6_coperture
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6_coperture
Coperture (parte prima) Requisiti della copertura • proteggere l'edificio dalle precipitazioni atmosferiche (pioggia, neve) • raccogliere e smaltire le acque meteoriche • Isolare termicamente gli ambienti sottostanti Requisiti tecnologici Strati funzionali tenuta all’acqua controllo igrometrico del manto comfort termico resistenza ai carichi strato di tenuta all’acqua strato di micro-ventilazione strato termo-isolante/di ventilazione strato portante Classificazione delle coperture in base alla continuità o meno dello strato di tenuta all'acqua • Continue • Discontinue in base al comportamento termoigrometrico • isolate e ventilate • isolate e non ventilate • non isolate e ventilate • non isolate e non ventilate in base al grado di accessibilità e fruibilità • accessibile solo per manutenzione (calpestabile) • accessibile per la fruizione da parte degli utenti (praticabile) • accessibile a veicoli (leggeri o pesanti) • tetto giardino o giardino pensile In base alle caratteristiche geometriche • Coperture piane orizzontali (a terrazzo con pendenza minima per lo smaltimento delle acque) • Coperture piane inclinate (tetti) • Coperture curve (volte estradossate, cupole) Coperture continue La tenuta all'acqua è ottenuta mediante uno strato continuo impermeabile, indipendentemente dalla pendenza della superficie. Non essendo vincolato a particolari pendenze o specifiche morfologie questa soluzione permette la realizzazione di coperture curve, piane orizzontali o sub orizzontali Particolare attenzione va posta alla messa in opera e alla scelta dei materiali impermeabilizzanti e alla loro protezione. Coperture discontinue Realizzano la tenuta all'acqua in particolari condizioni di pendenza della struttura. La pendenza delle falde impedisce le infiltrazioni d’acqua nonostante la discontinuità dello strato di tenuta composto, tipicamente, da tegole o scandole di pietra o legno Coperture non isolate e non ventilate Non c'è controllo, attraverso gli starti funzionali, della trasmissione della trasmissione del calore nè della ventilazione Non sono presenti né lo strato isolante né quello di ventilazione. L’impermeabilizzazione è fatta direttamente sulla struttura portante. Sopra di esso sono posate le listellature che reggono il manto di copertura. Coperture isolate, non ventilate Attraverso specifici strati funzionali si ottiene il controllo della trasmissione del calore Non ci sono accorgimenti per la ventilazione o la micro ventilazione (sfiatatoi, ventilazione incrociata). In questa tipologia è presente lo strato isolante, ma non quello di ventilazione. Il primo deve essere accoppiato a una barriera al vapore. Sopra la struttura portante (assito o falda cementizia) si troverà quindi prima la barriera al vapore e poi lo strato di pannelli isolanti; sopra di essi lo strato di impermeabilizzazione e quindi le listellature e il manto di copertura. Coperture isolate e ventilate Assicurano il controllo della trasmissione del calore e la ventilazione attraverso strati gli strati funzionali e soluzioni architettoniche specifiche Strato di ventilazione, posto fra quello impermeabilizzante e il manto di copertura. Coperture ventilate e non isolate Controllano, attraverso uno strato funzionale specifico, la ventilazione. Non posseggono uno strato funzionale contro la trasmissione del calore Non è previsto lo strato di isolamento, ma fra l’impermeabilizzante e il manto di copertura viene creata l’intercapedine per la ventilazione. Non è una soluzione molto comune. La micro-ventilazione del sotto-manto consente di tenere asciutto l’intradosso del manto, impedendo il degrado degli elementi di supporto del manto. Si attua posando a secco gli elementi del manto su supporti paralleli alla linea di gronda. Effetto camino (per manti in coppi, si aggiunge anche effetto dissipativo dovuto ai giunti). Fuoriuscita dell’aria dal colmo Ingresso dell’aria Soluzione di gronda Struttura portante della copertura 1. Struttura portante continua 2. Struttura portante discontinua Orditura di tetto in legno «alla lombarda» Sui puntoni poggiano dei grossi arcarecci (o terzere) su cui poggiano i travetti (o correntini) che a loro volta portano dei listelli su cui si sistemano le tegole. Orditura di tetto in legno «alla piemontese» Sui puntoni posti a distanza ravvicinata poggiano gli arcarecci su cui si sistemano direttamente le tegole. Modi di posa delle tegole Copertura a tetto: nomenclatura Copertura a tetto con canale di gronda interno con canale di gronda esterno