie trattata, del quantitativo di emulsione prescritto per ogni metro quadrato di superficie nonché, per la prima applicazione, la buona penetrazione nel secondo strato della massicciata fino a raggiungere la superficie del primo, sì da assicurare il legamento dei due strati.
Lo spandimento della graniglia o materiale di riempimento dovrà essere fatto con adatte macchine che assicurino una
distribuzione uniforme.
Per il controllo della qualità del materiale impiegato si preleveranno i campioni con le modalità stabilite precedentemente.
Indipendentemente da quanto possa risultare dalle prove di laboratorio e dal preventivo benestare da parte della Direzione dei Lavori sulle forniture delle emulsioni, l'Impresa resta sempre contrattualmente obbligata a rifare tutte
quelle applicazioni che, dopo la loro esecuzione, non abbiano dato soddisfacenti risultati, e che sotto l'azione delle
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piogge abbiano dato segni di rammollimento, stemperamento o si siano dimostrate soggette a facile asportazione
mettendo a nudo la sottostante massicciata.
b) Trattamento con bitume a caldo
Il trattamento con bitume a caldo, su pavimentazioni bitumate, sarà fatto utilizzando almeno 1,00 kg/m² di bitume,
dopo una accurata ripulitura, fatta esclusivamente a secco, della pavimentazione esistente.
Gli eventuali rappezzi che si rendessero necessari saranno eseguiti, con la stessa tecnica, a cura e spese dell'Impresa.
L'applicazione di bitume a caldo sarà eseguita sul piano viabile perfettamente asciutto ed in periodo di caldo secco.
Ciò implica che i mesi più favorevoli sono quelli da maggio a settembre e che in caso di pioggia il lavoro si debba
sospendere.
Il bitume sarà riscaldato a temperatura fra 160° C e 180° C entro adatte caldaie che permettono il controllo della
temperatura stessa.
L'applicazione dovrà essere fatta mediante spanditrice a pressione in modo tale da garantire l'esatta distribuzione con
perfetta uniformità su ogni metro quadrato del quantitativo di bitume prescritto.
Con tale applicazione, debitamente ed immediatamente ricoperta di graniglia di pezzatura corrispondente per circa il
70% alle massime dimensioni prescritte ed in quantità di circa m3 1,20 per 100 m², dovrà costituirsi il manto per la
copertura degli elementi pietrosi della massicciata precedentemente trattata con emulsione bituminosa.
Allo spandimento della graniglia seguirà una prima rullatura con rullo leggero e successivamente altra rullatura con
rullo di medio tonnellaggio, non superiore alle t. 14, in modo da ottenere la buona penetrazione del materiale nel bitume.
Per il controllo della qualità del materiale impiegato, si preleveranno i campioni con le modalità prescritte.
Verificandosi in seguito affioramenti di bitume ancora molle, l'Impresa provvederà, senza ulteriore compenso, allo
spandimento della conveniente quantità di graniglia nelle zone che lo richiedano, procurando che essa abbia ad incorporarsi nel bitume a mezzo di adatta rullatura leggera, in modo da saturarla completamente.
L'Impresa sarà obbligata a rifare a tutte sue cure quelle parti della pavimentazione che per cause qualsiasi dessero
indizio di cattiva o mediocre riuscita e cioè presentassero accentuate deformazioni della sagoma stradale, ovvero ripetute abrasioni superficiali non giustificate dalla natura e dalla intensità del traffico.
L'Amministrazione si riserva la facoltà di variare le modalità esecutive di applicazione del bitume a caldo, senza che
per questo l'Appaltatore possa sollevare eccezioni ed avanzare particolari richieste di compensi.
Tanto nei trattamenti di prima mano con emulsione bituminosa, quanto in quelli di seconda mano con bitume a caldo, l'Impresa è obbligata a riportare sul capostrada la graniglia eventualmente non incorporata. Quella che decisamente non può essere assorbita andrà raccolta e depositata nelle piazzole, rimanendo di proprietà dell'Amministrazione.
Gli oneri di cui sopra sono compresi e compensati nei prezzi di Elenco e pertanto nessun maggior compenso spetta
all'Impresa per tale titolo.
Dopo pochi passaggi di rullo pesante si procederà al conguaglio delle eventuali irregolarità di sparsa del pietrischetto suddetto, facendo le opportune integrazioni e, quindi, si procederà alla sparsa della graniglia minuta ad intasamento dei vuoti rimasti fra gli elementi del pietrischetto precedentemente sparso.
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Allo spandimento completo del pietrischetto e della graniglia susseguirà la rullatura con rullo pesante, in modo da
ottenere la buona penetrazione del materiale nel bitume.
Si dovrà aver cura che il pietrischetto e la graniglia, all'atto della sparsa, siano bene asciutti ed in precedenza riscaldati dal sole rimanendo vietato l'impiego di materiale umido.
I tratti sottoposti a trattamento dovranno rimanere chiusi al traffico per almeno 18 ore e, quindi, la bitumatura dovrà
essere eseguita su strisce di metà strada alternate alla lunghezza massima di m 300.
A tal fine l'Impresa dovrà disporre un apposito servizio di guardiania diurna e notturna per il pilotaggio del traffico,
del cui onere s'è tenuto largamente conto nella determinazione del prezzo unitario.
L'Appaltatore provvederà a sua cura e spese all'apposizione di cartelli di segnalazione, cavalletti, ecc., occorrenti per
la chiusura al traffico delle estese trattate.
Il pietrischetto che risulterà non incorporato nel bitume, per nessun motivo potrà essere impiegato in trattamenti di
altre estese di strada.
Infine l'Appaltatore provvederà, con i propri operai, alla esatta profilatura dei bordi della nuova pavimentazione, al
ricollocamento in opera delle punteggiature marginali spostate dal compressore, nonché alla raschiatura ed eventuale
pulitura di zanelle, di cordonate, di marciapiedi, imbrattati durante l'esecuzione dei lavori, essendo tali oneri stati
compresi nella determinazione dei prezzi di Elenco.
Si pattuisce che quelle aree di trattamento che in prosieguo di tempo risultassero difettose, ovvero prive di penetrazione di pietrischetto e di graniglia, saranno dall'Appaltatore sottoposte a totale sua spesa ad un nuovo ed analogo
trattamento.
ART. 53 - SCARIFICAZIONE DI PAVIMENTAZIONI ESISTENTI
Per i tratti di strada già pavimentati sui quali dovrà procedersi a ricarichi o risagomature, l'Impresa dovrà dapprima
ripulire accuratamente il piano viabile, provvedendo poi alla scarificazione della massicciata esistente adoperando,
all'uopo, apposito scarificatore opportunamente trainato e guidato.
La scarificazione sarà spinta fino alla profondità ritenuta necessaria dalla Direzione dei Lavori entro i limiti indicati
nel relativo articolo di Elenco, provvedendo poi alla successiva vagliatura e raccolta in cumuli del materiale utilizzabile, su aree di deposito procurate a cura e spese dell'Impresa.
ART. 54 - FRESATURA DI STRATI DI CONGLOMERATO BITUMINOSO
La fresatura della sovrastruttura per la parte legata a bitume per l'intero spessore o parte di esso dovrà essere effettuata con idonee attrezzature, munite di frese a tamburo, funzionanti a freddo, munite di nastro caricatore per il carico del materiale di risulta.
Potranno essere eccezionalmente impiegate anche attrezzature tradizionali quali ripper, escavatore, demolitori, ecc.,
a discrezione della D.L. ed a suo insindacabile giudizio.
Le attrezzature tutte dovranno essere perfettamente efficienti e funzionanti e di caratteristiche meccaniche, dimensioni e produzioni approvate preventivamente dalla D.L.
Nel corso dei lavori la D.L. potrà richiedere la sostituzione delle attrezzature anche quando le caratteristiche granulometriche risultino idonee per il loro reimpiego in impianti di riciclaggio.
La superficie del cavo dovrà risultare perfettamente regolare in tutti i punti, priva di residui di strati non completamente fresati che possono compromettere l'aderenza delle nuove stese da porre in opera. (Questa prescrizione non è
valida nel caso di demolizione integrale degli strati bituminosi).
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L'Impresa si dovrà scrupolosamente attenere agli spessori di demolizione stabiliti dalla D.L.
Qualora questi dovessero risultare inadeguati e comunque diversi in difetto o in eccesso rispetto all'ordinativo di lavoro, l'Impresa è tenuta a darne immediatamente comunicazione al Direttore dei Lavori o ad un suo incaricato che
potranno autorizzare la modifica delle quote di scarifica.
Il rilievo dei nuovi spessori dovrà essere effettuato in contraddittorio.
Lo spessore della fresatura dovrà essere mantenuto costante in tutti i punti e sarà valutato mediando l'altezza delle
due pareti laterali con quella della parte centrale del cavo.
La pulizia del piano di scarifica, nel caso di fresature corticali o subcorticali dovrà essere eseguita con attrezzature
munite di spazzole rotanti e/o dispositivi aspiranti o simili in grado di dare un piano perfettamente pulito.
Le pareti dei tagli longitudinali dovranno risultare perfettamente verticali e con andamento longitudinale rettilineo e
privo di sgretolature.
Sia il piano fresato che le pareti dovranno, prima della posa in opera dei nuovi strati di riempimento, risultare perfettamente puliti, asciutti e uniformemente rivestiti dalla mano di attacco in legante bituminoso.
Nel caso la fresatura preceda l’esecuzione di scavi in sottosuolo, questa non potrà essere prolungata oltre 20-30 m
dal fronte dello scavo stesso per non arrecare disagi alla viabilità salvo diversa disposizione della D.L..
ART. 55 - LAVORAZIONE DEI LEGNAMI PER OPERE STABILI
Tutti i legnami da impiegarsi nelle opere stabili, devono essere lavorati con la massima cura e precisione, secondo
ogni buona regola d'arte ed in conformità alle prescrizioni date dalla Direzione Lavori.
Una lavorazione meno accurata può essere tollerata soltanto nelle costruzioni in legname per fondazioni, come zatteroni, graticciati e simili.
Tutte le giunzioni dei legnami devono avere la forma e le dimensioni prescritte ed essere nette e precise in modo da
ottenere un esatto combaciamento dei pezzi che devono essere uniti.
Non è tollerato alcun taglio falso, nè zeppe o conci, nè qualsiasi altro mezzo di guarnizione o ripiano.
Secondo che verrà ordinato dalla Direzione Lavori, nelle facce di giunzioni possono essere interposte delle lamine di
piombo o di zinco, od anche del cartone catramato.
Le diverse parti componenti un'opera in legname, devono essere tra loro collegate solidamente, in tutti i punti di con
tatto mediante chiodi, squadre, staffe di ferro, fasciature di reggia od altro in conformità delle prescrizioni che saranno date.
I legnami prima della loro posizione in opera e prima della esecuzione, se ordinata, delle spalmature di catrame o
della coloritura, si devono congiungere in prova nei cantieri, per poter essere accettati dalla Direzione Lavori.
Tutte le parti dei legnami che rimangono incassate nelle murature, devono essere prima della posa in opera, conveniente mente spalmati di catrame vegetale e carbolineum.
ART. 56 - PALIFICAZIONI IN LEGNAME E IN CEMENTO ARMATO
I pali di fondazione in legname, cioè quelli destinati a reggere direttamente una fondazione, devono essere esclusivamente di quercia, rovere, larice rosso, pino rosso o di ontano, secondo che sarà ordinato dalla Direzione Lavori,
diritti, sani, scortecciati e debitamente conguagliati alla superficie.
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Il diametro dei pali è misurato sul mezzo della loro lunghezza.
I pali debbono essere battuti fino al rifiuto col maglio il cui peso è stabilito dalla Direzione Lavori.
Il rifiuto s'intende raggiunto quando l'affondamento prodotto da un determinato numero di colpi di maglio, cadente
sempre dalla stessa altezza, non supera il limite stabilito dalla Direzione Lavori, in relazione alla resistenza che il palo deve offrire.
Le ultime riprese debbono essere battute sempre in presenza di un assistente della Direzione Lavori, nè l'appaltatore
può, in alcun caso, recidere un palo senza che ne abbia ottenuto l'autorizzazione dell'agente della dirigenza preposto
alla sorveglianza dell'opera.
Dal detto agente è tenuto uno speciale registro da firmarsi giornalmente da un incaricato dell'appaltatore, nel quale
registro è notata la profondità raggiunta da ogni singolo palo, giusto le contestazioni che devono essere fatte in contraddittorio.
I pali devono essere debitamente foggiati a punta ed a capo e se si stimerà necessario dalla Direzione Lavori, muniti
di cuspide di ferro di quel peso e forma che sarà stabilito; all'altro capo, sottoposto ai colpi di maglio, devono essere
opportuna mente accomodati e muniti di una cerchiatura o ghiera di ferro che impedirà, durante la battitura, ogni
spezzatura o guasto. Ogni singolo palo che si spezzasse durante l'infissione o deviasse, deve, secondo se sarà richiesto dalla Direzione Lavori, essere tagliato o divelto e surrogato da altro a spese dell'appaltatore.
L'appaltatore è obbligato a mettere in opera tanti battipali, quanti ne permetterà lo spazio disponibile e quanti ne potrà esigere la buona e sollecita esecuzione dei lavori.
L'Amministrazione appaltante si riserva la facoltà di prescrivere l'applicazione dei sistemi più recenti e perfezionati
che si conoscono, per agevolare la infissione dei pali ed accertarne i rifiuti.
Qualora invece dei pali ordinari di legname si impieghino pali di cemento armato, questi potranno essere formati in
opera o fuori d'opera.
Per i pali da confezionare fuori opera si seguiranno le norme stabilite per i lavori in calcestruzzo di cemento armato.
Si aggiunge che i pali dovranno essere muniti di puntazza metallica robustamente ancorata nel calcestruzzo e adeguatamente arma ti per tutta la loro lunghezza.
La infissione di questi pali sarà fatta di ordinario secondo sistemi in uso per i pali in legname. I magli dovranno essere di peso non inferiore al peso dei pali e speciali cautele saranno adottate per impedire la spezzatura delle teste.
Per i pali da costruire in opera, saranno seguite le norme che caso per caso saranno stabilite dalla Direzione Lavori
per la migliore riuscita dei pali stessi. In particolare per i pali trivellati si seguiranno le norme di cui all'articolo seguente.
Per questi ultimi pali sarà in ogni caso fatta percentualmente una prova di carico.
Quando la testa dei pali deve essere spinta sotto acqua, la Direzione Lavori può permettere l'uso di un contropalo di
con veniente lunghezza e diametro, munito di perno di ferro, per la sua temporanea unione col palo che deve essere
infisso.
ART. 57 - REALIZZAZIONE, SPOSTAMENTO/RIPRISTINO SOTTOSERVIZI
Per tutti i sottoservizi incontrati lungo il tracciato delle opere di progetto, l’Impresa esecutrice dei lavori dovrà:
−
assicurare ai vari Enti gestori dei sottoservizi tutta l’assistenza necessaria per il tracciamento dei sottoservizi;
−
nei casi dubbi realizzare sondaggi, anche a mano, necessari all’individuazione dei sottoservizi;
−
procedere con accortezza all’esecuzione dei lavori in appalto al fine di preservare e sostenere i sottoservizi non
direttamente interferenti al fine di mantenere la funzionalità durante i lavori e a fine lavori;
−
mettere in atto qualsiasi indicazione e prescrizione tecnica che venga impartita dall’Ente gestore dei sottoservizi al fine di preservare e mantenere i sottoservizi durante e dopo i lavori in appalto.
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I sottoservizi, eccetto le condotte di fognatura, verranno spostati, se necessario, a cura degli Enti gestori. Comunque, previo ordine della D.L., l’impresa appaltatrice sarà tenuta all’effettuazione di tutti i lavori civili,
dallo scavo fino al definitivo ripristino dello scavo come descritto nella Lista delle categorie presentata in sede
di offerta, necessari allo spostamento dei sottoservizi mentre la fornitura e posa in opera dei nuovi servizi
verranno eseguiti dagli Enti gestori
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PARTE TERZA - NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE
DEI LAVORI
Le opere oggetto dell’appalto sono contabilizzate a corpo o a misura secondo le indicazioni della Parte Prima
e della presente norma.
Per i lavori a corpo il prezzo complessivo convenuto è fisso ed invariabile, senza che possa essere invocata
dalle parti contraenti nessuna verifica sulle misure o sul valore attribuito a parte di esse.
Vi è l'obbligo contrattuale di consegnare i lavori completati per la finalità descritta utilizzando i materiali indicati e
le modalità di lavorazioni indicati nel presente Capitolato, tenendo presente che le fasi di lavoro sommariamente descritte nella Parte Prima, sono indicative della sequenza di operazioni necessarie. Nessuna pretesa avanzata dall'Appaltatore potrà essere accolta se dovranno essere realizzate lavorazioni diverse da quelle descritte ma finalizzate al
raggiungimento dello stesso obiettivo descritto.
ART. 58 - NORME PER LA MISURAZIONE DEI LAVORI A MISURA E PER L'APPLICAZIONE DEI PREZZI
Per tutte le opere da contabilizzare a misura eccetto quindi le opere a corpo), le quantità di lavori eseguite sono
generalmente determinate con misure geometriche od a peso e secondo quanto viene particolarmente stabilito con le
disposizioni seguenti:
1-
2-
Scavi e rilevati
a)
Scavi di sbancamento o sterri e rilevati. Il volume di tali scavi o dei rilevati verrà determinato col metodo delle sezioni ragguagliate da rilevarsi in contraddittorio con la Direzione Lavori. Non saranno però riconosciuti e contabilizzati gli scavi eseguiti dall'Impresa in eccedenza a quanto ordinato dalla Direzione Lavori come ad esempio quelli relativi a franamenti delle sponde, a maggiori scavi rispetto alle dimensioni teoriche di scavo, ecc.
b)
Scavi di fondazione da contabilizzarsi a misura. Il volume di questi scavi sarà computato in base al prodotto dell'area della base di fondazione per la profondità sotto il piano dello scavo di sbancamento o del terreno, se il primo non è stato effettuato. Non saranno quindi computati i maggiori scavi
eseguiti dall'Impresa per scarpe naturali del terreno lungo i bordi di scavo, per spazi occupati da sbadacchiature, puntelli, paratie, casseri, palancolate, diaframmi, alloggiamenti di pompe, franamenti di
bordi di scavo ecc. intendendosi il relativo onere già compreso nei prezzi di elenco degli scavi. Negli
scavi per condotte quando tale onere non sia compreso nel prezzo relativo alla fornitura e posa delle
condotte, il volume da considerare è quello che si ottiene moltiplicando la lunghezza della condotta
per la sezione verticale media di scavo, senza tener conto degli allargamenti per nicchie e blocchi di
ancoraggio che si intendono compensati nel prezzo di elenco dello scavo.
Palancolate Larssen e pannelli metallici blindati
Saranno contabilizzati in base alle superfici effettivamente poste in opera ed ordinate dalla Direzione Lavori con esclusione delle parti eventualmente sporgenti dal terreno.
4-
Murature
Tutte le murature in genere verranno misurate geometricamente a volume od a superficie, secondo la loro categoria,
ed in base a misure prese sul vivo dei muri esclusi gli intonaci. Sarà fatta deduzione dei vuoti di luce superiori a mq
0,15. Invece nessuna deduzione verrà operata per vuoti di tubazioni, rimanendo in quest'ultimo caso all'Impresa l'onere della loro completa sigillatura con modalità di esecuzione e materiali autorizzati dalla Direzione Lavori.
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Nei prezzi stabiliti è compreso ogni e qualunque impalcatura necessaria nonché i ponti di servizio di qualsiasi genere
per la esecuzione richiesta e conseguentemente il trasporto ed innalza mento dei materiali per le diverse manovre occorrenti per la costruzione delle opere stesse.
5-
Intonaci - rivestimenti e tinteggiature
Gli intonaci e similmente i rivestimenti e le tinteggiature sono valutati a superficie per la loro effettiva risultante sulla superficie in vista e quindi senza tener conto delle rientranze e sovrapposizioni, e computando vuoto per pieno i
vuoti di luce inferiori o uguali a 2,0 mq. Per i vuoti di luce superiori verrà detratta la superficie eccedente i 2 mq.
6-
Opere in calcestruzzo semplice o armato
Il calcestruzzo per opere in cemento armato e non armato di qualsiasi natura sarà valutato per il suo volume effettivo
e prescritto o autorizzato dalla Direzione Lavori, esclusa quindi ogni eccedenza ancorché inevitabile e dipendente
dal modo di esecuzione dei lavori, senza detrazione del volume del ferro che verrà pagato a parte. Verranno dedotti i
vuoti di volume superiore a 0,10 mc. Nei prezzi di elenco dei conglomerati sono compresi i ponti di servizio, l'innalzamento dei materiali, il getto e la vibratura, gli oneri per riprese di getto, per la deviazione e l'eventuale aggottamento fino a presa avvenuta delle acque di qualsiasi provenienza, ed il disarmo e smontaggio del tutto ad opera ultimata nonché la posa in opera di tutte quelle strutture o elementi forniti dalla Direzione Lavori o da terzi come tronchi passamuro, staffe per fissaggio di manufatti, casse morte per serramenti, scatole per formazione di incastri ecc.
che la Direzione Lavori ritenga dover annegare nei getti.
7-
Opere in cemento armato precompresso ad elementi prefabbricati
La valutazione è fatta in base alla loro superficie effettiva misurata in proiezione orizzontale per i solai e in proiezione verticale per le pareti verticali senza detrazione di eventuali fori fatta eccezione per le aperture di finestre e porte
di superficie superiore a mq 2,5 per le quali si detrae la superficie eccedente i 2,5 mq.
8-
Lavori in metallo
Tutti i lavori in metallo, manufatti di acciaio, in profilati comuni o speciali, od in getti di fusione, saranno in generale
valutati a peso ricavabile a lavoro ultimato e prima di essere posti in opera, con pesatura fatta in contraddittorio. Nel
prezzo dei lavori in metallo è compreso oltre l'onere per il loro montaggio e la loro posa in opera, anche quello relativo alla fornitura di bulloni, chiodi, tiranti, collegamenti, ecc. e trattamento protettivo mediante zincatura a bagno
caldo o, a seconda delle prescrizioni, mediante fornitura e stendimento di due mani di minio di piombo.
Nel prezzo del ferro per armature di opere in cemento armato, oltre la lavorazione (piegature, sagomature, ecc.) ed
ogni sfrido, è compreso l'onere della saldatura dei singoli elementi o della loro legatura con filo di ferro, la fornitura
e posa in opera di ferri accessori che l'Impresa ritenesse di porre in opera (come ad esempio staffe e cavallotti di sostegno, ferri distanziatori, elementi distanziatori in materiale plastico o in calcestruzzo atti a garantire lo spessore del
copriferro ecc.), la fornitura e posa del filo di ferro e la posa in opera a regola d'arte dell'armatura stessa entro le casseforme.
Sarà quindi contabilizzato il peso del ferro costituente l'armatura vera e propria.
Saranno escluse dal computo anche quelle sovrapposizioni che non siano giustificate dal punto di vista tecnico.
9-
Condotte per fognatura (quando valutate a misura)
Le condotte per fognatura in opera costituiti da tubi prefabbricati vengono computati per la loro effettiva lunghezza,
misurata lungo l'asse e quindi senza tener conto delle parti sovrapposte o rientranti e con deduzione delle lunghezze
corrispondenti ai pezzi speciali, riduzioni ed apparecchi inseriti nei condotti stessi poiché compensati a parte con i
prezzi di elenco.
La misura in corrispondenza ai manufatti tipo o speciali va fatta fino alla superficie esterna della muratura, senza tener conto della parte di condotto che si inserisce nello spessore della muratura.
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10 -
Condotte per acquedotto, pezzi speciali, apparecchiature idrauliche ( quando valutate a misura)
Le condotte per acquedotto in genere sono valutate a metro lineare di tubazioni in opera sull'asse delle condotte, non
tenendo conto delle sovrapposizioni dei giunti, deducendo lo sviluppo delle saracinesche, dei misuratori, dei pezzi
speciali e degli attraversamenti.
In generale sono considerate tubazioni in acciaio e come tali compensate con prezzi al ml. tutte le tubazioni in acciaio sia diritte che curve, anche se inserite in condotte di diverso materiale o anche se utilizzate per la formazione di
singoli cavallotti di superamento di ostacoli di qualunque forma, in tutti i casi in cui la lunghezza complessiva del
tratto di tubazione di acciaio risulti superiore a 2 m indipendentemente dal numero di saldature eseguite. Se la loro
lunghezza è inferiore od uguale a m 2 saranno invece considerate pezzi speciali e come tali compensati con i prezzi a
peso.
Anche le tubazioni in acciaio da impiegarsi per attraversamenti di fossi, canali, corsi d'acqua, strade, fognature, cavi
e manufatti in genere sia aerei su opere esistenti che interrati, subacquei o anche entro guaine saranno valutate, sempre se di lunghezza superiore a m 2, al ml con gli stessi prezzi di elenco relativi alla fornitura e posa delle condotte
interrate in acciaio.
Nel caso di attraversamenti su ponti o manufatti esistenti o strutture da eseguire all'uopo, si compenseranno a parte,
in aggiunta ai prezzi suddetti, le opere necessarie al sostegno di tali condotte.
Solo le condotte in acciaio e relativi pezzi speciali costituenti attraversamenti aerei autoportanti, saranno valutati a
peso in base al relativo prezzo d'elenco applicato alla lunghezza della tubazione compresa fra i bordi interni degli
appoggi estremi.
Nel caso di attraversamento eseguito con perforazione si compenserà a parte, in aggiunta ai prezzi suddetti, il lavoro
di perforazione applicando il relativo prezzo che è comprensivo della fornitura e posa del tubo guaina e delle selle di
appoggio della condotta.
I giunti Gibault e meccanici in generale, le saracinesche, gli sfiati automatici e i misuratori sono compensati a numero in base ai prezzi di elenco. Saranno invece compensati a peso i pezzi speciali in ghisa come le curve, te, bouts,
riduzioni, diramazioni a croce, flange, chiusini stradali, ecc. La loro pesatura verrà fatta in contraddittorio, senza tener conto dei bulloni, guarnizioni ed ogni altro materiale accessorio in quanto compensati nei prezzi di elenco dei
pezzi speciali.
I prezzi di elenco di tutte le apparecchiature idrauliche si intendono comprensivi di ogni fornitura ed onere relativi
alle parti principali ed a quelle accessorie di normale dotazione anche se non precisate nelle voci di elenco al fine
che dette apparecchiature rispondano pienamente al loro perfetto funzionamento e alle manovre d'esercizio dell'acquedotto.
I pezzi speciali in acciaio come curve anche a spicchi, te, bouts, biforcazioni e diramazioni a croce, flange, ecc. inseriti nelle condotte in acciaio, sono valutati al ml con gli stessi prezzi delle condotte in acciaio di uguale diametro di
cui costituiscono la continuità. Le riduzioni sono valutate al ml con il prezzo delle condotte in acciaio di maggior
diametro a cui fanno capo.
Invece i pezzi speciali in acciaio posti in derivazione da condotte in acciaio, come bracci di te ciechi, cioè pronti all'allacciamento di condotte di futura esecuzione, scarichi, sfiati non automatici, prese per utenze, flange ecc. purché
di lunghezza non superiore a 2 m verranno compensati a peso al lordo del rivestimento, con le stesse modalità sopra
specificate per i pezzi speciali in ghisa.
Se la loro lunghezza supera i 2 m, detti pezzi verranno valutati al ml di condotta di acciaio di ugual diametro.
Per tutti i pezzi speciali in acciaio, i relativi prezzi si intendono comprensivi della fornitura ed esecuzione di rivestimento protettivo identico a quello di cui sono dotate le condotte in acciaio, nonché di eventuali blocchi di appoggio,
ancoraggio o controspinta e relativi movimenti di terra.
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Il compenso per il collegamento di nuove tubazioni a tubazioni esistenti è valutato a numero secondo le indicazioni
dell’Elenco Prezzi o Lista delle Categorie per Offerta Prezzi. Nulla è dovuto all'Impresa per il prolungarsi di tali operazioni per motivi di sicurezza, traffico stradale o altro.
11 -
Ripristino delle pavimentazioni stradali (quando valutato a misura)
I ripristini delle pavimentazioni stradali conseguenti alla esecuzione delle condotte di acquedotto o gas verranno valutati al ml in base alla lunghezza delle condotte ed apparecchi in essa inseriti.
Le pavimentazioni relative a strade di accesso o a nuove strade in genere saranno valutate invece a mq in base alla
loro superficie effettiva.
La realizzazione del tappeto di usura sovrastante al binder verrà valutato a mq di area per ogni cm di spessore posto
in opera costipato.
12 -
Pavimentazioni stradali (quando valutate a misura)
Lo strato di fondazione in misto granulare stabilizzato con o senza legante naturale, sarà valutato a volume in opera
ed a costipamento ultimato.
Sia il tout-venent bituminoso per lo strato di base, che i conglomerati per la formazione delle strato di collegamento
(binder) e di quello di usura, saranno misurati in opera dopo costipamento secondo l'unità di misura indicata nei rispettivi prezzi di elenco.
Le pavimentazioni stradali saranno valutate per la effettiva superficie preventivamente autorizzata dalla Direzione
Lavori.
13 -
Impianti elettrici ed idrici (quando valutati a misura)
Saranno contabilizzati applicando i prezzi di elenco che si intendono comprensivi di ogni onere e fornitura per dare
gli impianti completi e funzionanti: sono quindi comprese le messe a terra, gli allacciamenti alla rete ecc.
14 -
Diramazioni secondarie per prese di utenza (quando valutate a misura)
Verranno valutate a numero, secondo i prezzi di elenco, in base al diametro della tubazione della diramazione.
Si precisa che il prezzo forfettario a numero per la esecuzione della diramazione secondaria per prese di utenza
comprende tutte le forniture, prestazioni, mezzi d'opera e lavori necessari per dare l'opera compiuta in ogni sua parte
limitatamente al tratto fino alla lunghezza di 8 ml misurato lungo l'asse della tubazione a partire dalla condotta principale, compresi gli accessori in asse inseriti, ed in particolare: tutti gli scavi, i movimenti di materie, i rinterri anche
se eseguiti con materiale diverso da quello dello scavo, la fornitura e posa in opera delle tubazioni e degli accessori,
la fornitura e posa in opera delle apparecchiature di servizi, la ricostruzione delle pavimentazioni stradali e dei marciapiedi completi delle cordonate, il tutto come dettagliatamente indicato nel disegno di progetto.
Soltanto nel caso di lunghezze superiori a ml 8, dovrà essere applicato il sovrapprezzo a metro lineare di tubazione
eccedente.
ART. 59 - INVARIABILITÀ DEI PREZZI - REVISIONE PREZZI
I lavori a misura saranno valutati in base ai prezzi unitari riportati nell’Elenco Prezzi e che, sotto le condizioni tutte
del presente Capitolato Speciale, si intendono offerti dall'Impresa in base ai calcoli di sua convenienza ed a tutto suo
rischio. Nei prezzi unitari delle singole categorie di lavoro, si intende sempre compresa e compensata ogni spesa
principale ed accessoria, ogni fornitura, ogni consumo, la intera mano d'opera, ogni trasporto ed ogni lavorazione e
magistero per dare i lavori completamente ultimati nel modo prescritto e ciò anche quando non ne sia stata fatta esplicita dichiarazione nei rispettivi articoli di elenco, ed ogni altro onere derivante dall'articolo 5 del Capitolato Ge87
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nerale di Appalto D.P.R. 19/4/2000 n. 145. L’ Impresa riconosce esplicitamente che nella descrizione degli oneri dei
prezzi medesimi, l'Amministrazione appaltante ha tenuto conto di quanto può occorrere per eseguire ogni singolo
lavoro, completo ed a perfetta regola d'arte. Durante tutto il periodo dei lavori e delle forniture, i prezzi restano fissi
ed invariabili per qualsiasi causa ed evenienza anche di forza maggiore.
A norma dell'art. 3 del D.L. 11 Luglio 1992 n. 333 convertito in Legge 8 Agosto 1992 n. 359 la revisione prezzi non
sara' concessa. Si applichera' comunque quanto disposto dall'art. 26 della Legge 11.02.94 n. 109 e successive modifiche ed integrazioni.
ART. 60 - LAVORI EVENTUALI NON PREVISTI
Per l’esecuzione di categorie di lavori non previste e per le quali non si hanno i prezzi corrispondenti o si provvederà
alla determinazione dei nuovi prezzi con le norme dell’art. 136 del Regolamento D.P.R. 21/12/99 n. 554 ovvero si
provvederà in economia con operai, mezzi d’opera e provviste fornite dall’appaltatore a norma degli artt. 88 e 145
dello stesso Regolamento.
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ALLEGATI
1 - Dettaglio tipologico di boa radarabile:
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INDICE
PARTE PRIMA - DESCRIZIONE DEI LAVORI................................................................................................... 1
ART. 1 OGGETTO DELL’APPALTO...................................................................................................... 1
ART. 2 AMMONTARE DELL’APPALTO E CATEGORIE DEI LAVORI ............................................ 1
ART. 3 DESIGNAZIONE SOMMARIA DELLE OPERE........................................................................ 1
ART. 4 FORMA E PRINCIPALI DIMENSIONI DELLE OPERE........................................................... 3
ART. 5 VARIANTI ALLE OPERE PROGETTATE. ............................................................................... 4
ART. 6 OSSERVANZA DEL CAPITOLATO GENERALE E RICHIAMO ALLE LEGGI E
REGOLAMENTI DELLO STATO ...................................................................................................................... 4
PARTE SECONDA - PRESCRIZIONI TECNICHE .............................................................................................. 6
A) - QUALITA’ DEI MATERIALI ............................................................................................................................. 6
ART. 7 DISPOSIZIONI GENERALI SULLA QUALITA' DEI MATERIALI ......................................... 6
ART. 8 MATERIALI VARI ...................................................................................................................... 7
ART. 9 TUBAZIONI PER ACQUEDOTTO.......................................................................................... 11
ART. 10 TUBAZIONI PER FOGNATURA ............................................................................................ 14
ART. 11 TUBAZIONI DI PROTEZIONE IN ACCIAIO (controtubi)...................................................... 21
ART. 12 PEZZI SPECIALI, SARACINESCHE, VALVOLE E RUBINETTERIE .................................. 21
ART. 13 MANUFATTI IN CALCESTRUZZO PREFABBRICATI......................................................... 22
ART. 14 MATERIALI PER FORMAZIONI ARGINI E PER OPERE IN VERDE ................................. 23
ART. 15 SEGNALETICA ORIZZONTALE, VERTICALE E LUMINOSA............................................ 23
B) – QUALITA' E CONSISTENZA DEI MATERIALI NECESSARI PER LAVORAZIONI SPECIFICHE .............. 25
ART. 16 BOCCA DI ISPEZIONE IN ACCIAIO CON FLANGIA DI TENUTA.................................... 25
ART. 17 PARATOIA DI INTERCETTAZIONE SU POZZETTO M13 .................................................. 25
ART. 18 VALVOLA A FARFALLA E GIUNTO DI SMONTAGGIO ................................................... 25
ART. 19 SFIATI ........................................................................................................................................ 26
ART. 20 FLANGE DI COLLEGAMENTO PER TUBAZIONE IN C.A. PER MICROTUNNELING.... 26
ART. 21 GIUNTI DI CHIUSURA INOX PER CONDOTTA IN PRFV .................................................. 27
ART. 22 GEOTESSUTO PER POSA A MARE ....................................................................................... 27
ART. 23 VALVOLE ANTIRIFLUSSO ..................................................................................................... 28
ART. 24 BOA LUMINOSA DI SEGNALAZIONE DEL TERMINALE DI SCARICO A MARE .......... 29
ART. 25 GHIAIA NATURA E PIETRAME DI ROCCIA DI 1^ CAT..................................................... 29
ART. 26 ELEMENTI DI ACCIAIO IN MARE......................................................................................... 29
C) - MODO DI ESECUZIONE DEI LAVORI ......................................................................................................... 31
ART. 27 ESECUZIONE DEI LAVORI IN GENERE ............................................................................... 31
ART. 28 PIANO DEL TRAFFICO............................................................................................................ 31
ART. 29 TRACCIAMENTI....................................................................................................................... 31
ART. 30 DISFACIMENTO E RIFACIMENTO DI PAVIMENTAZIONI STRADALI ........................... 32
ART. 31 TRANSITO STRADALE - ATTRAVERSAMENTO E INCROCI SOTTOSUOLO ................ 32
ART. 32 SONDAGGI E SCAVI DI ISPEZIONE...................................................................................... 33
ART. 33 SCAVI, RILEVATI E RINTERRI PER OPERE VARIE ........................................................... 33
ART. 34 PRESCRIZIONI PER SCAVI IN SPIAGGIA (EMERSA E IMMERSA).................................. 36
ART. 35 RICOSTRUZIONE DELLA SCOGLIERA (PENNELLI).......................................................... 36
ART. 36 REALIZZAZIONE DELLA CONDOTTA A MARE................................................................. 36
ART. 37 RIPOSIZIONAMENTO DEL MATERIALE SCAVATO INUTILIZZATO ............................. 37
ART. 38 MOVIMENTI DI TERRE PER OPERE STRADALI ................................................................ 37
ART. 39 MALTE E CALCESTRUZZI ..................................................................................................... 42
ART. 40 CASSEFORME - ARMATURE - CENTINATURE .................................................................. 53
ART. 41 MURATURA DI MATTONI E QUADRIBLOCCHI LATERIZIO........................................... 53
ART. 42 OPERE IN CEMENTO ARMATO............................................................................................. 54
ART. 43 STRUTTURE IN ACCIAIO ....................................................................................................... 55
ART. 44 INTONACI E RIVESTIMENTI ................................................................................................. 55
ART. 45 SBADACCHIATURE E PARATIE............................................................................................ 56
90
Comune di Rimini (RN)
CONDOTTA PER VERSAMENTO A MARE DELLE ACQUE METEORICHE IN LOCALITÀ VISERBA
PROGETTO ESECUTIVO – CAPITOLATO SPECIALE DI APPALTO
ver.: come progettato
file: CAP_viserba_03.doc
ART.
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46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 -
DEMOLIZIONI .......................................................................................................................... 56
ESECUZIONE DELLE CONDOTTE DI SCARICO E FOGNATURA .................................... 56
POZZETTI DI ISPEZIONE PER FOGNATURA ...................................................................... 59
COSTRUZIONE DEI CONDOTTI GETTATI IN OPERA E MANUFATTI ........................... 59
ATTRAVERSAMENTI DI SEDI STRADALI E DI CORSI D'ACQUA IN GENERE............. 60
ATTRAVERSAMENTI CON TECNICA MICROTUNNELING.............................................. 61
SOVRASTRUTTURA STRADALE .......................................................................................... 63
SCARIFICAZIONE DI PAVIMENTAZIONI ESISTENTI ....................................................... 80
FRESATURA DI STRATI DI CONGLOMERATO BITUMINOSO ........................................ 80
LAVORAZIONE DEI LEGNAMI PER OPERE STABILI........................................................ 81
PALIFICAZIONI IN LEGNAME E IN CEMENTO ARMATO................................................ 81
REALIZZAZIONE, SPOSTAMENTO/RIPRISTINO SOTTOSERVIZI................................... 82
PARTE TERZA - NORME PER LA MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEI LAVORI .............................. 84
ART. 58 PREZZI
ART. 59 ART. 60 -
NORME PER LA MISURAZIONE DEI LAVORI A MISURA E PER L'APPLICAZIONE DEI
84
INVARIABILITÀ DEI PREZZI - REVISIONE PREZZI .......................................................... 87
LAVORI EVENTUALI NON PREVISTI .................................................................................. 88
ALLEGATI .............................................................................................................................................................. 89
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