I-DICE - Comune di Monterenzio
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I-DICE - Comune di Monterenzio
COMUNE DI MONTERENZIO CITTA' METROPOLITANA DI BOLOGNA COPIA DELIBERAZIONE N. 72 VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE OGGETTO: APPROVAZIONE DEL PROGETTO DI RIGENERAZIONE AMBIENTALE "I-DICE" PER IL TAGLIO DELLA VEGETAZIONE RIPARIA E LA SISTEMAZIONE DELLE SPONDE DEL TORRENTE IDICE L'anno DUEMILASEDICI, addì VENTI del mese di GIUGNO alle ore 13:30 nella Casa Comunale, convocata dal Sig. SINDACO, si è riunita la Giunta Comunale, con l'intervento dei signori: FISICAMENTE PRESENTE 1) SPADONI PIERDANTE SINDACO SI 2) CUPPINI SILVIA VICE SINDACO SI 3) DI LIETO GIUSEPPE ASSESSORE SI 4) PELLICCIARI EMANUELA ASSESSORE SI 5) TOMBA RAFFAELE ASSESSORE ESTERNO NO IN COLLEGAMENTO TELEFONICO IN VIVA VOCE O IN VIDEOCONFERENZA Partecipa il Segretario Comunale Dott.ssa LETIZIA RISTAURI il quale provvede alla redazione del presente verbale. Riconosciuto legale il numero degli intervenuti, il Sig. PIERDANTE SPADONI SINDACO assume la presidenza, dichiara aperta la seduta ed invita la Giunta a prendere in esame l'oggetto sopra indicato. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE NR. 72 DEL 20/06/2016 OGGETTO: APPROVAZIONE DEL PROGETTO DI RIGENERAZIONE AMBIENTALE "IDICE" PER IL TAGLIO DELLA VEGETAZIONE RIPARIA E LA SISTEMAZIONE DELLE SPONDE DEL TORRENTE IDICE LA GIUNTA COMUNALE Premesso che in un quadro di crescente vulnerabilità del territorio, con una intensificazione dei fenomeni piovosi, l’attività di gestione e manutenzione della rete idrografica assume un ruolo strategico per la sicurezza della comunità e dell’ambiente; Richiamata la legge regionale 14 aprile 2004, n. 7 “Disposizioni in materia ambientale. Modifiche ed integrazioni a leggi regionali” laddove dispone - all’art.13 - che “la Regione provvede alla gestione delle aree del demanio idrico garantendo la funzionalità idraulica, la salvaguardia ambientale e la finalità conservativa del bene pubblico”; Dato atto che la stessa legge dispone la competenza regionale per il rilascio delle concessioni per l'occupazione di aree del demanio idrico, in conformità agli strumenti di pianificazione di bacino, nel rispetto delle disposizioni in materia di tutela ambientale e di sicurezza idraulica previste dalla vigente legislazione; che l’Amministrazione comunale, in accordo con il competente servizio della Regione Emilia-Romagna, intende eseguire il taglio della vegetazione presente nell’alveo del torrente Idice, per consentire adeguate condizioni di sicurezza idraulica delle zone antropizzate e delle infrastrutture presenti; Considerato che gli interventi previsti nel progetto rientrano in un progetto più ampio di rigenerazione ambientale del torrente Idice, finalizzato in particolare: • a mitigare gli effetti dannosi delle erosioni dovuti ad eventi di piena che si presentano sempre più con maggiore intensità; • a migliorare il carattere ambientale del corso d’acqua, rendendolo trasparente e visibile; • ad una corretta fruizione paesaggistica del corso d’acqua, anche mediante l’individuazione di un percorso ambientale che possa essere utilizzato per la posa di infrastrutture tecnologiche a servizio della comunità; • al fattivo approntamento del progetto di parco fluviale dell’Idice, così come previsto nei vigenti strumenti urbanistici; • a migliorare la funzionalità delle numerose infrastrutture spondali esistenti, sulle quali da decenni non viene condotta alcuna manutenzione; che le criticità di carattere idraulico sono dovute alla presenza di materiale vegetale che, oltre a occludere l’alveo fluviale, determina sbarramenti in corrispondenza dei ponti, e che tali situazioni sono le maggiore responsabili delle esondazioni e delle erosioni incontrollate delle sponde fluviali; DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE NR. 72 DEL 20/06/2016 Dato atto Visto Considerato che durante i sopralluoghi eseguiti con il competente servizio della Regione Emilia – Romagna si è rilevata, inoltre la presenza in alveo di alcune piante di notevoli dimensioni a valle del ponte di via del Pino site, la cui caduta potrebbe creare notevoli problemi di sicurezza idraulica al centro urbano di Cà di Bazzone; il progetto in un unico livello redatto, ai sensi dei commi 4 e 9 dell’art.23 del D.Lgs. 50/16, dall’Arch. Patrizio D’Errigo in qualità di RUP e Responsabile dell’Area Servizi tecnici, ed è composto dalla relazione tecnica, che identifica le modalità di attuazione dell’intervento, e dalle tavole grafiche inerenti l’individuazione degli stralci d’intervento (sezioni grafiche A – T e sezioni infrastrutture 1 -14) che il progetto inquadra l’intervento sotto il profilo paesaggistico ambientale e della sicurezza idraulica, individuando le specifiche tecniche e le modalità di attuazione generali ma che, viste le peculiarità dell’intervento, non si è ritenuto praticabile la predisposizione di uno schema di contratto onnicomprensivo; che l’intervento sarà realizzato a cura dell’Amministrazione comunale sotto la supervisione del competente servizio della Regione Emilia-Romagna, titolare della gestione e tutela delle risorse idriche e delle aree del demanio fluviale, in funzione di uno specifico accordo operativo declinato nell’ambito della concessione idraulica; che l’intervento nel suo complesso è compatibile con il PTCP e con la vigente strumentazione urbanistica comunale, che inserisce le aree nella Unita di paesaggio 1 del torrente Idice, e destina le aree alla parco fluviale dell’Idice, normato dall’art.14 delle NTA; che l’Amministrazione comunale intende coinvolgere preventivamente la comunità ed il mondo dell’associazionismo, illustrando il progetto in incontri pubblici per raccogliere eventuali suggerimenti o contestazioni che possono determinare un miglioramento dell’intervento stesso; che l’intervento complessivo sarà attuato in più anni, e che l’Amministrazione comunale ha ritenuto utile attribuire un nome ed un marchio al progetto al fine di connotare e rendere riconoscibili i singoli interventi, poiché l’apposizione del marchio è un elemento unificatore e consente altresì alla collettività una corretta identificazione; che lo spunto creativo per l’attribuzione del nome e del marchio tenta di cogliere l’essenza del rapporto dell'Idice con la comunità a seguito alla realizzazione dell'intervento, caratterizzato da un ritrovato senso di appartenenza ed affezione verso luoghi che inducono alla meditazione, all’osservazione della natura ed in generale alla sensazione di benessere connesso alla fruizione di luoghi naturali, oltre ad evidenziare la predisposizione di un condotto tecnologico per il passaggio di infrastrutture dedicate alla telecomunicazione; che il nome “iDice – progetto di rigenerazione ambientale del torrente Idice” prone la scomposizione del nome evocando sia la capacità narrativa sia una nota marca di attrezzature tecnologiche destinate alla comunicazione, e che il marchio traspone in chiave grafica tali concetti; DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE NR. 72 DEL 20/06/2016 Dato atto che l’intervento, al fine di contenere il più possibile il disturbo alla fauna, è stato suddiviso in più stralci funzionali o prestazionali, i quali potranno comunque variare in funzione di specifiche necessità ravvisate; che in data 22.04.2016 prot.n.3265 è stata rilasciata l’autorizzazione paesaggistica semplificata 4AP/2016; Atteso che i primi stralci esecutivi, dato l’interesse manifestato da alcuni cittadini, saranno realizzati nell’ambito del Regolamento sulla “collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e il rinnovamento dei beni comuni” approvato con delibera del consiglio comunale n.40/15; che tale fattispecie risulta per altro compatibile con il comma 2 dell’art.189 del D.lgs 50/16 “interventi di sussidiarietà orizzontale” il quale dispone che “Per la realizzazione di opere di interesse locale, gruppi di cittadini organizzati possono formulare all'ente locale territoriale competente proposte operative di pronta realizzabilità…..”. che il progetto ipotizza un pareggio tra i costi di esbosco ed i proventi derivanti dalla vendita della biomassa a fini energetici, così come desunto dalla letteratura e dai casi esaminati, ma che i primi stralci consentiranno una effettiva quantificazione delle spese in funzione dell’effettivo stato dei luoghi, dell’impiego di personale e delle attrezzature, in quanto le variabili economiche risultano ; Considerato che a seguito della realizzazione dei primi stralci sarà possibile quantificare con più precisione il valore degli interventi e, qualora se ne ravvisasse la necessità o l’opportunità, le risorse saranno individuate ed impegnate con successivi atti, assieme alle modalità esecutive; che la scelta dei contraenti per l’affidamento degli appalti avverrà, dati gli importi esigui degli stralci, mediante procedura ordinaria e ad affidamento diretto, così come disposto dall’art.36 del D.lgs 50/16, e che comunque l’Amministrazione comunale si riserva la facoltà di valutare la realizzazione di interventi in amministrazione diretta; che l’intervento in oggetto ha il codice CUP C23G16000230005, e che in sede di eventuale acquisizione del CIG, il RUP dovrà indicare l'utilizzo della procedura ordinaria, affidamento diretto (art. 36 del Codice) o l’acquisto mediante centrale di committenza (artt.37 e 38 del Codice); che il progetto di rigenerazione ambientale rappresenta lo sforzo di alcune amministrazioni pubbliche per la valorizzazione del torrente Idice ed in ultima analisi di un territorio, e che il risultato prospettato è un efficace compromesso tra risorse, tempi, competenze e volontà di rendere visitabile, attraente e sicuro un luogo carico di valenze storico-ambientali; Dato atto che in sede di approvazione del progetto complessivo non sono stai individuati oneri per l’Amministrazione comunale, ma che in fase di successiva attuazione saranno individuati eventuali quadri economici in funzione delle modalità esecutive dei singoli stralci funzionali; DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE NR. 72 DEL 20/06/2016 Atteso che alcune ditte si sono dimostrate disponibili a realizzare gli interventi di cui agli stralci F – 6 (cimitero capoluogo) e P – 11 (palazzo di Bisano) nell’ambito del suddetto Regolamento per i beni comuni, e la proposta verrà formalizzata ed autorizzata con successivi atti; che le aree e gli interventi di cui ai suddetti stralci sono schematicamente individuati in elaborati grafici di dettaglio composti da planimetrie e sezioni tipo, e che la realizzazione di questi primi stralci potrà dare indicazioni più precise circa il valore degli interventi; Considerato che l'art. 15 della Legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni e integrazioni, prevede la possibilità di realizzare accordi tra Enti locali ed altri soggetti pubblici per l'attuazione di opere e interventi per i quali è necessaria l'azione integrata e coordinata degli Enti pubblici interessati; Ritenuto di dover procedere all'approvazione del progetto complessivo, demandando a successivi atti le autorizzazioni dei singoli stralci progettuali, le modalità organizzative e di esecuzione; opportuno richiedere ai competenti servizi della Regione Emilia-Romagna (Arpae ed Arpciv) specifiche autorizzazioni per l’esecuzione dei due stralci “pilota” così come individuati negli elaborati grafici e con le modalità precedentemente descritte; Ravvisata la necessità e l’urgenza di abbattere le piante poste a valle del ponte di via del Pino, ricorrendo direttamente all’operato del competente Servizio regionale; Acquisiti i pareri favorevoli di cui all’art. 49, comma 1, del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 espressi dal Responsabile dell’Area “Servizi Tecnici” in ordine alla regolarità tecnica e dal Responsabile dell’Area “Economico - Finanziaria” in ordine alla regolarità contabile ; Con voti favorevole ed unanimi espressi nei modi e termini di legge, DELIBERA 1. di approvare, per quanto espresso in narrativa, il Progetto in un unico livello per il taglio della vegetazione riparia del torrente Idice (codice CUP C23G16000230005) redatto, ai sensi dei commi 4 e 9 dell’art.23 del D.Lgs. 50/16, dall’arch. Patrizio D’Errigo, in qualità di RUP e Responsabile dell’Area Servizi tecnici composto dalla relazione allegata al presente atto quale parte integrante e sostanziale e dall’elaborato grafico nel quale sono indicate le sezioni d’intervento (A – T; 1 -14); 2. di dare atto che gli accordi operativi con il competente servizio della Regione EmiliaRomagna, saranno successivamente declinati nell’ambito delle autorizzazioni e delle concessioni demaniali rilasciate per la realizzazione degli interventi e la gestione dell’alveo del torrente Idice; 3. di dare atto che in sede di approvazione non sono stai individuati oneri per l’Amministrazione comunale, in quanto il progetto ipotizza un pareggio tra i costi di esbosco ed i proventi DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE NR. 72 DEL 20/06/2016 derivanti dalla vendita della biomassa a fini energetici, ma che in fase di attuazione l’eventuale necessità di risorse sarà individuata e quantificata nell’ambito delle approvazioni dei singoli stralci operativi, così come le modalità esecutive e di affidamento. 4. di dare atto dell’interesse manifestato da alcuni membri della comunità a realizzare gli interventi di cui agli stralci F – 6 (cimitero capoluogo) e P – 11 (palazzo di Bisano) nell’ambito del suddetto Regolamento sulla “collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e il rinnovamento dei beni comuni” approvato con delibera del consiglio comunale n.40/15, così come individuati negli elaborati grafici in atti conservati; 5. di richiedere espressamente l’autorizzazione per l’esecuzione degli interventi “pilota” di cui al punto 4 - finalizzati anche alla verifica del valore economico e dei costi parametrici – i quali saranno successivamente formalizzati ed autorizzati con determina dirigenziale; 6. di dare atto che la scelta dei contraenti per l’affidamento degli appalti avverrà mediante procedura ordinaria e ad affidamento diretto, così come disposto dall’art.36 del D.lgs 50/16, e che comunque l’Amministrazione comunale si riserva la facoltà di valutare la realizzazione di interventi in amministrazione diretta; 7. di richiedere al competente servizio della Regione Emilia – Romagna, ai sensi e per gli effetti della LR 7/04, il taglio e la rimozione delle piante site in alveo a valle del ponte di via del Pino, la cui caduta potrebbe creare notevoli problemi di sicurezza idraulica al centro urbano di Cà di Bazzone; 8. di attribuire il nome “iDice – progetto per la rigenerazione ambientale del torrente Idice – con il marchio allegato alla presente deliberazione al fine di connotare e rendere riconoscibile l’intervento nel suo complesso, coinvolgendo altresì la comunità ed il mondo dell’associazionismo per illustrare il progetto in incontri pubblici; 9. di inviare la presente delibera e la documentazione tecnica alla Regione Emilia – Romagna dando atto che l’intervento complessivo sarà realizzato a cura dell’Amministrazione comunale sotto la supervisione del competente servizio titolare della gestione e tutela delle risorse idriche e delle aree del demanio fluviale, in funzione di uno specifico accordo operativo declinato nell’ambito della concessione idraulica; Successivamente, con ulteriore votazione unanime, il presente atto si rende immediatamente eseguibile ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 134, comma 4, del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n° 267 Comune di Monterenzio P.zza De Giovanni 1 40050 Monterenzio Allegato alla deliberazione di giunta comunale n. 00 del 00.06.16 Il Segretario comunale (dott.ssa Letizia Ristauri) Progetto in un unico livello per il taglio della vegetazione riparia del torrente Idice Spazio riservato all’ufficio Area Servizi tecnici Servizio Lavori pubblici Titolarità intervento: Comune di Monterenzio Area Servizi tecnici Servizio lavori pubblici Progettista: Patrizio D’Errigo Relazione tecnica e documentazione fotografica Monterenzio 27.05.16 Premesse In un quadro di crescente vulnerabilità del territorio, dovuta anche all’intensificazione dei fenomeni piovosi, l’attività di gestione e manutenzione della rete idrografica assume un ruolo strategico per la sicurezza della comunità ed una corretta fruizione del territorio. L’intervento prevede in sintesi la pulizia vegetazionale dell’alveo del torrente Idice per consentire adeguate condizioni di sicurezza idraulica delle zone antropizzate e delle infrastrutture. La pulizia in progetto si configura quale opera di manutenzione straordinaria, e consentirà di programmare anche la manutenzione ordinaria della vegetazione ripariale finalizzata anche a rendere trasparente e visibile il corso d’acqua, in previsione di una rivalutazione ambientale del fiume ormai divenuta indispensabile. Le criticità di carattere idraulico sono dovute alle presenza di materiale vegetale che, oltre a occludere l’alveo fluviale, determina sbarramenti in corrispondenza dei ponti; tali situazioni sono le maggiore responsabili delle esondazioni e delle erosioni incontrollate delle sponde fluviali. La raccolta del legname e della biomassa ricavata sarà ceduta a terzi attraverso forme contrattuali riferibili al STBR od all’amministrazione Comunale, che in questo caso si propone come soggetto attuatore. L’intervento, che riveste carattere di urgenza, è finalizzato alla messa in sicurezza delle aree poste a ridosOrtofoto del tratto del torrente Idice in località Savazza so dell’asta fluviale, e consentirà di ottenere un miglioramento di carattere ambientale, avviando un programma di manutenzione ormai non più procrastinabile. Le lavorazioni in programma, inoltre, potranno migliorare la funzionalità delle numerose infrastrutture spondali esistenti, sulle quali da decenni non viene condotta alcuna manutenzione, oltre a mitigare gli effetti dannosi delle erosioni dovuti ad eventi di piena che si presentano sempre più con maggiore intensità. L'alveo e l’ambito golenale avranno benefici di carattere ambientale, migliorando la flessibilità e la capacità di contribuire alla mitigazione degli effetti erosivi oggi particolarmente evidenti in certi tratti. Programmando in questo modo le lavorazioni si eviterà di dover intervenire in "emergenza" come avvenuto l’inverno scorso per il tratto Bisano - Cà di Corradini, dove l’intervento è risultato di sicura efficacia tecnica, ma con conseguenze di carattere ambientale e paesaggistico piuttosto severe. 1 Obiettivi dell’intervento Il progetto ha l’obiettivo di mantenere in efficienza il corso del torrente Idice, individuando modalità operative che possano garantire la riduzione del rischio idraulico, degli impatti e dei costi. I corsi d’acqua a carattere torrentizio sono contraddistinti da sezioni ridotte, e la vegetazione di sponda può influenzare significativamente la capacità di smaltimento delle piene; tuttavia la stessa presenza di vegetazione assicura la stabilità delle sponde e dei versanti trattenendo le particelle di suolo tramite gli apparati radicali. Nelle aree montane, infatti, il rischio idraulico è strettamente connesso con la stabilità dei versanti; ma se da un lato la vegetazione ripariale preserva la stabilità dei versanti, dall’altro può ostacolare la funzionalità idraulica, aumentando la massa di materiale potenzialmente trasportabile dalla corrente. Per quanto riguarda i processi di deflusso, inoltre, se da un lato il rallentamento della corrente idrica indotto dalla vegetazione può avere un effetto favorevole sulla riduzione dei picchi di piena, la resistenza allo scorrimento dell’acqua può contribuire ad innalzare il livello idrico ed aumentare il rischio di esondazione. In generale gli ecosistemi ripariali risultano una risorsa per i territori che attraversano e svolgono un ruolo fondamentale in quanto: consolidano le sponde dei torrenti e dei versanti in genere; fungono da corridoio per la migrazione e lo scambio genico tra le popolazioni sia animali che vegetali; ombreggiano il corso d’acqua fonte di nutrienti per le popolazioni acquatiche, e rappresentano un filtro 2 naturale antinquinamento; rendono fruibile l’ambiente ripariale per fini ricreativi, sportivi, educativi, ludici; producono legna per fini energetici e da lavoro. La presenza di un soprassuolo specializzato opportunamente trattato, dunque, permette di contenere i fenomeni di dissesto, in quanto la quantità di radici, la distribuzione delle stesse alle differenti profondità, e le caratteristiche di resistenza determinano l’entità del rinforzo e l’opposizione ai fenomeni di movimento superficiale. È la protezione delle sponde che determina, in ultima analisi, anche la protezione degli interi versanti ed è quindi di grande importanza poter avere lungo i corsi d’acqua una costante presenza di vegetazione arborea e arbustiva, ad elevato livello di vitalità, con una efficiente e funzionale distribuzione degli apparati radicali. 2 Fattori di sicurezza idraulica Il rischio idraulico da parte di acque provenienti da corsi d’acqua è caratterizzato da due componenti: “la pericolosità”, ovvero la probabilità che accada un evento calamitoso di una certa entità, e il “danno atteso”, inteso come perdita di vite umane, beni e servizi. Le caratteristiche del torrente Idice determinano tipologie differenti di rischio idraulico in funzione della presenza o meno di aree urbane od infrastrutture. In particolare nelle zone dove il torrente è in fase di scavo si possono determinare erosioni delle sponde, con perdita di stabilità dei versanti o delle fondazioni di infrastrutture. In altri tratti possono verificarsi depositi di materiale con conseguente riduzione della sezione di deflusso e maggiori probabilità di esondazione. Durante le lavorazioni, ove necessario, saranno eseguiti dei piccoli interventi nell’alveo del torrente Idice quali la risagomatura e/o riprofilatura delle sponde o l’asportazione delle deposizioni di materiale litoide, così come indicato nelle sezioni tipo riportate nella seguente pagina. Il rischio idraulico, inteso come suscettività ai danni derivanti da fenomeni idrologici, deriva quindi da fattori naturali interagenti con fattori antropici, quali la consistenza e la natura degli insediamenti, delle infrastrutture e delle attività produttive. Il fatto che la gestione dei sistemi ripariali debba tener presente la complessità ecologica di questi ambienti, non deve essere interpretato come una limitazione al mantenimento di un adeguato livello di sicurezza idraulica, ma deve rappresentare uno stimolo alla individuazione di modalità d’intervento sostenibili, finalizzate alla limitazione del rischio. Area di erosione della sponda del torrente Idice Area di accumulo di materiale litoide nel torrente Idice 3 Piccoli interventi in alveo; schemi sezioni tipo 4 3 Contesto paesaggistico ambientale Il contesto paesaggistico dell’intervento è quello tipico delle località appenniniche di fondovalle; la valle dell’Idice, stretta e sinuosa, ha portato ad uno sviluppo dell’abitato molto frammentato direttamente collegato alla viabilità provinciale. La strada e il fiume costituiscono il vero elemento fondante del Comune di Monterenzio e negli anni hanno scandito non solo il suo sviluppo territoriale ma anche l’intera vita della comunità. Immagini del torrente Idice in aree antropizzate, esempio di pista ciclopedonale e posa di corrugato in ambito agricolo per il collegamento infrastrutturale della vallata La strada con le sue urbanizzazioni ed il fiume con le sue sponde boscate caratterizzano ormai il paesaggio di Monterenzio, dove comunque la natura rimane preponderante rispetto alle parti antropizzate. L’ambiente ripariale del torrente Idice rappresenta un elemento qualificante del paesaggio e per la comunità; un intervento di sistemazione spondale offre la possibilità di rendere i luoghi visitabili e facilmente fruibili per attività turistico ricreative, aumentando nel visitatore la consapevolezza del ruolo e della funzione della natura; i percorsi e le sponde, infatti, possono essere luoghi privilegiati dai quali osservare sia il paesaggio che il fiume. L’intervento rappresenta una primo passo verso l’attuazione del progetto del parco fluviale, in particolare la sistemazione delle sponde potrà fornire spunti significativi per l’approntamento di un progetto complessivo di riappropriazione di una risorsa naturale così importante per la collettività. La possibilità di utilizzare come sentieri ciclopedonali le piste di esbosco, dunque, conferisce al sistema naturale del torrente Idice anche una valenza ricreativa, accrescendo di fatto i benefici materiali ed immateriali derivanti da una corretta gestione del corso d’acqua. Al fine di creare una continuità dei percorsi potranno essere realizzati guadi raso per attraversare l’alveo 5 del torrente Idice, i quali però saranno oggetto di specifica autorizzazione amministrativa. Il percorso ciclopedonale non è attualmente identificabile in quanto la modellazione del sentiero non prevede specifiche lavorazioni, se non l’eventuale sistemazione o compattazione del fondo affinché il tragitto sia facilmente percorribile. Il tragitto sarà dunque verificato sul campo in funzione delle piante da abbattere e delle minori lavorazioni; durante l’esecuzione – se saranno individuate le necessarie risorse - potranno essere posati lungo le piste ciclopedonali condotti tecnologici interrati in corrugato con relativi pozzetti di diametro ipotizzabile in 125 cm, utili a consentire il passaggio di cavi elettrici o la fibra ottica. Esempio guado raso e di tratto di pista ciclopedonale lungo il torrente Idice 4 Criteri per l’attuazione degli interventi sulla vegetazione Il progetto prevede l’individuazione di più stralci d’intervento, in funzione della presenza di aree antropizzate ed infrastrutture della viabilità. Le aree d’intervento (dalla lettera A alla lettera T individuate nelle planimetrie allegate) sono caratterizzata dalla presenza di 14 ponti o attraversamenti fluviali significativi e sono esclusivamente aree demaniali; con il consenso delle proprietà interessate saranno individuati eventuali accessi alle aree d’intervento, così come potranno essere effettuati tagli selettivi laddove il PSAI individua le aree ad alta probabilità d’inondazione, di cui al seguente punto 5. Per la realizzazione dell’intervento in generale verranno applicati i criteri generali taglio delle piante previsti dalle prescrizioni di massima e di polizia forestale e dal successivo punto 5, ed in fase di esecuzione verranno correttamente individuati gli accorpamenti degli stralci funzionali; in particolare si valuterà, al fine di minimizzare gli impatti, se Sovrapposizione CTR, sarà possibile programmare gli inortofoto e PSAI, con terventi in periodi e tratti alterni sulindividuazione dell’alveo del torrente Idice le sponde opposte, evitando i pein prossimità della piscina comunale, e riodi non compatibili con la compodelle zone ad alta nente dell’avifauna, ovvero a nidifiprobabilità di inondazione in rosso cazione terminata. 6 Prima dell’inizio delle operazioni di manutenzione saranno sommariamente individuate le piante da rimuovere. In corrispondenza dei ponti o di infrastrutture a rischio, tenuto conto delle indicazioni generali, si ipotizza il taglio raso della vegetazione per un tratto massimo di 100 m a monte ed a valle del manufatto stesso; tuttavia potranno essere mantenuti gli individui prossimi all’alveo quando costituiscono, con l’apparato radicale, ambienti necessari alla protezione della fauna acquaiola e dell’ittiofauna. Al fine di favorire la valenza estetica paesistica del soprassuolo boschivo occorrerà favorire con il taglio le specie autoctone tipiche dell’ambiente ripariale, mantenendo, per quanto possibile una struttura articolata, sia orizzontale che verticale e favorendo la mescolanza di soggetti di specie e/o di età diverse senza uno schema prefissato. L’intervento dovrà mantenere elevati livelli di ombreggiamento mantenendo piante mature che non presentano problemi di stabilità sia per limitare le specie infestanti sia per contenere il riscaldamento dell’acqua conseguente all’aumento dell’irraggiamento. Il taglio dovrà altresì favorire sia la costituzione di percorsi ciclopedonali lungo il corso d’acqua, sia l’accessibilità alle zone più facilmente fruibili dall’utenza; potranno altresì essere costituiti spazi con esclusiva copertura erbacea, anche di modesta superficie, che si affacciano sul corso d’acqua. Al fine di valorizzare il soprassuolo con funzionalità di enclave e corridoio ecologico, sarà necessario escludere dal taglio una parte consistente di piante morte in piedi il cui eventuale crollo non costituisce comunque ostacolo al deflusso. Appare evidente, sotto questo profilo, l’importanza di pianificare a scala di bacino gli interventi di manutenzione degli alvei, per i quali dovrà essere determinata una periodicità che limiti al massimo quelli di carattere straordinario e individui accessi e imposti adeguati al fine di ottimizzare l’organizzazione dei cantieri di raccolta, considerato che in base alla letteratura, riferibili a interventi di gestione, indicano mediamente che in funzione di alcune variabili, oscilla tra 40 e 60 m3 ad ettaro di biomassa fresca. Facendo riferimento alla letteratura inerente la perdita progressiva di flessibilità dei ricacci delle piante legnose, l’intervallo di tempo tra due interventi straordinari successivi in alveo può ragionevolmente variare tra i 7 e i 10 anni, in funzione della maggiore o minore rapidità di accrescimento delle specie presenti. Esempio di interventi di taglio della vegetazione ripariale Esempio di percorso ciclopedonale costituito attraverso il taglio della vegetazione Esempio taglio vegetazione ripariale; immagini ante e post intervento 7 5 Criteri per l’individuazione delle piante da abbattere In linea generale l’intervento prevede l’eliminazione della vegetazione che invade l’alveo, mentre per quella riparia occorre mantenerla in condizioni giovanili vicino all’alveo e lasciarla sviluppare via via che ci si allontana dall’alveo; sotto il profilo operativo si ritiene opportuno salvaguardare le specie tipicamente riparie e pertanto resistenti alla sommersione delle radici (pioppi, salici, ontani) e di eliminare le specie invasive che non sopportano la sommersione, quali la robinia. La metodologia che appare più ragionevole e utile consiste nell’individuare i tratti di asta del torrente Idice che necessitano di maggiori attenzioni per quanto concerne la riduzione del rischio idraulico. Per questi tratti è opportuna una valutazione attenta della composizione specifica, del livello di senescenza delle piante e della loro velocità di accrescimento nell’ambito delle fasi giovanili. Allo scopo occorre individuare visivamente, in senso trasversale all’asse del torrente, almeno tre zone che richiedono una diversa operatività: a) l’alveo di modellamento, cioè quello interessato dalle piene con tempo di ritorno di 2-5 anni; b) le sponde dell’alveo di modellamento; c) il tratto compreso tra le sponde di cui al punto precedente, e il limite delle piene con tempo di ritorno cinquantennale, così come individuate nel PSAI. L’obiettivo generale dovrà essere quello di evitare la costituzione di ostacoli rigidi e ingombranti nella zona a) di assicurare una presenza della vegetazione in maniera continua ma controllata in quella b) mentre nella c) l’intervento potrà assumere sempre meno prerogative legate alla diminuzione del rischio idraulico per privilegiare la valorizzazione della naturalità dell’ambiente ripariale. Per quanto concerne nel dettaglio la tipologia d’intervento in funzione delle suddette zone: a) garantire il mantenimento delle sezioni minime di deflusso attraverso il taglio di tutta la vegetazione ritenuta non flessibile, lasciando tutta la vegetazione erbacea e arbustiva, tagliando tutte le piante legnose con diametro, a mt 1,60 da terra, >4 cm. b) mantenere un costante e continuo presidio arboreo-e/o arbustivo con apparati radicali in grado di proteggere le sponde dall’erosione favorendo al contempo l’ombreggiamento del corso d’acqua. Andranno quindi diradate le ceppaie con molti polloni e quelle molto ampie, cercando in generale di mantenere gli individui giovani e vitali e tagliando quelli con segni di invecchiamento, branche seccaginose, scarsa stabilità ecc. Questo modo di operare porta quasi sempre alla costituzione di filari di ceppaie o singoli individui paralleli al corso d’acqua. Se questo andamento appare eccessivamente monotono, nella scelta delle piante da rilasciare acquisterà maggior peso la diversità della specie, la differente statura delle piante, la diversa posizione dei polloni all’interno della ceppaia. c) allontanandosi dall’alveo, la necessità di avere piante che si flettono tende a diminuire ma se da un lato una vegetazione densa e rigida ha un’ottima efficacia per la protezione del suolo, dall’altro può contribuire a creare turbolenze e ad innalzare il livello dell’acqua. Si presume che il diradamento conseguente l’intervento possa oscillare tra il 30 ed il 40% della copertura. Particolare attenzione verrà posta a monte di restringimenti di sezione, come ad esempio le luci dei ponti, dove l’ostruzione causata da tronchi fluitati potrebbe essere causa di gravi inconvenienti, pertanto si procederà ad un taglio più intenso delle piante in condizioni precarie. La scelta delle piante da abbattere cadrà sugli individui che, da un’analisi visiva, evidenziano segni di instabilità (presenza di lesioni, marciumi, marcati disseccamenti della chioma, ecc.) e su quelli che per densità e posizione reciproca sono in grado di favorire l’accumulo dei detriti legnosi di grosse dimensioni. Considerata la morfologia delle sponde, un criterio da seguire potrebbe essere quello di individuare sulla sponda la pianta o la ceppaia da mantenere e tagliare la pianta che risulta distante da questa < 2 mt. L’intervento, nel complesso, dovrà mirare a selezionare soggetti giovani e vigorosi ed una densità e distribuzione che permetta la contemporanea presenza di specie arbustive; in particolare i parametri della singola pianta che ne determinano l’abbattimento o meno devono considerare: 1 l’ostacolo che la pianta esercita nei confronti del deflusso delle piene di riferimento; 2 l’azione di accumulo del materiale fluitato; 3 per quanto riguarda le piante morte in piedi o sicuramente deperienti, quelle poste all’interno dell’alveo delle piene cinquantennali oppure se, crollando, possono ostruire l’alveo di modellamento; 4 di favorire le specie autoctone tipiche dell’ambiente ripariale; 5 il diradamento di ceppaie troppo dense con l’obiettivo di regolarizzare la copertura, di ridurre la concorrenza tra i polloni, e quando possibile di rinnovare la ceppaia agevolando l’emissione di nuovi polloni; 6 il mantenimento degli individui prossimi all’alveo, quando costituiscono con l’apparato radicale, ambienti necessari alla protezione della fauna acquaiola e dell’ittiofauna, e quando appartengono a specie con fruttificazioni appetite dalla fauna; 7 la copertura delle fronde del corpo idrico, utile a limitare il riscaldamento dell’acqua conseguente all’aumento dell’irraggiamento; 8 8 l’esclusione dal taglio delle piante morte in piedi di ridotte dimensioni, il cui eventuale crollo non costituisca ostacolo al deflusso delle piene di riferimento. Tale scelta deve essere tesa ad agevolare popolazioni di organismi detritivori necessari alla conservazione di un elevato livello di biodiversità; 9 il pericolo per la circolazione stradale; 10 il taglio delle specie alloctone Robina pseudoacacia in particolare, va valutato con grande attenzione al fine di limitare il riscoppio di polloni radicali o di vegetazione infestante (rovi, canne ecc.). Considerata anche la discreta vitalità delle piante adulte, soprattutto di quelle più distanti dall’asta del torrente, sarà valutato il taglio delle piante di più piccole dimensioni, lasciando una copertura continua fornita dagli individui più grandi. 6 Contestualizzazione normativa dell’intervento Il DPR 14.04.1993 “Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni recante criteri e modalità per la redazione dei programmi di manutenzione idraulica e forestale” è uno dei pochi atti normativi che riguarda le manutenzioni ordinarie da eseguirsi in alveo o sulle opere idrauliche ricadenti sullo stesso. Per quanto concerne la vegetazione viene indicato come intervento manutentorio la “rimozione dalle sponde e dagli alvei attivi delle alberature che sono causa di ostacolo al regolare deflusso delle piene ricorrenti, con periodo di ritorno orientativamente trentennale …… nonché delle alberature pregiudizievoli per la difesa e conservazione delle sponde, salvaguardando ove possibile, la conservazione dei consorzi vegetali che colonizzano in maniera permanente gli habitat riparii e le zone di deposito alluvionale adiacenti”. Il testo prevede anche il taglio della vegetazione sulle scarpate degli argini, sulle opere accessorie a questi ultimi e sulle banchine, nonché la rimozione dei tronchi d’albero dalle luci di deflusso dei ponti o in altre opere d’arte. Per quanto concerne la Regione Emilia Romagna lo strumento normativo che regola l’attuazione degli interventi nella rete idrografica è il PSAI, redatto ai sensi della legge 267/98, il quale tuttavia non prevede specifiche disposizioni se la necessità di richiedere l’autorizzazione all’autorità idraulica competente (STBR). Nella redazione del presente progetto, anche se il corso del torrente Idice non è vincolato, si è tenuto conto del “Disciplinare tecnico per la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua naturali ed artificiali e delle opere di difesa della costa nei siti della rete natura 2000 (SIC e ZPS)” che invece detta disposizioni specifiche per quanto riguarda la manutenzione della rete idrografica nelle aree vincolate; tali indicazioni sono comunque state valutate nell’ambito della redazione del presente progetto. Stralcio tavola PTCP con individuazione torrente Idice ed indicazione delle areae di tutela fluviale Stralcio tavola PRG in scala 1/5000 con indicazione della unità di paesaggio 1 “paesaggio del torrente Idice” 9 Stralcio tavola PRG in scala 1/2000 con indicazione della zona di parco fluviale, ai sensi dell’art.14 delle NTA Sotto il profilo del vincolo paesaggistico, in generale l’art. 149 del D.lgs. 42/04 dispone che “fatta salva l'applicazione dell'articolo 146, comma 4, lettera a) non è comunque richiesta l'autorizzazione prescritta dall'articolo 146, dall'articolo 147 e dall'articolo 159:…… b) per gli interventi inerenti l’esercizio dell’attività agro-silvo-pastorale che non comportino alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili, e sempre che si tratti di attività ed opere che non alterino l’assetto idrogeologico del territorio; c) per il taglio colturale, la forestazione, la riforestazione, le opere di bonifica, antincendio e di conservazione da eseguirsi nei boschi e nelle foreste indicati dall'articolo 142, comma 1, lettera g), purché previsti ed autorizzati in base alla normativa in materia”. Da una prima analisi l’intervento sembrerebbe esente da autorizzazione, tuttavia il D.P.R. 139/10 sottopone a procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica gli interventi di lieve entità tra i quali (n.33) i tagli selettivi di vegetazione ripariale presente sulle sponde o sulle isole fluviali. Dal combinato disposto delle norme, in apparente contraddizione, si può ritenere che solo alcuni interventi di manutenzione della vegetazione riparia non debbono essere sottoposti all’autorizzazione, neppure nella forma semplificata ed in particolare gli interventi: all’interno dell’alveo e, nei casi di necessità idraulica, entro una fascia di 10 metri dal ciglio di sponda; di manutenzione colturale della vegetazione forestale che possa costituire effettivo pericolo per l’ostruzione della sezione idraulica o nel caso di dimostrata necessità connessa a motivi di sicurezza idraulica, tagli manutentivi eseguiti in conformità al regolamento PF eseguiti oltre i 10 metri dalla sponda. In considerazione di quanto esposto è stata richiesta l’autorizzazione paesaggistica semplificata 4AP/2016, rilasciata la in data 22.04.2016 prot.n.3265. L’intervento nel suo complesso è compatibile con il PTCP e con la vigente strumentazione urbanistica comunale, che inserisce le aree nella Unita di paesaggio 1 del torrente Idice, e destina le aree alla parco fluviale dell’Idice, normato dall’art.14 delle NTA. 7 Produzione da biomassa per uso energetico e sostenibilità economica La fattibilità dell’intervento è legata anche alla sua sostenibilità economica, ed alla individuazione delle risorse necessarie. Al fine di individuare correttamente le modalità di affidamento del servizio, partendo dal presupposto che la vegetazione ripariale può essere destinata alla produzione di energia (legna da ardere o cippato), sono stati individuati alcuni parametri economici che influenzano la sostenibilità l’intervento. Dalle verifiche sui dai dati disponibili in letteratura ed in internet, il costo di intervento per la manutenzione ordinaria di un torrente risulta rilevante, in quanto il taglio selettivo e l’esbosco sono condizionati, oltre che dai costi di produzione, anche dalle peculiarità orografiche della valle dell’Idice. Per semplificare i termini d’intervento si è ipotizzato l’abbattimento delle piante con motosega, l’esbosco con un sistema composto da trattore e verricello, dove le piante intere sono trascinate dal verricello applicato ad un trattore a livello della strada, sulla banchina se disponibile, altrimenti appena sotto la sede stradale; successivamente il trasporto e la cippatura del legname. Dai dati reperiti si ipotizza un prezzo di vendita del cippato all’imposto di circa 40 €/t, mentre per quanto riguarda i costi di produzione e le spese generali di ipotizza un costo di mano d’opera oscillante tra 15/20 €/t lordi, comprensivo dei tempi cosiddetti morti, ed un costo oscillante tra 20/25 €/t per esbosco e cippatura. comprensivo di nolo macchinari, spese vive e mano d’opera. In considerazione di quanto esposto non si è certi della sussistenza di margini di reddittività dell’intervento in quanto tali valori fanno riferimento a casistiche generali e sono fortemente condizionati dalla accessibilità dei luoghi e dalla facilità di lavorazione, pertanto è si provvederà a valutare l’effettiva sostenibilità economica durante l’esecuzione dei primi stralci pilota. 10 8 Dimensionamenti e proprietà dei terreni L’attività di manutenzione viene svolta prevalentemente su proprietà demaniale, anche se l’intervento consente – previa disponibilità delle proprietà interessate – anche il taglio in aree private. Per quanto concerne i dati dimensionali il tratto del torrente Idice nel comune di Monterenzio ha una lunghezza di circa 15 km; la superficie complessiva delle aree demaniali risulta di circa 100 ettari, mentre da un calcolo approssimativo si può ritenere che la superficie occupata dall’alveo di scorrimento del torrente Idice nel territorio comunale ammonti a circa 20 ettari; dalle verifiche sommarie effettuate si ritiene che la superficie d’intervento ammonti approssimativamente ad 80 ettari. Il D.P.R. 14/04/1993 indica che l’attività di manutenzione è da effettuarsi sulla vegetazione interessata da una piena con tempo di ritorno orientativamente trentennale, mentre il Codice Civile, all’art. 822, definisce, tra gli altri, quali beni demaniali i “ i fiumi, i torrenti, … e le altre acque definite pubbliche dalle leggi in materia” per i quali il limite dell’alveo, in conformità con la Circolare n. 780 del 28.2.1907 del Ministero dei Lavori Pubblici, viene determinato in base al livello corrispondente alla portata di piena ordinaria con tempo di ritorno biennale. 8 Gestione dei residui delle lavorazioni Il D.lgs. 152/2006 specificava, all’articolo 185 comma h, che i materiali vegetali non contaminati da inquinanti provenienti da alvei di scolo e irrigui, non sono soggetti alle norme in materia di gestione dei rifiuti previste dallo stesso Decreto legislativo; tale articolo è stato soppresso dal D.lgs. 205/2010. Tale ultimo D.lgs. all’articolo 13 comma 1 lettera F prevede la non assoggettabilità alle norme in materia di rifiuti previste dal D.lgs. 152/2006 degli sfalci, delle potature, nonché di altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso utilizzati in agricoltura e nella selvicoltura. Questo sgombra il campo dal dubbio che siano rifiuti, ma dal punto di vista operativo restano comunque da gestire i residui delle lavorazioni che devono essere sistemati in maniera tale da non arrecare disturbo al regolare defluire delle acque. I materiali di risulta devono esser allontanati dall’alveo, posizionati almeno a 4 m dal ciglio della sponda e possono essere cippati o bruciati previa comunicazione alla polizia municipale e al di fuori del periodo di pericolosità di incendio (dal 1 luglio al 31 Agosto). Motivi di accessibilità e di sostenibilità economicoambientale dell’intervento frequentemente rendono indispensabile l’abbruciamento in loco delle ramaglie, e spesso anche del materiale di maggiori dimensioni, come d’altra parte previsto dal Disciplinare attuativo. l’abbruciamento dei residui vegetali nei boschi e nelle aree assimilate è soggetto ad autorizzazione provinciale o della Comunità Montana (ora Unione dei Comuni). 10 Indicazioni operative inerenti l’esecuzione dell’intervento L’intervento sarà realizzato a cura dell’Amministrazione comunale sotto la supervisione del STBR in funzione di uno specifico accordo operativo, declinato nell’ambito della autorizzazione idraulica. L’intervento al momento è suddiviso in più stralci funzionali, così come indicato negli elaborati grafici, anche al fine di contenere il più possibile il disturbo alla fauna. L’individuazione degli stralci è tuttavia indicativa e potrà variare in funzione di specifiche necessità ravvisate; l’avvio delle attività sarà comunque oggetto di determina dirigenziale che individuerà le aree di intervento, le modalità esecutive e di affidamento. Al fine di avviare i primi stralci, anche in relazione di quanto affermato al punto 7, per l’individuazione del soggetto esecutore, si ritiene plausibile il ricorso al Regolamento sulla “collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e il rinnovamento dei beni comuni” approvato con delibera del consiglio comunale n.40/15. Tale fattispecie risulta per altro compatibile con il comma 2 dell’art.189 del Codice “interventi di sussidiarietà orizzontale” il quale dispone che “Per la realizzazione di opere di interesse locale, gruppi di cittadini organizzati possono formulare all'ente locale territoriale competente proposte operative di pronta realizzabilità…..”. Qualora si ravvisasse la necessità o l’opportunità di impegnare risorse per l’esecuzione degli interventi, queste saranno individuate in successivi atti, assieme alle modalità esecutive. Per quanto concerne le modalità di scelta del contraente, considerato che gli importi degli stralci saranno presumibilmente piuttosto esigui, si ritiene di affidare l’appalto mediante procedura ordinaria od affidamento diretto così come disposto dall’art.36 del D.lgs 50/16, assecondando quanto dispone il Codice dei contratti in merito alla partecipazione agli affidamenti alle microimprese, piccole e medie imprese. L’Amministrazione comunale comunque si riserva la facoltà di valutare la realizzazione di interventi in amministrazione diretta, tenuto conto anche dell’ultimo comma dell’art.3 del Dlgs 50/16; eventuali variazioni od economie ottenute sui singoli stralci potranno essere riutilizzati nell’ambito del progetto al fine di migliorarne le condizioni di fruibilità. 11 11 Conclusioni Riuscire a conciliare gli aspetti legati alla sicurezza idraulica con quelli della conservazione dell’ambiente ha richiesto una grande attenzione soprattutto nella messa a punto delle metodologie di intervento. L’individuazione di stralci operativi, modalità di intervento e di affidamento, andranno calibrati anche in funzione della presunta risposta della fauna ittica e ornitica alle azioni di disturbo generate, ipotizzando una prima fase di monitoraggio, nella speranza che gli accorgimenti volti a minimizzare gli impatti possano lasciare inalterate le caratteristiche biogeniche dell’ambiente fluviale. La fattibilità economica dell’intervento, in un periodo di scarsità di risorse, risiede in un presunto equilibrio tra la vendita di materiale per uso energetico ed i costi sostenuti dall’impresa o nella individuazione di risorse o modalità di intervento alternative; è però opportuno ricordare che gli interventi sulla vegetazione ripariale sono prescritti dalla legge e hanno lo scopo prioritario e fondamentale di prevenzione per la messa in sicurezza del territorio, e quindi il beneficio economico deve essere valutato in questo contesto; appare altresì evidente l’importanza di pianificare a scala di bacino gli interventi di manutenzione degli alvei, per limitare al massimo la periodicità degli interventi a carattere straordinario. L’ambiente ripariale del torrente Idice, inoltre, rappresenta un elemento qualificante del paesaggio e per la comunità. L’intervento di sistemazione spondale offre la possibilità di rendere i luoghi visitabili e facilmente fruibili per attività turistico ricreative, anche attraverso l’utilizzo delle piste di esbosco, attribuendo ad una corretta gestione del corso d’acqua indiscutibili benefici di carattere materiali ed immateriali. Il Responsabile dell’Area Servizi tecnici Arch. Patrizio D’Errigo (Documento informatico firmato digitalmente ai sensi del D.Lgs n. 82/2005 modificato ed integrato dal D.Lgs. n. 235/2010, del D.P.R. n.445/2000 e norme collegate, il quale sostituisce il documento cartaceo e la firma autografa) Allegato: Planimetria con individuazione stralci d’intervento 12 Tratto del torrente Idice nel centro urbano del Capoluogo Tratto del torrente Idice in località La Rocca 13 Tratto del torrente Idice in località Alberobuco Tratto del torrente in prossimità del centro urbano di Bisano 14 Tratto del torrente Idice in località Ca’ di Corradini Tratto del torrente Idice in prossimità di San Benedetto del Querceto 15 ALLEGATO ALLA DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE NR. 72 DEL 20/06/2016 OGGETTO: APPROVAZIONE DEL PROGETTO DI RIGENERAZIONE AMBIENTALE "I-DICE" PER IL TAGLIO DELLA VEGETAZIONE RIPARIA E LA SISTEMAZIONE DELLE SPONDE DEL TORRENTE IDICE Allegato alla deliberazione di giunta comunale n. 72 del 20.06.2016 Il Segretario comunale (dott.ssa Letizia Ristauri) Marchio e logo del progetto complessivo di rigenerazione ambientale del torrente Idice COMUNE DI MONTERENZIO CITTA' METROPOLITANA DI BOLOGNA P.zza G. De Giovanni n°1 - 40050 Monterenzio Telefono 051/92.90.02 - Fax 051/6548992 E-mail: [email protected] PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE Area Servizi Tecnici Proposta numero 84 del 20/06/2016 OGGETTO: APPROVAZIONE DEL PROGETTO DI RIGENERAZIONE AMBIENTALE "I-DICE" PER IL TAGLIO DELLA VEGETAZIONE RIPARIA E LA SISTEMAZIONE DELLE SPONDE DEL TORRENTE IDICE Art. 49, comma 1, del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n.267 PARERE DI REGOLARITA' TECNICA ESPRESSO DAL RESPONSABILE DELL'AREA X favorevole Monterenzio, 20/06/2016 non favorevole Osservazioni: ____________________________________________________________________ IL/LA RESPONSABILE F.to D'ERRIGO PATRIZIO ************************************************************************************** PARERE DI REGOLARITA' CONTABILE ESPRESSO DAL RESPONSABILE DELL'AREA 'ECONOMICO-FINANZIARIA' Monterenzio, 20/06/2016 non favorevole X favorevole Osservazioni: ____________________________________________________________________ IL RESPONSABILE DELL'AREA 'ECONOMICO-FINANZIARIA' F.to MANDINI DAVIDE Letto, approvato e sottoscritto. Il Sindaco F.to Spadoni Pierdante Il Segretario Comunale F.to Dott.ssa Ristauri Letizia ************************************************************************************** Il sottoscritto Segretario Comunale, visti gli atti d'ufficio, ATTESTA che la presente deliberazione viene pubblicata nel sito informatico di questo Comune (www.comune.monterenzio.bologna.it), ai sensi dell'art. 32, comma 1, della Legge 18 giugno 2009, n. 69, per quindici giorni consecutivi dal 24 giugno 2016 al 09 luglio 2016 Il Segretario Comunale Lì, 24 giugno 2016 F.to Dott.ssa Ristauri Letizia ************************************************************************************** La presente deliberazione è stata trasmessa: con prot. n. 5371 in data 24 giugno 2016 ai CAPIGRUPPO CONSILIARI (art.125 - comma 1 X Decreto Legislativo 267/2000); Istruttore Amministrativo F.to Gubian Morena ************************************************************************************** CERTIFICATO DI ESECUTIVITA' La presente deliberazione è divenuta esecutiva dopo il decimo giorno dal termine della pubblicazione (art.134 - comma 3 - Decreto Legislativo 267/2000); X La presente deliberazione è stata dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dell'art.134 - comma 4 - Decreto Legislativo 267/2000; Monterenzio, lì 20/06/2016 Il Segretario Comunale F.to Dott.ssa Ristauri Letizia ************************************************************************************** La presente e' stata ratificata con deliberazione del Consiglio Comunale n.____ del ___________ Istruttore Amministrativo F.to Gubian Morena