MANUTENZIONE

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MANUTENZIONE
Lemma: MANUTENZIONE
ETIMOLOGIA E DEFINIZIONE
ETIMOLOGIA
Manutenzione:
1. Dal lat. mediev. manutentio –onis, der. di manu tenere, tenere con mano (coniugato come tenere), tenere
una cosa in modo che duri a lungo, rimanga in essere, in efficienza (Treccani, 1973).
DIZIONARI ED ENCICLOPEDIE
Manutenzione
1.“Complesso delle operazioni necessarie a conservare la conveniente funzionalità ed efficienza” dove per
funzionalità si intende “la rispondenza a specifiche esigenze” e per efficienza “la capacità costante di
rendimento e di rispondenza alle proprie funzioni o ai propri fini” (Duro, 1989).
2.“Il mantenere in buono stato, specialmente quell’insieme di operazioni che vanno effettuate per tenere
sempre nella dovuta efficienza funzionale, in rispondenza agli scopi per cui è stato costruito, un edificio, una
strada, una nave, una macchina, un impianto ecc. Manutenere è quindi sinonimo di conservare, ma mette più
chiaramente in rilievo l’intenzione, l’opera, i mezzi volti a tal fine” (Treccani, 1973).
3.“Atto, effetto del mantenere q.c. efficiente e in buono stato” (Zingarelli, 1986).
4.“Insieme delle operazioni che vanno effettuate per tenere sempre nella dovuta efficienza funzionale, in
rispondenza agli scopi per cui è stato costruito, un edificio, una strada , una macchina, un impianto” (Devoto,
Oli, 1971).
Instandhaltung (Tedesco), “tenere qc in buono stato, provvedere alla manutenzione di qualcosa”, Kompakt
Wörterbuch, Dizionari di tedesco, De Agostini, Novara 1996
Unterhaltung (Tedesco) gebäudes, ossia edifici, “manutenzione degli edifici” (Langenscheidts,
Handwörtebuch, Deutsch-Italienisch, Berlin, 1972
Maintenance (Inglese)
-“The Maintenance of a building (..) is the process of keeping it in good condition by regularly checking it
and repairing it when necessary”. (Collins Cobuild, 2005)
-“To keep in proper condition, to keep in beeing”, (OUD, 1974).
Maintenance (Francese), “Manutenzione, riparazione” riferito ai materiali ed agli edifici (maintenance du
batiment) (Boch, 2000)
Entretien (Francese), “Mantenimento, Riparazione, Manutenzione di edifici, impianti, strade” (Ghiotti,
1990)
DEFINIZIONE NELLA NORMATIVA TECNICA
Le definizioni selezionate sono soprattutto riferite all’ambito italiano ed alla normativa anglosassone che per
prima, già a partire dagli anni’60, si è preoccupata di definire la terminologia relativa alla Manutenzione
edilizia.
NORME COGENTI DI RIFERIMENTO
Manutenzione: “Combinazione di tutte le azioni tecniche, specialistiche ed amministrative, incluse le azioni
di supervisione, volte a mantenere o a riportare un’opera o un impianto nella condizione di svolgere la
funzione prevista dal provvedimento di approvazione del progetto”(DPR 554/1999)1.
1
DPR 554/1999: Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109, e
successive modificazioni.
Interventi di Manutenzione ordinaria: “opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture
degli edifici, nonché quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici
esistenti”(L.457/78)2.
Interventi di Manutenzione straordinaria: “opere e modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti
anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico - sanitari e tenologici,
sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche
delle destinazioni d’uso”(L.457/78).
Manutenzione urbana: “i provvedimenti idonei a garantire la costante efficienza e funzionalità dei servizi e
degli insediamenti urbani, pubblici e privati”(TU 2001).
Manutenzione del territorio: “i provvedimenti idonei a garantire la costante attuazione delle disposizioni
relative alla tutela del territorio, alla prevenzione dei rischi derivanti da calamità naturali, e al contrasto dei
fenomeni di degrado del territorio medesimo”(TU 2001).
Piano di manutenzione: documento complementare al progetto esecutivo che prevede, pianifica e
programma, tenendo conto degli elaborati progettuali esecutivi effettivamente realizza l’attività di
manutenzione dell’intervento al fine di mantenere nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità,
l’efficienza ed il valore economico (L.109/94)3.
NORME RACCOMANDATIVE DI RIFERIMENTO
Manutenzione:
1. “Combinazione di tutte le azioni tecniche e relative azioni amministrative finalizzate a mantenere un
elemento, o a ripristinarlo, allo stato nel quale può esprimere la funzione richiesta”(BS 38114).
2. “Opera differente dalla pulizia giornaliera e di routine, necessaria per mantenere le prestazioni
dell’edificio ed i suoi servizi”(BS 8210:1986).
3.“Combinazione di tutte le azioni tecniche ed amministrative, incluse le azioni di supervisione, volte a
mantenere o a riportare un’entità in uno stato in cui possa eseguire la funzione richiesta”(UNI 9910).
Articolazione del termine in ambito normativo:
Manutenzione migliorativa: insieme delle azioni di miglioramento o piccola modifica che salvaguardano
ma non incrementano il valore patrimoniale di un’entità (UNI 10147).
Manutenzione secondo condizione: è una manutenzione preventiva eseguita a seguito di verifiche dello
stato di funzionamento dell’elemento condotte attraverso l’analisi di prestazionali.specifici parametri (UNI
10147).
Manutenzione predittiva: è una Manutenzione preventiva effettuata a seguito dell’individuazione e della
misurazione di uno o più parametri e dell’estrapolazione secondo i modelli appropriati del tempo residuo
prima del guasto (UNI 10147).
Manutenzione di opportunità: è l’insieme delle operazioni di manutenzione condotte in forma sequenziale
o parallela su più componenti in corrispondenza di una opportunità di intervento tale da realizzare sinergie e
sincronie nell’impiego di risorse economiche, tecniche e organizzative (UNI 10147).
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L. 457/1978: “Norme per l’edilizia residenziale”, Categorie di intervento (comma I, art. 31, titolo IV).
L.190/94: Legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio, e successive modificazioni, art. 48.
BS 3811, British Standard, 1984, Glossario dei termini di gestione e manutenzione utilizzarti in
terotecnologia . Tale norma è un aggiornamento della BS 3811 del 1964 che definiva la Manutenzione come
“Combinazione di attività svolte per conservare o riportare un oggetto in condizioni accettabili”.
INTRODUZIONE SUL CONCETTO DI MANUTENZIONE
Il termine Manutenzione significa letteralmente l’insieme delle operazioni necessarie a mantenere un oggetto
in stato di efficienza ed è pertanto strettamente connesso al mantenimento ed alla conservazione.
Il concetto di Manutenzione è sempre stato presente nel patrimonio tecnico-culturale dell’edilizia poiché gli
edifici erano destinati a “durare nel tempo”, per cui la Manutenzione esisteva soprattutto a livello di cultura
materiale.
Prima della rivoluzione tecnologica la Manutenzione è una pratica di riparazione, collegata alla buona
amministrazione del costruito, al buon governo, motivata da un lato dal criterio economico (più si aspetta,
più si spende), dall’altro con l’esigenza di conservazione (più si attende, più le parti originali vanno perdute).
Il saper fare non possedeva spiegazioni comunicabili in forma scientifica e la pratica si apprendeva solo in
cantiere, finchè non si è attribuito a tale sapere un valore.
L’idea di Manutenzione nel corso del tempo ha subito notevoli traformazioni con un’accelerazione
corrispondente alla nascita ed allo sviluppo della produzione industriale.
La rivoluzione industriale ha generato la necessità della nascita di una cultura manutentiva per un duplice
motivo: 1. la ricerca di una maggiore efficienza produttiva, soprattutto in campo industriale; 2. la perdita di
qualità delle aree urbane e dei prodotti edilizi che ha generato l’esigenza di conservazione dei valori e la
riappropriazione di una cultura tecnologica che nel tempo si alienava.
Con la nascita e lo sviluppo della produzione industriale nascono le prime metodologie manutentive perché
si comprende che la manutenzione comporta un vantaggio economico in quanto “costo evitato”. In ambito
industriale la Manutenzione nel tempo si è trasformata da un onere inevitabile ad un fattore di competitività,
come fattore di profitto indiretto.
Con lo sviluppo industriale, quindi, il termine Manutenzione assume il significato di mantenere in efficienza
al minimo costo. Negli anni’50 in Italia nascono infatti riviste, come “Manutenzione Industriale” ed
associazioni di tecnici manutentori, come l’AIMan, fondata nel 1959.
Quando negli anni’60 si comincia a parlare di Manutenzione edilizia si fa però riferimento al retroterra
teorico e culturale della Manutenzione industriale. Sono, quindi, di matrice industriale, concetti fondamentali
della cultura manutentiva, quali Manutenzione preventiva/predittiva, strategie manutentive ecc., orientati
verso un progressivo miglioramento dell’efficienza e della capacità di previsione e controllo.
Dall’impostazione di carattere correttivo ed episodico (manutenzione a posteriori) sprovvisto di
programmazione, il concetto di manutenzione si è evoluto negli anni dell’affermazione e diffusione del
taylorismo e dello sviluppo della produttività, verso una manutenzione non più solo a guasto avvenuto, ma
anche preventiva programmata, ovvero ad una programmazione di strategia manutentiva, tale da garantire
uno stato costante di efficienza e condizioni accettabili in base a standard minimi.
La Manutenzione è caratterizzata dall’introdurre nell’intervento la variabile tempo poiché accompagna il
prodotto edilizio lungo il suo intero ciclo di vita. Nell’osservazione dei comportamenti dell’elemento in
relazione al suo uso l’attività manutentiva rileva gli scostamenti tra manufatti e compiti che essi sono
chiamati a svolgere ed è proprio nella possibilità di osservare e controllare nel tempo il sistema tecnologiche
che la Manutenzione si distingue dalle altre categorie di intervento sul costruito (Molinari, 2002).
Tale dimensione, inserita nella definizione del concetto di qualità, muove dal rifiuto della pratica dell’”usa e
getta”, riducendo operazioni di recupero pesanti, ed in tal modo, sensibilmente, i costi. Le scelte progettuali
si inseriscono in quadri strategici, controllando la qualità degli interventi e proiettandoli sul “lungo periodo”:
il ciclo di vita utile.” (Fiore, 2004)
“Il progetto manutentivo si colloca in fase meta-progettuale, introducendo nuovi parametri per la lettura e la
valutazione del comportamento in opera dell’oggetto edilizio. Una nuova dimensione è inserita tra gli
strumenti di indirizzo delle scelte: la variabile tempo. (Fiore, 2004)
Da questa fondamentale caratteristica derivano altre specificità come la possibilità di elaborare previsioni su
comportamento degli elementi nel tempo e la capacità di trasmettere informazioni utili che tornano come
back ground nell’attività manutentiva e risultano utili ad altre discipline progettuali.
La Manutenzione si configura quindi: 1) come disciplina che interviene non solo ex post ma anche ex ante
rispetto alla progettazione, assumendo un ruolo di collegamento tra l’uso di sistemi tecnici e la loro
progettazione e produzione; 2) come uno strumento di conoscenza basato sullo studio dell’uso di un bene da
cui possono scaturire modifiche e miglioramenti sia del processo che del prodotto (learning by doing),
generando un ciclo progettuale continuo (Molinari, 2002).
La Manutenzione ha quindi assunto nel tempo un “carattere progettuale” e non esclusivamente conservativo
in quanto comporta un’azione progettuale continuativa nella definizione di standards che definiscano le
prestazioni dell’edificio durante la sua vita utile. Gli standards manutentivi sono nel tempo soggetti a
variazioni a causa dei mutamenti dei bisogni e delle risorse disponibili, del cambiamento dell’utenza,
dell’innovazione tecnologica, dell’oscillazione delle variabili macro-economiche che rendono convenienti gli
investimenti (Pollo 1990). L’idea di Manutenzione come intervento di carattere progettuale e processuale
richiede la disponibilità di dati continuamente aggiornati per poter elaborare strategie di breve, medio, lungo
periodo, ossia un sistema informativo che sia flessibile al mutare dei processi e delle retroazioni.
Le specificità del settore edilizio rendono particolarmente difficile strutturare sistemi della conoscenza
efficienti ed affidabili per l’eterogeneità tecnologica delle parti, per le interferenze tra i comportamenti dei
diversi subsistemi e componenti, per la lunga vita del bene e quindi il modificarsii dei requisiti posti
dall’utenza.
Da un punto di vista teorico siamo di fronte ad un’evoluzione del concetto di Manutenzione: dalle definizioni
più recenti del termine Manutenzione si coglie l’ampliamento del significato a “strategia unitaria di controllo
e di previsione e di intervento” che possa garantire un soddisfacente rapporto nel tempo tra il sistema dei
requisiti ed il sistema delle prestazioni. Ciò implica una visione complessa secondo cui la Manutenzione
diventa “da una lato una strategia e dall’altro un sistema”(Talamo 1998).
A causa di un progressivo abbandono della logica riparativa in favore di quella sostitutiva, gli interventi di
manutenzione si vanno sempre più a coniugare con quelli di riqualificazione, che comportano adeguamento
alla qualità edilizia ed ai nuovi requisiti, contrastando non solo il degrado fisico ma anche l’obsolescenza
funzionale.
Nel processo edilizio la manutenzione si è spostata dal livello puramente tecnico a quello economicogestionale. La manutenzione preventiva, soprattutto in ambito industriale, si è trasformata da un onere
inevitabile ad un fattore di competitività ossia una “manutenzione produttiva, che sottende la necessità di
considerare l’attività di manutenzione un investimento, un centro di profitto indiretto più che un costo”.
Tale cambiamento risponde alla rivoluzione culturale che ha teorizzato “il miglioramento continuo (la qualità
totale), la responsabilità gestionale della manutenzione all’interno del processo produttivo,
l’automanutenzione intesa come trasferimento di operazioni manutentive semplici dal manutentore
specializzato al manutentore utente.
A conclusione del breve iter evolutivo del concetto di manutenzione si riassumono di seguito i principali
significati e contenuti che oggi assume la manutenzione edilizia:
1. Superamento della matrice industriale della manutenzione e nascita di una cultura autonomia della
manutenzione edilizia.
2. Introduzione della variabile tempo nella manutenzione integrandola in tutte le fasi della vita
dell’edificio.
3. Evoluzione del concetto di Manutenzione a “processo integrato” che entra in relazione con più attori
e con più funzioni/attività.
4. Allargamento dei campi di applicazione: la manutenzione si occupa del singolo edificio, dei
patrimoni immobiliari, della città ed delle reti impiantistiche, dell’ambiente e del territorio.
5. Evoluzione del concetto da manutenzione come attività (insieme di operazioni tecniche) a
manutenzione come servizio (riferita alla gestione del processo).
6. Stretto legame tra manutenzione e qualità: la manutenzione è una forma di controllo della qualità che
si esplica in tutte le fasi del processo.
7. Estensione del concetto di manutenzione a strategia di sviluppo o strategia di riequilibrio e
razionalizzazione di uno sviluppo errato o problematico.
8. La manutenzione assume un ruolo strategico nella realizzazione e conservazione del costruito.
LA MANUTENZIONE NELLA LETTERATURA DI SETTORE
Questa sezione consiste nella selezione di testi ritenuti significativi per l’evoluzione del concetto di
manutenzione nel panorama della letteratura tecnica, riportati in ordine cronologico crescente e seguiti da un
breve abstract che dia conto degli argomenti affrontati e, specificamente, dei modi in cui il tema della
Manutenzione è stato sviluppato.
Reginald Lee, Building maintenance management, Blackwell Scientific Publications Ltd., Osney Mead,
Oxford, tr. it. (a cura di R. Di Giulio,1993), Manutenzione edilizia programmata.Strategie, strumenti,
procedure, Hoepli, Milano 1976.
Il testo si presenta come un manuale di manutenzione edilizia che affronta sia problemi teorici e
definitori sia l’analisi degli strumenti operativi, con particolare attenzione alle metodologie per la
costruzione del sistema informativo, e ponendo l’accento sulla fattibilità e sul controllo dei costi di
manutenzione.
La manutenzione diventa trasversale a tutte le fasi del processo edilizio già a partire dalla iniziale scelta
sull’intervento da compiere, nella progettazione, nella realizzazione dell’edificio ed, alla fine, in fase di
gestione.
- In particolare, in relazione al lemma analizzato, si segnala il capitolo primo, “La manutenzione”, in cui
l’autore si rifà alle norme BS per le definizioni terminologiche, evidenziando, in vista della fattibilità, i
vincoli presenti durante tutte le fasi del processo edilizio.
Inoltre il testo considera il carattere trasformativo della Manutenzione e le potenzialità di
riqualificazione e miglioramento insite in essa.
Claudio Molinari, a cura di, Manutenzione in edilizia, nozioni, problemi, prospettive, Franco Angeli,
Milano 1989.
Il testo del prof. Claudio Molinari è uno dei capisaldi della cultura della manutenzione in Italia,
costituendo fondamentale riferimento teorico. A partire dalle esperienze degli interventi di manutenzione
su edifici dello Iacp milanese e dei laboratori di quartiere, il testo vuole rispondere alla sentita esigenza
di strumenti e metodologie per la manutenzione dei prodotti edilizi.
Oggetto principale di indagine è la manutenzione edilizia programmata, e quindi, a livello teorico, ci si
interroga sulla possibilità programmare la manutenzione ossia di affrontare il problema preliminarmente,
mettendo in campo un “sistema organizzativo di manutenzione”.
Dal testo emerge un concetto di manutenzione che, partendo dal mantenimento dell’efficienza
dell’organismo edilizio, va oltre la finalità puramente conservativa, dilatandone gli obiettivi, per
diventare “miglioramento della qualità del bene edilizio e del suo intorno e adeguamento tecnologico sei
subsistemi che lo compongono”. Ciò comporta un miglioramento della qualità e quindi un incremento
del valore d’uso ed un aumento del valore di scambio, incidendo sui requisiti di durabilità, affidabilità,
manutenibilità; pertanto Molinari parla specificamente di “manutenzione di trasformazione”.
Inoltre la manutenzione è analizzata come un sistema organizzativo complesso poiché supera la logica
dell’emergenza ed assume il criterio della previsione come requisito centrale. Ciò comporta, a differenza
della manutenzione di emergenza, un aumento della complessità e dell’ articolazione delle attività
manutentive e la necessità di interazione con altre funzioni.
Il testo propone un sistema organizzativo di manutenzione strutturato su tre livelli: 1. area della
progettazione, che affronta il problema della prevedibilità e praticabilità; 2. area operativa, relativa alla
struttura propria degli interventi; 3. area del sistema informativo, a cavallo delle due precedenti.
- In particolare, in relazione al lemma analizzato, si segnala il capitolo primo in cui si mettono in campo
nozioni e problematiche per la definizione della manutenzione edilizia programmata, affrontando i temi
del costo globale, o costo del ciclo di vita, dell’affidabilità e manutenibilità dei subsistemi edilizi, della
definizione del sistema organizzativo per la manutenzione programmata.
Riccardo Pollo, Affidabilità, qualità, manutenzione: concetti, modelli e strumenti per la manutenzione
edilizia, Cortina, Torino 1990
Il testo tratta la tematica del rapporto tra Manutenzione e Qualità, leggendo la prima come una risposta
all’esigenza di un maggior controllo della qualità del costruito. Tra manutenzione e qualità esiste uno
stretto rapporto, infatti, l’obiettivo principale della manutenzione, secondo l’autore, è proprio mantenere
a determinati livelli la qualità degli edifici5. Ottimizzare la manutenzione significa quindi migliorare tutte
le fasi del processo edilizio.
L’ipotesi di partenza effettuata da Pollo è che la manutenzione sia l’attività di controllo della qualità
nelle diverse fasi e che tale controllo possa essere operato con le procedure di tipo statisticoprobabilistiche dell’Affidabilità dei sistemi. L’autore applica la teoria ed i metodi dell’Affidabilità al
settore della tecnologia, mettendo in campo la questione della valutazione della durabilità. Questo tipo di
approccio sposta il problema soprattutto in termini di progetto per il carattere predittivo ed a-priori
dell’impostazione affidabilistica. In tale ottica, quindi, la manutenzione “è un’attività necessaria al
mantenimento dei livelli di affidabilità-qualità del sistema edilizio definiti a priori nel progetto”.
Eugenio Arbizzani, Manutenzione e gestione degli edifici complessi: requisiti, strumentazioni e
tecnologie, Hoepli, Milano 1991.
Il testo tratta della manutenzione e gestione degli edifici complessi, caratterizzati da un’elevata
complessità tecnologica e dall’unicità dell’intervento. Sviluppare le problematiche relative alla gestione
e manutenzione degli edifici complessi comporta, per Arbizzani, necessariamente affrontare il tema del
controllo della qualità ed, in questo caso, l’autore non mette in campo solo strumenti di tipo previsionale
ma soprattutto strumenti di verifica della qualità realizzata nel tempo. Il concetto base qui sviluppato è
che un prodotto edilizio offre nel tempo prestazioni diverse a seconda della modalità d’uso, di gestione e
di manutenzione. Ciò significa che la qualità del prodotto edilizio è funzione anche dell’uso.
Introdurre nell’ottica prestazionale la variabile tempo significa affiancare ai requisiti derivanti dall’uso
quelli relativi alla gestione ed alla manutenzione, ossia quelli che consentono nel tempo funzioni ed
attività diverse (adattabilità, controllabilità, ispezionabilità, etc.); i requisiti della norma UNI 8290
riguardano prestazioni intrinseche degli elementi, senza introdurre la dimensione temporale e quindi
senza rapportare il concetto di qualità al ciclo di vita dell’edificio. Bisogna allora, secondo Arbizzani,
introdurre i requisiti che rispondono alle diverse fasi del ciclo di vita che rispondono alle esigenze d’uso,
di gestione, di manutenzione.
Roberto Di Giulio, Qualità edilizia programmata. Strumenti e procedure per la gestione della qualità nel
ciclo di vita utile degli edifici, Hoepli, Milano 1991.
Il volume si occupa della qualità degli edifici nel loro ciclo di vita globale e degli strumenti tecnici e
procedurali con cui è possibile controllare la qualità.
Il capitolo terzo,”La gestione della qualità nel ciclo di vita utile degli edifici” affronta il problema della
gestione della qualità, analizzandone politiche e strumenti, individuando nel piano di manutenzione
quello privilegiato, rivolto non solo al mantenimento di un funzionamento ottimale di componenti e
subsistemi, ma anche alla conservazione di valori.
Per garantire la qualità bisogna individuare il mantenimento dei livelli prestazionali e quindi fissare degli
standard che il piano di manutenzione globale deve garantire; tali livelli cambiano in funzione del tipo di
utenza ed incidono sulle priorità degli interventi manutentivi. L’autore sottolinea che la manutenzione
programmata può esplicare la sua funzione preventiva solo se si basa sull’efficacia dei sistemi di
controllo, mentre la carenza o l’inadeguatezza delle informazioni sulle condizioni dell’edificio può
pregiudicare la politica di manutenzione.
Cinzia Talamo, La manutenzione in edilizia. Le coordinate di una nuova professione, Maggioli, Rimini
1998.
Il testo nasce nell’ambito delle ricerche sviluppate dall’Università di Milano sul tema della
manutenzione edilizia ed, in particolare, della formazione di nuove figure professionali della
manutenzione, mettendo in campo nuove strategie e modelli formativi.
In tale ambito la manutenzione viene legata strettamente all’azione progettuale e messa in diretta
relazione con la possibilità di previsione, ossia di controllo, introducendo necessariamente la variabile
tempo e quindi modelli decisionali che devono orientare i processi di modificazione e gestione
dell’ambiente fisico. La manutenzione deve farsi carico “di simulare le conseguenze nel tempo delle sue
decisioni e di prevedere le traiettorie di trasformazione da queste introdotte”.
5
“Il problema manutentivo potrebbe quindi essere definito un problema interno alle tematiche di qualità” (Pollo 1990).
Dal testo emerge un’idea di manutenzione che supera il semplice obiettivo del mantenimento in
efficienza delle prestazioni dell’edificio per diventare strategia di sviluppo o strategia di riequilibrio e
razionalizzazione di uno sviluppo errato o problematico. La Talamo evidenzia la trasformazione nel
tempo del ruolo della manutenzione come funzione articolata che connette strutture organizzative di
attività e va ad occuparsi di sistemi insediativi sempre più complessi ed integrati.
- In particolare, in relazione al lemma esaminato, si segnala il capitolo primo “Le coordinate di una
nuova cultura della manutenzione in edilizia”, in cui si elaborano i tre fondamentali criteri di lettura: 1.
Manutenzione come sistema, considerando l’elevata complessità delle sue relazioni e richiedendo “un
approccio globale nella definizione di modelli di comportamento e di strategie conoscitive ed operative”;
2. Manutenzione come servizio, finalizzata alla soluzione di problemi articolati che richiede uno scambio
di informazioni, conoscenze e risorse; 3. Manutenzione come programma, resa possibile
dall’elaborazione del sistema informativo, che richiede l’elaborazione di strumenti quali il piano di
manutenzione.
Vittorio Fiore, La manutenzione dell’immagine urbana, Maggioli editore, Rimini 1998.
Il testo è uno dei primi riferimenti teorici per la Manutenzione Urbana in Italia che allarga il campo di
indagine dal singolo edificio o gruppo di edifici alla città, alle sue infrastrutture ed al territorio.
Il principale obiettivo teorico è il voler affrontare il problema della conservazione del manufatto
mantenendone il valore testimoniale, che si traduce nella proposta della “Manutenzione dell’immagine
urbana”. Conservare l’identità della città diventa, allora, la finalità delle operazioni di manutenzione
“attraverso l’interpretazione dei segni urbani e la comunicazione instaurata dagli elementi osservati”.
La lettura dei caratteri è integrata con la teoria prestazionale e lo strumento operativo proposto per la
manutenzione dell’immagine della città è il Regolamento di Manutenzione Urbana, capace di
controllarne le trasformazioni.
Silvano Curcio, a cura di, Manutenzione dei patrimoni immobiliari. Modelli, strumenti e servizi
innovativi, Maggioli, Rimini 1999
Il testo affronta la problematica dell’applicazione degli strumenti e metodi della manutenzione
programmata al campo dei patrimoni immobiliari, rispetto al quale risulta quanto mai importante ai fini
dell’efficacia dell’attività manutentiva controllare la qualità in tutte le fasi del processo (quality oriented
process).
Il testo coniuga la manutenzione con la filosofia della qualità in edilizia passando da una concezione
statica ad una dinamica della qualità, intesa come “sistema programmabile ed aggiornabile nel tempo”. Il
processo di manutenzione in tal modo si salda sempre più ai processi di progettazione e costruzione degli
edifici, all’interno di un processo edilizio integrato in cui la qualità viene estesa fino alla fase di gestione
degli edifici.
Rispetto al concetto di manutenzione la principale evoluzione evidenziata nel testo6 è il passaggio
dall’idea di manutenzione come attività a quella di manutenzione come servizio, ossia nel passaggio da
contenuti operativi a contenuti organizzativi e procedurali.
Claudio Molinari, Procedimenti e metodi della manutenzione edilizia. Vol. 1° “La manutenzione come
requisito di progetto”, Esselibri, Napoli 2002.
Il volume, risultato di numerosi studi dell’autore nell’ambito della manutenzione, vuole essere una
sistematizzazione metodologica ed operativa del quadro di conoscenze sul tema della manutenzione
programmata, che affronta in gli aspetti il “processo di progettazione e gestione di sistemi edilizi
complessi”. Il testo si occupa della “manutenzione come requisito di progetto”7 e mette a punto tutti gli
aspetti e le metodologie capaci di influire sulle decisioni preliminari che si interfacciano alla fase di
gestione.
6
7
Cfr. Silvano Curcio, “La manutenzione nell’era della qualità” in (Curcio 1999).
Il volume è la prima parte di un’opera in due volumi di cui il secondo si occuperà del progetto della manutenzione.
Nel capitolo primo l’autore lega la manutenzione alla conservazione delle risorse attraverso il
prolungamento del ciclo di vita dei sistemi edilizi e si presenta, come una strategia globale che affronta
in modo integrato più problemi e “che si dilata su più scale di analisi e di intervento”. Parlare di strategia
globale significa introdurre la dimensione della complessità per l’interdisciplinarietà, la multiscalarità, la
necessità di prevedere gli eventi, la programmabilità, l’interdipendenza tra i diversi ambiti di conoscenza
e decisione, la variabilità dei dati del sistema della conoscenza e la criticità operativa degli interventi.
Gabriella Caterina, Vittorio Fiore, La manutenzione edilizia ed urbana. Linee guida e prassi operativa,
Esselibri, Napoli 2005.
Il testo analizza metodologie e strumenti per la pianificazione e gestione della manutenzione, ed ha come
obiettivo l’analisi dettagliata del processo manutentivo e riqualificativo in ambito edilizio ed urbano.
Le tematiche affrontate, pertanto, abbracciano un panorama abbastanza vasto e comprendono le strategie
di gestione della qualità del costruito, le procedure di manutenzione edilizia ed urbana, gli strumenti per
la conoscenza a scala urbana. In particolare il volume analizza le procedure e le fasi del Piano di
Manutenzione, la cui prassi non è un sistema precostituito ma deve adattarsi al contesto ed al caso.
La manutenzione è letta come strategia di sviluppo, alla luce dei recenti orientamenti legislativi, e come
“rimedio all’incuria ed alla cattiva qualità del costruito”, nonché come “proposta alternativa
all’incapacità di previsione” del mondo del progettare e costruire; essa assume un ruolo strategico nella
realizzazione e conservazione del costruito.
La manutenzione assume il ruolo di tutelare il valore del patrimonio esistente regolando le
trasformazioni sia a carattere edilizio che urbano conservando i caratteri morfologici e tutto ciò che
concorre a costituire l’identità dei luoghi.
ARTICOLAZIONE TERMINOLOGICA
Rispetto alle categorie di intervento
Manutenzione Ordinaria: fase che attiene alle attività che devono essere svolte per riportare l’opera ai sui
livelli prestazionali iniziali e consiste nella riparazione delle sue parti sulla base del programma gestionale
dell’organismo edilizio (Maggi 1994)8.
Manutenzione Straordinaria: fase che attiene alle attività che devono essere svolte per riportare l’opera ai
suoi livelli prestazionali iniziali e consiste nella sostituzione delle sue parti sulla base del programma
gestionale dell’organismo edilizio” (Maggi 1994).
Rispetto alla logistica degli interventi
Manutenzione remota: manutenzione che viene eseguita senza che il personale abbia accesso fisico
all’elemento tecnico oggetto di intervento (Molinari 2002).
Manutenzione automatica: manutenzione che viene eseguita senza intervento umano (Molinari 2002).
Manutenzione autonoma: manutenzione effettuata direttamente dal conduttore dell’entità (UNI 10147).
Rispetto alla pianificabilità degli interventi
Manutenzione programmata: manutenzione svolta in accordo con un piano temporale stabilito (Molinari
2002).
Manutenzione non programmata: manutenzione svolta non in accordo ad un piano temporale stabilito, ma
dopo ricezione di un’indicazione riguardante lo stato dell’elemento tecnico (Molinari 2002).
Unplanned maintenance -“La manutenzione eseguita senza un piano determinato” (Arbizzani1991).
Rispetto ai tempi di svolgimento ed agli scopi
- Politiche di manutenzione:
Manutenzione correttiva: eseguita a seguito della rilevazione di un’avaria e volta a riportare un elemento
tecnico nello stato in cui esso possa esguire la funzione richiesta (Molinari 2002).
8
Maggi P.N. (1994), Il processo edilizio. Metodi e strumentini progettazione edilizia, ed.Città Studi, Milano
Manutenzione preventiva: eseguita ad intervalli predeterminati o in accordo a criteri prescritti e volta a
ridurre la probabilità di guasto o la degradazione del funzionamento di un elemento tecnico. (Molinari, 2002)
Manutenzione in servizio (running maintenance): manutenzione che può essere eseguita mentre
l’elemento è in servizio (Arbizzani 1991).
Manutenzione in stato di ferma (shut down maintenance): manutenzione che può essere eseguita solo
quando l’elemento è fuori servizio (Arbizzani 1991).
- Strategie di Manutenzione:
Manutenzione di emergenza o accidentale: eseguita senza ritardo a seguito della rilevazione di un’avaria al
fine di evitare conseguenze inaccettabili (Molinari, 2002).
Manutenzione differita: è una manutenzione correttiva che non è iniziata immediatamente dopo la
rilevazione di un’avaria ma è ritardata in accordo con date regole di manutenzione. (Molinari, 2002)
Manutenzione sistematica (a soglie temporali): è una manutenzione preventiva eseguita senza precedenti
verifiche dello stato di funzionamento dell’elemento tecnico ed in base a prestabiliti intervalli temporali.
(Molinari, 2002)
- a soglie costanti (Molinari, 2002).
- ad intervalli costanti (ciclica): manutenzione preventiva periodica in base a cicli di utilizzo
predeterminati (UNI 10147).
Manutenzione secondo condizione: è una manutenzione preventiva eseguita a seguito di verifiche dello
stato di funzionamento dell’elemento condotte attraverso l’analisi di specifici parametri prestazionali
(Molinari 2002).
Manutenzione predittiva: eseguita sulla base di previsioni dedotte da analisi e valutazioni dei più
significativi parametri di degradamento di un elemento tecnico (Molinari, 2002).
BIBLIOGRAFIA TEMATICA
ETIMOLOGIA-DEFINIZIONI
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