La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro
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La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro
Saggi La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» Francesca Imperiale Ricercatore di Economia Aziendale – Facoltà di Economia, Università del Salento Sommario: 1. I Circuiti Teatrali Territoriali: finalità ed assetti prevalenti. – 2. La promozione dello spettacolo dal vivo in Puglia: il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese. – 3. La governance del Consorzio Teatro Pubblico Pugliese tra promozione dello spettacolo dal vivo ed economicità. – 4. Conclusioni. – Riferimenti bibliografici. Diffusisi in tutto il territorio nazionale a seguito del processo di decentramento teatrale, i Circuiti Teatrali Territoriali hanno implementato forme ed assetti diversi per favorire la diffusione e lo sviluppo dello spettacolo dal vivo nei territori di competenza. In tale contesto, il lavoro focalizza l’attenzione su uno dei circuiti teatrali più significativi del Sud Italia: il «Consorzio Teatro Pubblico Pugliese». L’analisi ha avuto l’obiettivo di indagare sia le ragioni e le modalità della collaborazione tra i partecipanti sia l’assetto istituzionale, con lo scopo di evidenziare eventuali limiti della governance esistente rispetto alla mission ed ai piani di sviluppo dell’Ente. The Regional Theatre Circuits, being widespread throughout the whole national territory as a result of the theatre decentralization process, have developed different forms and structures to favor the spread and development of performing arts in their areas. In this context, the paper focuses on one of the most important theatre circuits of South Italy: the «Consorzio Teatro Pubblico Pugliese» (Apulia Public Theatre Consortium). This analysis investigates both the reasons and ways of collaboration between its participants and the institutional structure, in order to highlight possible limitations of the existing governance compared to the mission and the development plans of the Organization. Parole chiave: Reti teatrali – Governance – Distribuzione teatrale Key words: Theatre networks – Governance – Theatrical distribution 205 Azienda Pubblica 2.2012 La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» Saggi 1. I Circuiti Teatrali Territoriali: finalità ed assetti prevalenti Tra le numerose e varie organizzazioni che compongono il panorama teatrale italiano, i Circuiti Teatrali Territoriali identificano, come noto, quegli organismi di promozione e formazione del pubblico (1) che si occupano di diffondere e sviluppare la cultura dello spettacolo dal vivo a livello regionale. Sono espressione del processo di decentramento teatrale che a partire dalla fine degli anni ’60 ha progressivamente cambiato il volto dell’intervento pubblico in questo settore (Merli 2007), affermando la funzione sociale e territoriale del teatro quale fattore di crescita economica e culturale delle comunità locali e facendone emergere le dimensioni geografiche ed organizzative (Gallina 2001:125-151). L’idea di teatro che va affermandosi riflette invero una concezione del teatro come servizio pubblico, come diritto ed opportunità per tutti, da rendere stabile consolidando il rapporto con il territorio ed i suoi interlocutori in un quadro di solidarietà e concertazione istituzionale. Principali protagonisti di tale processo sono gli enti locali che divengono organizzatori e finanziatori di cultura, a tal fine valorizzando sempre più il ruolo dei Teatri Comunali (Gallina 2005: 219-269). In tale contesto i Circuiti Teatrali Territoriali hanno acquisito la missione principale della «distribuzione», ovvero la funzione di servizio pubblico finalizzata alla massima circuitazione dello spettacolo dal vivo nelle sale teatrali regionali, agevolando e sostenendo il rapporto col mercato. Essi realizzano un circuito pubblico di distribuzione alternativo (Boni 1989: 5-11), rispetto a quello principale fino a poco tempo fa rappresentato dalla rete dell’Ente Teatrale Italiano (ETI), che consente una più ampia diffusione dello spettacolo dal vivo sul territorio nazionale ed un maggiore coinvolgimento delle organizzazioni teatrali minori (Colbert 2000). A tal fine, svolgono precise funzioni che ne giustificano l’esistenza, quali quella (Gallina 2001: 144): – informativo-artistica, inerente la formulazione di progetti artistici e la definizione dei cartelloni; – tecnico-organizzativa, con riguardo alla gestione tecnica degli spettacoli, della biglietteria e dei rapporti con la SIAE, nonché all’impostazione ed attuazione delle campagne promozionali; – economica, in relazione alla definizione dell’aspetto economico degli accordi con le compagnie teatrali ed alla ricerca dei contributi principalmente statali e regionali. Tali reti di distribuzione svolgono, inoltre, attività secondarie legate all’edilizia (restauro, messa a norma, costruzione di nuovi teatri) ed alla realizzazione in via esclusiva di progetti culturali promossi direttamente dalle Regioni, di cui divengono spesso veri e propri bracci esecutivi (Gallina 2001: 145). La loro esistenza permette di gestire in via indiretta e più conveniente le aziende teatrali, soprattutto i Teatri Comunali, grazie al meccanismo di 1 Art. 16, d.m. 21 dicembre 2005. Azienda Pubblica 2.2012 206 Saggi La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» esternalizzazione di alcuni servizi collegati all’offerta teatrale (allestimenti, biglietteria, promozione, rapporti con le compagnie, ecc.) ed ai conseguenti vantaggi che ne possono derivare (Anselmi 1995; Donato 2010: 24-53). Per un piccolo comune, senza una struttura e personale specializzato, l’adesione ad una rete di teatri presenta senza dubbio elevati profili di convenienza (Bagdadli 1995, 2001; Scheff e Kotler 1996; Salvemini et al. 1999). L’esternalizzazione delle attività di programmazione e gestione dei cartelloni e di organizzazione ed attuazione degli spettacoli, consente invero di qualificare ed incrementare, a parità di contributo finanziario, l’offerta teatrale al pubblico, grazie alle economie di scala, di raggio d’azione ed esperienza che essi sono in grado di realizzare distribuendo il proprio prodotto in un circuito strutturato di sale teatrali (Bagdadli 1995: 21-23; Baumol e Bowen 1966; Throsby e Withers 1979: 16; Vogel 1994: 263 e ss.). Un censimento realizzato dal MiBAC nel 2007 ha individuato ben 124 Circuiti Teatrali Territoriali (riconosciuti e non) operanti sul territorio nazionale, cui si aggiungono altri 6 network con operatività interregionale (MiBAC 2008). I circuiti regionali censiti presentano alcune specificità con riferimento alla disciplina praticata (Dubini 1999; Argano 1997: 23-25) e al modello di networking (Grandori e Soda 1995; Bagdadli 1995, 2001; Salvemini et al. 1999; Grandinetti e Moretti 2004) implementato nel territorio di competenza per la distribuzione degli spettacoli, cui si connettono alcune tipicità in termini di forma giuridica ed assetto istituzionale adottati (Airoldi et al. 1994; Borgonovi 2005; Merlo 1996; Nova 2002; Longo 2005). Relativamente al genere di spettacolo distribuito, si riscontrano 49 circuiti multidisciplinari, impegnati quindi in diversi generi dello spettacolo dal vivo, e 75 circuiti mono disciplinari di cui: 49 dedicati in maniera esclusiva al settore della prosa; 12 a quello della danza; 8 al comparto musica e 6 al teatro ragazzi. Dal punto di vista del modello di networking, il MiBAC ha rilevato tre differenti situazioni, identificabili rispettivamente come: network con soggetto “istituzionale” locale, network a regia regionale, network incentrato sul Teatro Stabile (MiBAC 2008, pp. 4-8). I network con soggetto “istituzionale” locale si caratterizzano per la presenza di un soggetto intermedio (nodo focale) di natura privatistica, sostenuto in vario modo da enti locali. Le forme giuridiche adottate in prevalenza sono quelle della Fondazione e dell’Associazione e, in via marginale, quelle del Consorzio e della Società Cooperativa. Gli assetti istituzionali vedono negli enti locali, ed in particolare nelle amministrazioni regionali, i soci principali, sebbene non manchino situazioni caratterizzate dal coinvolgimento di organismi di spettacolo, quali i teatri stabili di tradizione, nonché di realtà produttive territoriali, come le fondazioni bancarie. (2) 2 Per tutti, si rinvia al caso dell’Associazione ATER dell’Emilia-Romagna. Si segnala inoltre la situazione anomala del Lazio, ove il circuito pubblico (ATCL) vede la presenza di un “soggetto focale” cui partecipano in qualità di soci anche numerose compagnie. 207 Azienda Pubblica 2.2012 La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» Saggi In tale modello, inoltre, il soggetto intermedio svolge funzioni diverse, tra le quali: il coordinamento delle attività degli enti di spettacolo presenti nel territorio di competenza; la gestione di festival ed iniziative a carattere regionale; la gestione di progetti di formazione e scambio interculturale; la gestione dell’osservatorio dello spettacolo; la presentazione al MiBAC, in qualità di capofila, delle richieste regionali di finanziamento (MiBAC 2008: p. 4). Alla rete dei rapporti formali, in alcuni casi, si affiancano sub-network più piccoli, focalizzati su determinate discipline, che cooperano con il nodo focale nell’attuazione di specifiche iniziative. Pertanto, la produzione artistica è realizzata, a seconda dei casi, dal nodo focale, dall’ente di spettacolo o, in maniera congiunta, dagli enti componenti un sottocircuito settoriale. Nel modello a regia regionale, invece, la distribuzione teatrale è prerogativa dell’ente regionale (che rappresenta pertanto il nodo focale del network), il quale opera attraverso il proprio settore cultura e sulla base di programmi settoriali che realizza con le strutture di spettacolo consolidate sul territorio. Un’evoluzione di tale modello vede l’ente regionale attuare i propri programmi di spettacolo affidandoli a ‘soggetti capofila’ di sottocircuiti informali. (3) I network incentrati sui Teatri Stabili, infine, sono diffusi nelle regioni più piccole dove un ente di spettacolo, solitamente un Teatro Stabile, cura la distribuzione degli spettacoli anche nei comuni di più piccole dimensioni. (4) Sul piano organizzativo, i modelli descritti configurano, nella maggior parte dei casi, reti di tipo verticale (o centrate) e burocratico, volte a diffondere in modo capillare lo spettacolo dal vivo, dispiegandone il potenziale educativo e culturale, oltre che ad accrescere l’efficienza (economie di scala, miglioramento del prodotto teatrale e dei servizi offerti) ed a soddisfare esigenze di natura processuale (requisiti normativi di accesso a contributi pubblici) (Bagdadli 2001). Sul piano della funzionalità, sebbene tutti i modelli riscontrati dal MiBAC si siano rivelati efficaci rispetto agli obiettivi della distribuzione teatrale regionale, il modello di networking che sembra più adatto a generare risorse utili all’autonomia del circuito fa capo ad un ente a partecipazione mista pubblico-privata (MiBAC 2008: p. 7). Sulla base di tali premesse di contesto, il presente lavoro focalizza l’attenzione sul circuito teatrale regionale della Regione Puglia denominato «Consorzio Teatro Pubblico Pugliese», considerata la rilevanza che lo stesso ha assunto nell’ultimo decennio nell’innalzare i livelli di fruizione dello spettacolo dal vivo nella regione. Il circuito coinvolge le città capoluogo, i piccoli borghi, i politeama ed i cine-teatri, conta 43 stagioni di prosa, spettacoli di drammaturgia contemporanea, rassegne di Teatro Ragazzi e 3 Ne è un esempio la Lombardia in cui la distribuzione degli spettacoli è gestita in maniera diretta dalla Regione attraverso la Direzione Generale ‘Culture, Identità ed Autonomie’, sulla base del programma ‘Circuiti Teatrali Lombardi’, per la cui attuazione viene individuato di volta in volta un referente con cui interfacciarsi. 4 È il caso, ad esempio, dell’Umbria e dell’operato del Teatro Stabile ivi presente. Azienda Pubblica 2.2012 208 Saggi La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» di danza, laboratori teatrali ed altri progetti speciali, e una media annua di circa 200.000 spettatori, rappresentando di fatto una delle realtà di distribuzione teatrale più significative del Sud Italia (MiBAC 2008: p. 24). Si propongono nello specifico alcune riflessioni sulla governance del circuito, a valle di un’analisi svolta attraverso alcuni colloqui con la direzione ed il personale dell’Ente e mediante la consultazione di documentazione all’uopo fornita dagli stessi. (5) In particolare, dopo una breve presentazione della situazione pugliese e del Consorzio Teatro Pubblico Pugliese (par. 2), il lavoro offre (par. 3) la discussione del modello di networking (Grandori et al. 1995; Bagdadli 1995, 2001; Salvemini et al. 1999; Grandinetti et al. 2004) e dell’articolazione e composizione degli organi di governo riscontrati (Airoldi et al. 1994; Borgonovi, 2005; Merlo 1996; Nova 2002; Longo 2005). Nelle conclusioni (par.4) riporta, infine, alcune considerazioni sulla governance dell’Ente rispetto alla mission ed ai relativi piani di sviluppo. 2. La promozione dello spettacolo dal vivo in Puglia: il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese La promozione dello spettacolo dal vivo in Puglia trova i suoi principali riferimenti normativi nelle leggi regionali n. 28 dell’11 maggio 1990, n. 24 dell’11 dicembre 2000 e n. 6 del 29 aprile 2004, le quali sanciscono i principi ispiratori dell’intervento regionale in questo settore. In merito, giova evidenziare come tutto il dettato normativo sia pervaso dal principio della concertazione della politica dello spettacolo tra gli enti, le associazioni di categoria e lo Stato e da intenti perequativi della programmazione e dell’attuazione delle iniziative. Lo spettacolo è riconosciuto quale componente fondamentale della cultura, fattore di sviluppo economico e sociale, nonché come strumento di comunicazione, formazione e dialogo sociale. A tal fine, la promozione dello spettacolo dal vivo così come regolata dalla legge regionale del 2004, sul piano sia della produzione e distribuzione sia della formazione, trova il sostegno pubblico grazie alla previsione di: un Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo (FURS); un Fondo di Garanzia; un Albo regionale degli operatori di spettacolo, suddivisi per disciplina; interventi in convenzione con gli operatori; il sostegno dell’imprenditoria giovanile nel settore; la costituzione dell’Apulia Film Commission, soprattutto a favore del cinema e dell’audiovisivo. 5 La metodologia di analisi adottata fa riferimento al modello interpretativo della governance di Brunetti e Pinamonti (2009) e si è avvalsa, per il reperimento delle informazioni, di n. 4 interviste di cui: 1 al Presidente; 1 al Direttore; 2 al Responsabile Area Amministrazione, Contabilità e Finanza. I colloqui, sebbene di quantità esigua (considerati i tempi di risposta dell’Ente) possono considerarsi sufficienti ai fini della comprensione della realtà osservata, ciò sia per l’esperienza dei soggetti intervistati e la loro profonda conoscenza del TPP sin dalla sua nascita, sia per la documentazione interna (tra gli altri, regolamenti e report interni) che in ogni colloquio è stata fornita dagli stessi a completamento delle informazioni rese. Sono stati inoltre consultati: atto costitutivo, statuto, libro soci, verbali degli organi, bilanci ed altri documenti di rendicontazione. L’analisi è stata svolta nel 2010. 209 Azienda Pubblica 2.2012 La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» Saggi Tali provvedimenti normativi contribuiscono a potenziare l’azione regionale di promozione dello spettacolo dal vivo già avviata decenni prima, allorquando veniva istituito (con D.P.G.R. n. 471/1980) il Teatro Pubblico Pugliese per la programmazione dei teatri pugliesi, fino ad allora svolta dall’Ispettorato ETI Sud. Il Teatro Pubblico Pugliese opera come ente regionale fino al 15 novembre 1997, data in cui nasce il Consorzio Teatro Pubblico Pugliese (nel seguito anche TPP, Consorzio o Ente) a seguito del commissariamento, liquidazione e successiva trasformazione dell’ente Teatro Pubblico Pugliese. Il Consorzio, nello specifico, è costituito da enti pubblici secondo le norme previste per le aziende speciali. Esso non ha fini di lucro, ha sede a Bari e si propone di «promuovere e sostenere la diffusione delle attività teatrali e, con ciò, la crescita ed il consolidamento della cultura teatrale sull’intero territorio regionale, a favore di tutti i cittadini pugliesi». (6) Tale originaria mission è stata meglio dettagliata nel corso del tempo nella nuova formulazione dello statuto consortile, intervenuta nel 2009, ove si afferma che «il Consorzio promuove e sostiene la diffusione delle attività dello spettacolo dal vivo in Puglia, la crescita del pubblico, il rinnovamento della scienza e, nella logica del principio di sussidiarietà, lo sviluppo delle connesse professionalità artistiche, tecniche ed imprenditoriali che operano nella Regione. Il Consorzio favorisce altresì la formazione del pubblico e di figure professionali nell’ambito della cultura e dello spettacolo. Con particolare riguardo alla produzione regionale pugliese, il Consorzio sviluppa la propria attività predisponendo azioni specifiche dedite alla valorizzazione della stessa». (7) Identifica, nella fattispecie specifica, un raggruppamento di Enti locali che operano in sinergia per programmare, gestire e promuovere stagioni di spettacolo nelle proprie strutture, in tal modo favorendo altresì la diffusione della cultura teatrale e la crescita sociale delle comunità locali. In particolare, aderiscono al Consorzio, in qualità di associati, i Comuni o le Unioni dei Comuni Pugliesi che dispongono di spazi teatrali di proprietà o in uso e le province pugliesi. (8) Nel 2010 il TPP conta n. 57 associati di cui: – la Regione Puglia; – n. 5 province pugliesi; – n. 51 amministrazioni comunali pugliesi. A fronte di una così ampia base associativa, l’organismo personale del Consorzio consta di dieci dipendenti e tredici collaboratori, che sotto la guida di un Presidente e di un Direttore si occupano della gestione. La struttura organizzativa si articola in aree funzionali, come rappresentato nella figura 1. 6 Art. 2, Statuto del 15 novembre 1997. 7 Art. 2, Statuto del 27 ottobre 2009. 8 Art. 3, Statuto del 15 novembre 1997. Secondo l’art. 3 dello statuto nella versione del 27/10/2009 può aderire al consorzio anche la Regione Puglia. Azienda Pubblica 2.2012 210 Saggi La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» Figura 1 – Organigramma del Consorzio Teatro Pubblico Pugliese Presidente Segreteria e Affari Generali Ufficio Stampa Direttore Amministrazione Contabilità e Finanza Programmazione Organizzazione Attività di Prosa e Danza Amministrazione Riscontro e Rendicontazione Programmazione ed Organizzazione Stagioni Teatrali di Prosa Contabilità e Gestione Sistema Biglietterie Programmazione ed Organizzazione Stagioni Teatrali di Danza Programmazione Teatri dei Ragazzi, Gestione Progetti Speciali e Comunitari Promozione, Immagine, Attuazione delle iniziative e programmi regionali Finanza ed Economato Fonte: elaborazione su regolamento TPP dell’1 settembre 2009. Nel 2009, l’attività svolta ha generato un valore della produzione in termini monetari pari a € 8.867.815, a fronte di un attivo patrimoniale di € 7.937.771 e fonti di finanziamento delle attività prevalentemente di tipo pubblico (MiBAC, Enti associati) ed, occasionalmente in misura minima, di tipo privato (sponsorizzazioni su specifici progetti). (9) Su tale ultimo aspetto, è importante sottolineare come, accanto alla gestione ordinaria, il TPP sviluppi una costante attività di procacciamento di fondi attraverso la formulazione di progetti per la promozione della cultura teatrale, a valere su bandi competitivi e/o procedure negoziali, (10) intessendo a tal fine numerosi rapporti con altri soggetti. Tra questi progetti, oltre a numerosi PIC Interreg, si citano: – “Rete dei Teatri Storici in Puglia”, progetto inserito nell’Accordo Programma Quadro stipulato tra MiBAC, MEF e Regione Puglia, in collaborazione con il Politecnico di Bari, con l’obiettivo di restituire 9 Gli ultimi dieci anni di attività del TPP denotano un andamento dei ricavi complessivi crescente; da circa 3 €/mil., nell’anno 2000, si è passati a circa 9 €/mil., nel 2009, con un punto di massimo toccato, nell’esercizio 2008, pari a circa 16 €/mil. L’incidenza dei “ricavi delle vendite e delle prestazioni” sul totale dei ricavi si attesta, nell’esercizio 2009, al 41,5%, (l’incidenza dei ricavi da botteghino è, invece, pari a circa il 20%); tale dato misura un incremento significativo rispetto al dato medio degli ultimi anni, pari a circa il 35%. Nelle stagioni 2008 e 2009 sono state attivate 41 stagioni teatrali per le quali si sono registrati complessivamente: 116.798 spettatori; 407 repliche; 287 spettatori mediamente per replica; € 2.915,97 di incassi medi per replica. 10 Nel 2009 le risorse procacciate in tal modo ammontano a € 4.629.503, con un’incidenza complessiva di tali contributi sul valore della produzione pari a circa il 52%. Ciò, peraltro, considerando che nello stesso anno i contributi Ministeriali e Regionali ammontano a circa 620.000 euro. 211 Azienda Pubblica 2.2012 La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» Saggi ai teatri storici di Puglia l’intrinseco splendore, valorizzandone l’uso attraverso la fornitura di nuovi sistemi digitali e costruendo una rete telematica tra teatri, operatori e compagnie teatrali; – “Sensi Contemporanei – Teatri Abitati. Residenze Teatrali in Puglia”, oggetto di un Accordo Programma Quadro sottoscritto da Regione Puglia, MiBAC ed MSE, finalizzato alla diffusione dello spettacolo dal vivo ed allo sviluppo nelle compagnie teatrali senza fissa dimora di capacità sufficienti a gestire i teatri pubblici della Regione. L’offerta del TPP si completa, infine, sul segmento musicale, con un progetto pilota denominato Puglia Sounds, già in fase di implementazione, che ha come obiettivo principale la creazione del Sistema Musicale Pugliese. (11) 3. La governance del Consorzio Teatro Pubblico Pugliese tra promozione dello spettacolo dal vivo ed economicità I soggetti nell’interesse dei quali il TPP svolge la propria attività, dunque, sono riconducibili primariamente all’Ente regionale e agli altri enti pubblici locali (province e comuni) consorziati, cui si aggiungono, tra i più rilevanti che costituiscono il soggetto d’istituto, i prestatori di lavoro e la collettività (Nova, 2002). I soggetti pubblici che hanno dato vita all’Istituto (regione, province e comuni), hanno inteso perseguire la finalità di promozione della cultura teatrale e dello spettacolo dal vivo in Puglia, anche in relazione a scopi di sviluppo turistico e locale in generale, attraverso una strategia aggregativa tesa alla massima distribuzione, nel territorio regionale, di spettacoli di vario genere (prosa, danza, musica, teatro ragazzi, ecc.). Essi hanno identificato la forma giuridica più adatta a tal fine nel «consorzio», nello specifico un consorzio di coordinamento, quale struttura amministrativa comune per lo svolgimento delle attività: – artistica, con riguardo alla progettazione delle stagioni, la scelta degli artisti e delle compagnie teatrali e le decisioni inerenti agli allestimenti; – gestionale-amministrativa, che include l’amministrazione del personale, degli spettacoli e del teatro, la promozione, la distribuzione delle produzioni con annessa gestione della biglietteria e dei rapporti con la SIAE, nonché dei contributi statali e regionali non attivabili singolarmente. Il TPP identifica pertanto un modello di distribuzione degli spettacoli basato su un soggetto autonomo (network di tipo “istituzionale”), a cui gli enti associati esternalizzano la promozione e la gestione dell’offerta teatrale nelle proprie strutture. (12) Le ragioni della cooperazione interistituzionale sono rintracciabili, da un lato, nella ricerca di una maggiore efficienza economica (vantaggi in termini di riduzione dei costi e di aumento delle 11 Per ulteriori dettagli sulle attività si rinvia al sito istituzionale www.teatropubblicopugliese.it. 12 I comuni associati si caratterizzano prevalentemente come proprietari di strutture teatrali in gestione diretta, prive di un direttore artistico, con un solo funzionario che si occupa di tutte le attività culturali; con conseguenti enormi difficoltà a rendere i teatri accessibili e fruibili e dotati di professionalità adeguate. Azienda Pubblica 2.2012 212 Saggi La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» attività e dei servizi offerti), e da altro lato, nell’esigenza di raggiungere una dimensione idonea per ottemperare agli obblighi legislativi ed aumentare le possibilità di fund raising. (13) Le modalità di coordinamento attuate, peraltro, identificano una rete di tipo verticale e burocratico (legami formali), accentrata e caratterizzata da bassa connettività. I rapporti di collaborazione (formali ed informali) sono di tipo diadico, sussistendo soltanto tra il TPP ed i singoli consorziati. Non si riscontrano relazioni tra i vari consorziati, nemmeno per ragioni legate ad eventuali complementarità di risorse. Quindi, ciascun ente associato intrattiene con il Consorzio un rapporto di contracting out (attraverso specifica convenzione) per realizzare programmi di spettacolo nel proprio teatro. In base a tale rapporto, gli enti consorziati approvano il piano di attività annuale ed i programmi stagionali proposti dal TPP ed assumono l’impegno di concorrere al finanziamento delle iniziative approvate, garantendo altresì la disponibilità delle necessarie strutture teatrali, nelle giornate stabilite, in condizioni di completa agibilità. (14) Il TPP assume l’onere di attuare le iniziative approvate, in particolare curando i rapporti con le compagnie teatrali, l’organizzazione dei botteghini, la promozione e la pubblicità. Gli enti consorziati, dunque, oltre ad approvare tali iniziative, ne divengono i finanziatori. Più specificamente, essi apportano complessivamente: – le quote di adesione annuali, date dal numero di abitanti di ciascun consorziato per un importo unitario fissato all’unanimità, destinate alla copertura dei costi sociali; (15) – le quote a ripiano, apportate a copertura dei costi sostenuti per l’attuazione delle attività di spettacolo programmate annualmente, sulla base di appositi preventivi curati dal TPP. (16) Tramite l’istituzione dell’organizzazione comune, tali soggetti perseguono interessi di tipo politico, economico, culturale, sociale, legati al soddisfacimento di bisogni collettivi in campo artistico ed in tema di sviluppo locale. Essi, invero, non presentano attese di remunerazione diretta delle quote investite; piuttosto vantano l’interesse alla gestione corretta ed efficace dei contributi apportati, legato ad attese sia di prestazioni artistiche efficaci ed 13 In merito si evidenzia come la Regione Puglia abbia emanato nel 2005 il regolamento regionale n.18 di attuazione della l.r. n. 6/2004, art. 13, inerente alle modalità e procedure di attuazione in materia di spettacolo, indicando i requisiti specifici, tra gli altri, per la distribuzione teatrale. 14 Ogni ente socio approva il programma stagionale da svolgere nel proprio teatro, interagendo con il Responsabile delle Attività Teatrali ed il Responsabile dell’Amministrazione. Una volta approvato il programma, il Consorzio procede all’attuazione dello stesso per conto dell’ente-teatro socio, intrattenendo a tal fine i necessari rapporti con le compagnie selezionate per l’esecuzione delle iniziative di spettacolo programmate. Il Consorzio, dunque, interviene nel settore anche con compiti di intermediazione fra compagnie e teatri/enti locali. 15 In merito è interessante notare come tali contributi non alimentino il fondo consortile, costituito invece dal cosiddetto ‘Attivo da trasformazione’, risultante dall’operazione di commissariamento e liquidazione dell’ente regionale istituito con D.P.G.R. n. 471/80, che in ossequio alla normativa rimane indisponibile. 16 Esse si rendono necessarie per pareggiare i costi sostenuti per la stagione teatrale (compensi compagnie, SIAE, biglietteria, promozione e pubblicità, schede tecniche, ecc.), una volta sottratti i componenti positivi riferiti principalmente agli abbonamenti, ai biglietti venduti ed ai ‘riversamenti’ pro-quota di contributi statali e regionali ottenuti dal Consorzio. 213 Azienda Pubblica 2.2012 La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» Saggi idonee rispetto alle aspettative della collettività, sia di impatti positivi delle iniziative programmate sul turismo e su altre attività (Nova 2002: pp. 42-50). Circa le modalità di esercizio del governo economico dell’Ente, la figura 2 illustra sinteticamente l’impostazione strutturale e funzionale degli organi di governo, definita dallo statuto allegato al verbale di trasformazione del 15 novembre 1997 e modificata in data 27 ottobre 2009. Figura 2 – Organi di governo del Consorzio Teatro Pubblico Pugliese Organo Assemblea (art. 6) Composizione Funzioni principali - elezione del Presidente, del Vice Presidente e del Consiglio di Amministrazione; nomina dei Revisori dei conti; deliberazione di decadenza e di revoca Legali rappresentanti degli Enti - vigilanza sull’operato del Consiglio di Amministrazione e del Soci o loro delegati, con diritto Presidente; di voto in proporzione alla quota - approvazione del bilancio preventivo e consuntivo; di adesione annuale con un - approvazione di operazioni straordinarie; limite massimo pari al 20% - determinazione della quota annuale di adesione al Condel totale delle quote stesse sorzio; - approvazione del piano e della disciplina sulle assunzioni del personale, nonché del compenso di amministratori e revisori Soggetti esterni all’Assemblea, dotati di esperienza qualificata nel settore: - un rappresentante per ogni ambito provinciale, eletto dai Comuni Soci dello stesso Consiglio ambito; di Amministrazione - due rappresentanti eletti (art. 7) da tutte le Amministrazioni provinciali socie; - il Presidente ed il Vice Presidente; - un rappresentante indicato dal Presidente della Giunta regionale - nomina del Direttore e del Responsabile delle Attività Teatrali; - approvazione: dei criteri tecnico-finanziari per le attività del Consorzio e della relativa Situazione Patrimoniale; dei regolamenti per il funzionamento e la gestione degli organi, del personale e dei servizi; dell’assunzione e cessazione dei rapporti col personale; - attribuzione ai propri membri, su proposta del Presidente, di eventuali deleghe su attività specifiche; - adozione, entro la fine del mese di ottobre di ogni anno, del bilancio di previsione per l’esercizio successivo e convocazione dell’Assemblea per il relativo esame ed approvazione; - approvazione, a norma dell’art. 2615-bis c.c., entro due mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale, della Situazione Patrimoniale; - adozione, entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio sociale, o entro 180 giorni in caso di particolari esigenze, il bilancio consuntivo, e convocazione dell’Assemblea per il relativo esame ed approvazione Presidente (artt. 6, 8) Soggetto eletto dall’Assemblea - rappresentanza legale; - guida dell’attività amministrativa ed organizzativa e coordinamento tra l’Assemblea ed il Consiglio di Amministrazione; - cura dell’esecuzione delle relative deliberazioni e della vigilanza sul funzionamento dei servizi e degli uffici Direttore (artt. 7, 9) Soggetto nominato dal CdA, su proposta del Presidente, scelto tra figure professionali dotate di riconosciute competenze in ambito amministrativo-finanziario. Il suo incarico è regolato da contratto della durata di tre anni ed è rinnovabile - attuazione dell’ordinaria amministrazione; - direzione e coordinamento del personale e delle attività del Consorzio; - presentazione di pareri e proposte (ivi inclusi il Bilancio di Previsione e il conto consuntivo) al Consiglio di Amministrazione e alla Assemblea Collegio dei Revisori (artt. 6, 10) Tre membri effettivi più due supplenti, iscritti nel registro dei Revisori Contabili nominati dall’Assemblea - vigilanza sull’osservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta amministrazione; - controllo contabile Fonte: elaborazione su Statuto del 27 ottobre 2009. Azienda Pubblica 2.2012 214 Saggi La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» L’articolazione degli organi di governo evidenzia una governance di tipo monocratico. In effetti, sebbene formalmente sia riscontrabile la struttura classica degli organi consortili, nella sostanza è dominante il ruolo svolto dalla figura del Direttore, che si caratterizza per riconosciute competenze in ambito amministrativo-finanziario ed opera insieme al Consiglio di Amministrazione per assicurare la regolarità delle procedure ed il controllo sull’efficacia ed efficienza nell’impiego delle risorse (Brunetti e Pinamonti. 2009: 309-329). In particolare, il potere di indirizzo e di controllo è esercitato dagli enti associati per il tramite dei propri rappresentanti in seno all’Assemblea e al CdA. Per la definizione degli obiettivi istituzionali (Rocchi 2004), i partecipanti si caratterizzano per un sistema di valori in cui sembrano dominare gli aspetti economico-finanziari dell’operato aziendale, rispetto a quelli artistico-culturali, con una visione di breve termine. I comportamenti adottati a tal fine, invero, sono riconducibili principalmente, in capo all’Assemblea, all’approvazione del bilancio annuale preventivo e consuntivo e, nel CdA, all’approvazione di “criteri tecnico-finanziari per le attività del Consorzio”. (17) Trattasi in quest’ultimo caso di criteri e parametri predisposti in modo congiunto dai Responsabili delle Attività Teatrali, del Teatro Ragazzi e dell’Amministrazione, Finanza e Contabilità ed utilizzati dai primi due una volta approvati dal CdA, per la selezione delle proposte pervenute al TPP dalle compagnie teatrali; nell’ambito di tale selezione, ogni associato potrà scegliere quali includere nel cartellone della propria stagione. La dimensione artistica dell’operato del TPP risulterebbe vincolata dalla scarsità dei mezzi, con evidenti effetti sul perseguimento della mission dichiarata in sede statutaria (Nova 2002: 117). È assente, invero, una ben definita azione di indirizzo artistico-culturale (ad es. con la predisposizione comune di un piano unitario delle attività artistico-culturali del TPP) che possa, pur nelle maggiori ristrettezze, guidare il Consorzio verso chiari obiettivi comuni di formazione del pubblico e di crescita qualitativa della produzione regionale nel medio-lungo termine. In sostanza, ogni ente associato esercita una sorta di indirizzo con l’approvazione del proprio programma di attività annuale, dopo aver concordato con il management le proposte artistiche, dallo stesso selezionate, da includere nei cartelloni delle proprie stagioni teatrali. (18) Inoltre, per le iniziative di progettazione culturale, promosse dal Consorzio per il reperimento di risorse straordinarie, i rappresentanti degli enti associati in seno al CdA svolgono prevalentemente mera opera di supervisione del management, senza un coinvolgimento attivo (Huse 2007: 17 Art. 7, comma 3, lett. c), Statuto del 27 ottobre 2009. 18 Si consideri, peraltro, che trattandosi di enti che nella maggior parte dei casi non dispongono di conoscenze e competenze professionali utili ad un’efficace programmazione di una stagione teatrale, risultano di fatto ‘dipendenti’ dalla consulenza artistica fornita dal management del TPP. 215 Azienda Pubblica 2.2012 La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» Saggi 237-268) nella programmazione artistica. Risulta determinante, infatti, l’apporto dei lavoratori responsabili delle Attività Teatrali e del Teatro Ragazzi, i quali, elaborando le proposte progettuali che sottopongono all’approvazione del Direttore e del CdA, esercitano, di fatto, un’importante azione di indirizzo artistico. Non è ravvisabile, quindi, un’attività di servizio dei consiglieri al processo decisionale e all’attività di indirizzo, sia sul fronte di possibili contributi alla definizione delle strategie aziendali, sia sul piano di un’attività di networking che possa favorire, tra gli enti associati e/o tra questi ed altre organizzazioni culturali e non, relazioni virtuose tese alla crescita qualitativa e ad una maggiore legittimazione presso i propri stakeholder (Brunetti e Pinamonti 2009: 309-329). I processi di governo, in definitiva, si caratterizzano prevalentemente come atti di ratifica o di “presa visione”. Di fatto, dunque, il Direttore svolge un ruolo dominante nella governance del Consorzio, giacché ha il delicato compito di gestire le attività del TPP cercando di contemperare, attraverso la sua azione e quella dell’organismo personale, tutti gli interessi coinvolti in un ideale equilibrio tra promozione dello spettacolo dal vivo ed economicità. In tal senso, l’analisi del caso consente di evidenziare come vi siano difficoltà prevalentemente riconducibili: – alla capacità di bilanciare le esigenze di efficienza con quelle connesse al perseguimento di obiettivi di qualità ed innovazione artistica nel medio e lungo termine che possono risultare inefficienti nel breve; – alla necessità di perseguire condizioni volte, tanto alla legittimazione interna, quanto a quella esterna, ciò anche considerando il contesto normativo in cui nasce e si sviluppa l’azione del TPP (processo aggregativo di tipo top down). Mentre la prima sembra venga risolta privilegiando l’aspetto finanziario, tanto più, quanto più le risorse sono esigue rispetto all’entità degli investimenti da realizzare, la seconda sembra trovare il giusto compromesso attraverso attività (progetti regionali speciali) di: accreditamento delle compagnie teatrali, concertistiche e orchestrali regionali; procacciamento fondi a valere su bandi competitivi in partenariato con altri soggetti; potenziamento dell’immagine aziendale presso i principali network nazionali ed internazionali di settore (Anticorpi XL, Associazione Euromediculture(s), ecc.); comunicazione interna. Su tale ultimo aspetto giova evidenziare come i processi e gli strumenti di comunicazione adottati siano di tipo burocratico e riflettano prevalentemente flussi informativi di tipo bilaterale, relativi al rapporto di contracting out intrattenuto dal TPP con ogni ente. (19) Non si riscontrano 19 Ad esempio: alla fine di ogni stagione teatrale, all’atto della determinazione della quota a ripiano dovuta da ciascun socio, il TPP comunica, oltre ai costi sostenuti per la stagione ed ai ricavi da abbonamenti, da biglietteria e da riversamento pro-quota dei contributi, anche i risultati conseguiti in termini di numero spettatori, numero repliche, media spettatori per replica e media incassi per replica. Tali informazioni non sono condivise da tutti gli enti associati, né rappresentate in altra forma pubblica. Azienda Pubblica 2.2012 216 Saggi La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» attività di comunicazione a livello di ‘sistema’, volte alla condivisione delle informazioni sull’operato e sui risultati del Consorzio. (20) Ne consegue, in definitiva, una pratica distributiva degli spettacoli pressoché vicina a quella delle agenzie private, (21) non chiaramente indirizzata all’innovazione e alla qualità del servizio, sfruttando le competenze e i poteri dell’alta direzione, nonché le sinergie tra attività e luoghi diversi. Questa sembra esservi, invece, a livello settoriale, soprattutto nel Teatro Ragazzi e nei progetti speciali regionali (come: Teatri Abitati, Puglia Sounds), orientati all’obiettivo di formazione del pubblico in modo prioritario, considerando anche l’intensa attività di raccolta fondi a tal fine. 4. Conclusioni Rispetto all’obiettivo dell’indagine, l’esame dell’assetto istituzionale dell’Ente, delle interviste effettuate e della documentazione disponibile, consente di giungere ad alcune osservazioni conclusive. In relazione alla mission istituzionale, è fuor di dubbio che il TPP abbia contribuito in Puglia allo sviluppo di una maggiore sensibilità verso lo spettacolo dal vivo ed alla valorizzazione del comparto, così come al recupero ed alla fruizione di importanti teatri storici altrimenti non noti alle comunità locali. Peraltro, esso rappresenta sicuramente un’importante ‘innovazione’ considerando la realtà regionale che, fatta eccezione per alcuni teatri più grandi, si caratterizza per la presenza capillare di piccoli teatri comunali, altrimenti inattivi per carenza di risorse di ogni tipo. In particolare, riguardo alla finalità di promozione e sostegno della diffusione delle attività dello spettacolo dal vivo nel territorio regionale, il servizio reso alla collettività può presumibilmente ritenersi soddisfacente. In merito si osserva che l’analisi delle attività teatrali realizzate in Puglia nel periodo 1997-2010 evidenzia complessivamente un trend crescente nel lungo periodo. (22) Nello specifico, il numero di spettacoli realizzati è cresciuto con una 20 Il TPP redige il Bilancio di Esercizio secondo il dettato del d.lgs. 127/1991 ed utilizza a tal fine lo schema tipo delle aziende di servizi dipendenti dagli Entri territoriali di cui al D.M.T. 26 aprile 1995, pubblicato sulla G.U. del 7 luglio 1995, n. 151. Non redige documenti di disclosure volontaria. 21 Esse svolgono una mera attività di intermediazione fra compagnie e teatri o enti locali, ove «il collocamento degli spettacoli privilegia comprensibilmente gli elementi classici del successo, ovvero la notorietà di autori ed attori, rispetto alla progettazione culturale complessiva o al rinnovamento (le agenzie non possono cioè essere scambiate per consulenti culturali)» (Gallina 2001: 146). 22 In assenza di indagini specifiche sulla soddisfazione dei cittadini, si presume che questa sia correlata all’aumento degli spettatori. In merito giova sottolineare che i dati riportati nel testo si riferiscono all’attività teatrale complessivamente registrata in Puglia, inclusa, quindi, quella promossa dal TPP. Il periodo esaminato considera come anno iniziale di riferimento quello della trasformazione del TPP in Consorzio (15 novembre 1997) e come finale il 2010, anno in cui è stata completata l’analisi del caso. Le attività teatrali analizzate sono quelle in prevalenza sostenute dall’Ente, ovvero i seguenti aggregati SIAE: B1. Teatro (Teatro di Prosa, Teatro di Prosa Dialettale, Teatro di Prosa Repertorio Napoletano, Recital Letterario); B2. Lirica (Teatro Lirico, Operetta); B3. Rivista e Commedia Musicale; B4. Balletto (Balletto Classico e Moderno, Concerti di Danza); B5. Burattini e Marionette; B6. Arte Varia (Varietà e Arte Varia). Fonte: elaborazione su dati SIAE, Annuario dello Spettacolo, anni 1997-2010. 217 Azienda Pubblica 2.2012 La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» Saggi media annua del 3,13% ed un tasso medio incrementale del 26,36% rispetto al 1997, passando dai 2.820 spettacoli iniziali ai 4.017 del 2010. Il 2001, il 2005 ed il 2007 risultano gli anni di maggiore impulso, durante i quali il numero degli spettacoli aumenta rispettivamente del 27,70%, del 41,70% e del 44,15% rispetto all’anno di costituzione del Consorzio. Si rileva, inoltre, un simile andamento per il numero di ingressi registrati: con una crescita media annua del 3,49% ed un tasso medio del +18,02% rispetto al 1997, essi sono passati dai 504.883 del 1997 ai 756.765 del 2010, con un minimo storico del -2,49% (rispetto al 1997) riscontrato nel 2004. Anche la variabile “spesa del pubblico” denota un andamento crescente: essa è variata ad un tasso medio annuo del +8,51% e, rispetto al 1997, del +80,82%. La spesa per abitante, pari a 0,98 euro nel 1997, è progressivamente cresciuta fino a raggiungere l’ammontare di 2,56 euro nel 2010. Circa la finalità di favorire la formazione del pubblico, nel paragrafo precedente sono state già discusse alcune criticità inerenti alla capacità dell’attuale assetto istituzionale di contribuire, in maniera sistematica e sistemica, allo sviluppo di qualità ed innovazione artistica. L’assenza nel sistema di valori dei partecipanti e nella visione dei decisori di chiari obiettivi artistico-culturali di medio-lungo termine rischia di influire negativamente sull’efficacia dell’azione del TPP, quale ente culturale, con conseguenti effetti sul livello di educazione culturale del pubblico e sulla dimensione ed il grado di specializzazione della produzione artistica locale. Allo stato attuale, la valorizzazione della produzione regionale è perseguita attraverso una procedura di accreditamento che assicura alle compagnie in possesso dei requisiti previsti l’inclusione di diritto nei cartelloni programmati per ogni stagione. Nella selezione delle proposte per la definizione dei cartelloni, quindi, il TPP attua una sorta di protezionismo a vantaggio delle produzioni regionali, dovendo le altre seguire un iter di approvazione più complesso. Tale modo di procedere, se da un lato alimenta e conserva la tradizione locale ed accresce il consenso del territorio, da altro lato ne limita la crescita qualitativa che potrebbe derivare da un più intenso confronto con altre realtà. Infine, in relazione ai piani di sviluppo dell’Ente – per i quali è sempre più importante il TPP come promotore e sostenitore della realizzazione sistematica di attività teatrali – ed ai livelli di consapevolezza raggiunti dalle singole amministrazioni, circa l’importanza dello spettacolo dal vivo per lo sviluppo socio-economico dei territori, sarebbe auspicabile introdurre nella governance meccanismi atti a favorire una cultura di governo meno burocratica e più attenta a comportamenti improntati a partecipazione, condivisione e trasparenza. Ciò contribuirebbe ad alimentare la fiducia e le relazioni tra i partecipanti e potrebbe innescare un processo di sedimentazione di valori condivisi (trasformazione di valori individuali in valori collettivi), funzionale ad un maggiore e più naturale allineamento verso obiettivi comuni di sviluppo culturale e socio-economico. Inoltre, come evidenziato dall’esperienza di altri territori (MiBAC 2008: p. 7), il coinvolgimento di soggetti privati idonei, nelle forme adatte al caso Azienda Pubblica 2.2012 218 Saggi La governance dei Circuiti Teatrali Territoriali: il caso «Teatro Pubblico Pugliese» pugliese (Donato 2010: 131-133; Gallina 2001: 167-168; Trimarchi 2002; MiBAC 2007), nella dialettica pubblico-privato di produzione del valore nel contemperamento degli interessi, aprirebbe nuove opportunità di sviluppo, di apprendimento e di finanziamento, favorendo il miglioramento dell’efficienza a livello di sistema, la promozione della cultura e della produzione teatrale in Puglia (Zangrandi 2007). Riferimenti bibliografici Airoldi G., Brunetti G., Coda V. (1994), Economia Aziendale, Bologna: Il Mulino. Anselmi L. (1995), Il processo di trasformazione della pubblica amministrazione: il percorso aziendale, Torino: Giappichelli. Argano L. (1997), La gestione dei progetti di spettacolo. 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