Settembre 2011 - Casa di Riposo Monticello

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Settembre 2011 - Casa di Riposo Monticello
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I COMPLEANNI DEL MESE DI SETTEMBRE
Auguri a:
Boschetti Giuseppina
22 settembre
Colombo Rosa
7 settembre
Martinenghi Teresa
22 settembre
Ripamonti Rosa
1 settembre
Ronco Angelo
14 settembre
Scaccabarozzi Vittorina
19 settembre
Tasso Elena
4 settembre
Vigano Andreina
22 settembre
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Ricordando…
USCITA ALL’ASILO DI MONTICELLO
Le ospiti Aurelia Sesana, Angela Lamendola, Lidia Zanchi, Pina Agostoni, Umberta Grassellini, Luciana Malli e Greppi Ernesta nel mese di Agosto avevano
confezionato delle collanine per festeggiare il primo giorno di scuola dei bambini dell’asilo di Monticello.
Mercoledì 14 Settembre sono state invitate a partecipare ad un incontro con i
bambini: in questa occasione i bambini hanno cantato e raccontato storie di
benvenuto alle nostre ospiti. Dopodichè le nostre hanno infilato ad ogni bambino la sua collanina ed è stata una esperienza davvero piacevole ed emozionante.
La collaborazione tra la Casa di Riposo e l’Asilo continuerà anche sotto il periodo natalizio, con eventuali progetti tuttora in valutazione dagli animatori.
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L’angolo degli ospiti
Massimo Giussani
Fucili da caccia
Limitatamente alla Brianza e dintorni le armi da caccia qui usate sono i fucili a
carica frammentata per la selvaggina tipo quaglie, pernici, anatre, fagiani, beccacce e oche scappate da qualche pollaio, nonché lepri.
In genere sono doppiette o sovrapposti calibro 12; esistono anche degli automatici di importazione a tre colpi e il quarto in canna. Così i cacciatori sono itineranti per campagne, boschi e colline con al seguito cani da pista.
Per la caccia stanziale alla selvaggina di passo migratoria come tordi, rondini,
slarne crociere e viscarde a capanno in qualche radura si usano solo doppiette
calibro 24.
Il calibro è determinato dalla cartuccia il cui diametro è determinato dal diametro di una sfera; più sfere il cui peso complessivo è una libbra di pietra 12 o 24.
Il proiettile è una cartuccia di pallini analogamente dimensionati secondo il peso complessivo in rapporto ad un grammo di piombo; sono utilizzati col numero in base alla dimensione della preda dal sette allo zero.
Sulle Prealpi circostanti esistono cervi, daini e cinghiali, in tal caso si adoperano carabine a palla calibro 30; diametro espresso in centesimi di palline, circa
7,7 mm a ripetizione chassepot a 4 colpi.
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Le poesie di Federica
Quando si fa sera, la luna si
Sveglia e incomincia a girare
Lentamente per l’orizzonte tra
Le stelle. Guarda giù e si ferma
ad ogni lampione per guardare
Le coppiette che si amano. Li
Sorride e gode come loro, ispira
Amore e sogni
Federica
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L’angolo delle curiosità
Case di ogni tipo
Molti di noi abitano in una casa per parecchi anni finchè non decidiamo di trasferirci in un’altra casa. In certe regioni del mondo invece c’è gente che si trasferisce continuamente. I pastori africani si muovono costantemente alla ricerca
di pascoli per i loro animali. Durante la stagione asciutta è spesso necessario
trasferirsi dove ci sia dell’acqua perciò queste persone si definiscono nomadi.
Molti nomadi vivono nel Nord Africa e nel Medio Oriente e le loro abitazioni
sono tende che possono essere montate e tolte rapidamente.
Molte capanne tribali africane hanno le pareti fatte di cannicci cioè canne intrecciate come un tessuto. Vengono poi rivestite di argilla, paglia ed escrementi
di animali per renderli impermeabili. Costruzioni di questo tipo sono state utilizzate per centinaia di anni anche nell’Europa del Nord, e ancora oggi i Masai
dell’Africa orientale costruiscono così le loro capanne.
Inoltre alcune persone vivono su una barca. Su certi fiumi o canali le chiatte sono ancora usate per il trasporto di carichi ed alcune sono anche l’abitazione dei
loro proprietari. Altri vivono in case galleggianti su fiumi o nei porti, Queste
case hanno spesso riscaldamento, elettricità e acqua corrente come una qualunque casa sulla terraferma. Molte sono a due piani, con le camere da letto al piano superiore. Le navi, infine, sono l’abitazione dei loro equipaggi per gran parte dell’anno. Sui transatlantici di linea i membri dell’equipaggio hanno proprie
cabine, una sala da pranzo e anche diversi svaghi come per esempio una sala
cinematografica.
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L’angolo della natura
Gli alberi e l’autunno
Gli animali smettono di crescere quando raggiungono le dimensioni da adulti,
invece le piante continuano a crescere finchè vivono: i rami e le radici sono le
parti che crescono di più, ma anche il tronco diventa sempre più largo.Tagliando il tronco di un albero si può sapere la sua età, perché ad ogni anello corrisponde un anno di crescita. Le foglie, le gemme ed i fiori non crescono
in una posizione a caso, ma sempre secondo uno schema particolare che è tipico per ogni specie. Soprattutto la disposizione delle foglie non è casuale, perché ogni foglia deve poter ricevere direttamente la luce del sole.
In primavera, quando la temperatura più calda dice all’albero che l’inverno è
passato, la linfa comincia a salire lungo il tronco e va a raggiungere i rami dove
le foglioline si allargano e le gemme si aprono. Le nuove foglie sono esposte
alla luce e al calore del sole.
Tutti gli alberi hanno bisogno di foglie perché sono le foglie a produrre le sostanze di cui gli alberi si nutrono. Gli alberi perdono anche molta acqua attraverso le foglie e, più queste sono grandi, più acqua perdono. Gli alberi che vivono nei climi umidi hanno foglie grandi in modo da poter facilmente ricostituire le loro scorte d’acqua. Nei paesi freddi gli alberi hanno foglie più piccole,
come gli aghi dei pini. Alcuni alberi dei paesi freddi in autunno perdono le foglie e si rivestono in primavera: in questo modo in inverno non perdono troppa
acqua. La quercia e l’ippocastano sono alberi che perdono le foglie.
In autunno le foglie prima di cadere diventano secche e spesso assumono una
colorazione rossa o dorata brillante. In questo periodo la foglia non fabbrica più
il pigmento che le conferisce il colore verde, e così diventa visibile il suo
“vero” colore.
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L’angolo dell’oroscopo
Settembre: segno zodiacale Vergine
Il Sole transita nel segno all'incirca tra il 23 Agosto e il 22 Settembre.
Il pianeta dominante è Mercurio, l'elemento è la terra è la qualità è mutevole.
Il segno della Vergine e' uno dei piu' seri e attendibili dello Zodiaco. Il suo elemento, la Terra, lo spinge a ricercare risultati concreti in tutte le sue attivita'. Il
pianeta dominante, Mercurio, gli dona un'intelligenza particolare. La Vergine
ama portare a termine i propri compiti nella maniera piu' precisa e affidabile
possibile.
E' attentissima ai particolari. Questa caratteristica porta qualcuno a ritenere che
il suo carattere sia puntiglioso e troppo critico. In realta', la Vergine e' fermamente convinta che il rispetto di regole e prassi sia indispensabile per il benessere di tutti, non solo del proprio. Le critiche che, a volte, muove verso amici,
parenti e, soprattutto, verso il partner sono dovute al fortissimo senso di responsabilita', a cui la Vergine non riesce a rinunciare.
Ogni azione, ogni movimento della Vergine deve essere da questa ben pesato.
Raramente agisce d'istinto. Le sue capacita' analitiche la portano a scegliere
professioni in cui la fermezza e l'onesta' intellettuale siano indispensabili. L'attivita' medica le si addice particolarmente: i migliori dottori appartengono a
questo segno!
Nelle corrispondenze fra segni e corpo umano, alla Vergine spetta la parte piu'
bassa dell'addome, insieme con le sue funzioni digestive. Puo' dunque soffrire
di calcoli, di coliti e di stitichezza. Necessita di idratarsi piu' degli altri segni e
di alimentarsi con una certa cura, possibilmente con una sua dieta specifica.
Negli affetti, la natura analitica della Vergine, spesso, non da' risultati all'altezza
degli altri campi della sua esistenza. La Vergine puo' infatti essere poco romantica, poiche' vive il rapporto amoroso in maniera cerebrale piu' che passionale.
Non ha la tendenza a tradire, a meno che non possa ricavare particolari favori
dalla persona con cui avviene il tradimento. Non soffre di particolare gelosia.
Se, ciononostante, viene tradita, la Vergine assume un atteggiamento vendicativo che fara' pentire il fedifrago partner!
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Colore da portare: il grigio, che tranquillizza.
Pietra Portafortuna: lo zaffiro.
Metallo: il mercurio.
Fiore: il giglio.
Giorno favorevole: il mercoledì.
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L’angolo de “El casciaball”
Racconti e pensieri in dialetto brianzolo
El casciaball
I casciaball a hinn sempere quei
Quei che gh’hann la mamma semper in gesa
Quei ch’el cadregat le dà el parer per nà coi dònn.
ma i dònn del paes
Che hinn senza coscienza
Del casciaball fann senza.
ma el casciaball che molla no
Quand’riva sira và per i strad a cercà i dònn
E el dì adree al bar del paes
El casciaball se vanta di so impres.
ma ier sira la so mamma a mezzanott
L’ha mettuu a dormì, e gh’ha dii la preghiera
“casciaball fa ‘l bravo e bònasira”.
Il cacciaballe
I caccia balle sono sempre quelli
Quelli che hanno la mamma sempre in chiesa
Quelli che il sacrista da loro i consigli per andare con le donne
ma le donne del paese
Che sono senza coscienza
Del caccia balle fan senza.
ma il caccia balle che non molla
Quando arriva sera va per le strade a cercare le donne
E il giorno dopo al bar del paese
Il caccia balle si vanta delle sue imprese
ma ieri sera la sua mamma a mezza notte
L’ha messo a dormire e gli ha detto la preghiera
“caccia balle fai il bravo e buonasera”.
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L’angolo delle risate
Il coccodrillo chiede al padre:
-papà un giorno avrò molti soldi?
- si figliolo, quando sarai un portafoglio.
Un signore aveva un cane che lottava e vinceva sempre. Un giorno un uomo
chiese al padrone il perché vincesse tutte queste gare, il padrone rispose "Mi
ricordo solo di avergli tagliato la criniera"
Al polo nord un cane dice all'oca "haa ho la pelle d'oca" e l'oca risponde "haaa
è vero ho un freddo cane".
Un rapinatore sale su un autobus a Napoli e grida: "Fermi, questa è una rapina!". Un signore si alza e dice: "Maronn' mia, che spavento, pensavo fosse 'o
controllore!".
A SCUOLA -Io a scuola non ci voglio andare! -Perché? -Perché mi picchiano,
mi prendono in giro, e poi non mi piace! -Invece tu ci vai! -No! -Giovanni,
smettila di fare i capricci: hai 50 anni, e poi... in quella scuola sei preside!
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L’angolo della religione
Gli invitati scortesi
Un giorno mentre era ospite a casa di un uomo ricco, un altro invitato esclamò:
“beato chi potrà partecipare al banchetto nel regno di Dio”.
Gesù allora racconto una parabola: “ un uomo fece una volta un grande banchetto e invitò molta gente.
All’ora del pranzo mandò uno dei suoi servi a dire agli invitati:” tutto è pronto,
venite!”. ma uno dopo l’altro, gli invitati cominciarono a scusarsi.
Uno disse:” ho comprato un terreno e devo assolutamente andare a vederlo. Ti
prego di scusarmi”.
Un altro gli disse:” ho comprato cinque paia di buoi e sto andando a provarli. Ti
prego di scusarmi”.
Un terzo invitato gli disse:” mi sono sposato da poco e perciò non posso venire”.
Quel servo tornò dal suo padrone e gli riferì tutto.
Il padrone di casa, allora, si adirò e ordinò al suo servo: “esci subito, va per le
piazze e per le vie della città e fa venire qui al mio banchetto i poveri e gli storpi, i ciechi e gli zoppi”.
Più tardi il servo tornò dal padrone e gli disse:” signore, ho eseguito il tuo ordine, ma a tavola c’è ancora posto”.
Il padrone allora disse al servo:
“esci di nuovo e và per i sentieri di campagna e lungo le siepi e spinge la gente
a venire qui.
Voglio che la mia casa sia piena di gente.
Nessuno di quelli che ho invitato per primi parteciperà al mio banchetto, ve lo
assicuro”.
Da Luca I4,I5-24
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L’angolo di Padre Pio
Francesco a dieci anni incominciò ad imparare le aste dal
maestro Cosimo Scocca. Poi, dopo qualche mese, andò ad
imparare la sera anche da un artigiano, detto
“Pettenacanne” perché pettinava la canapa per ricavare sacchi e teloni. Dopo circa un anno i genitori di Francesco lo
mandarono da un vero maestro: don Domenico Tizzoni che
era un prete spretato, sospeso per aver convissuto con una
donna da cui aveva avuto una figlia.
Francesco seguì le lezioni per tre anni imparando molto in fretta. Imparò, prima
di ogni altra cosa, la lingua italiana: a Petralcinainfatti i contadini parlavano solo il dialetto. Il suo papà Grazio strinse la cinghia e si ammazzò di lavoro per
poter far studiare il figlio. Francesco in tre anni assimilò il programma delle elementari ma per vestire l’abito talare e dire messa occorreva sapere anche il
latino. Grazio si indebitò fino al collo per trovare il denaro con cui pagare il
maestro di latino. Però i soldi non bastavano e Grazio alla fine decise di partire
per l?America per guadagnare più soldi, da far avere ogni mese alla famiglia.
Una mattina all’alba Grazio con il sacco sulle spalle aprì la porta di casa per
partire. Ma lì sulla strada c’era Francesco che lo supplicò: “Papà, non partire” e
il padre rispose: “Devo andare, tu pensa a studiare e a farti monaco”. Era il 1899.
Michele, il primogenito, si prese la responsabilità del podere e del lavoro nei
campi. Francesco tenne per sé due compiti: restare vicino alla mamma e onorare il sacrificio del padre studiando da primo della classe. Con il passare del
tempo Francesco diventò un bel ragazzo e molte delle ragazze di Petralcina si
innamoravano di lui e facevano a gara per diventare sue amiche. Una ragazza
della sua scuola, pur conoscendo il suo desiderio di abbracciare la vita religiosa,volle metterlo alla prova. Scrisse un biglietto d’amore e tentò di infilarglielo
nella tasca della giacca. Il bigliettino invece cadde ai piedi del maestro che lo
lesse, alzò su Francesco gli occhi rossi e non riuscì a trattenere uno schiaffo.
Francesco prese tra le mani il bigliettino, lo lesse ed impallidì: “ Maestro, non
so niente di questo biglietto! Io voglio farmi frate!”. Le lacrime di Francesco
intenerirono la ragazza che confessò al maestro che Francesco non centrava
niente.
Ormai a Petralcina tutti i paesani sapevano che Francesco voleva farsi frate e
mamma Peppa ne era orgogliosa.
Le altre mamme lo indicavano a esempio ai loro figli.
Dopo qualche tempo Don Salvatore, il parroco, si prese l’impegno di guidare
Francesco lungo il difficile cammino della vocazione religiosa e chiese al ragazzo in quale ordine religiosi avrebbe voluto entrare.
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Francesco rispose: “Quello di fra camillo, è un cappuccino e l’ho conosciuto un
giorno perché era venuto qui a Pietralcina a chiedere l’elemosina”. Don Salvatore inviò la domanda al convento e dopo qualche mese arrivò la risposta: Francesco Forgiane poteva entrarvi.
Così la mattina del 6 gennaio 1903 Francesco si alzò molto prima dell’alba, aveva sedici anni,. In cucina accanto al focolare acceso lo aspettava la mamma
che gli sorrise con gli occhi umidi e Francesco percepì che era addolorata per il
distacco. Con grande commozione la abbracciò e salutò i suoi fratelli, poi si avviò verso il treno che lo avrebbe portato nel paese di Morcone. Distava una
trentina di chilometri da Pietralcina, ci voleva un’ora per raggiungerlo in treno;
poi per arrivare al convento c’era poi da fare una lunga strada in salita.
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L’angolo dei giochi
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L’angolo dei paesi
Assisi
Assisi e S. Francesco: un legame forte, che ha superato il
tempo e che identifica un’unione tra la città ed il santo.
Anche Dante nella Divina
Commedia parla della nascita
di un “sole” nei pressi del
monte Subasio. Assisi è il
secondo luogo di pellegrinaggio della cristianità dopo
San Pietro a Roma e, come
tale, la città santuario è stata
dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. L’aura
spirituale aleggia in ogni spazio mentre ci si arrampica
sempre più in alto tra gli edifici medievali fino ad arrivare alla vastità del sagrato e
alla Basilica dove Francesco
riposa. Si può andare alla
scoperta di posti sacri grandi
e piccoli, immersi in una natura verdissima,con i boschi che arrivano a toccare le mura. A partire dal luogo
francescano per eccellenza. Nella zona pianeggiante, fuori dal nucleo più antico della cittadina, che è protetto da una lunga cinta muraria, si trova, all’interno
della grandiosa basilica di Santa Maria degli Angeli, la Porziuncola, una chiesetta costruita nel IV secolo da quattro pellegrini venuti da Gerusalemme. La
cappelletta stessa è piccola e preziosa come un presepio, soprattutto perché è
qui che Francesco comprese la sua vocazione e fondò l’Ordine dei Frati Minori
nel 1209. E poi, in Santa Maria degli Angeli, c’è ancora il celebre roseto senza
spine nato dai rovi dove si racconta che Francesco si buttò per vincere il dubbio
e la tentazione della carne: al contatto con il santo le spine scomparvero e fiorì
al loro posto un giardino di rose. Proseguendo tra i siti più sacri si arriva alla
basilica di Santa Chiara, la fondatrice delle Clarisse. Dentro si trova il corpo
ancora incorrotto di Chiara e nella cappella a destra della navata c’è il Crocifisso che parlò a S.Francesco invitandolo a rifondare la Chiesa.
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L’angolo delle ricette
Torta pere e cioccolato
Ingredienti:
-2 pere
- 150 gr di cioccolato fondente
- 1 cucchiaio raso di cacao amaro
- 200 gr di farina
- 140 gr di burro
- 150 gr di zucchero a velo
- 5 tuorli
- 2 albumi
- mezza bustina di lievito
Procedimento:
Fondere il cioccolato a bagnomaria.
intanto tagliare a dadini le pere ed infarinarle.
Montare gli albumi a neve ben ferma.
Montare il burro con lo zucchero finchè non diventa gonfio e cremoso.
Unire i tuorli, poi il cioccolato fuso, la farina ed il cacao setacciato.
Aggiungere infine gli albumi a neve, le pere e il lievito.
Infornare a 180° per una mezz’ ora.
Vale la prova stecchino!
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Preghiera dedicata ai nostri Nonni
Signore, vogliamo ringraziarti oggi per il dono dei nonni.
A volte ce li regali molto giovani e pimpanti, simpatici e pieni di vita, pronti a
sostituire mamma e papà quando sono troppo impegnati al lavoro.
Diventano cosi i nostri grandi amici, i nostri punti di riferimento.
A volte ce li regali già tanto anziani, stanchi o malati, oppure lontani dalla nostra vita quotidiana, bisognosi di tante piccole attenzioni e di tante grandi cose
pratiche.
E noi, insieme a mamma e papà ci preoccupiamo per loro.
A volte ce li regali addirittura già in cielo che vivono nei ricordi di mamma e
papà, ma ancora ben presenti con ciò che hanno combinato di bello.
Senza i nostri nonni noi non esisteremmo, attraverso di loro c’è arrivato il dono
della vita.
Hanno vissuto il loro tempo della giovinezza e dell’età adulta e anche se ci
sembrano tempi tanto lontani sono quelli che hanno portato al mondo di oggi,
dove ora tocca noi continuare le cose belle e o cambiare e migliorare quelle
brutte.
Facci godere i nostri nonni signore; fa che li accettiamo anche quando sono
brontoloni e stanchi.
Facci sorridere con amore del loro continuo ripetere le stesse cose, facci cogliere in loro la bellezza della storia, della vita che scorre e che si dona.
Nelle loro debolezze rendici misericordiosi e buoni, nelle loro conquiste rendici orgogliosi.
Tu ci insegni che la vita ha un limite e che oltre ci sei Tu,
Nella luce e nell’amore definitivo.
E allora è li che sappiamo che sono i nostri nonni.
A noi il compito di proseguire una grande Storia d’Amore :
La nostra insieme a Te!
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Domenica 16 ottobre
la Casa di Riposo di Monticello
Con il patrocinio del Comune di Monticello
In collaborazione con
“Gruppo Alpini Monticello,
Associazione Amici Volontari Familiari della Casa di Riposo
Presenta:
La Valt
ellina in
Brianza
sapori,
colori
e suoni
Programma presso la Casa di Riposo per gli ospiti
E i parenti
Costo del pranzo: 20 € (solo per i parenti), da versare alla prenotazione presso gli
Educatori
Ore 10.00:santa messa presso la chiesetta della Casa di Riposo
Ore 11.00:aperitivo nel salone grande insieme alle autorità
Ore 12.00:pranzo per tutti gli ospiti della Casa di Riposo
Menu:Antipasto di Bresaola e formaggi, Pizzoccheri di Teglio,
dolce della Valtellina, Caffè.
Proposti dall’Accademia del Pizzocchero di Teglio
Ore 13.30:esibizione del coro Anteas di Sondrio, presso il salone della
Casa di Riposo di Monticello
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Sponsorizzato da:
Banca Popolare di Sondrio; Vinicola Nera; Sosio Salumi;
GEMEAZ; KCS