52 - Il Calitrano

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52 - Il Calitrano
ISSN 1720-5638
IL CALITRANO
periodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioni
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - 70% - DCB - Firenze 1
ANNO XXXIII - NUMERO 52 (nuova serie)
CENTRO STUDI CALITRANI
Via Pietro Nenni, 1 - 83045 Calitri (AV)
www.ilcalitrano.it
GENNAIO-APRILE 2013
IN QUESTO NUMERO
IL CALITRANO
ANNO XXXIII - N. 52 n.s.
Ci risiamo! Succede ancora
di A. Raffaele Salvante
3
La luce fioca e il buio pesto
del dott. Marco Bozza
4
Fondato nel 1981
Il parto travagliato
del Gen. Michelangelo De Rosa
5
Istituto d’Arte
del rag. Antonio di Napoli
IN COPERTINA:
Angelo Di Milia
Calitri, 29.04.2011
La processione del Venerdì Santo che si snoda
per le vie del paese insolitamente animate, e
procede verso la cappella della Santa Croce
sul Monte Calvario, accompagnata da canti caratteristici della settimana di passione. Il rito,
che inizia e finisce dalla Chiesa dell’Immacolata
Concezione, è uno dei momenti più sentiti dalla comunità calitrana.
del dott. Vincenzo Luciano Lucrezia
(Foto Michele Cicoira)
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Creato e aggiornato gratuitamente
da ITACA www.itacamedia.it
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Direttore
Martina Salvante
La meglio gioventù
del dott. Emilio Ricciardi
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Direttore Responsabile
A. Raffaele Salvante
11
Segreteria
Michela Salvante
A Maria Teresa Mutti
di Stefania Nivone
In ricordo del compianto
Giovanni Maffucci
del dott. Noris Cucciniello
RICORDA CHE
LA TUA OFFERTA
È DECISIVA PER
LA PUBBLICAZIONE
DI QUESTO
GIORNALE
12
I nuovi imprenditori
di Giovanni Leone
Sito Internet:
www.ilcalitrano.it
E-mail:
[email protected]
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Anni Sessanta Calitrani
del dott. Fernando Cuppone
Periodico quadrimestrale
di ambiente - dialetto - storia e tradizioni
dell’Associazione Culturale “Caletra”
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DIALETTO E CULTURA POPOLARE 20
LA NOSTRA BIBLIOTECA
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SOLIDARIETÀ COL GIORNALE
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MOVIMENTO DEMOGRAFICO
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REQUIESCANT IN PACE
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SANTA PASQUA
2013
O Signore, aiuta la nostra città e tutti noi ad essere
una comunità viva, palpitante, vera, aperta,
accogliente, capace di valorizzare
l’apporto di ciascuno.
Donaci la forza di un grande progetto
e il desiderio di trovare gli
“uomini di buona volontà”, con cui realizzare
ciò che è bene per tutti.
Direzione, Redazione,
Amministrazione
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Chiuso in stampa il 27 febbraio 2013
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
CI RISIAMO!
SUCCEDE ANCORA …
SENSIBILI SOLO AD INTERESSI DI BIECO ED OTTUSO TORNACONTO
Al di là dei buoni propositi e di parole al vento, purtroppo, siamo ancora e sempre circondati dagli aspetti
più degradanti della vita sociale che ci precludono qualsiasi sbocco di emancipazione e di riscatto
ngenuamente credevamo che fossero lontani e ormai sorpassati ed
obsoleti i tempi in cui il sistema malavitoso imperava, nelle gare di appalto, con i suoi guasti, le sue corruttele, i suoi ricatti, ma dobbiamo
ricrederci, anzi dobbiamo constatare che questo marciume – dove
l’arbitrio impera in luogo della Legge – ha messo radici profonde ed
ha provocato assuefazione, silenzi,
mancate denunce, prosperando non
per paura, ma per cosciente, aperta e sfacciata connivenza.
Non esiste più alcun pudore, o decenza, ma soltanto una corsa sfrenata, con caparbia determinazione,
condita con disonestà amministrativa e malcostume politico verso il
baratro delle buone intenzioni, con
i suoi egoismi, le sue incapacità,
gelosie, ambizioni fallite e cinismo
spregiudicato.
L’ostinata e deleteria sopravvivenza di antiquate satrapie, le facili scalate professionali senza alcun merito e i rapidi arricchimenti,
sono il segno tangibile ed evidente della mancata maturazione di
una “coscienza civile” sempre più
servile e remissiva, incapace di dare un fondamento etico all’azione
del cittadino sulla base di una più
aperta educazione intellettuale.
I
Tutto si trasforma in un meschino
perseguimento di interessi bottegai, particolaristici, personali o di
clan, dato che l’indifferenza e l’apatia dell’ambiente ritengono virtù
l’omertà del tacere e del subire, in
una secolare, vergognosa rassegnazione, molto vicina alla complicità.
Fin dal 1944 Guido Dorsi ci aveva ammonito sul fallimento del
Mezzogiorno politico: “tutto assorbito nel trasformismo, cioè nello studio di aderire ai successivi
detentori del potere per finalità circoscritte al dominio locale”; un
potere politico che negli ultimi sessant’anni ha gestito l’Irpinia (e il
Mezzogiorno) attraverso una capillare forma di produzione e conservazione del consenso, ed è riuscito ad identificarsi con le
ambizioni e le pretese di un ceto
medio refrattario a ogni rischio di
cambiamento.
In questo nostro paese a vocazione
suicida è sparito ogni più piccolo
barlume di coscienza, di responsabilità, di coraggio nel combattere
confidando fermamente e tenacemente nella speranza di un cambiamento, di un rinnovamento che
non può avvenire per incanto, ma
soltanto se sapremo essere testi-
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moni coraggiosi, sostenuti da un
impegno motivato ed entusiasta, se
sapremo lasciare ai nostri giovani
il testimone per poter guardare con
fiducia al superamento di questa
vera lordura che non è più una
emergenza, ma una vera e propria
cronicità.
P.S. Mentre stiamo per andare in
stampa ci ha raggiunto, come un
fulmine, la notizia delle dimissioni del papa Benedetto XVI. Per noi
che abbiamo seguito con puntiglio
il Concilio Vaticano II con le sue
lotte, i suoi schieramenti, con l’esistenza di una pluralità di ermeneutiche attestante una certa ambiguità o ambivalenza dei documenti, la strana corrispondenza tra
il “primato della pastorale” e il
“primato della prassi” enunciato
da Marx nelle sue Tesi su Feuerbach, ci fanno temere che la Chiesa sta per attraversare, ancora una
volta, un periodo poco felice.
Se a questo si aggiunge che nel
Collegio dei Cardinali elettori non
ci sono figure di eccelsa spiritualità, ma piuttosto dei “principi della Chiesa”, la Spirito Santo avrà il
suo ben da fare!
Raffaele Salvante
LA LUCE FIOCA E IL BUIO PESTO
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
di Marco Bozza
a Costituzione Italiana oltre ad essere stata approvata da un’Assemblea Costituente, contenuta in un documento scritto e
modificabile attraverso la rigida procedura
sancita nel suo penultimo articolo, trae lustro dalla capacità di incorporare, nella prima parte, la tutela dei diritti dell’uomo e delle garanzie che fanno dell’uomo stesso un
protagonista attivo della società.
I padri costituenti non hanno sviluppato una
concezione futurista del paese basata sull’astratto, ma hanno cercato di garantire all’uomo stesso un futuro più roseo, e diciamola tutta, più dinamico.
Il punto di partenza per muoverci all’interno della nostra sfera privata e collettiva è la
salute. L’art. 32 Cost. definisce la stessa come diritto essenziale dal punto di vista individuale e collettivo (tanto è vero che i casi estremi che conducono al trattamento
sanitario obbligatorio si appalesano allorquando l’incolumità pubblica viene messa
a repentaglio da chi non è in grado di autodeterminarsi).
Possiamo quindi dire che la salute costituisce lo stato di benessere fisico, mentale e
sociale, oggetto di specifica tutela da parte
dell’ordinamento giuridico.
Fin qui, sembra tutto normale. Iniziamo però
a vedere quali sono i riflessi del sistema
sanitario quando si vive nell’Irpinia d’Oriente, ove oltre alla desertificazione morfologica è in atto un vero e proprio annichilimento esistenziale e strutturale.
Mettiamo il caso che ci si senta male a Calitri di notte, che si fa? Bel problema. Se fossimo in un posto civile e democratico correremmo al pronto soccorso del più vicino
ospedale, ma siccome viviamo nel terzo
mondo non sempre è facile, specialmente
quando si tratta di patologie abbastanza
complicate che coinvolgono persone anziane con difficoltà motorie.
S’inizia quindi a pensare di telefonare alla
guardia medica, ma forse è il caso di farci
direttamente un salto per spiegare al medico il problema e velocizzare l’intervento.
Magari!!! Il dito sul citofono insiste per diversi minuti, ma siccome il sonno è una brutta bestia, bisogna telefonare a chi dista soltanto pochi metri. La porta si apre con tutta
la calma di questo mondo, e quando preso
dall’ansia cerchi di spiegare la sintomatologia che ha colpito la persona desiderosa di
cure, ti trovi di fronte una faccia inebetita
che candidamente ti fa capire: ma che cavolo
sei venuto a fare? Di quanto mi dici non ca-
L
pisco nulla, tornatene da dove sei venuto.
Siccome però la strafottenza in alcuni casi
abbandona gli esseri umani, il medico, per
quieto vivere, una capatina dal malato la fa
anche, ma più che una visita, sembra una gita turistica alla ricerca di un souvenir da collezionare.
Il malato si aggrava, l’ansia cresce, cosa si
fa? Si chiama il 118. E qui, inizia a splendere davvero il sole. Dopo pochi minuti dalla chiamata, si ode il rombo dell’ambulanza con il personale medico e paramedico
pronto ad entrare in azione. Persone splendide che nel mettere a proprio agio il paziente operano con speciale competenza, tenendo fede al principio deontologico ed
umanitario che caratterizza l’esercizio della professione medica. Si pone in essere ogni
tentativo di intervento emergenziale perché
si ha ben chiara la colpevolezza di non avere un ospedale a portata di mano e che la vita umana ha ancora un valore, anche se hai
novant’anni. Vederli lavorare senza sosta
per circa due ore, mettere in campo ogni atto di ripristino dei parametri vitali, anima
un sentimento di profonda commozione e
gratitudine.
Dalla guardia medica al 118 il passo è breve, ma è come transitare dall’inferno al paradiso, dal buio pesto alla luce più vivida.
Quando però la patologia che ti colpisce necessita di ulteriori accertamenti, una capatina al nosocomio la consigliano anche nel
terzo mondo, e allora dove si va? Beh, se
l’ospedale di Bisaccia è chiuso, la persona
è molto anziana e non può subire notevole
scuotimento, si opta per il presidio sanitario di S. Angelo dei Lombardi, ed il buio
come per magia ripiomba più scuro che
mai.
Trasferendo quindi il malato con l’ambulanza facendolo passare per il pronto soccorso con l’impegnativa di ricovero tra le
mani, fa pensare ad un celere transito tra il
primo intervento e il ricovero in stanza nel
reparto di competenza. Davvero pensiate
che sia così cari lettori? Assolutamente no.
L’entrata del pronto soccorso sembra una
grotta ove mancano soltanto stalattiti e stalagmiti, personale paramedico assente, per
cui il malato viene parcheggiato in un angolo avvolto da coperte in preda ai suoi
malanni senza che nessuno si accorga della presenza dello stesso; senza nessuno che
prenda le generalità e assegni un codice
d’emergenza. Ma se si ha tra le mani l’impegnativa del medico che decreta il rico-
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vero, c’è bisogno di crepare al freddo di
una sala spoglia e semibuia? Si, c’è bisogno, così se muori hai ridimensionato il lavoro di certi “medici”. Nonostante si faccia presente le condizioni precarie del
paziente, il personale del pronto soccorso
opera ad un ritmo di un malato ogni quarantacinque minuti, per cui è meglio mettersi l’anima in pace. Per non farla lunga,
dal momento dell’entrata in ospedale alla
sistemazione nel reparto trascorrono circa
sei ore e trenta minuti. La qualità del personale medico ed infermieristico la lascio
immaginare a chi sta leggendo. Fatta qualche piccola eccezione, siamo davvero all’anno zero, ove i primordi della civiltà ancora stentano ad illuminarsi, anche perché
stiamo parlando di una zona altamente arretrata sul fronte culturale e fagocitata da
uno squallore politico che dietro interessi
particolari ha esaltato il peggio del lato
umano e professionale.
Come si può notare da quanto raccontato,
eccezion fatta per gli “angeli del 118”, in Irpinia non esiste davvero più nulla. È in atto un vero e proprio cancro che sta corrodendo l’essenza della civiltà, ove nemmeno
la salute ha più il rispetto che merita.
Molto spesso ci si chiede cosa succederà nel
tempo. Domanda inutile, poiché la candela
è ormai prossima ad emettere il suo ultimo
sbuffo di fumo, anche se c’è ancora qualche politico che si pone all’attenzione dell’elettorato come strenuo difensore del territorio. Ma di quale territorio sta parlando,
se il buio ha oscurato tutto?
http://marcobozza.blogspot.com/
•
Il 29 dicembre 2012
è nata a Pisa
SOFIA PAOLA BENNICI
da Maria Leonarda Girardi
e da Marco Bennici.
Un augurio dalla Redazione ai
felici genitori e a tutti i parenti
IL PARTO TRAVAGLIATO
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
di Michelangelo De Rosa
tavano scoccando le ore undici e trenta
del quattro aprile dell’anno 1923 in una
S
stanza al primo piano nel Corso principale
di Calitri, quando l’ennesimo urlo di dolore cessò e l’ostetrico Don Alfonso Nicolais
depose il forcipe e gridò: “Ecco, è un maschio!” Le doglie finalmente erano cessate
dopo sedici ore di travaglio.
Alla vista di quell’esserino, il papà Valentino esclamò: “Il maschio che sognavo è nato.!…”, mentre mentalmente il pensiero che
lo assillava da tempo tornò a frullargli in
mente, ricordando gli anni di guerra da lui
vissuti nello spirito di amore verso la Patria,
confidando in quella Vittoria di cui si sentiva orgogliosamente compartecipe per aver
obbedito a quella sana condotta militare che
portò alla auspicata pace. Tutto questo gli
aveva instillato un amore verso quel mondo nel quale sperava di poter fare vivere un
suo figlio maschio… e appunto questa nascita oggi gli forniva la speranza di poter
concretare tale sogno.
Valentino era nato il 15 gennaio 1895 da Canio DE ROSA, di professione pastaio, e da
Filomena VELLA, da Monteverde, come undicesimo figlio. Terminato il ciclo delle scuole elementari fu inviato a Napoli per continuare gli studi, ma a fine anno fu ritirato, a
causa di difficoltà finanziarie della famiglia
già gravata dalle spese scolastiche della sorella maggiore Maria Felicetta che in Napoli era inscritta al terzo anno delle Magistrali.
Quindi fu inviato ad Avellino perché acquisisse l’arte del Pasticciere presso la ditta Preziosi, donde rientrò a fine tirocinio per collaborare col padre nell’accudire alla madre
che si era ammalata di cancro, per cui venne
a cessare l’attività di pastaio e fu aperta una
pasticceria condotta da padre e figlio nel
“Caffè del Popolo”. Filomena morì nel 1914
e dopo alcuni mesi Valentino fu chiamato alle armi per Leva e destinato a Thiene nel Veneto presso il Genio Telegrafisti, ove restò
per tutta la durata della 1a Guerra Mondiale.
Nel 1918 gli fu conferita una Croce al Valor
Militare, a seguito di una ferita riportata ad
una gamba mentre aveva ripristinato il collegamento della linea telegrafica danneggiata dall’artiglieria nemica, partecipando ad
una azione alla quale si era offerto come volontario. Dopo l’armistizio conseguì l’abilitazione alla condotta di automezzi il che favorì un suo impiego in LIBIA alla guida di
un autocarro “FIAT 15-TER” a gomme gemellari, partecipando all’eliminazione di alcuni ribelli sovvenzionati dai Turchi.
Il congedamento lo riportò a Calitri ove ri-
prese l’attività col padre e nel 1920 sposò la
cugina Franceschina DE ROSA, figlia del
defunto Giuseppe (fratello del padre). Alcuni mesi dopo morì il papà Canio.
La vita militare trascorsa in quel clima proteso verso la Vittoria e l’apprezzamento di
quel suo atto di valore concorsero certamente
a radicare in lui quel desiderio di poter indirizzare verso quel mondo i figli maschi che
sperava potessero nascergli, considerando
che in quell’epoca era precluso l’arruolamento alle donne.
Il 4 aprile del 1923 venne al mondo quel
maschio di cui è detto all’inizio: ero io, Michelangelo, e da tale momento Valentino indirizzò tutta la sua vita a far sì che l’incremento delle sue attività potesse facilitare la
realizzazione del suo sogno, talché decise
di allargare i campi in cui doveva operare,
aprendo un negozio di oggetti di arredamento per la casa, pur continuando a produrre pasticceria soltanto su ordinazione.
Nel mentre aveva anche fondato la Società
“Valentino DE ROSA & C” con Francescantonio De Maio e Michele Fastiggi, ottenendo la concessione del servizio postale
e passeggeri da Calitri, Calitri-scalo, Calitri, sfuttando un autobus acquistato da lui
qualche anno prima a Cava dei Tirreni. Trattavasi di un mezzo del tipo “FIAT 18-P” a
gomme piene, a cui una autovettura “DEDION-Buton” decappottabile fungeva da
scorta in caso di avarie. La guida e la manutenzione dei due automezzi furono affidate
a Giuseppe DI CARLO, mentre la guida nei
casi di emergenza era affidata a Valentino.
Successivamente l’autovettura fu sostituita
da due “FIAT-509” nuove e l’autobus da un
autocarro “FIAT-15 ter” a gomme piene (sostituite col tipo pneumatico). L’autotelaio fu
opportunamente trasformato in autobus, rispettando tutti i dettami di legge fin nei colori, sotto la guida di Valentino che si servì
di mano d’ opera specializzata Calitrana. La
modifica fu collaudata dalle Autorità competenti provinciali il 1° marzo del 1928. L’organizzazione ed il funzionamento di tale Società fu veramente avveniristica per quei
tempi, e ciò dette enorme lustro ed importanza a Calitri, ma nel 1933 venne revocata la
concessione dopo dieci anni di attività, perché il Fastiggi era espatriato in America ed il
De Maio si era ritirato, mentre il Podestà pretendeva la sostituzione dell’autobus con un
mezzo più moderno che venne fornito da un
cittadino appena rientrato dagli USA.
La nuova gestione incontrò maggiore fortuna tanto da riuscire a portare in anni recenti
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a livelli internazionali la propria attività sotto il nome di “DITTA DIMAIO”.
Nel 1930 l’alta Irpinia fu colpita da grave
terremoto per cui Valentino aveva utilizzato quel secondo autobus per portare viveri
ed attrezzature adatte per i soccorsi ai superstiti sinistrati di Aquilonia, il paese vicino a Calitri che era stato maggiormente colpito da morte e distruzioni.
Il primo dicembre del 1933 nella stessa camera sul Corso nacque mio fratello CARLO.
Frattanto era stato ancora incrementato il
commercio degli oggetti per la casa ed ora
Valentino collaborava come Agente locale
dell’I.N.A., mentre aveva trasformato in giardino-frutteto il vigneto nei pressi dell’abitato, dove aveva utilizzato la dismessa carrozzeria dell’autobus come casetta per gli attrezzi
e protezione in caso di pioggia. Durante il secondo Conflitto Mondiale aveva dovuto lasciare l’incarico di “Ammassatore” del grano, perché ritenuto un antifascista, ma era
stato reintegrato dopo la caduta del Fascismo
ed inoltre fu membro del C.N.L. locale.
Valentino a fine del 1938 aveva visto svanire il suo sogno, quando io, pur avendo vinto il concorso per l’ammissione alla Scuola Militare di Napoli, dovetti iscrivermi al
liceo “GENOVESI”, a causa dell’esclusione dal concorso per motivi politici: avevo
come padre un antifascista!
Dopo una serie di ricorsi infruttuosi, una petizione inviata direttamente al Duce sortì il
riesame del passato di Valentino durante la 1a
Guerra Mondiale, e con sei mesi di ritardo
entrai alla “NUNZIATELLA”, con la risorta speranza di Valentino che il suo sogno potesse avverarsi, tanto che anche suo figlio
Carlo fece il suo ingresso in quell’istituto,
dieci anni dopo, ma ahimè non potè egli intraprendere la carriera militare per difetto alla vista, mentre io ero ormai Tenente in S.P.E.
Carlo si era sposato con l’insegnante Luisina
Marinari, quando negli anni cinquanta Valentino inaugurò il “Cinema DE ROSA”, che
gestì fino alla sua morte avvenuta nella notte
tra Pasqua e Pasquetta del 15 aprile 1963.
A quell’epoca io ero Capitano anziano e si
prospettavano futuri favorevoli di una buona carriera, ma a Valentino fu negato da quel
suo destino inclemente di poter vedere appagato il suo sogno di sempre.
Ma se lassù è dato di seguire gli avvenimenti
che avvengono sulla Terra, resta il dubbio
che anche Valentino sia venuto a conoscenza della realizzazione del suo tanto agognato
sogno, giacché IL SUO SOGNO È DIVENTATO REALTÀ.
ISTITUTO D’ARTE «S. SCOCA»
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
di Antonio di Napoli
autore dell’articolo riferisce che, in occasione delle celebrazioni del cinquanL’
tennale dell’Istituto, è stato relatore di una
breve storia, in cui erano riportati eventi e
documenti in modo abbastanza completo.
Non sono a conoscenza di detta relazione
perché non ero presente alla cerimonia commemorativa, in quanto, contrariamente a
quanto avvenuto come ex alunno dall’ITC,
dall’ISA non ho ricevuto alcun invito, come ex dipendente ed amministratore.
Dalle “integrazioni” dell’autore appare come se il mio nome fosse completamente sparito dalla storia della Scuola/Istituto d’Arte
di Calitri.
Mi sembra, pertanto, opportuno, anche se ciò
dovesse essere ripetitivo, di aggiungere e/o
rettificare alcune notizie. Il Direttore della
Scuola, Prof. Mario Serra, sulla base dell’esito del concorso, mi conferì, con nota prot.
109 del 01.12.59, 1’incarico di segretario economo. In pari data accettai la nomina e assunsi servizio. Nei primi giorni di dicembre
collaboro con me il rag. Antonio Andriolo, segretario economo dell’Istituto d’Arte di Bari, che aveva già impostato l’impianto contabile della Scuola e mi fornì le prime valide
indicazioni per la gestione amministrativocontabile e la liquidazione degli stipendi al
personale, unitamente alla copia di norme e
disposizioni vigenti. Con lui si stabilì un rapporto di amicizia durata nel tempo.
La voce raccolta e attribuita a Luigi Di Maio
(chiamato ad insegnare a Bari dal Direttore
Prof. Mario Serra succeduto al Prof. Settimio
Lauriello alla direzione dell’Istituto d’Arte
di Bari) è priva di fondamento. Il Prof. Mario Serra, in quanto vincitore di concorso, fu
nominato Direttore della Scuola d’Arte di
Calitri e nessun altro nome era stato fatto in
precedenza.
Il Ministero della P.I. per l’istituzione della
Scuola di Calitri (nata autonoma e non come
sezione staccata di altro Istituto) ritenne opportuno appoggiarsi all’Istituto d’Arte di Bari per tutti gli adempimenti preliminari necessari al funzionamento della nuova Scuola,
primo tra tutti l’accreditamento del contributo ministeriale per far fronte alle prime spese. In conseguenza il Direttore Prof. Settimio
Lauriello e il segretario economo rag. Andriolo dell’Istituto di Bari provvidero all’acquisto dei macchinari, all’adattamento dell’impianto elettrico per il funzionamento dei
forni del laboratorio ceramica e delle altre
macchine, all’acquisto della attrezzature e
tutto il necessario per il funzionamento della Scuola. Tra i tanti adempimenti vi era anche la redazione del “Bilancio di previsione”
per l’anno scol. l959/60, il più importante di
tutti dal punto di vista amministrativo.
Viaggio di istruzione Firenze: il Direttore prof.
Osvaldo Malvano, la prof. M.Vittoria Gennaro,
il direttore prof. Mario Serra, il segretario economo rag. Antonio Di Napoli
È vera la data del 1° novembre 1959 di inaugurazione della Scuola e la presenza delle
autorità citate. Da quanto mi risulta le lezioni iniziarono il 1° dicembre 1959, il Prof.
Arnaldo Sangiorgi arrivò qualche giorno dopo per la nascita della figlia primogenita Lucia. Il Prof. Franco Manotovano fu nominato per l’insegnamento di Disegno
geometrico e Disegno professionale per l’ebanisteria e non per l’insegnamento di Plastica. Il Direttore Serra, che sin da subito mi
diede benevolmente la sua stima e la sua fiducia, seppe instaurare, con l’aiuto del Dott.
Emidio Tornillo ed altri amici, buoni rapporti con l’ambiente. Egli, con le sue doti organizzative, l’amore per la scuola e per Parte, la passione e l’impegno costante, portò
ben presto la Scuola a risultati eccellenti.
Nel volgere del tempo: la scomparsa del Presidente On. Salvatore Scoca, che trai suoi
tanti incommensurabili meriti aveva visto
nella scuola il progresso futuro della sua Calitri, l’intitolazione della Scuola al suo nome, la Presidenza andata al figlio Prof. Franco, la nomina del rag. Giovanni Maffucci
(mio fraterno ed inseparabile amico sin da
studenti) come Applicato di segreteria, la
nomina del Prof. Serra alla Direzione dell’Istituto d”arte di Ascoli Piceno, la sua collaborazione, come supervisore, con il nuovo Direttore Prof. Osvaldo Malvano da
Avellino, l’organizzazione della prima mostra didattica, la nomina a Direttore di Guarini dopo le dimissioni per motivi di salute
del Prof. Malvano.
Ho prestato servizio nell’Istituto di Calitri
sino al 14.02.1969. Il giorno successivo assunsi servizio in qualità di economo del Liceo Artistico di Salerno, avendo ottenuto dal
Ministero il distacco a seguito di mia specifica domanda di trasferimento e non perché ero stato mandato via come alcune false voci calunniose circolarono all’epoca a
6
Calitri. Le mie successive scelte mi hanno
portato all’Accademia di BB. AA. di Lecce,
all’Istituto d’Arte di Parabita e, infine, al Liceo Ginnasio “Pietro Colonna” di Galatina,
ove ho concluso la mia attività lavorativa.
Ultime precisazioni a rettifica. Nelle elezioni amministrative del 1964 il Prof Arnaldo Sangiorgi non fu candidato nella lista
dell’Ing. Di Cairano ma in quella “Rinnovamento Democratico Calitri” insieme a me,
ai proff. Enzo Nicolais, Donatino Zarrilli ed
altri amici di varia estrazione politica. Anch’io fui tra i fondatori della “Ceramica Irpina”. Un ricordo ai primi profifi calitrani:
Michele Di Maio, i amici Donatino Zarrilli ed Enzo Nicolais (già citati), Enzo De Nicola, Vito Bozza ed altri a cui chiedo venia
per la dimenticanza. Ho sempre avuto con
tutti un sereno rapporto di reciproca stima,
ma un particolare pensiero va alla Prof. M.
Vittoria Gennaro (divenuta moglie del Direttore Serra) e al Prof Vito D’Elia, arrivato a Calitri in giovanissima età, ai quali mi
legò sincera amicizia Aggiungo, inoltre, i
primi bidelli, Michelantonio Armiento, Maria Fastiggi e, qualche anno dopo, Lucia
Panniello. Un ultimo ricordo, non ultimo
per importanza, ai alunni, alcuni dei quali
avevano ripreso gli studi lasciati da qualche
anno: Vito Alfredo Cerreta (in seguito divenuto Direttore dell’Istituto), Luigi Di
Maio, Canio Di Roma, Luigi Rainone, Graziella Di Cecca (la prima a ritornare nell’Istituto come insegnante di Disegno professionale per la decorazione ceramica), Luigi
Di Guglielmo, ed altri di cui al momento mi
sfugge il nome.
Prima mostra didattica 1965. Il segretario
economo rag. Antonio Di Napoli a fianco di
S.E. il Prefetto di Avellino e il Sindaco Ing.
Michele Di Cairano, intenti ad ammirare una
pregevole ciotola in ceramica
ANGELO DI MILIA
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
IL CALITRANO
In memoria dall’Associazione Il Chicco di grano
di Vincenzo Luciano Lucrezia
Se il chicco di grano, caduto in terra,
non muore, rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto
(Gv 12, 24)
Il 9 ottobre del 2012 Lilino ci ha lasciato; era
nato il 4 gennaio 1961 da Vito e da Lucia Armiento.
Lo ha fatto all’improvviso nella sua campagna che amava tanto.
Il nostro territorio raramente ha visto qualcuno capace di tanta passione per esso.
Chi è stato fortunato a lavorare con lui sa che
si è trattato di un grande onore e chi lo ha
avuto come amico difficilmente riuscirà ad
eguagliare il piacere della sua compagnia.
Angelo è stato soprattutto un grande innovatore, sempre attento alle evoluzioni tecnologiche. La sua professionalità e la sua
disponibilità ne hanno fatto un punto di riferimento, non solo locale, per tutti coloro
interessati a sviluppare le attività nel settore agro-alimentare, mostrando sempre una
disponibilità instancabile.
La sua competenza unita ad una attenzione
costante e precisa dei dettagli ha permesso
di portare l’azienda agricola creata dal padre in una eccellenza a livello nazionale dove non è raro trovare Istituti universitari interessati a sperimentare e valutare nuove
forme di colture.
Convinto da sempre dell’importanza dell’alimentazione, insieme alla moglie Rosa
(Ricciardi) ha dato vita ad un’azienda di
stampo artigianale ma con orizzonti molto
lontani, espressi sia nel nome “Cieli Azzurri” che nel motto da lui coniato “Nutrirsi è
meglio che curarsi”: un pastificio fucina di
innovazione che, oltre ad essere dotato di
macchinari di ultima generazione per realizzare quel particolare tipo di alimenti, produce una gamma di prodotti assolutamente
genuini che preservano il sapore e il gusto
antico delle nostre terre. I prodotti sono stati presentati ed apprezzati con un giudizio
che va ben oltre la media in prestigiose fiere, come il Salone Internazionale del Gusto
di Torino ed il Cibus di Parma.
Ultimamente la sua attenzione era focalizzata sugli alimenti funzionali, capaci cioè
di migliorare metabolismo e benessere, ed
il laboratorio era solo il punto di partenza,
l’obiettivo era quello di creare un centro pilota per la sperimentazione degli alimenti e
dei componenti funzionali. Sosteneva che
un futuro in cui saranno gli alimenti, piuttosto che i medicinali a garantire benessere
e prospettive migliori non è immaginario o
impossibile. A giudicare dagli investimenti recentemente effettuati dalle grandi indu-
strie dell’alimentazione in questo ambito,
bisogna riconoscere che anche in questo caso era stato molto lungimirante.
Oltre che professionale, il suo interesse per l’agricoltura era di natura filosofica e politica.
Da sempre assertore del concetto che lo sviluppo della società dipende dallo sviluppo
dell’agricoltura, ha sempre creduto nell’importanza e nella necessità di un’agricoltura
sostenibile sviluppata con metodi che rispettino realmente l’ambiente e socialmente giusta, che contribuisca a migliorare la
qualità di vita prima di tutto dell’agricoltore stesso e come conseguenza anche quello
dell’intera società. Per questo motivo ha
sempre messo a disposizione di tutti le sue
conoscenze e la sua esperienza, prodigandosi in consigli e suggerimenti sia nel settore agricolo che in quello burocratico.
Riteniamo che Angelo sia stato una delle
menti migliori e più attive che Calitri abbia
mai avuto. Assistendo alle manifestazioni e
convegni cui spesso partecipava, oltre all’impegno e la competenza, quello che colpiva era l’orgoglio delle sue origini.
Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico
negli anni ’70, ha conseguito il Diploma di
Laurea con Lode in Scienze Agrarie presso
la Facoltà di Napoli e sempre presso la stessa Università ha svolto il Dottorato di Ricerca in Scienze della Produzione Animale.
Successivamente ha partecipato a numerosi stage e corsi di formazione presso strutture pubbliche e private, sia in Italia che all’Estero, conseguendo ogni volta il massimo
del punteggio.
Dopo un inizio presso la Regione Lazio, nonostante tutti i suoi successi e le prospettive di carriera e traguardi professionali elevati, è voluto tornare nella propria terra,
mettendosi al servizio della comunità. Inizialmente presta la sua opera presso la sede
locale della Comunità Montana Alta Irpinia
e successivamente presso la Regione Campania. In entrambi i casi tutti i suoi progetti sono orientati soprattutto alla promozione e allo sviluppo del territorio.
Questa attenzione e amore per il territorio,
7
esalta maggiormente il suo valore e ci fa tornare alla memoria un altro grande personaggio, amico di tutti noi e in particolare di
Angelo: il dott. Salvatore Nicolais, anche
lui prematuramente scomparso ed anche lui
apprezzato per le doti professionali non comuni spese a favore della nostra comunità.
Benché Angelo ci manchi tanto, non vogliamo piangere la sua assenza, bensì vogliamo
celebrare la sua presenza attraverso il suo amore per la nostra terra. Il 4 di gennaio avrebbe
compiuto 52 anni. Lo stesso giorno con la presunzione di poter continuare il suo lavoro, alcuni amici, tra i quali alcuni hanno condiviso
con lui momenti importanti della propria vita ed altri hanno collaborato strettamente in
alcuni dei suoi progetti hanno voluto dare vita ad una associazione in sua memoria, “Il
Chicco di Grano”, perché siamo convinti che
anche lui avrebbe scelto questo nome.
Essa è di natura apolitica, apartica ed aconfessionale ed ha per scopo principale quello
di promuovere iniziative culturali, artistiche
e sociali mirate a valorizzare il territorio dell’Alta Irpinia. È aperta a tutti, in particolare
a coloro che hanno condiviso con lui momenti della propria vita.
Poiché si vuole che la sua opera non resti
un episodio isolato ma sia da esempio per
le generazioni future, nell’atto di costituzione sono riportate le parole dell’Apostolo Giovanni, pronunciate dal parroco Don
Beppe durante l’omelia funebre in una chiesa gremita di concittadini sgomenti ed increduli per quello che era accaduto.
Avvalendosi del supporto e della consulenza di esperti in vari settori, l’associazione
vuole incoraggiare e sostenere la creazione
e lo sviluppo di attività agro-alimentari, artigianali, commerciali, turistiche e di servizi all’interno del nostro territorio.
La prima azione concreta è quella di elargire tre borse di studio in favore di tre alunni
meritevoli dell’ultimo anno della scuola superiore A.M. Maffucci, uno per ogni indirizzo di studi, valutati sulla base di un elaborato svolto secondo la forma espressiva
che lo studente ritiene piu’ adatta alle sue
capacità e vicina al suo piano di studi.
Il tema da svolgere e le condizioni per partecipare al concorso sono riportate nella bacheca della scuola. I vincitori saranno individuati entro Maggio 2013 e le borse di
studio verranno consegnate il 9 ottobre del
2013, anniversario della morte di Angelo,
presso la sede del Liceo Scientifico.
Lo statuto dell’Associazione nonché le domande di adesione possono essere richieste
inviando una mail all’indirizzo [email protected], oppure consultando il sito Internet www.angelodimilia.it
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
LETTERA AL DIRETTORE
propagò lungo il costone di Gagliano minacciando le abitazioni di quella periferia tra cui la sua. Le forze dell’ordine
gli impedirono di passare con l’auto per cui si mise a correre in salita per raggiungere l’orto attiguo alla casa e bagnare la zona perimetrale al bombolone del Gas. Il suo cuore già
indebolito non resse al suo grande sforzo e tutto finì tragicamente. Ora riposa nel cimitero di Calitri insieme a tanti altri calitrani di cui alcuni, accanto a lei, rimangono particolarmente cari anche a me. Annualmente passo a salutarli con
qualche fiore e delle preghiere sperando nella giustizia eterna che premia i giusti ed i puri di cuore.
Anche quest’anno verso la fine di Febbraio, sono passato
per il solito saluto e per l’affettuoso raccoglimento. La giornata era molto ventosa e con difficoltà sono entrato nel settore delle tombe da visitare. Chiusa la porta-vetrata, ho ritrovato la consueta serenità e pace che solo quel luogo riesce
ad infondere; si sentiva smorzato l’ululare del vento, tutti gli
altri rumori che salivano dalla valle dell’Ofanto vibravano
in sordina.
Circa le responsabilità del tragico evento nulla è stato fatto,
nessun incosciente che ha determinato l’incendio è stato individuato, nessuna indagine da parte degli organi competenti ha consentito di risolvere il caso. Per quanto riguarda
il comportamento di noi familiari posso dire che non vi è stata denuncia alcuna, né una costituzione di parte civile contro ignoti. Purtroppo nessuna azione legale o mediatica, come pure nessun risarcimento ci avrebbe ridato l’affetto e la
personalità di Nunzia. È stata seguita la strada del perdono
e della rassegnazione.
In aggiunta si è scelto di destinare delle risorse finanziarie
per l’educazione delle future generazioni alla cultura della
tutela ambientale, alla prevenzione e alla salvaguardia della salute. Non ultimo, a suffragio di questa mia sfortunata sorella, abbiamo offerto un modesto altare per una chiesa di Calitri.
Caro Raffaele di questa mia lettera puoi fare quello che ritieni più opportuno e utile nelle future pubblicazioni del Calitrano che per me resterà sempre una rivista molto gradita
e cara.
Con affetto, stima e perenne amicizia
Fernando Cuppone
entilissimo direttore e Caro Raffaele,
GForse non sono in molti quelli che possono rivolgersi a
te con questo doppio appellativo, ma sono sicuro che non ti
dispiacerà visto che io faccio parte di quella cerchia di amici che come te hanno vissuto la gioventù nei felici anni ’60.
I nostri nomi apparivano nei ranghi dell’azione cattolica, i
nostri passi percorrevano strade e scalinate non più esistenti, i nostri occhi a guardare volti e paesaggi profondamente
alterati sia dal trascorrere del tempo sia dalla inimmaginabile trasformazione che solo un tremendo terremoto poteva
“combinare”. Dopo gli anni ’80 avevo paura di tornare a Calitri perché ne intuivo lo scempio ma, quando alcune necessità ed opportunità (le mie sorelle sposate con calitrani) ne
hanno reso possibile il ritorno, mi sono sentito sollevato e
rincuorato vedendo come la laboriosa ed orgogliosa popolazione sia riuscita a riprendersi. Non posso, tuttavia, non
rimpiangere quei ritratti del paese profondamente trasformati dalle opere di contenimento, quelle case non più esistenti, le stradine, le porte e gli archi attualmente murati o
sbarrati non più transitabili. Solo nelle foto rivedo la piazzetta triangolare i cui sedili fungevano da porticine per i primi calci ad un pallone e solo se chiudo gli occhi gonfi ed
inumiditi riesco a rivedere come allora l’ultimo tratto del
corso Matteotti.
Come amico e come vecchio lettore del “Calitrano” ritengo
che quella felice vita degli anni sessanta non debba giammai
cadere nell’oblio e che qualche pagina del giornale possa essere dedicata a raccontare gli avvenimenti del passato belli
o brutti, più o meno interessanti, in una rubrica, aperta a tutti, il cui titolo potrebbe essere “Novecento Calitrano”. Tutto questo in linea con lo spirito del giornale che tu hai fondato e che tiene molto unita la comunità sia residente nel
paese che sparsa per i vari luoghi d’Italia e del mondo.
Colgo l’occasione per inviarti una foto della mia famiglia ripresa in quei felici anni sessanta sui quali potrei scrivere ulteriori articoli. La foto evidenzia l’affetto nei confronti del
paese che ci ha ospitati per un decennio poiché le mie due
sorelle indossano il tipico costume. Delle cinque persone
siamo rimasti solo in due. Io (accovacciato al centro e mia
sorella Rosanna (sulla destra in piedi). I familiari in piedi
non ci sono più. Mio padre (brigadiere dei carabinieri da poco in pensione) venne meno all’età di 59 anni per un fulmineo infarto. Un anno prima ebbe la soddisfazione di assistere al conseguimento della mia laurea all’Università di Bari
e per una settimana di tempo il destino gli tolse una ulteriore soddisfazione a cui teneva molto; il mio giuramento come ufficiale dei carabinieri. Mia madre ha lasciato questo
mondo verso la metà degli anni ’80 a causa di un male incurabile.
Infine mia sorella Nunzia, la prima a sinistra, per la quale ho
deciso di scriverti nel venticinquennale della disgrazia. Essa lasciò questa vita terrena nel settembre del 1988 in seguito ad un incendio che partendo dalla valle dell’Ofanto si
P.S. Aggiungo alla foto anche un breve poesia in dialetto che,
vorrei dedicare al “Calitrano”.
Cu quatt’ vers scriv’ na poesia / us’ u dialett’ ràa giov’nezza mia
A u’ “Cal’tràn”piac’n’ st’ còos / p’cché Calitr,paès r’ trè ròos
N’ tèen unìit cu a cultura soia. / A’ Gènt’ legg’, penza e nu’nzannoia
Uarda fotografij’ cum fai tù / e nu’n s’ scorda r’ chi nu’ngè chiù.
8
Frammenti calitrani
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
Sul dissestato campo sportivo del “Madonnella”, in estate, i calciatori aumentavano sensibilmente. Giungevano gli studenti universitari, arrivavano in tenuta
sportiva gli ex calciatori in qualità di lavoratori o impiegati fuori sede. Finalmente si potevano disputare degli incontri con un congruo numero di elementi. I
pali delle porte restavano fissi in buche
che segnavano il massimo limite possibile. Valeva sempre la regola che, qualora
il pallone finisse oltre il campo nei cespugli che adornavano la ripida discesa
del “Pascone”, fosse compito del portiere andarlo a prendere nel caso di gol valido, oppure dell’avversario che lo aveva
calciato se questo non avesse attraversato lo specchio della porta. Quando poi il
singolo addetto non riusciva nell’intento
di prenderlo, perché adeguatamente nascosto, tutti scendevano per la necessaria
ricerca.
Con i miei coetanei, agli albori della giovinezza, avevamo molto da imparare, da
chi aveva sufficiente esperienza, e possedeva delle innate qualità calcistiche. Restavo affascinato dall’eleganza con cui
Mariucc trattava il pallone; grande equilibrio, tocco felpato, passaggio preciso e
stop impeccabile. Mi piaceva tantissimo
quello stop con le natiche che lo inserii
volentieri nel mio corredo calcistico e lo
esportai sui campi del mio Salento Non
passarono molti anni quando lessi tra le
pagine del “Calitrano” del suo passaggio
a miglior vita.
Anche Cravattin qualche volta si fece vedere sul campo dello “Stadio Madonnella” ma fu per me sufficiente per imparare qualcosa di nuovo utile ad arricchire il
mio personale bagaglio tecnico; con l’avversario di fronte conduceva il pallone
con frequenti tocchi degli interni dei piedi fino a quando, un tocco più forte spostava la sfera di cuoio oltre l’avversario
solo allora scoccava un forte tiro.
Savanella il quel periodo aveva intrapreso la carriera di calciatore sia pure ad un
livello intermedio tra dilettante e semiprofessionista. Egli apprezzava le potenzialità mie e del mio inseparabile amico
Tor-tor, per cui si preoccupò di fornirci
dei consigli e degli allenamenti specifici
atti a migliorare le nostre qualità fisiche
e tecniche. Era sua intenzione portarci ad
Atripalda per un provino nella squadra di
serie D ma avevamo raggiunto un’età in
cui il calcio passava in secondo ordine ed
era necessario intraprendere nuove strade (per me gli studi universitari a Bari,
per Tortor gli studi per i concorsi nella
Pubblica amministrazione).
La notizia della morte di Mariucc, appresa leggendo il “Calitrano”, mi fece ricordare di un frammento della mia gioventù
che riappariva come un meteorite trasformato in una stella cadente, e portato
altrove da quella brezza inarrestabile della vita.
Dopo oltre mezzo secolo, ho visto riapparire, nel retro-copertina sempre del Calitrano, quei personaggi sopra descritti.
Accanto a loro, altri calciatori con i soprannomi rimasti sempre familiari nei
miei ricordi (r’ss’lieggh’, brattiell…) Posso dire che la foto e quei termini dialettali siano stati la classica goccia che fa traboccare il vaso.
Nei tanti anni trascorsi ad attendere e leggere la rivista, molte notizie sono giunte
ed hanno rispolverato momenti indimenticabili della mia gioventù. Ho rovisto i
volti trasformati dal tempo di molti miei
amici nelle riunioni per le feste dei cinquantenni, sessantenni e settantenni. Mi
rattristavo nell’apprendere tra le foto che
immancabilmente hanno riempito la pagina dei “requiescant in pace”, volti non
più giovanili ma facilmente riconoscibili
di amici e conoscenti che hanno lasciato
la vita terrena. Per alcuni di essi continuavo pensare come mai siano andati via
prematuramente.
Spesso nei giorni successivi, specialmente, durante l’attesa dell’alba, rivedevo quei momenti di gioventù trascorsi insieme. E cosi ho rivisto il volto dell’amico
Repole (un compagno di scuola appassionato di storia con cui ho assaporato
qualche uscita di caccia nella valle dell’Ofanto).
Nella stessa rubrica mi è stata data l’occasione di ricordare con una certa tristezza Sergio Jezzi, anche lui compagno
di scuola; lo incontrai a Milano negli anni 80 in un tram di buon mattino mentre
si recava al lavoro e lo riconobbi per
quella parte di pelle irregolare che aveva sul volto: Non avendo impegni continuai con lui la corsa fino alla sua discesa per raccontarci un poco delle nostre
“cose”.
Successivamente qualche foto è riuscita
a fissare delle ulteriori rimpatriate (inaugurazione della nuove sede dell’Istituto
Tecnico Commerciale o il pensionamento di un compagno di Scuola).
Forse a sua insaputa la rivista “il Calitrano” ha rispolverato tantissimi ricordi
di quei felici anni ’60 vissuti in Irpinia
per cui l’estro poetico, spesso soffocato
dai numerosi impegni quotidiani, ha avu9
Calitri, anni ’60. La famiglia Cuppone. Da sinistra: Nunzia, la madre Chiara Buffo, il padre Luigi brigadiere dei carabinieri, la piccola
Rosanna e accovacciato Fernando.
to il sopravvento quando non ho potuto
più tenermi tutto dentro. Ed ecco una
poesia che pur nell’apparente artificiosità di rispettare l’endecasillabo e la rima alternata intende esternare un concentrato di sentimenti affettuosi verso
tutti quei compagni di viaggio che mi
hanno accompagnato durante gli anni piu
belli della mia vita.
Nella posizione centrale un quarta strofa
si riferiva ai miei primi maestri di calcio
citati all’inizio ma ho preferito eliminarla per non creare una sproporzione di sentimenti verso altri frammenti di gioventù
ugualmente importanti e che commenterò
in un successivo articolo.
Tuttavia la riprendo per un semplice principio di completezza.
Mairiucc, Savanella e Cravattin
Eran maestri, dete l’esperienze;
Fernand, Tor-tor e Tozzolin
Prendean del calcio le prime confidenze.
8 Marzo
FESTA DELLE
DONNE
LA MEGLIO GIOVENTÙ
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
Palio, Stracalitri, 24 ore di volley.Tre iniziative benemerite.
di Emilio Ricciardi
a qualche anno l’estate a Calitri è aniD
mata dall’opera di diverse associazioni che, spinte solo da una passione di-
sinteressata, organizzano più iniziative.
Tra queste spiccano tre manifestazioni dedicate soprattutto ai ragazzi: la Stracalitri, la “24 ore” di volley e il Palio.
Tutti i cittadini ormai sanno di cosa si tratta. La Stracalitri è una gara podistica non
competitiva lungo le strade del paese,
mentre la “24 ore” consiste in una serie di
incontri di pallavolo organizzati per raccogliere fondi da devolvere all’Associazione per la ricerca sul cancro e onorare
in questo modo la memoria di alcuni giovani sportivi scomparsi prematuramente.
Il palio invece consiste in una serie di gare di sport, abilità e cultura che per sette
giorni impegnano circa trecento ragazzi,
divisi in cinque squadre che rappresentano i principali rioni del paese.
Non c’è bisogno di statistiche per constatare che le tre manifestazioni, ciascuna delle quali vanta ormai una quindicina di edizioni, hanno coinvolto in questi
anni decine di calitrani. Infatti ai partecipanti bisogna sommare gli amici, i genitori e i parenti che assistono alle gare.
Da padre di due ragazzi di15 e 21 anni ho
potuto constatare di persona quanto queste
iniziative riescano a coinvolgere i giovani
della loro età. In questi anni i miei figli, insieme ai loro amici, hanno partecipato a
più edizioni delle tre manifestazioni, e in
modo particolare a quelle del Palio, che tra
preparativi, riunioni, discussioni, spaghettate ed eventuali festeggiamenti dura ben
più dei 6 o 7 giorni in cui hanno effettivamente luogo le gare.
Le magliette colorate che indossano i partecipanti, e che i ragazzi amano sfoggiare anche per le vie del paese, costituiscono un autentico spettacolo per gli occhi.
“Conservo ancora la maglia della prima
edizione del Palio, alla quale partecipai
anni fa e alla quale mi legano tanti cari ricordi” mi raccontava con orgoglio un giovane papà che assisteva insieme a me ai
giochi nel campetto di pallavolo.
Non mancano, durante una competizione
così sentita, litigi, polemiche, intemperanze e atteggiamenti sopra le righe, ma
tutto sommato, finché restano entro limiti contenuti, vivacizzano il gioco.
Nel frattempo i ragazzi che inventarono
queste iniziative sono diventati adulti;
molti di loro oggi sono padri e madri di famiglia, altri si sono trasferiti e tornano in
paese solo per brevi periodi, ma tutti hanno mantenuto viva in un angolo del cuore
quella scintilla che tanti anni fa li spinse a
fondare circoli, a organizzare squadre, a
promuovere tornei, a contagiare i più giovani con il loro entusiasmo, cercando di
avvicinarli allo sport, al volontariato e all’amore per la loro terra di origine. E fa
piacere vedere come da qualche anno i più
anziani abbiano coinvolto nell’organizzazione delle gare nuovi ragazzi, in un ideale passaggio di testimone.
Qualcuno potrebbe guardare con sufficienza a queste manifestazioni, magari
adducendo il motivo che esse non incidono sulla realtà sociale del paese.
Tuttavia non credo sia giusto chiedere tanto alle associazioni e alle iniziative da loro promosse. I problemi di una comunità
richiedono sforzi ed energie ben maggiori per essere risolti, che è doveroso pretendere dai soggetti istituzionali preposti
a questo compito. Mentre penso che il fine di queste iniziative sia semplicemente
quello di rendere un po’ più gradevole la
vita quotidiana di tutti noi. Dunque grazie di cuore a quanti hanno dedicato e dedicano il loro tempo libero e le loro energie per far giocare i ragazzi di Calitri.
Calitri, 28/29.12.1963. Promessa di matrimonio di Agnese Di Cosmo (19.09.1944/pagghion’) e Michele di Cairano (10.03.1940/barracca). Da sinistra:
Antonio Di Cairano (25.07.1931+13.12.1982/barracca) - i festeggiati - Antonietta Stanco (bellascrima), col cappello Canio Zabatta (march’), con la bottiglia Maria Saluta (suocera del rag. Michele Rabasca), dietro Michele Zarrilli (sciampagniegghj), Antonietta Margotta (f ’lec’), Michele Margotta si vede solo la testa (f ’lec’), Canio Di Cosmo (pagghion’), Giuseppe Zarrilli (sciampagniegghj), con la coppola Donato Russo (bellascrima) marito di Antonietta Stanco, Mariangela Galgano (carpinella), il piccolo Michele Caputo (cacapatan’), la fanciulla Angela Russo (bellascrima), col capo chino Maria Zarrilli (sciampagniegghj), Antonietta Zarrilli (sciampagniegghj), col cappello Vito Maffucci (strunz’). A terra: Berardino Zabatta (march’), Antonio Scoca (sargend’).
10
A MARIA TERESA MUTTI
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
di Stefania Nivone
ho conosciuta su a Crocepenta in un
Tmiaimomento
molto difficile per me, per la
famiglia e per tante altre famiglie: il
terremoto aveva cambiato per sempre le
nostre vite.
Dopo il 23 novembre avevamo lasciato le
nostre case, le nostre abitudini ed eravamo
stati costretti a vivere lontano dal paese in
un posto lontano dalla scuola, dal corso,
dalle poste etc. etc. Raggiungere queste destinazioni comportava prendere un autobus con orari predefiniti e con un biglietto
da pagare, ma ciò che soprattutto pesava
era adattarsi a vivere in un prefabbricato
freddo, difficile da riscaldare e, come abbiamo scoperto dopo anni, anche pericoloso perché pieno di amianto. Le rinunce
e i sacrifici del nuovo inizio sono stati tanti, ma poi Il Signore ha voluto farsi vicino
a noi (Egli è grande e non abbandona mai
i suoi figli) e così sono arrivati i BERGAMASCHI guidati da Don Ilario. I volontari di Bergamo sono venuti da noi per starci vicino, per aiutarci ad andare avanti.
Sono arrivati con tanto amore nel cuore e
con le chitarre nelle mani per insegnare a
noi bambini a cantare nonostante le difficoltà. Tra tutti i volontari due persone si
sono distinte: Maria Teresa e Zia Elisa.
Cara Maria Teresa, non potrò mai dimenticare le attività che organizzavi per noi, i
disegni che mi incoraggiavi a fare soprat-
tutto il giorno della festa della Madonna
delle Grazie. Disegnavo con dei gessetti colorati l’immagine della Madonna sul piazzale della Chiesa e guai a chi si lamentava
perché tu eri sempre pronta a difenderci e
ad incoraggiarci. Non potrò mai dimenticare quando durante la Messa ti raccoglievi in preghiera: chiudendo gli occhi e contemplando il Signore Gesù nell’Eucarestia
mi insegnavi che cosa fosse la preghiera.
Poi venne il campeggio. Insieme andammo su in montagna, in trentino, su alte cime: i Dodici Apostoli. C’era una baita ma
noi dormivamo nelle tende, che emozione!
Che esperienza indimenticabile: i falò, i
giochi e lunghe, lunghe camminate con gli
zaini sulle spalle. Noi ragazzi non eravamo
abituati a camminare tanto e spesso chiedevamo di fermarci per riposare. Anche in
quella occasione ci avete dato un grande insegnamento: “No, non ci fermiamo! Chi si
ferma è perduto!” Da allora questa frase mi
ha accompagnato sempre, durante tutti questi anni, di fronte a difficoltà di ogni tipo:
non fermarsi mai, non arrendersi, ma andare sempre avanti, chi si ferma è perduto.
Non potrò mai dimenticare la tua dolcezza, le tue spiegazioni, la tua sincerità e mentre passavano gli anni e io crescevo, mi chiedevi di aiutarti a trasmettere ai bambini più
piccoli lo stesso amore per Gesù che tu avevi trasmesso a me.
In questi anni di pubblicazione
del nostro giornale chi ci è
stato sempre vicino
con consigli, materiale
fotografico, notizie varie
è stato il nostro concittadino
Mario TOGLIA
dagli USA, al quale porgiamo
– anche a nome di tutti i
concittadini – un vivissimo
ringraziamento per la sua
attiva e fattiva collaborazione.
Sei stata per tutti un esempio di bontà e
gioia, hai vissuto per circa 20 anni in container piccoli e freddi pur di non abbandonarci. Pronta ad aiutare chiunque venisse
a chiederti aiuto eri sempre vicina a tutti,
in particolare a coloro che venivano messi un po’ da parte o evitati. Tu eri loro amica e sorella. Crescendo ho capito che sei
stata amica e sorella di Gesù stesso che dice: “Amatevi gli uni gli altri”, e dice anche:
“Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito,
malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei
fratelli più piccoli, l’avete fatto
a Me”. (Matteo 25, 34-40).
Dirti grazie per tutto questo è
veramente una piccola cosa ma
sono sicura che il premio più
grande lo hai già ricevuto dal
Signore. Sono sicura che ti ha
chiamata a Sé, aspettandoti con
le braccia aperte piene di amore, come quando le ha aperte
sulla Croce per ciascuno di noi.
Anche tu hai vissuto gli ultimi
anni della tua vita terrena tra
tante sofferenze, ma sono sicura che ora sei nella gioia del SiCalitri, c/da Croce Penta. I giovani che frequentavano il CAMPO BERGAMO nel periodo post terremoto, con
gnore.
al centro Maria Teresa Mutti.
Ti porterò sempre nel cuore.
11
IN RICORDO DEL COMPIANTO
GIOVANNI MAFFUCCI
IL CALITRANO
l calcio è un catalizzatore di processi
“I
evolutivi” esordirei con questa sorta di
massima per introdurre l’articolo su Gio-
vanni Maffucci, una vita spesa per il calcio.
Se riflettete, c’è un fondo di verità. Pensate al livello di endorfine che si sprigionano nel nostro cervello, quando assistiamo a una bella partita di calcio.
Parafrasando Marx, si potrebbe oggi affermare che il calcio è “il vero oppio dei
popoli”. O come lo definiva Pasolini
“l’oppio dei poveri”.
D’altronde le endorfine che cosa sono se
non oppiacei? Inconsapevole assertore di
questa massima poteva essere appunto
Giovanni Maffucci, il Marotta della Polisportiva Calitri dei mitici anni ’80/’90.
Ricordo che quando ho iniziato a dare i
miei primi calci al pallone e non solo, anche a qualche caviglia, l’allora segretario
della Scuola Media Statale, appunto Giovanni Maffucci, mi spostò da portiere a
stopper, illudendosi di vedere in me le
qualità balistiche di un certo Nicola Pio,
mio zio materno, vecchia gloria della Folgore Lacedonia. Si giocava nel lontano
1977 il torneo scolastico dei Giochi della Gioventù e partita di esordio fu
Sant’Andrea di Conza-Calitri. “Uagliò,
attiend’, quist’ è r’gnus’… marcal’stritt’”,
fu la raccomandazione di Mister Giovan-
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
ni, assegnandomi alla marcatura del temuto attaccante della squadra avversaria.
Mi incollai a quel centravanti come un
francobollo e ci fu una serie innumerevole di falli che a un certo punto fecero
sbottare quel povero malcapitato ragazzo
“Marò, ma p’ chi m’è pigliat p’ nu sacc’
r’ patat’?!”. Il povero Giovanni Maffucci allargava le braccia per scusarsi e se ci
fosse stato Trapattoni, avrebbe così commentato: “La palla non è sempre tonda, a
volte c’è dentro il coniglio!”. Purtroppo
il suo istinto di scopritore di talenti lo aveva per una volta fuorviato. Forse si sarà
chiesto “Ma come, u zian’ tand’ brav’ e u’
n’pot’ tant’ c… ”. Fortuna volle che in seguito avrebbe portato alla ribalta gente
come Roberto Antonelli o il mitico Volpe
… e non uno qualunque, tanto per fare
qualunquismo (Trapattoni 1990). Ricordo che solo in seguito a una pallonata sul
viso dovetti uscire dal campo e mentre io
barcollando uscivo, lui prontamente mi
prese per mano e gli uscì spontaneo un
rimprovero: “Uagliò, ai rat’ cauch’ p’ tutta la partita e mò nun t’ tien’ manc’ all’erta!” vale a dire sempre per dirla con
Trapattoni: “Non possiamo fare i coccodrilli e piangere sul latte versato e sulle
uova mangiate!”.
Dott. Noris A. Cucciniello
LAUREA
Il 22.11.2012
presso l’Università Cattolica
del Sacro Cuore di Potenza
Si è laureata in
“Tecnico di Laboratorio Biomedico”
con 110 e Lode la signorina
Mariella BOZZA
Alla neo laureata gli auguri
più sinceri dai parenti, amici
e dalla Redazione.
Calitri, 27.01.2013. Nozze d’Oro di Lucia Pasqualicchio e Cosimo Bovio. Da sinistra: la nuora Tiziana Martiniello, il figlio Lorenzo, il nipote Cosimo
- i festeggiati - la piccola nipotina Giulia, la nipote Marta, la nuora Lucia Turri e il figlio Antonio. Auguri dalla redazione.
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IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
Calitri, 01.09.2012 . 1° Rimpatriata “cugini Maffucci”. Da un
po’ di tempo che i cugini Maffucci avevano espresso desiderio
di fare una rimpatriata per trascorrere tutti insieme una giornata
conviviale tra parenti. E proprio per questo motivo che il 1° settembre si è tenuta la Prima rimpatriata “set….tembrina”. Hanno preso parte quasi tutti i componenti delle famiglie e per la precisione 48, mentre per quelle 17 persone, loro malgrado,
impossibilitate a partecipare, diamo appuntamento all’anno prossimo. L’allegria e la gioia di stare insieme l’hanno fatta da padrone, non facendo pensare che il tempo passa, le generazioni si
susseguono e che dai nonni Canio e Gaetana, fino a oggi sono
nati 7 figli, 19 nipoti, 21 bisnipoti e un tris nipote. E proprio il
tris nipote Canio Maffucci (2009) oltre ad essere il bambino più
piccolo di origine calitrane che porta questo nome, detiene il record delle “s’pponde”, infatti con i nomi Canio-Pietro (19002009) si sono alternate ben 5 generazioni. Stesso record detenuto dal bis-nipote Maffucci Gaetano (1997) la cui “s’pponda” si
alterna anch’essa da 5 generazioni con i nomi Gaetano –Canio
(1875-1997). Nella stessa giornata un breve record è stato dedicato ai parenti scomparsi, ma, intanto, i cugini Maffucci desiderosi di trascorrere ancora una giornata di festa in famiglia, si danno appuntamento all’anno prossimo per la 2°edizione con
l’augurio di essere ancora più numerosi.
Da sinistra in fondo: Antonio Russo, Assunta Calabrese,Vito Cestone.
Terzultima fila da sinistra: Pietro Maffucci, Cestone Luigi, Antonio Nicolais, Giuseppe Diacono, ?, Giovanna Borea, Margherita Fortunato, Luciana Zarrilli, Concetta Zarrilli, Franco Cianciulli, Michele Zarrilli, Michele
Zarrilli, Silvia Zarrilli, Cestone Gaetano, Maffucci Gaetano, Maria Antonietta Maffucci. A terra: Roberta Russo, dietro Cubelli Umberto, Salvatore Maffucci, Elena Maria Maffucci, Enzo Lucio Nicolais, Balascio Gerardo, Maria Cestone, Donatella cestone, Gianna Russo.
Annamaria Maffucci
AIUTATECI A MIGLIORARE LA
DISTRIBUZIONE DEL NOSTRO GIORNALE
Ho sempre un vago pensiero che è quello di sentirmi in colpa di essere andato via dal mio paese e non aver fatto nulla per evitarlo, o forse
non sono stato messo in condizione di evitare questa scelta”. Non riesco ancora a darmi una risposta… da una parte sono contento per l’esperienza e per le persone conosciute a me vicine e dall’altra sono
molto dispiaciuto. Devo dire che ho fatto tanto con un po’ di sacrifici e
qualche soddisfazione è arrivata, ma nella mia testa rimane un pensiero
fisso o meglio un chiodo fisso: “POSSO FARE QUALCOSA PER IL
MIO PAESE”??? Vista la maturità di oggi credo che qualcosa si possa ancora fare anche se credo sia necessario un cambiamento totale delle
abitudini. Spero tanto che una bella idea venga fuori e possa essere
messa in atto!!
Segnalateci l’esatto indirizzo, delle eventuali discordanze,
o se i vostri cari sono deceduti.
Potete farlo mandando una mail a:
[email protected] - o un sms a: 328/1756103
o direttamente presso il
CENTRO STUDI CALITRANI
VIA P. NENNI, 1 - 83045 CALITRI - AV
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IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
Calitri 27 gennaio 2013 festeggiamento del 50° di matrimonio dei signori Michelina Di Cosmo e Michele Cubelli; ultima fila da sinistra:Vittoria Buldo, Luigi Lucrezia, Lucia Cubelli, Antonio Tuozzolo, Maria Di Napoli - i festeggiati - Maria Margotta con la figlia Rosella, Canio Di Napoli, Franchino Cubelli e Vittorio Tuozzolo. Penultima fila: Angela Gautieri, Angelo Lucrezia, il piccolo Alessandro Cubelli, Antonia Tuozzolo,Vito Di Napoli, Rocco Di Napoli. Prima fila: Michele Tornillo, il piccolo Michele Cubelli, Lucia Zabatta, Enza Di Napoli, e Silvana Giammatteo. Auguri dai parenti, amici e dalla Redazione.
SAGGI
STORICI
SU CALITRI
Per gentile concessione
del prof. Pietro Cerreta,
sui siti Calitriantica e
www.ilcalitrano.it,
è possibile leggere il Saggio:
Teresa Di Maio,
Abolizione in Calitri
dei diritti feudali, SAMNIUM,
Gennaio-Giugno 1970,
Anno 43 n. 1-2
al seguente indirizzo:
http://www.calitriantica.it/docu
menti/Abolizione_in%20calitri
_dei_diritti_feudali.pdf
Calitri 27 gennaio 2013 il cinquantesimo anniversario di matrimonio dei signori Michelina Di Cosmo e Michele Cubelli. Un vivissimo augurio dai parenti, dagli amici e dalla Redazione.
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IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
Il nostro concittadino sarto Franchino che risiede a Villa Gioconda (residenza per anziani) mentre
lavora nel suo laboratorio per la festa medievale di Rocca San Felice.
Di Milia Giuseppina (travagliator’)
21.10.1922†…07.2011
Calitri, 18.08.2012. Festa dei Sessantenni. Da sinistra prima
fila in piedi: Luigi Panelli (carianes), Francesco Galgano (ciaglion’), Nicola Russo (uangieghij’), Silvana Vincenza Di Napoli
(fiaschiegghij), Francesco Gallucci (pizza e mazza), Giuseppe
Maffucci (lord’ pepp’), Canio Galgano (spaccon’), Giuseppe Nigro (br’handiegghij), Carmine Paolercio (paulercia), Giuseppe
Di Salvo (faraon’),Vincenzo Maffucci (ang’legghija), Franca Ricciardi (ricciard’) e Antonio Gerardo Rubinetti (tascia). Prima
fila da sinistra: Maria Di Maio (sabbetta cesta), Rosa Di
Salvo (faraon’), Maria Dragone (dragon’), Maria Incoronata
Cantarella (cantarella), Donatina Di Maio (mangia terra), Angela Lucrezia (pasckalin’), Domenica Caruso (moglie di Paolercio), Angelina Russo (bella scrima),Vincenzo Cerreta (cotognino), Rosa Di Milia (urt’lan), Filomena Suozzi (capp’cull’),
Emilia Consoli (moglie di Canio Lelio Toglia), Maretta Abate
(americana) e Maria Codella (f ’scegghija). A terra da sinistra: Vincenzo Basile (albertosi), Donato Tornillo (p’stier’),
Giambattista De Nicola (dall’e dall’), Mario Maffucci (zacca),
Giuseppe Mastrullo (spavar’) e Canio Di Cairano (pind’).
Como, 27.01.2012 Al sig. Gautieri Antonio - col Sig. Prefetto di Como (senza fascia tricolore, sua
eccellenza Dott. Michele TORTORA) e l’Assessore di Mariano Comense Sig. Claudio NOGARA,
con fascia tricolore - viene consegnata la medaglia d’onore al suo familiare Donato Gautieri in occasione della Giornata della Memoria.
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Calitri, 20.01.1962 Matrimonio di Michelina
Delli Liuni e Vincenzo Gautieri. Auguri da
amici, parenti e dalla Redazione.
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
ROMANIA-SUORE DI GESÙ REDENTORE.
Carissimi Amici, a voi, che condividete la gioia
della donazione e della concreta solidarietà,
vogliamo dire la nostra stima e la nostra gratitudine. La vostra testimonianza, la vostra solidarietà
ci danno sempre una speranza in più e ci danno
forza nel proseguimento della missione verso i
bisognosi e nei confronti dei bambini svantaggiati o abbandonati. Il nostro pensiero è rivolto a
voi, per dire a tutti che vi portiamo nel cuore e
che eleviamo per voi, ogni giorno, la nostra supplica al Signore perché vi benedica.
Desideriamo farvi giungere i nostri sentiti auguri
di una felice e Santa Pasqua.
Vi comunichiamo che alcuni bambini, adottati a
distanza, sono stati sostituiti per i seguenti motivi:
Reintegrati nella loro famiglia: Fratelli Mare, Fratelli
Heres, Sorelle Ciobanu.
Adottati: Fratelli Bucioaca, Dobrea, Tolontan,
Patrascu.Terminato gli studi universitari: Laslau
Gabriela e Vladut.
Carnevale 1957. Da sinistra:Vincenzo Cerreta
(r’ zzont), Antonio Zarrilli (v’ton’), Giuseppe Zarrilli (v’ton),Vinicio Iannella (Iannella),Vito Cestone (lanciacest’) e Antonio Gautieri (baccalà).
Calitri, 02.09.2012. presso LA LOCANDA DELL’ARCO si è tenuta la festa dei 25enni. In alto da sinistra: Vito Saverio Cicoira, Antonio Sicuranza, Giuseppe Cubelli. Ultima fila da sinistra: Francesco
Gautieri, Antonio Codella, Giuseppe Lucrezia e Antonio Di Napoli. Prima fila da sinistra: Michele
Galgano, Antonella Rosania, Vito Maffucci, Mariano Nannariello. Davanti da sinistra: Marina Di
Maio, Anna Maria Acocella, Michele Codella, Nicoletta Calabrese e Luciano Caputo. RINGRAZIAMO
VITO MAFFUCCI E NICOLETTA CALABRESE PER AVERCI REGALATO UNA GIORNATA TRA
VECCHI RICORDI E GUSTOSI PIATTI. CI VEDIAMO AI 30… SPERIAMO DI ESSERE MOLTI
DI PIÙ! UNA GIORNATA REGALATA AI VECCHI AMICI O ALLE PERSONE CHE IN UN MODO
O NELL’ALTRO HANNO CONDIVISO QUALCOSA CON TE. GRAZIE A TUTTI PER LA PARTECIPAZIONE E PER LA FELICE GIORNATA!
Angelomaria Rabasca (19.11.1912). Nel centenario della sua nascita, affinché il suo ricordo rimanga vivo in tutti quelli che lo conobbero.
Calitri, 20.12.2012. Nozze d’oro di Margherita Scoca (sargend’) e Vittorio
Zabatta (pr’tosa). Da sinistra: la nuora Rachele Sena, il figlio Antonio - i festeggiati - la figlia Maria e il genero Michele Di Guglielmo. Auguri da amici, parenti e dalla Redazione.
Oliveto Citra (SA), 30.06.2012. Matrimonio di
Carmelina Iannarella e Angelomaria di Napoli.
Auguri da amici, parenti e dalla Redazione.
BRINDISI, 27/01/2012, cinquant’anni di matrimonio di Giuseppina Zarrilli
(a camm’nanda 06.02.1942) e Michele Borea (panc’ 08.05.1940). Auguri
vivissimi da parte dei figli Antonietta, Giovanni,Vincenzo, Emanuela.
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IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
Calitri, 27.05.2012 Nella chiesa dell’Immacolata Concezione si è tenuta
la vestitura di nuovi confratelli. Prima fila da sinistra: Pasquale Calà,
Berardino Tornillo, Giovanni Cerreta, Vincenzo Cubelli, Luigi Russo, Pasquale Cestone e Vincenzo Coppola. Davanti: Klaus Koschmieder
(nuovo confratello), Rocco Di Guglielmo (nuovo confratello), Giovanni
Di Carlo (nuovo confratello), il parroco don Pasquale Riccio,Vitantonio
Di Milia, Michelangelo Armiento e Michele Cicoira.
Calitri, 20.12.2012. Nozze d’oro di Margherita
Scoca (sargend’) e Vittorio Zabatta (pr’tosa).
Auguri da amici, parenti e dalla Redazione.
Calitri, 07.07.2012. Quattro generazioni. Da sinistra: Antonio Iannece,
il figlio Carmine, il nipote Antonio con in braccio il figlio Carmine, il nipote Mario con in braccio il piccolo Gabriel.
Calitri, 20.01.2012 Nozze d’oro di Michelina
Delli Liuni e Vincenzo Gautieri. Auguri da amici, parenti e dalla Redazione.
Calitri, 1949. Sisina Salvante e Concetta Lampariello durante una passeggiata in campagna.
Calitri, 07.10.2012.
Quattro generazioni a confronto. La bisnonna Mariantonia
Gautieri-Lops, la
nonna Maria Concetta Lops-Del
Guercio, le figlie: a
destra Antonella
Del Guercio-Mentana e a sinistra Filomena Del Guercio-Galgano; i nipotini Vittoria ed
Enrica Mentana
(gemelle) e Gabriele Galgano.
Calitri, Estate 1973. Torneo locale Interno,
Squadra 1° Classificata “Fiori Russo”. In piedi
da sinistra: Gaetano Mucci (vardar’), Claudio
D’Amelio (nescia), Francesco Cantarella, Lorenzo Maffucci (patr’nett’), Angelo Di Cairano
(pind’). Accosciati da sinistra: Vito Galgano
(m’l’nar), Leonardo Russo (n’zeppa), Michele
Di Cecca (u’ nghian’), Giovanni Compierchio.
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IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
Calitri, novembre 2012. 4 generazioni. Da sinistra: i pronipoti gemelli Rosangela e Giuseppe Contillo in braccio alla mamma Anna Maria
Galgano (nipote), la figlia Rosa Maria Di Milia e la nonna Vincenza Di
Napoli.
Tubingen (Germania) 1972. Da sinistra: Pasquale Schettino, Michele
Della Badia (r’nategghia), Antonio Zarrilli (v’ton’), Francesco Ruggiero
(nzarc’nend’). A terra: Antonio Lopriore (u’ v’sazzar’) e Giovanni Scoca
(baggian’).
Calitri, 07.02.2013 Alcuni
membri del nuovo Consiglio Direttivo dell’Arciconfraternita Immacolata
Concezione di Calitri.
Prima fila da sinistra:
Rabasca Antonio Mario,
Maffuccí Mario, Margotta
Pasqualino e Luigi Russo.
Davanti da sinistra: Di
Cosmo Angelo, Cestone
Pasquale, Polestra Giovanni (NUOVO PRIORE), Coppola Vincenzo,
dietro Bavosa Luigi, Cubelli Vincenzo, Di Milia Vitantonio, Calà Fabio.
Calitri, 21.08.2011 Comitato festa dei 40enni nati 1971. Prima fila da sinistra: Antonietta Zabatta, Concetta Di Cecca, Luciana Cerreta, Giovanna Di Cairano e Rosaria Zarrilli. A terra da sinistra: Giuseppe Di Carlo, Antonio Toglia, Salvatore Cestone, Angelo Di Guglielmo. Ringrazio tutto il comitato per aver preparato questa bellissima festa e per le serate indimenticabili e divertenti
trascorse insieme. Con affetto Giovanna Di Cairano.
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L’italo-americana Mary Vitale eletta “regina”
per un banchetto sociale della comunità calitrana a Brooklyn (anno sconosciuto). Mary è
figlia di un Alfonso Vitale di Candela e Angelina
Codella di Calitri. Mary, al suo turno, si sposò
con Harold Cestone figlio di immigrati calitrani Maria Germano e Canio Cestone di
Stamford, Connecticut.
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
Colle Val D’Elsa (SI), 2 dicembre 2012 con alle spalle la veduta di San Gimignano. 50°Anniversario di matrimonio Lantella Giovanna (fu Salvatore “Salva Salva” e Concetta Galgano) e di Vallario Francesco.
Da sinistra: in piedi la bionda è la secondogenita dei festeggiati,Vallario
Concetta, dietro Gallo Antonio (il primo nipote figlio di Annamaria, la
primogenita) - i festeggiati - la primogenita Vallario Annamaria, la nipote
Irene Vallario (figlia di Antonio), Lucia Vagnoni (moglie di Antonio Vallario)
in braccio Martina Vallario (figlia di Antonio). Davanti da sinistra: il piccolo Samuele Vallario (figlio di Antonio), in ginocchio Vallario Antonio (il
figlio dei festeggiati anche l’autore della foto) Gallo Alfonso (marito di
Annamaria Vallario) e la nostra mascotte Chicco il cagnolino.
La foto è stata scattata all’agriturismo LA TAVERNA DI BIBBIANO.
New York USA, febbraio 2009. Leonardo (u’ scitt’) e Angelina Margotta
festeggiano il loro 50°anniversario di matrimonio. Auguri dalla Redazione. (Per errore la foto nel n. 51 è stata pubblicata col cognome
Maffucci).
Calitri 08.08.1957,
quasi tutte ragazze chi
scienn’ a la mastra ndo
Cunziglia. Da sinistra
in alto: Concettina
Del Cogliano (p’cica),
Incoronata Gambone
di Montella. In piedi
sotto: Angelina Maffucci (p’nd’licchj), Lucia
Polestra (cap’rotta),
Giovanna Di Milia
(p’sc’lon’), Giovanna
Cianci (napulitan’). A
terra inginocchiati:
Franco Rinaldi (ceca
ceca), Luigi Di Napoli
(paparul’/09.08.1948 †23.05.2010), Lucia Cicoira (cunziglia), Gambone… (fratello di Incoronata di Montella)
e Ugo Cicoira (cunziglia).
Calitri, 27.01.2013. Nozze d’Oro di Lucia Pasqualicchio e Cosimo Bovio.
Calitri, anni ’40. Corso Vittorio Emanuele III - oggi corso G. Matteotti - ricoperto da una storica
nevicata. In primo piano il sig. Valentino De Rosa (15.01.1895 † 15.04.1963) di cui ricorrono i 50
anni dalla sua scomparsa.
19
De Nora Bartolomeo (1937), la madre Rosa
Di Napoli (1913-2003), Antonio De Nora
(1941) e Vincenza Di Cecca (1938) cugina.
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
DIALETTO E CULTURA POPOLARE
PARTICOLARI MODI DI DIRE CALITRANI
A cura di Giovanni Sicuranza
U habb’ cogl’, la jastema no
La burla colpisce e la bestemmia no.
Corta n’ t’ vaj e longa n’ t’arriva
Corta non ti va e lunga non ti arriva.
Chi m’ raj a mangià chiam’ tata
Chi mi da da mangiare io lo chiamo padre.
La mala crianza, t’ l’aspiett’ ra lu fessa
La peggior cosa te l’aspetti dallo sciocco.
Chi la ten’ longa e chi la ten’ corta la cannela
Chi ce l’ha lunga e chi ce l’ha corta la candela
(della vita).
A la sckatrata r’ la nev’ s’ ver’n’ r’ stronz’
Allo sciogliersi della neve emergono i rifiuti.
Quiss’ n’ sap’ romb’ l’uov’ cu nu magl’
Costui non sa rompere un uovo con il maglio.
P’zuoch’ nchiesia e riav’l’ncasa
Bizzoco in chiesa e diavolo a casa.
La varda s’ l’adda mett’ a chi la porta
Il basto si deve mettere a chi lo sopporta.
U’ rend’ eia cchiù v’cin’ r’ lu parend’
Il dente è più vicino del parente.
L A NOSTRA
BIBLIOTECA
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IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
S O L I D A R I E TÀ C O L G I O R N A L E
vate M.se), Di Milia Antonietta (Milano), Margotta Vincenzo e
Francesca (Roma), Santeusanio Giuseppe (Livorno), Buldo Cesare
Giovanni (Varese), Fastiggi Michele (Salerno), Scoca Antonio (Montenero di Bisaccia), Cerreta Margherita (Milano), Mazziotti Francesca (Roma), Groppelli Angela (Roma), Mollica Rosa (Novara),
Zarrilli Maria (Moncalieri), Gautieri Vito (Moncalieri), Lops Antonio
(Besano), Di Napoli Vittoria (Vigonza), Maffucci Giovanna (settimo
M.se), Rabasca Michelina (Milano), Vallario Lorenzo (Milano),Vallario Francesco (Poggibonsi), Simone Anna (Carife), Russomanno Maria Francesca (Teora), Panelli Giulio (Siena), Strollo
Orazio (Torino), Maffucci Angelomichele (Lissone), Cianci Michele (Briosco), Leone Michele (Sologno), Di Napoli Mario (Bollate),
Buldo Antonia (Varallo Pombia), Balascio Angela (Rimini), Gautieri
Pasquale (Bollate), Cubelli Lucia (Bologna), Fiordellisi Teresa Filini
(Sant’Angelo di Gatteo), Cianci Salvatore (Candela), Tornillo Lucia
(Salerno), Acocella Anna Maria (Fisciano), Cerreta Maria Pina
(Chieri), Di Napoli Antonio (Carugo), Cerreta Orazio (Caselle
torinese), Galgano Anna (Milano), Piccolo Giuseppe (Gugliate),
Paradiso Gaetano (Lioni)
Euro 25: Galgano Antonio (Novara), dott. Cubelli Tonino (Bologna), Melaccio Mario (Aquilonia), Di Napoli Fortunato (Garbagnate), Zabatta Vito (Capergnanica), Gallucci Francesco (Volvera), Di
Napoli Vincenzo (Bollate), Senerchia Vincenzo (Casalgrande), De
Rosa Carlo (Belluno), Di Carlo Alfredo (Avellino), Zabatta Vito
(Milano), Lampariello Franchino (Garbagnate M.se), Michelina Di
Cosmo e Michele Cubelli
Euro 26: Turiddo Cecchetti (Pistoia), Milano Calvani Vincenza
(Cascina)
Euro 30: Grieco Paolo (Roma), Di Milia Iolanda (Pontedera), Califano Michele (Brescia), Nappi Gaetana (Bergamasco), Cicoira Ettore (Napoli),Viora Giovanni (Roma), Rainone Vincenzo (Lentate
Sul Seveso), Bruniello Canio (Fiumicino), Russo Eleonora (Ventimiglia), Nannariello Lorenzo (Correggio), Ersilia De matteo Di
Maio (Roma), Vigorito Vincenza (Uta), Zazzarino Vincenzo (Mercogliano), Rubino Antonio (Briosco)
Euro 35: Di Cairano Giuseppe (Milano)
Euro 40: Caputo Canio (Carosino), Codella Vito (Cremona),
Cuppone Fernando (Sannicola)
Euro 50: Montagnani Roberto (Figline Val D’Arno), Di Cairano
Vincenzo (Francavilla a Mare), Messina Giuseppe (Roma),Vitamore Leonardo (Napoli), De Nicola Vincenzo (Pavia), Armiento Michele (Caselle Torinese), Frucci Giovanni (Pisa), Frucci Angelo
(Roma), Polestra Vincenzo (Bolzano), Zabatta Michele (S. Giorgio a
Cremano), Di Napoli Antonio (Galatina), Di Milia Gabriella(Romano Lombardo), Maffucci Antonio (Poggio a Caiano), Tozzoli
Giovanni Paolo (Roma)
Euro 70: Leone Giovanni (Novate M.se)
Euro 100: Zarrilli Maria Michela (Castel San Giorgio), Scoca Luciano (Roma)
DA CALITRI
Euro 5: Rauseo Lucia
Euro 10: Bruniello Giuseppina, Cialeo Maria, Polestra Vincenzo, Di
Napoli Giuseppe, Cerreta Mariannina, Cestone Vito Zarrilli Lucia,
Russo Giuseppina, Codella Vito e Cialeo Jolanda, Della Badia Maria,
Buldo Maria e Zabatta Antonio, Atingone Antonio, Giovanna di
Cairano, Rosania Luigi
Euro 15: Cioffari Lucia, Merola Giuseppina, Fierravanti Maria in
Nivone, Galgano Rosetta, Maffucci Emilio
Euro 20: Galgano Angelina, Sale e Tabacchi di Ramundo Michelina,
Rabasca Michele, Elena Addeo Maffucci, Acocella Attilio, Zampaglione Michele, Maffucci Lorenzo, Mastrullo Giuseppe, Fastiggi
Vincenzina Di Cecca Giuseppe, Ciak si gira di Vitantonio Maffucci,
Miele Giuseppe Antonio, Fiordellisi Giovanni, Acocella Gabriele,Codella Teresa, Di Maio Canio e Savanella Annas Maria,Galgano
Francesco via Ferroviua 3, Lampariello Titti, Cestone Canio, Cubelli Umberto, Zabatta Vittorio
Euro 25: Tuozzolo Vito Nicola, Arciconfraternita Immacolata
Concezione, Di Cosmo Angelo e Di Napoli Vincenza, Nigro Giuseppe e Rosaria Anna
Euro 30: Corazzelli Vincenzo, Simone Pasquale, Circolo Sociale, Di
Milia Vito e Codella Angela Maria
Euro 35: Leone Michele, Di Cecca Graziella
Euro 50: Cucciniello Noris A., Bovio Cosimo, Gruppo 60enni,
Germano Peppino
Euro 100: Maffucci Canio Rosario
DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE
Euro 5: Mazziotti Maria Antonia (Santa Marinella)
Euro 5.60: Piccirillo Angelo (Serre)
Euro 8: Zarrilli Pasqualina (Giussano)
Euro 10: Lampariello/Vallario (Salerno), Milano Franco (Gallarate),
Zarrilli Maria Antonietta (Conza della Campania), Rabasca Canio
(Nova M.se), Ricciardi Sansone Giacinta (Torino), Fede Antonio
(Borgaro), Cerreta Michele (Carrara), Lucadamo Pasquale (Olgiate Comasco), Di Cairano Antonio (Guidonia), Zabatta Claudio
(Torlupara), Cianci Giacinta (Treggiaia), Pignata Rosa (Contursi
Terme), Scoca Vincenzo (Mariano C.se), Araneo Vincenza (Mariano
C.se), Caputo Teresa (Arese), Cianci Mariantonia (Bollate), Codella
Rosa di Milia (Salerno), Giuliano Angela (Casalgrande), Mastronicola Vittorio (Frosinone), Gabellini Lorenzo (Firenze), Di Fronzo
don Pasquale (Mirabella Eclano), Margotta Giuseppina (Mariano
C.se), Cerreta Giuseppe (Cambiano), Galgano Vincenzo (Riccione),
Maffucci Michele (Carimate), Acocella Vito Antonio (Lentate S.S.),
Di Napoli Vincenzo e Russo Vincenza (Bologna), Zabatta Pasquale
(Lentate S.S.), Germano Mario (Briosco), Codella Cinzia (Pozzuoli)
Euro 15: Cerreta Vincenzo (Carrara), Di Napoli Giuseppe (Brescia), Zarrilli Vito (Roma), Lantella Salvatore (To), Zabatta Salvatore
(Supersano),Cafazzo Filomena (Bisaccia), Di Napoli Antonio (Rho),
Di Cosmo Vincenzo (Poggibonsi), Zarrilli Vincenzo (Poggibonsi), Nicolais Canio Vincenzo (Roma), Margotta Mario (Meda), Di Cosmo
Michele (Poggibonsi), Metallo Teresina (Roma), Cestone Vincenzo
(Bergamo), Cestone Giovanni (Pinerolo), Libreria già Nardecchia
(Roma), Di Cecca Angelo, Galgano Angela Maria (Salerno)
Euro 18: Tornillo Filomena (Folignano)
Euro 20: Di Giuseppe Egidio (Foggia), Di Cairano Michele (No-
DALL’ESTERO
BELGIO: euro 15: Rinaldi Vincenzo
Euro 20: Di Carlo Raffaela
CANADA: euro 50: Cianci Franco e Maria
GERMANIA: euro 20: Galgano Filomena Angelina
SVIZZERA: euro 20: Di Maio Vito
URUGUAY: euro 20: Lampariello Margherita in Radicione
MONTEVIDEO
Euro 50: Angela Di Maio (Località non pervenuta)
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IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
MOVIMENTO DEMOGRAFICO
Rubrica a cura di Anna Rosania
I dati relativi al periodo dal 1 novembre 2012 al 31 gennaio 2013
sono stati rilevati presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Calitri
NATI
Cappelletti Aurora di Fabio e De Nicola Deborah
Tartaglia Stefano di Carlo e Zarrilli Lucia
Di Maio Maria Vittoria di Michele e Laurano Donatella
De Nicola Giuseppe di Vito e Zarrilli Katia
Cubelli Giovanni di Alfonso e Maffucci Flavia
Maffucci Syria di Luciano e Di Cosmo Angela Maria
Maffucci Gabriel di Luciano e Di Cosmo Angela Maria
29.09.2012
08.11.2012
04.12.2012
08.12.2012
12.12.2012
29.12.2012
29.12.2012
Acierno Osvaldo e Ozhanska Mariya
Poletto Gioacchino e Marrese Stefania
Gagliardi Giovanni e Di Salvo Virginia
05.11.2012
12.01.2013
26.01.2013
MATRIMONI
Lops Angela
Cestone Giuseppe
Metallo Angela
Zarrilli Mariantonia
Caruso Caterina
Cianci Mariantonia
Russo Antonia
Del Re Lucia
Palermo Eduardo
Liccione Maria
Cianci Concetta
MORTI
05.09.1917 - † 18.10.2012
28.04.1925 - † 06.11.2012
24.01.1930 - † 11.11.2012
22.09.1927 - † 16.11.2012
22.02.1912 - † 30.11.2012
12.09.1921 - † 03.12.2012
18.09.1924 - † 04.12.2012
05.11.1927 - † 04.12.2012
03.01.1940 - † 06.12.2012
03.10.1926 - † 11.12.2012
28.12.1919 - † 19.12.2012
Ci scusiamo per qualsiasi eventuale errore.
Canio Vincenzo Margotta
28.06.1926 - †19.08.2012
Vorrei sapere a che cosa è servito
Vivere, amare, soffrire,
spendere tutti i tuoi giorni passati
se così tanto hai dovuto soffrire.
Voglio però ricordarti com’eri,
pensare che ancora vivi,
voglio pensare che ancora mi ascolti
e che come allora sorridi.
Sei sempre nei nostri cuori. Tua moglie,
i tuoi figli, nipoti e pronipoti
Costantino Cestone
23.12.1935 - † 11.02.2008
Nel quinto anniversario
della sua scomparsa
la famiglia lo ricorda
con tanto affetto
Giuseppe Zarrilli
13.09.1925 - † 26.01.2013
Padre e nonno.
Uomo semplice,
onesto e buono.
Ora che la tua immagine
si è sottratta ai nostri occhi,
ti porteremo per sempre
nei nostri cuori
e ti ricorderemo per sempre
per i tuoi insegnamenti
Maria Grazia Sandrin
in Lucadamo
08.06.1954 - † Novedrate 07.02.2013
Non dimenticheremo mai
il tuo sorriso, la tua voglia di vivere,
la tua ricchezza interiore.
Grazie per tutte quelle emozioni
che ci hai regalato.
E quei valori che ci hai trasmesso.
Ti porteremo sempre nei nostri cuori.
I tuoi cari.
22
Maria Lucia Errico
21.07.1929 - † 24.11.2005
I morti non sono degli assenti,
sono degli invisibili che tengono
i loro occhi pieni di luce
nei nostri pieni di lacrime
IL CALITRANO
N. 52 n.s. – Gennaio-Aprile 2013
R E Q U I E S C A N T
Maria Liccione
03.10.1926 - † 11.12.2012
I N
Antonio Del Cogliano
10.11.1915 - † 10.02.2012
Provvida Bora,
levami leggero,
a che possa sciogliermi
nel volto suo,
tracciarne ‘l piglio arcano,
e ancora avvinto sfiorarne
il profilo, e benedire
quanto di lui in me
si perpetua ed è vivo.
Cara nonna, oggi tu non ci sei più …
lo so che non ti potrò vedere più, ma questa è la vita.
Ti volevo vedere per un’ultima volta, ma non ho
fatto in tempo e così tu sei andata via…
io lo so perché te ne sei andata … perché Gesù
ti ha chiamata con tutti gli altri. Un giorno ti rivedrò
in Paradiso e staremo di nuovo tutti insieme come
una famiglia e potremo riabbracciarci forte. Ti voglio
tanto bene nonna Maria e ti auguro buona vita lassù.
Elisa e tutti noi.
Maria Carmela Delli Liuni
16.07.1920 - † 26.01.2012
Ti vedo dietro i vetri, piccola e indifesa,
stupita della casa, stupita della vita,
stupita dell’immenso, tu, audace e guerriera,
appassionata e sincera, orgogliosa e tenace,
concreta e sognatrice, signorilmente semplice,
volta a guardare oltre… Sento il tuo passo lieve,
non più svelto e leggero, e tu, compari, altera,
fiera e dignitosa. Sento “Michelì”, la mia mente vacilla,
ma tu mi insegni ancora: “Dio sia Benedetto, e la sua volontà”.
Maria Concetta Metallo
28.10.1944 - † 06.11.2011
Fuoco che scalci
dammi sapidi tralci
e nodosi,
e vino robusto e rosso
come lui che giace:
da un anno già
la sua voce sottace,
ed io, costretto fra tenebre
e luce,
smarrito, ondivago cerco.
I tuoi cari, nel primo
anniversario della morte
Luigi Zarrilli
20.08.1914 - † 30.01.1987
Cuore grande, sogni nella m ente,
mete precise, scelte importanti,
fatica silente, bugia d’amore,
generose rinunce, anime immense,
vite donate: i nostri genitori.
Grazie papà, grazie mamma, per aver nutrito,
in modo appassionato ed esclusivo,
i nostri corpi e le nostre anime.
Giovanni Maffucci
01.09.1934 - † 21.01.2011
La speranza dei giusti è
fondata non sulle cose
temporali, ma in Dio e
nelle sue promesse.
I parenti e gli amici.
PA C E
Vito Melaccio
18.09.1931 - † 03.01.2011
Nel secondo anniversario
Della sua dipartita
la moglie,
i figli, la nuora
e la nipotina
lo ricordano con immenso
rimpianto.
A tutti coloro che
lo conobbero e
L’amarono
Perché rimanga vivo
Il suo ricordo.
La moglie, la figlia,
il genero e le nipoti,
lo ricordano con l’affetto
di sempre.
Maria Nicolais
29.09.1921 - † 05.12.2010
Michele Di Cairano
02.04.1908 - † 04.06.1987
A due anni dalla
scomparsa
resta incolmabile il vuoto
lasciato e
più profondo il dolore.
La famiglia ne ricorda
la grande laboriosità e
l’integrità morale.
Lucia Cestone
17.12.1911 - † 16.02.1997
(Marito e moglie)
Accoglili, Signore, nella pace del tuo Regno
accompagnati dalle preghiere degli amici,
e dei parenti tutti.
I genitori con il figlio possano godere della tua grazia, Signore, nella pace dei cieli
Luigi Maria Canio Cicoira
08.09.1909 - † 17.08.1985
Angela Lops ved. Cicoira
05.09.1917 - † 18.10.2012
23
Giuseppe Cicoira
26.02.1937 - † Pietrasanta
15.09.2011
In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Firenze CMP
per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Calitri 26.08.2010 festa dei settantenni classe 1940. Da sinistra in diagonale: Franco Beltrami con occhiali da sole, Angelomaria Di Cecca (nghian’), Carmine Di
Guglielmo, Maria Cestone, Antonietta Cestone, Anna Maria Cestone (chiscia), Berardino Di Cecca (necca’), Erberto Di Carlo (farfalacchj’). Terzultima fila:
Agnese Cestone (ciannill’) con occhiali, Maria Tornillo (p’stier’), Mario Gallo (u’gall’), Vincenzo Maffucci (sc’niscia’), Antonio Margotta con gli occhiali in testa
(vasc’liegghj’), Angelo Senerchia, Canio Cirminiello (vaccar’), Luigi Marrese, Ferdinando Sena (catarina). Penultima fila da sinistra: Metallo ?, Angela Briuolo
(m’lania), Giuseppina Zarrilli (scatozza) con occhiali da sole, Camilla del Cogliano (haland’), Vincenza Ferri (ferr’), Rosa Zarrilli (sciampagniegghj’), Concetta Russo
(bellascrima), Antonietta Rubino (paracarrozza), Vito Cicoira (c’c’ron’). Prima fila in piedi da sinistra: Carmina Maria Cialeo (cialeh’), Lucia De Nicola (dall’ e
dall’), Maria Inverso (lu squand’), Michele Di Cairano (barracca), Antonio Zarrilli (cing’chil/v’ton’), Michele Borea (panch’), Berardino Di Cecca, Maria Potito
(pr’hatorj’), Maria Di Maio (brienda),Vincenzo Acocella (andr’ttes’), Donato Galgano (nghian’), Ottavio Lucadamo (lusc’), Giuseppe Nicola Stanco (r’ss’liegghj’).