Giornalino di istituto n2 - as2015-2016

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Giornalino di istituto n2 - as2015-2016
I PS I A “ I . P I T T O N I ” CO N E G L I A N O ( T V )
IPSIA NEWS
Numero 2
Febbraio/Marzo- 2015/2016
Così morivano i bambini nel campo-lager
di Monigo
27 gennaio: Memoria delle atrocità di casa nostra
Notizie di rilievo:
 Così morivano i bambini
nel campo-lager di Monigo
 Dalla difesa alla divulgazione del terrore
 Donare Sangue come
gesto di solidarietà e
altruismo
 Nonno: il mio eroe
 L’Eterno
 Difesa si...difesa no!
 La Cina del XXI secolo
 “Adesso sarete contenti…”
 Sport che rendono liberi
 Nudi censurati. Dignità
all’asta
 Corso di aerotecnica
 10 febbraio, “Il Giorno
del RICORDO”
 Testimonianze di sopravvissuti
 Memoria...per ricordare
tutto l’anno
Il 27 gennaio, giorno della memoria, ma anche
memoria delle atrocità
che sono accadute vicino
a casa nostra, atrocità
che sono state credute
lontane
ma
invece le abbiamo avute proprio vicino a
noi, come a Monigo. Il campo
di
concentramento si trovava infatti a Monigo, a circa 3
km dal centro
storico di Treviso. Entrò in
funzione il 1^
luglio 1942 per rinchiudere civili sloveni e croati, ma soprattutto per
reprimere la resistenza
dell’occupazione dei territori ex jugoslavi avvenuta nell’aprile 1942 da
parte dell’Italia. Il campo rimase attivo fino
a l l ’ a n n u n c i o
dell’armistizio tra l’Italia
e gli Alleati, si presume
tra il 1943 e il 1944. Alla
fine della guerra, la caserma si trasformò in un
campo per profughi da
maggio ad agosto 1945,
qui il prigioniero, prima
di accedere, era sottoposto a “ bonifica “, in altre
parole una doccia con
simultanea disinfestazio-
ne degli abiti. Non fu
fondato per svolgere del
lavoro, ma era comunque
sottoposto a una rigida
disciplina, che non comprendeva la violenza
contro i prigionieri. Le
condizioni di vita erano
però molto pesanti, le
camerate non erano riscaldate e la dieta prevedeva solo 911 calorie al
giorno. A causa delle
malattie dovute a queste
condizioni , molte donne
e bambini furono sopraffatti dalla morte. A Treviso morirono 53 bambini sotto i dieci anni, il
professor Menemio Bortolazzi documentò che i
cadaveri
sembravano
delle mummie o dei corpi
riesumati. Al di fuori del
campo, il popolo creò una
rete di solidarietà, aiutata da Don Antonio, per
portare
i
malati
all’ospedale più vicino.
Qui il medico Boccazzi,
dopo aver visitato più
volte i malati, si espose
entrando in conflitto con
le autorità militari a
causa di una sua denuncia contro maltrattamento dei prigionieri, come
in seguito fece anche il
padre francescano Placido Cortese, il quale però
fu catturato a Padova
dai nazisti, ma torturato
e ucciso a Trieste. Un
ruolo importante fu svolto anche da Breda Rus
che, nel campo, aiutava
la gente con medicinali,
per curare le malattie, e
consegnava loro lettere
dai parenti come conforto. Il 27 gennaio debba
dunque essere, non solo
il giorno della Memoria
delle atrocità naziste, ma
un ricordo anche agli
"Angeli" dei campi di
lavoro che si sono sacrificati per aiutare tanta
gente vittima di violenze
e torture.
M. Fontebasso M. Giacomazzi
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Dalla difesa alla divulgazione del terrore
La Grande Guerra fece da scenario a diverse nuove tecnologie e
le armi automatiche sono tra
queste. La prima mitragliatrice
automatica, la Maxim, fu
battezzata ed
ebbe
un
g r a n d e
successo.
Nessun corpo
d’armata
poteva farne
a meno. Le
mitragliatrici
fecero la maggioranza delle vittime, si
ricordano in modo particolare
durante le battaglie della Somme
nel 1916, dove ebbero un ruolo
chiave. Uno strumento che, viste
le potenzialità, fu fin da subito
migliorato e potenziato fino ad
arrivare all’ attuale AK47 Kalashnikov, che si presenta come
arma d’
assalto,
ma altro non
è
che
un mitra con
la possibilità
di scegliere la
fu n zione semiautomatica e quindi effettuare colpi singoli dalla distanza
e con parecchia precisione. Tut-
tavia un arma così funzionale
n on potev a che attir ar e
l’attenzione dei malintenzionati,
infatti, ai giorni d’oggi è l’arma
che affianca e caratterizza
l’efficacia degli attacchi terroristici. Tutto ciò ha cambiato il
nostro modo di vedere un arma
nata per difendere la patria, in
un arma che instaura il terrore.
Nicola Morelli
Donare sangue come gesto di solidarietà e altruismo
La donazione di sangue o delle cellule staminali è un gesto molto altruista che può anche rivelarsi vitale per
molte persone in gravi condizioni di
salute. Molti malati guariscono dalla
leucemia e da altre malattie del sangue grazie ai trapianti. Ad oggi in
Italia sono stati eseguiti oltre duemila trapianti grazie a donatori volontari che sono
stati inseriti nel registro
italiano. Ora è possibile
farla anche in vari modi
donando il sangue intero
o solo alcune delle sue
parti (ad esempio le cellule staminali) grazie a tecniche nuove che separa le varie componenti
del sangue. Il sangue e i suoi componenti sono, diciamo, dei prodotti naturali che sono continuamente rinnovati e si reintegrano dall' organismo
quindi, sono una risorsa indispensabile nella cura di molte malattie.
Esistono due tipi di donazione: la
prima è quella tradizionale dove si
dona il sangue intero e vengono prelevati circa 450 millilitri di sangue
più o meno il 10 per cento; la seconda è con i moderni apparecchi, cioè i
separatori di cellule , dove vengono
prelevate solo i componenti del sangue,filtrano il sangue preso da un
braccio del donatore recuperando il
componente necessario. Oggi in Italia,precisamente nel sud, abbiamo il
numero delle donazioni in crescita
del 25% legato all'
aumento del numero di malati o
anche del numero
di morti, la maggior parte donne
in quanto muoiono per complicazioni legate alla gravidanza e al parto. I
vantaggi della donazione sono tante
e consentono di salvare molte vite. Il
piccolo fastidio di una trasfusione
riceve già una grande ricompensa di
sapere che, per chi ne beneficia, c'è,
nella maggior parte dei casi, la salvezza della vita stessa. Ma ci sono
anche degli importanti vantaggi diretti per il donatore perché con le
donazioni ricevono gratuitamente a
casa le analisi del sangue e per quelli che sono, diciamo, periodici in base
alla struttura a cui si rivolgono, hanno diritto di avere dei controlli gratuiti come, la radiografia del torace. Penso che la donazione di sangue
è un gran gesto di generosità e che
dovremmo provarci tutti. E per
quanto mi riguarda ho una idea ed è
quella di organizzare una maratona
con un obbiettivo principale ovvero
cercare di sensibilizzare la gente
sulla donazione di sangue e/o cellule
staminali ma oltre a quello, c è anche l' idea di creare una solidarietà e
unità fra persone che parteciperanno
a
questa
manifestazione
e ,soprattutto, ragazzi stranieri, perché oggi, abbiamo un grandissimo
numero di spostamenti di popoli di
vari paesi del mondo aumentando, in
questo modo ,la compatibilità di sangue.
Cire Abdoulaye Sow
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Nonno: il mio eroe
Per me un eroe non è il classico
personaggio dei fumetti o un personaggio che ha fatto del bene, per
me un eroe è stato mio nonno, Ottavio. Lui era il mio nonno paterno
era un “tipo” di bassa statura, con i capelli grigi e gli occhi
azzurri. Si vestiva
sempre con dei pantaloni classici, sia in
estate che in inverno, un maglioncino
ogni giorno di un
colore diverso e ai
piedi dei mocassini
neri. Era una persona molto allegra,
amava scherzare con
tutti, sia grandi che
piccini. Il suo mestiere era quello del
calzolaio, e qualche
volta aggiustava le
scarpe e neanche si
faceva pagare. Se qualcuno gli
chiedeva il motivo lui, con voce
scherzosa, rispondeva : "Aggiusto
le scarpe da quando ero bambino e
adesso che sono in pensione lo faccio perché mi piace ". Lo considero
un eroe perché lui, in casa, non si è
mai dovuto preoccupare di nulla
perché faceva tutto mia nonna, lei
lavava, stirava, cambiava i propri
figli, ma, all’ età di 75 anni, dopo
anni dalla morte di mia nonna, e
con i figli sposati, si è trovato nella
situazione di doversi occupare di
me che avevo solo 10 mesi. Non
doveva solo lavarmi e cambiarmi,
ma dovette imparare a preparami
da mangiare e questa per lui è stata la sfida più grande, perché non
sapeva cuocere neanche un uovo
sodo. Però con
impegno ha imparato a cucinare
e si è addirittura
comprato un forno a microonde.
Quando io compii
tre anni iniziai a
frequentare
l’asilo, e mio nonno, anche se anziano, mi accompagnava tutte le
mattine e, alle
15.00, mi veniva
a prendere, tornavamo a casa e
mi preparava la
mia
merenda
preferita, un bel
panino con la mortadella, lo metteva in un sacchetto e mi portava ai
giardinetti comunali dove io ero
solito fare merenda. Per lui era
anche un modo per ritrovarsi con i
suoi amici, con i quali parlava dei
vecchi tempi facendosi “quattro”
risate. Quando invece rimanevamo
a casa giocavamo in cortile, lui ha
sempre amato il personaggio di
Zorro, e noi tante volte li impersonavamo : Io facevo Zorro e lui la
parte dell’ aiutante muto, il grande
amico di Zorro. Ma purtroppo non
tutto dura per sempre! Il giorno in
cui si ammalò, io ero a “pezzi”, mi
sentivo male, perchè anche se avevo solo otto anni capivo che qualcosa stava per cambiare. Mio nonno
aveva avuto un ICTUS ma lui, pur
essendo ammalato, con me era
sempre affettuoso e non si arrabbiava mai, non so spiegarmi come,
ma riusciva perfino a trovare la
forza per giocare perché mi diceva
sempre che non si può vivere senza
giocare e scherzare. Continuava
anche a preoccuparsi se avevo
mangiato o se avevo fatto i compiti, io adoravo fare i compiti con lui,
riusciva a farmi piacere anche le
materie che odiavo, perché attraverso risate e scherzi mi spiegava
tutto. Mi chiedeva sempre se stavo
bene, e se stavo male mi domandava il perché, invece di preoccuparsi
della sua salute pensava solo a me.
Ma nel 2005, mio nonno se n'è
“andato”! Io quel giorno ero a
“pezzi”, distrutto, nulla aveva più
senso per me, iniziai a fregarmene
della scuola, mi “rinchiusi” in “me
stesso”,io rivolevo solo il mio Angelo custode. Ora all’ età di vent’ anni ancora penso a lui e so che da
lassù veglia su di me perché una
persona amata non va mai via, ma
resta sempre nei nostri cuori. Mio
nonno sarà sempre il mio eroe per
tutto quello che ha fatto e per tutte
le rinunce che ha dovuto fare per
me e io non lo ringrazierò mai abbastanza.
Mattia Fontebasso
L’Eterno
Il cancello si apre, sopra una croce lungo è il
viale, entro ti trovo.
preferiti ti parlo, ci sei?
Si, mi rispondi, son qui
come stai…?
Sento una voce lontano
è la vita….vedo una
foto vicino, sei tu.
Va avanti la vita in modo
diverso faccio fatica a pensarti lì oppresso.
Porto dei fiori, i tuoi
Ora ti lascio domani ritotno fratello
adorato nell’eterno tuo mondo.
Prof.ssa G. Bevacqua
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Difesa si...difesa no!
“In questi mesi stiamo assistendo…”. In
realtà, è da
anni che questa situazione si trascina , e
l’esasperazione dei cittadini onesti è al limite. Secondo la scellerata legge italiana, in fatto di
difesa, quando si è attaccati bisogna
aspettare
prima
che
l’aggressore attacchi ( e quindi
spari!), e poi è possibile rispondere al fuoco e contrattaccare.
Come avete appena letto, non c’è
nulla di logico in questa legge,
folle, che mette in serio pericolo
la vita di ogni singola persona.
Nel caso ci si difenda uccidendo o
ferendo il criminale, si verrà condannati lo stesso. Ma non solo,
anche soltanto puntare l’arma
addosso all’aggressore o sparando un colpo in aria provocherà la
condanna di chi si difende. In
questo paese i criminali vengono
“tutelati”, non è proprio possibile
difendersi , anzi esiste un crimine ( del tutto inventato che esiste
solo in Italia) che si chiama
“eccesso di difesa”. Quando si
parla di condanna, si tratta di
anni di reclusione con le ovvie
conseguenze: ritiro del porto
d’armi immediato, pignoramento
dei propri beni , esclusione da
qualsiasi attività che ha a che
fare con lo stato. I pochi criminali che vengono arrestati,tra l'altro, o non vengono condannati (e
quindi escono dopo pochi giorni) ,
oppure vengono condannati ma
escono troppo presto (alcuni evadono addirittura!). Molti criminali provenienti dal nord’Africa o
dall’est Europa vengono a sapere
della nostra disastrosa situazio-
ne, così si trasferiscono in modo
definitivo nel nostro territorio in
modo da poter agire indisturbati.
Qualche settimana fa su un canale televisivo locale ( ho detto
locale , non statale, poi spiegherò
il perché) si parlava appunto di
questo argomento e un signore
intervistato da casa ha detto <<
Ho un amico rumeno che mi ha
raccontato che in Romania i ladri
si sognano di rubare, perché
quando li prende la polizia gli
spaccano
le
gambe,
“letteralmente”, ed è per questo
che vengono in Italia.>> Come
avete capito, il nostro governo
non permette di difenderci, anzi
sono anche “anti armi”. Che significa questo termine? Semplice, hanno un' avversione per tutte le armi da fuoco (le nostre però, dei cittadini , non le loro!) e
vogliono togliercele tutte. Da anni infatti varano nuove restrizioni in campo di armamenti e, i
media principali, che sono controllati dal governo, pongono la
questione in maniera negativa,
utilizzando spesso termini ambigui come “far west” oppure
“giustizia fai da te” , facendo credere al cittadino medio, ignorante in materia di armi , che loro
hanno ragione. Televisione radio,
giornali, e ormai anche parte di
internet, sono sotto stretta sorveglianza dello Stato. La polizia,
anche se chiamata in tempo in
caso di crimine, arriva dopo
mezz’ora abbondante, e in quel
lasso di tempo tutto può succedere. Se le leggi funzionassero in
questo paese, la vita sarebbe
molto più difficile per i criminali.
Poi, avere un' arma in casa non
serve solo a difendersi , ma fa
anche da deterrente. Entrare in
casa di una persona armata è
molto più difficile che entrare in
casa di una persona disarmata.
Molti fuorilegge infatti desistono
dal fare “il colpo”. Dimenticavo di
dire poi , che le innumerevoli
restrizioni danneggiano solo il
popolo e non i criminali . Loro le
armi le comprano al mercato nero , illegalmente. I “ferri” utilizzati da loro sono armi illegali
cioè dotate di grande capienza di
colpi (30 e più nel caricatore) e
capacità di fuoco automatica ( a
raffica ). Ma non solo , addirittura acquistano anche esplosivi ! E
adesso veniamo ai fatti. Tanto
per fare un esempio chiaro, ora
mettiamo a confronto due paesi:
Stati Uniti e Russia. Nel primo ci
sono 320 milioni di abitanti e 300
milioni di armi da fuoco ( di cui
la maggior parte detenuta dal
popolo) . Ogni anno in America ci
sono circa 13.000 vittime di armi
da fuoco. Nel secondo , gli abitanti sono 142 milioni e le armi circa
60 milioni ( di cui la maggior parte detenuta dal governo) e leggi
molto più restrittive rispetto agli
Stati Uniti, ma il numero di vittime per armi da fuoco è molto più
elevato, quasi 36000 vittime
l’anno. Quindi in Russia, con meno armi e più restrizioni, e soprattutto con la metà degli abitanti , ha più del doppio dei morti! Che vuol dire? Che le restrizioni non servono a niente! Riassumendo in via definitiva, è ora
di cambiare le cose e che i politici
si diano una mossa a tutela dei
cittadini onesti.
Denis Casagrande
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La Cina del XXI secolo
La Cina del ventunesimo secolo é
diversa da quella che era in passato, oltre ad avere più di un miliardo di abitanti è anche una
grande potenza mondiale dal
punto di vista economico. La manodopera è a basso costo attirando molti imprenditori di vari stati del mondo ad aprire lì le loro
fabbr iche,
vi è anche
una grande
massa
di
c on tr affazione
di
vari marchi famosi
e l'esportazione
di
vari
prodotti verso
l'Occidente. Questa crescita cosi
veloce porta da una parte, condizione di vita migliore ma dall'altra, la causa di vari problemi di
inquinamento in molte città per
colpa delle industrie, troppe macchine per la strada, ecc. Per colpa
di questo fenomeno le persone
quando escono devono usare le
mascherine per non respirare
aria inquinata ma, nei peggiori
dei casi, sono costrette a stare in
casa per colpa della scarsa visibilità, dovuta sempre all'alto tasso
di inquinamento atmosferico, per
evitare incidenti per le strade.
Prima il mezzo principale che si
vedeva in giro era la bicicletta
ma in questi ultimi anni ci sono
più macchine rispetto a biciclette, fin troppe, che ogni mattina,
nell'ora di punta, per andare al
lavoro o accompagnare i figli a
scuola,
c'è
un
traffico
incredibile. Tuttavia
c'è
ancora
una buona parte
delle persone che
vivono
con
la
manc an za di acqua o cibo soprattutto nelle campagne ma ci sono anche villaggi
difficili da raggiungere che hanno una scarsa condizione d'igiene
dove abitano solo bambini e anziani perchè i genitori lavorano
in città e tornano a casa solo
qualche volta all'anno. Un fattore importante dello sviluppo è,
l'istruzione , perchè i cinesi ci
tengono molto e studiare non è
semplice nelle scuole della Cina,già dalle elementari, per non
dire delle medie e superiori, i
professori riempiono di compiti i
ragazzi e le verifiche si effettuano ogni giorno,questo comporta
ad uno studio fino a tarda notte,
sacrificando, spesso, il tempo libero. Ogni classe ha più di 40
alunni ed è impossibile per gli
insegnanti seguirli uno ad uno
per questo, i ragazzi, non possono distrarsi un momento, tutto
ciò accende in loro una competizione tra chi prende un voto migliore rispetto all'altro perché,
per loro, essere il più bravo della
classe equivale a trovare un posto di lavoro migliore dopo gli
studi. Questa è la "Nuova Cina",
istruita ed economicamente avanzata.
Shucheng Zheng
“Adesso sarete contenti…”
"Adesso sarete contenti", è l'incipit
della lettera di un docente di Pordenone in seguito al tentato suicidio della ragazzina. Lettera commovente che addita i compagni
categoricamente come istigatori
del folle gesto, tramite messaggi ,che non lasciavano nulla al caso. "E poi voi. Voi genitori"... , un
docente degno di stima che, in un
momento di disperazione, ha sfogato la sua ira verso questa mutilaeducazione "casalinga", con risultati mostruosi a livello di comportamento nella società e, soprattutto, nella scuola. "Basta", parola
conclusiva della lettera, basta a
queste violenze che portano a gesti
estremi lasciando nel cuore, di chi
ama, un vuoto non indifferente.
La Redazione
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Sport che rendono liberi
Nel mondo ci sono svariati sport
che coinvolgono molti ragazzi e
ragazze come, la pallavolo, il
calcio, ecc. Quello che invece ha
suscitato il mio interesse sono, le
arti marziali miste, è uno sport
un po’ insolito che non conoscono
in molti ma, in questi ultimi anni, ho notato che sta diventando
molto popolare, ha prima preso
piede in America e piano piano si
è diffuso in quasi tutto il mondo,
anche in Italia, dove sono
state
aperte
molte palestre
di “MMA”, dove, a quanto
pare,
molti
ragazzi,
ma
anche ragazze,
si stanno innamorando
di
questo sport.
Molti vivendolo dalla parte
degli spettatori pensano che
sia una rissa
controllata, ma
non è così, perché dietro a tutto
ciò si celano molte ore di allenamento, di sudore e sacrifici da
parte di questi ragazzi, ma soprattutto c’è molta stima e rispetto verso gli altri, perché la
cosa più importante che insegnano prima di tutto è, l’auto controllo, perché senza di quello, in
questo sport, non se ne esce vivi
e non ci si riesce a concentrare
sugli obiettivi preposti. Come
detto prima attualmente esistono
nel mondo diverse organizzazioni
di "MMA" professionistiche, la
più famosa delle quali è la statunitense,"Ultimate
Fighting
Championschip", conosciuta da
tutti come “UFC”. La “Grappling
Mixed Martial Arts” (FIGMMA)
è la sola federazione italiana autorizzata a gestire e rappresentare in Italia, e al mondo, lo sport "
MMA". In questo sport ,come in
tutti gli sport che si rispettino, vi
sono delle regole importanti, tipo: ogni round ha una durata di
5 minuti con 1 minuto di pausa,
i match si svolgono sulla durata
di
3
round, in
caso
di
match per
il
titolo
ogni
match ha
una durata di 5
minuti;
tutti
gli
atleti dovranno
combattere con dei
pantaloncini
approvati
dalla commissione, non sono ammesse scarpe, magliette, jeans e
pantaloni lunghi; 3 giudici giudicheranno ogni round ed il vincitore di ognuno riceverà 10 punti,
il perdente 9 o meno, se il round
è pari ogni atleta riceverà 10
punti; la categoria dei pesi massimi ha un limite che non supera
i 120 kg;le gomitate sono ammesse purché non si colpisca di punta con un movimento discendente;sono vietati calci e ginocchiate
alla testa di un avversario a terra. Per quanto riguarda la sicurezza degli atleti, le statistiche
dicono che le frequenze di KO
nelle competizioni di arti marziali miste è più bassa rispetto alle
competizioni della boxe. Ai giorni
d’oggi le competizioni di "MMA",
si svolgono con più sicurezza rispetto al passato infatti le regole
erano molto poche, era ammesso
quasi ogni tipo di colpo o di tecnica e l’unica “protezione” usata
erano i guanti. Adesso, invece,
prima di ogni incontro un team
specializzato di medici mette sul
viso dei combattenti una particolare pomata che serve a chiudere
i tagli qualora accidentalmente si
verificassero, inoltre tra un
round e l’altro i medici devono
controllare le condizioni del lottatore
e
possono
fermare
l’incontro se ritengono che uno
dei due non sia in condizioni fisiche di continuare il match. Per
quanto riguarda le protezioni, è
obbligatorio l’uso di paradenti,
bendaggi sotto i guanti e sospensorio. Concludo dicendo, anche se
ce ne sarebbero cose da dire, che
pur essendo considerato uno
sport violento, alla fine,invece, se
si sanno le regole e le si rispettino, dopo tutto non è un brutto
sport, lo ammetto anch’io ero
scettico all’inizio, ma quando si
comincia a conoscerlo, ci si innamora totalmente, infatti sono
5 anni che lo pratico e sono stati
anni bellissimi.
Andrea Bortotto
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Nudi censurati. Dignitá all'asta
La polemica è virale, lo scandalo internazionale
Per quanto vendereste la vostra
dignitá? Sembra quasi una domanda da "Obbligo o Veritá",
eppure quanto è successo giorni
fa nella capitale ci fa porre questa domanda. La situazione pare
alquanto confusa e l'omertá tipicamente italiana di certo non
aiuta a schiarire le acque. A
quanto pare le famose statue esposte ai Musei Capitolini si sono
coperte da sole! La visita del presidente iraniano Hassan Rouhani, accolto dal
Premier Matteo Renzi a
Roma lo scorso lunedí, ha
scatenato una
serie di dissensi riguardo alla decisione, a quanto pare di
ignoti, di coprire alcune statue
nude o seminude con dei pannelli
bianchi, per rispetto all'ospite
straniero. Renzi ha prontamente
dichiarato di non sapere nulla a
riguardo, e Rouhani ha cercato di
smorzare i toni elogiando l'ospitalitá italiana in conferenza
stampa. Certo, non dobbiamo
dimenticare che questo gesto cosí
ospitale ha portato a siglare accordi commerciali per un valore
di 17 miliardi di dollari, ma come
ha dichiarato il Ministro della
Cultura Franceschini, c'erano
molti altri modi per non urtare la
sensibilitá di un importante ospite straniero. La polemica é dilagata in tutta europa, approdando
poi oltre
Oceano,
dove
il
comportamento
italiano è
stato definito
"cultural
submis-
comune che si tratti di un'azione
insensata. Tanto piú se tale accoglienza viene riservata ad uno
dei capi di Stato nei primi posti
della lista nera dei diritti umani.
Lion Levati
sion" (sottomissione culturale).
Vale davvero la pena censurare
la nostra cultura per degli accordi commerciali? Sebbene non sia
ancora chiaro di chi sia la responsabilità del gesto, è opinione
Corso di aerotecnica
Il 25 gennaio ha avuto inizio il
corso di aerotecnica per gli alunni delle classi 3^, 4^ e 5^ del settore meccanico/manutenzione. Il
corso in questione si inserisce nel
progetto " A Scuola con le frecce
tricolore", curato e voluto dal
prof. D. Berlingieri. Gli argomenti verteranno principalmente sulla fisica del volo ed i motori che
"spingono" gli aerei. Nell'ambito
dell'indirizzo di studi di questi
ragazzi, quindi la meccanica e il
suo genere, ci si soffermerà, infatti, sul "Viper" della Rolls Royce che equipaggia gli MB 339
delle "Frecce Tricolore". Il corso
si articolerà in cinque incontri
della durata di due ore ciascuna,
al termine dei quali, i ragazzi,avranno la possibilità di visitare la base di Rivolto (UD), sede
della pattuglia acrobatica nazionale Frecce tricolore. L'appuntamento della visita a Rivolto si rinnova
ogni anno e, come tutti gli anni, gli
alunni rientrano entusiasti e stupefatti da questa grande base aereonautica italiana.
Prof. D. Berlingieri
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10 febbraio, “Il giorno del RICORDO”
Nel 1943, dopo la caduta del regime fascista e l’armistizio con gli
anglo – americani, l'Italia perse
il controllo dei territori di Istria e
Dalmazia ed ebbe inizio una sorta di vendetta da parte dei comunisti jugoslavi verso gli ex invasori. Le vittime non furono solo i
rappresentanti del regime fascista e dello Stato italiano, ma anche qualsiasi manifesto o presunto
oppositore
politico, nonché
moltissimi semplici civili italiani,
potenziali
nemici del futuro Stato comunista jugoslavo
che si voleva
creare.
Anche
numerosi partigiani
Italiani,
soprattutto non
comunisti, furono
eliminati
nello stesso modo. I soldati Titini rastrellavano le vittime nella
notte e, dopo averle picchiate,
torturate e depredate, le conducevano in fila indiana verso le
foibe sulle alture circostanti, dopo aver loro legato i polsi dietro
la schiena con del filo di ferro in
una catena umana. All’imbocco
della foiba, sparavano ai primi
della fila che precipitavano in
basso nel precipizio, trascinando
con sé tutti gli altri. Essendo le
foibe profonde minimo venti metri era praticamente impossibile
salvarsi; per di più i partigiani di
Tito erano soliti gettare nella
cavità carsica una bomba a mano
per finire eventuali superstiti.
Dopo il trattato di pace del Febbraio 1947 tra Italia e Jugosla-
che era accaduto. Il partito Comunista Italiano rimase invece
in
silenzio
di
fronte
a
quell’immane genocidio etnico;
anche la Democrazia Cristiana
non diede la necessaria rilevanza
a questo esodo e non approfondì
le atrocità delle foibe.
La Redazione
via, col quale Istria e Dalmazia
venivano cedute ufficialmente
alla Jugoslavia, quasi mezzo milione di italiani fuggì da quelle
terre, abbandonando tutti i propri averi, per il terrore di essere
infoibati o internati nei gulag di
Tito. I pochissimi che riuscirono
a salvarsi raccontarono quello
Legge che istituì il “Giorno del Ricordo”
Con una legge del 30 marzo 2004
è stata stabilita dal Parlamento
Italiano la data del 10 Febbraio
quale “Giornata del Ricordo” per
commemorare le vittime dei massacri delle foibe e l’esodo Giuliano – Dalmata. Dal 1943 al 1947
infatti, a Gorizia e in Istria, migliaia di cittadini italiani, per
mano dei partigiani comunisti e
delle truppe Jugoslave comandate da Josip Broz, noto come il
Maresciallo Tito, furono barbaramente uccisi e
gettati nei grandi
inghiottitoi
carsici detti appunto
“foibe”.
Furono
uccise
persone innocenti: l’unica loro
colpa era l’essere italiani.
N U M ER O 2
IP SIA N E WS
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Testimonianze di sopravvissuti:
agente Ambrogio Mannoni
«Durante la mia prigionia dal
primo di giugno 1945 e terminata l’11 luglio 1945 ho sofferto l’indicibile. In detto periodo
ho provato i momenti più terribili e più disperati della mia
vita. Nel vedermi trattato in
questo modo dopo di aver collaborato con i partigiani di Tito.
Il giorno 11 giugno 1945 siamo
stati tratti fuori dalle carceri
legati con filo di ferro e dopo
un viaggio di 18 ore giungemmo nelle carceri di Buccari, dove il trattamento era addirittura
bestiale. Vitto
insufficiente,
senz’acqua,
nella sporcizia, ammalati.
Lì
eravamo
senza un medico e senza
una medicina.
Incominciarono a trattare i
prigionieri coi
mezzi più barbari.
Tanti
venivano torturati, pestati
a pugni e col
frustino e poi
messi scalzi
coi piedi nudi
sopra dei legni pungenti e dovevano stare
sulla posizione di attenti e fissare il muro con la testa alta e
guardare lo stesso punto, fra le
dita dei piedi, tra un dito e
l’altro, venivano infilati dei
pezzi di ferro e con un altro
congegno stringevano le dita.
Nelle gambe passavano un pezzo di legno tutto dentato come
una sega. Questi poveri disgraziati rimanevano anche tre giorni nella stessa posizione senza
mangiare e non facevano altro
che urlare sempre fissi sullo
stesso punto. I loro piedi si gonfiavano, le punte dei legni erano
infilati entro la pianta dei piedi
che sanguinavano continuamente, questi non facevano altro
che urlare giorno e notte. Quando cascavano per terra venivano
raddrizzati a colpi di calcio di
moschetto e i commissari di
Tito se la ridevano e se la godevano nel
vedere
l’italiano
torturato a
quel modo. Forse
qualcuno
crederà
che questi
ad essere
torturati
erano dei
criminali
oppure dei
fascisti.
Non è vero. Fra le
diverse
persone
torturate
ricordo un
certo capitano della Milizia, di
amministrazione, però tutti sapevano che lui non aveva mai
fatto male a nessuno: dopo di
averlo ben spogliato di ogni
cosa si sono accorti che aveva
in bocca due denti d’oro. Un
commissario di Tito per levarglieli prese il calcio della pistola e gli diede un fortissimo col-
po sulla guancia e gli caccia
fuori i due denti d’oro ed inoltre
un altro sano. Il poveretto cadde
a terra gridando aiuto e pregando di ucciderlo anziché continuare a farlo soffrire in questo
modo. Queste cose le ho viste
personalmente durante la mia
prigionia e non credere che siano esagerazioni, anzi mi sono
limitato a scrivere il minimo».
Parole inequivocabili che non
hanno bisogno di alcun commento. E di queste testimonianze ve ne sono parecchie
all’interno dei polverosi faldoni
di archivio. Eppure per tanto
tempo sono rimaste lì, abbandonate sullo scaffale. Ora, invece,
iniziano a venire fuori. Anche
se siamo soltanto all’inizio.
Ambrogio Mannoni
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Conegliano (TV)
Tel. 0438.22923
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Direttore: Cire Abdoulaye Sow.
Grafici: Stefano Marin, Mounir Zraidi.
Redattori: Andrea Modolo, Bryan Busetti.
Ricerche e approfondimenti: Denis Casagrande, Mattia Fontebasso, Marco Casotto.
Distribuzione: Andrea Bortotto, Victo V. Matias De Souza.
Tecnico informatico: Ezio Sartori.
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Correttore di bozze: Azzedine Naanaa e Pradal Diego.
Referente e supervisore: prof. Michele Vruna.
Collaborano inoltre i docenti: C. Brun, R. Virga,
E. Di Cocco.
Memoria … per ricordare tutto l’anno
Il mese di gennaio è senz'altro
uno dei mesi più freddi dell'anno,
e su questo siamo assolutamente
d'accordo! In questo mese vengono anche ricordati, il 27 per essere esatti, le atrocità della deportazione ebraica e non, nei
campi di concentramento sparsi in
tutta Europa. Bene, bisogna sempre ricordare, ma
una domanda sorge spontanea, "Ce
ne siamo forse dimenticati?" Questo giorno importante, è solo un giorno circoscritto dove si ricordano e poi....?" E
poi...si continua a perseguitare
gli Ebrei, ad uccidere bambini,
donne e uomini di religione cattolica o islamica! Giorno della memoria, tutti i giorni! Nel terzo
millennio si continuano a perseguitare popoli rei di essere legati
ad una fede religiosa, qualsiasi
essa sia. Gli attentati a Parigi,
da parte dell'ISIS, organizzazione terroristica,
hanno
alimentato una
non tolleranza
religiosa verso
tutte le fedi.
Ma insomma,
quando la finiamo? Il 27 gennaio debba essere si, il giorno della Memoria verso chi, all'epoca, ha sofferto o
perso la vita per colpa di un dise-
gno assurdo partorito dalla mente di un folle, ma debba essere
anche il giorno più lungo che
dovrà protrarsi per tutto l'anno
affinchè non si ripetano più queste persecuzioni assurde con uccisioni altrettanto assurde. 27
gennaio...giorno da non dimenticare!
Prof. Michele Vruna