Giornalino di istituto n2 - as2015-2016
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Giornalino di istituto n2 - as2015-2016
I PS I A “ I . P I T T O N I ” CO N E G L I A N O ( T V ) IPSIA NEWS Numero 2 Febbraio/Marzo- 2015/2016 Così morivano i bambini nel campo-lager di Monigo 27 gennaio: Memoria delle atrocità di casa nostra Notizie di rilievo: Così morivano i bambini nel campo-lager di Monigo Dalla difesa alla divulgazione del terrore Donare Sangue come gesto di solidarietà e altruismo Nonno: il mio eroe L’Eterno Difesa si...difesa no! La Cina del XXI secolo “Adesso sarete contenti…” Sport che rendono liberi Nudi censurati. Dignità all’asta Corso di aerotecnica 10 febbraio, “Il Giorno del RICORDO” Testimonianze di sopravvissuti Memoria...per ricordare tutto l’anno Il 27 gennaio, giorno della memoria, ma anche memoria delle atrocità che sono accadute vicino a casa nostra, atrocità che sono state credute lontane ma invece le abbiamo avute proprio vicino a noi, come a Monigo. Il campo di concentramento si trovava infatti a Monigo, a circa 3 km dal centro storico di Treviso. Entrò in funzione il 1^ luglio 1942 per rinchiudere civili sloveni e croati, ma soprattutto per reprimere la resistenza dell’occupazione dei territori ex jugoslavi avvenuta nell’aprile 1942 da parte dell’Italia. Il campo rimase attivo fino a l l ’ a n n u n c i o dell’armistizio tra l’Italia e gli Alleati, si presume tra il 1943 e il 1944. Alla fine della guerra, la caserma si trasformò in un campo per profughi da maggio ad agosto 1945, qui il prigioniero, prima di accedere, era sottoposto a “ bonifica “, in altre parole una doccia con simultanea disinfestazio- ne degli abiti. Non fu fondato per svolgere del lavoro, ma era comunque sottoposto a una rigida disciplina, che non comprendeva la violenza contro i prigionieri. Le condizioni di vita erano però molto pesanti, le camerate non erano riscaldate e la dieta prevedeva solo 911 calorie al giorno. A causa delle malattie dovute a queste condizioni , molte donne e bambini furono sopraffatti dalla morte. A Treviso morirono 53 bambini sotto i dieci anni, il professor Menemio Bortolazzi documentò che i cadaveri sembravano delle mummie o dei corpi riesumati. Al di fuori del campo, il popolo creò una rete di solidarietà, aiutata da Don Antonio, per portare i malati all’ospedale più vicino. Qui il medico Boccazzi, dopo aver visitato più volte i malati, si espose entrando in conflitto con le autorità militari a causa di una sua denuncia contro maltrattamento dei prigionieri, come in seguito fece anche il padre francescano Placido Cortese, il quale però fu catturato a Padova dai nazisti, ma torturato e ucciso a Trieste. Un ruolo importante fu svolto anche da Breda Rus che, nel campo, aiutava la gente con medicinali, per curare le malattie, e consegnava loro lettere dai parenti come conforto. Il 27 gennaio debba dunque essere, non solo il giorno della Memoria delle atrocità naziste, ma un ricordo anche agli "Angeli" dei campi di lavoro che si sono sacrificati per aiutare tanta gente vittima di violenze e torture. M. Fontebasso M. Giacomazzi PAGINA 2 IP SIA N E WS N U M ER O 2 Dalla difesa alla divulgazione del terrore La Grande Guerra fece da scenario a diverse nuove tecnologie e le armi automatiche sono tra queste. La prima mitragliatrice automatica, la Maxim, fu battezzata ed ebbe un g r a n d e successo. Nessun corpo d’armata poteva farne a meno. Le mitragliatrici fecero la maggioranza delle vittime, si ricordano in modo particolare durante le battaglie della Somme nel 1916, dove ebbero un ruolo chiave. Uno strumento che, viste le potenzialità, fu fin da subito migliorato e potenziato fino ad arrivare all’ attuale AK47 Kalashnikov, che si presenta come arma d’ assalto, ma altro non è che un mitra con la possibilità di scegliere la fu n zione semiautomatica e quindi effettuare colpi singoli dalla distanza e con parecchia precisione. Tut- tavia un arma così funzionale n on potev a che attir ar e l’attenzione dei malintenzionati, infatti, ai giorni d’oggi è l’arma che affianca e caratterizza l’efficacia degli attacchi terroristici. Tutto ciò ha cambiato il nostro modo di vedere un arma nata per difendere la patria, in un arma che instaura il terrore. Nicola Morelli Donare sangue come gesto di solidarietà e altruismo La donazione di sangue o delle cellule staminali è un gesto molto altruista che può anche rivelarsi vitale per molte persone in gravi condizioni di salute. Molti malati guariscono dalla leucemia e da altre malattie del sangue grazie ai trapianti. Ad oggi in Italia sono stati eseguiti oltre duemila trapianti grazie a donatori volontari che sono stati inseriti nel registro italiano. Ora è possibile farla anche in vari modi donando il sangue intero o solo alcune delle sue parti (ad esempio le cellule staminali) grazie a tecniche nuove che separa le varie componenti del sangue. Il sangue e i suoi componenti sono, diciamo, dei prodotti naturali che sono continuamente rinnovati e si reintegrano dall' organismo quindi, sono una risorsa indispensabile nella cura di molte malattie. Esistono due tipi di donazione: la prima è quella tradizionale dove si dona il sangue intero e vengono prelevati circa 450 millilitri di sangue più o meno il 10 per cento; la seconda è con i moderni apparecchi, cioè i separatori di cellule , dove vengono prelevate solo i componenti del sangue,filtrano il sangue preso da un braccio del donatore recuperando il componente necessario. Oggi in Italia,precisamente nel sud, abbiamo il numero delle donazioni in crescita del 25% legato all' aumento del numero di malati o anche del numero di morti, la maggior parte donne in quanto muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto. I vantaggi della donazione sono tante e consentono di salvare molte vite. Il piccolo fastidio di una trasfusione riceve già una grande ricompensa di sapere che, per chi ne beneficia, c'è, nella maggior parte dei casi, la salvezza della vita stessa. Ma ci sono anche degli importanti vantaggi diretti per il donatore perché con le donazioni ricevono gratuitamente a casa le analisi del sangue e per quelli che sono, diciamo, periodici in base alla struttura a cui si rivolgono, hanno diritto di avere dei controlli gratuiti come, la radiografia del torace. Penso che la donazione di sangue è un gran gesto di generosità e che dovremmo provarci tutti. E per quanto mi riguarda ho una idea ed è quella di organizzare una maratona con un obbiettivo principale ovvero cercare di sensibilizzare la gente sulla donazione di sangue e/o cellule staminali ma oltre a quello, c è anche l' idea di creare una solidarietà e unità fra persone che parteciperanno a questa manifestazione e ,soprattutto, ragazzi stranieri, perché oggi, abbiamo un grandissimo numero di spostamenti di popoli di vari paesi del mondo aumentando, in questo modo ,la compatibilità di sangue. Cire Abdoulaye Sow N U M ER O 2 IP SIA N E WS PAGINA 3 Nonno: il mio eroe Per me un eroe non è il classico personaggio dei fumetti o un personaggio che ha fatto del bene, per me un eroe è stato mio nonno, Ottavio. Lui era il mio nonno paterno era un “tipo” di bassa statura, con i capelli grigi e gli occhi azzurri. Si vestiva sempre con dei pantaloni classici, sia in estate che in inverno, un maglioncino ogni giorno di un colore diverso e ai piedi dei mocassini neri. Era una persona molto allegra, amava scherzare con tutti, sia grandi che piccini. Il suo mestiere era quello del calzolaio, e qualche volta aggiustava le scarpe e neanche si faceva pagare. Se qualcuno gli chiedeva il motivo lui, con voce scherzosa, rispondeva : "Aggiusto le scarpe da quando ero bambino e adesso che sono in pensione lo faccio perché mi piace ". Lo considero un eroe perché lui, in casa, non si è mai dovuto preoccupare di nulla perché faceva tutto mia nonna, lei lavava, stirava, cambiava i propri figli, ma, all’ età di 75 anni, dopo anni dalla morte di mia nonna, e con i figli sposati, si è trovato nella situazione di doversi occupare di me che avevo solo 10 mesi. Non doveva solo lavarmi e cambiarmi, ma dovette imparare a preparami da mangiare e questa per lui è stata la sfida più grande, perché non sapeva cuocere neanche un uovo sodo. Però con impegno ha imparato a cucinare e si è addirittura comprato un forno a microonde. Quando io compii tre anni iniziai a frequentare l’asilo, e mio nonno, anche se anziano, mi accompagnava tutte le mattine e, alle 15.00, mi veniva a prendere, tornavamo a casa e mi preparava la mia merenda preferita, un bel panino con la mortadella, lo metteva in un sacchetto e mi portava ai giardinetti comunali dove io ero solito fare merenda. Per lui era anche un modo per ritrovarsi con i suoi amici, con i quali parlava dei vecchi tempi facendosi “quattro” risate. Quando invece rimanevamo a casa giocavamo in cortile, lui ha sempre amato il personaggio di Zorro, e noi tante volte li impersonavamo : Io facevo Zorro e lui la parte dell’ aiutante muto, il grande amico di Zorro. Ma purtroppo non tutto dura per sempre! Il giorno in cui si ammalò, io ero a “pezzi”, mi sentivo male, perchè anche se avevo solo otto anni capivo che qualcosa stava per cambiare. Mio nonno aveva avuto un ICTUS ma lui, pur essendo ammalato, con me era sempre affettuoso e non si arrabbiava mai, non so spiegarmi come, ma riusciva perfino a trovare la forza per giocare perché mi diceva sempre che non si può vivere senza giocare e scherzare. Continuava anche a preoccuparsi se avevo mangiato o se avevo fatto i compiti, io adoravo fare i compiti con lui, riusciva a farmi piacere anche le materie che odiavo, perché attraverso risate e scherzi mi spiegava tutto. Mi chiedeva sempre se stavo bene, e se stavo male mi domandava il perché, invece di preoccuparsi della sua salute pensava solo a me. Ma nel 2005, mio nonno se n'è “andato”! Io quel giorno ero a “pezzi”, distrutto, nulla aveva più senso per me, iniziai a fregarmene della scuola, mi “rinchiusi” in “me stesso”,io rivolevo solo il mio Angelo custode. Ora all’ età di vent’ anni ancora penso a lui e so che da lassù veglia su di me perché una persona amata non va mai via, ma resta sempre nei nostri cuori. Mio nonno sarà sempre il mio eroe per tutto quello che ha fatto e per tutte le rinunce che ha dovuto fare per me e io non lo ringrazierò mai abbastanza. Mattia Fontebasso L’Eterno Il cancello si apre, sopra una croce lungo è il viale, entro ti trovo. preferiti ti parlo, ci sei? Si, mi rispondi, son qui come stai…? Sento una voce lontano è la vita….vedo una foto vicino, sei tu. Va avanti la vita in modo diverso faccio fatica a pensarti lì oppresso. Porto dei fiori, i tuoi Ora ti lascio domani ritotno fratello adorato nell’eterno tuo mondo. Prof.ssa G. Bevacqua PAGINA 4 IP SIA N E WS N U M ER O 2 Difesa si...difesa no! “In questi mesi stiamo assistendo…”. In realtà, è da anni che questa situazione si trascina , e l’esasperazione dei cittadini onesti è al limite. Secondo la scellerata legge italiana, in fatto di difesa, quando si è attaccati bisogna aspettare prima che l’aggressore attacchi ( e quindi spari!), e poi è possibile rispondere al fuoco e contrattaccare. Come avete appena letto, non c’è nulla di logico in questa legge, folle, che mette in serio pericolo la vita di ogni singola persona. Nel caso ci si difenda uccidendo o ferendo il criminale, si verrà condannati lo stesso. Ma non solo, anche soltanto puntare l’arma addosso all’aggressore o sparando un colpo in aria provocherà la condanna di chi si difende. In questo paese i criminali vengono “tutelati”, non è proprio possibile difendersi , anzi esiste un crimine ( del tutto inventato che esiste solo in Italia) che si chiama “eccesso di difesa”. Quando si parla di condanna, si tratta di anni di reclusione con le ovvie conseguenze: ritiro del porto d’armi immediato, pignoramento dei propri beni , esclusione da qualsiasi attività che ha a che fare con lo stato. I pochi criminali che vengono arrestati,tra l'altro, o non vengono condannati (e quindi escono dopo pochi giorni) , oppure vengono condannati ma escono troppo presto (alcuni evadono addirittura!). Molti criminali provenienti dal nord’Africa o dall’est Europa vengono a sapere della nostra disastrosa situazio- ne, così si trasferiscono in modo definitivo nel nostro territorio in modo da poter agire indisturbati. Qualche settimana fa su un canale televisivo locale ( ho detto locale , non statale, poi spiegherò il perché) si parlava appunto di questo argomento e un signore intervistato da casa ha detto << Ho un amico rumeno che mi ha raccontato che in Romania i ladri si sognano di rubare, perché quando li prende la polizia gli spaccano le gambe, “letteralmente”, ed è per questo che vengono in Italia.>> Come avete capito, il nostro governo non permette di difenderci, anzi sono anche “anti armi”. Che significa questo termine? Semplice, hanno un' avversione per tutte le armi da fuoco (le nostre però, dei cittadini , non le loro!) e vogliono togliercele tutte. Da anni infatti varano nuove restrizioni in campo di armamenti e, i media principali, che sono controllati dal governo, pongono la questione in maniera negativa, utilizzando spesso termini ambigui come “far west” oppure “giustizia fai da te” , facendo credere al cittadino medio, ignorante in materia di armi , che loro hanno ragione. Televisione radio, giornali, e ormai anche parte di internet, sono sotto stretta sorveglianza dello Stato. La polizia, anche se chiamata in tempo in caso di crimine, arriva dopo mezz’ora abbondante, e in quel lasso di tempo tutto può succedere. Se le leggi funzionassero in questo paese, la vita sarebbe molto più difficile per i criminali. Poi, avere un' arma in casa non serve solo a difendersi , ma fa anche da deterrente. Entrare in casa di una persona armata è molto più difficile che entrare in casa di una persona disarmata. Molti fuorilegge infatti desistono dal fare “il colpo”. Dimenticavo di dire poi , che le innumerevoli restrizioni danneggiano solo il popolo e non i criminali . Loro le armi le comprano al mercato nero , illegalmente. I “ferri” utilizzati da loro sono armi illegali cioè dotate di grande capienza di colpi (30 e più nel caricatore) e capacità di fuoco automatica ( a raffica ). Ma non solo , addirittura acquistano anche esplosivi ! E adesso veniamo ai fatti. Tanto per fare un esempio chiaro, ora mettiamo a confronto due paesi: Stati Uniti e Russia. Nel primo ci sono 320 milioni di abitanti e 300 milioni di armi da fuoco ( di cui la maggior parte detenuta dal popolo) . Ogni anno in America ci sono circa 13.000 vittime di armi da fuoco. Nel secondo , gli abitanti sono 142 milioni e le armi circa 60 milioni ( di cui la maggior parte detenuta dal governo) e leggi molto più restrittive rispetto agli Stati Uniti, ma il numero di vittime per armi da fuoco è molto più elevato, quasi 36000 vittime l’anno. Quindi in Russia, con meno armi e più restrizioni, e soprattutto con la metà degli abitanti , ha più del doppio dei morti! Che vuol dire? Che le restrizioni non servono a niente! Riassumendo in via definitiva, è ora di cambiare le cose e che i politici si diano una mossa a tutela dei cittadini onesti. Denis Casagrande N U M ER O 2 IP SIA N E WS PAGINA 5 La Cina del XXI secolo La Cina del ventunesimo secolo é diversa da quella che era in passato, oltre ad avere più di un miliardo di abitanti è anche una grande potenza mondiale dal punto di vista economico. La manodopera è a basso costo attirando molti imprenditori di vari stati del mondo ad aprire lì le loro fabbr iche, vi è anche una grande massa di c on tr affazione di vari marchi famosi e l'esportazione di vari prodotti verso l'Occidente. Questa crescita cosi veloce porta da una parte, condizione di vita migliore ma dall'altra, la causa di vari problemi di inquinamento in molte città per colpa delle industrie, troppe macchine per la strada, ecc. Per colpa di questo fenomeno le persone quando escono devono usare le mascherine per non respirare aria inquinata ma, nei peggiori dei casi, sono costrette a stare in casa per colpa della scarsa visibilità, dovuta sempre all'alto tasso di inquinamento atmosferico, per evitare incidenti per le strade. Prima il mezzo principale che si vedeva in giro era la bicicletta ma in questi ultimi anni ci sono più macchine rispetto a biciclette, fin troppe, che ogni mattina, nell'ora di punta, per andare al lavoro o accompagnare i figli a scuola, c'è un traffico incredibile. Tuttavia c'è ancora una buona parte delle persone che vivono con la manc an za di acqua o cibo soprattutto nelle campagne ma ci sono anche villaggi difficili da raggiungere che hanno una scarsa condizione d'igiene dove abitano solo bambini e anziani perchè i genitori lavorano in città e tornano a casa solo qualche volta all'anno. Un fattore importante dello sviluppo è, l'istruzione , perchè i cinesi ci tengono molto e studiare non è semplice nelle scuole della Cina,già dalle elementari, per non dire delle medie e superiori, i professori riempiono di compiti i ragazzi e le verifiche si effettuano ogni giorno,questo comporta ad uno studio fino a tarda notte, sacrificando, spesso, il tempo libero. Ogni classe ha più di 40 alunni ed è impossibile per gli insegnanti seguirli uno ad uno per questo, i ragazzi, non possono distrarsi un momento, tutto ciò accende in loro una competizione tra chi prende un voto migliore rispetto all'altro perché, per loro, essere il più bravo della classe equivale a trovare un posto di lavoro migliore dopo gli studi. Questa è la "Nuova Cina", istruita ed economicamente avanzata. Shucheng Zheng “Adesso sarete contenti…” "Adesso sarete contenti", è l'incipit della lettera di un docente di Pordenone in seguito al tentato suicidio della ragazzina. Lettera commovente che addita i compagni categoricamente come istigatori del folle gesto, tramite messaggi ,che non lasciavano nulla al caso. "E poi voi. Voi genitori"... , un docente degno di stima che, in un momento di disperazione, ha sfogato la sua ira verso questa mutilaeducazione "casalinga", con risultati mostruosi a livello di comportamento nella società e, soprattutto, nella scuola. "Basta", parola conclusiva della lettera, basta a queste violenze che portano a gesti estremi lasciando nel cuore, di chi ama, un vuoto non indifferente. La Redazione PAGINA 6 IP SIA N E WS N U M ER O 2 Sport che rendono liberi Nel mondo ci sono svariati sport che coinvolgono molti ragazzi e ragazze come, la pallavolo, il calcio, ecc. Quello che invece ha suscitato il mio interesse sono, le arti marziali miste, è uno sport un po’ insolito che non conoscono in molti ma, in questi ultimi anni, ho notato che sta diventando molto popolare, ha prima preso piede in America e piano piano si è diffuso in quasi tutto il mondo, anche in Italia, dove sono state aperte molte palestre di “MMA”, dove, a quanto pare, molti ragazzi, ma anche ragazze, si stanno innamorando di questo sport. Molti vivendolo dalla parte degli spettatori pensano che sia una rissa controllata, ma non è così, perché dietro a tutto ciò si celano molte ore di allenamento, di sudore e sacrifici da parte di questi ragazzi, ma soprattutto c’è molta stima e rispetto verso gli altri, perché la cosa più importante che insegnano prima di tutto è, l’auto controllo, perché senza di quello, in questo sport, non se ne esce vivi e non ci si riesce a concentrare sugli obiettivi preposti. Come detto prima attualmente esistono nel mondo diverse organizzazioni di "MMA" professionistiche, la più famosa delle quali è la statunitense,"Ultimate Fighting Championschip", conosciuta da tutti come “UFC”. La “Grappling Mixed Martial Arts” (FIGMMA) è la sola federazione italiana autorizzata a gestire e rappresentare in Italia, e al mondo, lo sport " MMA". In questo sport ,come in tutti gli sport che si rispettino, vi sono delle regole importanti, tipo: ogni round ha una durata di 5 minuti con 1 minuto di pausa, i match si svolgono sulla durata di 3 round, in caso di match per il titolo ogni match ha una durata di 5 minuti; tutti gli atleti dovranno combattere con dei pantaloncini approvati dalla commissione, non sono ammesse scarpe, magliette, jeans e pantaloni lunghi; 3 giudici giudicheranno ogni round ed il vincitore di ognuno riceverà 10 punti, il perdente 9 o meno, se il round è pari ogni atleta riceverà 10 punti; la categoria dei pesi massimi ha un limite che non supera i 120 kg;le gomitate sono ammesse purché non si colpisca di punta con un movimento discendente;sono vietati calci e ginocchiate alla testa di un avversario a terra. Per quanto riguarda la sicurezza degli atleti, le statistiche dicono che le frequenze di KO nelle competizioni di arti marziali miste è più bassa rispetto alle competizioni della boxe. Ai giorni d’oggi le competizioni di "MMA", si svolgono con più sicurezza rispetto al passato infatti le regole erano molto poche, era ammesso quasi ogni tipo di colpo o di tecnica e l’unica “protezione” usata erano i guanti. Adesso, invece, prima di ogni incontro un team specializzato di medici mette sul viso dei combattenti una particolare pomata che serve a chiudere i tagli qualora accidentalmente si verificassero, inoltre tra un round e l’altro i medici devono controllare le condizioni del lottatore e possono fermare l’incontro se ritengono che uno dei due non sia in condizioni fisiche di continuare il match. Per quanto riguarda le protezioni, è obbligatorio l’uso di paradenti, bendaggi sotto i guanti e sospensorio. Concludo dicendo, anche se ce ne sarebbero cose da dire, che pur essendo considerato uno sport violento, alla fine,invece, se si sanno le regole e le si rispettino, dopo tutto non è un brutto sport, lo ammetto anch’io ero scettico all’inizio, ma quando si comincia a conoscerlo, ci si innamora totalmente, infatti sono 5 anni che lo pratico e sono stati anni bellissimi. Andrea Bortotto N U M ER O 2 IP SIA N E WS PAGINA 7 Nudi censurati. Dignitá all'asta La polemica è virale, lo scandalo internazionale Per quanto vendereste la vostra dignitá? Sembra quasi una domanda da "Obbligo o Veritá", eppure quanto è successo giorni fa nella capitale ci fa porre questa domanda. La situazione pare alquanto confusa e l'omertá tipicamente italiana di certo non aiuta a schiarire le acque. A quanto pare le famose statue esposte ai Musei Capitolini si sono coperte da sole! La visita del presidente iraniano Hassan Rouhani, accolto dal Premier Matteo Renzi a Roma lo scorso lunedí, ha scatenato una serie di dissensi riguardo alla decisione, a quanto pare di ignoti, di coprire alcune statue nude o seminude con dei pannelli bianchi, per rispetto all'ospite straniero. Renzi ha prontamente dichiarato di non sapere nulla a riguardo, e Rouhani ha cercato di smorzare i toni elogiando l'ospitalitá italiana in conferenza stampa. Certo, non dobbiamo dimenticare che questo gesto cosí ospitale ha portato a siglare accordi commerciali per un valore di 17 miliardi di dollari, ma come ha dichiarato il Ministro della Cultura Franceschini, c'erano molti altri modi per non urtare la sensibilitá di un importante ospite straniero. La polemica é dilagata in tutta europa, approdando poi oltre Oceano, dove il comportamento italiano è stato definito "cultural submis- comune che si tratti di un'azione insensata. Tanto piú se tale accoglienza viene riservata ad uno dei capi di Stato nei primi posti della lista nera dei diritti umani. Lion Levati sion" (sottomissione culturale). Vale davvero la pena censurare la nostra cultura per degli accordi commerciali? Sebbene non sia ancora chiaro di chi sia la responsabilità del gesto, è opinione Corso di aerotecnica Il 25 gennaio ha avuto inizio il corso di aerotecnica per gli alunni delle classi 3^, 4^ e 5^ del settore meccanico/manutenzione. Il corso in questione si inserisce nel progetto " A Scuola con le frecce tricolore", curato e voluto dal prof. D. Berlingieri. Gli argomenti verteranno principalmente sulla fisica del volo ed i motori che "spingono" gli aerei. Nell'ambito dell'indirizzo di studi di questi ragazzi, quindi la meccanica e il suo genere, ci si soffermerà, infatti, sul "Viper" della Rolls Royce che equipaggia gli MB 339 delle "Frecce Tricolore". Il corso si articolerà in cinque incontri della durata di due ore ciascuna, al termine dei quali, i ragazzi,avranno la possibilità di visitare la base di Rivolto (UD), sede della pattuglia acrobatica nazionale Frecce tricolore. L'appuntamento della visita a Rivolto si rinnova ogni anno e, come tutti gli anni, gli alunni rientrano entusiasti e stupefatti da questa grande base aereonautica italiana. Prof. D. Berlingieri PAGINA 8 IP SIA N E WS N U M ER O 2 10 febbraio, “Il giorno del RICORDO” Nel 1943, dopo la caduta del regime fascista e l’armistizio con gli anglo – americani, l'Italia perse il controllo dei territori di Istria e Dalmazia ed ebbe inizio una sorta di vendetta da parte dei comunisti jugoslavi verso gli ex invasori. Le vittime non furono solo i rappresentanti del regime fascista e dello Stato italiano, ma anche qualsiasi manifesto o presunto oppositore politico, nonché moltissimi semplici civili italiani, potenziali nemici del futuro Stato comunista jugoslavo che si voleva creare. Anche numerosi partigiani Italiani, soprattutto non comunisti, furono eliminati nello stesso modo. I soldati Titini rastrellavano le vittime nella notte e, dopo averle picchiate, torturate e depredate, le conducevano in fila indiana verso le foibe sulle alture circostanti, dopo aver loro legato i polsi dietro la schiena con del filo di ferro in una catena umana. All’imbocco della foiba, sparavano ai primi della fila che precipitavano in basso nel precipizio, trascinando con sé tutti gli altri. Essendo le foibe profonde minimo venti metri era praticamente impossibile salvarsi; per di più i partigiani di Tito erano soliti gettare nella cavità carsica una bomba a mano per finire eventuali superstiti. Dopo il trattato di pace del Febbraio 1947 tra Italia e Jugosla- che era accaduto. Il partito Comunista Italiano rimase invece in silenzio di fronte a quell’immane genocidio etnico; anche la Democrazia Cristiana non diede la necessaria rilevanza a questo esodo e non approfondì le atrocità delle foibe. La Redazione via, col quale Istria e Dalmazia venivano cedute ufficialmente alla Jugoslavia, quasi mezzo milione di italiani fuggì da quelle terre, abbandonando tutti i propri averi, per il terrore di essere infoibati o internati nei gulag di Tito. I pochissimi che riuscirono a salvarsi raccontarono quello Legge che istituì il “Giorno del Ricordo” Con una legge del 30 marzo 2004 è stata stabilita dal Parlamento Italiano la data del 10 Febbraio quale “Giornata del Ricordo” per commemorare le vittime dei massacri delle foibe e l’esodo Giuliano – Dalmata. Dal 1943 al 1947 infatti, a Gorizia e in Istria, migliaia di cittadini italiani, per mano dei partigiani comunisti e delle truppe Jugoslave comandate da Josip Broz, noto come il Maresciallo Tito, furono barbaramente uccisi e gettati nei grandi inghiottitoi carsici detti appunto “foibe”. Furono uccise persone innocenti: l’unica loro colpa era l’essere italiani. N U M ER O 2 IP SIA N E WS PAGINA 9 Testimonianze di sopravvissuti: agente Ambrogio Mannoni «Durante la mia prigionia dal primo di giugno 1945 e terminata l’11 luglio 1945 ho sofferto l’indicibile. In detto periodo ho provato i momenti più terribili e più disperati della mia vita. Nel vedermi trattato in questo modo dopo di aver collaborato con i partigiani di Tito. Il giorno 11 giugno 1945 siamo stati tratti fuori dalle carceri legati con filo di ferro e dopo un viaggio di 18 ore giungemmo nelle carceri di Buccari, dove il trattamento era addirittura bestiale. Vitto insufficiente, senz’acqua, nella sporcizia, ammalati. Lì eravamo senza un medico e senza una medicina. Incominciarono a trattare i prigionieri coi mezzi più barbari. Tanti venivano torturati, pestati a pugni e col frustino e poi messi scalzi coi piedi nudi sopra dei legni pungenti e dovevano stare sulla posizione di attenti e fissare il muro con la testa alta e guardare lo stesso punto, fra le dita dei piedi, tra un dito e l’altro, venivano infilati dei pezzi di ferro e con un altro congegno stringevano le dita. Nelle gambe passavano un pezzo di legno tutto dentato come una sega. Questi poveri disgraziati rimanevano anche tre giorni nella stessa posizione senza mangiare e non facevano altro che urlare sempre fissi sullo stesso punto. I loro piedi si gonfiavano, le punte dei legni erano infilati entro la pianta dei piedi che sanguinavano continuamente, questi non facevano altro che urlare giorno e notte. Quando cascavano per terra venivano raddrizzati a colpi di calcio di moschetto e i commissari di Tito se la ridevano e se la godevano nel vedere l’italiano torturato a quel modo. Forse qualcuno crederà che questi ad essere torturati erano dei criminali oppure dei fascisti. Non è vero. Fra le diverse persone torturate ricordo un certo capitano della Milizia, di amministrazione, però tutti sapevano che lui non aveva mai fatto male a nessuno: dopo di averlo ben spogliato di ogni cosa si sono accorti che aveva in bocca due denti d’oro. Un commissario di Tito per levarglieli prese il calcio della pistola e gli diede un fortissimo col- po sulla guancia e gli caccia fuori i due denti d’oro ed inoltre un altro sano. Il poveretto cadde a terra gridando aiuto e pregando di ucciderlo anziché continuare a farlo soffrire in questo modo. Queste cose le ho viste personalmente durante la mia prigionia e non credere che siano esagerazioni, anzi mi sono limitato a scrivere il minimo». Parole inequivocabili che non hanno bisogno di alcun commento. E di queste testimonianze ve ne sono parecchie all’interno dei polverosi faldoni di archivio. Eppure per tanto tempo sono rimaste lì, abbandonate sullo scaffale. Ora, invece, iniziano a venire fuori. Anche se siamo soltanto all’inizio. Ambrogio Mannoni I P S I A N E W S — C O N T A T TI Via I. Pittoni n°16, Conegliano (TV) Tel. 0438.22923 REDAZIONE Direttore: Cire Abdoulaye Sow. Grafici: Stefano Marin, Mounir Zraidi. Redattori: Andrea Modolo, Bryan Busetti. Ricerche e approfondimenti: Denis Casagrande, Mattia Fontebasso, Marco Casotto. Distribuzione: Andrea Bortotto, Victo V. Matias De Souza. Tecnico informatico: Ezio Sartori. www.ipsiaconegliano. gov.it Correttore di bozze: Azzedine Naanaa e Pradal Diego. Referente e supervisore: prof. Michele Vruna. Collaborano inoltre i docenti: C. Brun, R. Virga, E. Di Cocco. Memoria … per ricordare tutto l’anno Il mese di gennaio è senz'altro uno dei mesi più freddi dell'anno, e su questo siamo assolutamente d'accordo! In questo mese vengono anche ricordati, il 27 per essere esatti, le atrocità della deportazione ebraica e non, nei campi di concentramento sparsi in tutta Europa. Bene, bisogna sempre ricordare, ma una domanda sorge spontanea, "Ce ne siamo forse dimenticati?" Questo giorno importante, è solo un giorno circoscritto dove si ricordano e poi....?" E poi...si continua a perseguitare gli Ebrei, ad uccidere bambini, donne e uomini di religione cattolica o islamica! Giorno della memoria, tutti i giorni! Nel terzo millennio si continuano a perseguitare popoli rei di essere legati ad una fede religiosa, qualsiasi essa sia. Gli attentati a Parigi, da parte dell'ISIS, organizzazione terroristica, hanno alimentato una non tolleranza religiosa verso tutte le fedi. Ma insomma, quando la finiamo? Il 27 gennaio debba essere si, il giorno della Memoria verso chi, all'epoca, ha sofferto o perso la vita per colpa di un dise- gno assurdo partorito dalla mente di un folle, ma debba essere anche il giorno più lungo che dovrà protrarsi per tutto l'anno affinchè non si ripetano più queste persecuzioni assurde con uccisioni altrettanto assurde. 27 gennaio...giorno da non dimenticare! Prof. Michele Vruna