Costa Rica - Camere di Commercio

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Costa Rica - Camere di Commercio
SUPERFICIE
51.100 kmq
POPOLAZIONE
4.615.518 ab. (2011)
LINGUA
Spagnolo
RELIGIONE
Cristiana cattolica
CAPITALE
San José
FORMA ISTITUZIONALE
Repubblica presidenziale
VALUTA
Colón costaricano
TASSO DI CAMBIO
1 EUR = 672,0565 CRC
(08/08/2013)
Fonte: SACE, InfoMercatiEsteri
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Quadro politico
Il Costa Rica è una delle democrazie più stabili e solide dell’America Latina sin
dalla promulgazione della Costituzione nel 1949.
E’ una Repubblica costituzionale in cui il potere esecutivo è esercitato dal
Presidente, appoggiato da due Vice Presidenti, eletto a suffragio universale
ogni quattro anni, mentre la funzione legislativa è affidata ad un’Assemblea
Legislativa monocamerale costituita da 57 membri, eletti anch’essi ogni quattro
anni. Il potere giudiziario, completamente indipendente, comprende un
separato tribunale per i contenziosi elettorali, anche se finora tutte le elezioni
sono avvenute in maniera corretta, trasparente e a cadenza regolare.
E’ vietata dalla Costituzione sia la rielezione del Presidente per un secondo
mandato, anche se non consecutivo, sia la rielezione per due mandati
consecutivi dei membri dell’Assemblea Legislativa.
Le ultime elezioni si sono tenute il 7 febbraio 2010, con l’elezione al primo
turno, con il 46,77% dei suffragi, del Presidente della Repubblica, Laura
Chinchilla Miranda. La Chinchilla, esponente del Partito Liberazione Nazionale
(PLN) è la prima donna costaricana a ricoprire quest'incarico.
La Presidente ha designato nel maggio 2012 una commissione di saggi, con il
compito di identificare “le riforme necessarie per migliorare il funzionamento
dello Stato costaricense e la qualità del sistema democratico”.
La commissione ha consegnato un rapporto con 97 raccomandazioni su
tematiche che coinvolgono tutta l’impalcatura istituzionale del Costa Rica e
comprendono il funzionamento dell’Assemblea Legislativa, i suoi rapporti con
l’Esecutivo, l’amministrazione pubblica, il potere giudiziario e la Corte
Costituzionale.
Questa fase di apparente stallo politico tuttavia non sembra intaccare la
stabilità istituzionale ed economica del Paese latinoamericano che anche nel
2012 ha registrato un aumento del PIL.
In vista delle elezioni del 2014, il quadro appare chiaro e per quanto riguarda il
partito di Governo, il PLN, dopo che Rodrigo Arias ha ritirato la sua
precandidatura, è rimasto come unico candidato l’attuale sindaco della
capitale, Johnny Araya - con riconosciuta abilità ed esperienza politica, nonchè
di capacità amministrative, dimostrate nel ruolo di primo cittadino di San Josè.
I principali partiti di opposizione appaiono ancora frammentati e deboli: Partido
de Acción Ciudadana(PAC), Movimiento Libertario (ML) e il Partido de Unidad
Social Cristiana (PUSC). Il PAC e il ML hanno un elettorato in declino e sono
alla ricerca di esponenti carismatici in grado di subentrare ai loro leader storici.
Il PUSC, pur in aumento di consensi, non mostra alcuna possibilità di
raggiungere un significativo risultato elettorale.
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Quadro macroeconomico
L'economia del Costa Rica ha segnalato un crescita intorno al 5%, un'inflazione
del 4,7% ed un deficit del settore pubblico, secondo le cifre preliminari a
dicembre del 2012, del 4,6% del PIL.
L'attività economica del Paese, come misurato dal prodotto interno lordo (PIL)
è cresciuta del 5,1% nel 2012 grazie all’industria manifatturiera ed ai servizi,
anche se i principali settori restano quello turistico, agricolo e dell’information
technology.In particolare, il comparto IT ha attratto importanti investimenti
esteri, anche grazie alle free trade zones, che hanno trasformato il Paese in un
polo tecnologico.
Il settore manifatturiero è cresciuto 6,3% sostenuto soprattutto dalle attività
delle imprese operanti nelle zone a regime speciale. A queste attività si
aggiunge la maggiore produzione delle società operanti nel regime normale,
favorita dall’aumento della domanda esterna, in particolare di prodotti quali
latte ed olio di palma, cacao, caffè, zucchero e banane, e della domanda
interna, in particolare di materiali per la costruzione e per gli imballaggi per i
prodotti agricoli da esportazione.
Per quanto riguarda le industrie dei servizi, ovvero trasporti, magazzinaggio e
comunicazioni, sono cresciuti del 5,9%, risultato dovuto nello specifico
all'aumento della domanda per i servizi di telefonia cellulare, internet e le
attività connesse turismo.
I settori del commercio, della ristorazione e alberghiero sono cresciuti del 4,2%
grazie principalmente all’aumento di vendite di autoveicoli, prodotti elettronici
e farmaceutici.
Secondo analisti e organizzazioni internazionali, nonostante l'incertezza circa la
soluzione dei problemi finanziari e fiscali dei Paesi industrializzati, non si
prevedono shock dei prezzi delle materie prime, quindi cio’ non costituirà una
fonte di pressioni inflazionistiche per l'economia del Costa Rica. Sebbene
l’outlook del Paese risulti positivo, sussistono delle incertezze legate
all’andamento dell’economia globale e, in particolare, degli Stati Uniti,
principale partner commerciale della Costa Rica.
Il disavanzo finanziario accumulato del settore pubblico, secondo sempre le
cifre preliminari di dicembre 2012, ha rappresentato un 4,6% del PIL, 1,0 punti
percentuali in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale
riduzione è il risultato di un bilancio più favorevole in tutte le istituzioni che
compongono il sub-settore delle società non finanziarie nel settore pubblico.
Inoltre, lo scorso autunno si è registrato un deficit finanziario inferiore a quello
rilevato nel 2011 (da un 4,4% ad un 4,1%).
Il sistema bancario e finanziario è solido, con adeguati livelli di
capitalizzazione, tuttavia, gli elevati livelli di dollarizzazione costituiscono un
punto debole e lo Stato continua ad avere un ruolo di rilievo nel comparto
bancario e nelle politiche del credito.
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L’attitudine verso gli investitori esteri è in generale positiva, la corruzione è su
livelli inferiori alla media regionale, mentre la burocrazia presenta ancora
alcune inefficienze che potrebbero ritardare le procedure amministrative.
Le infrastrutture sono nel complesso adeguate, ma necessitano diulteriori
ampliamentieammodernamenti.
La politica economica ed imprenditoriale del Paese indica fattori relativamente
positivi ma nel breve termine, l'amministrazione dovrà affrontare la sfida di
una ancora lenta crescita globale ed una travagliata politica fiscale, dopo la sua
incapacità di far passare una riforma fiscale. Questa situazione renderà difficile
aumentare le entrate per coprire le carenze di bilancio e mantenere una
maggiore spesa sociale in conformità degli impegni dell'amministrazione.
Attualmente il Governo sta cercando di promuovere gli investimenti in settori
di alta produzione e nei servizi recentemente liberalizzati, come ad esempio la
telefonia, sfruttando i punti forza del Paese quali la presenza di una forza
lavoro relativamente giovane e ben istruita, il potenziale commerciale offerto
dal Trattato DR-CAFTA, che fornisce opportunità commerciali e di investimento
anche con le altre economie centroamericane, e degli altri molteplici Trattati
commerciali che sono in vigore con diversi Paesi tra cui Messico, Panama,
Canada, Cile e Cina.
Principali indicatori economici: Upgrading della categoria OCSE
2010
2011
2012s
2013p
2014p
PIL (variazione % reale)
4,9
4,4
5,1
4,0
4,3
Inflazione media annua (%)
5,6
4,8
4,5
6,2
5,4
Saldo Bilancio pubblico/PIL (%)
-5,1
-4,1 - -4,4
4,3
-3,8
Bilancia dei pagamenti
2010
2011
2012s
2013p
2014p
Esportazioni ($ mld)
9,5
10,3
11,4
12,4
13,4
Importazioni ($ mld)
-12,9
-15,5
-16,7
-18,3
-20,4
Saldo transazioni correnti/PIL (%)
-3,5
-5,3
-5,2
-5,4
-5,6
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2010 2011 2012s 2013p 2014p
Debito estero totale ($ mld)
8,5
10,3
13,8
15,1
16,4
Debito estero totale/PIL (%)
27,2
23,5
25,1
30,6
30,2
Riserve valutarie lorde ($ mld)
4,6
4,7
6,8
8,1
8,8
Riserve
import.)
4,8
4,2
5,5
6,2
6,0
valutarie
lorde
(mesi
Fonte: EIU Bureau van Dijk, maggio 2013; s: stime; p: previsioni
Interscambio con l’Italia
Negli ultimi dieci anni l’Italia ha registrato un deficit commerciale nei confronti
del Costa Rica, arrivato a circa 38 milioni di Euro nel 2012.
La qualità e il valore dell’interscambio commerciale tra i due Paesi ha ottenuto
posizioni rilevanti in settori di esportazione a più alto valore aggiunto e
tecnologico soprattutto nei prodotti della meccanica strumentale, tra i quali
trattori, macchinari agricoli ed industriali, contro l’importazione di frutta
tropicale.
L’export italiano verso il Paese centramericano è passato da 104 milioni di Euro
del 2011 a oltre 144 milioni di Euro nel 2012, con un aumento del 37,8%, in
particolare nei settori dei macchinari, per un valore di circa 87milioni di Euro e
dei prodotti chimici di base, 9milioni di Euro.
Lo scorso anno le esportazioni italiane verso il Paese centramericano, costituite
per più del 60% da prodotti della meccanica strumentale, sono aumentate del
38%, mentre le importazioni dal Costa Rica sono cresciute del 34%.
Le importazioni italiane dal Costa Rica nel 2011 sono passate da 136 milioni di
Euro a più di 182milioni di Euro nel 2012 segnando un +34,1% e sono state
rappresentate soprattutto da prodotti agricoli in particolare ananas, banane,
meloni, caffè e cacao.
La qualificazione tecnologica delle importazioni del Costa Rica dall'Italia
permette di considerare in modo positivo la possibilità di rafforzare la presenza
già esistente con azioni di valorizzazione dell'offerta più avanzata e linee di
credito basate su intese tra istituti bancari di sostegno del produttore e
corrispondenti locali.In ragione delle favorevoli condizioni lavorative, fiscali
della localizzazione, della stabilità economica e politica del Costa Rica sono
favoriti investimenti nel Paese, soprattutto nella produzione dell'industria
manifatturiera per componenti auto, attrezzature mediche e farmaci
Per quanto riguarda gli investimenti diretti il 2011 ha visto l’Italia al quinto
posto dopo USA, Spagna, Messico e Colombia e al settimo nel 2012 superata
dal Regno Unito.
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Rischio Paese
Indicatori di rischio
OCSE Standard&Poor’s
Moody’s
Fitch
Rating
3
Baa3
BB+
BB
Indicatori di Business Climate
Attuale
Doing Business2013
110° su 183
Index of Economic Freedom 2012
49° su 183
Corruption
2011
Perceptions
Index 48° su 176
Precedente
121° su 183
44° su 183
50° su 183
Fonte: SACE
Il Costa Rica gode di ottimi indicatori su stabilità politica, ed un discreto livello
di sicurezza rispetto agli altri Paesi dell'America Latina, non sussistono infatti
rischi politici nel Paese.
Per quanto riguarda i rischi economici, alcuni prodotti del settore agricolo quali
fagioli, patate e riso hanno delle limitazioni non tariffarie. Va comunque
segnalata l'esistenza negli ultimi anni di alcuni ostacoli alla penetrazione
commerciale estera nel Paese. Per quanto riguarda l'Italia sussiste una
mancanza di trasparenza sulle misure necessarie per importare direttamente
insaccati a base di carme di suina, che possono invece essere importati se si
adeguano alle misure sanitarie richieste dagli Stati Uniti. Il Paese riconosce
infatti le certificazioni rilasciate dalla FDA agli stabilimenti di produzione.
Si devono poi considerare i monopoli di Stato per alcune attività produttive che
rimangono escluse della libera competizione, tra queste lo sfruttamento e
distribuzione delle acque, la raffinazione e vendita di petrolio, la distribuzione
di energia elettrica e la produzione di alcool etilico.
Infine vi sono poi settori in cui vengono privilegiate le società costaricensi per
esempio trasporti, sanità e pubblicità.
Da segnalare anche un aumento della morosità nel credito bancario statale che
copre il 70% del mercato, aumentata di circa il 40% nel corso del 2012.
I rischi operativi invece riguardano: il tasso medio di attesa per la registrazione
con le autorità locali di un prodotto del comparto sanità o alimentare, che può
tardare in media tredici mesi; l'aumento del 30% del costo dell'energia e la
mancata costruzione di alcune centrali idroelettriche potrebbero generare
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problemi nel medio periodo per l'approvvigionamento di energia per il settore
produttivo; la lungaggine nei procedimenti burocratico-amministrativi e la
farraginosità delle procedure.
Il Costa Rica si può quindi definire un Paese a rischio medio.
Normativa
Diversi accordi commerciali sono in vigore nel Paese. Si segnalano da ultimo:
l'entrata in vigore nel 2011 dell'accordo di libero commercio con la Cina; la
firma dell'accordo con Singapore, e stanno proseguendo i negoziati per firmare
un accordo con la Corea del Sud.
E' prevista per dicembre 2013 l'entrata in vigore dell'Accordo di Associazione
tra l'Unione Europea ed il Centroamerica, ovvero Costa Rica, El Salvador,
Guatemala, Honduras, Nicaragua e Panama. Questo nuovo Accordo si compone
di tre pilastri: il dialogo politico, cooperazione e commercio. Le trattative si
sono concluse nel maggio del 2010 con una revisione concordata il 22 marzo
del 2011.
L'accordo DR-CAFTA, accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti, Costa Rica,
Repubblica Dominicana, El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua, ha
permesso di aumentare gli investimenti nordamericani del Paese in settori ad
alto contenuto tecnologico.
Il Costa Rica è inoltre membro del Sistema di Integrazione Centroamericano, il
SICA, istituito nel 1991 con il Protocollo di Tegucigalpa e ratificato nel 1993 da
Costa Rica, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panamá, El Salvador e, nel
2000, dal Belize.
Prospettive future
L’entrata in vigore dell'Accordo di Associazione tra l'Unione Europea ed il
Centroamerica, aprirà diverse nuove prospettive commerciali. Per quanto
riguarda il commercio, l’Unione Europea liberalizzerà il 91% delle esportazioni
dell’America Centrale che a sua volta liberalizzerà gradualmente il 69% per
cento delle sue importazioni di prodotti industriali. Si prevede che per l’Europa
l’accordo apporterà notevoli vantaggi per quanto riguarda il settore
automobilistico, l’industria farmaceutica, il comparto tessile, produzioni di vino,
olio d’olive e alcolici. In questo caso il vantaggio per i consumatori centro
americani è di poter acquistare diversi prodotti a prezzi inferiori.
Numerosi sono, invece, i prodotti agricoli, tessili e macchinari per il trasporto di
origine centro americana che potranno entrare nel mercato europeo. Tutto ciò
dovrebbe determinare un aumento del 2% del PIL della regione,
incrementando contemporaneamente l’occupazione e il benessere sociale. Una
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particolare attenzione verrà dedicata allo sviluppo sostenibile e alle istanze
della società civile.
Genova – Costa Rica
Le imprese genovesi che hanno scambi commerciali
centramericano sono 13, di cui 4 importatori di caffè.
Settembre 2013
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con
il
Paese