EPD: Le ragioni di una scelta
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EPD: Le ragioni di una scelta
INTEND PROJECT Newsletter Issue 12 March 2005 The INTEND newsletter The INTEND project is funded by the European Commission LIFE Environment fund. EPD: le ragioni di una scelta Authors Barbara Bocchio—Company Cork Matteo Donelli—EHS Gestione Summary: EPD: le ragioni di una scelta 1 Learning from 4 Asian Type III labeling perspective Product Category Rules : il caso degli aggregati leggeri di argilla espansa 6 The INTEND project 8 INTEND partners 8 La Company Cork è fra le aziende più innovative del settore della produzione e lavorazione del sughero. La proprietà, forte di una tradizione produttiva di tre generazioni, negli anni novanta ha avviato un processo di rinnovamento strategico mirato a valorizzare il concetto di “qualità” dell’organizzazione e dei propri prodotti. La tappa iniziale di questo processo è stata lo sviluppo e la certificazione del Sistema Qualità, risultato ottenuto fra le prime esperienze del settore nel 1997 e consolidato all’inizio degli anni duemila con il passaggio alla nuova ver- sione della norma ISO 9001. Nel corso degli ultimi anni, lo stesso concetto di “qualità” che Company Cork ha incessantemente perseguito, ha tuttavia dovuto misurarsi con una rilevante serie di innovazioni, succedutesi ad un ritmo decisamente inusuale per un settore “tradizionale” come quello della produzione dei tappi in sughero. In primo luogo, il mercato di sbocco di questi prodotti ha vissuto una fase di maturazione dei gusti e delle preferenze del cliente finale, verso un consumo più consapevole di vini pregiati, promuovendo il rilancio della fascia elevata del mercato e alimentando una conseguente maggiore richiesta di tappi di alta e altissima qualità. In secondo luogo, il mercato intermedio dei produttori vitivinicoli ha dimostrato di saper superare i confini della “qualità” come semplice “assenza di difetti”, fino a comprendervi aspetti legati alla genuinità delle produzioni e al legame delle coltivazioni con il proprio territorio. Sotto questo profilo, la crescente attenzione dei produttori verso le opportunità offerte dal mercato del biologico, ovvero la rilevante diffusione delle forme di certificazione ambientale (basti pensare che ormai la norma ISO 14001 è applicata da più di 40 aziende vitivinicole italiane) rappresentano segnali importanti per il settore della produzione dei tappi in sughero. E’ infatti evidente come un produttore di vino che oggi voglia offrire garanzie sulla compatibilità ambientale del proprio prodotto non possa prescindere dall’impatto di una sua componente fondamentale, quale il tappo. I sugherifici sono quindi sempre più chiamati a recepire le chiare tendenze di un merca- to vitivinicolo che vanno evolvendosi verso una crescente importanza del rapporto con l’ambiente e il territorio; si consideri, ad esempio, che le principali aree di produzione italiane (quali il Chianti e la Val d’Orcia in Toscana, le Langhe e il Monferrato piemontesi e molte aree della Sicilia) sono, per vocazione, anche zone ad elevato interesse naturalistico e, in ragione di ciò, stanno puntando decisamente sulla Page2 qualità ambientale come leva di marketing territoriale e turistico. Un esempio interessante, al proposito, è il progetto sperimentale SPINECO, avviato dalla Provincia di Siena, che fra i propri obiettivi ha quello di valutare l’impatto ambientale delle produzioni tipiche locali, attraverso l’impiego della metodologica LCA. A fronte delle evoluzioni sul lato della domanda appena descritte, va notato come anche l’offerta abbia recentemente attraversato una fase di profonda innovazione tecnica e tecnologica. Dopo molti anni di immobilità, infatti, negli ultimi tempi il settore è stato investito da un’innovazione che gli economisti definirebbero “radicale”: l’introduzione dei tappi in polimeri plastici. Pur avendo notevoli ripercussioni sul settore, tuttavia, quest’innovazione non sembra essere in piena sintonia con le aspettative della domanda, né per quanto riguarda l’impiego sui vini pregiati sempre più richiesti dal mercato (per cui è necessario un affinamento in bottiglia), né per quanto concerne l’impatto ambientale (in questo caso nettamente più elevato). La decisione della Company Cork di sviluppare il percorso di attuazione di una LCA e di redazione e pubblicazione di una EPD muove dallo scenario appena tratteggiato, ed è spiegata dalla volontà di rispondere alla forte tensione innovativa sui fronti della domanda e dell’offerta. Questi strumenti possono infatti rappresentare un’efficace risposta, in certa misura “preventiva”, alle nascenti richieste del mercato di una “qualità a 360°” del prodotto, in grado di associare alle elevate prestazioni le garanzie circa il rispetto dell’ambiente. L’EPD è utile per comunicare efficacemente al mercato un prodotto che coniuga la qualità tradizionale con quella ambientale: • il sughero è una materia prima “sostenibile” per definizione (il tempo che è necessario attendere per avere un buon prodotto, consente alla pianta di rigenerarsi completamente) e la sua coltivazione richiede una bassissima intensità di consumo di risorse naturali (si pensi alle risorse idriche) • gli scarti di sughero che divengono rifiuti sono pressoché nulli, praticamente tutto il materiale estratto dalla pianta viene recuperato (per l’autoproduzione di energia, in edilizia,…) il prodotto, una volta utilizzato, ha un elevatissimo grado di biodegradabilità (anche in ragione della sua idoneità per l’uso alimentare) Sulla base di queste premesse, l’azienda ha intrapreso le attività del progetto INTEND, attivando la fase di definizione delle PCR. Questa fase si è rivelata cruciale per poter riconoscere, valorizzare e condividere con gli stakeholder i vantaggi appena delineati e sancirli nell’ambito della definizione delle “regole del gioco”. Le Product Category Rules (PCR), hanno infatti la finalità di definire un gruppo omogeneo di prodotti per cui possa essere ottenuta una Dichiarazione Ambientale di Prodotto e le relative regole per la realizzazione del sottostante studio LCA (Life Cycle Assessment) che rendano effettivamente confrontabili EPD di prodotti appartenenti allo stesso gruppo. Occorre non dimenticare che lo scopo principale della EPD è quello di stimolare un miglioramento continuo delle prestazioni ambientali di un prodotto attraverso la comparazione di informazioni dettagliate, credibili e verificabili relative agli impatti ambientali di prodotti concorrenti. Data la rilevanza delle finalità dei documenti di PCR per garantire regole comuni con cui elaborare e co- municare le informazioni che saranno oggetto di confronto sul mercato, essi sono stati sottoposti ad un periodo di pubblica consultazione, al fine di sollecitare commenti e suggerimenti da parte di soggetti interessati e qualificati, di livello internazionale, appartenenti al mondo produttivo industriale e artigianale, a quello della ricerca, alle associazioni di categoria settoriali. Durante tale periodo di “open consultation”, Company Cork ed i coordinatori del Progetto INTEND hanno ricevuto una serie di commenti, opinioni, proposte di modifica dei requisiti di prodotto, suggerimenti, che sono stati recepiti e che hanno contribuito a migliorare le regole comuni su cui si giocherà la partita del confronto sul mercato, a tutto vantaggio della trasparenza ed efficacia di comunicazione nei confronti dei destinatari della EPD. Soggetti nazionali ed internazionali del calibro della Stazione Sperimentale del Sughero di Tempio Pausania (SS), INETI (National Institute of Industrial Engineering and Technology, Portogallo), ICSURO (Institut Català Del Suro, Spagna), hanno collaborato attivamente alla definizione di una bozza finale di documento di PCR per il tappo di sughero monopezzo e per i tappi per vini frizzanti e spumanti, entrambi disponibili sul sito www.intendproject.net (area download). Fra le regole specifiche adottate nei due documenti di PCR, risulta di particolare importanza la posizione assunta nei confronti delle plance di sughero avviate a macinazione e Issue 12 Page 3 agli sfridi di sughero derivanti dalla lavorazione del tappo monopezzo, anche al fine di riconoscere e sottolineare un tipico “vantaggio ambientale” del tappo di sughero. Date le grandi potenzialità di (e l’effettivo massiccio) impiego di questi due flussi di materia in produzioni importanti diverse da quelle di origine (il tappo monopezzo), si è infatti ritenuto opportuno considerare le plance avviate a macinazione e gli sfridi come materie prime secondarie e non come rifiuti. La relativa scarsità di materia prima rappresentata dalle sugherete mediterranee e la domanda elevata di tappi in sughero ha storicamente stimolato l’efficienza produttiva e l’ingegno dei produttori che hanno permesso di individuare numerosi impieghi alternativi per il sughero estratto dalla corteccia delle querce. Così le plance che per motivi dimensionali non sono adatte alla trasformazione in tappi monopezzo mediante fustellazione vengono macinate per ricavare granulato da utilizzare per la produzione di tappi agglomerati, così come gli sfridi derivanti dalla fustellazione dei tappi monopezzo, oltre alla polvere di sughero derivante da altre operazioni meccaniche che normalmente viene utilizzata per alimentare caldaie che forniscono energia termica ai processi produttivi. La filiera del sughero riesce in questo modo a raggiungere livelli di efficienza di utilizzo della materia prima naturale, per di più rinnovabile, molto elevati. I confini del ciclo di vita del sistema di produzione dei tappi per vini spumanti e frizzanti Managing of the cork forest and Harvesting Production phase (included) Transportation of cork bark to the stacking area Natural cork process (included) Granules from scrap cork Transportation of cork planks to the productive plant Production of cork discs Production of cork granules Transportation of cork discs to the productive plant Transportation of cork granules to the productive plant Production of cork stopper Use phase (not included) Cork stopper use End of life phase (not included) Cork stopper disposal Natural cork process (included) Granules from discarded planks Production of adhesive for granules (and transportation) Production of adhesive for stopper (and transportation) Page4 Learning from Asian Type III labeling perspective Author Gianluca Donato – ABB Group Function Sustainability Affairs Italy The National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST) and the Japan Environmental Management Association for Industry (JEMAI) organized a Type III Environmental Declaration International Seminar in Tokyo. It was the first crossregional (EU and Asia) seminar dealing with Type III labeling. The seminar entitled “Lessons Learned in Company Experiences” took place on 15th March 2005 and provided to participants an overview of the experiences carried out in Japan and in Europe. tions Session 3:Panel Discussions More than 200 persons from institution, industry and association participated to this seminar organized in three sessions: Session 1: Increasing Demand for Environmental Product Information Session 2: Applications and Implications of Type III Environmental Declara- Prof. Inaba, Director of the Research Center for LCA of the National Institute of Advanced Industrial Science and Technology introduced the session 1. He focused on the well structured JEMAI program for type III labeling, called EcoLeaf. He outlined the main aspects of the EcoLeaf and posed the first questions to the participants. Dr. Konrad Saur of Five Winds and member of GEDNet followed on the topic of the harmonization with special focus on the building sector. Prof. Paolo Frankl of Ecobilancio and Head of the Task Force on Life Cycle Commu- nication of the UNEP Life Cycle Initiative provided the EU perspective of the Environmental Communication approach with some relevant outcome from the EU-Life DEEP Project. Mr. Ishizuka from Canon opened the sec- ond session offering the company’s experiences. He introduced the matter of BtoC communication suggesting a new CO2 factor calculation for ready understanding of the final consumer. Mr. Suh from Samsumg electronics brought to the participants his experience within the Korean Type III labeling program and introduced the matter of complementation with type II labeling and informative for compliance with regulations (e.g. WEEE, RoHS or EuP). Ms. Birgit Bodlund from Vattenfall brought to the participant the experience of the company which reached the first EPD registration in Europe and enforced the advantages of a type III labeling. The session closed with ABB’s perspective in building an effective use of type III labeling for marketing purposes, focusing on major issues to be solved. The panel session chaired by Prof. Inaba collected further discussed of: aspects of supply chain, how to establish the program in developing countries and how to communicate LCA data/information to customers. He collected further comments from participants and provided final elements for the expert discussion that took place the day after. The experts meeting focused on existing program, opera- tional issues and other related topics. After a more detailed presentation of the EcoLeaf program and an introduction to the INTEND program the Asian countries viewpoint was brought to the meeting and how to raise awareness of Type III labeling in Thailand, Malaysia, Philippines, and China was investigated. These potential new type III labeling programs owner countries gave also an overview of their planned activities in this field. The main tasks for future work were outlined and Issue 12 Page 5 among these: research activity on consumer behavior, management regarding to retailer and consumer organization, capacity building as function of GEDnet and harmonization with ISO standards for Clean Developing Mechanisms. During the expert meeting a discussion focusing on differences between the JEMAI and INTEND program finalized to future harmonization tasks was held. The main outcome of this fruitful discussion can be summarized as follow. The main target choice for these Type III communication tools and therefore their formats are driven by the pro- gram owner. In case of direct participation of an Institution the format will be mainly BtoC oriented, while in case of Private enterprises driving this will mainly BtoB oriented. Ecoleaf format is structured in three sheets (PDS – Product Data Sheet, PEIDS – Product Environmental Information Data Sheet and PEAD – Product Environmental Aspects Declaration), a way that allows its use at the same time both for BtoB and BtoC. The PEIDS sheet is quite similar to the “Environmental Performance Declaration” section of the EPD and it sound very promising for BtoB use. The Ecoleaf format includes also a PEAD sheet designed for BtoC. Communication format; document structure comparison Ecoleaf ® EPD BtoB BtoB BtoC PDS PEIDS PEAD Not disclosed EPD Not available The decision to merge in one document a communication oriented to different targets seems to be hard to manage in an effective way. The problem is that the BtoC communication have to be tailored to final consumers whit different priorities in different countries, while BtoB communication being less emotional and more technical can be worldwide applicable. For this reason the harmonization should focus on a mutually recognized format for BtoB and leave the choice for the BtoC communication format to the different National Competent Bodies. The disclosure of a PDS like sheets within the INTEND scheme seems to be not feasible due to data confidentiality problems. Moreover it is not seen as information particularly significant for the customers. The well structured and formatted process for LCA study development within the Ecoleaf guidelines in conjunction with the System certification seems to be very effective for cost reduction and should be considered within the INTEND scheme. The use of JEMAI’s LCI data set is simpler than the INTEND scheme approach but needs a strong centralized efforts for its development and maintenance. The approach adopted within the INTEND scheme seems to be more flexible and ready for an extension of the LCI information needs. A combination of the approach should be investigated. In this framework where an International coordination is more and more needed the structure of the INTEND project could have a relevant role as a basis. For this reason, a special attention should be brought to the definition of the aspects related to the management of the whole system within the new “Requirements”. Page6 Product Category Rules : il caso degli aggregati leggeri di argilla Authors Pietro Bellinzona - Laterlite Matteo Donelli—EHS Gestione Nell’ambito del Progetto LIFE INTEND, Laterlite spa aveva il compito di realizzare uno studio LCA relativo ai propri prodotti finalizzato alla redazione di una Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) conforme ai nuovi requisiti sperimentali codificati nei “Requirements for an international EPD scheme”. Parallelamente alla conduzione dello studio, l’azienda aveva il compito di produrre una bozza dei requisti specifici di prodotto (“Product Category Rules” PCR) per la categoria omogenea di prodotti oggetto dello studio, che potessero fungere da regole comuni per la realizzazione del Life Cycle Assessment e rendere in tal modo confrontabili EPD di prodotti appartenenti alla stessa categoria funzionale. Laterlite spa, azienda leader in Italia, ha scelto come gruppo di prodotti da sottoporre alla speri- mentazione del progetto INTEND gli aggregati leggeri di argilla espansa, commercializzata sfusa o in sacchi con il marchio commerciale Leca®. causata dall’azione interna dei gas prodotti dalla combustione delle sostanze organiche, dalle reazioni di riduzione degli ossidi metallici e dall’evaporazione dell’acqua di cristallizzazione. Il risultato è un prodotto che si presenta sotto forma di granuli tondeggianti, caratterizzati da una dura scorza esterna vetrificata e da una struttura interna a cellule chiuse. conserva le proprie caratteristiche inalterate nel tempo ed ha ottime prestazioni in termini di resistenza meccanica, resistenza termica, resistenza al fuoco e potere fonoisolante e fonoassorbente. rischio incendio, per protezioni da rumore con barriere fonoassorbenti, per la messa in sicurezza di serbatoi dismessi di combustibile, come sistema filtrante nei processi di depurazione delle acque, ecc. L’argilla espansa non è un prodotto artificiale, non rilascia alcuna sostanza tossica, non disperde fibre, particelle o polveri, non necessita di alcun trattamento stabilizzante, Per queste caratteristiche l’argilla espansa è utilizzata anche per particolari applicazioni che garantiscono migliori condizioni di sicurezza e tutela ambientale: ad esempio per la messa in posa di manti stradali con effetto drenante, per interventi di ripristino o consolidamento di terreni e scarpate, per costruzioni con particolari esigenze di protezione dal sono state adottate alcune scelte metodologiche e alcune definizioni successivamente sottoposte ad un periodo di consultazione aperta da parte degli stakeholders di riferimento dell’azienda. Fra questi, oltre a tutti i partner del progetto INTEND, si possono annoverare il maggior produttore europeo di argilla espansa, Maxit Group Heidelberger, con stabilimenti in tutto il continente, l’ANPAE, Associazione nazionale dei produttori di argilla espansa, Leca DK e Argex, due grossi produttori europei. Il periodo di consultazione aperta si è svolto dall’ottobre 2004 al gennaio 2005 ed ha portato alla modifica della bozza iniziale ed alla condivisione del testo attualmente in attesa di approvazione finale da parte dello Swedish Envirionmental Management Council. Fra le principali scelte adottate nel documento meritano particolare attenzione la definizione della categoria di prodotto e dell’unità funzionale. Fra i numerosi prodotti a base di argilla espansa sono compresi Il processo di produzione degli aggregati leggeri di argilla espansa sfrutta una proprietà delle argille le quali, sottoposte ad elevate temperature, si espandono aumentando fino a sei volte il proprio volume. L’espansione volumetrica è Il prodotto – fornito sfuso o confezionato in sacchi - è commercializzato per classi granulometriche e con densità differenziate in funzione delle prestazioni termiche e delle caratteristiche di resistenza meccanica. Nell’ambito del processo di definizione della bozza di PCR nella PCR realizzata solamente quelli derivati direttamente dal forno tramite vagliatura ed eventuale insaccaggio, ad eccezione cioè di quelli per impieghi in florovivaistica e premiscelati. Le innumerevoli applicazioni degli aggregati leggeri di argilla espansa, in edilizia come in geotecnica, hanno suggerito di limitare lo studio LCA al “cancello” dello stabilimento produttivo, rendendo obbligatoria la descrizione qualitativa delle funzioni di impiego ed i nomi commerciali dei prodotti oggetto di EPD Issue 12 immessi sul mercato. Per quanto riguarda l’unità funzionale si è scelto di “misurare” le prestazioni del sistema sulla base della quantità di prodotto in uscita dal forno, il cosiddetto “tout venant”, prima delle fasi di vagliatura e confezionamento. L’unità selezionata è il metro cubo, grandezza comunemente utilizzata sia in azienda per la gestione corrente della produzione, sia a livello commerciale e di utilizzo. Fig.1 – Life cycle diagram – Expanded clay Light Weight Aggregates System boundaries Page 7 The INTEND project INTEND PROJECT For information, please contact: Raffaella Bersani MACROSCOPIO Corso Concordia, 11 20129 MILANO ITALIA Tel.: + 39 02 76317595 Fax: +39 02 76398197 E-mail: [email protected] INTEND Project has been submitted by Macroscopio and other 32 partners to Life Environment Program 2003. The project has started in January 2003 and will end in September 2005. INTEND’s objectives are: • To define an Environmental Product Declaration (EPD) system, according to ISO TR 14025. The EPD international scheme framework will be defined by identification of coordination and harmonisation rules among national schemes. • To test the defined system in two pilot countries (Sweden and Italy) and to diffuse the main system characteristics e at European and international level, also to candidate countries. • To give the opportunity and the tools to Member States and candidate countries to cooperate in the implementation of an international system composed by national sub-systems. • To diffuse the knowledge of type III Environmental Claims and to educate technicians on them. • To increase people’s knowledge and sensitiveness on products (goods and services) environmental aspects. www.intendproject.net Partners - ABB - ENEL - ACAM - Euro3Plast - AEM - Febe Ecologic - Bracco - ICMQ - Buzzi Unicem - Igeam - Cartiera Favini - Italtel - Centro Ceramico Bologna - Laterlite - Cepas - Life Cycle Engineering LCE - Certiquality - Macroscopio - Company Cork - Micro-Vett - Consorzio Depurazione Acque - Novamont Savona - Rina - Consulta - Saib - Cooperativa Ceramica di Imola - Sincert - Det Norske Veritas DNV - Swedish Environmental Manage- - Ecobilancio Italia - EHS Gestione - EMAK ment Council - University of Genova DICheP