Le lesioni da pressione: ruolo dell`infermiere nella gestione wound

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Le lesioni da pressione: ruolo dell`infermiere nella gestione wound
Le lesioni da pressione: ruolo dell’infermiere nella gestione wound care
1° Sessione:
Prevenzione e valutazione delle L.D.D: studi ed esperienze a confronto
8.30- 8.45 Introduzione: Maddalena Galizio (B) Sostituto: Carmen Cappitella
8.45-9.00 Lesioni e costi: Economia di un problema sanitario Dott. Giuseppe Visconti (B) Sost.
Sabrina Ferri
9.00-9.30 Prevalenza: tre studi a confronto Carmen Cappitella (F) Sostituto: Federica Transulti
9.30-10.00 Introduzione alle lesioni: organi nazionali, internazionali e stadiazione Riccardo Conti
(B) Sostituto: Silvana Di Florio
10.00-10.20 L’infermiere e la prevenzione Alessandra Di Giacobbe (B) sostituto: Riccardo Conti
10.20-10.50 break
10.50-11.10 Le superfici di appoggio nella prevenzione Federica Transulti (B) Sostituto: Simona
Nicolai
11.10-11.40 Elemento chiave: la mobilizzazione Alessia Cefali (B) Sostituto: Paola D’Alessandro
11.40-12.00 Le scale di valutazione come strumento assistenziale Valentina Diamanti (B)
Sostituto: Alessandra Di Giacobbe
12.00-12.30 La wound bed preparation Silvana di Florio (B) Sostituto: Erika Zampieri
12.30-13.00 Discussione (D)
13.00-14.00 Pranzo
2° Sessione:
Trattamento e monitoraggio delle L.D.D: strumenti operativi
14.00-14.30 Le medicazioni avanzate e il loro utilizzo Erika Zampieri (B) Sostituto: Antonella
Ferracci
14.30-14.40 Presentazione schede monitoraggio LDD Simona Nicolai (B) Sostituto: Carmen
Cappitella
14.40-15.00 Il dolore in sede di cambio della medicazione Simona Nicolai (B) Sostituto: Carmen
Cappitella
15.00-15.30 Presentazione di casi clinici Antonella Ferracci (F) Sostituto: Erika Zampieri
15.30-16.00 Una proposta di raccolta dati: l’informatizzazione Erika Zampieri,Francesco
Montesano(B) Sostituto: Riccardo Conti
16.00-16.30 Discussione (D)
16.30 17.00 QUESTIONARIO
ABSTRACT
PREVALENZA: TRE STUDI A CONFRONTO
La relazione ha lo scopo di confrontare 3 studi di prevalenza effettuati al policlinico Tor Vergata a
distanza di un anno uno dall’altro per evidenziare le modificazioni avvenute nel corso del tempo
sulla tipologia di pazienti e sugli interventi degli operatori sanitari in merito a prevenzione e lesioni
da pressione anche in relazione agli interventi formativi avvenuti all’interno dell’Azienda.
INTRODUZIONE
ALLE
LESIONI:
ORGANI
NAZIONALI,
INTERNAZIONALI,
STADIAZIONE
Le lesioni da decubito rappresentano un costo sociale elevato, gravano sia sulla persona malata
(dolore, rischio di complicanze, aumentata mortalità, qualità di vita), sia sui familiari e sul personale
sanitario, rappresentando una delle maggiori priorità in ambito infermieristico
Le ulcere da pressione sono “zone localizzate di necrosi tissutale che compaiono quando il tessuto
molle viene compresso tra una protuberanza ossea e una superficie esterna per un periodo
prolungato di tempo”. Tale definizione appartiene alla NPUAP, (National Pressare Ulcer Advisory
Panel, 1989) ed è condivisa dalle nostre 2 più importanti associazioni in materia: AIUC e AISLEC.
Per individuare il livello di gravità di una lesione ci si avvale di sistemi di stadiazione dell’ulcera
basati sulla profondità del tessuto distrutto.
Gli stadi delle ulcere da pressione sono 4:
dal I° Stadio in cui c’è solo un interessamento
dell’epidermide, fino ad arrivare al VI° Stadio con la compromissione del tessuto muscolare, osseo
o alle strutture di sostegno (tendini o capsula articolare) .
Le lesioni da decubito sono la prova visibile di molteplici fattori che interagiscono fra di loro, questi
si possono suddividere in estrinseci: la pressione, le forze di stiramento o di taglio, l’attrito o
frizione e la macerazione; e intrinseci: la malnutrizione, l’anemia, la perdita sensitiva, la riduzione
della motilità, l’età avanzata, le malattie arteriose e l’ipotensione, l’alterazione dello stato mentale,
l’incontinenza e le infezioni.
Una delle tappe fondamentali, per procedere ai successivi processi di prevenzione e trattamento
delle lesioni da decubito, è costituita dalla valutazione del rischio soggettivo di contrarre una
lesione da decubito. Per fare questo ci si avvale dell’indice di rischio calcolato tramite apposite
scale di valore tra cui la Norton (1962) che prende in considerazione 5 fattori di rischio: situazione
fisica, condizioni mentali, attività, mobilità, incontinenza; e quella di Braden (1987) alla quale è
stato aggiunto un ulteriore valore di rischio: l’alimentazione.
Attraverso queste scale l’infermiere pianifica il percorso assistenziale del singolo paziente,
organizzando percorsi preventivi in base all’indice di rischio rilevato, ottenendo da un lato la
personalizzazione dell’assistenza, e dall’altro una ottimizzazione delle risorse.
L’INFERMIERE E LA PREVENZIONE
Non c’è dubbio che la miglior terapia per la cura dell LDD sia la prevenzione. Ogni strategia
preventiva deve avere origine da una corretta informazione e conoscenza della modalità di
insorgenza della lesione.
È importante, pertanto, conoscere i processi fisiopatogenetici che ne determinano la comparsa e ne
condizionano la prevenzione e il trattamento.
La prima fase del processo di prevenzione è l’individuazione del soggetto a rischio di lesione. Gli
interventi preventivi sono orientati al controllo dei fattori di rischio quali:
-
l’immobilità e l’inabilità;
-
l’incontinenza;
-
i fattori nutrizionali;
-
i livelli di coscienza alterati;
-
le patologie croniche
“Fare prevenzione significa credere che assistere il malato non è consentire solo la sopravvivenza
ma promuovere la qualità della vita” (E. Zanetti)
LE SUPERFICI DI APPOGGIO NELLA PREVENZIONE
Tra le principali cause estrinseche di sviluppo di Lesioni da Pressione particolare importanza
assume il fattore “pressione” intesa come compressione esercitata su alcune zone corporee in
maniera costante per un tempo più o meno prolungato.
Lo scopo della relazione è quello di evidenziare come è possibile contrastare i danni da
compressione utilizzando superficie di appoggio volte a ridurre la pressione di contatto dimostrando
come il corretto utilizzo di questi ausili può divenire un efficace intervento di prevenzione nella
comparsa delle lesioni da pressione.
Verranno descritti le principali superfici di appoggio di cui è dotato il Policlinico di Tor Vergata
descrivendo le caratteristiche tecniche e funzionali di ognuno.
ELEMENTO CHIAVE: LA MOBILIZZAZIONE
L’infermiere può acquisire competenze e capacità per conservare la mobilità e
l’indipendenza del paziente attraverso la conoscenza di tecniche appropriate per il trasferimento ed
il posizionamento del paziente. E’importante inoltre, che divenga il detentore delle informazioni
necessarie all’utilizzo dei dispositivi esistenti in commercio che consentono di ridurre la superficie
di contatto, ricordando a tale proposito, che la pressione sul piano di appoggio è la causa principale
dell’insorgenza delle Lesioni da pressione.
La relazione è indirizzata ad infermieri e fornisce procedure dettagliate , necessarie per
mobilizzare il paziente e per acquisire un’adeguata conoscenza dei dispositivi presenti nella
struttura di appartenenza affinché il rischio di lesioni da pressione si riduca e/o affinché il processo
di guarigione delle lesioni qualora presenti, migliori. Descrive dunque, come agire supportati da una
corretta diagnosi infermieristica, una pianificazione degli interventi infermieristici articolati da
determinate tecniche assistenziali, con l’ausilio di diversi dispositivi presenti in commercio e
contestualizzati all’interno della propria realtà lavorativa.
LE SCALE DI VALUTAZIONE COME STRUMENTO ASSISTENZIALE
Le scale di valutazione delle lesioni da decubito sono lo strumento di valutazione del rischio di
insorgenza, di evoluzione o involuzione di una lesione.
Esistono molte scale che possono essere utilizzate, ma le più complete sono quella di Norton e di
Braden. La scala di Braden è quella più in uso perché valuta anche la nutrizione che è un parametro
molto importante per la totalità della persona. L’uso delle scale prevede una valutazione e
rivalutazione in cui si rilevano e documentano cambiamenti di condizione delle lesioni.
LA WOUND BED PREPARATION
La relazione ha lo scopo di evidenziare le fasi della Wound Bed Preparation, che consente di
definire in maniera sistematica, i punti sui quali si deve articolare la strategia di trattamento delle
ferite croniche attraverso la comprensione dei meccanismi biologici che spiegano l’alterazione del
processo fisiologico di riparazione tissutale.
LE MEDICAZIONI AVANZATE E IL LORO UTILIZZO
Ad oggi il trattamento delle LDD, nonostante i numerosi studi sull’argomento, le linee guida e i
numerosi ausili e presidi in uso e le figure professionali coinvolte, evidenzia una disomogeneità di
comportamenti assistenziali. Ciò è determinato dal fatto che molti professionisti sanitari non
abbiano ancora ben chiaro lo scopo da attribuire alla medicazione prima ancora di scegliere il tipo
di medicazione da applicare. Le medicazioni possono essere utilizzate per proteggere la lesione, per
dare umidità alla zona interessata, per assorbire le secrezioni, per prevenire il sanguinamento, per
svolgere la funzione di debritment e per curare un’infezione. Pertanto, occorre, da parte
dell’operatore sanitario, un atteggiamento flessibile sul tipo di prodotti da usare in quanto il
processo di guarigione di una LDD è un processo dinamico.
Nel Policlinico Universitario di Tor Vergata numerosi sforzi sono stati fatti in merito alla
prevenzione ed al trattamento delle lesioni e questo per rafforzare e mettere in atto uno dei concetti
chiave della nostra attività: “ IL PRENDERSI CURA”.
IL DOLORE IN SEDE DI CAMBIO DELLA MEDICAZIONE
Uno dei problemi rilevanti, purtroppo ancora sottovalutato, è il dolore riferito al cambio di
medicazione delle lesioni da pressione. La ricerca scientifica si è concentrata principalmente sulla
cura delle lesioni, trascurando altri aspetti importanti quali il dolore e la qualità di vita durante il
trattamento delle lesioni stesse.
Lo scopo della relazione è quello di evidenziare quali fattori influenzano maggiormente il dolore
illustrando i principali metodi di contenimento durante il cambio di medicazione.
ESTRATTO DA : RELAZIONE SUL DATEBASE INFORMATICO“SAPER MEDICARE ”.
Ad oggi, gran parte del lavoro svolto dal personale infermieristico sulle attività assistenziali non è
valutabile o per un inadeguato sistema informativo o per mancata volontà degli infermieri nel
dimostrare alla persona assistita se tutto quello che si fa è realmente efficace. Il cittadino è sempre
più attento al contenuto della prestazione sanitaria che gli è offerta, a fronte di una maggiore
consapevolezza maturata dai mezzi di comunicazione di massa (televisione, quotidiani) che, con
sempre maggiore frequenza e intensità, affrontano tematiche sanitarie. In virtù del fatto che il
paziente divenga soggetto attivo del percorso di cura, costituisce un dovere deontologico
dell’infermiere il fornire risposte “Competenti” e “ Dimostrabili” sull’attività assistenziale erogata.
Il Policlinico di Tor Vergata persegue una grande mission, che è quella del divenire un “Ospedale
Umano”. Sicuramente, uno dei modi per rendere più “Umana” la nostra attività assistenziale è
quello di dimostrare, quotidianamente, che la finalità del nostro operato è di migliorare la qualità di
vita del paziente. Per poter fare ciò, è stato progettato un database, denominato “Saper medicare”,
che documenta tutti i pazienti, afferenti all’AFA medicina, che presentano lesioni da decubito. In
questo programma informatico, oltre a rilevare i dati relativi alla valutazione della lesione, vengono
inserite le fotografie delle lesioni e questo per dimostrare se il trattamento della lesione da decubito
abbia avuto efficacia e beneficio per il paziente.