C`è Leonardo a Torino a festeggiare l`Unità d`Italia

Transcript

C`è Leonardo a Torino a festeggiare l`Unità d`Italia
54
L’ECO DI BERGAMO
GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2011
Cultura
A
Alessandro Perissinotto
sabato a Villa di Serio
Il festival dei narratori italiani «Presente
Prossimo» continua sabato (ore 18), biblioteca di Villa di Serio, con Alessandro
Perissinotto (alle 10,30 all’Isis di Albino).
[email protected]
www.ecodibergamo.it
a
C’è Leonardo a Torino
a festeggiare l’Unità d’Italia
Da oggi al 29 gennaio 2012 «Il genio, il mito»: oltre 60 opere, il fulcro è l’«Autoritratto»
Scenografia del premio Oscar Dante Ferretti, esposti gli autografi della Biblioteca Reale
PIER GIUSEPPE ACCORNERO
a La Reggia di Venaria
Reale per un genio: l’Autoritratto
e altre celebri opere di Leonardo
da Vinci in mostra da oggi al 29
gennaio 2012, la migliore conclusione delle celebrazioni per il 150°
dell’Unità d’Italia. Il dipinto per
la prima volta è esposto in una
grande mostra con altre opere di
Leonardo e degli artisti che nei secoli si sono ispirati a lui.
L’Autoritrattoè il fulcro dell’evento «Leonardo. Il genio, il mito»
negli ampi spazi, 1.700 metri quadrati, della settecentesca Scuderia Grande di Filippo Juvarra della Reggia. L’affascinante itinerario espositivo è esaltato dalla scenografia ideata dal premio Oscar
Dante Ferretti. Sono già prenotate oltre 25 mila persone, dall’Italia e dall’estero.
La mostra
Indaga l’opera di Leonardo attraverso una trentina di disegni originali provenienti da importanti
istituzioni italiane ed estere e alcuni scritti raccolti intorno
all’Autoritratto, abitualmente
conservato nel caveau della Biblioteca Reale di Torino. Una serie di opere dal XV al XX secolo
raccontano l’importanza della fisionomia del genio nell’arte antica, moderna e contemporanea.
Una biografia ragionata illustra il
contesto sociale, l’ambiente culturale, i molteplici campi di attività del Maestro, rappresentante
del carattere italiano. Oltre 60
opere compongono la mostra. Il
percorso si snoda attraverso tre
macchine ispirate ai disegni di
Leonardo: «Viti senza fine»,
«Macchina cimatrice» e «Testa
per il cavallo» per il monumento
Sforza, mai realizzato. Spettacolari proiezioni sulle pareti mostrano l’«Autoritratto». Il videoinchiesta di Piero Angela indaga
sulla fisionomia dell’artista con la
collaborazione del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) dei
Carabinieri di Parma.
Il genio e il volto
È il cuore della mostra. Curata da
Carlo Pedretti, Paola Salvi e Clara Vitulo, direttrice della Biblioteca Reale di Torino, presenta il
ciclo completo dei 13 fogli autografi di Leonardo appartenenti alle collezioni della Biblioteca Reale. Prestigiosi prestiti nazionali e
internazionali integrano la raccolta con particolare attenzione
ai temi del volto, della natura, dell’anatomia umana, delle macchine. La sequenza è impreziosita
dalle nuove attribuzioni dei fogli
leonardeschi. Pedretti, che lavo-
Il percorso si snoda
attraverso
tre macchine
ispirate ai disegni
ra al Hammer Center for Leonardo Studies di Los Angeles, attribuisce al Maestro di Vinci la Testa di vecchio (1508-1510) proveniente dalla Biblioteca Reale,
mentre inedita e mai esposta è la
Testa di vecchio (1490 circa) di
Leonardo e allievo, proveniente
da una collezione privata di New
York. Ci sono il Ritratto di Leonardo da Vinci(1515 circa) di Francesco Melzi, disegno su carta delle
Collezioni Reali Windsor, che rivela un viso più giovane di quello
che abitualmente si conosce; Il
volto di fanciullae gli Studi di carri d’assalto falcati; il manoscritto
Codice del volo degli uccelli, illustrato da disegni a penna e sanguigna, nelle cui pagine si nasconde un probabile autoritratto di
Leonardo giovane; il Ritratto di
Leonardo da Vincia sanguigna, attribuito a Marco D’Oggiono e
Francesco Melzi; la Caricatura di
vecchio e studio di congegno meccanico che Leonardo dipinse con
un inchiostro color seppia. Alcune opere provengono dalla Royal
Collection di Windsor Castle, dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano, dall’Accademia di Venezia,
dagli Uffizi di Firenze.
Venaria Reale di Torino
Nella storia dell’arte
Una selezione dei lavori da fine
Quattro-cento a tutto l’Ottocento narrano, nelle arti e nella cultura, la fisionomia dell’artista che
diventa l’icona del genio rinascimentale. Paolo Giovio nel 15231528 la descrive «d’indole affabile, brillante, generoso, di volto
straordinariamente bello». C’è il
volume Le vite de’ più eccellenti
pittori, scultori e architettori di
Giorgio Vasari; il dipinto Ritratto
di Leonardo di Cristofano di Papi
detto Cristofano dell’Altissimo
(1552-1605); l’incisione con il bulino Ritratto di Leonardodel 1812;
del milanese Giovan Ambrogio
Figino è il ritratto a matita rossa
di Eraclito, disegno preparatorio
per la tavola dei filosofi Eraclito e
Democrito del 1570 circa. Nell’arte moderna e contemporanea il
mito di Leonardo non tramonta,
anzi riesplode. Accanto alla dissacrante Gioconda con i baffi(«L’envers de la peinture») di Marcel
Duchamp, ci sono l’Uomo vitruviano in legno dipinto di Mario
Ceroli; l’Ultima Cenareinterpretata da Andy Warhol nel 1987 e
da altri artisti, come David La
Chapelle che, in una foto digitale, ha fissato un gruppo di giovani intorno a un tavolo, con al
centro Gesù dal volto ascetico. Il
Trattato della pitturadi Leonardo contiene le osservazioni sul
paesaggio. ■
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’allestimento della mostra è curato da Dante Ferretti FOTO ANSA
Cinema e tv
A
Sceneggiato
con Leroy
sullo schermo
A
Una serie di proiezioni in una saletta
permette al pubblico di approfondire
la conoscenza del pittore. Si può vedere lo sceneggiato Rai del 1971 «La
vita di Leonardo da Vinci», scritto e diretto da Renato Castellani con Philippe Leroy e il bergamasco Giulio Bosetti; dal Centro di sperimentazione di cinematografia-Cineteca nazionale di
Roma arriva il «Leonardo da Vinci» di
Cassini Rizzotto e Corsi del 1919; dalla
Cineteca di Bologna «Leonardo da
Vinci» di Emmer, «Leonardo da Vinci
pittore» di Elio Gagliardo del 1979 e
«Il diario di Leonardo» di Giuseppe
Purificato e Jan Svankmaje del 1975.
L’ORO INVISIBILE DEL CENACOLO La
mostra «L’oro invisibile» offre un’in-
terpretazione dell’«Ultima Cena» attraverso una serie di sculture in pietre preziose elaborate dall’Atelier
Manfredi, nel cuore di Brera. La rassegna si chiude con uno spazio multimediale: una video-riproduzione digitale animata in scala 1 a 1 dell’«Ultima
Cena» consente di analizzare nei dettagli le fisionomie e le espressioni in
uno dei capolavori del Maestro. Il sofisticato sistema informatico permette al visitatore di esplorare l’affresco
con l’impiego di sei iPad. Su un pannello è esposto il volto del Cristo, che
sottolinea gli aspetti del restauro del
«Cenacolo» durato vent’anni, dal
1979 al 1999.
NOTIZIE UTILI Biglietti: intero 12 euro,
ridotto 8 (over 65, under 18 anni, disabili), gruppi 8, scuole 5. Percorsi in
auto: la tangenziale Torino-Nord, uscita Venaria Reale-Reggia oppure uscita Savonera-Scuderie juvarriane. Per
le prenotazioni e le visite guidate si
può telefonare al numero +39 011
4992333, o sul sito www.leonardoallavenariareale.it
Scuola di Leonardo, «Testa di vecchio»
«Studi di proporzioni del volto», 1489-90
a
Ancora otto giorni per le Nature morte di Ceruti
a Giacomo Ceruti è stato
per molto tempo un pittore manifesto, quasi una bandiera ideologica. Il Pitocchetto (come veniva chiamato) era la dimostrazione lampante che anche nel Settecento – il secolo dei Lumi – la povertà e la miseria potevano essere raccontate con amore e pietà.
E da chi se non da un povero ci si
poteva aspettare una tale azione
di riscatto? Nel testamento del
1762, steso cinque anni prima di
morire, scriveva di voler essere
seppellito da povero – essendo
veramente tale – nella chiesa parrocchiale dove sarebbe morto. Le
grandi tele che raffigurano i pitocchi, i reietti e i miserabili del
suo tempo, ora si conservano nei
musei, non solo in quelli della
Lombardia – che è stato lo scenario principale della sua attività –
ma anche in Germania, Irlanda,
Spagna. La rinascita dei pittori
della realtà ha una lunga storia
che non sembra essersi ancora
arrestata. Diverso il caso della
produzione d’invenzione e di storia, dove Ceruti non eccelle, tanto che si è parlato di un caso di
«dissociazione psichica». Ma non
c’è da impressionarsi troppo di
fronte a questa disparità che è ti-
pica di una tradizione anti-classica e anti-accademica, di una famiglia di pittori che a suo modo
ha fatto una rivoluzione, con il
pennello in mano. Se Ceruti è un
genio nella descrizione della
realtà, chissà cosa può aver fatto
nel genere della natura morta?
Con questa curiosità in testa, i
principali studiosi di Ceruti si sono messi sulle tracce delle poche
testimonianze conosciute. Ancora fino a qualche decennio fa, le
nature morte di Ceruti si contavano sulle dita di una mano.
Quindi, quella che è stata organizzata dalla Fondazione Credito
L’allestimento nel palazzo del Credito Bergamasco a Porta Nuova
Bergamasco può essere considerata, a tutti gli effetti, un’esposizione pionieristica: «Giacomo
Ceruti. Nature morte» (aperta fino al 25 novembre al palazzo del
Credito Bergamasco, in largo
Porta Nuova). La stessa curatrice
della mostra (una decana degli
studi sul Ceruti) ha dichiarato
che «ancora molto resta da fare,
non tutto è chiaro nel percorso
del pittore». Con queste parole rivolte alla platea Mina Gregori ha
inaugurato l’esposizione. Da allora è già tornata sul luogo del delitto due volte. Il motivo: guardare e riguardare le nature morte di
Giacomo Ceruti, prima che tornino nel chiuso delle collezioni
private dalle quali provengono.
Tolto il dipinto di Palazzo Pitti a
Firenze, le altre 24 tele sono –
55
L’ECO DI BERGAMO
GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2011
a
POLARESCO
a
Mostra su cultura giovanile
e produzione musicale
La mostra «300 demo - Cultura
giovanile e produzione musicale
a Bergamo dagli anni Novanta ad
oggi» apre questo pomeriggio alle 18,30 allo Spazio Polaresco (via
del Polaresco 15 in città). Si tratta di un’esposizione di trecento
demo o autoproduzioni di altrettanti singoli artisti e gruppi bergamaschi degli ultimi vent’anni:
dai suoni e supporti ai modelli
simbolici, stili di vita e comportamento adottati nel tempo dai giovani. Allestita fino all’8 dicembre
e promossa dall’assessorato alle
Politiche Giovanili del Comune
di Bergamo nell’ambito del progetto «In&aux: nuove generazioni generano nuovi suoni», la mostra prevede anche quattro in-
contri, «Message in a bottle», in
programma alle 21, sempre al Polaresco. Parafrasando i Police, i
primi a inviare un s.o.s. al mondo
sul tema «Come ho messo la mia
musica in bottiglia. Dal demotape alla rete: esperienze a confronto», saranno Carlo «Skizzo» Biglioli, musicista de La Famiglia
Rossi, Marco Ghezzi dei Sakee
Sed, Tiziano «Bepi» Incani dei
Bepi & The Prismas, Roberta
Sammarelli, bassista dei Verdena, il bluesman Robi Zonca. I
prossimi incontri saranno il 23 e
il 30 novembre e il 7 dicembre. La
mostra, a ingresso gratuito, è
aperta dal martedì al venerdì dalle 15 alle 22, il sabato e la domenica dalle 18 alle 22.D. M.
a
Fronte ampia e sguardo fiero
È lui l’uomo del Rinascimento
a Sono forse Michelangelo e Caravaggio, nell’immaginario collettivo, i due artisti che
attirano maggiormente l’attenzione e le simpatie del popolo.
Il primo perché aveva un carattere tempestoso, ma anche per
il titanismo del lavoro e per l’orgoglio di mettersi contro i potenti. Il secondo per l’esuberanza del temperamento: era un
«pittore maledetto» ante litteram.
Ma se si guarda all’artista e al
suo desiderio di provare tutte le
esperienze e le discipline nelle
quali si è cimentato, è indubbio
che la palma del vincitore vada
a Leonardo da Vinci (14521519): pittore, scultore, architetto, ingegnere, scienziato, uomo d’ingegno e talento universale del Rinascimento, che incarna lo spirito dell’epoca e lo
porta al culmine nei diversi
campi dell’arte, della scienza e
della conoscenza. È disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, musicista, progettista,
inventore, uno dei più grandi
geni dell’umanità.
Leonardo, «Autoritratto», sanguigna, 1515
L’unico sicuro dell’artista
Fronte ampia e sguardo fiero,
l’Autoritratto rimanda all’uomo
e al genio del Rinascimento.
L’unico sicuro dell’artista, il disegno a sanguigna su carta
(33,5x21,6 cm), è databile al
1515 negli ultimi anni di vita
quando viveva in Francia al servizio di Francesco I. Dopo la
morte disegni, manoscritti e
appunti vanno in eredità al fedele collaboratore Francesco
Melzi, che li porta nella sua villa a Vaprio d’Adda (Bergamo).
Gli eredi Melzi disperdono la
collezione. L’Autoritratto ricomparve a inizio XIX secolo a
Milano e poi scompare fino al
1839, quando un collezionista lo
vende a re Carlo Alberto di Savoia, insieme ad altri disegni
leonardeschi e ad altri disegni
di Raffaello e Michelangelo.
Dalle collezioni Savoia confluisce alla Biblioteca Reale di Torino.
Le opere sono presentate
nella mostra del 1975 «Disegni
Leonardo da Vinci «Testa di fanciulla», sanguigna su carta, 150810, Torino, Biblioteca Reale
praticamente – invisibili al pubblico. Anche per questo motivo è
un’occasione rara vedere questa
mostra e l’assiduità di Mina Gregori ne è la prova provata. Nell’ultimo sopralluogo la studiosa si è
accorta di un dato che merita di
essere rivelato. Chi entra nella sala espositiva è immediatamente
attratto dalla Natura morta di pesci e crostacei proveniente dalla
collezione di Johann Matthias
von Schulenburg. Un dipinto
blindato, già documentato nel
1736. Sono gli anni fortunati di
Ceruti, in viaggio da Brescia a Verona, fino a Venezia, al seguito del
potente maresciallo della Repubblica di Venezia. Passato questo
quadro ci si imbatte in due olii su
carta siglati, smaglianti di pittura
e di raffinatezze chiaroscurali. In-
fine si giunge nella sala dei quadri
di grandi dimensioni dipinti – si
suppone – durante il soggiorno
piacentino del pittore. Prima di
lasciare la mostra l’attenzione è
rapita da due tele orizzontali, raffiguranti Nature morte di uccelli, considerate opere tarde. Sono
pendantche offrono il risultato di
una battuta di caccia. I pennuti
misurano lo spazio e lo scandiscono con i loro corpi morti. Se si
legge il catalogo (distribuito gratuitamente ai visitatori) ci si accorge che verso questi animali –
secondo quanto scrive la curatrice – il pittore manifestava compassione, un sentimento che forse è più comprensibile nei nostri
tempi. Insomma ecco la sorpresa: girando uno di questi due quadri Mina Gregori si è accorta che
sulla tela è segnata un’iscrizione:
«Giacomo Ceruti 1734». Un colpo di teatro che rimescola le carte, almeno quelle della cronologia.
La mostra di Giacomo Ceruti
ha avuto un grande successo di
pubblico. Gli organizzatori hanno calcolato finora un’affluenza
di oltre 7.000 visitatori. Ciò si
spiega grazie alla novità dell’esposizione ma anche grazie al fatto
che la Fondazione Credito Bergamasco organizza delle visite guidate gratuite. Durante il prossimo fine settimana, negli orari di
apertura della mostra, i visitatori saranno accompagnati da una
guida preparata a conoscere e capire i segreti delle nature morte
di Ceruti: la storia, lo stile, la vicenda biografica dell’autore. La
di Leonardo e della sua scuola»;
nel 1989 alla rassegna «Da Leonardo a Rembrandt». Per le
Olimpiadi invernali nelle Valli
torinesi nel febbraio 2006, la
Biblioteca Reale presenta
l’Autoritratto, lo studio per l’angelo della Vergine delle Rocce e
il Codice sul volo degli uccelli.
La novità della mostra
La novità della mostra alla Reggia di Venaria, rispetto a quella
realizzata del 2006, è costituita
dalla possibilità unica di confrontare i disegni della raccolta
torinese con un significativo
numero di disegni collegati, incentrando la riflessione sul volto del Maestro. La mostra, in un
primo momento era progettata
per il caveau della Biblioteca.
Ma le opere esposte sono talmente straordinarie che la Direzione per i Beni culturali e
paesaggistici del Piemonte ha
ritenuto che la sede ideale fossero le Scuderie Juvarriane del-
la Reggia di Venaria. La scelta
consente un poderoso ampliamento dell’esposizione e permette di vedere, in via eccezionale, entrambe le facciate dei
fogli leonardeshi che recano disegni sul recto e sul verso, normalmente visibili su una sola
facciata nelle vetrine della Sala
Leonardo della Biblioteca.
Saranno dunque visibili i disegni vergati sul verso del Ritratto di fanciulla e sul verso degli Studi di proporzione del volto e dell’occhio. Questi due disegni consentirono allo studioso
Carlo Pedretti nel 1975 di riconoscere l’unicità dei due disegni, inventariati nella collezione reale quali fogli singoli. Sarà
anche leggibile, sul verso del disegno degli Studi di gambe virili,
il commento sarcastico di Leonardo sulla «cieca ignoranza
che non permette di conoscere
la vera luce». ■
P. G. A.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
mostra rimarrà aperta solo fino a
venerdi 25 novembre. Le visite
guidate gratuite sono previste nei
giorni di sabato 19 e domenica 20,
dalle 11 alle 19 (orario continuato). Le visite inizieranno nei seguenti orari: 11, 12, 14,30, 15,30,
16,30, 17,30, 18,15. Da lunedì a venerdì la mostra è aperta (sempre
con ingresso libero) durante gli
orari della filiale: 8,20-13,20 e
14,50-15,50. Nel prossimo fine
settimana anche un percorso tra
alcuni capolavori recentemente
restaurati dalla Fondazione Credito Bergamasco: «Via pulchritudinis»: itinerario tra opere di Botticini, Romanino, Moretto, Lotto,
Cifrondi e altre opere di Ceruti
della collezione permanente dell’istituto di credito. ■
Simone Facchinetti
G. Ceruti, «Natura morta di pesci e crostacei», Ginevra, Galleria Rob Smeets