Centro Studi CNI - 17 maggio 2012

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Centro Studi CNI - 17 maggio 2012
Centro Studi C.N.I. - 17 maggio 2012
INDICE RASSEGNA STAMPA
Centro Studi C.N.I. - 17 maggio 2012
RIFORMA DELLE PROFESSIONI
Italia Oggi
17/05/12 P. 40
Arriva la schiarita sulla riforma
Benedetta Pacelli
1
RC PROFESSIONALE
Sole 24 Ore
17/05/12 P. 24
Per la Rc professionale Inarcassa si affida ai Lloyd's e al gruppo Willis
2
APPALTI PUBBLICI
Italia Oggi
17/05/12 P. 33
Appalti, dall'8 giugno rischio stop
Andrea Mascolini
3
Per le grandi incompiute 31 miliardi bloccati
Barbara Corrao
4
La dieta controversa, radiato il guru Dukan
Paolo Baldini
5
INFRASTRUTTURE
Messaggero
17/05/12 P. 6
DEONTOLOGIA PROFESSIONI
Corriere Della Sera
17/05/12 P. 28
Indice Rassegna Stampa
Pagina I
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Un dpr dettera la road map che gli ordini dovranno seguire
Pagina a cura
DI BENEDETTA PACELLI
chiarita sulla riforma
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teror della giusti zia,
4 / /Ginfatti, a sorpresa gioca le sue carte . Con un testo
che, anche se sconosciuto a
tutti , secondo quanto risulta
a ItaliaOggi , potrebbe essere
pronto già entro la prossima
settimana . Ma tra le categorie
professionali c'è chi promette
battaglia , annunciando ricorsi contro un provvedimento
giudicato incostituzionale (si
veda IO del 15 maggio), e chi
invece, come la presidente del
Cup, Marina Calderone , auspica un'eventuale slittamento dei
tempi ( 31 dicembre 2012) per
applicare la riforma . In questo
generale stato di confusione, le
intenzioni dei piani alti di Via
Arenula sarebbero , comunque,
quelle di tirare dritto e costruire l'ossatura del dpr entro una
settimana . A partire da quella
cornice generale di principi, poi,
le singole categorie emaneranno provvedimenti di autoregolamentazione . Il tutto mentre
l'atteso regolamento sulle Società tra professionisti (Stp)
langue e quello sui parametri
per le liquidazioni giudiziali,
invece, è in via di conclusione
REGOLAMENTI
PRINCIPI
Accesso
Iscrizione agli albi, Sportello unico, Carta professionale digitale.
Formazione
continua (entro
sei mesi)
Tirocinio (entro
sei mesi)
Requisiti minimi ai fini dell'aggiornamento e della formazione
continua (individuazione e valutazione crediti, attribuzione e funzioni degli ordini ecc.).
Modalità di svolgimento, tempi di durata, contenuti ed eventuali
convenzioni stipulate con il Miur.
Condizioni generali per la responsabilità professionale possono
essere negoziate dai Consigli o dagli enti di previdenza.
Limiti necessari a garantire la correttezza della pubblicità informativa e i casi di pubblicità lesivi della dignità professionale.
Il Consiglio disciplina l'organizzazione ed il funzionamento dei
comitati di disciplina nazionale e territoriale (da istituire entro 12
mesi) e il loro eventuale scioglimento.
Le attribuzioni e le funzioni amministrative dei Consigli degli organismi professionali territoriali e nazionali a seguito delle modifiche
con l'introduzione dei Comitati di disciplina.
Assicurazione
Pubblicità
Funzione disciplinare
Funzione amministrativa
definitiva.
Il testo di riforma
Secondo alcune indiscrezioni
trapelate da ambienti vicini al
ministero della giustizia, le intenzioni dell'ufficio legislativo (tre
magistrati, due per le professioni
tecniche e uno per tutte le altre)
sarebbero, dunque, quelle di mettere a punto un dpr snello e con
pochi punti demandando, poi, a
specifici regolamenti la riforma
delle singole categorie. Nessuna
preoccupazione dunque se, secondo
la giurisprudenza costituzionale,
il decreto di delegificazione non
potrà essere applicato a tutti. Lintenzione è quella di fare in fretta
e mettere nero su bianco i principi
chiave contenuti nei quattro diversi provvedimenti che si sono
succeduti a partire dallo scorso
agosto (legge 148/2011; legge di
stabilità 183/2011; decreto salva Italia 201/2011; decreto-legge
24/011 2012, n.1) e che impongono
agli ordini di adeguarsi ai princìpi
di libero accesso alla professione,
formazione continua, tirocinio, preventivo, assicurazione obbligatoria,
pubblicità. In assenza di riforma,
saranno abrogati gli ordinamenti
in contrasto con tali princìpi.
stata posto sul decreto ministeriale che dovrà contenere i
parametri per i compensi nelle
liquidazioni giudiziali, secondo
alcune indiscrezioni, ormai ultimato. Ma come sono stati stabiliti questi parametri? Per le
professioni tecniche si è tenuto
conto del valore dell'opera e, a
partire da questo, è stata elaborata una formula da applicare
a seconda del tipo dell' opera
(edilizia, infrastrutture, impiantistica). Più complesso, invece, il lavoro per le professioni
economico-legali: in questo caso
si è puntato prevalentemente (ma non solo) sul principio
della vacazione che, nei precedenti sistemi tariffari rendono
il fattore tempo come elemento
principale di valutazione. Infine
resta il mistero sul regolamento
che dovrebbe disciplinare l'esercizio della professione in forma
societaria, le Stp. La bozza di
provvedimento, composto da 15
articoli, è all'esame del ministero dello sviluppo economico e,
successivamente, sarà inviato
al Consiglio di stato. Ma di questo gli ordini non sanno nulla.
Gli altri provvedimenti
Grande attenzione, invece, è
Riforma delle professioni
Pagina 1
INGEGNERI E ARCHITETTI
Per la Rc professionale Inarcassa
si affida ai Lloyd's e al gruppo W' 's
Gli architetti e gli ingegneri si
affidano ai Lloyd's e al gruppo
di brokeraggio Willis per
coprire ipropri rischi
professionali. L'Inarcassa,
l'organismo di previdenza
delle due categorie (i6omila
iscritti), ha sottoscritto una
convenzione coni suoi partner
per assicurare i rischi di Rc
professionale che da agosto
diverrà obbligatoriaper legge.
La convenzione, presentata
ieri a Roma, è già in vigore da
aprile evi hanno già aderito ,
RC professionale
oltre mille iscritti Inarcassa.
Nell'ambito dell'accordo
Lloyd's fornirà le coperture
assicurative vere e proprie
mentre Willis si occuperà di
distribuzione e gestione dei
sinistri. «I Lloyd's - spiega il
country manager Enrico
Bertagna -vantano una
leadership in Italia nel ramo Rc
professionale e responsabilità
degli amministratori (le
cosiddette D&O), dove
raccolgono ogni anno premi
per circa iso milioni». (R. Sa.)
Pagina 2
scattano le disposizioni del dpr20Y201(). F, le p. ci. in diffic oltà Sfanno bloccando i bandi
1-1- 5 Pu gi-lo rISCI1-1-0 stop
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Di ANDREA
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SCOLINI
all' 8 giugno si rischia il
blocco degli appalti di lavori pubblici a causa dei
ritardi nella emissione
dei nuovi certificati dei lavori da
parte delle stazioni appaltanti.
E questo il grido di allarme che
viene lanciato dal Partito Democratico che, raccogliendo anche
la forte preoccupazione del settore delle imprese di costruzioni,
martedì ha presentato (a firma
di Raffaella Mariani, capo gruppo in Commissione ambiente
della camera) una risoluzione
parlamentare volta a impegnare il governo a trovare una
soluzione al possibile impasse
determinato dalla cessazione di
numerose attestazioni SOA per
importanti categorie di lavori. Il
problema nasce con riguardo ad
una norma del dpr 207/2010 (il
Regolamento attuativo del Codice dei contratti pubblici) entrato in vigore l'8 giugno 2011
(l'articolo 357, comma 14) che
stabilisce per alcune categorie
di lavori (fra le quali le categorie generali OG 10 e 11, opere
impiantistiche, e le categorie
specializzate OS 2,7,8, 12, 18,
20 e 21) la cessazione della validità dei certificati entro 6 mesi
(8 dicembre 2011, termine poi
prorogato per legge all'8 giugno
2012) e l'obbligo di remissione
dei certificati secondo le nuove
regole del dpr 207. La questione
riguarda ad esempio, la categoria OG 11 per la quale l'impresa
generale è tenuta (art. 79, comma 16) a documentare almeno
il 40% di lavori svolti in 0S3 e il
70% sia in OS 28, sia in OS 30.
Per la remissione dei certificati
le stazioni appaltanti dovrebbero prendere in considerazione i
dati relativi a progetti realizzati
negli anni precedenti e calcolare
le quote dei lavori appartenenti alle categorie specializzate,
al fine di verificare se siano ri-
Appalti pubblici
ardo s u i nuo vi ce rt ifi c a ti d ei la v or i
spondenti ai parametri previsti
nel dpr 207/2010. Fino ad oggi,
si legge nella risoluzione del Pd,
la proroga di sei mesi «non è servita ad attuare la necessaria accelerazione delle procedure per il
rilascio dei certificati, ancora in
forte ritardo, con effetti negativi sulla capacità delle imprese a
partecipare alle gare bandite con
le categorie oggetto di modifica».
Inoltre le stazioni appaltanti,
alla luce delle difficoltà derivanti
dall'aggiornamento dei certificati (evidenziate anche dall'Autorità per la vigilanza sui contratti
pubblici, nella sua relazione al
Parlamento dell'anno scorso),
sembra che stiano fermando
l'emissione di nuovi bandi di
gara, con le nuove categorie, in
attesa di capire cosa succederà.
Nella risoluzione parlamentare
si chiede un intervento del governo per accelerare la remissione
dei certificati e «ogni utile iniziativa» per evitare «effetti distorsivi per la concorrenza derivanti
dalla applicazione delle nuove
regole del dpr 207 del 2010 a
danno delle imprese nazionali
a favore di quelle comunitarie».
Peraltro andrebbe valutato anche il fatto che effetti distorsivi
sulla concorrenza si potrebbero
verificare anche all'interno del
mercato nazionale se, come risulta a ItaliaOggi, alcune imprese si sarebbero già premurate di
acquisire le nuove certificazioni
sulla base delle nuove regole e,
quindi, non avrebbero interesse,
ovviamente, a una nuova proroga. Il problema, articolato e complesso, sembra comunque essere
all'attenzione dei tecnici del dicastero di Porta Pia, in attesa di
soluzioni di natura politica che,
a questo punto, non dovrebbero tardare. Va infatti ricordato
che il governo, in un imminente
decreto-legge, dovrebbe emanare
una delega per riformare il sistema di qualificazione delle imprese, e quella potrebbe essere la
sede appropriata per risolvere la
questione. Ma occorrerebbe una
proroga ulteriore per evitare
il temuto blocco degli appalti.
Una vera e propria corsa contro
il tempo.
©Piproduzione riservata
Pagina 3
Confcommercio ha presentato
il Libro bianco sui Trasporti in Italia
Nell'alta velocità erav amo i primi
ora siamo ultimi tra i Big europei
Per le Bandi incompiute 31 miliardi bloccati
Si í tratta dí 27 opere viarie che h
di BARBARA CORRAO
ROMA - Strade, autostrade,
treni, trasporti pubblici locali e
non: se tra il 2001 e il 2010
l'Italia avesse messo in campo
gli stessi interventi della Germania e quindi avesse raggiunto gli stessi standard, «si sarebbe registrato un incremento di
Pil pari a 142 miliardi». La
stima è della Confcommercio
che ha presentato ieri il suo
Rapporto sui Trasporti in Italia
(meglio non chiamarlo Libro
Bianco, osserva il Centro Studi
dell'associazione, ricordando il
maxi-tomo da 500 pagine pubblicato annualmente dal governo). E' quella delle infrastrutture, afferma, la vexata quaestio
che blocca il Belpaese. Senza
rincorrere laGerrnaniamalimitandosi a migliorare i collegamenti tra il Nord e il Sud dell'Italia, l'effetto virtuoso sul Pil
avrebbe raggiunto 50 miliardi.
Ma soprattutto: ci sono 27 grandi opere viarie rimaste incompiute. Insieme valgono 31 miliardi e hanno accumulato ritardi che vanno da un minimo di 5
anni ad un massimo di 50 in
alcuni, e per fortuna limitati,
casi (per esempio, il tunnel Rapallo Fontanabuona in Liguria
e la trasversale Fano-Grosseto
in Toscana).
E siamo così arrivati al nocciolo del problema: le infrastrutture e la crescita. «La verità si legge nel Rapporto Confcom-
o accumulato rítardí fmo a 5 0
del gambero: è così che nel
1990 l'Italia era all'avanguardia con 224 km di ferrovia ad
alta velocità (la Roma-Firenze)
contro i 90 della Germania e lo
zero assoluto della Spagna. Nel
2010, però, ci siamo ritrovati
con 699 km aggiuntivi di rete
contro i 2.056 km spagnoli realizzati nello stesso periodo.
«Nessuno ha la bacchetta
magica, nè i governi politici nè
quelli tecnici. Ma con il contributo di tutti una nuova stagione va aperta» per l'infrastrutturazione del Paese, chiede il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli. Il governo punta sui
project bond, «dobbiamo pretenderli dall'Europa», afferma
il ministro dello Sviluppo Passera. «A breve arriveranno in
consiglio dei ministri», promette il viceministro Mario Giaccia che tira le somme: «Finora
abbiamo deciso impegni che
porteranno ad una spesa complessiva, tra pubblico e privato,
per circa 45 miliardi con uno
stimolo alla crescita di 2-3 punti di pil nel triennio». L'ultima
battutaè per il Ponte sullo Stretto. «Siamo alle riflessioni finali: saprete qualcosa in un paio
di settimane», conclude Giaccia. Prima bisognerà risolvere
il nodo delle penali a carico
dello Stato. E comunque si
aspetta il parere del ministero
dell'Ambiente.
mercio - è che in Italia gli
investimenti in infrastrutture
sono in caduta libera da oltre
venti anni: rispetto al 1990 si
spende il 35% in meno, a fronte
di un aumento del Pil del
21,9%». E se la Pedemontana
veneta aspetta di vedere la luce
da 46 lunghissimi anni, la Roma Latinaè in attesa da 11 e la
statale 96 Bari-Matera daventi. Le cose non
sono migliorate
con l'arrivo del
Programma di Infrastrutture strategiche, quello
presentato in Tv
dall'allorapremier Silvio Berlusconi, che rilanciava il Ponte
sullo Stretto di Messina. «Se si
guarda allo stato di attuazione
del Pis, attualmente valutato
oltre 367 miliardi - afferma
ancora Confcommercio - c'è
di che pensare: solo il 9,3%
delle opere è stato portato a
termine, oltre metà è ancora in
fase di progettazione». In alcuni casi, poi, si è scelto il passo
Passera: «Project bond
indipensabili»
Ciccia: decisi impegni
pari a 2-3 punti di pil
C RIPRODUZIONE RISERVATA
Le b, .
LE OF :;:'" INCOMPIUTE
La peri°a in termini di Pii per non aver attuato
pouucne di miglioramento dell'accessibilità stradale
® Per un valore
t'' di 31 miliardi
astrutture
VEICOLI PER KM DI STRADE IN ITALIA
185
214
225
i
122
orsia dell'Al1
81
11970 -1 19B0 -T 1990 T
DENSITÀ
AUTOSTRADALE
km ogni 100
km quadrai
krn/h
2000 T 2010
VELOCITÀ NEI
CENTRI URBANI
o Media 15 km/h
Ore di punta®
7-8 km/h
Tunnel Rapallo Fontanabuona
in I_intiYi3
Proluna,rnanto dell'A27
in Veneto
LE OPERE DEL flOGI ; < !„<
PER LE INFRASTRUT '; _.i ;ï, `.
In progettazione
In gara
so>fo
_,.__,.__,
Con contratto
In corso
10,2%
,9%
Concluse
Dati non disponibili
Fonte Confcommercio
Infrastrutture
-------------
4,5%
ANSA-CENTIMETRI
Pagina 4
azione Era già sotto procedimento disciplinare, ha chiesto di non essere più iscritto all'Ordine dei medici
La dieta conti oversa, radiato il
Diciamo che la notizia serve
a riflettere, a farci almeno un
pensierino. Il nutrizionista francese Pierre Dukan, papà della
dieta estrema più trendy (e discussa, e odiata, e controversa)
del momento, perno del boom
mediatico sulla parca alimentazione, sui chili da tagliare come
la spesa pubblica, sul peso eccedente che svanisce nel giro di
pochi giorni (e subito si vede,
ma a che prezzo), ha chiesto e
ottenuto la radiazione dall'Ordine dei medici. Bocca cucita sui
motivi della domanda, presentata già il mese scorso. Contro
Dukan, accusato di esercitare il
mestiere per motivi «puramente» commerciali e di aver violato il «codice etico», sono in corso procedure disciplinari. Potrà
tuttavia continuare a usare il titolo di dottore per le sue comunicazioni e rischia, in realtà, solo una sanzione di avvertimento o di censura.
Ma a volte basta un clic, e la
luce si spegne. Per tutti noi che,
come bravi soldati, frullati da
un subdolo bombardamento
mediatico che è poi l'altra faccia della medaglia del successo
televisivo ed editoriale di trasmissioni e libri di cucina, ci
siamo consegnati alla dieta più
amata/odiata dalle signore, perché, ti dicono, «puoi dimagrire
mangiando a volontà, e i risultati si vedono subito»; per tutti
noi che, seguendo il tam tam
online, siamo diventati docili
ostaggi del medico businessman che, testuale, «ha fatto
dei francesi il popolo più snello
del mondo», creando una sorta
di «terza via» democratica intesa ad asciugare maniglie dell'amore, pancette arrembanti e
bizzose cellulite, arriva una sorta di richiamo all'ordine. Belli e
asciutti, va bene. Ma arrendete -
Deontologia professioni
vi con cautela, dicono i dietologi ortodossi, consigliando linee
di alimentazione personalizzate, costruite su moderazione e
attività fisica, attente a correggere più che a stroncare.
E allora freniamo la corsa ai
regimi alimentari duri come
percorsi di guerra e diciamo sì
al cibo equilibrato. Basta con
quella «fase d'attacco» che è come la parola d'ordine di certe signorine delle beauty farm: sacrificio, sacrificio, sacrificio. E a
voi, non resta che tenervi su
con un sofferto: resistere, resi-
stere, resistere. L'«attacco»,
quel terribile nemico, sembra
una collinetta del Giro d'Italia,
e invece è una cima Coppi.
Un concentrato di proteine
che ti planano nel menù come i
missili degli aerei giapponesi a
Pearl Harbor. Ti chiedono di limitarti a pesce bollito, fettine
di bresaola come se dovessi giocare una finale di Champions,
uova all'occhio di bue, formaggi così pallidi e magri che si fatica a riconoscerli, molluschi e
crostacei, pollo, coniglio, tacchino, manzo, vitello e prosciutto
Dukan
magro. Persino gomme da masticare senza zucchero.
Ti chiedono di cambiare le
abitudini a tavola, di allenarti al
sacrificio per non giungere impreparato allo sforzo, di domare la voglia di spuntini, merendine, zucchero e divino cioccolato. Ti impongono di bere molta acqua (per non affaticare reni e fegato: e già qui un piccolo
allarme può scattare) nonché
almeno due fantastici cucchiai
di crusca d'avena ogni giorno
per favorire la sensazione di
sazietà. Concessione massima:
Proteine e sacrificio
Un concentrato di
proteine, molta acqua,
un po' di crusca d'avena
e tanto sacrificio
quei due cucchiai si possono assumere in qualsiasi forma, anche nello yogurt. Peggio della
medicina amara di Pinocchio.
Insomma: c'è il sacrificio, i chili
si perdono (per forza) e i danni
sono da valutare. Resta la fame.
f,í í/oid/Gii uio..:;
Paolo Baldini
twitter: @pabaldini
C RIPRODl1ZICNR RISERVATA
Chi è
Pierre Dukan (a destra,
nello foto Fotogramma},
medico e nutrizionista
francese (fino a ieri)
Il libro
Nel 2000 pubblica il
bestseller «Non so
come dimagrire» con
consigli per perdere
peso
Le fasi
La dieta di Dukan sì
divide in quattro fasi.
L'«attacco» (72
alimenti a base di
proteine pure), la
«crociera» (si
alternano giornate di
«pure proteine
alimentari» a giornate
di proteine con 28
verdure consigliate), il
«consolidamento»
(ritorno verso una
alimentazione
equilibrata) e la
«stabilizzazione»
Pagina 5