Il discorso del Console generale
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Il discorso del Console generale
Conferenza «Liberté, égalité, fraternité oggi » Sala Don Ticozzi Lecco, sabato 7 febbraio = Intervento del Console generale di Francia a Milano Olivier BROCHET= Egregio Prefetto, Egregio Presidente della Provincia di Lecco, Egregio Sindaco, Amici dell’Associazione Vive le français, Signore e Signori, Vi ringrazio vivamente per l’invito che mi avete rivolto, di venire ad esprimermi oggi qui a Lecco ; in particolar modo il Sindaco Virginio e l’amministrazione comunale e l’associazione Vive le français per avere promosso questa importante iniziativa. Colgo doverosamente l’occasione per esprimere nuovamente i miei ringraziamenti alle autorità di Lecco, a tutte le autorità italiane così come a tutti gli Italiani, per le tante testimonianze di solidarietà e di amicizia che ci sono state espresse dopo i drammatici eventi di Parigi del gennaio scorso. Ne siamo rimasti profondamente colpiti, grazie dal profondo del cuore. Cari Amici, Gli attacchi terroristici di Parigi sono stati degli atti vili e ignobili. Dobbiamo innanzitutto ricordarci delle vittime e rendere omaggio ai nostri diciassette concittadini assassinati. Disegnatori, grafisti, giornalisti, agenti di polizia, compatrioti uccisi spietatamente perché ebrei. La reazione di rivolta dei Francesi e dei democratici del mondo intero nei giorni successivi sono prima di tutto il rifiuto assoluto della barbarie, di Parigi e come quelle perpetrate in un recente passato a Tolosa, a Londra, a Madrid o a New York, o come quelle che si vedono oggi nel Nord della Siria e dell’Iraq, in Nigeria o nel Nord del Mali. Questa rivolta di è identificata nella parola d’ordine “Je suis Charlie” ! Milioni di manifestanti nel mondo, con opinioni o credenze diverse, si sono indentificati a Charlie, tuttavia non certo perché approvavano tutto quanto scritto da Charlie Hebdo. La maggior parte di loro non lo ha mai letto ; taluni avrebbero riso di questo umorismo gallico, altri ne sarebbero stati scioccati. Ma tutti, qualunque fosse la nostra opinione, ci siamo ritrovati uniti per esprimere con forza che vogliamo che i Charlie del mondo intero possano esistere e creare liberamente, farci ridere e scioccarci, possano criticare e provocare, perché senza la libertà di espressione la tirannia spaventa. Signore e Signori, Attaccando i disegnatori e i cronisti di Charlie Hebdo, i terroristi hanno messo in discussione la libertà. La libertà di pensare e di credere, la libertà di esprimersi. Colpendo purtroppo ancora una volta la comunità ebraica francese, con il loro antisemitismo hanno calpestato l’uguaglianza e la fratellanza. Uccidendo degli agenti di polizia hanno colpito i guardiani della nostra pace civile e la Repubblica. I valori fondamentali della Repubblica francese, che sono ugualmente quelli di tutti gli Europei e di tutti i democratici del mondo, sono stati minacciati. La libertà, l’uguaglianza, la fratellanza : i capisaldi del nostro contratto sociale e repubblicano, i pilastri del vivere in pace, nel rispetto delle nostre diversità. I cittadini francesi ed europei hanno immediatamente percepito la gravità e il carattere inammissibile di questi attentati. I milioni di Francesi scesi in strada a Parigi e in centinaia di città di provincia, i quaranta e più capi di Stato e di governo che hanno marciato a fianco del Presidente della Repubblica, le decine di migliaia di manifestanti in Italia che si sono subito mobilitati, tutti hanno voluto esprimere con forza e con dignità il loro rifiuto della barbarie e il loro attaccamento al motto della Repubblica dal tempo della rivoluzione : Liberté, Egalité, Fraternité. La conferenza di oggi si iscrive in questo movimento di rivolta civica e dei cittadini. Così come in altri momenti tragici della nostra storia, penso segnatamente alla lotta contro il nazismo, ci troviamo nuovamente uniti dietro la divisa della Repubblica francese. Sentiamo nostri i suoi principi, che ci appaiono così più che mai pertinenti e contemporanei, più che mai rivoluzionari e coinvolgenti, più che mai utili. Questa eredità inestimabile del secolo de Lumi ci appare oggi, più che in passato, come un tesoro che dobbiamo conservare preziosamente, che ci è stato trasmesso dai nostri padri e che noi dobbiamo trasmettere alle generazioni future. Questo tesoro è ugualmente una bussola che ci guida anche in questa occasione, nella risposta agli eventi che abbiamo dovuto affrontare. Cari Amici, Questa presa di coscienza è molto preziosa. Dobbiamo conservarla e coltivarla per trovare le risposte politiche, sociali, economiche e culturali alla sfida che abbiamo davanti a noi. Dopo questi eventi numerosi dibattiti si sono aperti in Francia ; la vostra conferenza di stasera mostra come queste problematiche non abbiano frontiere e me ne compiaccio poiché è certamente come cittadini dell’Europa che noi dobbiamo riflettere sulle risposte da dare. Senza addentrarmi nella discussione che i relatori qui presenti avranno poi modo di approfondire, vorrei solamente evocare quattro punti che sono al centro dei dibattiti in Francia in questo ultimo mese : - Sulla sicurezza : c’è un grande consenso sulla necessità di aumentare le risorse per la lotta contro il terrorismo, sul piano umano e materiale, sul piano operativo e giuridico. Ma c’è allo stesso tempo un largo consenso sulla necessità di preservare le nostre libertà e di rimanere fedeli ai nostri princìpi fondamentali. Spetta al Legislatore, nell’ambito del dibattito politico, di collocare il cursore al giusto livello, ma il compito non è agevole : Quale controllo sui social networks ? Quali le intercettazioni da consentire ? Quale il trattamento da riservare ai detenuti radicalizzati o a quelli che rischiano di seguirli ? Il parlamento europeo deve rivedere la sua posizione circa le liste di passeggeri dei voli aerei ? E’ opportuno rivedere le regole del sistema Schengen ? eccetera…La lista è lunga ma, nonostante l’urgenza di una reazione per assicurare la sicurezza, è necessario prendere il tempo di discutere prima di qualsiasi decisione. - La libertà di pensiero e di credere – o di non credere : l’aspetto essenziale di questi princìpi è un certezza più che in passato. Gli attacchi contro i luoghi religiosi, sinagoghe o moschee, necessitano di una reazione estremamente ferma da parte della comunità internazionale. Beninteso, affinché siano condannati, ma ugualmente per costringere i responsabili politici a non stigmatizzare una intera popolazione e a non generalizzare : è il segnale che è stato dato dai manifestanti delle manifestazioni dell’11 gennaio. Il governo francese ha decretato la lotta al razzismo e all’antisemitismo una “grande causa nazionale”. Si deve infine rafforzare il dialogo con l’insieme delle comunità religiose, nel contesto della nostra Repubblica laica, per accogliere la sfida e lottare insieme contro le derive settarie che oggi vediamo così presenti. - La libertà di espressione : a mio parere l’attacco a Charlie Hebdo ha paradossalmente reso caduca l’idea secondo la quale i caricaturisti dovrebbero usare con maggior prudenza le loro matite o peggio, astenersi dall’usarle, come è stato a volte paventato in passato, come nel caso delle vignette danesi. Spetta a noi spiegare a tutti quelli che potrebbero essere scioccati da certe pubblicazioni che non sono loro stessi presi di mira e che queste corrispondono a una concezione di vita e del pensiero proprio delle nostre società. E’ ciò che ha saggiamente riconosciuto lo stesso Imam della moschea Al-Azhar in Egitto, il quale ha affermato che piuttosto che scagliarsi contro le caricature era il caso di non occuparsene. Come ha detto il Presidente della Repubblica, “La Francia non intende dare lezioni a nessun paese, ma non accetta nessuna intolleranza. Non insultiamo nessuno nel difendere le nostre idee e quando proclamiamo la libertà”. Le reazioni di tanti nostri compatrioti, in particolare tra i giovani, hanno confermato che era ugualmente necessario spiegare all’interno dei nostri stessi paesi il concetto della libertà di espressione. Un importante lavoro di pedagogia deve essere promosso nell’àmbito dell’Educazione nazionale ma anche verso le famiglie. Ricordo brevemente i princìpi fondamentali previsti dalla legislazione relativi alla libertà di espressione : o I princìpi di libertà di opinione e di espressione, di libertà di religione o di credo sono inclusi nella Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo (articolo 18 e 19), e recepiti nel Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici (ratificato da 160 Stati). o Sono collocati al centro del progetto europeo e il Consiglio degli Affari esteri ha adottato il 24 giugno 2013 le linee principali sulla libertà di religione o di credo : “La libertà di religione o di credo proteggono tutti gli individui, non le religioni o i credo in quanto tali, e comprendono ugualmente il diritto di espressione di opinione su una religione o su un credo o sul loro insieme.” o Il 1° luglio 2009, il Consiglio d’Europa, che raggruppa 47 Stati (tra i quali la Russia, la Turchia, l’Azerbaijan…) ha adottato la dichiarazione sui Diritti dell’Uomo nelle società culturalmente diverse, decretando : “La libertà di espressione non vale soltanto per le ‘informazioni’ o le ‘idee’, accolte favorevolmente o considerate inoffensive o indifferenti, ma ugualmente per quelle che turbano, che scioccano o che preoccupano lo Stato o una qualsivoglia parte della popolazione.” o Non c’è peraltro sul piano internazionale un principio di “rispetto delle religioni” o di condanna del blasfemo o della diffamazione delle religioni. I Diritti dell’Uomo proteggono gli individui e non dei sistemi di pensiero. o E’ perciò in virtù dei princìpi fondamentali che la libertà di espressione è prevista dalla legge. In Francia, secondo il Diritto applicato dal giudice, può essere limitata in certi casi : Diffamazione e ingiurie verso le persone, incitamento all’odio o alla violenza, oltraggio alla vita privata ; Negazione o apologia dei crimini contro l’umanità ; Ingiuria, diffamazione e incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza per ragioni su base religiosa, razziale, etnica o nazionale. E’ notorio che il giornale Charlie Hebdo è provocatorio nei confronti di tutte le istituzioni e di tutti i poteri. E’ la sua ragione di essere. Ma non agisce al di fuori della legge. La giustizia è stata sollecitata numerose volte, da organizzazioni di ogni orizzonte : su 48 processi intentati, il giornale è stato condannato 9 volte, essenzialmente per ingiuria. Infine, ed è l’impegno più importante da portare avanti, come lo ha sottolineato il Primo ministro Manuel Valls, dobbiamo lavorare alacremente per combattere la segregazione economica e sociale che colpisce quartieri interi della società e troppi nostri connazionali. Che certo non può giustifica gli atti criminali ma che può rappresentare un terreno fertile. Questa battaglia deve essere affrontata perché la ragione ce lo suggerisce e soprattutto perché la libertà, l’uguaglianza e la fratellanza ce lo impongono. Grazie.