Riorganizzazione territoriale del partito
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Riorganizzazione territoriale del partito
RIORGANIZZAZIONE TERRITORIALE DEL PARTITO Documento di sintesi La segreteria nazionale, nelle sedute del 15 gennaio e del 12 febbraio u.s., ha avviato la discussione sulla forma organizzativa del partito a livello territoriale, ponendo l’accento sulla necessità di una sua rivisitazione in grado di adattarla ai mutamenti istituzionali in atto, ovvero già completati. Come noto, l’attuale assetto organizzativo del partito si basa, sostanzialmente, su quattro livelli decisionali: sezionale, provinciale, regionale e nazionale. Le riforme istituzionali in discussione presso le aule parlamentari, nonché quelle già deliberate – come la legge 56/2014, c.d. “Legge Delrio” – impongono un ripensamento delle categorie di organizzazione del nostro soggetto politico, per renderlo più aderente al mutato quadro istituzionale. In questa prospettiva, è stata avviata una riflessione sulle seguenti direttrici: a) Sostituire alle Federazioni provinciali una struttura di città metropolitana per le dieci città individuate dalla nuova normativa come sede di tale forma istituzionale: l’organo di vertice politico del partito in tali territori avrebbe il compito di coordinare ed attuare le proposte PSI, promuovendo gli opportuni raccordi con gli amministratori e gli iscritti al partito che ricadano in questi nuovi ambiti. b) Confermare l’organizzazione territoriale del partito imperniata sull’ambito provinciale. c) Preservare le Federazioni regionali come luogo di coordinamento tra le diverse strutture di collegio, con particolare attenzione ai profili dell’autonomia politico-organizzativa da contemperare, tuttavia, con la proiezione nazionale del partito. d) Affidare i compiti principali di tesseramento in loco ai responsabili dei collegi elettorali (o Federazioni provinciali nella fase transitoria), con ruolo di verifica e completamento da parte delle strutture regionali, così da sensibilizzare sempre più la periferia rispetto al centro e monitorare con maggiore certezza i flussi in entrata e in uscita dal partito. e) Promuovere un utilizzo polifunzionale delle sedi locali PSI, con cessioni gratuite e/o onerose delle sezioni del partito ad associazioni, comitati ed altre organizzazioni: in tal modo, non solamente rafforzeremmo la nostra presenza nelle comunità locali, ma otterremmo (se del caso) anche una piccola fonte di entrata per le attività a livello decentrato. La segreteria nazionale, nel confermare l’attuale assetto basato sulla dimensione provinciale, ha tuttavia valutato l’opportunità di procedere ad una modifica di tale assetto qualora venisse perfezionata la riforma elettorale, già approvata in prima lettura dalla Camera e dal Senato: come noto, questo sistema prevede la divisione del territorio nazionale in 100 collegi plurinominali di dimensioni territoriali pressoché corrispondenti alle attuali province. Pertanto, la discussione sul punto è stata aggiornata al momento in cui verrà resa nota l’esatta dimensione territoriale dei collegi elettorali, con la possibilità, quindi, di parametrare i livelli decisionali del partito sul nuovo assetto istituzionale, in modo da assicurare omogeneità tra gli ambiti politico-elettorali di riferimento. f) Favorire la costituzione di circoli tematici all’interno delle sedi PSI, in modo da coniugare l’impegno partitico con la sensibilizzazione nei riguardi di particolari istanze, a tutto vantaggio del maggiore coinvolgimento dei cittadini nella conoscenza delle proposte socialiste. g) Riconoscere nella “Fondazione Socialismo” il centro della formazione politica di dirigenti e militanti PSI, mediante corsi rivolti a tale scopo. Il presente documento di sintesi tiene conto dei contenuti emersi nel corso delle riunioni della segreteria nazionale, nonché dei suggerimenti formulati dalle Federazioni regionali del partito.