PR 0m2 - Normativa -nuova scheda 17bis

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PR 0m2 - Normativa -nuova scheda 17bis
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Città di Sesto Calende
Provincia di Varese
Piano delle Regole
art. 10 L.R. 12/2005
VARIANTE PUNTUALE AL PGT N. 2/2014 per:
MODIFICA DEL SISTEMA COMMERCIALE DEL DOCUMENTO DI PIANO
PER L'INSERIMENTO DI GRANDE STRUTTURA DI VENDITA
NELL'EDIFICIO COMMERCIALE GIA' MEDIA STRUTTURA DI VENDITA
DEL PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO “AREA EX A.V.I.R.” E
RECEPIMENTO MODIFICHE GEOLOGICHE "AREA EX AVIR" E "AREA
MARNA-CIRCOLO SESTESE-PIAZZALE ROVELLI"
NORMATIVA
Inserimento della nuova Scheda delle tipologie edilizie
N. 17bis – EDIFICI SPECIALISTICI:
edifici di archeologia industriale del PII ex AVIR
Il Sindaco
Il Segretario comunale
elaborato
Progettista arch. Daria Maria Mercandelli
PR 0m2
Febbraio 2014
Allegato alla delibera consiliare n.° ....................... del ....................................
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CITTÀ DI SESTO CALENDE
(Provincia di Varese)
Settore Gestione del Territorio
Servizio Urbanistica e Commercio
[email protected]
Sesto Calende, febbraio 2014
VARIANTE PUNTUALE AL PGT N. 2/2014 per:
MODIFICA DEL SISTEMA COMMERCIALE DEL DOCUMENTO DI PIANO PER
L'INSERIMENTO DI GRANDE STRUTTURA DI VENDITA NELL'EDIFICIO
COMMERCIALE GIA' MEDIA STRUTTURA DI VENDITA DEL PROGRAMMA
INTEGRATO DI INTERVENTO “AREA EX A.V.I.R.” E RECEPIMENTO MODIFICHE
GEOLOGICHE "AREA EX AVIR" E "AREA MARNA-CIRCOLO SESTESE-PIAZZALE
ROVELLI"
PIANO DELLE REGOLE – INTEGRAZIONE DELLA NORMATIVA CON LA NUOVA SCHEDA
DELLE TIPOLOGIE EDILIZIE (edifici con caratteristiche fisico – morfologiche che
connotano l’esistente o il paesaggio) N. 17-bis
INDIVIDUAZIONE DIFICI DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE INTERNI ALL'AREA DEL PII EX AVIR:
-
VECCHIO FORNO
-
EDIFICI IN LINEA A CORTINA
-
CIMINIERA
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TIPOLOGIE EDILIZIE
edifici con caratteristiche fisico – morfologiche che connotano
l’esistente o il paesaggio
scheda n.
17-bis
TIPO
SPECIALISTICO
–
EDIFICI
DI
ARCHEOLOGIA
INDUSTRIALE DEL PII EX AVIR: edifici tipologicamente definiti dalla particolare
originaria destinazione d’uso produttiva della Vetreria Operaia Federale – VOF (vecchio forno, edifici in
linea a cortina lungo via Risorgimento, ciminiera)
MODALITA’ DELLE TRASFORMAZIONI
elementi di vulnerabilità e di rischio
perdita degli elementi caratterizzanti il tipo:
leggibilità dei valori identitari dell'organismo architettonico
composizioni di facciata con gli elementi decorativi
serialità, allineamento, tipologia delle aperture
rapporto con la strada per la cortina di via Risorgimento
modificazione e/o eliminazione degli elementi fondativi del tipo:
forma, decorazione e dimensioni delle aperture
rapporto tra superfici intonacate e elementi in mattoni a vista
elementi decorativi e rappresentativi della origine costruttiva e funzionale
materiali originali (intonaci storici, solai lignei, infissi, scale, ringhiere in ferro battuto, cornici originali,
elementi lapidei, se non degradati, ecc.)
spazialità interne più significative
introduzione di elementi estranei:
falde e gronde intermedie nelle facciate
lucernari e abbaini nelle falde di copertura
utilizzo di materiali non coerenti che non mantengano la leggibilità dei manufatti
Categorie compatibili di trasformazione e modalità progettuali
L'obbiettivo da perseguire nel recupero alle nuove funzioni degli immobili storici del PII ex AVIR è quello di
garantire la conservazione dei valori architettonici presenti negli edifici che costituiscono un patrimonio
meritevole di attenzione e di rispetto per la riconoscibilità delle originali testimonianze della storia produttiva
e lavorativa della comunità sestese.
Occorre quindi raccordare le previsioni di riuso funzionale e riorganizzativo degli spazi, secondo le esigenze
definite nella programmazione o pianificazione attuativa del PII, con l'individuazione di modalità operative
che garantiscano il raggiungimento delle finalità di conservazione sopra enunciate.
I valori architettonici che si intendono tutelare sono esplicitamente riferiti agli involucri edilizi e quindi al
recupero e conservazione degli apparti murari e delle relative composizioni di facciata per la serialità e
tipologia delle aperure, gli elementi decorativi, i rapporti tra le superfici intonacate e le parti in mattoni a
vista, la presenza di altri elementi meritevoli di recupero quali inferiate metalliche e relative geometrie o
disegni.
Per tali elementi la modalità di intervento è strettamente conservativa in termini stilistici per mantenere tutte
le espressioni che caratterizzano lo stato originario e pertanto, per tali aspetti, si deve agire nell'ambito del
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restauro architettonico operando la tutela dei caratteri formali e ornamentali dei manufatti.
Piuttosto che definire rigorose regolamentazioni per le azioni di restauro e non ritenendo necessario
assumere atteggiamenti normativi passivi o vincolare rigidamente le necessarie esigenze di riuso, si
preferisce esplicare il percorso progettuale da seguire ritenendo che proprio tale fase possa evidenziare le
migliori modalità per continuare a tramandare i segni, i significati e i valori dei manufatti.
Il progetto degli interventi deve quindi partire e contenere l'analisi dei fondamentali momenti della
definizione geometrico-dimensionale, della individuazione dello stato di conservazione o dell'attuale
degrado delle architetture evidenziando i reali problemi fisici (materici, costruttivi, strutturali e tecnologici)
per minimizzare i possibili imprevisti e definire la tipologia dell'approccio progettuale, innanzi tutto con
riferimento al consolidamento strutturale.
Per la trasmissione certa delle informazioni e indicazioni di cui sopra assume rilevanza anche la modalità
della rappresentazione grafica del progetto per il quale deve essere impiegato un lessico chiaro e termini
appropriati ed univoci delle indicazioni operative che gli organismi comunali o competenti e la Commissione
per il Paesaggio dovranno valutare nelle necessarie procedure autorizzative.
Sono ammissibili i necessari adeguamenti, oltre che strutturali, di ordine energetico, acustico, igienico
sanitario, di accessibilità/visitabilità, di sicurezza per la ri-funzionalizzazione degli spazi con la messa a
norma di agibilità degli immobili, operando con una progettazione specifica scrupolosa, organica ed attenta
dei rapporti tra spazi – funzioni ed arredi – impianti, favorendo la convergenza delle diverse competenze
tecniche necessarie al perseguimento della finalità conservativa delle caratteristiche architettoniche oggetto
della tutela degli immobili come sopra individuate.
Nel rapporto tra le proposte del nuovo riuso degli immobili e degli spazi e la conservazione degli involucri si
può convergere verso un approccio di restauro "critico-conservativo" in cui si dovrà operare utilizzando,
laddove necessario, materiali compatibili, perché tradizionali dell'architettura originaria (pietra, legno, ferro e
altri metalli, lavorazioni di tradizione artigiana, disegni e proporzioni rispettose del carattere che l'edificio
contiene, ricerca degli originari disegni dei serramenti), ma anche operando "modernamente" distinguendo
anche a prima vista le parti originarie autentiche da quelle nuove e calibrando la concezione strutturale
propria della architettura originaria, da rimettere in funzione, rispetto alla compatibilità dell'inserimento di
materiali di nuova concezione e produzione per il maggior equilibrio tra l'architettura dell'epoca e le
necessità delle nuove funzioni.
Con riferimento alla classificazione in termini giuridici degli interventi di cui alle definizioni dell'art. 27 della
L.R. 12/2005, sono ammissibili sia quelli di conservazione, per manutenzione ordinaria e straordinaria,
restauro/risanamento, che quelli di trasformazione per ristrutturazione edilizia, ma ad esclusione della
demolizione e ricostruzione, compresa quella fedele, e quindi, per tutti gli interventi di recupero, solo con la
conservazione degli involucri edilizi secondo le metodologie sopra indicate. Possono essere altresì
consentiti affiancamenti di nuovi volumi se non viene alterata la leggibilità degli elementi architettonici
caratteristici di cui sopra.
Rispetto alla "Tipologia di intervento" indicata nella scheda di edificio N. 10 e alla relativa "norma
particolare" n. 1, per gli edifici storici dell'area ex AVIR è prevalente la presente disciplina specifica.