IL RUOLO DEL BRAND
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IL RUOLO DEL BRAND
IL RUOLO DEL BRAND di Teresa Tardia Marketing e Vendite >> Marketing e management www.intesasanpaoloimprese.com Sommario Introduzione .......................................................................................3 Definizione di marchio ...........................................................................4 Che cosa rende un marchio forte.............................................................4 Marchio e pubblicità ..............................................................................5 Monitoraggio........................................................................................6 Metodologie di analisi ............................................................................6 Le promozioni ......................................................................................7 Obiettivi ..............................................................................................8 Valore del brand...................................................................................8 Le funzioni aziendali..............................................................................8 Conclusioni..........................................................................................9 Glossario........................................................................................... 10 Pagina 2 di 10 www.intesasanpaoloimprese.com Introduzione Le aziende sul mercato si confrontano al suono di marchi forti: il marchio più forte è quello che domina il mercato. Il marchio è un fattore intangibile e che è alquanto complesso andare a valorizzare, ma in assoluto possiamo definirlo come il plusvalore che i clienti attribuiscono al prodotto in funzione delle scelte d’acquisto, della notorietà e della soddisfazione. Gestire una marca significa: • affidarsi a dei valori e asset intangibili che caratterizzano l’attività dell’impresa; • salvaguardare un business e creare plusvalore tale da generare nel tempo non solo l’acquisto, ma anche il riacquisto dei beni e dei servizi da parte della clientela. Il marchio è il risultato dell’incrocio di più fattori come il ricordo del nome, la fedeltà dei clienti, il livello di qualità, le associazioni ecc. Il marchio si rafforza grazie alle azioni pubblicitarie e alla capacità del management di rafforzare l’immagine dell’azienda al fine di creare un valore riconosciuto da parte del cliente. Ogni marca deve essere gestita in base a diverse dimensioni e agli obiettivi che bisogna perseguire. Pagina 3 di 10 www.intesasanpaoloimprese.com DEFINIZIONE DI M ARCHIO Ma cos’è un marchio: è un nome, un disegno un simbolo che identifica un prodotto o un servizio offerto da una azienda e si differenzia da quanto offerto dalle imprese concorrenti. Il marchio deve esprimere l’identità del consumatore e dei clienti a cui l’azienda fa riferimento, e se non fosse così, deve riuscire a creare una identità in cui i consumatori si riconoscono. Infatti, il marketing ha la capacità di creare marche differenziate tra di loro ed individuare nomi, confezioni e simboli che il consumatore riconosce. Con il brand o marchio i beni perdono la loro essenza di merce generica per acquisire uno status superiore di prodotti di marca. Certamente il valore di un marchio si costruisce nel tempo: alcuni brand che sono oggi in circolazione hanno acquisito notorietà lungo l’asse temporale e sono il risultato di una costante capacità manageriale di investire e sostenere oltre a un nome anche un prodotto. Infatti, senza un prodotto di qualità un brand non può esistere e soprattutto resistere alla concorrenza. Rispetto al passato oggi ci sono molti più marchi in tutti i settori e conseguentemente sono necessari maggiori investimenti per affermare un brand, nonché per scegliere le adeguate strategie di penetrazione, aggressione o affermazioni di una marca. Sebbene si affermi che la scelta di un prodotto si basa sulla qualità e notorietà del marchio e sempre vero che il prezzo ha ancora un forte e rilevante impatto. Per molte aziende il marchio è la fonte più importante dell’attività economica ed è quella che è in grado di determinare il vantaggio competitivo. Spesso se il marchio è legato a un prodotto può venire esteso a una classe di prodotti. Se un marchiò è legato a un prodotto forte e strategico può accadere che nell’ambito della stessa linea di prodotti se ne associno alcuni che hanno una valenza tattica, ossia servono esclusivamente e temporaneamente per completare la gamma e sono introdotti poiché si ritiene che siano in grado di generare redditività e cash flow positivi (ad esempio sono introdotti perché le tendenze moda del momento lo richiedono) nel breve periodo. Un marchio noto trova sempre i punti migliori di vendita, ha sempre l’area migliore, così come per la gestione e acquisizione dello spazio espositivo. Nelle Pmi gli investimenti sul brand sono notevolmente limitati se confrontati con quelli delle grandi imprese che operano anche solamente a livello nazionale. Questo avviene perché molto spesso le Pmi operano in nicchie di mercato o in settori ad oligopolio dinamico che hanno spesso l’esigenza di valorizzare più il prodotto rispetto al marchio e che quindi sono costrette ad effettuare delle scelte ben specifiche per non disperdere o rendere frammentate le decisioni di investimento e di azione. Le Pmi generalmente fanno delle scelte di brand legate al canale di distribuzione e per area geografica per valorizzare il marchio. Tuttavia pur essendo di dimensioni più limitate rispetto alle multinazionali devono agire pensando di poter raggiungere traguardi di livello superiore. COSA RENDE UN M ARCHIO FORT E Un marchio forte è il risultato di più forze che operano in modo integrato: • fedeltà al marchio; • notorietà del marchio; • livello di qualità percepita; • canale distributivo. Pagina 4 di 10 www.intesasanpaoloimprese.com Il valore di una marca ha una fortissima influenza sul consumatore difatti qualità percepita e notorietà hanno un elevato impatto sul suo comportamento e possono agire positivamente sui livelli di soddisfazione, nonché sull’esperienza d’uso. In questo tipo di approccio il prezzo rientra solamente in modo marginale nei fattori che possono valorizzare il marchio e influenzare il comportamento di acquisto. Il valore del marchio può essere quantificato in base agli attributi precedentemente elencati, invece il nome del marchio agisce a seguito delle risultanze delle azioni di marketing e del livello di soddisfazione del consumatore. Tutti gli attributi che concorrono a formare il valore della marca in ogni caso non devono essere analizzati e gestiti in modo a sé stante, bensì in maniera integrata. Alcuni brand sono associati a delle applicazioni d’uso o a delle condizioni particolari tali per cui nella mente dell’acquirente tale associazione crea un legame inscindibile. Non da ultimo è il nome ciò che viene ricordato e in particolare ripetuto dal consumatore: il prodotto diventa un nome e un marchio. Nel linguaggio comune non si dice «vado a comparare una confezione di detersivo» bensì «vado a comperare una confezione di (nome marchio)». Nelle indagini sulla notorietà quando il consumatore cita spontaneamente il nome di un marchio così come quando lo associa ad un evento ricordo positivo, significa che l’azienda gode di una buona notorietà, il nome deve essere ciò che viene demandato senza alcuna remora. Spesso quando un marchio forte associato a un prodotto risulta essere superato frequentemente viene associato a un attributo che serve a identificare le caratteristiche del prodotto. Pertanto il nome da attribuire a un prodotto deve essere attentamente scelto, analizzato e adottato. La scelta non può essere presa unicamente dal management interno, ma attraverso un processo di analisi che coinvolge il consumatore sia prima del lancio del prodotto che durante il lancio e successivamente, ossia durante tutto il ciclo di vita del prodotto. In particolare bisogna comprendere cosa evoca e quali associazioni vengono fatte dal consumatore/cliente in ogni singola fase. In ogni caso qualsiasi nome deve essere facile da ricordare e da memorizzare: è preferibile che il nome non sia lungo da ripetere in questo modo il ricordo e la memorizzazione ne risultano facilitati. M ARCHIO E PUBBLICIT À Il marchio viene pubblicizzato via radio o via TV per alcuni prodotti si usano gli «sketch pubblicitari» nelle ore in cui il pubblico target è davanti al video. Questo è in grado di rafforzare il marchio e permette di sostenere investimenti al fine di ottenere il massimo risultato. Le imprese vincenti effettuano considerevoli investimenti mirati in pubblicità anche nei momenti di crisi, infatti è proprio in questi momenti che si può risultare più vulnerabili dalla concorrenza. I brand sono valorizzati attraverso i canali TV, Radiofonici, Carta stampata (quotidiani, giornali specializzati, riviste ecc.), cartellonistica, gadgets, ecc., nonché Internet. Negli ultimi anni sono aumentate le promozioni sia verso il consumatore finale che verso i rivenditori. Tuttavia le promozioni non sempre generano un reale beneficio per il marchio, poiché i consumatori hanno imparato a programmare gli acquisti in base all’andamento delle azioni promozionali. Queste assicurano risultati positivi nel breve periodo e non sono in grado di reggere la competizione. Pagina 5 di 10 www.intesasanpaoloimprese.com Le aziende sui prodotti o sui servizi finiscono per mantenere le stesse posizioni, e i presupposti iniziali restano conseguentemente inalterati. Le azioni promozionali in generale sono in grado di fornire buoni risultati in termini di redditività e il manager che è chiamato a generare buoni risultati trova in questo strumento ottime opportunità per creare «movimento» nel mercato ma solo nel breve termine. MONIT ORAGGIO Tutte le imprese dovrebbero monitorare con attenzione i marchi concorrenti. Spesso non esistono delle reali differenze fra i prodotti, ma ciò che un marchio riesce ad evocare genera e crea la diversità. Per monitoraggio si intendono tutte quelle attività di rilevazione del marchio e di diffusione del suo livello di conoscenza. Le azioni di monitoraggio permettono di rilevare il gap che c’è tra l’azienda e il prodotto concorrente. Le azioni possono focalizzarsi: • sul prezzo, ossia devono essere rilevati gli scostamenti di prezzo tra il prodotto dell’azienda e quello dei suoi diretti concorrenti, vanno verificate le politiche promozionali e quale portata rivestono; • sull’analisi delle preferenze del consumatore ossia a parità di preferenze va valutato quale è quella che sceglie il consumatore; • le preferenze di sostituzione o riacquisto, ossia cosa accade nel caso in cui debba essere sostituito o riacquistato un prodotto. Certamente il valore e il ruolo del marchio è tanto più forte nei beni di consumo e nei beni di lusso, rispetto a quelli industriali dove non sempre gli investimenti sul marchio tendono a valorizzarlo così come avviene nel largo consumo. Spesso addirittura il management non avverte tale esigenza. Inoltre nei settori di nicchia gli investimenti sul marchio risultano limitati e spesso si focalizzano unicamente sulle riviste specializzate e gestione di eventi specifici (ad esempio partecipazione a fiere specialistiche). Tuttavia molte delle rilevazioni si basano sui dati pregressi, ossia cosa e quanto è avvenuto nella storia passata dell’impresa e nel suo rapporto con il mercato. All’opposto tutte le rilevazioni dovrebbero tendere ad enfatizzare un approccio previsionale che valuti l’impatto del marc hio nel futuro identificando il comportamento del consumatore, il suo livello di fedeltà, la sua propensione all’acquisto e riacquisto. METODOLOGIE DI ANALISI Di seguito sono riportate alcune tecniche per monitorare gli investimenti sul brand: • • • • • • Brand Re search: gestione delle attività legate alla misurazione della notorietà del brand. Brand Evaluation: tecniche per valutare il brand. Brand Strategy: le strategie che riguardano la gestione del brand nel futuro. Brand Design: gestione della grafica relative al brand. Brand Protection: azioni mirate alla protezione del brand dalle imitazioni. Brand Perception: conoscenza e livello di percezione del marchio. Pagina 6 di 10 www.intesasanpaoloimprese.com • • • • • • • Brand Image, comprende l’idea e le aspettative presenti nella mente del consumatore in relazione al prodotto e al servizio erogato. Brand equity è il valore della marca. Brand management, ossia come aumentare il valore percepito dal brand e conseguentemente come ottimizzare il patrimonio di marca. Brand identity che attiene alla percezione d’uso dei prodotti da parte dei consumatori. Brand experience (esperienza di marca), ossia effettivamente il risultato derivante dall’uso dei prodotti o servizi della marca. Brand recognition: capacità di identificare e riconoscere le proprietà di una marca. Brand Loyalty (fedeltà alla marca): ossia capacità di acquisto e riacquisto. Il marchio tende ad instaurare una specifica relazione tra un dato mercato e la domanda, in particolare in questo ambito l’offerta tende a mettersi al riparo dalla concorrenza. Molteplici sono gli slogan associati al marchio che infondono status di sicurezza, di prestigio o che rafforzano l’autostima. Ogni marca comprende aspetti psicologici e sociologici molto importanti, inoltre la crescente sensibilità verso la protezione dell’ambiente fa si che molti siano anche orientati verso una maggiore sensibilità sociale e di sviluppo sostenibile. In base all’ampiezza dell’offerta e all’estensione del marchio si rilevano azioni di brand port folio; quando il brand fa riferimento a un unico prodotto si parla di individual brand. Conoscere le caratteristiche di una marca concorrente può essere utile ai brand manager dell’imprese per adottare strategie efficaci. Quella forse più utile è la classificazione della marca in base all'ampiezza del portfolio di marca (brand portfolio) di un impresa. Ciò di cui soffrono i produttori in alcune aree di offerta è la concorrenza dei distributori con i propri marchi che ha portato alla diminuzione della fedeltà al marchio a favore della fedeltà del punto di vendita. È tuttavia importante per l'impresa che la brand identity si avvicini il più possibile alla brand image per ottimizzare i risultati conseguiti. LE PROMOZIONI Gli sforzi per sostenere un marchio devono essere coordinati e ci deve essere un impegno di budget. Il marchio in sé deve essere gestito dal marketing, logicamente le attività devono essere coordinate tra funzione produzione, vendita e commerciale. I manager con adeguate azioni devono essere in grado di condividere le dinamiche che portano ad associare il prodotto ad un marchio e in particolare devono essere in grado di comprendere come possa mutare nel tempo tale relazione. In particolare devono essere costruiti degli indicatori di rilevazione con periodic i interventi di controllo poiché le azioni non devono isolarsi al breve periodo, ma devono estendersi nel tempo. Le promozioni possono solamente attivare sui beni una riduzione generalizzata dei prezzi. Tuttavia in varie circostanze possono essere un ottimo rimedio per salvaguardare la propria presenza sul punto vendita rispetto a quelle dei concorrenti. Pagina 7 di 10 www.intesasanpaoloimprese.com OBIETT IVI Tutte le imprese dovrebbero essere impegnate a far fruttare a pieno la redditività di un marchio. La strategia di sviluppo di un marchio deve essere a medio lungo termine. Nel breve termine i risultati che si ottengono sono limitati e non sono sufficienti per consolidare la presenza nel mercato di riferimento e c reare un solido vantaggio sulla concorrenza. Per alcuni beni commodity o shopping goods le azioni promozionali se effettuate entro un lasso di tempo predefinito possono incrementare notevolmente le vendite e generare un positivo ritorno di fatturato per le imprese. Per i convenience goods o per i beni ad elevata frequenza d’uso o di prima necessità le promozioni non hanno sempre l’effetto sperato. Oggi per alcune categorie di beni, ad esempio come le automobili si assiste ad un comportamento omogeneo e spesso le stesse case automobilistiche promuovono i loro marchi nello stesso periodo cercando di guadagnare quote di mercato e immatricolazioni. Come si può osservare il comportamento adottato è quasi identifico per tutte le aziende. La frequenza delle iniziative tuttavia spesso può portare il consumatore verso una condizione di assuefazione con effetti opposti o diversi rispetto a quelli attesi. In tali circostanze non sempre il prezzo è ciò che determina l’acquisto. VALORE DEL BRAND Il valore del brand è il risultato della sua quotazione sul mercato. Influenzano la misurazione la notorietà, la diffusione, l’immagine ecc. Un valore forte permette la richiesta di un premium price di livello superiore. Spesso ad un marchio noto il consumatore attribuisce un valore superiore in termini di affidabilità di prodotto. E’ proprio la percezione di qualità di un brand che permette alle imprese di diversificare la propria presenza anche in settori attigui a quelli in cui l’impresa opera. Ogni brand è associato a un valore forte per il consumatore che si identifica con tale elemento e permette di creare una forte unic ità nella mente del consumatore, infatti le sue percezioni, nonché le reazioni, sono differenti in funzione del prodotto e del brand, ma soprattutto a seguito della sua associazione. L’associazione certamente permette di creare un legame tra azienda- brand-prodotto. Le aziende possono tutelarsi dalla contraffazione e dalle imitazioni del marchio o del prodotto, registrando il brevetto o il marchio stesso. In questo modo si riduce l’intensità della concorrenza e si sono create delle barriere. Molti marchi che sono in circolazione assumono un significato molto ampio perché comprendono anche la storia dell’azienda, sono il risultato dell’esperienza maturata, risultano conosciuti e noti. LE FUNZIONI AZIENDALI La funzione di marketing deve attentamente valutare, creare e gestire i brand. Le azioni devono avere una valenza strategica e creativa che spesso deve oltrepassare i confini nazionale. Le scelte devono essere impostate per perseguire il successo e garantire risultati eccellenti. Pagina 8 di 10 www.intesasanpaoloimprese.com I marketing manager devono essere orientati all’identificazione delle opportunità di mercato, creazione di idee, alla gestione del marchio e alla sua implementazione. Creare un bra nd significa comunque sentire la «voce» del consumatore. Condividere con lui le proposte, infatti molto spesso vengono fatte delle ricerche anonime per testare le reazioni su specifici prodotti al fine di comprendere l’evoluzione dello scenario. CONCLUSIONI Il valore del marchio risulta essere un valore intangibile dell’azienda e in quanto tale appare nel bilancio aziendale. In base ai nuovi criteri sui principi contabili i valori intangibili sono oggetto di una specifica valutazione. La marca deve accrescere i livelli di fedeltà, ma anche i livelli di attrazione, ossia il dato relativo al riacquisto dei prodotti e dei servizi. Quale management è quello vincente nella gestione del brand? Quello che riesce a fare in modo di generare un ricordo nel consumatore e soprattutto creare positive associazioni tra il prodotto, il servizio erogato e il nome dell’azienda. Pagina 9 di 10 www.intesasanpaoloimprese.com GLOSSARIO Oligopolio L’ oligopolio è una forma di mercato in cui l’offerta è composta da pochi, ma importanti, attori di mercato. In virtù di questa particolarità, ogni agente (venditore, oligopolista, ecc.) sa che ogni decisione che prende andrà ad influire anche sulle decisioni dei concorrenti, e quindi, in ultima analisi, andrà ad influenzare il mercato stesso. Una situazione di oligopolio permette alle imprese che operano nel settore di adottare dei comportamenti strategici, ovvero consente loro di pianificare la strategia di mercato (politiche di produzione, politiche di prezzo, ecc.) in funzione delle scelte effettuate dai concorrenti. Brand portfolio Il brand portfolio comprende tutti i marchi e le sub-marche che compongono la struttura generale del marchio (del branding) di una determinata impresa. Questo “sistema di marche ” è correlato all’offerta di prodotti che viene complessivamente immessa sul mercato ed ha lo scopo di arricchire, attraverso una strutturazione più articolata, una certa offerta aziendale, in modo da garantire dei risultati, dal lato dei ricavi complessivi, più consistenti. Una strategia di brand portfolio può comprendere anche tutte le co-brands sviluppate con altre aziende di distribuzione (fornitrici o clienti) e di produzione (cioè concorrenti). . Documento reperibile, assieme ad altre monografie, nella sezione Dossier del sito http://www.intesasanpaoloimprese.com/ Documento pubblicato su licenza di WKI - Ipsoa Editore Fonte: PMI Il mensile della piccola e media impresa, Ipsoa Editore Copyright: WKI - Ipsoa Editore Pagina 10 di 10 www.intesasanpaoloimprese.com