sondrio - Diocesi di Como
Transcript
sondrio - Diocesi di Como
DELLA SEMINARIO DIOCESANO UN NUOVO CAMMINO VOCAZIONALE H o incontrato nei giorni scorsi i sacerdoti della diocesi raccolti a convegno all’inizio di questo nuovo anno pastorale. Il tema della iniziazione cristiana dei nostri ragazzi ha occupato gran parte della riflessione seguita alla proposta di programmazione pastorale. Come di consueto ho consegnato anche alcune indicazioni e, in particolare, ho confidato un tema che mi sta particolarmente a cuore, come a tutti noi, e cioè quello delle vocazioni sacerdotali. Qualcuno forse si è stupito sentendomi parlare ancora di un accompagnamento speciale dei ragazzi e degli adolescenti in vista della maturazione della loro vocazione. Mi sono domandato se facciamo tutto quello che dovremmo per sostenere la custodia e lo sviluppo di quanto lo Spirito ancora oggi semina con abbondanza nei cuori di molti. Non sarà possibile riproporre un seminario minore secondo la forma tradizionale ma non ci devono mancare fantasia e coraggio per inventare qualcosa di nuovo e di consistente che si affianchi al lavoro lodevole dell’attuale pastorale vocazionale e lo sviluppi. Ho chiesto agli educatori del nostro seminario di dedicare il tempo necessario a riflettere su questa ipotesi e attendo le loro preziose indicazioni. Ma sono convinto che questa proposta non può essere attuata solo da loro. È un cammino che l’intera Chiesa diocesana dovrebbe elaborare e sperimentare, assumendone la responsabilità in modo largamente condiviso tra famiglie, catechisti, animatori dei gruppi dei ministranti e soprattutto sacerdoti capaci di accompagnare personalmente la crescita dei ragazzi e di porre a loro, esplicitamente, la domanda vocazionale. È una Chiesa intera che riconosce e accompagna le vocazioni presbiterali. Potrebbe essere questo uno dei segni di conversione e di aggiornamento frutto dell’anno sacerdotale che stiamo celebrando. Il seminario si impegnerà a far conoscere sempre più la vita e le iniziative della comunità del seminario maggiore a Muggiò anche attraverso articoli che appariranno con regolare frequenza sul Settimanale: uno strumento che ci aiuti a conoscere e ad amare sempre più il nostro seminario, per far crescere una risposta più generosa all’invito che Cristo rivolge a tanti, perché scelgano di seguirlo vivendo come gli Apostoli a servizio di tutti. + Diego, vescovo ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ANNO XXXIV 10 OTTOBRE 2009 E 1,00 37 DIOCESI DI COMO PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO Un Sinodo per l’Africa A PAGINA 3 VISITA PASTORALE IL VESCOVO IN VALLE INTELVI CAMNAGO V. TESTA E CUORE: ANIMAZIONE E FORMAZIONE ORATORI DAL CROCIFISSO A MONTEOLIMPINO A PAGINA 20 ALLE PAGINE 9 - 10 - 11 COMO IL TRIBUNALE DEI DIRITTI DEL MALATO C onosciamo da vicino un’associazione impegnata sul fronte della tutela dei diritti del cittadino nella delicata fase della cura della propria salute. A PAGINA 14 COMO IL MURO SBARCA IN CONSIGLIO A PAGINA 15 COMO LA “NUOVA” CASA DI VIA PINO A PAGINA 18 Un’interessante iniziativa rivolta ai bambini dai 7 ai 12 anni e ai loro genitori promossa da diverse realtà del territorio. A PAGINA 17 COMO “UNA MELA PER LA VITA” COMPIE 15 ANNI A PAGINA 16 CANTÙ QUALE INTEGRAZIONE Un progetto, promosso da alcune realtà del canturino, avente lo scopo di attivare spazi di collaborazione tra la popolazione italiana e straniera. Si parte con un ciclo di film. A PAGINA 19 COMO ACCOGLIENZA UNA QUESTIONE CON CUI FARE I CONTI A PAGINA 22 VARESE LE ISTITUZIONI SI UNISCONO IN TEMA DI SICUREZZA A PAGINA 27 SONDRIO IL CONSULTORIO “LA FAMIGLIA” FESTEGGIA VENT’ANNI DI ATTIVITÀ A PAGINA 28 SONDRIO RIFLESSIONI SULLA SALUTE MENTALE La scorsa settimana tecnici, operatori, esperti, volontari si sono confrontati sul delicato tema del disagio psichico e della salute mentale. È stato presentato un censimento delle strutture presenti in Valtellina e Valchiavenna e, soprattutto, si è parlato di un patto per il territorio su questo tema. A PAGINA 28 PRATA IN FESTA CON IL NUOVO PARROCO A PAGINA 30 BANGLADESH L’ULTIMO SALUTO A PADRE GIOVANNI ABBIATI ALLE PAGINE 12 E 31 P A G I N A 2 RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO -10 OTTOBRE 2009 NUOVA EDIZIONE DEL CLASSICO STUDIO DEL KELLY I SIMBOLI DI FEDE DELLA CHIESA ANTICA F in dalle origini la Chiesa espresse, conservò e consolidò la propria fede mediante formule che, attraverso un processo di evoluzione, si sono gradualmente accresciute in estensione e contenuto, passando da un’iniziale semplicità e pluralità a una sempre maggiore complessità e uniformità. Il Credo riassume quindi gli articoli essenziali della fede. E con questa parola da secoli i cristiani indicano una formula stabilita e approvata che riassume gli articoli essenziali della loro religione. Dalla seconda metà del secolo scorso un testo su tutti si segnala come lo studio classico di questa materia, noto tra gli studiosi di teologia come... il Kelly. Il motivo di tanta fortuna per il volume apparso in prima edizione inglese nel 1972 sta nel fatto che l’autore - il sacerdote John Norman Davidson Kelly, già professore ad Oxford e scomparso nel 1997all’età di 88 anni - non si è limitato ad una ricerca letteraria e storica, ma si è soffermato ad esaminare anche i contenuti dei formulari: i Credo della cristianità, infatti, non sono mai stati dei puri e semplici documenti che richiedono solo di essere catalogati e datati, ma anche dei veri e propri manifesti teologici, sorti con significato dottrinale e talvolta profondamente marcati dai segni delle controversie. Perciò essi sono il riassunto della fede della Chiesa e la loro proclamazione era e deve continuare a essere un momento essenziale della liturgia delle comunità cristiane. Il Kelly, attraverso un esame ampio e approfondito, prende in considerazione le confessioni di fede a partire dal Nuovo Testamento, attraverso i concili dei primi secoli, fino alla diffusione e accoglienza in Europa del Credo apostolico, anche a opera della Riforma. La traduzione ora edita dalle EDB è effettuata sulla scorta dell’ultima edizione inglese, riveduta e corretta del 2006. JOHN NORMAN DAVIDSON KELLY, I simboli di fede della Chiesa antica. Nascita, evoluzione, uso del Credo, EDB, pagine 584, euro 48,00 IL CREDO SPIEGATO AI RAGAZZI VALERIO BOCCI, Il Credo spiegato ai ragazzi, Elledici, pagine 48, euro 4,00 Credere, non credere: se ne discute sempre più spesso sui quotidiani, in Tv, in radio, nei dibattiti culturali. Ma c’è anche chi percorre nuove strade per parlarne ai ragazzi d’oggi, con i loro linguaggi, con la loro voglia di leggerezza e di ironia, ma anche con tutta la serietà che, quando è necessario, sanno esigere dagli adulti. È il caso di Il Credo spiegato ai ragazzi, l’ultimo “libro-album” della collana Elledici “La Buona notizia”, che si offre come un avvincente itinerario per giovanissimi alla scoperta del Credo. «Tutti più o meno credono a qualcosa e in qualcuno: agli oroscopi, al destino, ai “grilli parlanti”, agli amici, agli “esperti”, alle persone perbene - scrive nelle righe di presentazione l’autore Valerio Bocci, direttore della rivista Mondo Erre e, da pochi mesi, direttore generale dell’Editrice salesiana -. Ma c’è anche chi punta su quel Gesù che si è presentato come “la via, la verità, la vita”: insomma, crede alla sua parola, alle sue promesse e alla “rivoluzione” di bene che ha innescato nel mondo». Le impegnative affermazioni del Credo vengono presentate e collegate alla vita dei ragazzi di oggi in undici “puntate”, con un unico filo narrativo: le avventure e l’attività della fantastica Erre Radio, con il suo personale e il suo palinsesto. In ognuno dei capitoli di questo libro coloratissimo e vivace si incontrano strisce di fumetto (a cura di Andrea Artusi), un mini-editoriale, rubriche di curiosità, “intrattenimento” e approfondimento... Mentre a fine puntata la rubrica On Air propone una breve preghiera inedita e “giovane”. NOVITÀ IN LIBRERIA a cura di AGOSTINO CLERICI GUIDA ALLA BIBBIA Pensata soprattutto per catechisti, insegnanti di religione, gruppi biblici, ma anche per i parroci e per tutti coloro che vogliono avere notizie chiare, precise e puntuali sulla Bibbia, questa nuova Guida curata da Giuliano Vigini vuole essere una sorta di vademecum, di prontuario, per reperire informazioni utili e veloci sulla Bibbia e il suo mondo. Essa è strutturata in tre parti: introduzioni, sussidi e indici. La prima parte offre, dopo una introduzione generale alla Bibbia, all’Antico e al Nuovo Testamento, introduzioni sintetiche ai singoli libri. Nella seconda parte si trovano la cronologia delle principali edizioni della Bibbia, il Glossario dei termini tecnici delle discipline bibliche e proposte di orientamento bibliografico. La terza parte offre indici dei nomi di persona e dei luoghi, gli indici dei popoli e dei temi principali e le mappe e ricostruzioni a colori. GIULIANO VIGINI, Guida alla Bibbia, Paoline, pagine 532, euro 21,00. Madre Anna Maria Canopi, abbadessa e fondatrice dell’abbazia mater Ecclesiae sull’isola San Giulio di Orta, ci accompagna in un bellissimo percorso di gioia. «Anzitutto - scrive - occorre distinguere la gioia, che è uno stato festivo dello spirito, dal piacere che è un’ebbrezza dei sensi. Di piacere è strapieno il mondo, ma questo non rende felice nessuno». Sotto forme e nomi diversi, talvolta persino opposti, la gioia è il miraggio costante di ogni uomo che vive e lo scopo per cui vuole vivere. Nate da un ritiro spirituale, le pagine del volume invitano alla ricerca della vera felicità attraverso una lettura sapienziale - lectio divina - della Bibbia. Attraversando la Sacra Scrittura dall’Antico al Nuovo Testamento, esse si presentano come una guida a un ascolto che diventa stupore di contemplazione, canto di gioia e gratitudine. ANNA MARIA CANOPI, ... E al mattino ecco la gioia. Il tema della gioia nella Bibbia, EDB, pagine 132, euro 9,80. La parte finale del Nuovo Testamento è occupata dalle lettere apostoliche. Siamo abituati ad ascoltare soprattutto le epistole paoline, ma vi sono lettere anche di Giacomo, Giuda, Pietro, Giovanni. Le lettere degli Apostoli sono strumento di comunicazione concreta, viva, efficace. Riescono a trasmettere quello che a loro sta più a cuore: Cristo Gesù è il Messia atteso. Questi scritti non sono solo “testi storici”, ma anche “testi attuali”, che sanno trasmettere un messaggio vivo anche all’uomo di oggi. Questo libro del sacerdote salesiano Giangaleazzo Gaddi analizza e spiega con linguaggio semplice e scorrevole questa parte fondamentale del Nuovo Testamento. GIANGALEAZZO GADDI, Le lettere apostoliche, Elledici, pagine 104, euro 12,90. VENTOTTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B Parola FRA noi SAP 7,7-11 SAL 89 EB 4,12-13 MC 10,17-30 Per capire la parola di Gesù ci vuole la sapienza del cuore di ANGELO SCEPPACERCA QUARTA SETTIMANA del Salterio LA POVERTÀ È L’ALTRO NOME DELLA LIBERTÀ P er raggiungere la vita bisogna rinunciare alla vita (intesa come piacere e utile immediato, come autoaffermazione attraverso il successo, il potere sugli altri, il possesso delle cose). Gesù fa alcuni esempi. Il matrimonio non dev’essere vissuto come coincidenza precaria di due egoismi, ma come superamento dell’egoismo individuale nel dono reciproco incondizionato, cosa che esclude ogni divorzio, e come superamento dell’egoismo di coppia nell’apertura ai figli e alla società (cfr Mc 10,1-16). Le ricchezze servono per aiutare gli altri (cfr Mc 10,17-27). L’autorità deve essere esercitata non come un dominio, ma come un servizio (cfr Mc 10,41-45). Un proverbio ebraico dice che nemmeno in sogno si può vedere un elefante passare attraverso la cruna di un ago. Gesù si diverte a riformulare il proverbio. I discepoli restano comunque colpiti, perché ritengono che le ric- chezze siano un aiuto, non un impedimento. Dinanzi al loro smarrimento, Gesù punta lo sguardo al fondo del cuore e dice: certo, da solo, nessun uomo è libero veramente e può auto-salvarsi! La libertà e la salvezza nascono proprio dall’incontro e dalla sequela di Gesù. Pietro e i discepoli già stanno vivendo questa esperienza, perciò esclamano: chissà come sarà grande la nostra felicità! Gesù lo conferma. Ma lo testimoniano anche le mille storie di chi, proprio avendo lasciato tutto per il Regno dei cieli, già su questa terra sperimenta la misura del centuplo: in fratelli, sorelle, case. Soprattutto in gioia e in libertà, due prodotti che scarseggiano molto nel grande mercato del benessere. Anche il giovane ricco pensava che la vita eterna consistesse nel fare qualcosa in più, invece Gesù gli dice che l’avrebbe ottenuta lasciando tutto. Fatto sta che per tutti, primi e secondi, la salvezza è dono gratuito del Padre. Non si può meritarlo o pretenderlo: è grazia. Cosa c’è di più dei comandamenti di Dio? La libertà e la povertà. La libertà da tutto e da tutti; la povertà – che è l’altro nome della libertà – nel senso del dono radicale e definitivo di se stessi. Può sembrare una cosa impossibile – una contraddizione in termini (comandamenti e libertà) – perfino da afferrare e comprendere, ma non “nei pressi di Dio”. E proprio “presso Dio” bisogna andare e verificare se ci sono persone che hanno lasciato tutto e tutto – moltiplicato per cento volte – hanno ricevuto in cambio dall’amore di Dio. Ne conoscete di persone così? Ce ne sono molte. Sono i discepoli del Signore, innumerevoli e in ogni epoca. Liberi e gioiosi, come Francesco di Assisi, Camillo de Lellis, Teresa di Calcutta, tanto per nominarne alcuni, capostipiti, a loro volta, di schiere di altri discepoli, uomini e donne felici di lasciare il poco che avevano e di trovare – presso Dio – il molto che neppure osavano sperare e immaginare. All’inizio era stato il giovane ricco ad attirare l’attenzione di Gesù perché lo aveva riconosciuto come “Maestro buono” e gli si era inginocchiato dinanzi, con un gesto di grande sincerità. A sua volta, è Gesù che lo colpisce dritto al cuore perché “fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse...”. L’amore di Gesù non riduce il prezzo, non fa sconti, anzi accompagna richieste ed esigenze alte e radicali. Sarà per questo che il Vangelo di oggi è accostato alla lettura del libro della Sapienza. Per capire la parola di Gesù, che gli sgorga dal cuore, ci vuole proprio la sapienza del cuore. Solo allora si può lasciare tutto e tutti ed essere felici davvero, senza attendersi nulla in cambio: per amore. Per un amore innanzitutto ricevuto. Il punto di nascita di ogni “lasciare” qualcosa che abbiamo in mano è l’abbraccio tenerissimo che uno riceve e poi ricambia. Non è mai il rovescio. CHIESA PRIMOPIANO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 P A G I N A 3 LA CHIESA IN AFRICA A SERVIZIO DELLA RICONCILIAZIONE, DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE « ’ L insegnamento sulla riconciliazione, sorgente della pace e della giustizia”, è “il cuore della riflessione” del Sinodo sull’Africa. Lo ha ricordato mons. Nikola Eterovi, segretario generale del Sinodo dei vescovi, intervenendo il 5 ottobre alla prima congregazione generale dell’assise sinodale dedicata al tema “La Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. «Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo» (Mt 5, 13.14)” (Vaticano, 4-25 ottobre). Rivolgendosi ai 244 padri sinodali, mons. Eterovi ha spiegato che “l’insegnamento sulla riconciliazione presuppone l’annuncio della Buona Notizia e la sua assimilazione”. Per questo, “di fronte a tanti esempi di conflitti, di violenza e anche di odio, sembra urgente intraprendere una nuova evangelizzazione anche là ove la Parola di Dio è stata già annunciata”. In Africa, ha ricordato il segretario generale, “la situazione varia da un Paese all’altro. Dall’Egitto, Etiopia ed Eritrea, dove si è mantenuta la continuità del cristianesimo con i tempi apostolici, fino all’Africa subsahariana dove alcune Chiese particolari hanno celebrato 500 anni della fondazione, mentre altre hanno ricordato il primo secolo dell’evangelizzazione. Se si va dalla costa verso l’interno del continente vi sono Paesi in cui i primi missionari sono venuti appena 50 anni fa”. UNA CHIESA DINAMICA “La disponibilità alla riconciliazione – ha detto mons. Eterovi – è il barometro della profondità dell’evangelizzazione. Solamente da un cuore riconciliato con Dio possono spuntare iniziative di carità e di giustizia”. Commentando poi il tema dell’assemblea sinodale – in particolare la citazione evangelica “Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo” – il segretario del Sinodo ha sottolineato che si tratta di “parole impegnative che sono al contempo una constatazione della dignità cristiana e un invito a viverla sempre meglio. Sono parole indirizzate a tutti i cristiani, oggi in modo particolare a quelli dell’Africa. Essi sanno che la risposta affermativa presuppone la conversione”. In Africa, ha aggiunto, “la Chiesa è assai dinamica” e “deve illuminare ancora di più le complesse realtà del continente”: dal 1978 al 2007 il numero dei cattolici è passato da 55 milioni a circa 165 milioni. È necessario, ha evidenziato il vescovo, che “tale crescita quantitativa diventi sempre di più anche qualitativa” per “avvicinarsi all’ideale” di essere “sale della terra e luce del mondo”. DA TUTTI I CONTINENTI Il segretario generale del Sinodo ha quindi invitato i padri sinodali a fare propria la preghiera mariana composta da Benedetto XVI per questo appuntamento, “allo scopo di ottenere un rinnovato dinamismo della Chiesa disposta a servire sempre meglio gli uomini di buona volontà del continente africano”. Questo “auspicio”, ha proseguito, “si sta realizzando. Ne sono testimoni i rappresentanti degli episcopati di tutti i continenti che volentieri hanno accettato la nomina pontificia per partecipare all’Assise sinodale, significando la loro vicinanza alla Chiesa in Africa, parte promettente della Chiesa universale”. Essi, ha aggiunto mons. Eterovi, “insieme con i loro confratelli d’Africa, sono disposti a pregare, a dialogare, a riflettere sul presente e sul futuro della Chiesa cattolica nel continente”. In questo modo “s’inseriscono nel processo sinodale di dare e di ricevere, di partecipare alle gioie e ai dolori, alle speranze e alle preoccupazioni, condividendo i doni spirituali per l’edificazione di tutta la Chiesa diffusa nel mondo intero”. ALCUNI DATI Mons. Eterovi ha offerto alcuni dati statistici della Chiesa in Africa, evidenziando la crescita delle vocazioni e ricordando i “ben 521 agenti di pastorale, uccisi dal 1994 al 2008”. Il vescovo ha anche parlato delle tante attività della Chiesa INFORMAZIONI SULL’ASSEMBLEA I lavori sinodali saranno strutturati in 20 Congregazioni generali e 9 Sessioni dei Circoli minori, divisi in tre lingue ufficiali: francese, inglese e portoghese. Circa la composizione dell’Assemblea, mons. Eterovi ha spiegato che 197 dei 244 padri sinodali provengono dall’Africa. Altri 47 vengono da altri continenti: 34 dall’Europa, 10 dall’America, 2 dall’Asia e 1 dall’Oceania. Tra essi vi sono presidenti delle Conferenze episcopali di altri 4 continenti. “All’Assise – ha informato il segretario generale – prendono parte anche i delegati fraterni, rappresentanti di 6 Chiese e comunità ecclesiali presenti in modo significativo in Africa, con le quali la Chiesa cattolica mantiene rapporti di dialogo e di collaborazione”. Vi sono poi 29 esperti e 49 uditori, che “arricchiranno la riflessione con le loro significative esperienze”. Infine, “accogliendo l’invito del Papa, partecipano tre invitati speciali”: Sua Santità Abuna Paulos, patriarca della Chiesa ortodossa Tewahedo Etiope, Rudolf Adada, già capo della Joint United Nations/African Union Peacekeeping Mission per il Darfur, e Jacques Diouf, direttore generale della Fao. nel continente nel campo della carità, dell’educazione (secondo gli ultimi dati, ricavati nel 2007, nel continente ci sono 12.496 scuole materne, 33.263 scuole elementari, 9.838 scuole superiori) e della salute (16.178 i centri sanitari). A tal proposito, ha ribadito che “la Chiesa è in prima linea nella lotta contro il diffondersi dell’Aids” ed “è pure assai attiva nella cura dei malati”. Tuttavia, “non bisogna dimenticare che i dati statistici mostrano che la malaria è la causa maggiore di decessi nel continente”. Da qui l’appello alla comunità internazionale a “dedicare più energie e mezzi sia per prevenire la sua diffusione, sia per trovare un valido rimedio a tale e assai diffusa infermità”. SOCIETÀ P A G I N A 4 INTERNIESTERI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 NAUFRAGIO A MESSINA L’ora della solidarietà L o scorso venerdì, 2 ottobre, un violento nubifragio ha colpito il versante ionico del messinese. Secondo la sala operativa della Protezione Civile regionale, le frane e gli allagamenti avrebbero provocato oltre 20 morti e numerosi sono tuttora i dispersi. Centinaia gli sfollati. Immediatamente la Chiesa locale, con il suo pastore, ha portato la propria solidarietà, esprimendo vicinanza e mettendosi all’opera. Intanto continuano le operazioni di soccorso nelle zone interessate, alcune delle quali possono essere raggiunte solo a piedi, e per le zone collinari più alte, inerpicandosi per sentieri di fortuna. Le forze dell’ordine sorvegliano le case abbandonate proteggendole dagli sciacalli. Sabato mattina, a Messina, si celebreranno i funerali delle vittime. È il momento del dolore e della solidarietà, poi verrà quello delle risposte a un pericolo che era da tempo nell’aria. Fragili, ma ricolmi di speranza. “Il tragico nubifragio ha scosso ciascuno di noi facendoci sentire fragili, ci ha ricordato quanto siamo piccole creature. Questa catastrofe naturale ha spazzato via le nostre case, ha sottratto ai nostri cuori tanti affetti, ha forse vanificato il sacrificio di tanti anni di lavoro e impegno… ci ha fatto comprendere che la vita va radicata in Dio e costruita sulla salda roccia del suo amore e non su ciò che passa, su ciò che si sgretola”. È un vero e proprio messaggio ai parroci e ai fedeli dei paesi colpiti dal nubifragio quello che ha lanciato mons. Calogero La Piana, arcivescovo di Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela, che per due volte si è recato nelle zone colpite dall’alluvione. “Vi chiedo di sentirmi presente – ha detto – mentre, attraverso il ministero sacerdotale del vostro parroco, presentate al Signore la gratitudine per la sua misericordia, la sofferenza per quanto avete perduto, il dolore per chi non è più tra noi, ma non dimenticate che quella stessa fede che ci unisce e ci rende uno, ci consegna adesso quella fiducia in Dio che deve abitare nei vostri cuori”. “Di fronte a una catastrofe che tocca il cuore di ciascuno e ha stravolto la vita di tanti, fino a perdere gli affetti più cari”, l’arcivescovo ha chiesto di “offrire innanzitutto la preghiera” invitando i sacerdoti a celebrare una messa in suffragio delle vittime. Inoltre, ha indicato a tutte le parrocchie e ai fedeli laici domenica 11 ottobre come “giornata per realizzare una raccolta straordinaria a favore delle famiglie colpite”. E, rivolgendosi ai sacerdoti e parroci di quelle zone disastrate, ha aggiunto: “Non sapevamo e non sapevate che l’inizio di quest’Anno sacerdotale vi avrebbe richiesto un’ulteriore espressione d’amore per il popolo a voi affidato”. Chini sulla sofferenza. Quello di mons. La Piana è un “messaggio di solidarietà e vicinanza”, ma anche una dura riflessione. “La violenza alla natura alla fine si ritorce contro l’uomo stesso, causando conseguenze devastanti”, ha denunciato l’arcivescovo per il quale “la tragedia, ancora una volta abbattutasi sulle stesse zone di due anni fa, interpella la coscienza e il senso di responsabilità di ciascuno nel custodire la natura, dono prezioso creato da Dio e autentico bene per l’uomo, il quale però sovente la stravolge per la ricerca di effimeri progressi”. “Del resto – ha osservato – eravamo in qualche modo in allerta, visto che si tratta di un territorio che notoriamente necessita di una messa in sicurezza”. Ma, “dinanzi al dolore e alla sofferenza di tanti nostri fratelli colpiti dal tragico nubifragio”, “l’intera Chiesa diocesana si china sulle loro sofferenze e si pone accanto a ciascuno di essi”. Mons. Calogero La Piana esorta tutte le comunità ecclesiali a “stringersi attorno a quanti sono nella prova e nella sofferenza”. Perché la tragedia deve “spingere alla solidarietà affettuosa, al farsi carico delle altrui sofferenze per alleviarne il peso e al comune senso di appartenenza civile ed ecclesiale, possa contraddistinguere il servizio offerto”. La macchina della carità. “Un’armonica e appassionata sinergia guida la mobilitazione di tutti nella tragedia che ci ha colpiti”. Mons. Giacinto Tavilla, che ha accompagnato l’ar- civescovo nelle zone colpite, ha spiegato che “questo drammatico evento ancora una volta ha mosso la grande macchina della carità con le forze dell’ordine, la Protezione civile, i volontari” e tutti coloro che “si sono adoperati per soccorrere, incoraggiare, mettendo anche a repentaglio la propria vita”. Mons. Tavilla ha rivolto un “appello alla generosità dei giovani delle aggregazioni diocesane, affinché nei prossimi giorni, superati gli attuali delicati interventi curati dal personale esperto, possano offrire il loro servizio, mettendosi a disposizione della Protezione Civile locale”. Questa è l’ora del dolore e della solidarietà; verrà poi l’ora in cui si dovranno accertare eventuali responsabilità dell’uomo in quella che alcuni definiscono una tragedia annunciata. NOTA ECONOMICA Troppe lentezze, e la ripresa sarà... lenta! I n articoli precedenti ho posto in evidenza come nel mondo moderno il “dramma” non è l’antireligione attiva, ma l’irreligione, ossia la mancanza di sentimento religioso e lo svilimento della fede e ancor più il relativismo professato, a volte inconsciamente, da molti cristiani. Questi ultimi pare non abbiano compreso che “il cristiano vive in un mondo non-cristiano, pertanto deve essere capace di sostenere la sua fede da se stesso” e che “la redenzione non è solamente salvezza eterna, ma trasformazione della vita presente e anche di tutta la creazione: nuovi cieli e nuova terra” (J. Leclercq, Il senso della Storia). Una parte di cattolici italiani ha, di fatto, accettato l’idea che l’umanità è entrata in un’era nuova, nella quale la religione è semplicemente un insieme di riti, di apparenze, di cultualità, ma nulla più, ovvero è priva di sostanza. Molti di essi, che operano nell’ambito politico, economico e sociale, dimenticano che “la vita cristiana è orientata verso la conquista” e che la sua prospettiva è rappresentata “dalla trasformazione radicale della vita di quaggiù”, cosicché dedicano attenzione ai “tempi brevi” e ignorano irresponsabilmente i tempi lunghi. Non mi soffermerò sulle finalità evangeliche della Chiesa, ossia sulla sua missione salvifica, bensì sulla testimonianza che i cristiani dovrebbero dare, attraverso il loro operare quotidiano. Insomma dovrebbero perseguire progetti a tempo lungo, mirati sia all’edificazione di un’economia attenta allo sviluppo, ai valori di giustizia e tutela degli equilibri ecologici, nonché a modelli statuali interessati al conseguimento del bene comune. Non si perseguono ideali di giustizia sociale e di sviluppo economico e non si sentono impegnati a progettare né la soluzione dei problemi che oggi gravano sulle classi meno abbienti, né di quelli che coinvolgeranno, nel prossimo futuro, le nuove generazioni. I politici, nella loro maggioranza, si occupano d’altro: cosa fare, cosa promettere, quali tasti della demagogia o della diffamazione premere, per garantirsi l’elezione, o per ottenere posti nei Consigli di Amministrazione degli Enti pubblici, delle Banche e delle Aziende controllate dallo Stato? La virtù non brilla manco fra gli impegnati nelle attività imprenditoriali e finanziarie. In detti ambienti i più si chiedono quali alleanze stringere, per ottenere finanziamenti, appalti, contributi e sostegni fiscali. Il mondo dell’imprenditoria e della finanza è pragmatico, sovente cinico, quindi è portato a domandarsi se la “regola”, in caso di truffa, falso in bilancio, bancarotta fraudolenta, sia sempre la stessa: prendi i soldi, nascondili, indi scappa prima che sia troppo tardi. Non intendo fare del buonismo dozzinale e manco riferirmi ai singoli operatori economici e finanziari, o ai politici. Mi riferisco alla pseudocultura relativista che ha cancellato il confine fra bene e male, giusto e ingiusto, morale e immorale. Di conseguenza ha portato a fenomeni di disonestà e degrado, che giustificano le carenze di una progettualità incapace di “tempi lunghi”, che si è arresa agli interessi meschini e di corto respiro. Chiarisco il concetto prendendo ad esempio i banchieri statunitensi e la loro mancanza di etica. Utilizzano gli utili trimestrali, realizzati grazie agli aiuti di Stato e ai meccanismi di protezione - costituzione portafogli titoli tossici, dei quali si fa carico il Tesoro, garanzie pubbliche su transazioni e così via - per presentare conti in apparente equilibrio. Potrei continuare dicendo che a simili marchingegni si ricorre, a volte, anche in Italia. Non servirebbe a nulla, quindi mi limito a sottolineare che le misure dianzi elencate sono state ideate per puntellare un sistema finanziario ed economico, che rischiava di svanire nel nulla e non certo per riempire le casse delle Banche, o aumentare il valore dei Bonus. Tutti questi avvenimenti pongono in evidenza le contraddizioni e le carenze del capitalismo. Alla luce di quanto richiamato diviene ragionevole sostenere che i singoli Stati dovrebbero, con urgenza, analizzare le condizioni di salute e le prospettive dei loro mercati interni, nonché di quelli internazionali. La crisi pare in via di superamento, le Borse anche se in maniera altalenante sono in crescita, quindi è giunto il momento di passare dalla fase della regolamentazione delle attività finanziarie ed economiche a quella del rilancio dell’economia. Mi duole dire che il governo italiano non si è mosso, con rapidità e rigore, nel definire le regole e i meccanismi di controllo dei mercati finanziari e di quelli dell’economia reale, quindi la ripresa economica, in Italia, sarà più lenta e incerta. Debbo inoltre aggiungere che la ripresa del semestre, peraltro modesta, non creerà nuovi posti di lavoro, ma si assisterà alla crescita di disoccupazione. Molte piccole e medie aziende stan- no riducendo o cessando l’attività e, nel contempo, non si aprono occasioni di investimenti nei settori innovativi. Il motivo è presto detto: il nostro è un Paese nel quale la burocrazia è disincentivante, il fisco soffocante e con risvolti malandrini, la giustizia di lentezza esasperante, la scioperomania un rito inconcludente e sovente dannoso, le infrastrutture inadeguate, la malavita imperante, in molte zone del Paese. Non sono fisime, presso il ministero dello Sviluppo economico i tavoli di crisi aziendali sono circa 150 e comprendono aziende in crisi temporanea, aziende che hanno cessato o stanno cessando l’attività e aziende che propongono l’eliminazione di uno o più stabilimenti. I dati negativi che gravano sul Paese sono molti e fra questi svettano il crollo delle entrate fiscali e l’aumento del debito pubblico, salito a luglio a 1753,5 miliardi di euro. Il governo e l’opposizione, per il momento, non hanno dimostrato di essere in grado di presentare progetti e programmi idonei a sostenere la ripresa e a provvedere al salvataggio della finanza pubblica. I cattolici su detti problemi sono assenti. Quadro desolante, ma non da suicidio. GIANNI MUNARINI SOCIETÀ P A G I N A 5 FATTIePROBLEMI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 EUROPA L’UE DEVE ANCOR PIÙ CONQUISTARE STIMA E FIDUCIA Dopo il «sì» dell’Irlanda D ue terzi degli elettori irlandesi hanno detto “sì” al Trattato di Lisbona, facendo tirare un sospiro di sollievo nelle sedi comunitarie di Bruxelles e Strasburgo. Il via libera del 2 ottobre alla “mini costituzione” fa dimenticare la bocciatura del giugno 2008 con la quale Dublino bloccò una serie di riforme ritenute necessarie per far funzionare l’Ue con 27 Stati aderenti e 500 milioni di cittadini. Ora rimangono da superare due ostacoli minori: i presidenti di Polonia e Repubblica ceca, entrambi europerplessi, devono infatti apporre la loro firma in calce al testo, affinché questo possa definitivamente essere ratificato ed entrare in vigore nei prossimi mesi. La “pressione psicologica” che tutta l’Europa sta esercitando su Varsavia e Praga dovrebbe essere sufficiente per quest’ultimo passo formale. L’esito negativo del primo referendum irlandese si poteva ricondurre a uno scetticismo dilagante verso l’Ue, sospettata di voler dettare le regole all’“isola verde” su materie di stretta competenza nazionale (vita, famiglia, fisco, neutralità militare). Sciolte queste paure, non rimaneva che una valutazione: le sfide del tempo presente non si affrontano da soli e l’Irlanda – come ogni altro paese – può fare ben poco se rimane isolata di fronte a problemi quali la crisi economica, la sicurezza internazionale, le migrazioni… Il populismo e il nazionalismo che avevano avuto partita vinta la prima volta, hanno dovuto piegarsi alla concretez- Ora rimangono da superare due ostacoli minori: i presidenti di Polonia e Repubblica ceca, entrambi europerplessi, devono infatti apporre la loro firma in calce al testo, affinché questo possa definitivamente essere ratificato ed entrare in vigore nei prossimi mesi za e a una visione più ampia delle relazioni internazionali, dei mercati, delle nuove frontiere demografiche e culturali. “Abbiamo compiuto un passo decisivo per un’Irlanda più forte e anche per un’Europa più forte”, ha affermato il premier irlandese Brian Cowen, finalmente sorridente dopo mesi di tensioni interne e di rapporti tesi con il resto dell’Unione europea. Quest’ultima può finalmente dar corpo alle novità decise a Lisbona, a partire dalla nomina del presidente “stabile” del Consiglio Ue, punto di riferimento politico comunitario e volto dei 27 sulla scena mondiale. Eppure… non è tutto bene ciò che finisce bene. L’antieuropeismo resta forte nell’Europa di oggi, non tanto per i limiti (pur riconoscibili) del processo di in- tegrazione, quanto per quella sorta di neo-nazionalismo che attraversa le società contemporanee, le quali si sentono minacciate dalla globalizzazione e tendono a rifugiarsi in confini ben definiti, siano essi politici, culturali, economici, persino religiosi. Temendo di perdere la propria identità, si rischia di impoverirla rifugiandosi in anguste fortezze nazionali o addirittura regionali, proprio in un’epoca che certo richiede identità solide, ma eguale capaci di confronto, di apertura e, appunto, di integrazione. In questo senso una Ue che funziona, sulla base di valori e obiettivi condivisi, può essere un antidoto, certo non l’unico, alle paure collettive del terzo millennio. GIANNI BORSA CORSIVO di AGOSTINO CLERICI MESSINA: IL DRAMMA E LA TRAGEDIA «In cinque mesi ricostruiremo i quartieri distrutti», ma lassù «no, non ci si può più stare, le abitazioni non sono sicure». In queste due affermazioni perentorie attribuite dai giornali al presidente Silvio Berlusconi - sta tutto il dramma dell’alluvione messinese, e, insieme, la tragedia della politica italiana. Il dramma è quello della gente, che non vuole lasciare le proprie case. Invoca sicurezza, ma vuole continuare a vivere sotto le frane, nell’alveo dei torrenti, in zone a forte rischio idrogeologico. C’è ignoranza e c’è attaccamento alla propria terra in questa ostinazione, che è spesso la madre più prolifica delle tragedie più luttuose nel nostro Paese. La gente che protesta per la politica assente è la stessa che disattende puntualmente e indiscriminatamente le ordinanze comunali ed i piani di emergenza della Protezione Civile. Naturalmente, questa non è una giustifica- zione per l’assenza amministrativa e per l’incapacità cronica a far valere le decisioni prese. Ma, certamente, deve crescere nella nostra Italia la cultura del territorio e la fiducia della gente nei confronti di chi la terra con i suoi segreti e le sue regole la conosce bene. Invece, prevalgono egoismi e sospetti, e interessi economici o speculazioni edilizie mettono spesso a tacere le oculate valutazioni dei tecnici e degli scienziati. Certo, dovremmo pronunciare anche la parola «mafia», con il disprezzo della vita che la caratterizza. A patto di non confinarla ad episodio siciliano. Ci sono mafie potenti anche al nord, e il malaffare purtroppo non ha latitudini insuperabili... Ciò che mi fa più arrabbiare in questi casi è il ricorso - soprattutto sulle pagine dei giornali - alla favoletta della «natura cattiva». La natura non è né buona né cattiva, almeno in quel senso morale con cui utilizziamo questi termini. La montagna non uccide nessuno, le frane non sono cazzotti piantati nello stomaco della povera gente da una natura resa livida da chissà quale rabbia ancestrale. Questo modo di ragionare purtroppo reso ancora più familiare dal ritorno di panteismi new age e dalla facilità con cui si osanna una sorta di energia divina che scorrerebbe nella materia non contribuisce ad educare la gente. Anzi, immette una vena di fatalismo, che gioca inutilmente a mettere sul banco degli imputati una natura che, così pensata, non esiste e, quindi, non è responsabile di nulla. E qui sul dramma della gente s’innesta la tragedia della politica. Le promesse sono facili da fare e difficili da mantenere, soprattutto quando bisogna dettare anche le regole, in questo caso di una corretta ricostruzione. Da subito bisogna dire chiaramente alla gente che lì dove sono state portate via dal fango, le case non devono più essere ricostruite. Ma simili discorsi possono essere scomodi, se incrociano la pervicace ignoranza sia inteso nel senso più benevolo - del cittadino, che guarda un po’ - è anche elettore... Perciò, le alluvioni, a volte, tornano! Il silenzio e la parola I l linguaggio - è stato detto - è l’arma più potente dell’arsenale dei despoti e dei demagoghi. Fosse anche vero, è altrettanto argomentabile che è difficile inventare slogan che abbiano presa su menti educate all’analisi critica del linguaggio. Perché l’uomo possa diventare critico ed essere in grado di smascherare chi lo vuole ingannare con le parole, deve fare in un certo senso - un passo indietro. Egli deve recuperare la dimensione del silenzio che sta all’origine della parola. E’ vero: viviamo in tempi nei quali i momenti o gli spazi di silenzio si sono fatti sempre più rari. Il venir meno del silenzio ha fatto sì che anche la nostra capacità di ascolto finisse con l’atrofizzarsi progressivamente. Uno degli aspetti più sconcertanti di questo mondo odierno –scrive T. Caldwell- è che non ci si ascolta a vicenda: “Se siete malato o anche morente, nessuno vi ascolta. Se siete spaventato o sgomento o sperduto o privo di tutto, o solo, o infelice, nessuno vi ascolta realmente. Anche i sacerdoti hanno fretta e sono stanchi. Fanno quanto possono e lavorano incessantemente, ma il tempo ha assunto un carattere frammentario: non sembra avere più alcun contenuto. Nessuno ha tempo di ascoltarvi, neppure quelli che vi amano e che sarebbero pronti a morire per voi”. NESSUNO ASCOLTA PIÙ NESSUNO Ascoltare è fuori moda. E così pure il silenzio. E lo spazio per un ascolto autentico si riduce al minimo. “Abbiamo perso la misura delle cose –ha scritto David Maria Turoldo- Siamo esistenze senza contemplazione. Non abbiamo più nostalgia e rimorsi. Non abbiamo più da ritornare verso nessun paese. E non sappiamo neppure che cosa scoprire. Tutto è di eguale importanza, e di nessuna importanza. Non abbiamo più il dono del discernimento e della discrezione. Nessuno ascolta nessuno. Infatti, perché ascoltare e chi?”. Chi non sa tacere –ha detto R. Guardini- fa della sua vita ciò che farebbe chi volesse solo espirare e non inspirare. Solo a pensarci ci viene l’angoscia. L’umanità di chi non tace mai si dissolve. L’uomo contemporaneo imparerà, dalla scuola del silenzio, il rispetto per la parola, il rifiuto di atteggiamenti verbali banali e irresponsabili, il disimpegno per un parlare degradato, vanamente loquace e perennemente distratto. L’ ascolto è uno strumento conoscitivo di grande importanza perché consente di essere aperti nei confronti del prossimo e del mondo. Colui che si apre all’ascolto non può essere né arrogante né tracotante. FUORI dal CORO SILENZIO, ASCOLTO, PAROLA La disponibilità ad ascoltare implica una totale assenza di ostilità. Per odioso od eretico che mi appaia il comportamento dell’altro, io debbo sempre capirlo in funzione delle sue ragioni, e non soltanto giudicarlo in funzioni delle ragioni mie; e se le sue ragioni non mi convincono e io credo di doverlo persuadere delle mie, non potrò comunque pretendere che egli pensi e agisca diversamente prima che ne sia persuaso. Allora chi si dichiara disposto ad ascoltare ammette –di fatto- che l’altro può avere cose da comunicare e che possono arricchirlo. L’ascolto apre alla dimensione della fiducia e della speranza. Il silenzio diventa così la precondizione del parlare, la madre e non l’ancella della parola. E proprio in tempi di parole senza scopo, quando ci serviamo di frasi fatte che hanno quasi smarrito il loro senso, quando si parla tanto per non dire nulla, proprio in questi tempi si comprende come il silenzio sia generatore di pensiero e più significativo delle tante parole dette per non comunicare. Anche in tante comunità cristiane, a volte, si avverte come una stanchezza di fronte a parole che non comunicano più, a proposte che parlano ma non dicono, a progetti che ti piovono addosso e non ne comprendi il perché. Ad un recente convegno, ho udito una provocazione significativa: a quando una pastorale del silenzio che sappia ri-significare un linguaggio e un contenuto che sembrano non comunicare più nulla? A quando il tempo e i luoghi per sedersi accanto all’uomo per ascoltare la sua storia che nasce da un silenzio imposto a volte dalle nostre teorie teologiche? Ascoltare. ARCANGELO BAGNI CONSIGLIO D’EUROPA: DIRITTI DELL’INFANZIA E CAMBIAMENTO CLIMATICO L’educazione ai diritti dell’infanzia; il diritto a essere protetti da ogni forma di violenza; le attività del Consiglio d’Europa in tale ambito: sono i temi principali della conferenza sui diritti dell’infanzia del 6-7 ottobre a Lubiana (Slovenia). L’incontro, promosso dalla presidenza di turno del Comitato dei ministri CdE, ha in agenda gli interventi del presidente dell’assemblea nazionale slovena Pavel Gantar, del commissario ai diritti dell’uomo, Thomas Hammarberg, del ministro degli esteri sloveno Samuel Zbogar e del mediatore sloveno ai diritti umani Zdenka Cebašek Travnik. La conferenza è stata aperta dall’intervento da un “rappresentante dei bambini”, Lea Bijol, che frequenta la scuola di Lubiana per non udenti. Nel frattempo il Consiglio d’Europa annuncia l’ordine del giorno della riunione del Congresso dei poteri locali e regionali, che si svolgerà nella sede di Strasburgo dal 13 al 15 ottobre. Al centro delle discussioni figura “il ruolo dei responsabili politici” territoriali “di fronte alla sfida mondiale del cambiamento climatico”. La riunione fa riferimento esplicito alla Conferenza Onu di Copenaghen sullo stesso argomento che si terrà a dicembre. P A G I N A 6 CHIESA CHIESA LOCALE ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 del VESCOVO GIOVEDÌ 8 A Como, al mattino, consiglio episcopale; al pomeriggio, udienze e colloqui personali; a Como-Monteolimpino, in occasione della Madonna del Rosario e nel decimo anniversario di costruzione del nuovo oratorio, alle ore 20.30, recita del S. Rosario e incontro con la comunità sul tema dell’educare. DA VENERDÌ 9 A DOMENICA 11 Visita pastorale in Valle Intelvi a: Castiglione, Cerano, Dizzasco Muronico. LUNEDÌ 12 A Como, in Curia, Consiglio diocesano Affari Economici; nel pomeriggio e martedì a Rho, Conferenza Episcopale Lombarda. MERCOLEDÌ 14 A Como, Collegio dei Consultori; nel pomeriggio, udienze e colloqui personali; a Como, in Cattedrale, alle ore 21.00, presentazione del libro “Splendida materia - l’arte nel Duomo di Como”. GIOVEDÌ 15 A Como, al mattino, Consiglio Episcopale; a Villa Guardia, alle ore 15.00, presso l’istituto dei padri Somaschi celebrazione della S. Messa. DA VENERDÌ 16 A DOMENICA 18 Visita pastorale in Valle Intelvi a: Lanzo, Scaria, Ramponio. DALLA Curia NOMINE In data 1 ottobre 2009 Don Fausto Sangiani è nominato Cancelliere. Madunina de Comm I n questi giorni è in arrivo nelle case di tutti i sacerdoti della diocesi un libretto, edito dalla Elledici-Velar e curato da Vittorio Aramini , dedicato al “Santuario Madonna del Prodigio – Tempio Sacrario degli Sport Nautici – Como”. È stato pubblicato nella collana “I luoghi della fede: santuari, chiese, abbazie”. A spedire il testo, un’agile guida per far conoscere in tutta la diocesi questa chiesa che domina la città di Como, è il rettore del santuario e prevosto di Garzola, don Maurizio Salvioni il quale raccomanda, in caso di mancata ricezione, di avvertirlo personalmente del disguido. Il santuario “Madonna del Prodigio” sorge in una bella posizione panoramica sul lago di Como, sulla via che porta a Brunate, a Garzola. Inserito in una cornice naturale di assoluta bellezza, è un luogo di incontro, di contemplazione e di pre-ghiera: è un cenacolo spirituale per tutti ed è dedicato a coloro che praticano discipline nautiche. È un gioiello di architettura moderna, a forma esagonale allungata, cosi da assumere l’aspetto di una nave. «Il nostro è un santuario giovane con una storia antica», riflette il rettore e prevosto della parrocchia di Garzola don Maurizio Salvioni. Il desiderio è che la città e la diocesi si riapproprino di questa chiesa (conosciuta, soprattutto, come sacrario degli sport nautici) anche nella sua dimensione di santuario mariano. L’edificio fu eretto fra il 1963 e il 1968, ma le vicende che portarono alla sua costruzione affondano le radici in epoche ben più lontane. In essa è custodita l’effigie della Madonna del Prodigio, un dipinto di almeno cinque secoli fa. Già il vescovo Alessandro Macchi desiderava erigere sul colle sopra Como un santuario dove conservare l’effigie mariana, così da trasformare Garzola in una sorta di “sacro monte”. Pochi sanno che durante la Seconda Guerra Mondiale, il presule, per salvare Como dai bombardamenti, fece voto sia al SS. Crocifisso sia alla Madonna del Prodigio. «Questo santuario – riflette il vescovo monsignor Diego Coletti nell’introduzione del libretto sulla storia del santuario appena pubblicato – da quarant’anni, veglia sulla città di Como. Nel FISM, “TOTALE CONTRARIETA” PER IL TAGLIO DEI FONDI ALLE PARITARIE DELL’INFANZIA “Unanime e totale contrarietà” è stata espressa in una nota, dalla Federazione italiana scuole materne (Fism), per il taglio di 135 milioni di euro (su 535 milioni di contributo) dei fondi ministeriali alle scuole paritarie dell’infanzia previsto nella finanziaria 2010. A rischio, per la Fism, il servizio educativo per 500.000 bambini, accolti nelle 8 mila scuole della Federazione, e posto di lavoro per 40.000 persone. Nella nota la Fism evidenzia anche che “il contributo ministeriale, peraltro, immutato dal 2001, consente allo Stato un risparmio annuo di oltre 5,5 miliardi di euro e che in questo modo continua ad essere violato il diritto costituzionale di libera scelta educativa delle famiglie sulle quali si caricano così ulteriori aggravi economici in una situazione economico-sociale che esigerebbe l’esatto contrario. Si allontana, inoltre, quel processo di effettiva parità scolastica su cui convergono le pubbliche prese di posizione delle forze politiche in Parlamento, anche per completare la piena attuazione della Legge 62/2000”. dicembre 2008, come a naturale completamento della struttura, sul tetto del santuario garzolese fu collocata la statua della Madonna che, in precedenza, svettava sulla cuspide della chiesa dell’ex seminario diocesano. Da subito, ricordando altre effigi mariane note un po’ in tutta Italia, è stata affettuosamente ribattezzata la “Madunina de Comm” ed è un punto di riferimento – spirituale sicuramente, ma anche fisico, geografico – per la città e l’intera diocesi. Inaugurando la statua espressi un augurio: che alzando gli occhi verso Garzola, verso la Madonnina, ci ricordassimo che Como e la sua diocesi vogliono essere una città e una Chiesa ospitale». La guida è suddivisa in due parti: una storica, interamente dedicata al santuario e alle vicende che hanno portato alla sua costruzione; l’altra specifica sul sacrario degli sport nautici (compresa la collezione di biologia marina). Tanti i personaggi legati a questa chiesa: beati, papi, cardinali, vescovi e parroci che hanno dato un contributo forte e personale alla realizzazione della chiesa. In fondo anche una breve scheda riassuntiva con notizie utili, numeri di telefono, orari delle celebrazioni. La guida è disponibile presso il santuario: per qualsiasi informazione contattare il rettore don Maurizio Salvioni allo 031-3100008; e-mail [email protected]. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ AGENDA UNA GUIDA DEL SANTUARIO DI GARZOLA ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ Conoscere papa Paolo VI di MARIO BIFFI - V Teologia IL SEMINARIO SI RACCONTA Io vivo in mezzo ad una immensa, splendida, meravigliosa epifania di cose che esistono; le cose del cielo, le cose della terra, le cose del mio mondo, scriveva papa Paolo VI durante un ritiro spirituale nel luglio del 1974, esultante per la bellezza della realtà di cui si sentiva circondato. È possibile scoprire ancor oggi la medesima bellezza lasciandosi accompagnare dalle sue parole in quella che per lui fu la prima terra, il primo e originario mondo: Brescia. Questo è quanto hanno fatto i seminaristi della nostra diocesi, che lo scorso 2 ottobre si sono recati in visita alla città, condotti dalla guida esperta di don Andrea Straffi e dalla compagnia dei superiori. L’uscita è stata un’ottima occasione per inaugurare il nuovo anno di seminario e assieme addentrarsi nell’anno sacerdotale celebrato da tutta la Chiesa: sempre sulle orme di Paolo VI, scelto come figura di riferimento sicuro per chi si prepara, a Dio piacendo, alla via del sacerdozio. In particolare, il percorso è stato organizzato attorno ad alcuni luoghi significativi della zona e della vicenda personale di questo cittadino illustre: la parrocchiale di Concesio, che conserva il fonte in cui fu battezzato, e il Santuario delle Grazie, dove celebrò la prima messa. Eccezionale, infine, la visita al monastero di S. Giulia, vero scrigno di tesori di arte, storia e vissuto ecclesiale e di fede. Il tutto fecondato da un ricorrere continuo delle parole di Paolo VI, ripetute, meditate e pregate in preparazione e durante la giornata. E così la sua testimonianza instancabile del primato assoluto e irrinunciabile di Dio, di un Dio che deve rimanere centrale e ineludibile, si accompagna all’immagine dell’imponenza dirompente e vivace della famosa Croce di Desiderio, vista in S. Giulia: questa figura di unità tra la maestà della croce preziosa e l’umiltà del Cristo che vi è appeso attira letteralmente a sé, esige di essere osservata, ammirata, gustata. Nello stupore che lo stesso Montini prescriveva come ricetta spirituale: Cerchiamo di avere l’occhio aperto, in modo da meravigliarci. La meraviglia! Vi raccomando, la meraviglia! Il medesimo stupore è stato suscitato durante la messa, presieduta da mons. Valsecchi nel santuario cittadino delle Grazie, dalla semplicità dell’icona della Natività lì custodita, alla quale lo stesso papa era grandemente affezionato: la compostezza della Vergine, l’impressione di sobrietà, la profonda umanità e tenerezza verso il Bambino che le giace ai piedi annunciano l’alta considerazione che Montini ebbe della vita e della vocazione sacerdotale, ma anche la vera umiltà e partecipazione che sempre testimoniò nel realizzarla. Intimità spirituale con l’umanità, con il mondo. Intimità spirituale con Gesù. La testimonianza di Paolo VI e della grandezza del suo rapporto con Dio è sprone ad un impegno accresciuto durante i mesi di seminario che verranno, nella certezza franca e senza compromessi, com’era nello stile di questo papa, che Dio non ci vuole mediocri! Cristo vuole dei giganti al suo seguito! CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 www.diocesidicomo.it DAL NOSTRO SITO DIOCESANO a cura dell’Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali In questa breve rubrica presenteremo a cadenza fissa le caratteristiche, le novità, le pagine scelte del nostro sito diocesano, che viene sempre più segnalato a livello ecclesiale italiano come una delle esperienze più valide ed innovative. Gli adempimenti in merito alla protezione dei dati personali Entrando dal link “informativa privacy” presente nella parte sinistra di tutte le quattro home page delle quattro sezioni in cui è strutturato il sito, si può accedere ad una pagina che spiega le modalità di trattamento dei dati personali acquisiti contestualmente alla registrazione all’area riservata del sito, nonché i dati necessari all’erogazione dei servizi di mailing list e all’eventuale abbonamento al “Settimanale” on line. Tali dati vengono trattati nel rispetto delle garanzie di riservatezza e delle misure di sicurezza previste dalla normativa vigente (Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 “Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali”), in base a principi di correttezza, liceità, pertinenza e trasparenza, tutelando la riservatezza e i diritti dell’utente del sito, che in ogni momento può richiedere la cancellazione dei propri dati. Invece i responsabili delle singole strutture abilitate a gestire le pagine del sito (il direttore di un Ufficio Diocesano, il responsabile di un ente, il titolare di una parrocchia, ecc.) che hanno accesso alle pagine di gestione (previa convalida della propria registrazione), qui possono avere importanti informazioni sugli adempimenti a tutela della privacy riguardanti proprio le pagine da loro create cliccando su “Adempimenti privacy” in “Gestione” (sulla banda in alto alla pagina). Preghiamo questi responsabili di leggere attentamente queste pagine, per tutelare la privacy rispetto alla diffusione del dato personale sensibile relativo alle convinzioni religiose nei casi in cui quanto pubblicato sulle pagine degli enti rendesse le persone chiaramente identificabili come aderenti alla confessione religiosa della Chiesa Cattolica (ad esempio nomi, immagini, filmati). Dalla stessa pagina è possibile inoltre scaricare i modelli standard da personalizzare in caso di dati soggetti al Codice Privacy e riguardanti l’informativa e l’acquisizione del consenso al trattamento dei dati, la lettera di incarico al responsabile del trattamento di dati personali e la sua nomina. Per ulteriori informazioni, si può contattare l’Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali, inviando una e-mail a: [email protected] oppure a [email protected]. P A G I N A 7 CHIESA P A G I N A 8 OTTOBRE 2009 Apostolato della preghiera Intenzione generale: “Perché la domenica sia vissuta come il giorno in cui i cristiani si riuniscono per celebrare il Signore risorto, partecipando alla mensa dell’Eucaristia”. L’intima connessione tra la manifestazione del Risorto e l’Eucaristia è adombrata dal Vangelo di Luca nella narrazione riguardante i due discepoli di Emmaus, ai quali Cristo stesso si accompagnò, guidandoli alla comprensione della Parola e sedendosi infine a mensa con loro. Essi lo riconobbero quando egli «prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro» . I gesti di Gesù in questo racconto sono i medesimi da lui compiuti nell’Ultima Cena, con la chiara allusione alla «frazione del pane», come è denominata l’Eucaristia nella prima generazione cristiana. […]L’Eucaristia domenicale, tuttavia, con l’obbligo della presenza comunitaria e la speciale solennità che la contraddistinguono proprio perché celebrata «nel giorno in cui Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale», manifesta con un’ulteriore enfasi la propria dimensione ecclesiale, ponendosi come paradigmatica rispetto alle altre celebrazioni eucaristiche. Ogni comunità, radunando tutti i suoi membri per la «frazione del pane», si sperimenta quale luogo in cui il mistero della Chiesa concretamente si attua. Nella stessa celebrazione la comunità si apre alla comunione con la Chiesa universale, implorando il Padre perché si ricordi «della Chiesa diffusa su tutta la terra», e la faccia crescere, nell’unità di tutti i fedeli col Papa e coi Pastori delle singole Chiese, fino alla perfezione dell’amore. (Giovanni Paolo II, Dies Domini, nn. 33- 34) Intenzione missionaria: “Perché tutto il Popolo di Dio, a cui è stato affidato da Cristo il mandato di andare a predicare il Vangelo ad ogni creatura, assuma con impegno la propria responsabilità missionaria e la consideri come il più alto servizio che può offrire all’umanità”. È dunque un dovere impellente per tutti annunciare Cristo e il suo messaggio salvifico. “Guai a me – affermava san Paolo – se non predicassi il Vangelo!” . Sulla via di Damasco egli aveva sperimentato e compreso che la redenzione e la missione sono opera di Dio e del suo amore. L’amore di Cristo lo portò a percorrere le strade dell’Impero Romano come araldo, apostolo, banditore, maestro del Vangelo, del quale si proclamava “ambasciatore in catene”. La carità divina lo rese “tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno”. Guardando all’esperienza di san Paolo, comprendiamo che l’attività missionaria è risposta all’amore con cui Dio ci ama. Il suo amore ci redime e ci sprona verso la missio ad gentes; è l’energia spirituale capace di far crescere nella famiglia umana l’armonia, la giustizia, la comunione tra le persone, le razze e i popoli, a cui tutti aspirano. È pertanto Dio, che è Amore, a condurre la Chiesa verso le frontiere dell’umanità e a chiamare gli evangelizzatori ad abbeverarsi “a quella prima originaria sorgente che è Gesù Cristo, dal cui cuore trafitto scaturisce l’amore di Dio”. (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2008) Intenzione dei Vescovi italiani: “La scuola e l’università non esauriscano il loro compito nel trasmettere conoscenze, ma promuovano la formazione integrale degli studenti”. Nei tempi moderni si sono dischiuse nuove dimensioni del sapere, che nell’università sono valorizzate soprattutto in due grandi ambiti: innanzitutto nelle scienze naturali, che si sono sviluppate sulla base della connessione di sperimentazione e di presupposta razionalità della materia; in secondo luogo, nelle scienze storiche e umanistiche, in cui l’uomo, scrutando lo specchio della sua storia e chiarendo le dimensioni della sua natura, cerca di comprendere meglio se stesso. In questo sviluppo si è aperta all’umanità non solo una misura immensa di sapere e di potere; sono cresciuti anche la conoscenza e il riconoscimento dei diritti e della dignità dell’uomo, e di questo possiamo solo essere grati. Ma il cammino dell’uomo non può mai dirsi completato e il pericolo della caduta nella disumanità non è mai semplicemente scongiurato: come lo vediamo nel panorama della storia attuale! Il pericolo del mondo occidentale – per parlare solo di questo – è oggi che l’uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda davanti alla questione della verità. E ciò significa allo stesso tempo che la ragione, alla fine, si piega davanti alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscerla come criterio ultimo. Detto dal punto di vista della struttura dell’università: esiste il pericolo che la filosofia, non sentendosi più capace del suo vero compito, si degradi in positivismo; che la teologia col suo messaggio rivolto alla ragione, venga confinata nella sfera privata di un gruppo più o meno grande. Se però la ragione – sollecita della sua presunta purezza – diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. (Benedetto XVI, Allocuzione per l’incontro con L’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, 2008) RUBRICHE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 PER LE PARROCCHIE OTTOBRE 2009 98 Parola di vita L’informatore giuridico n tema di contributi si porta a conoscenza due interventi legati al FRISL. Il primo riguarda gli oratori: sul BURL 4° Suppl. Straordinario al n. 32 del 14.8.2009 è stata pubblicata la dgr n. 10043 del 7.8.2009 relativa alla scheda FRISL interventi strutturali negli oratori lombardi. Obiettivo dell’iniziativa è quella di promuovere iniziative a favore delle parrocchie mediante azioni di sostegno e valorizzazione della funzione sociale ed educativa svolta dagli oratori attraverso la realizzazione di nuove strutture a servizio delle attività degli oratori, compresi gli impianti tecnologici e la ristrutturazione delle strutture esistenti, il recupero conservativo, l’abbattimento delle barriere architettoniche e la messa a norma degli impianti, compresi gli impianti tecnologici. Il contributo complessivo non può essere superiore ad euro 300.000,00, né inferiore ad euro 70.000,00; l’importo minimo di cofinanziamento è pari al 10% del costo di realizzazione dell’intervento ed è un rimborso ventennale senza interessi. Le parrocchie devono garantire la realizzazione dell’intervento mediante la sottoscrizione di un’apposita autocertificazione che attesti la disponibilità delle risorse in autofinanziamento. Sono ammesse spese relative a: costo dei lavori da appaltare compresi oneri per la sicurezza; costo allacciamento utenze; IVA; spese tecniche massimo 10%, compresa IVA, sul totale dei lavori; imprevisti massimo 5%, compresa IVA, sul totale dei lavori. L’istanza di finanziamento, firmata dal legale rappresentante dell’ente e corredata dai documenti previsti, va indirizzata a: Regione Lombardia, D.G. Famiglia e Solidarietà Sociale – U.O. Programmazione, via Pola 9/11 – 20124 Milano; può essere presentata direttamente al protocollo della D.G. Famiglia e Solidarietà Sociale, al protocollo generale della Regione e agli sportelli del protocollo locale federato oppure trasmessa tramite raccomandata A/R a Regione Lombardia D.G. Famiglia e Solidarietà Sociale – U.O. Programmazione, via Pola 9/11 – 20124 Milano. Il termine per la presentazione delle domande è il 29.10.2009. *** Il secondo riguarda gli edifici di culto: con dr 7.8.2009 n. 10043, pubblicata sul BURL 4° suppl. Straordinario al n. 32 del 14.8.2009, è stata approvata la scheda FRISL “Tutela e valorizzazione degli edifici di culto e loro pertinenze”. L’iniziativa mira a promuovere la riqualificazione degli edifici di culto vincolati attraverso la realizzazione di interventi finalizzati al consolidamento statico, strutturale ed adeguamento impiantistico ed eliminazione delle barriere architettoniche. Possono beneficiare del finanziamento: Enti pubblici, enti ecclesiastici, enti privati, persone fisiche e giuridiche proprietarie dei beni perché fruibili pubblicamente. È ammessa una sola domanda per beneficiario per una o più tipologie di intervento. La quota di contributo prevede un rimborso ventennale senza applicazione di interessi fino ad un massimo del 90% della spesa ammessa, quindi la quota di autofinanziamento obbligatoria è pari almeno al 10%. Può inoltre essere concessa una quota di contributo a fondo perduto: • Fino ad un massimo del 50% del contributo ammesso per progetti ricadenti in piccoli comuni; • fino ad un massimo del 25% per gli interventi previsti da strumenti di programmazione negoziata regionali. Sono ammesse le spese relative a: costo delle opere da realizzare (compresi oneri della sicurezza); spese tecniche (IVA e contributi compresi) ed imprevisti, nella misura massima del 10% dell’importo dei lavori. Sono ammissibili a finanziamento opere il cui costo complessivo non sia inferiore ad euro 50.000,00 e superiore ad euro 300.000,00. Gli interventi devono perseguire almeno una delle seguenti finalità: • riqualificazione e valorizzazione del bene attraverso il consolidamento statico strutturale; • adeguamento impiantistico alla normativa vigente; • fruibilità dell’edificio di culto mediante l’eliminazione delle barriere architettoniche, presenti sia all’interno che quelle che ostacolano l’accesso. La domanda, corredata dai documenti previsti, va presentata entro il 29.10.2009, presso il protocollo generale di via Pirelli 12 o di via Taramelli 20 – Milano o presso le sedi regionali del protocollo federato competenti per territorio indirizzandola alla D.G. Casa e opere Pubbliche – U.O. Opere Pubbliche e Welfare abitativo via Taramelli 12 – 20124 Milano. I rubrica mensile a cura di VITTORIO RUSCONI di CHIARA LUBICH «Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime» (Lc 21,19) « P erseveranza”. E’ questa la traduzione della parola originale greca, la quale però è ricca di contenuto: include anche pazienza, costanza, resistenza, fiducia. La perseveranza è necessaria e indispensabile quando si soffre, quando si è tentati, quando si è portati allo scoraggiamento, quando si è allettati dalle seduzioni del mondo, quando si è perseguitati. Penso che anche tu ti sia trovato in almeno una di queste circostanze ed abbia sperimentato che, senza perseveranza, avresti potuto soccombere. A volte forse hai ceduto. Ora magari, proprio in questo momento, ti trovi immerso in qualcuna di queste dolorose situazioni. Ebbene, che fare? Riprenditi, e… persevera. Altrimenti il nome di “cristiano” non ti si addice. Lo sai: chi vuol seguire Cristo deve prendere ogni giorno la sua croce, deve amare, almeno con la volontà, il dolore. La vocazione cristiana è una vocazione alla perseveranza. Paolo, l’Apostolo, mostra alla comunità la sua perseveranza come segno di autenticità cristiana. E non teme di metterla sul piano dei miracoli. Se si ama la croce poi e si persevera si potrà seguire Cristo che è in Cielo e quindi salvarsi. “Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime” Si possono distinguere due categorie di persone: quelle che sentono l’invito ad essere veri cristiani, ma quest’invito cade nelle loro anime come il seme su una pietraia. Tanto entusiasmo, simile a fuoco di paglia, e poi non rimane nulla. Le seconde, invece, accolgono l’invito, come un buon terreno accoglie il seme. E la vita cristiana germoglia, cresce, supera difficoltà, resiste alle bufere. Queste hanno la perseveranza e… “con la vostra perseveranza salverete le vostre anime” Naturalmente, se vuoi perseverare non ti basterà appoggiarti solo sulle tue forze. Ti occorrerà l’aiuto di Dio. Paolo chiama Dio: “Il Dio della perseveranza”(Rm 15,5). E’ a Lui dunque che devi chiederla ed Egli te la darà. Perché se sei cristiano non ti può bastare l’essere stato battezzato o qualche sporadica pratica di culto e di carità. Ti occorrerà crescere come cristiano. E ogni crescita, in campo spirituale, non può avvenire se non in mezzo alle prove, ai dolori, agli ostacoli, alle battaglie. C’è chi sa perseverare per davvero: è colui che ama. L’amore non vede ostacoli, non vede difficoltà, non vede sacrifici. E la perseveranza è l’amore provato. […] Maria è la donna della perseveranza. Chiedi a Dio che ti accenda nel cuore l’amore per Lui; e la perseveranza, in tutte le difficoltà della vita, ti verrà di conseguenza, e con essa avrai salvato l’anima tua. “Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime” Ma c’è di più. La perseveranza è contagiosa. Chi è perseverante incoraggia anche gli altri ad andare fino in fondo. […] Puntiamo in alto. Abbiamo una sola vita e breve anche questa. Stringiamo i denti giorno dopo giorno, affrontiamo una difficoltà dietro l’altra per seguire Cristo… e salveremo le nostre anime. Parola di vita , giugno 1979, pubblicata per intero in Essere la Tua Parola. Chiara Lubich e cristiani di tutto il mondo, vol. II, Città Nuova, Roma 1982, pp.25-28. FAMILIARI DEL CLERO Dopo la pausa estiva riprendono gli incontri di preghiera per i componenti dell’Associazione Familiari del Clero. Il primo appuntamento del nuovo anno sociale è per giovedì 15 ottobre prossimo presso il centro pastorale “Cardinal Ferrari” di via Battisti 8, dalle ore 14.30 fino alle ore 16.30 circa, con la direzione spirituale di mons. Angelo Cattaneo. Con l’occasione si raccoglieranno gli abbonamenti alla Rivista (euro 20,00) caldamente raccomandata dalla presidenza nazionale per tenere unita e informata l’intera Associazione. Verrà inoltre predisposta la programmazione coordinata delle attività relative all’anno in corso. Si auspica una larga partecipazione di tutte le persone sensibili e generose che aiutano i propri preti e le loro relative parrocchie. P A G I N A 9 CHIESA VISIT AP ASTORALE VISITAP APASTORALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 LA VISITA PASTORALE NELLA MEDIA VALLE D’INTELVI La visita pastorale in Valle d’Intelvi è proseguita dal 2 al 4 ottobre nelle parrocchie di S.Fedele, Casasco, Blessagno e Pigra IL VESCOVO A SAN FEDELE E NELLE PICCOLE COMUNITA’ DELLA VALLE posso costruire una vita. Vi posso dire che l’unica risposta è quella cristiana. Il gusto pieno della vita è spendere tutto quello che sappiamo donando a tutti la vera vita che deve essere nutrita dalla comunione con Dio. Perché la vita è fatta per essere donata gratis». S. MESSA A CASASCO i è aperta venerdì 2 ottobre nella memoria liturgica degli Angeli Custodi la visita pastorale di mons. Diego Coletti alle comunità della Media Valle d’Intelvi: San Fedele, Blessagno Pigra e Casasco. Il vescovo è stato accolto di prima mattina nella chiesa di San Fedele dove al termine delle lodi ha incontrato il parroco don Paolo Barocco e, nel vicino oratorio, il responsabile della pastorale giovanile di tutta la Valle, don Luciano Larghi. S È la comunità cristiana di Casasco ad accogliere per la celebrazione dell’Eucarestia il vescovo, insieme al convisitatore, mons. Flavio Feroldi, e a tutta la Comunità Apostolica. Una celebrazione semplice, animata dalla cantoria che si sta costituendo tra le diverse parrocchie. Di fronte all’assemblea mons. Coletti ha sottolineato il ruolo della Comunità Apostolica, invitando le comunità della Media Valle a costituire “entro un anno” un consiglio interparrocchiale. La giornata si è conclusa con una breve visita al nuovo spazio civico e alla sede degli alpini di Casasco. Scuola materna di Schignano VISITA ALLA R.S.A. IL RONCO DI CASASCO Il primo momento ufficiale della giornata è stata la visita alla residenza sanitaria il Ronco a Casasco, dove il vescovo è stato accolto dal direttore sanitario, Walter Sgroni, dal sindaco, Ettore Puricelli, e dal parroco di Argegno e Schignano, don Renzo Gabuzzi, cappellano della struttura. “Desidero solo sottolineare ha detto don Paolo Barocco, nel suo saluto - come la sua visita inizi con l’attenzione e la delicatezza di un pastore che volge il suo cuore a persone anziane che vivono il disagio di una salute precaria”. Conferendo il sacramento dell’Unzione degli infermi il vescovo ha spiegato come “la sofferenza umana trovi il suo perché solo contemplando Gesù crocifisso e risorto”. «Vi lascio come ricordo la preghiera preparata per la Visita Pastorale - ha detto il vescovo prima di lasciare la struttura - vi chiedo la carità di accompagnarmi per questi lunghi anni con la vostra preghiera e l’offerta delle vostre sofferenze». Prima di ripartire con gli appuntamenti del pomeriggio il vescovo ha incontrato le donne che stanno preparando la chiesa per la cele- SABATO 3 OTTOBRE S. Messa a San Fedele brazione della domenica. INCONTRO CON LE NUOVE GENERAZIONI Nel pomeriggio mons. Diego Coletti ha fatto tappa alla scuola dell’infanzia di San Fedele dove i bambini hanno recitato una poesia e consegnato un album con i loro disegni. L’incontro con le nuove generazioni è proseguito all’asilo nido “L’Albero”. Alle maestre e ai responsabili delle strutture ha ricordato: “Se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli”. «È un momento di condivisione - ha continuato - perché possa esserci un pensare comune sull’educare e sul crescere nella fede». Una tematica su cui il vescovo è tornato durante l’incontro con i bambini delle scuole elementari all’oratorio di San Fedele. Un’occasione in cui mons. Diego Coletti non si è voluto sot- trarre, come già altre volte, alle domande e alla curiosità dei più piccoli. A chi, come Alice, chiedeva qualche consiglio per la propria vita, ha risposto di “fare di tutto per incontrare, conoscere, amare e seguire Gesù”. Ha poi ricordato l’importanza di abituarsi a leggere il Vangelo, facendosi aiutare dagli adulti. Il pomeriggio è proseguito con i ragazzi che il prossimo 9 maggio parteciperanno al Molo 14. “Cosa sei al mondo a fare?” “Qual è lo scopo della mia vita?” ha chiesto il vescovo, ricordando come “Il cristiano sia colui che vive lasciando che lo Spirito Santo conformi la sua vita con Gesù”. Un concetto ripreso anche di fronte ai giovani con cui ha cenato. «Siamo immersi in una vita molto centrifugata e piena di impegni - ha spiegato il vescovo - ma tutto questo che senso ha? Se basta un niente per azzerarla? Qual è il fondamento su cui Sabato 3 ottobre è stato, invece, il giorno delle piccole comunità. Di buon mattino il vescovo è andato a Blessagno, “una piccola comunità” ma bisognosa di incoraggiamento. Così la definisce don Paolo nel suo saluto sul sagrato della chiesa parrocchiale insieme al sindaco. “Qui non ci sarà la celebrazione della S. Messa - ha spiegato don Paolo -, ma il vescovo vuole portare ugualmente l’amore di Gesù”. Dopo la celebrazioni delle Lodi il vescovo ha fatto visita a tre malati. VISITA AD ERBONNE A mezzogiorno l’arrivo ad Erbonne, nel comune di San Fedele, che, con i suoi undici abitanti rappresenta la comunità più piccola della Valle. È Don Paolo che ricorda la generosità di queste persone che si dedicano con tenacia al mantenimento di questo “piccolo mondo antico”. Dopo aver benedetto il trentesimo anniversario di nozze di una coppia, il vescovo ha impartito la benedizione apostolica agli abitanti che si sono stretti sull’altare intorno al loro pastore. Questo giorno, come tanti altri in Valle Intelvi, è il giorno delle famiglie riunite, piccole Comunità che si ritrovano per ringraziare e lodare il Signore per il dono della fede ed essere così testimoni credibili del Signore risorto. INCONTRO CON LE RELIGIOSE DELLA VALLE Visita a “Il Ronco” Il cuore del pomeriggio è stato l’incontro con tutte le religiose della Valle radunatesi a San Fedele. A loro ha rivolto queste parole: «Dovete essere fari trasparenti di come ci si vuole bene, essere specialiste dell’amore fraterno. Ciò significa non avere facili simpatie, ma considerare gli altri superiori a se stessi. Provate a rileggere il Vangelo facendo attenzione alla figura delle donne: ci sono tante indicazioni sul fatto che Gesù sia sempre stato accompagnato da donne le quali hanno accompagnato anche la nascita della Chiesa. Questa Chiesa ha bisogno di essere riscoperta. Voi siete il sale della Chiesa della Valle Intelvi». SANTA MESSA A PIGRA Il pomeriggio si è concluso con la celebrazione della S. Messa a Pigra, nella chiesa parrocchiale di Santa Margherita, alla presenza di numerosi fedeli, del sindaco, della Confraternita e delle associazioni del paese. Durante la celebrazione è stata ricordata, la figura di don Elio Romanò, parroco di Pigra negli anni 50 e grande sacerdote della nostra chiesa diocesana. La giornata si è conclusa in serata con la recita del rosario nella chiesa di Fatima a San Fedele, seguita dal concerto del coro “Pieve d’Isola”. DOMENICA 4 OTTOBRE L’incontro con le comunità provenienti da India, Perù e Filippine ha aperto la giornata di domenica 4 ottobre. «Siamo una famiglia nel rispetto delle tradizioni quindi grazie, non solo per quello che voi fate ma per quello che siete - ha esordito il vescovo che ha aggiunto -. L’identità di un popolo non è congelata e la cultura Italiana può diventare ricca grazie anche a voi. Non siate un gruppo a parte ma crescete i figli insieme alla comunità che vi accoglie senza perdere le vostre radici. In questo mondo fatto di gente che continuamente si sposta da un continente all’altro c’è il rischio di perdere la propria identità ed è importante che siate molto uniti e vicini a questa comunità. La diversità è una ricchezza: se usassimo le diversità per scambiarci doni diventeremmo un popolo unito. Il cristianesimo ha questa concezione, a differenza delle altre religioni, infatti accoglie tutti in un abbraccio fraterno». Per questo, ha concluso, «amate la vostra terra e amate la nostra». La risposta a questo invito è stata immediata. Una donna indiana si fa portavoce di tutti: “Grazie don Paolo per averci aiutato ad inserirci in questa comunità, ci fai sentire a casa”. La Visita Pastorale si è conclusa con la celebrazione della S. Messa domenicale in occasione della festa patronale della Madonna del Rosario. Una celebrazione unitaria che ha radunato nella chiesa di San Fedele tutte le comunità della Media Valle. C’era commozione nel cuore del vescovo, ma anche nel cuore del pastore che guida queste comunità, don Paolo, che all’inizio della celebrazione ha ringraziato il vescovo per “averci spronato a continuare in questo lungo cammino di conversione”. È la tradizionale processione della Madonna per le vie di San Fedele a concludere questa tre giorni. Un vescovo commosso, un parroco commosso, un popolo commosso; è tempo di partire per strade nuove sulla via maestra del Vangelo. P A G I N A 10 CHIESA VISIT AP ASTORALE VISITAP APASTORALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 L’INVITO DEI VESCOVI AI SINDACI DELLA VALLE A San Fedele il Vescovo ha incontrato gli amministratori dei comuni della Valle. Un’occasione per riflettere insieme partendo dall’enciclica “Caritas in Veritate” LAVORIAMO INSIEME PER IL BENE COMUNE Da pochi minuti il Vescovo ha lasciato la Media Valle. Una sua prima impressione a caldo? Già da venerdì mi risuonava sommessa nel cuore un versetto della prima lettera di Pietro. Ora è una certezza: “Un tempo voi eravate non-popolo ora invece siete popolo di Dio” (1Pt 2,10). Sempre a caldo, come pensa di orientare la pastorale in Valle in qualità di vicario foraneo? I n un mondo in cui le città continuano ad ingrandirsi mentre le campagne e le montagne si spopolano, la vita delle comunità della Valle d’Intelvi,ci invitano a riscoprire il valore della prossimità. È da questa riflessione che mons. Coletti è partito nel suo intervento di fronte agli amministratori della Valle riuniti, sabato 3 ottobre, nella sala della Comunità Montana di San Fedele. Un momento fortemente voluto dal Vescovo per “guardarsi negli occhi e, ognuno con le proprie competenze, provare a camminare” verso quella concezione di bene comune più volte richiamata da papa Bendetto XVI nella sua ultima enciclica, Caritas in Veritate. «Il bene comune - ha dichiarato - è un valore grande che comporta un aspetto problematico: la prossimità. Voi siete amministratori di comuni- INTERVISTA A DON PAOLO BAROCCO AL TERMINE DELLA VISITA PASTORALE Fotoservizio Andrea Priori tà umane che conservano questo valore. È solo da 30 anni che la maggior parte delle persone vive nelle megalopoli: potete immaginarvi cosa vuol dire vivere in questi condomini dove non si sa come si chiama il vicino e si è nessuno per nessuno. La vocazione sociale della Valle può essere chiamata a testimoniare la pros- Il Vescovo a Erbonne simità e dove non c’è prossimità c’è depressione, con reazioni a catena». Nel suo intervento mons. Coletti ha citato il libro “La morte del prossimo” dove si afferma che stiamo inaugurando l’epoca post-umana nella quale il rischio è che tutto diventi possibile. «Lo stile democratico - continua - è la forma migliore di servire il territorio, ma c’è il pericolo che diventi non motivato. Mi sembra giusto condividere con uomini e donne qualche assunzione di responsabilità. Il compito di responsabilità, per quanto riguarda i cristiani, diventa sempre più bello per una prossimità come impegno». Da qui il richiamo all’enciclica del Papa dove si ribadisce come “lo sviluppo deve essere buono e intelligente nell’integralità”. «Solo con il buonismo facciamo dei guasti - ha continuato il Vescovo - perché non bastano le intenzioni buone per fare del bene. Spero che condividiate la lettera di Sant’Ab- bondio. Come mi piacerebbe fare il sindaco leggendo l’Enciclica. Se fate con passione quello che fate, è bello. È giusto che la gente si aspetti da voi un servizio disinteressato. Come si fa a programmare senza mettere dentro la civiltà delle persone le necessità della gente? Questo è lo sviluppo integrale. Voi sapete perché corre la voce sulla programmazione della pastorale integrata: certamente le parrocchie rimangono tali». Non poteva mancare un riferimento alla pastorale integrata e al lavoro delle comunità apostoliche. «L’epoca di un prete per campanile è finita - ha spiegato non solo per la scarsità dei preti, ma per creare una mentalità diversa. In questo i sindaci possono aiutare, incominciando a dire: “Mi occupo della gente che vive in questo territorio. Perché siamo fraternamente responsabili di questo territorio ed è inaccettabile che ci siano isole felici e isole di penuria”». Invocando la necessità di una crescita È fondamentale un gioco di squadra. Prima di tutto fra noi sacerdoti e poi con i nostri laici creare momenti di formazione perché siano gli stessi laici, in un clima, di corresponsabilità a creare comunità vive. Aspetto comunque la fine della Visita Pastorale in zona per potere con i sacerdoti e con l’aiuto dei superiori individuare su quali linee orientare concretamente la nostra pastorale. Don Paolo, un gesto, un immagine una parola che possa riassumere questa tre giorni? È qualcosa di molto personale l’attenzione e l’amore con cui mons. Vescovo a voluto portare la comunione alla mia mamma, anche da qui: grazie eccellenza. demografia per questa Valle il vescovo ha espresso il suo auspicio per il rilancio delle vocazioni. Non solo al sacerdozio e alla vita religiosa, ma al matrimonio e alla vita politica. Per farlo, secondo mons. Coletti, è necessario lottare contro i messaggi che spingono i giovani a perseguire solo i propri interessi, vedendosi al centro dell’universo. “L’esatto contrario del cristianesimo, il cui fine è imparare ad amare come Gesù”. PAGINE A CURA DELL’USVI Mons. Coletti: “Le confraternite, dono prezioso da rilanciare” Nel pomeriggio di domenica 4 ottobre, la prepositurale di San Fedele è gremita di confratelli e consorelle di tutta la Valle. È un confratello di San Fedele a rivolgere il saluto a mons. Vescovo: “Grazie per averci riservato nella sua Visita Pastorale un momento, se pur breve di dialogo, ascolto, e conoscenza reciproca. I confratelli e le consorelle di questa terra sono persone semplici che amano la parrocchia, che si danno da fare se c’è bisogno, che manifestano la loro fede sicuramente bisognosa di crescita e di approfondimento. Eccellenza ci aiuti ad essere all’altezza della nuova situazione, ci incoraggi, ci sproni, ci illumini per essere uomini e donne che, radicati nelle tradizioni, siano capaci di essere testimoni del Vangelo”. Parole a cui mons. Coletti ha prontament risposto: “Sono convinto che le confraternite siano un dono prezioso che va rilanciato perché non vanno buttate via le cose tradizionali, ma vanno fatte rivivere. Il futuro delle confraternite è far capire ai giovani che le tradizioni del passato hanno qualcosa da dire oggi. Non è folclore ma deveno entrare nel cuore dei vostri figli. Le confraternite sono riconosciute come un grande valore e dobbiamo rilanciarle con una presenza più creativa. In passato erano un tessuto di rapporti, condivisione, cammino insieme. Speriamo che diventino sempre di più questo mantenendo le diversità e che il ritrovarsi aumenti la fraternità. Una fraternità che possa essere contagiosa senza chiusure. Mi piacerebbe poter raccogliere la documentazione della vostra storia, le caratteristiche delle vostre confraternite. Con voi e per voi pregherò. S. Mssa a Pigra P A G I N A 11 CHIESA VISIT AP ASTORALE VISITAP APASTORALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 CONTINUA LA VISITA PASTORALE DI MONS. COLETTI Dal 9 all’11 ottobre il Vescovo visiterà le parrocchie di Muronico, Dizzasco, Veglio, Cerano e Castiglione IL VESCOVO NELLA BASSA VALLE D’INTELVI L a zona pastorale da noi denominata Bassa Valle, comprende le comunità di Muronico, Dizzasco, Veglio, Cerano, Castiglione e sono guidate da don Giovanni Meroni. Per capire fino in fondo il cammino delle nostre parrocchie bisogna risalire all’anno 1999 quando l’arrivo di don Giovanni, coincide con un nuovo assetto geografico pastorale della Bassa Valle. A lui sono, infatti, affidate le comunità di Muronico, Dizzasco, Veglio, Cerano e Castiglione. Il primo obiettivo di questo nuovo cammino è stato quello di far riacquistare l’identità di comunità unita in ogni parrocchia, a seguito di un lungo periodo di incertezza pastorale che ha portato ad una vita di comunità molto fragile. Il secondo desiderio è stato quello di impostare un percorso di unità tra le varie comunità, soprattutto negli aspetti pastorali. Un cammino unitario allargato nel 2004 con l’affidamento a don Giovanni della parrocchia di Castiglione. In questo passaggio si sono dovute mettere fin dall’inizio le basi per trovare un’integrazione con la precedente unità pastorale. Questo “cammino d’insieme” è alimentato dalla consapevolezza che la comunione è dono di Dio, ponendo così le comunità in una nuova relazione tra loro. Ogni parrocchia viene, infatti, valorizzata nella propria specificità e negli aspetti giuridici e amministrativi, ma al tempo stesso si pongono in rete le risorse umane, spirituali e pastorali di IL PROGRAMMA VENERDÌ 9 Ore 9.00 - 10.00 incontro con don Giovanni in casa parrocchiale a Cerano. Ore 10 incontro con la scuola dell’infanzia di Cerano. Ore 10.15 celebrazione dell’Eucaristia con le suore di Casa Betlem a Dizzasco, meditazione e rinnovo dei voti. Ore 11.15 visita alla Casa di Riposo Sacro Cuore a Dizzasco. Ore 12.30 pranzo con i dirigenti e i responsabili delle Case di Riposo dell’Associazione “Il Focolare” di S. Maria di Loreto a Dizzasco. Ore 15.00 saluto ai bambini della scuola dell’infanzia a Castiglione. Ore 15.30 visita ai malati delle varie comunità. Ore 19.30 cena presso Casa Betlem. Ore 21.00 presso Casa Betlem incontro con la Comunità Apostolica. SABATO 10 ciascuna, realizzando progetti comuni. Alla base della “pastorale integrata” che si vive nelle nostre comunità, è posta “la spiritualità di comunione” che precede ogni idea concreta. Il nostro percorso pastorale cerca di essere la dimostrazione di un Amore grande e infinito che ci guida a pensare il nostro agire da cristiani con sguardo unitario. Da un punto di vista storico questo cammino è facilitato dal ricordo del passato quando l’arcipretale di Castiglione era la plebana, la chiesa madre di tutti gli altri paesi della Valle. È quindi un tornare uniti a un centro nonostante si stia lavorando molto per attenuare i tanti personalismi fra i paesi. Il percorso intrapreso ha sempre avuto come basi idee chiare e precise non solo dal punto di vista pastorale ma anche sulle varie strutture delle nostre comunità. Si è dovuto e si deve tuttora dedicare attenzione e tempo (grazie anche alla disponibilità di tanti volontari che amano le proprie par- rocchie) per renderle agibili e a norma per il bene di tutti. Finalmente dopo tanto lavoro si hanno delle strutture accoglienti che permettono una maggiore attenzione ai ragazzi, ai giovani e alle famiglie. Queste le motivazioni fondamentali che hanno portato alla “passione per i mattoni e il cemento”. Certo sono necessarie le idee, ma è fondamentale avere strutture che possano facilitare il ministero. Per questo le comunità della Bassa Valle hanno investito forti somme di denaro per poter realizzare questo cammino, senza dimenticare la grande e costante generosità dimostrata. Segno tangibile che vengono capiti i tanti lavori e in quale direzione ci si muove perché tutto viene fatto con chiarezza e trasparenza e per il bene comune. Tanto è stato fatto ma tanto è da fare, come ad esempio il tetto dell’arcipretale di Castiglione che necessita di un totale rifacimento o il restauro delle opere d’arte presenti nelle parrocchie. Per raggiungere tut- ti questi obiettivi ogni comunità ha dovuto rinunciare a qualcosa e fare qualche sacrificio in più. È ovvio che i risultati non sono stati raggiunti dall’oggi al domani. Con lentezze, ritardi, fermate, incomprensioni, slanci e entusiasmi possiamo affermare di non essere arrivati, ma di essere incamminati sulla buona strada, creando un certo stile di vita, frutto di un lungo e serio cammino. Vengono messe in campo le energie di tutti coloro che hanno deciso di vivere la fede come una scelta, desiderosi di vivere l’amore a Cristo nel servizio della parrocchia. Un segnale positivo per il futuro, perché tutti sono coinvolti e partecipi alla vita di una comunità cristiana unita e dove nessuno si può sentire escluso. Tanti doni ci ha fatto il Signore in questi anni e tanti doni intende ancora farci come comunità in cammino che si impegna con i propri limiti e talenti “per essere migliori uomini e migliori cristiani”. Ore 9.00 visite alle chiese delle cinque comunità (alle ore 10.00 - 10.30 è previsto anche l’incontro con i carabinieri della Stazione di Castiglione). Ore 11.15 incontro con le Amministrazioni Comunali di Dizzasco, Cerano e Castiglione. Ore 12.00 pranzo con gli amministratori in oratorio a Dizzasco. Ore 15.30 incontro in oratorio a Castiglione con tutti i ragazzi delle elementari e delle medie. Ore 16.45 Incontro con i “giovani”. Celebrazione dell’Eucaristia in sant’Agata a Castiglione. Ore 18.00 In Oratorio a Castiglione incontro con il mondo del lavoro. Ore 19.00 Cena presso le Suore di casa Betlem a Dizzasco. Ore 21.00 Presso l’Oratorio di Dizzasco incontro aperto a tutti i collaboratori e popolo di Dio DOMENICA 11 Ore 10.30 Solenne Celebrazione Eucaristica a Castiglione per tutte e cinque le comunità verrà amministrato un Battesimo. Ore 12.00 Momento di festa tutti insieme . A CURA DELL’USVI Iniziative e progetti “Per camminare insieme” Il cammino di unità pastorale, portato avanti ormai da alcuni anni, non senza fatiche e sforzi, nella Bassa Valle è testimoniato da azioni concrete e progetti futuri. Tra questi vi è ad esempio la volontà di celebrare insieme la liturgia della Settimana Santa: a Dizzasco la messa in Coena Domini (con la presenza di tutti i bambini della prima Comunione); l’azione liturgica del venerdì santo a Cerano; la solenne veglia pasquale a Castiglione. Anche le Quarant’ore e la messa della prima comunione vengono vissute congiuntamente. L’unità pastorale trova poi applicazione in diversi ambiti come la crea- zione di un’unica corale e una catechesi congiunta a Castiglione. Anche le tradizioni e le ricorrenze, particolarmente care a questi paesi, vengono vissute cercando di rivitalizzarle come occasione di riflessione e catechesi che coinvolgano tutte le comunità. Non mancano comuni iniziative di carità in collaborazione con i servizi sociali a favore dei disabili e famiglie in situazioni di povertà. È stato creato anche un unico archivio interparrocchiale che ha comportato un lungo lavoro di raggruppamento e riordino. Un percorso particolare che sta dando i suoi frutti è quello del notiziario parrocchiale “Per camminare insieme”, uno strumento d’informazione per tutte le comunità che esce con 5 numeri all’anno e che vede coinvolto un buon gruppo di collaboratori. La redazione del notiziario è composta da circa venti persone di tutte e cinque le comunità che si riuniscono sotto la guida di don Giovanni. È un grande impegno perché vede il convergere di tutte le Associazioni che operano sul territorio. A tutti è dato spazio. In sede alla redazione si discute dei problemi pastorali e delle scelte che si devono attuare. Sono incontri nei quali non si decide cosa scrivere, ma il perché si scrive e i contenuti dello scrivere. È da lì che passono le scelte pasto- rali in un cammino di condivisione che supplisce la mancanza di un consiglio pastorale. Tali riunioni vengono sempre pubblicizzate negli avvisi parrocchiali in modo che chiunque possa parteciparvi. Senza questo organo di informazione sarebbe impossibile gestire una situazione complessa, poiché vengono riportate tutte le scelte pastorali e diventa un organo di confronto e di dialogo con tutti i parrocchiani praticanti e non (raggiunge più di 1200 famiglie). Altro modo per raggiungere tutte le persone è la benedizione alle famiglie che viene svolta da fine giugno a fine agosto, ma anche la realizza- zione di un calendario interparrocchiale, frutto di un lento cammino intercomunitario. Un’altra esperienza importante è quella dell’oratorio interparrocchiale con sede a Castiglione, attivo dal 23 settembre 2007 frequentato da tanti ragazzi e adulti. Lo stile di vita proposto in oratorio trova piena attuazione nell’esperienza estiva al mare che vede coinvolti più di settanta ragazzi al termine della scuola. Senza dimenticare i pranzi comunitari a Dizzasco, luogo e momento di condivisione, le confessioni nelle chiese (a turno) ogni sabato e la visita mensile agli ammalati. CHIESA CHIESAMONDO P A G I N A 12 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 IL MISSIONARIO È MORTO IN BANGLADESH LA MATTINA DEL 5 OTTOBRE A DIO PADRE GIOVANNI ABBIATI L a mattina del 5 ottobre 2009 in un incidente stradale sulla strada tra Sava e Dhaka in Bangladesh è morto il padre Giovanni Abbiati dei Missionari Saveriani. Aveva 61 anni, essendo nato a Chiuro in Valtellina il 30 aprile 1948. Le notizie sono ancora frammentarie, ma sembra certo che il padre fosse a bordo della sua macchina e stesse dirigendosi a Dhaka, quando, improvvisamente, si è trovato la strada sbarrata da un camion che procedeva contro mano sulla sua stessa carreggiata. L’impatto è stato fatale a p. Giovanni che è morto prima di raggiungere l’ospedale, mentre è rimasta indenne, per quanto profondamente scossa, una sua collaboratrice che si trovava sul sedile accanto. Padre Giovanni Abbiati era entrato tra i Missionari Saveriani nel 1965, alla fine del ginnasio, che aveva frequentato nel seminario diocesano di Como. Dopo l’anno di noviziato, fece la prima professione il 3 ottobre 1966, seguì gli studi liceali nella casa dei Missionari Saveriani a Tavernerio e gli Originario della parrocchia di Chiuro in Valtellina il missionario saveriano, 61enne, ha perso la vita in un’incidente stradale avvenuto nei pressi della sua missione. Padre Giovanni, ordinato sacerdote nel 1973, era in Bangladesh dal 1975. Evangelizzazione e promozione umana sono stati i pilastri del suo apostolato. Ecco il ricordo di un suo confratello Padre Giovanni Il Padre che accoglie nel suo abbraccio coloro che hanno annunciato il uso regno ai confini della terra consoli il nostro pianto e apra il nostro cuore alla speranza di PADRE GABRIELE FERRARI s.x. studi filosofici e teologici nella Casa saveriana di Parma. Emise la professione perpetua a Parma nel 1972. Sempre a Parma, il 30 settembre 1973 fu ordinato presbitero. Subito dopo fu destinato alla missione del Bangladesh, che da poco era OTTOBRE MISSIONARIO TRACCIA PER LA PREGHIERA PERSONALE La terza settimana (11-17 ottobre) è dedicata al tema della responsabilità. La responsabilità di una risposta d’amore a cui siamo chiamati in risposta alla misericordi di Dio da cui tutti siamo ivestiti. Preghiera del mattino e della sera Intenzioni Domenica: Perché l’eucarestia che oggi celebriamo, ricordi alla nostra comunità parrocchiale il peso della responsabilità dell’annuncio missionario. Lunedì: Perché i genitori avvertano la responsabilità di educare i propri figli all’attenzione verso i bisogni materiali e spirituali di tutto il mondo. Martedì: perché la grave responsabilità che comporta l’annuncio in Paesi diversi dal proprio, non diminuisca la gioia di coloro che vivono la missione in terre lontane. Mercoledì: Perché ogni Chiesa locale, primo soggetto di missione, senta la responsabilità di formare ed inviare vocazioni missionarie. Giovedì: Per tutti i sacerdoti, perché vivano responsabilmente il proprio ministero a servizio della missione della Chiesa. Venerdì: Perché tutti ci sentiamo in parte responsabili della sofferenza che è presente nel mondo e, per questo, ci sentiamo in dovere di alleviarla. Sabato: Perché le giovani generazioni trovino comunità cristiane responsabili e capaci di essere un sicuro sostegno per il loro futuro. Preghiera dei pasti Grazie, Signore, per questo cibo che stiamo per prendere. dacci la forza necessaria per testimoniare conr esponsabilità la gioia del Vangelo. Amen. Il centro missionario e tutta la comunità diocesana esprimono la loro vicinanza a don Francesco Abbiati e ai famigliari per l’improvvisa morte del fratello uscita dalla guerra d’indipendenza e aveva bisogno di nuove forze. Rimase in quella missione dal 1975 fino ad oggi, ad eccezione di tre anni passati in Italia dal 1983 al 1985 nella comunità dei Missionari Saveriani di Cremona incaricato della animazione missionaria e di un anno di aggiornamento presso l’Università Gregoriana di Roma (2003-2004). Dopo un primo periodo di attività pastorale nella parrocchia di Bhabarpara, convinto che l’evangelizzazione deve essere accompagnata anche dalla promozione umana, cominciò una serie di cooperative di aiuto e sostegno per le donne della parrocchia affidatagli, attività che estese poi alla diocesi di Khulna e non solo. Grazie alla sua capacità organizzativa, p. Giovani aveva trovato uno sbocco commerciale ai prodotti artigianali delle cooperative e questo gli aveva permesso di moltiplicarle. In tempi più recenti aveva aperto a Sonadanga anche una casa per i ragazzi di strada della città di Khulna, la “Street Children House”, dove egli stesso risiedeva. La morte l’ha sorpreso nel pieno delle sue attività, lasciando sgomenti per una fine così improvvisa e tragica coloro che lo conoscevano in Bangladesh e anche qui nella sua regione natale. CONCLUSO A COMO IL CAMMINO IN VISTA DEL SINODO AFRICANO PER CAMMINARE INSIEME I l significato della parola “Sinodo” è: “camminare insieme”. A Roma, dal 4 ottobre al 25, la Chiesa dell’Africa, nei suoi rappresentanti vescovi, celebrerà il secondo sinodo, a 15 anni dal precedente, per guardare insieme, presente anche il papa, alla storia, ai problemi dell’Africa e al percorso che la Chiesa di quel continente è chiamata a fare insieme, alla sequela di Cristo, al servizio della riconciliazione, di giustizia e di pace di cui c’è urgente bisogno in Africa. Amminare insieme: questa in sintesi è stata l’esperienza vissuta in questi mesi, prima, da un gruppo di persone provenienti da diverse parti dell’Africa e da diverse parti della diocesi di Como, che nelle domeniche calde di agosto e settembre, si sono date appuntamento, per preparare e proporre alcuni momenti significativi di animazione per la nostra diocesi per Tre gli incontri di riflessione e approfondimento organizzati a Como culminati con la celbrazione della messa nella chiesa di s.Rocco. Un’occasione di condivisione con la comunità africana che continuerà il cammino intrapreso nelle prossime settimane in di PADRE MARIO FUGAZZA richiamare attenzione a questo evento del Sinodo, alla Ahiesa africana e alla presenza di africani nella diocesi di Como. Danzare e pregare insieme: questa è stata l’esperienza vissuta a san Rocco, in occasione della Messa celebrata per pre- gare per questo evento. Ed è stato un momento di scoperta che l’espressività della fede della cultura africana può trovare spazio nelle nostre liturgie, sempre che noi sappiamo fare spazio accogliente alla loro presenza in mezzo alle nostre parrocchie. Ascoltare l’Africa: è stato l’intenzione e l’atteggiamento di chi ha organizzato alcune conferenze sulla realtà africana, D’altronde non si parla spesso dell’Africa, non interessa se non come curiosità in casi drammatici. E anche gli africani, che vivono e abitano nella diocesi, non hanno voce e spazio significativi. Grazie a questo evento del Sinodo per l’Africa, si è avuto l’occasione di incontrarsi per familiarizzare e condividere un tratto di strada. Ascoltando insieme il suono del tamburo che Gesù suona per noi, una musica che ci invita a danzare uniti come Chiesa diocesana di Como. Un’esperienza da cui emerge un messaggio chiaro: l’invito a continuare a camminare insieme. Sulla scia di questo entusiasmo il gruppo nato durante la preparazione di questi incontri, formato da africani e non, si è dato appuntamento il 18 ottobre, alle 15, a San Rocco, per preparare il calendario di incontri di questo nuovo cammino. Un percorso che avrà bisogno anche di un luogo dove potersi incontrare come chiesto dalla stessa comunità africana. Uno spazio in cui continuare a danzare questo ballo nuovo, di accolgienza e fraternità, dando un caloroso benvenuto a chi arriva per la prima volta, dalle terre lontane dell’Africa per vivere la fraternità in Cristo tra noi, sulle sponde del lago. P A G I N A 14 Como CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 UN’ASSOCIAZIONE A SERVIZIO DEL CITTADINO I diritti del malato vanno in Tribunale renotando un esame o una visita specialistica in una struttura pubblica o privata accreditata può capitare di sentirsi dire che la lista d’attesa è bloccata e, nell’ipotesi migliore, che bisognerà riprovare il mese successivo o dopo alcune settimane. Questo non è possibile, perché bloccare le liste d’attesa è illegale. Lo stabilisce una legge del 2005 che vieta alle Asl e alle Aziende Ospedaliere di sospendere le attività di prenotazione delle prestazioni. Il paziente deve quindi pretendere che gli venga fissato un appuntamento e che i tempi di attesa siano in linea con quanto previsto, per quel tipo di prestazione, dalla Regione Lombardia. Se questo non avviene il paziente può segnalare il fatto alla Regione e, se la segnalazione viene confermata, l’ospedale o la Asl può subire sanzioni amministrative da mille a seimila euro”. Quella delle liste d’attesa bloccate è solo uno dei casi arrivati negli ultimi mesi al Tribunale del Malato della Provincia di Como. Una serie di sportelli informativi aperti sul territorio da Cittadinanzattiva, un’associazione, nata negli anni Settanta con l’obiettivo di “garantire la tutela della salute e dei diritti dei cittadini” e presente in provincia di Como dagli anni Novanta. A parlarci di questa realtà è Fernanda Donchi, da anni volontaria dell’associazione e responsabile degli sportelli del Tribunale del Malato delle sedi P “ Un caso fra i tanti di cui si occupa? Le liste d’attesa bloccate per visite specialistiche in strutture pubbliche o private, una procedura illegale stabilita da una legge del 2005 di MICHELE LUPPI di Como, Mariano e Cantù. “La nostra associazione - ci spiega - ha iniziato ad operare nel comasco quando ancora esistevano le Asl distaccate e puntava a garantire un monitoraggio sulle attività del territorio nel tentativo di evitare difformità nel servizio. Ora, invece, abbiamo concentrato gli sportelli nelle sedi principali dell’Azienda Ospedaliera S. Anna dove offriamo il nostro supporto ai pazienti in termini di informazione, ma anche di presa in carico di eventuali problemi e segnalazioni di disservizi o diritti negati. Per quanto riguarda il caso delle liste d’attesa, più volte ravvisato anche da noi, intervenendo presso l’ospedale e regione siamo riusciti a farle sbloccare”. Nel 2008 sono state quasi trecento le segnalazioni raccolte nei tre sportelli del comasco. Il numero maggiore, 106, riguarda presunti errori nella pratica medica, ma vi sono state anche trenta segnalazioni per le liste d’attesa, 36 per la mobilità sanitaria, 20 per le barriere architettoniche e 20 per l’assistenza domiciliare. “In tutti i casi - continua la responsabile - noi verifichiamo le segnalazioni dei pazienti e nel caso si sia realmente verificata una violazione della legge o dei diritti dei cit- tadini interveniamo nelle sedi opportune: segnalando i problemi all’Azienda e poi, eventualmente, inoltrandole alla Regione, o nei casi estremi rivolgendoci al Tribunale”. Tra le persone che ogni anno si rivolgono agli sportelli della provincia di Como vi sono, infatti, anche pazienti che portano la propria cartella clinica perché vogliono un consulto sulle scelte applicate dai medici. “I documenti - continua Fernanda Donchi - vengono mostrati ai medici dell’associazione e se vi sono irregolarità o casi di negligenza, chiediamo l’intervento a uno dei quattro avvocati che collaborano con noi. Prima di rivolgerci al Tribunale cerchiamo però di invitare sempre il paziente a risolvere la questione con l’Azienda Ospedaliera per via extragiudiziale. A meno che non ci si trovi in presenza di un reato”. Proprio per cercare, come recita lo statuto, di “rimuovere situazioni di sofferenza inutile e di ingiustizia”, Cittadinanzattiva non si limita a rilevare eventuali disservizi o irregolarità, ma è impegnata anche nel campo della prevenzione e della sensibilizzazione. Nel 2008 sono stati organizzati nella provincia di Como 32 incontri pubblici e 24 manife- PER SAPERNE DI PIÙ Il Tribunale del Malato è senza dubbio la realtà più importante di Cittadinanzattiva che si occupa però anche di altri settori come i servizi di pubblica utilità dall’acqua ai trasporti, dalle scuole alla sicurezza. Le sedi: Como, S. Anna via Napoleona: lunedì, dalle 17 alle 18, e mercoledì, dalle 10 alle 11. Telefono 031-5855657 Cantù, Ospedale di Circolo via Domea: venerdì dalle 16 alle 18. Telefono 031799432 Mariano Comense, Ospedale Felice Villa via Isonzo: lunedì dalle 16.30 alle 18.30. Telefono 031-755277 Ecco alcuni piccoli suggerimenti dal Tribunale del Malato Il cittadino non deve avere paura nel fare domande al personale medico e infermieristico. Dopo un ricovero richiedere alla dimissione la “cartella clinica” rivolgendosi in direzione sanitaria dell’ospedale in cui si è stati ricoverati. L’azienda ospedaliera entro dieci giorni deve rilasciarla al cittadino. Termine previsto dalla legge regionale ’88 n.40. E’ importante sapere che i famigliari dei pazienti di età superiore ai 65 anni sono autorizzati a trattenersi anche fuori dagli orari di visita. Gli anziani ricoverati in ospedale non possono essere dimessi se non sono guariti completamente o se sono molto avanti negli anni. I parenti del paziente possono presentare istanza al direttore dell’ospedale chiedendo che il proprio congiunto non sia dimesso, specificando la patologia e l’impossibilità di prestagli a casa le cure necessarie. Dello stesso diritto usufruiscono anziani cronici non autosufficienti. stazioni, in cui sono state affrontate diverse tematiche, come la promozione dei medicinali generici, la diffusione della carta europea dei diritti del malato, l’approvazione di un protocollo per la “Qualità in chirurgia” e la promozione dell’ospedale senza dolore. “Non si può nega- re - continua la responsabile - che, nel nostro territorio, la situazione della sanità negli ultimi vent’anni sia migliorata, soprattutto per quanto riguarda i servizi, dalla mensa alla pulizia, e il lavoro di medici ed operatori. I problemi riguardano soprattutto le struttu- re ormai vecchie. Come nel caso del S. Anna, ma fortunatamente tra un anno avremo la nuova sede”. Un nuovo ospedale “di cui il territorio aveva veramente bisogno”, in cui l’associazione sarà presente con uno sportello del Tribunale del Malato. DOMENICA 11 OTTOBRE GIORNATA NAZIONALE DELLA PERSONA CON SINDROME DI DOWN Anche la sezione comasca dell’associazione “Down Verso” aderisce alla Giornata Nazionale della persona con sindrome di Down, in programma per domenica 11 ottobre. L’evento avrà luogo in moltissime piazze italiane ed ha lo scopo di creare maggiore conoscenza e sensibilizzazione per la persona con sindrome di Down e di sostenere le associazioni che se ne occupano. Il simbolo scelto, come per gli anni scorsi, è una tavoletta di cioccolato equo-solidale a forma di busta da lettera che verrà consegnata al pubblico in cambio dell’offerta di 5 euro. Questi i punti d’incontro in cui l’associazione sarà presente domenica anche con svariato materiale promozionale: Como - piazza San Fedele, Cantù - piazza Volontari della Libertà, Maslianico - sagrato della chiesa, Rovellasca - Parco Burghe’. Tra le altre iniziative promosse dall’associazione si segnalano i seguenti appuntamenti: Incontri presso Ospedale Sant’Anna di Como Mercoledì 14 ottobre: “Genitori ‘normali’ per figli ‘speciali’” - dott. Michele Cavalleri Mercoledì 4 novembre: “Accompagnare all’autonomia” - dott.ssa Maria Grazia Pirotta Mercoledì 10 dicembre: “Disabilità, sport, integrazione” - dott. Patrizio Pintus Corso metodo Feuerstein per bambini 6/12 anni Previsto un percorso di gruppo con l’utilizzo di strumenti del Programma Feuerstein rivolto a bambini di 6/12 anni. Il laboratorio sarà condotto dalla dott.ssa Maria Russo e prevede una ventina di incontri per i bambini e tre incontri per i relativi genitori. Per ragioni logistiche si terrà alle Scuole Elementari di Villa Guardia e avrà inizio giovedì 22/10. Le famiglie dei bambini iscritti riceveranno con la presente il calendario incontri con tutte le precisazioni. Festa decennale associazione sabato 7 novembre La festa si svolgerà a Cantù presso il Centro Civico di Vighizzolo (sopra la sede) dalle ore 15.00 alle ore 20.00 di sabato 7 novembre. È richiesta l’adesione. Rivolgersi a [email protected], o telefonare al numero 333-5828802. CRONACA P A G I N A Como 15 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 LA PRIMA DI UNA SERIE DI SEDUTE A PALAZZO CERNEZZI Il muro “sbarca” in Consiglio L’assemblea cittadina è chiamata a dibattere non solo sul progetto, e su come uscire dall’impasse creato dalle modifiche apportate senza che lo stesso Consiglio e i cittadini lo sapessero, ma anche sul futuro dell’Amministrazione guidata dal sindaco. Lunedì non “cade” il primo cittadino di LUIGI CLERICI entre si attende ancora il pronunciamento della Procura di Como, che due settimane fa ha acquisito tutta la documentazione progettuale in Comune ed effettuato un sopralluogo al cantiere, il famoso “muro” e l’intero progetto del nuovo lungolago cittadino sono approdati in Consiglio Comunale. Lunedì scorso si è infatti svolta la prima di una serie di sedute dell’assemblea cittadina dedicate a dibattere non solo sul progetto, e su come uscire dall’impasse creato dalle modificazioni apportate senza che lo stesso Consiglio e i cittadini lo sapessero, ma anche sul futuro dell’Amministrazione guidata dal sindaco, Stefano Bruni. Il primo cittadino, ancora prima della seduta, aveva fissato in 30 giorni il tempo M massimo per verificare se, effettivamente, il suo secondo mandato può avere ancora un futuro, ed aveva annunciato che sarebbero allo studio diverse ipotesi che escluderebbero la mera demolizione del contestato manufatto che impedisce ai cittadini di godere della vista del primo bacino del Lario. La più curiosa di tali ipotesi sarebbe l’acquisizione del muro da parte di una ditta edile che lo taglierebbe in più parti da 3 metri ciascuna da utilizzare come contrappesi per le sue gru. Destini più o meno fantasiosi o concreti a parte, la sorte dell’Amministrazione, del lungolago, e dei protagonisti di questa vicenda, ovvero dell’assessore con delega alle grandi opere “uscente” (dato che si dà per certo un nuovo rimpasto nell’esecutivo cittadino se questo dovesse continuare a governare la cit- Foto William tà), Fulvio Caradonna, e dei due responsabili ai lavori, gli ing. Antonio Viola e Antonio Ferro, è affidata anche a tre mozioni presentate dalle forze di opposizione in Consiglio Comunale che, con ogni probabilità, verranno messe ai voti lunedì prossimo. Il 5 ottobre, infatti, è andato in scena il primo Consiglio Comunale dedicato al lungolago ma senza l’esito a sorpresa che era stato ventilato alla vigilia. Infatti questa seduta avrebbe potuto rappresentare il capolinea per l’Amministrazione Bruni in quanto alcuni esponenti dell’opposizione, con in prima fila il rappresentante di Area 2010, Alessandro Rapinese, ha cercato di raggiungere quota 21, ovvero il numero minimo di rappresentanti politici del Comune di Como intenzionati alle dimissioni volontarie. Una “fuga di massa” che avrebbe, per legge, costretto i cittadini a recarsi alle urne in primavera oltre che per le regionali e, con ogni probabilità, per le provinciali, anche per decidere il nuovo governo del capoluogo lariano. Invece tale numero non sarebbe stato raggiunto in quanto la stessa opposizione non sarebbe attualmente del tutto compatta sugli atteggiamenti da adottare nella vicenda. Così l’Amministrazione Bruni ha tirato un primo sospiro di sollievo in attesa del voto sulle mozioni presentate dalle stesse compagini di minoranza che puntano alla destituzione dell’assessore Caradonna e dei responsabili dei lavori, oltre che alla censura del sindaco. Questo si tradurrebbe in un atto di sfiducia morale ma non sostanziale nei confronti del primo cittadino. Nella prima, lunga discussione, a Palazzo Cernezzi si sono comunque ascoltati alcuni articolati interventi dei consiglieri dell’opposizione sull’opera, il più interessante dei quali, come era facilmente immaginabile, è arrivato da Mario Lucini (Pd), geologo di professione e presidente della Commissione urbanistica. Questi, attraverso un’analisi dettagliata delle “pecche” del progetto, ha infatti fatto notare come, in alcuni punti del lungolago, è stato sì previsto di portare la lunghezza della passeggiata dagli attuali 5 a 20 metri ma senza prevedere adeguate fondamenta nel primo bacino del Lario. La prossima settimana, comunque, almeno a livello politico dovrebbero arrivare le prime indicazioni su come finirà questa vicenda. Sull’opera, invece, bisogna attendere anche l’esito delle verifiche della Procura. “VOLONTARIATO E SCUOLA: PROGETTI PER IL TERRITORIO” PARTO SENZA DOLORE AL S. ANNA Il parto senza dolore sbarca al S. Anna. Grazie alla collaborazione tra ginecologi, ostetrici ed anestesisti anche nel nosocomio di via Napoleona a Como, le donne in gravidanza potranno richiedere di essere sottoposte all’analgesia epidurale. Una pratica, effettuata in anestesia locale, che consiste nell’introduzione nella schiena attraverso un ago, prima dell’inizio del travaglio, di un catetere per la somministrazione, durante tutta la durata del travaglio, di una soluzione analgesica che permette di alleviare il dolore. Una tecnica già utilizzata da anni in altri Paesi europei e impiegata in alcuni ospedali italiani. “Questo rappresenta un passo importante verso la concezione di un ospedale senza dolore” ha dichiarato Laura Chiappa, direttrice sanitaria dell’Azienda Ospedaliera, che ha precisato come “per il momento il servizio sarà garantito solo per le 12 ore diurne”. “L’obiettivo futuro - ha detto - è quello di arrivare ad una copertura delle 24 ore ma per farlo sono necessarie maggiori risorse, non tanto per l’acquisto di nuove tecnologie ma per la necessità di nuovi specialisti, in particolare anestesisti”. Durante la somministrazione degli analgesici è, infatti, necessaria la presenza fissa di un anestesista per dosare correttamente i farmaci. “A regime - continua la direttrice - avremo bisogno di 5 o 6 medici in più e questo rappresenta un investimento importante per noi, quantificabile in almeno 600mila euro all’anno”. Una cifra completamente a carico dell’Azienda perché non è prevista la possibilità di usufruire di finanziamenti regionali. Non tutte le donne potranno però usufruire di questa tecnica. L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare a trattare tra il 7 e il 10% delle partorienti, ovvero circa 150 parti nel prossimo anno. Nelle altre strutture lombarde dove questa pratica è utilizzata si è arrivati in media al 25% delle partorienti. “L’inserimento del catetere - ha dichiarato Renato Maggi, direttore del reparto di ginecologie ed ostetricia - rappresenta un intervento chirurgico e come ogni intervento può avere dei rischi e delle controindicazioni. Per questo è necessario informare correttamente la donna e ottenere il consenso a questo trattamento”. Un consenso che spesso viene rifiutato. “Vi è ancora da parte di alcune donne - continua il ginecologo - una sorta di reticenza a sottoporsi a questo trattamento perché si crede che un parto senza dolore non sia naturale. Tutt’altro, la somministrazione di analgesici elimina il dolore ma non influisce sulla sensibilità della donna, anzi permette di affrontare i momenti del parto con maggior tranquillità, migliorando la respirazione materna e quindi l’ossigenazione fetale”. Da alcune settimana al S. Anna è stato attivato un ambulatorio informativo sull’analgesia epidurale dove vengono effettuate le visite necessarie a dare l’approvazione al trattamento. Le prenotazioni sono effettuate allo sportello CUP o per telefono chiamando al 031-5855023 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13. M. L. Si è svolto lunedì 28 settembre scorso l’interessante convegno “Volontariato e scuola: progetti per il territorio” promosso dallo Sportello “Scuola & Volontariato”, dal Centro Servizi per il Volontariato, da AVIS, AIDO e ADMO, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Como, presso l’Istituto “G. Pessina” (via Milano 182, Como). L’iniziativa era rivolta ai docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado, che hanno risposto in modo positivo a questa opportunità di riflessione e confronto. Dopo i saluti della dott.ssa Donatella Diacci, referente per il volontariato all’Ufficio Scolastico Provinciale, e del dott. Fiorenzo Gagliardi, presidente dell’Associazione del Volontariato Comasco - Centro Servizi per il Volontariato, l’intervento della psicopedagogista dott.ssa Lucia Todaro (“Trasmettere ai giovani il senso del donare: strategie di motivazione”) ha offerto strumenti e stimolanti spunti di riflessione a chi si occupa di coinvolgere i giovani in progetti di volontariato. La dott.ssa Todaro ha inizialmente esplorato alcune criticità della relazione educativa e successivamente presentato alcune strategie utili a trasmettere ai giovani il senso del donare. «Per poter trasmettere e motivare bisogna conoscere e credere in ciò che si propone, averne esperienza e saper costruire con i ragazzi una relazione di senso che risulti coinvolgente ed entusiasmante. Attraverso un uso competente e consapevole del proprio ruolo di orientatore è possibile costruire così una proposta che risulti più aderente ai bisogni, ai desideri e alle aspettative dei giovani». Il dott. Roberto Morselli, formatore CEM sui temi legati alla mondialità, ha invece aperto il suo intervento (“Mettersi in gioco tra scuola e territorio”) con un’interessante riflessione sull’attua- le contesto socio-economico nel quale i giovani faticano ad inserirsi (lunga permanenza nel sistema scolastico, ritardo nell’ingresso del mondo del lavoro…) e ad immaginare il proprio futuro. Il formatore ha inoltre sottolineato il legame prezioso ed auspicabile che dovrebbe costruirsi fra scuola e territorio precisando come gli ambiti d’azione siano già fortemente interconnessi. In particolare, la scuola, pur avendo una sua specificità, dovrebbe mettersi in relazione ed in gioco ulteriormente con il territorio ripensandosi insieme ai diversi attori della comunità; il territorio è lo sfondo integratore nel quale pensare se stessi, è l’interfaccia fra natura e cultura, lo spazio dove la scuola esce dal suo “recinto” e si mette in dialogo con gli altri. Il prof. Piero Cattaneo, dirigente scolastico e docente dell’Università Cattolica di Milano, ha presentato il “Book della Solidarietà” promosso da AVIS. La pubblicazione è uno strumento di lavoro indirizzato sia agli operatori scolastici, sia al mondo associativo AVIS o di qualsiasi altra associazione no profit che persegua gli obiettivi educativi della Cittadinanza Attiva con l’intento di agevolare la collaborazione, l’intesa, lo scambio e l’interazione tra le persone. Il volume, arricchito da numerosi contributi teorici di addetti ai lavori, propone numerosi spunti per attivare percorsi di sensibilizzazione al volontariato sperimentati da AVIS negli ultimi anni. Il testo è anche corredato da due interessanti contributi relativi alla progettazione e alla valutazione. Il finale ha visto gli interventi di Valentino Sarto, presidente Provinciale AVIS, Raffaella De Rosa di ADMO e di Salvatore Bosco, presidente Provinciale AIDO sul senso del dono nella nostra società. CRONACA Como P A G I N A 16 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 CON L’AISM IN PIAZZA A COMO “Una mela per la vita” compie 15 anni Q uindici anni vissuti sul filo della solidarietà. Sabato 10 e domenica 11 ottobre “Una mela per la vita”, l’iniziativa di solidarietà promossa dall’Aism, festeggia questo traguardo tornando anche in oltre 100 piazze di Como e provincia, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Tredicimila. Tanti saranno i sacchetti di mele che l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Sezione di Como, porterà nelle piazze per rinnovare l’appuntamento con la solidarietà dedicato ai giovani con sclerosi multipla. Solo nella città di Como sono circa 400 le persone con sclerosi multipla. Con un contributo minimo di 7 euro, si potrà sostenere la lotta alla sclerosi multipla. Ad “Una mela per la vita” è legata anche la raccolta fondi con Sms solidale. Fino al 12 ottobre, inviando un messaggio dal cellulare personale al L’associazione sarà presente in cento punti diversi anche sul territorio comasco per festeggiare l’ambizioso traguardo. La parola a Bruna Muscionico, presidente della Sezione AISM di Como numero 48543, si potranno donare 2 eu-ro tramite gli operatori Tim, Vodafone, Wind, 3 e Telecom Italia. A quest’ultimo, inoltre, si potrà anche telefonare e scegliere se donare 2 o 5 euro. E presso le 533 filiali Cariparma sparse per tutta l’Italia continua l’iniziativa “Aiutaci con una donazione a fermare la sclerosi multipla”, sul territorio nazionale o tramite home banking sarà possibile effettuare un bonifico “zero spese”. Come noto, la sclerosi multipla è una grave malattia del sistema nervoso centrale, cronica, invalidante ed imprevedibile, che colpisce principalmente la fascia di età tra i 20 e i 30 anni; cioè i gio- vani nel pieno delle proprie energie e nel periodo della vita più ricco di progetti. I fondi raccolti con “Una mela per la vita” contribuiranno a sostenere la ricerca scientifica e ad incrementare i servizi sanitari e sociali dedicati alle persone con sclerosi multipla come il Programma “Giovani Oltre la Sm” che comprende attività di informazione e servizi a carattere nazionale e sul territorio, mirati ad aiutare i giovani con sclerosi multipla nei diversi ambiti della vita lavorativa, sociale e familiare. «La manifestazione è un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sclerosi multipla, sulle conseguenze che ha, CONCERTO D’ORGANO A S. FEDELE CON IL MAESTRO GIANCARLO PARODI La basilica di S. Fedele, a Como, ospita, venerdì 23 ottobre, alle ore 21.00 un concerto d’organo del maestro Giancarlo Parodi. L’occasione sarà la festa parrocchiale del santo patrono. Dal 1963, organista della basilica di S. Maria Assunta in Gallarate. Già titolare della cattedra di Organo e Composizione Organistica al Conservatorio “G. Verdi” di Milano, Giancarlo Parodi attualmente è ordinario di Organo Principale al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma e docente alla Scuola Diocesana di Musica “S. Cecilia” di Brescia, presidente dell’Associazione Italiana Organisti di Chiesa, fondatore e presidente onorario dell’associazione Organistica “R. Lunelli” di Trento, membro della Commissione di Musica Sacra della Diocesi di Milano nonché socio di varie Accademie. È commendatore “Al merito della Repubblica Italiana” e commendatore dell’ “Ordine di San Gregorio Magno” della Città del Vaticano. Questo il programma del concerto: Henry Marcellus Higgs (1859-1923): Toccata; Camille Saint-Saëns (1835-1921): Fantaisie op.157; Alexandra Guilmant (1837-1911): Scherzo Symphonique op.55 n.2; Ferenc Liszt (1811-1886): La prédication aux oiseaux, “St François d’Assise”, trascrizione di Camille Saint-Saëns); Denis Bédard (1950-): Suite du premier ton, (Plein Jeu, Dialogue, Récit, Grand Jeu); Harald Genzmer (1811-1886): Sweite Sonate (Moderato, Choral “Du Grosser Schmerzenmann”, Toccata); Valentino Miserachs Grau (1943-): Virgo Lauretana, ora pro nobis; Amedée Reuchsel (1875-1931): Postlude festival. in particolare, sui giovani e sull’impatto sociale: sono più di 2 miliardi i costi sociali della malattia. “Una mela per la vita” vuole essere anche un momento per dimostrare ai nostri giovani con SM che non sono soli e che tante persone, sono con loro - dichiara Bruna Muscionico, presidente della Sezione Aism di Como -. Anche quest’anno ci auguriamo che, grazie al contributo di tanti cittadini sensibili, la nostra sezione possa continuare nell’attività di sostegno alle persone con SM per un sostanziale miglioramento della loro qualità di vita. Chiediamo quindi a tutti di entrare con il loro sostegno nel movimento per la lotta alla malattia. I fondi raccolti con “Una mela per la vita” ci hanno permesso di finanziare le attività di segreteria sociale, le consulenze, il servizio di riabilitazione, l’assistenza ospedaliera e domiciliare, i servizi di trasporto, il supporto psicologico e il Centro diurno. Quest’anno ci stiamo impegnando nell’implementare i servizi di assistenza alle persone con sclerosi multipla e ai loro familiari, ad aumentare le attività di sensibilizzazione sulla patologia, a fare formazione e supervisione dei volontari, incrementare i contributi alla Aism, il tutto con una particolare attenzione per i giovani. Nella nostra città, le persone con sclerosi multipla sono circa 400. In un anno i volontari dedicano 3500 ore alle persone con sclerosi multipla per realizzare i servizi socio-sanitari e le numerose attività di socializzazione. Cogliamo l’occasione di “Una mela per la vita” per invitare i cittadini a dedicare un po’ del loro tempo libero al volontariato: veniteci a trovare presso la nostra sede in via Pasquale Paoli. Le attività da portare avanti sono molte. Abbiamo bisogno anche di tutti voi». Per sostenere “Una mela per la vita” l’Aism è anche in cerca di una rete di volontari. Chi desidera dedicare all’associazione un po’ del proprio tempo può contattare il numero verde: 800.138.292. CON “MONDO TURISTICO” VISITA ALLA BASILICA DI S. GIORGIO L’Associazione Culturale “Mondo Turistico” organizza per sabato 17 ottobre una visita guidata alla basilica di S. Giorgio a Como, con passeggiata lungolago. Il ritrovo è previsto per le ore 15.00 a Como, davanti alla chiesa di S. Giorgio, in via Borgovico. Si procederà poi alla visita della basilica di S. Giorgio, di probabile origine longobarda, ma riedificata in epoca romanica e diverse altre volte fino alla definitiva ristrutturazione seicentesca ad opera di G. B. Recchi. Seguirà una romantica passeggiata lungo il lago per ammirare le numerose ville di stile neoclassico che si affacciano sul primo bacino, circondate da lussureggianti giardini. La quota di partecipazione è di 6 euro per i soci, di 7 euro per i non soci. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo Turistico, tel. 339.4163108; e-mail: [email protected]. INIZIATIVE DI COOPERAZIONE DECENTRATA IN MAROCCO E SENEGAL Venerdì 9 ottobre in Villa Gallia, a Como, nell’ambito del programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, l’Associazione Comasca per la Cooperazione internazionale, grazie anche al patrocinio delle Nazioni Unite, della Provincia di Como, del Comune di Como, dell’Unione Province Lombarde presenta il programma delle iniziative di Cooperazione decentrata in Marocco e Senegal, con inizio alle ore 9.00 e termine alle ore 13.00. CRONACA 17 P A G I N A Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 CAMNAGO VOLTA Testa e cuore: animazione e formazione Un momento della presentazione Presentata la scorsa settimana un’iniziativa rivolta ai bimbi dai 7 ai 12 anni e ai loro genitori promossa da diverse realtà del territorio di SILVIA FASANA CALENDARIO DEGLI INCONTRI Gli incontri sia per i bambini che per gli adulti si svolgeranno la domenica pomeriggio, dalle 15.00 alle 17.00 (ad eccezione della prima data, in cui si inizierà alle 14.00) secondo il seguente calendario: T esta e cuore” è il titolo della nuova iniziativa di animazione rivolta ai bambini da 7 a 12 anni e di formazione per i loro genitori ed educatori organizzata dalla Circoscrizione 4 di Camnago Volta, con la collaborazione del CIF (Centro Italiano Femminile) Provinciale di Como, dello Sportello Scuola & Volontariato ed il contributo dell’Amministrazione Comunale di Como. La proposta è stata presentata presso la sala civica del parlamentino di Camnago Volta, alla presenza della presidente Franca Ronchetti, del presidente della Commissione Cultura Roberto Todeschini, della coordinatrice del CIF - Sportello Scuola & Volontariato, Franca Aiani e del sindaco di Como Stefano Bruni, accompagnato dai consiglieri Gianluca Lombardi e Giammaria Quagelli. L’iniziativa segue di un anno il grande successo del corso “Genitori efficaci nella comunicazione. Passo dopo passo… sulla via della comprensione reciproca” e del ciclo di incontri per bambini dal titolo “Giocare per crescere”, e ne vuole essere l’ideale continuazione. In più, quest’anno, come ha sot- “ La Casa Famiglia di via Milano in cerca di volontari. Per chi fosse interessato a conoscere da vicino questa realtà l’appuntamento è per venerdì 16 ottobre alle ore 20.45 in via Milano 167. Sarà l’occasione di incontrare Gianna, Giuseppe, Eva e Marzio e per decidere come trascorrere insieme un nuovo anno condividendo cene, notti, domeniche e incontri culturali. Per informazioni rivolgersi al numero 031-264879. La Casa Famiglia di via Milano nasce nel 1978 8 novembre 22 novembre 17 gennaio 21 febbraio 21 marzo tolineato la presidente della Circoscrizione, Franca Ronchetti, il progetto intende ricordare e celebrare i 210 anni dall’invenzione della pila da parte di Alessandro Volta, proprio nei luoghi da lui vissuti e amati, un’invenzione dalla quale l’umanità ha tratto progresso e sviluppo. La presenza del sindaco Bruni all’incontro ha voluto evidenziare la partecipazione del Comune di Como al progetto perché, come ha sottolineato lo stesso Bruni: «L’educazione, sia dei bambini che degli adulti, come dice anche il nostro vescovo, è un grande bisogno della nostra società. È un’emergenza reale. Questa iniziativa intende essere una concreta compagnia per le famiglie in questo difficile compito, un segnale positivo di crescita in una società che pare subissata e confusa in tanti segnali negativi che fanno più rumore». Ma veniamo ai contenuti dell’iniziativa, illustrati dal vicepresidente vicario e presidente della Commissione Cultura Roberto Todeschini. Il progetto “Testa e cuore” si svilupperà da novembre 2009 a marzo 2010 e tende, come lo scorso anno, a coinvolgere le diverse generazioni: i genitori e gli educatori, cui viene proposta una formazione permanente nelle abilità relazionali e pedagogiche, ed i bambini, impegnati a condividere attività di laboratorio formativo e ricreativo. Ha sottolineato la psicopedagogista Lucia Todaro, preziosa consulente del progetto: «L’essere umano ha la possibilità di osservare, conoscere, imparare, relazionarsi e superare le difficoltà della vita grazie all’intelligenza. Le capacità logiche-cognitive e le risorse emotive sono indispensabili in ogni fascia di età per poter vivere intensamente e con “gusto” ogni esperienza. Il nostro progetto ha dunque un obiettivo unico nei due percorsi paralleli (testa e cuore): richiamare la figura di Alessandro Volta quale genio, ovvero uomo di intelligenza, sia razionale sia emotiva, proponendo occasioni di conoscenza e riflessione per potenziare nei partecipanti alcune abilità cognitive (mediante la sperimentazione diretta nei laboratori diretti ai più piccoli) e le risorse emotive (mediante la formazione rivolta agli adulti). Questo potrà innescare meccanismi positivi di valorizzazione personale in tutte le sue dinamiche cognitive ed emotive, quelle stesse che hanno portato Volta all’invenzione della pila e all’uso dell’elettricità e che possono oggi tradursi in meccanismi “buoni” di relazione, di curiosità, di scoperta di sé e del mondo, di dono dei propri talenti». Nel dettaglio: Percorso “Testa” “Piccoli scienziati crescono”, rivolto a bambini dai 7 agli 11 anni. Si tratta di laboratori operativi ed interattivi finalizzati alla scoperta dei principali fenomeni e meccanismi scientifici sviluppati anche dall’attività di Alessandro Volta, attraverso la costruzione pratica di piccoli strumenti come una pila, un forno solare, un pannello solare termico, una stazione meteorologica. Con l’occasione sarà stimolata anche una riflessione sul proprio modo di utilizzo quotidiano dell’energia e sull’importanza del risparmio energetico. I lavori verranno condotti a piccoli gruppi di 45 bambini guidati da Matteo Balestrini, dottore in Scienze Ambientali, ed accompagnati da tutor di giovani volontarie, presso la Sala Civica della Circoscrizione 4, in piazza Martignoni a Camnago Volta. La Casa Famiglia di via Milano cerca volontari come gruppo spontaneo (e nel 1981 si costituisce come Associazione) con lo scopo di attuare una miglior qualità di vita di per- sone adulte con difficoltà fisiche, attraverso convivenza, condivisione e opportunità di scelte culturali, religiose e sociali. Significa vivere i valori della vita quotidiana: assumere la responsabilità d’ogni giorno, per esempio il lavoro e l’impegno organizzativo comunitario, il rapporto di relazione che migliora gli affetti familiari, l’amicizia, lo stare insieme. Percorso “Cuore” – “Educare con intelligenza emotiva”, per genitori, educatori, catechisti Con l’approccio coinvolgente e “sim-patico” della dott.ssa Lucia Todaro verranno approfondite tematiche di grande interesse come: intelligenze - razionalità ed emotività in dialogo ed equilibrio (essere “intelligenti” e diventare “capaci”); il mondo delle emozioni: positive o negative, espresse e celate (emozioni semplici e complesse nelle parole, nei gesti, nei disegni, nei silenzi...); conoscere, riconoscere, esprimere e gestire le emozioni personali e altrui (empatia e relazione d’aiuto nei rapporti educativi); strategie per incanalare ed educare i vissuti emotivi negativi (paure, rabbie, gelosie, frustrazioni...); valorizzare l’intelligenza emotiva a casa e a scuola. Sarà rilasciato l’attestato di partecipazione. Gli incontri per gli adulti si terranno presso l’Auditorium “A. Volta” di Camnago Volta. Ricordiamo che la partecipazione ai laboratori e agli incontri è gratuita. Per informazioni Roberto Todeschini tel. 347. 8452378; e-mail: todeschi [email protected]. Per iscrizioni (obbligatorie): Circoscrizione 4 di Camnago Volta, tel. 031. 302337 (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 12.00). «L’esperienza in Casa Famiglia - spiegano - forma l’essere umano perché matura piano la consapevolezza che ognuno, se da un lato può rispondere ad un bisogno, scopre a sua volta di avere un bisogno e può sviluppare la propria autonomia personale, il proprio senso critico e la stima di sé. Ogni persona è responsabile delle proprie azioni e tenendo conto dei limiti e delle risorse proprie e degli altri con pazienza, fatica, con lo sporcarsi le mani favorisce la convivenza facilitata di ognuno». P A G I N A CRONACA 18 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 ALLA SCOPERTA DELLA COOPERAZIONE/209 La “nuova” casa di via Pino A ll’inizio degli anni sessanta, l’allora Istituto Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Como aveva realizzato un fabbricato in Como via Domenico Pino n. 6 denominato “Casa Albergo” da adibire al soggiorno temporaneo di lavoratori immigrati, consegnandolo poi all’Ente Comunale Assistenza di Como per la gestione. Il fabbricato era sorto per iniziativa di un Comitato di cui facevano parte l’Amministrazione Provinciale, il Comune, la Camera di Commercio, l’Unione Industriali, l’Istituto Autonomo delle Case Popolari e la Cassa di Risparmio, in seguito lo Iacp ne è divenuto proprietario. La costruzione a quattro piani comprendeva 130 posti letto più i servizi indispensabili ad ogni piano, una grande sala mensa, due sale di soggiorno, una camera di isolamento per gli ammalati e una camera per visite mediche. Dal 3 febbraio 1963 (data della sua inaugurazio- La “Casa Albergo è stata ristrutturata con il contributo di Regione Lombardia. L’inaugurazione sabato 10 ottobre alle ore 11 Foto William pagina a cura del Consorzio Eureka Ser vizi alla Cooperazione e al Terzo Settore www.eurekacomo.it ne ufficiale) sino al 27 marzo 1975 è stata gestita dall’Ente Comunale Assistenza di Como. A seguito della soppressione dell’Eca, il Comune di Como ha affidato, dall’ottobre 1980, alle Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani della Provincia di Como) la gestione della Casa Albergo. Il rapporto di comodato si è protratto per accordi intercorsi fra le parti sino al 31 dicembre 1990 con l’impegno a mantenere la stessa destinazione di carattere esclusivamente sociale. Il Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto Autonomo Case Popolari nel gennaio 1992 ha deliberato di procedere direttamente all’affittanza dello stabile sottoscrivendo una convenzione per la locazione con le Acli di Como, rinnovata dal C.d.A. dell’Aler nel dicembre 2008. Nel corso degli anni l’edificio ha ospitato numerosi lavoratori e persone bisognose sprovviste di alloggio. Il fabbricato è stato oggetto di diversi interventi di manutenzione per garantirne il funzionamento sulla base della normativa vigente sino ad arrivare al 2004, anno in cui l’Aler ha proposto una ristrutturazione radicale per la realizzazione di n. 33 posti alloggi nell’ambito dei “Programmi Regionali per la locazione temporanea”. I lavo- ri hanno riguardato principalmente: - l’adeguamento della struttura alla normativa per il superamento delle barriere architettoniche con la formazione di una rampa d’accesso e la realizzazione di un ascensore; - il rifacimento dei blocchi servizi secondo i parametri vigenti; - l’adeguamento della scuola dell’infanzia, la scuola primaria) e gli altri soggetti presenti (circolo Acli, Pro Loco, …) siano un’opportunità, una risorsa per il miglioramento della qualità della vita delle nostre comunità. I nostri ospiti sono molto liberi, sono da rispettare solo gli orari dei pasti. Non essendoci orari di visita, anche i parenti accedono alla struttura secondo la loro discrezione. Nei dintorni, poi, sono molti i luoghi da visitare: la passeggiata a lago (Golfo di Venere) è molto vicina alla casa e anche il centro storico del paese, la chiesa parrocchiale, il battistero dove spesso vengono allestite delle mostre di pitture. In genere tutte le persone che visitano la struttura ne hanno un’impressione positiva e credo questo dipenda dal clima armonico che si respira e dalla professionalità degli operatori, capaci di creare e sostenere un ambien- superficie delle camere per il rispetto dei parametri minimi. La ristrutturazione di una porzione dell’edificio ha consentito di ricavare n. 12 camere doppie e 9 camere singole per un totale di 33 posti letto che vanno ad aggiungersi ai 37 posti letto esistenti coerentemente ai fini e ai principi che hanno ispirato la nascita di tale iniziativa, attuali tuttora nonostante siano trascorsi quasi 50 anni. Le Acli hanno provveduto direttamente a propria cura e spese ad arredare i suddetti 33 posti alloggio realizzati. L’intervento è stato finanziato con un contributo Regionale di euro 229.672 e con fondi dell’Aler nella misura di euro 247.803. Per quanto riguarda i 33 posti alloggi, possono essere richiesti da soggetti con specifiche esigenze abitative di natura temporanea appartenenti alle seguenti categorie: - soggetti aventi necessità abitative temporanee legate a contratti o rapporti di lavoro o formazione - altri soggetti aventi necessità di locazione per periodi determinati, per ragioni di studio, di cura e assistenza. L’inaugurazione dell’ala ristrutturata è prevista nella mattinata di sabato 10 ottobre alle ore 11.00 alla presenza delle autorità regionali, comunali e religiose. REALTÀ DA CONOSCERE Residenza Amica: a Lenno una casa per la terza età a Cooperativa Acli Solidarietà e Servizi, promossa dalle Acli di Como nel 1986, opera sul territorio della provincia gestendo direttamente Rsa e Case Albergo, ed offrendo servizi socio-assistenziali in alcuni comuni, una di queste realtà è Residenza Amica L Residenza Amica è una villa di proprietà della diocesi di Como che si trova a Lenno, sul lago di Como. Nata per ospitare sacerdoti anziani; in seguito è divenuta casa albergo per anziani autosufficienti e dal 2001 è stata data in gestione alla cooperativa Acli Solidarieta e Servizi. La casa si sviluppa su quattro piani, tutti serviti con ascensore. All’interno vi è una cappella per le celebrazioni religiose, aperta a tutti. Al piano terra vi sono l’ufficio, la sala da pranzo, uno spa- Si tratta di una villa di proprietà della diocesi di Como gestita dalle Acli in cui trovano ospitalità anziani autosufficienti zio accogliente e familiare e il salone comune per le varie attività. Le camere, ai piani superiori, sono singole o doppie ed ognuna ha il bagno in comune con la camera attigua, alcune hanno vista lago, mentre le altre si affacciano sul giardino: sono tutte dotate di attacco tv, telefono e campanello per le emergenze. L’organizzazione e la strutturazione dell’ambiente hanno caratteristiche generali e particolari tali da renderlo gradito e fruibile anche da coloro con autonomia ed autosufficienza ridotte. Residenza Amica per come si caratterizza è molto più simile ad un albergo che ad una struttura per anziani; vi è un servizio di assistenza medica ed infermieristica di base e la presenza del medico una volta alla settimana per un controllo di routine. Si offre un servizio alberghiero puntuale e completo, con la ricerca di menù particolarmente indicati alle esigenze alimentari degli ospiti. Per facilitare il movimento, ogni venerdì mattino viene proposto agli ospiti di partecipare al gruppo di ginnastica dolce. Intenzionalmente le iniziative proposte agli ospiti sono aperte a tutti, è convinzione che lo scambio tra l’interno e l’esterno della struttura, quindi con il territorio, la realtà parrocchiale di Lenno, i soggetti educativi (la te familiare, attento alle esigenze dell’ospite, che non sono solo pratiche e materiali, ma anche di relazione, di ascolto e di condivisione con l’altro. Queste caratteristiche si riscontrano nei valori e negli ideali delle Acli, soggetto promotore della gestione di Residenza Amica, che con apposite formazioni sia del personale che sul territorio, cerca di svolgere sempre un servizio eccellente per la gente e a fianco della gente, a partire dai più deboli. CRONACA P A G I N A 19 BassaComasca IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 CITTÀ DI CANTÙ Quale integrazione: una, nessuna centomila Un interessante progetto, promosso da alune realtà del canturino, avente lo scopo di attivare spazi di collaborazione tra la popolazione italiana e straniera. Si parte con un ciclo di film di MARCO GATTI Q “ uale integrazione: una, nessuna, centomila”. Con questo slogan parte un interessante progetto sulla coesione sociale nel territorio canturino. Motori dell’iniziativa alcune realtà canturine (il “Centro di Ascolto”, “ASPEm”, “Il Ponte” e “Spazio Donne”). Finanziatori del progetto la Fondazione Cariplo, il Comitato di gestione del Fondo Speciale in Lombardia e il Coordinamento dei Centri di Servizio della Lombardia - all’interno del Bando Volontariato 2008. Quattro associazioni che hanno deciso di unire le forze allo scopo di affiancare la popolazione straniera, collaborando con alcune realtà immigrate residenti sul territorio, conoscerla, farsi conoscere e attivare possibili spazi di collaborazione. Perché un percorso specificamente finalizzato all’integrazione? «La risposta si specchia nella realtà canturina - ci spiega Antonella Albarti, refe- Uno scorcio di Cantù in una foto d’archivio rente del Centro di Ascolto Caritas di Cantù -. Così come nel resto d’Italia in questi anni anche nel distretto canturino la presenza di stranieri è andata progressivamente aumentando, passando, nell’ultimo triennio, dal 2,06% della popolazione residente al 3,93%. I dati ci confermano come oggi l’immigrazione non possa più essere considerata un fenomeno legato all’emergenza e all’assistenza, ma rappresenti un fenomeno strutturale. Consapevole di ciò, sin dal 2002 l’associazione Centro d’Ascolto, unitamente ad altre realtà del terzo settore, collabora con gli enti locali e le istituzioni alla realizzazione del Piano di Zona territoriale. In particolare la presenza degli stranieri al Tavolo Tematico sull’immigrazione ha consentito di far emergere bisogni che si collocano sul versante culturale che, precedentemente, non erano stati rilevati. Ci si è posti il problema di abbassare il pregiudizio degli italiani verso gli stranieri e viceversa. Un modo per ridurre il pregiudizio è stato riconosciuto nelle relazioni di reciprocità: più ci si conosce più si abbassa la soglia di diffidenza reciproca». Come vivono, i canturini, il rapporto con la popolazione straniera residente sul territorio? «In questi anni non abbiamo mai registrato particolari situazioni di criticità o difficoltà. Quello che ci sembra di cogliere, però, è un clima di non apertura sul quale vorremmo lavorare, cercando di creare le occasioni perché si attivino maggiori spazi di conoscenza e di contatto tra questi mondi». E qui si gioca il senso del progetto. Quali sono i suoi scopi? «Lo scopo principale prosegue Antonella - è quello di affiancare gli stranieri, conoscerli e coinvolgerli nelle azioni sociali che li riguardano, fornendo loro elementi per essere protagonisti, occasioni per esprimersi e formarsi, cogliendo la loro presenza come l’occasione per migliorare la nostra società e i nostri rapporti interpersonali. In buona sostanza aiutare le persone a creare relazioni positive e costruire nuove forme di convivenza all’interno della comunità, con particolare riferimento ai rapporti tra cittadini italiani e stranieri. In questo senso anche gli italiani, giovani ed adulti, avranno un ruolo fondamentale perché saranno invitati ad essere parte attiva in momenti di confronto, di animazione e di conoscenza, allo scopo di costruire relazioni positive fra cittadini italiani e stranieri e prevenire dinamiche negative». Destinatari di questo percorso saranno gli studenti delle classi quarte e quinte delle scuole secondarie di II grado della città di Cantù; le comunità straniere presenti nell’ambito territoriale canturino; i cittadini, per quanti saranno coinvolti negli eventi proposti. Ma veniamo alle azioni concrete, che saranno realizzate attraverso il coinvolgimento delle comunità straniere del territorio canturino. Si lavorerà sulla pro- mozione del volontariato all’interno delle scuole e sulla realizzazione di eventi culturali e aggregativi in cui affrontare le tematiche dell’inclusione sociale, delle difficoltà che essa comporta e degli strumenti per attuarla, dell’integrazione degli stranieri, magari con un’attenzione particolare alla figura della donna nella migrazione, per il rapporto tra i genitori e i figli di seconda generazione. Nel concreto si andrà a realizzare una rassegna cinematografica (che prende il via, per l’appunto, venerdì 9 ottobre), delle serate letterarie, uno spettacolo musicale, e l’organizzazione di un evento finale che servirà a tirare le fila dell’intero percorso. Il progetto durerà 12 mesi. Come detto questo cammino inizierà con una rassegna cinematografica dal titolo “G2 - seconde generazioni”, all’interno della programmazione di “Oltre lo Sguardo”, il cinecircolo del Coordina- mento comasco per la Pace. Le proiezioni si svolgeranno presso l’oratorio S. Paolo (via Fiammenghini 14, Cantù) alle ore 21.00. «Questa prima iniziativa - aggiunge Antonella Alberti - è rivolta a italiani e stranieri. Le serate, guidate da esperti e critici cinematografici, ci permetteranno di mettere a fuoco la attualissima tematica delle nuove generazioni, figlie di stranieri. Un primo passo, prezioso, verso la reciproca conoscenza». Queste le tematiche scelte nell’ambito della rassegna: venerdì 9 ottobre “Saimir” di Francesco Munzi - relatore sarà Giovanni Magatti, critico cinematografico; venerdì 23 ottobre “Mio figlio il fanatico” di Udayan Prasad - relatore sarà Alberto Cano, critico cinematografico; venerdì 6 novembre “La schivata” di Abdel Kechiche - relatore sarà Alberto Cano, critico cinematografico. VILLA ERBA LA CASA ALBERGO DI LOMAZZO FESTEGGIA I 100 ANNI DI NONNA TERESA CORENGIA La Casa Albergo di Lomazzo è felice di festeggiare la signora Teresa Corengia nata a Bregnano il 9 ottobre 1909. La signora Teresa Corengia è la terza di sei fratelli. Ha frequentato la scuola fino alla quarta classe e, subito dopo, ha iniziato a lavorare nei campi. All’età di quattordici anni ha cambiato mestiere cominciando a lavorare presso la tessitura Aliverti di Bregnano, impiego che ha mantenuto fino al pensionamento. Si è sposata nel 1934 all’età di 25 anni con il signor Ernesto Verga. Purtroppo è rimasta vedova nel 1961 senza avere avuto figli, ma ha sempre potuto contare sull’affetto di sei nipoti e sette pronipoti. La signora Teresa è sempre stata una grande lettrice e porta nel cuore la passione per il lavoro a maglia ed uncinetto. E’ ospite della Casa Albergo dall’aprile 2008 e trascorre le giornate partecipando alle attività che si svolgono presso la Casa di Riposo. È una persona affabile, molto piacevole sempre con il sorriso sulle labbra. Il programma della festa prevede: ore 10, Santa Messa celebrata da don Aldo Milani, prevosto della parrocchia San Michele di Bregnano. Seguirà lo scambio degli auguri, il taglio della torta e un brindisi comunitario. Orticolario: grande successo di pubblico Si è conclusa con successo, domenica 4 ottobre, la prima edizione di Orticolario a Villa Erba di Cernobbio (CO). Il parco di Villa Erba a Cernobbio era brulicante come non mai di famiglie, coppie e gruppi di amici. I padiglioni gremiti di appassionati di giardinaggio. La sede della villa antica, storica dimora di Luchino Visconti, era eccezionalmente aperta al pubblico. Da anni non si vedeva Villa Erba così. Piena di visitatori provenienti da tutta la Lombardia, e non solo, per scoprire le ultime novità in fatto di fiori, piante e oggettistica per il verde. Sono stati oltre 14mila gli appassionati che in due giorni hanno visitato la prima edizione di Orticolario, esposizione dell’eccellenza ortofloricola organizzata da Ortofloricola Comense con il supporto di Orticola di Lombardia, associazione milanese che da 150 anni promuove la conoscenza delle piante, dell’arte dei giardini e del paesaggio vegetale spontaneo, e che da 14 anni organizza la visitatissima e qualificata mostra mercato “Orticola” a Milano, nei giardini di via Palestro. P A G I N A 20 CRONACA Como&cintura IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 SS. ANNUNCIATA L’INAUGURAZIONE DEI LOCALI RINNOVATI DELL’ORATORIO Nun de San Pedar si riparte dal Crocifisso Un triduo di preghiera precederà la grande festa di domenica 11 ottobre opo due anni finalmente ci siamo! Il restauro dell’ratorio è terminato e le sue porte si riaprono per accogliere i bambini, i giovani, le famiglie, le associazioni e i gruppi parrocchiali: tutti! Un lavoro impegnativo che ha portato alla ristrutturazione e adeguamento funzionale di tutto il complesso; il risultato: ambienti spaziosi e luminosi per ospitare le attività che la parrocchia propone. Inoltre il progetto ha previsto e portato a compimento la sistemazione dei locali che erano occupati dall’Orfanotrofio maschile (fondato nel 1919) e che, in disuso da quando gli ospiti dell’Istituto li avevano lasciati liberi, versavano in precarie condizioni. Ogni generazione di oratoriani ha nei suoi ricordi le “novità” che nel corso degli anni sono state apportate alle struttu- D re; migliorie per rendere sempre più accogliente e ospitale il “Nun de san Pedar” (a proposito: l’oratorio si chiama così in ricordo del santo compatrono della chiesa parrocchiale, san Pietro da Morone, Celestino V che qui fondò un monastero di suoi monaci nel 1275). Prima di quest’ultima ristrutturazione, altri lavori furono eseguiti, i più recenti nella primavera del 1990. Domenica 11 ottobre il nuovo “Nun de san Pedar” verrà inaugurato; quel giorno ci saranno molte persone, molti amici dell’oratorio; poi i primi che entreranno negli ambienti rinnovati saranno i fanciulli e i ragazzi del catechismo. Per la verità i lavori non sono ancora del tutto con- clusi: manca tutto l’arredo di aule e saloni e la sistemazione dei campi sportivi. Ma intanto l’oratorio riprende come ambiente cristiano di ampia accoglienza, di aggregazione e di coinvolgimento. Sarà una “presenza” di cuori attenti che si educano nella ricerca di senso della vita. Sarà una presenza di adulti motivati che offrono servizio e testimonianza nell’animare i fanciulli, nel sostenere gli adolescenti e nell’appassionarsi al mondo giovanile. Di conseguenza l’oratorio non sarà una realtà definita e statica ma una scelta dinamica e progettuale che si rapporta alle diverse fasce d’età. L’oratorio accoglierà tutti nel nome di Gesù Cristo Signore. Per l’azione educativa da condividere non basterà l’occasionale “buona volontà” (anche se senza di essa non si fa nulla), perché con la sola buona volontà si corre il rischio di fare dell’oratorio un generico contenitore di attività riempitive del tempo. Occorrerà soprattutto trovare i modi per abilitare cooperatori volontari ad assicurare la continuità, a pianificare scelte di crescita umana e cristiana, a cercare il confronto col territorio, a verificare l’operato. Potremmo indicare semplici obiettivi da perseguire: intelligenza, fede ed amicizia. L’intelligenza ci stimolerà all’accoglienza che significa pensare e ragionare insieme e, insieme, scegliere. La prima accoglienza ci farà recuperare, tra l’altro, il significato del divertimento e del gioco come ambiti del confronto sereno e leale, non competitivo ma ricreativo. La fede ci condurrà alla ricerca di senso del vivere e dell’operare che pone in Dio la fonte e il culmine della vita felice. La ricerca di senso svilupperà gradualità, continuità ed armonia nel cammino educativo che conduce i minori, con gli adulti interlocutori capaci, a costruire la comunità ecclesiale e a vivere in essa. L’amicizia che induce a scelte di vita che cercano la stima reciproca, la confidenza educativa e l’accompagnamento vocazionale. La scelta di vita impegnerà l’oratorio a non chiudersi in se stesso ma a condurre i minori ad integrare armonicamente, nel loro vivere di famiglia, di scuola e di Chiesa, le motivazioni ed i percorsi oratoriani. Occorrerà quindi uno stile oratoriano che non parta dal presupposto che bisogna cambiare tutto ma che scelga di “stare in oratorio” con spirito di servizio, senza imporre la propria volontà ed entrando come in punta di piedi, ossia con mitezza ed umiltà, nella vita degli altri in atteggiamento attivo di ascolto, di interesse e di vicinanza. un salone polivalente in grado di accogliere 200 persone, una sala giochi, un bar, una sala riunioni, una cucina, campi di calcetto, pallavolo e pallacanestro, spogliatoi. «L’oratorio rappresenta il centro gravitazionale dell’intero quartiere - prosegue don Tullio - per questo in esso vi trovono concreta realizzazione attività che coinvolgono non soltanto giovani, ma anche adulti. Penso al gruppo teatrale che si avvale della nostra struttura, ma anche a numerose iniziative di carattere sociale che sovente ospitiamo: da eventi promossi dalla locale Circoscrizione a concerti della banda cittadina». Un luogo di tutti e per tutti, dunque. Una “casa” in cui condividere pensieri e desideri, una luogo in cui si concretizzino i principi di una comunità educante. E proprio sul tema dell’educazione è previsto l’intervento del vescovo, alle ore 21. A precederlo la recita del rosario alle ore 20.30. M. Ga. UNA SERATA CON MONS. DIEGO COLETTI Monteolimpino: il nuovo oratorio compie dieci anni D ieci anni d’oratorio, dieci anni di educazione e animazione. È la storia dell’oratorio di Monteolimpino che celebra giovedì sera, con un ospite d’eccezione, mons. Diego Coletti, vescovo di Como, il decennale del “nuovo” oratorio, ufficialmente inaugurato il 3 ottobre del 1999. L’aggettivo è d’obbligo e a spiegarci perché è il parroco, don Tullio Salvetti. «Monteolimpino arriva da un’antica tradizione oratoriana che si dipana indietro nel tempo. Una tradizione fatta di persone, uomini e donne, impegnate e attive. Dieci anni fa si reputò necessario riadattare gli spazi da mettere a disposizione, non più funzionali alla crescente richiesta, e da lì ripartire con rinnovato slancio. Si provvide dunque all’abbattimento delle strutture ormai vetuste e alla realizzazione di nuove». A benedire il “nuovo” oratorio fu l’allora vescovo di Como Alessandro Maggiolini. «Da quella data l’oratorio ha ripreso a funzionare a pieno ritmo - prosegue don Tullio -. Un luogo vivo e pulsante ben inserito all’interno della realtà di quartiere». Uno spazio di crescita e condivisione, animato da un costante e ininterrotto “vociare” di giovani e adulti. 150 ragazzi presenti al Grest, seguiti da una quarantina di educatori; diverse decine quelli che invece frequentano abitualmente, durante l’anno; famiglie (una presenza settimanale ma anche un incontro formativo mensile, che porta dalle 100 alle 120 persone); stranieri (sono circa una ventina i giovani extracomunitari presenti alcuni pomeriggi la settimana). Numeri importanti resi possibili da un complesso rinnovato grazie ad un investimento di due miliardi di lire e che ha permesso di inaugurare CRONACA P A G I N A 21 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 UNA MOSTRA DEDICATA AD ANTONIO FRASSATI Si può vivere così ’ L Associazione Gruppi Guide e Scout di Como (A.G.G.S.) ed il Centro Cultura le Paolo VI presentano Si può vivere così, una mostra dedicata al beato Pier Giorgio Frassati, che si terrà presso la chiesa di San Giacomo in Como dal 12 al 18 ottobre 2009 (orari: 912.30, 14-18). Nel 1992 Giovanni Paolo II proclamava beato un giovane quasi sconosciuto: Pier Giorgio Frassati (1901-1925). Il 5 maggio 1996, allo stadio di Como, incontrando i giovani, al termine del suo discorso disse: «Vi illumini l’esempio del Beato Pier Giorgio Frassati». Anche Benedetto XVI ha indicato questo ragazzo quale esempio e modello per i giovani. Una fra le molte citazioni: «Ciò che colpiva di più in lui era la purezza, la sua allegria contagiosa, la sua pietà, la sua libertà di figlio di Dio per ammirare quanto c’era di bello nel mon- Sarà ospitata presso la chiesa di san Giacomo dal 12 al 18 ottobre di ELENA GENTILI do, la sua sensibilità sociale, la consapevolezza di dover condividere la vita e la sorte della Chiesa» (Città del Vaticano, 4 luglio 2007). Mossi da questi inviti e dal desiderio che «il quotidiano diventi eroico e l’eroico quotidiano», come indicò ancora Giovanni Paolo II, i ragazzi dell’Associazione Scout A.G.G.S. di Como hanno voluto incontrare Frassati alla ricerca di un modello e di un patrono, hanno cercato di conoscerlo in occasione di riunioni e, soprattutto, del Campo Estivo 2009. Quello che colpiva e che colpisce è la “normalità” della vita di Pier Giorgio: figlio affettuoso, studente non molto dotato, ma volitivo, amante della natura e soprattutto della montagna, impegnato in molte associazioni ecclesiali e sociali del suo tempo (si iscrisse, tra i primi, al nascente Partito Popolare di don Sturzo), appassionato cultore dell’amicizia. Per lui l’amicizia era un aiuto, una “compagnia” (fondò infatti la “Compagnia dei Tipi Loschi”) con cui si potevano giudicare tutti i fatti e ci si allenava a rendere ragione di tutto, ossia il luogo concreto dove vivere la Chiesa. Ma soprattutto ciò che lo rende affascinante ai nostri occhi sono la tenacia, l’intensità e la totalità del suo sguardo sulla quotidianità più semplice. Scrive ad esempio nelle sue lettere: «Senza sostenere in una lotta continua la verità non è vivere, ma vivacchiare»; «Ogni mattina è una giornata intera che riceviamo dalle mani di Dio. Dio ci dà una giornata da Lui stesso preparata per noi. Non vi è nulla di troppo e nulla di “non abbastanza”, nulla di indifferente e nulla di inutile. È un capolavoro di giornata che viene a chiederci di essere vissuta. Noi la guardiamo come una pagina d’agenda, segnata da una cifra, da un mese. La trattiamo alla leggera come un foglio di carta. Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli, comprenderemmo il valore di un solo giorno umano». «La sua umanità così vera - affermano oggi le giovani guide di Como - ci ha profondamente colpiti, tanto che vorremmo che altri potessero incontrare ed amare il “santo dei giovani”». Da qui la proposta di organizzare, insieme al Centro Culturale Paolo VI, una mostra su Pier Giorgio Frassati che, attraverso una ventina di pannelli, ci introduce nella figura di questo ragazzo, morto all’età di soli ventiquattro anni, ma con una pienezza di vita da lasciare tutti affascinati. Lunedì 12 ottobre p.v., alle ore 21, presso la chiesa di San Giacomo, si svolgerà l’incontro di presentazione della mostra; interverranno don Ernesto Taiana dell’Associazione Gruppi Guide e Scout di Como, e Tiziano Fasciglione della Compagnia dei Tipi Loschi. Viene offerta la possibilità di visite guidate gratuite, in particolare per le scuole e per gruppi di catechismo. Per prenotazioni e informazioni 339 2581405. BASILICA DI S. FEDELE DOMENICA 11 OTTOBRE In preghiera per la pace nel mondo omenica 11 ottobre, alle ore 21, ci troveremo, nella basilica di San Fedele, a Como, per pregare per la pace nel mondo come facciamo, ogni tre mesi, ormai da molti anni. Siamo infatti consapevoli che «la pace, prima che traguardo, è cammino. E per giunta, cammino in salita! Ma chi è convinto che la pace è un bene, la cui interezza si sperimenterà solo nello stadio finale del Regno, troverà nuovi motivi per continuare la corsa anche nella situazione di scacco permanente in cui è tenuto dalla storia» (dagli scritti di don Tonino Bello). Durante l’ultima veglia D di preghiera, il 21 giugno scorso, c’eravamo impegnati a prendere consapevolezza delle nostre responsabilità circa le gravi ingiustizie che subiscono i poveri, in particolare gli immigrati che tentano di giungere nel nostro Paese dopo viaggi lunghissimi e drammatici. Qualcuno tra noi ha potuto incontrare immigrati che hanno avuto il coraggio di documentare quello che avviene oggi in Libia, dove drammaticamente il governo italiano respinge indiscriminatamente tutti quelli che oggi cercano di giungere in Italia, su navi e mezzi di fortuna, attraverso il mar Mediterraneo. Tragedie di cui anche noi purtroppo siamo complici, forse inconsapevoli, quando sosteniamo idee politiche sull’esigenza di «sicurezza», sul mantenere il nostro «benessere», sul non voler condividere le risorse, il lavoro, le tutele sociali con tutti. Ci aspetta un grande cammino. Un cammino che va percorso insieme con Dio, perché solo così diventa un cammino di speranza. “E la speranza è parente stretta del realismo, è la tensione di chi, incamminatosi su una strada, ne ha già percorso un tratto e orienta i suoi passi, con amore e trepidazione, verso il traguardo non ancora raggiunto” (don Tonino Bello). Per questo invitiamo tutti a partecipare a questo momento di preghiera in cui chiederemo perdono a Dio e a tutti gli immigrati, dopo aver visto una sintesi del documentario sulle violenze subite dagli immigrati da parte della polizia libica addetta alle “politiche migratorie” in accordo con il governo italiano. Ci faremo guidare dalla Parola di Dio e dalla vita di alcuni testimoni del nostro tempo per imparare a “non passare oltre”, ma ad “aver compassione” con l’augurio che ognuno ne possa uscire trasformato e proseguire con più entusiasmo il cammino. ANNA OSTINELLI PROSEGUE L’ASTINENZA DEL COMO DAL GOL MA ALMENO ARRIVA UN PUNTO Sarà il Pergocrema, domenica al Sinigaglia, la prima squadra a regalare i tre punti agli azzurri? E’ quello che i supporter lariani si augurano dopo il pareggio a reti inviolate andato in scena domenica scorsa al “Moccagatta” di Alessandria. Uno 0-0 che ha permesso al Como di raggranellare un punticino per la sua scarna classifica ma che conferma il digiuno dal gol dell’attacco lariano che finora ha messo a segno solo due reti nelle prime due giornate di campionato (buon ultimo attacco di tutto il girone A). Nello stadio piemontese sono scese in campo due squadre che sono sembrate lontane parenti delle protagoniste della finalissima play-off andata in scena a giugno. Poche le azioni degne di nota. Zappino, sostituto di Malatesta squalificato, para una conclusione di Fantini ed il Como risponde con Franco, Kalambay di testa e poi, verso il finire del tempo, con Facchetti e con Guazzo, schierato dal primo minuto. Conclusioni tutte senza esito. Nella ripresa si sono visti maggiormente i padroni di casa con Rosso e Fantini ma nulla di fatto e così il match è stancamente proseguito fino al 90°. «E’ chiaro che ci manca un attaccante –ha affermato il tecnico, Stefano Di Chiara, ma il mercato di riparazione è a gennaio. Dunque, nel frattempo, chi c’è si dia una mossa, tirando fuori il meglio di sé. Abbiamo fatto due gol in sette giornate, ci rendiamo conto? Soprattutto non diamo la mai la sensazione di poterlo fare». E domenica al Sinigaglia arriva il Pergocrema, ex squadra di Facchetti con la quale due anni fa festeggiò la prima delle sue due promozioni in I Divisione, che nell’ultimo turno ha sconfitto il Figline per 1-0, ora appaiato agli azzurri. Per il Como l’obiettivo è muovere la classifica perché occupa ancora il terzultimo posto in graduatoria con 6 punti, solo uno in più della Pro Patria e tre sulla Paganese, ultima in graduatoria. L.CL. ...hai l'ALCOLISMO in casa? ...VUOI saperne di più? ...hai bisogno di AIUTO? I GRUPPI FAMILIARI AL-ANON condividono le loro esperienze in modo anonimo e gratuito e possono offrirti le informazioni che cerchi. telefona al numero verde 800-087897 CRONACA P A G I N A 22 Como IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 DOPO LO SGOMBERO DELL’EX ORFANOTROFIO FINO MORNASCO E “BUON VICINATO” Accoglienza: una questione con cui fare i conti L o scorso giovedì 1° ottobre, praticamente all’alba, si è svolta un’operazione di sgombero presso la struttura di proprietà del Comune di Como, a pochi passi dal centro storico, che fino a qualche decennio fa ospitava l’Orfanotrofio cittadino. Un tratto di via Tommaso Grossi è stato chiuso al traffico - provocando notevoli disagi alla circolazione fino a tarda mattina -, mentre le forze dell’ordine (polizia, carabinieri e polizia locale) procedevano al «riconoscimento degli occupanti». «Siamo intervenuti su segnalazione del Comune ci hanno spiegato dalla Questura -, preoccupato per le precarie condizioni igienico-sanitarie e per la sicurezza dell’edificio. In totale sono state individuate venti persone: cinque italiani e quindici stranieri, nei confronti dei quali si stanno valutando i risvolti amministrativi e giudiziari». Al termine dei controlli, nel corso dei quali le persone fermate sono state rifocillate e Un problema reale che si pone per la città non soltanto per alcuni mesi, ma per l’intero anno solare di ENRICA LATTANZI confortate, agli italiani è stato intimato l’allontanamento dal territorio del comune di Como, mentre due stranieri sono stati processati presso il tribunale del capoluogo venerdì 2 ottobre. I due uomini risultavano già colpiti da un provvedimento di espulsione non ottemperato: sono dunque stati giudicati per direttissima e sottoposti a una condanna penale, trasformata non in detenzione, ma in una sospensione condizionale. Agli altri stranieri non regolari è stato consegnato un provvedimento di espulsione da rispettare nelle prossime settimane. «Non possiamo nascondere il nostro disagio di fronte ad azioni di questo tipo - è stato il commento a caldo del direttore della Caritas, Roberto Bernasconi -. Siamo consapevoli della necessità di dare sicurezza e far rispettare le leggi, ma con il Comune e le forze dell’ordine siamo in continuo contatto, dialoghiamo, ci aiutiamo vicendevolmente e, forse, prima di procedere agli sgomberi ci si potrebbe consigliare una volta di più, sia perché la situazione di via Grossi era nota a tutti da tempo, sia perché nei cittadini si crea un senso di paura». Le venti persone fermate, per accedere alla struttura che in passato ospitò il dormitorio invernale - e che attualmente è anche sede dell’Ufficio immigrazione del Comune - avevano creato un buco nel muro, fatto poi chiudere la mattina stessa dello sgombero. All’interno dei locali in disuso, materassi, pagliericci di fortuna, un po’ di cibo, qualche fornello, alcune valigie. «La situazione era davvero rischiosa - aggiungono Comune e forze dell’ordine - perché la presenza delle bombole di gas e il pericolo dei crolli per il cedimento delle strutture erano minacce concrete». Due i problemi messi in evidenza, sempre secondo Bernasconi, dall’operazione della scorsa settimana. «Innanzitutto appare evidente che a Como il problema dell’accoglienza dei senza fissa dimora esiste per tutto l’anno e non solo in inverno. Quindi è necessario creare un servizio di “dormitorio” attivo dodici mesi. Secondo, rischiamo di creare sfiducia anche in chi vive nel disagio, perché tenderanno sempre di più a nascondersi e a non chiedere aiuto né a emergere dalla clandestinità. Serve una riflessione condivisa per capire cosa vogliamo fare su un tema così delicato come quello dell’accoglienza, sia degli stranieri, sia degli italiani in difficoltà. È un problema di fronte al quale la nostra città non può far finta di niente: l’attrattiva del confine e della possibilità di raggiungere il resto d’Europa è un richiamo fortissimo per moltissimi». Il prossimo 17 ottobre, intanto, riprendono a Como le serate promosse dalla Caritas accanto ai senza fissa dimora: «Con i giovani andiamo a trovarli nei loro alloggi di fortuna - conclude Bernasconi -: portiamo loro un po’ di conforto, soprattutto umano, e scopriamo storie che lasciano senza parole». Lunedì 19, invece, il vescovo monsignor Diego Coletti sarà ospite della circoscrizione dove è avvenuto lo sgombero. L’Associazione “Buon vicinato”, impegnata nella promozione della partecipazione e della formazione dei volontari, dei familiari e degli utenti che soffrono di disagio psichico organizza un incontro sul tema: “Vicini nel disagio mentale”. L’appuntamento, che coinciderà con la presentazione ufficiale dell’associazione stessa, è per sabato 10 ottobre dalle ore 14.30 presso l’Ottagono nel parco comunale di Fino Mornasco. Il programma prevede l’intervento di don Luca Bressan della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale su “Volontariato e crisi della società”; conversazione con don Paolo Avinio e don Armando Bernasconi e l’intervento del dott. Carlo Viganò (presidente della neonata associazione) sul tema “Guarire dalla (propria) malattia mentale”. ASCOLTO: PRIMO INCONTRO L’associazione “Ascolto” gruppo di cultura propone il primo incontro del Corso biblico 2009-2010, che quest’anno sarà dedicato al Vangelo di Matteo. Il primo incontro è previsto per lunedì 12 ottobre alle ore 21, presso l’Auditorium del Collegio Gallio (entrata da via Barelli). Titolo della serata: “Quando, dove e a quale scopo Matteo ha redatto il suo Vangelo” A CRONACA P A G I N A 23 Como&territorio PRESTINO ACCOGLIE IL NUOVO PARROCO Benvenuto don Marco! Don Pessina è stato acccolto dalla comunità parrocchiale domenica scorsa. Grande festa per l’inizio di un nuovo cammino di ELIANA RICCI P restino, terra di frontiera. Ci viene spontaneo ripensare alle radici di un quartiere che, come tutte le zone di confine, era luogo di passaggio - di merci e di persone. Un aspetto che oggi sembra riaffiorare con una certa veemenza… Era il 9 febbraio 2008 quando la comunità di Prestino ha accolto don Sergio Tettamanti e il 13 settembre 2009 quando l’ha salutato: don Sergio, infatti, ha deciso di intraprendere un diverso cammino volto ad approfondire la propria vocazione cristiana e sacerdotale, aperto alla possibilità di iniziare una nuova esperienza a servizio della Foto William Diocesi. A lui, per averci accompagnato in questo breve ma importante pezzo di strada, vanno l’affetto e i ringraziamenti di tutti i prestinesi che, divenuti ormai esperti nell’organizzazione delle cerimonie di ingresso dei nuovi parroci, domenica 4 ottobre hanno dato il benvenuto a don Marco Pessina, classe 1959, che ha lasciato le parrocchie delle Valli Varesine per entrare nella nostra comunità. Un giorno importante nella nostra tradizione, il 4 ottobre, nel quale ricordiamo il patrono, S. Francesco: oltre a dare ogni anno il via alle attività parrocchiali, ricordiamo che lo stesso giorno del 1966 ha visto l’inaugurazione dell’asilo di Prestino, gestito per alcuni anni dalla parrocchia e, soprattutto, il 4 ottobre 1970, con la benedizione della prima pietra, si apriva il cantiere del complesso edilizio che sarebbe stato la sede definitiva della nuova chiesa: siamo quindi partiti con il piede giusto! La cerimonia di ingresso si è svolta in una bellissima giornata che di autunnale aveva solo il mese, e qualche foglia giallo-oro che richiamava gli addobbi del sagrato: accompagnati da mons. Angelo Riva, che ha fatto gli onori di casa, i rappresentati del Consiglio pastorale parrocchiale, Marcello e Giovanna, hanno presentato a don Marco la comunità e, dopo il saluto delle autorità, si è svolta una bella e sentita celebrazione, “partecipata” con il canto, la liturgia, l’emozione di ascoltare la prima omelia del nuovo parroco; altrettanto partecipati i festeggiamenti più “laici” e goderecci che sono seguiti nel tendone appositamente montato e arricchito da un variopinto rinfresco! E ora, per Prestino, è tempo di rimettersi in moto, con un occhio al passato e uno al futuro, con la consapevolezza di quanto è stato fatto e la curiosità per i cambiamenti che verranno. Benvenuto don Marco! ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 L’ACCOGLIENZA SABATO 3 OTTOBRE Don Natalino a Rovellasca! Grande festa per l’arrivo del nuovo sacerdote di ELENA CLERICI S abato 3 ottobre don Natalino Pedrana ha preso possesso della parrocchia di Ro- vellasca. La comunità lo ha accolto alle 16.00 sul piazzale della chiesa di Santa Marta, ove è avvenuto il saluto delle autorità civili ed il primo scambio di doni. Il neoparroco ha regalato al sindaco Sergio Zauli delle stelle alpine portate dai suoi monti, per “camminare insieme - ha detto -. Le stelle alpine si incontrano a metà del cammino, quando si sta facendo molta fatica. Ma bisogna poi puntare alla cima, che è nostro Signore”. Il primo cittadino da parte sua, gli ha descritto Rovellasca come un paese operoso e disponibile alla collaborazione, ed ha fatto dono a don Natalino di un libro sulla storia del paese, “per camminare su basi solide”. Nel piazzale spiccavano le magliette con la scritta “fratello” e “sorella”: i grosini, giunti numerosissimi dall’Alta Valle per accompagnare con il loro affetto don Natalino in questa nuova tappa del suo cammino sacerdotale. Poi in corteo si è raggiunta la vicina chiesa parrocchiale; Vittorio Cattaneo, a nome della parrocchia - che ha presentato come un luogo in cui si ha cura speciale dei giovani, i gruppi famiglia rappresentano un patrimonio prezioso, e la festa del Crocifisso è momento forte di fede - ha chiesto al nuovo parroco di aiutare la comunità ad essere ciò che il Signore vuole, e a crescere nella dimensione della preghiera, già coltivata dal suo predecessore don Roberto Pandolfi. “La vostra comunità accoglie un sacerdote entusiasta - ha detto ai rovellaschesi il delegato del vescovo don Vittorio Bianchi, presentandolo brevemente al popolo riunito durante il rito della presa di possesso -. La gioia che lui esprime ha le fondamenta in Alto”. Poi la Santa Messa, con molti sacerdoti stretti in comunione fraterna attorno all’altare: i due vicari foranei don Vittorio e don Pierino, il vicario don Alberto, don Adriano di Manera e un frate dei Minori di Cermenate, don Luigi parroco a Rovellasca per molti anni, i compagni di messa don Marco e don Claudio, lo zio don Valerio, don Giovanni di Abbadia, don Ernesto parroco uscente di Grosio. Nell’omelia don Natalino ha espresso gratitudine alla sua nuova comunità per “la splendida accoglienza” e soprattutto a Dio che attraverso “una fraternità così luminosa ci fa vivere il centuplo”. “Quello che sono io - ha detto poi all’assemblea riunita - è l’insieme di tanti incontri: Livigno, Abbadia, Ardenno, Biolo, Grosio. Vengo a portarvi la bellezza che ho raccolto. Ci sono tutti dentro di me. Li porto come ricchezza nella fede”. E, riprendendo la liturgia della Parola domenicale, ha spiegato che “il Non è bene che l’uomo sia solo della Genesi vale anche per il prete con la sua comunità: questo che sto vivendo oggi con voi è un matrimonio. Certo l’amarsi reciproco richiede un corrispondersi. C’è un po’ di sofferenza. E occorre sincerità e capacità di perdonarsi. Ma vi giuro - ha concluso - che vi amerò fin quando il Vescovo dirà basta!”. Dopo la celebrazione, rinfresco presso l’oratorio maschile e prime strette di mano. In serata poi l’oratorio ha festeggiato il nuovo prevosto ripresentando il musical “Grease” presso il Palaburghè; ed anche i giovani di Grosio hanno dedicato al loro don un saluto commosso con un pezzo musicale, testo originale sulle note di Domani. I festeggiamenti sono continuati domenica 4 ottobre, giornata di apertura dell’oratorio e di inizio delle attività pastorali; nell’omelia don Natalino, richiamando il Piano Pastorale del Vescovo, ha sottolineato la centralità della famiglia nell’educazione alla fede: “E’ Gesù che ci prega di far venire i bambini a Lui”. Poi c’è stato il pranzo presso l’oratorio, e al pomeriggio animazione per ragazzi e bambini alla quale ha preso parte attiva anche il nuovo don. Lunedì alle 15.00 la Santa Messa al cimitero in memoria dei defunti. “IL VANGELO DI LUCA, CANTO DELLA MISERICORDIA DI DIO” CON L’AC PREALPI L’Azione Cattolica della zona Prealpi, in collaborazione con il Consiglio Pastorale zonale, propone la seconda edizione del Percorso Biblico “Il volto di Dio nella Parola di Dio”, un cammino di riflessione e formazione sulla Parola. Relatore autorevole e molto apprezzato nell’edizione precedente, sarà don Ivan Salvadori, docente di Dogmatica presso il Seminario Vescovile di Como e Assistente Adulti di AC. Lo scorso anno il percorso ha proposto un cammino di avvicinamento alla Parola, nel tentativo di capire perché la Bibbia non è un libro come gli altri, ma è attestazione, fedelmente trasmessa dalla Chiesa nel corso dei secoli, della Rivelazione che Dio ha fatto di se stesso e che si trova al centro della fede cristiana. Scopo primario del percorso 2009 /2010 sarà quello di accostare nella fede la Scrittura attraverso la lettura del Vangelo di Luca, con uno sguardo più ampio all’intera “opera lucana” (Vangelo e Atti). Finalità ultima e irrinunciabile sarà però l’invito, rivolto soprattutto al mondo laicale, ad accostare direttamente il testo evangelico, permettendo quindi alla Parola di Dio di raggiungere la sua destinazione : l’uomo, nella fattispecie il credente. La proposta vuole quindi offrire una significativa opportunità di formazione a quanti hanno il desiderio di conoscere la Scrittura e di gustarne la capacità di dare senso alla vita. Inizio del percorso: lunedì 12 ottobre 2009 Prossimi appuntamenti: 9 novembre, 14 dicembre, 11 gennaio 2010, 8 febbraio, 8 marzo, 12 aprile, 3 maggio. Gli incontri si terranno a Olgiate Comasco, presso il teatro Aurora, con inizio alle ore 21.00. Informazioni presso la sede di A.C: tel. 031 265181, [email protected]. CRONACA P A G I N A 24 Lago&Valli IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 COMUNITÀ FRANCESCANA DI DONGO Sessanta e settant’anni di professione religiosa a Comunità Francescana di Dongo ha festeggiato domenica scorsa, 4 ottobre, la solennità del santo serafico fondatore Francesco. Quest’anno la solenne ricorrenza è stata resa ancora più speciale per la celebrazione, nella Santa Messa solenne delle ore 18.00, del 60° di professione religiosa di fra’ Benedetto Mauri e del 70° di fra’ Carmelo Confalonieri. “… in qualunque maniera vi sembra meglio di piacere al Signore Dio e di seguire le sue orme e la sua povertà, fatelo con la benedizione del Signore e con la mia obbedienza…”. Con queste bellissime parole, tratte dalla lettera di san Francesco a frate Leone, sono stati presentati questi due religiosi che hanno veramente interpretato in ogni ideale la vita del poverello L Le ricorrenze, di fra’ Benedetto Mauri e del 70° di fra’ Carmelo Confalonieri, sono state celebrate in occasione della solennità di san Francesco, la scorsa domenica 4 ottobre di ROCCO PONCIA di Assisi e dedicato la propria abbandonandosi ad una fede vera e sincera con una semplicità disarmante che a volte lascia stupiti. La celebrazione vespertina ha visto, nel santuario, oltre alla tantissima gente che ha vo- luto essere vicina ai due simpatici frati, anche la presenza delle associazioni di Dongo. Oltre alla famiglia francescana del santuario, la Santa Messa, presieduta da padre Fabio Illuminato Colombo, è stata concelebrata anche dall’arciprete di Dongo, don Francesco Saccomani, dal prevosto di Musso, don Giampaolo Cozzi che, a nome del clero della zona, hanno voluto far dono ai festeggiati della particolare benedizione apostolica di papa Benedetto XVI scritta su preziose pergamene. La serata è proseguita con un ricco buffet nello stupendo refettorio del convento. Un momento festoso, ma comunque ricco di significato e di insegnamento. Grazie fra’ Benedetto per il tuo gioioso sorriso con il quale sai accogliere ogni persona che incrocia il tuo sguardo, per la tua semplicità che ti rende unico, per la tua vogliosa dinamicità con la quale, anche se non più giovanissimo, sai sempre travolgere e coinvolgere chi ti è vicino. Grazie per le belle parole che sai sempre dire ad ogni persona che ti si avvicina mettendo in primo piano la Madonna, la fede e l’essere sempre pienamente fiduciosi in Colui che ci ha donato la vita. Parole che non escono solo dalla bocca, ma dai tuoi occhi lucidi, sinceri e dal tuo cuore immenso. Grazie anche a te fra’ Carmelo che, finchè la salute te lo ha permesso, hai sempre corso su e giù per la nostra zona Tre Pievi, per poter dare una mano ai tuoi amici sacerdoti; sempre zelante peni- tenziere sia in santuario che fuori. Grazie per averci insegnato che tante volte è proprio nel silenzio e nella preghiera che riusciamo a ritrovare noi stessi. Non per ultimi, un grazie di vero cuore a tutti voi cari frati che avete sempre fatto parte della vita di ognuno di noi con la vostra presenza sicura e costante. Grazie a te, o serafico san Francesco, che ce li hai donati. Con loro noi tutti ci uniamo a te con la tua preghiera di ringraziamento a Dio: “Tu sei santo, Signore, solo Dio, che compi meraviglie. Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei Altissimo, Tu sei onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra. Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi, Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero. Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza, Tu sei umiltà, Tu sei pazienza, Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete. Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza, Tu sei giustizia e temperanza, Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza. Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine. Tu sei protettore, Tu sei custode e difensore, Tu sei fortezza, Tu sei rifugio. Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità, Tu sei tutta la nostra dolcezza, Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore”. VALLE INTELVI Madonna del Rosario: con il Vescovo in processione L arrivo di mons. Coletti in Valle, inoccasione della sua Visita Pastorale, e la sua partecipazione alla processione della nostra Madonna del Rosario, ha risvegliato un po’ tutti da quella specie di apatia antica che subentrava in questi primi giorni d’autunno. Per la Valle la festa della Madonna del Rosario chiudeva e chiude definitivamente la stagione estiva. Si chiudevano la grandi ville padronali, si incominciava la raccolta dei campi, si sentiva nell’aria quello scampanellio delle prime mandrie che lasciavano gli alpeggi . Evento sintetizzato bene nel vecchio adagio: “A la matina dii munt vegn giò una nebbiolina che incoo l’à emò rugiadama che duman l’è brina. Ecco la festa della Madonna del Rosario: era l’ultimo incontro, con tanto di tradizioni da rispettare, del grosso lavoro di preparazione prima che arrivasse la brutta stagio- ’ ne. I capponi più belli, i funghi più saporiti e freschi, i salumi più prelibati, le torte elaborate e gustose facevano bella mostra di sé in chiesa per essere messi all’incanto per i bisogni della comunità alla fine della processione. Gli ospiti che venivano dai paesi vicini facevano a gara per accaparrarsi il cesto che la padrona di casa aveva donato alla chiesa, per offrirglielo quale ringraziamento dell’ospitalità. Le massaie adocchiavano e si contendevano gli animali più belli, per poi allevarli e migliorare così la razza delle galline e dei conigli. La lunga processione che ancora si snoda per le vie del paese, toccando le frazioni, aveva un suo modo di procedere da tradizione antica: tutto era regolato dai confratelli, che noi chiamavamo i bastunee, perché portavano un lungo bastone dorato che ricordava quello dei pastori ed era così composta: davanti, rigorosamente il piccolo crocifisso seicentesco portato a turno dai piccoli, fino a pochi anni fa quando c’erano le suore, per primi passavano i piccoli dell’asilo con il loro baschetto e la mantellina blu, poi i ragazzi delle scuole, lo stendardo azzurro bellissimo della Madonna Immacolata portato e seguito dalle ragazze con il velo bianco, dietro a queste lo stendardo della Madonna del Rosario delle consorelle del rosario (ora incorniciato e appeso su una parete della chiesa parrocchiale, grazie a don Paolo che ha capito il valore affettivo e tradizionale di questo stendardo), il corpo musicale in alta uniforme e poi tutto il clero, dai chierichetti, i confratelli, i parroci ospiti e fino a poco tempo fa anche l’arciprete. Il simulacro della Madonna era coperto di catenine e bracciali d’oro che rappresentavano il sacrificio volontario di tante spose e madri che con questo gesto raccomandavano i loro cari alla protezione di Maria. In principio del secolo (mi raccontava un’anziana) i giovani del paese che si sposavano lontano si premunivano di inviare a casa il velo della sposa che veniva attaccato al trono della Madonna quale simbolo di una presenza affettiva. Subito dietro al trono sfilavano gli sposi dell’anno, poi il sindaco e i consiglieri comunali e poi tutta la folla. Le strade, le finestre e i balconi erano addobbati da lenzuola, coperte preziose e fiori; in mezzo alla processione le piccole della prima comunione vestite di bianco spargevano i petali degli ultimi fiori della stagione. Il giorno dopo, lavori in corso in tutte le case. Si riponevano le lenzuola, si doveva fare il bucato della grandi tovaglie che erano servite per gli ospiti, ressa ai lavatoi, si riponevano le ghirlande per la prossima occasione. E la vita di lavoro ricominciava: le ultime patate da dissotterrare, i bastoni di fagioli da mettere al coperto (si sarebbe- Foto Andrea Priori ro sgranati vicino al fuoco la sera), la raccolta delle castagne e infine, quando le foglie sarebbero cadute, il taglio e la raccolta della legna per la primavera. E’ la sera dell’anno, malinconica come la strada del tramonto, ma dolce per chi è consapevole di aver lavorato bene e ora ne raccoglie i frutti. Così è cominciato anche quest’anno “L’utubri utubrellla cà cum’è un stabiel-la boca cum’è un purcel. RINA CARMINATI FRANCHI CRONACA P A G I N A 25 Lago&Valli IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 DAL 9 AL 12 OTTOBRE Moltrasio in festa per le reliquie dei santi N el paese di Moltrasio è ancora molto sentita la venerazione per le reliquie dei Santi Martiri Sergio, Desiderio, Ciriaco, Felice, Terenzio e Silvano, conservate nella chiesa parrocchiale di San Martino da 350 anni. Nunziatina Ena, per anni maestra del paese e appassionata ricercatrice di storia locale, per festeggiare questa ricorrenza, ha compiuto un’accurata ricerca nell’archivio della chiesa parrocchiale, trovando importanti documenti che attestano l’autenticità delle reliquie, ne raccontano la storia del loro arrivo sul Lario e descrivono minutamente le operazioni di verifica, svolte in diversi momenti storici (nel 1659, nel 1683, nel 1754, nel 1770 e l’ultima nel 1895). Nunziatina Ena ci spiega il risultato delle sue ricerche: «Il primo documento in ordine di tempo che abbiamo trovato, è datato mercoledì 8 ottobre 1659. Questo documento attesta: “Il molto reverendo sacerdote don Bernardino Stoppani, parroco di Moltrasio, pieve di Zezio, diocesi di Como, si recò al palazzo episcopale di Como dall’illustrissimo signor Francesco Thei, canonico della cattedrale di Como, vicario generale (per le questioni spirituali e temporali) di Lazzaro Carafino, vescovo della diocesi di Como, portando con sé una cassetta di legno, sigillata, nella quale erano state riposte alcune sacre reliquie che aveva avuto in dono a Roma il 12 settembre 1659 dal reverendissimo Ambrogio Landuccio, vescovo Porfiriense il quale, a sua volta, le aveva prelevate dal cimitero (catacombe) di Pretestato. Don Bernardino Stoppani richiedeva al vicario generale di togliere i sigilli, aprire la cassetta, fare la ricognizione delle sacre reliquie lì conservate e di poterle collocare all’interno della chiesa parrocchiale di San Martino per esporle alla venerazione dei fedeli, secondo le prescrizioni avute per lettera a Roma. Il vicario generale, signor Francesco Thei, lette le prescrizioni ed il documento di riconoscimento firmato dal notaio vescovile, signor Giovanni Angelo Magatti (1659), per acconsentire alla richiesta di don Stoppani, aprì la cassetta, che era legata con una sottile corda e munita del sigillo del vescovo, trovò le sacre reliquie dei Santi Martiri: Quest’anno l’evento sarà celebrato con maggiore intensità perchè ricorre il 350° anno di conservazione nella chiesa parrocchiale PROGRAMMA Quest’anno la festa sarà celebrata con maggiore intensità in occasione del 350° anno di conservazione nella chiesa parrocchiale. Ecco il programma: venerdì 9 ottobre inizio del triduo; ore 20.30, solenne esposizione delle reliquie - S. Messa; sabato 10 ottobre ore 10.00 e ore 18.00 SS. Messe; domenica 11 ottobre ore 11.00, S. Messa solenne con la partecipazione di tutti i gruppi parrocchiali e con la comunità; ore 15.00, Vespri e processione con le reliquie per le vie del paese; lunedì 12 ottobre ore 20.30, S. Messa e reposizione delle reliquie. Sergio, Desiderio, Ciriaco, Felice, Terenzio e Silvano avvolte in un foglio di carta bianca con la iscrizione dei loro nomi. Visto quanto bastava per l’identificazione, il reverendo vicario generale le riconobbe ufficialmente e concesse che le reliquie fossero in perpetuo collocate nella chiesa parrocchiale di Moltrasio e fossero esposte pubblicamente alla venerazione dei fedeli, così com’era stato stabilito dal Concilio di Trento. Si autorizzava, inoltre, il parroco di Moltrasio ad estrarre le reliquie, riporle nei reliquiari e portarle processionalmente accompagnate da numerosi sacerdoti con ceri accesi e da confratelli con cappa: il tutto con il decoro che richiedeva tal ministero; si proibivano spari di mortaretti o altro che potesse disturbare la funzione”». Nel secondo documento, datato 21 aprile 1683, si testimonia invece la ricognizione delle reliquie da parte del vicario generale della diocesi di Como, mons. Giovanni Battista Gelpi e il cancelliere episcopale Francesco Maria Rusca. In quell’occasione i sacri resti furono di nuovo tolti dalla cassetta e sistemati “in due reliquiari a forma di urna ed in quattro altri reliquiari intagliati con fiori e finiti in oro. Tutti i reliquiari furono sigillati con dei chiavistelli a cui era stato apposto il sigillo del suddetto parroco, cosicché non fosse più possibile aprirli senza romperli”. I sei reliquiari sono opere pregevoli d’intaglio, ammirati anche all’Esposizione Voltiana d’Arte Sacra nel 1899. Continua Nunziatina Ena: «Nel terzo documento, datato 1754, si legge che don Pietro Antonio Corti, parroco della chiesa parrocchiale di San Martino in Moltrasio, viene delegato, il 30 aprile 1754, a riaprire i reliquiari, visto “l’urgente bisogno di purgare dalla polverosa antichità” le reliquie dei Santi Martiri. Tutta la procedura si concludeva lunedì, 5 agosto 1754. Un’ulteriore documento attesta come le sacre reliquie siano state viste, riconosciute, e le urne poi sigillate in cera rossa ispanica, dal vicario generale Giambattista Aureggi e dal procancelliere episcopale Carlo Giovanni Feloi nel palazzo vescovile di Como il 9 ottobre 1770. L’ultima ricognizione delle reliquie fu effettuata il 18 aprile 1895, quando era vescovo di Como mons. Andrea Ferrari. Per una più esatta comprensione dei documenti siamo ricorsi alla consulenza tecnica di don Mas- simo Rossi e di Elisabetta Canobbio, rispettivamente direttore e archivista del Centro Studi Nicolò Rusca di Como ai quali va la più viva riconoscenza della parrocchia di Moltrasio». Le reliquie dei Santi Martiri, assieme a quelle della Sacra Spina, ancora oggi vengono esposte la seconda domenica di ottobre, per essere venerate durante un triduo che termina con la solenne processione. Le celebrazioni hanno una particolare importanza. Nei giorni precedenti alcuni uomini allestiscono nel presbiterio due rampe che salgono sui due lati e vanno a unirsi sopra il tabernacolo dell’altare maggiore. Lungo le rampe, da un lato e dall’altro, vengono esposte le reliquie dei Martiri, con al centro quella della Sacra Spina; i fedeli salendo i gradini, possono rendere loro omaggio. S.F. CRONACA P A G I N A 27 ValliVaresine IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 VARESE A INIZIO SETTIMANA HA COINVOLTO PREFETTURA, ASL E PROVINCIA Firmato l’accordo sulla sicurezza P rovincia di Varese, Asl e Prefettura mettono in campo una squadra per affrontare le emergenze territoriali, ambientali e pandemiche. È stato firmato lo scorso 6 ottobre l’Accordo di collaborazione tra Provincia di Varese, Azienda sanitaria locale e Prefettura, che prevede una piano strategico d’intervento in situazioni di emergenza territoriale, ambientale e pandemica con protagonisti i volontari della Protezione civile della Provincia di Varese. Alla conferenza stampa era presente l’Assessore provinciale a Sicurezza e Protezione civile Rienzo Azzi; il direttore dell’Asl di Varese Pierluigi Zeli; e il Prefetto di Varese Simo- taria, ma in modo particolare per tutte quelle situazioni di corollario che si possono venire a creare. Al progetto aderiranno oltre 200 volontari di Protezione civile, i quali verranno debitamente formati». netta Vaccari e il Presidente della Commissione Sicurezza e Protezione civile Elena Sartorio. «Questo accordo raffor- za ancor di più la sinergia con le istituzioni coinvolte al pari della Provincia di Varese – ha dichiarato l’assessore Rienzo Azzi –. Il nostro compito sarà quello di predisporre un nucleo in grado di dare risposte concrete in casi di emergenza, anche sani- LA SCORSA SETTIMANA TANTI I PARTECIPANTI DELLA COMUNITÀ Cittiglio pellegrina a Gallivaggio G iusto un anno fa, il 10 ottobre 2008, la parrocchia di Cittiglio si era radunata in località “Campet” – posta lungo la strada che collega le frazioni di San Biagio e Vignola – per un momento di preghiera in occasione della benedizione di una statua dedicata alla Madonna della Misericordia, realizzata in terra cotta dallo scultore Leo Priori che risiede proprio a pochi metri dal luogo. Quest’anno, la comunità di Cittiglio ha voluto ricordare l’avvenimento e compiere un pellegrinaggio al santuario di Gallivaggio in Valle Spluga (So) ove, dal 10 ottobre 1492, data dell’apparizione della Vergine a due giovinette, si venera Maria proprio con il titolo di Madre della Misericordia. Una bella giornata di sole ha fatto da cornice al pellegrinaggio, che ha avuto il suo culmine nella S. Messa celebrata da don Giuseppe Cola in santuario. La giornata è poi proseguita con il pranzo in un crotto tipico di Chiavenna e si è conclusa nel tardo pomeriggio con la visita alla cittadina e ai suoi tesori di arte sacra: il battistero ed il museo del tesoro, ove, grazie alla disponibilità e alle chiare spiegazioni dei due custodi presenti, il gruppo ha potuto ammirare e capire il significa- CORSO VOLONTARI CARITAS Prende il via venerdì 9 ottobre un corso di formazione base per volontari Caritas che desiderano collaborare con il Centro di Ascolto, da alcuni anni attivo in zona. Il primo incontro, programmato per le ore 20.45, si svolgerà, infatti, presso la sede del Centro di Ascolto in via Dante, 9 a Cunardo, gli altri incontri saranno, invece, itineranti nelle parrocchie della zona. Per informazioni e per comunicare la partecipazione è opportuno chiamare gli organizzatori al n. 0332-994132 il mercoledì dalle ore 15 alle 18 e il venerdì dalle ore 9 alle 12. Il programma completo del corso è il seguente: - venerdì 9 ottobre a Cunardo, via Dante, 9: introduzione di Isa e Pinuccia sulla necessità di un secondo Centro d’Ascolto in zona. Relatori Roberto Bernasconi, direttore Caritas diocesana sul tema Aspetto caritativo del volontariato; Luigi Nalesso su Le motivazioni del volontariato; - venerdì 23 ottobre, a Cuveglio, in parrocchia: relazione di Luigi Nalesso sul tema La relazione di aiuto e le tecniche dell’ascolto; - venerdì 13 novembre, a Ponte Tresa, in oratorio: relazione del dott. Luigi Pala sul tema Lavori di gruppo sulla sintesi degli incontri 1 e 2; - venerdì 27 novembre, a Cittiglio, in oratorio: relazione di Sara Spadaccini (assistente sociale) sul tema Volontariato e servizi: il lavoro di rete. Nella serata, testimonianza di una suora della Carità; - venerdì 11 dicembre, a Cuveglio, in parrocchia: relazione del dott. Luigi Pala sul tema Restituzione. Al termine, conclusione a cura di don Francesco Donghi, responsabile del Centro d’Ascolto. A.C. to dei beni custoditi, primo fra tutti la famosa “Pace di Chiavenna” che è stata illustrata in tutti i suoi particolari, con soddisfazione da parte di tutti i partecipanti. NOTIZIE IN BREVE MOMENTI IN AGENDA RACCOLTA DELL’USATO Sabato 10 ottobre, in Valcuvia e in Valmarchirolo si svolgerà, con qualunque condizione atmosferica, la consueta raccolta dell’usato (vestiario, biancheria, scarpe, coperte, borse, materassi di lana), organizzata dalla Commissione missionaria zonale, a favore e sostegno di numerose attività missionarie nel mondo. Punti di raccolta del materiale sono a Gemonio (piazzale scuole elementari), Cassano Valcuvia (casa parrocchiale) e Cadegliano (casa parrocchiale). Gli organizzatori raccomandano di introdurre nei sacchi Lo spirito dell’iniziativa è stato spiegato dal Prefetto di Varese Simonetta Vaccari: «Vorrei innanzi tutto sottolineare il metodo condiviso di lavoro che ci ha permesso di realizzare questo progetto in tempi ridotti. Questa iniziativa è tesa a limitare un certo allarmismo e finalizzata a dare ai volontari coinvolti i mezzi per comunicare e veicolare le informazioni necessarie ai cittadini in caso di emergenza». Anche il direttore Asl Pierluigi Zeli ha sottolineato «la grande intesa in fase di progettazione e la capacità operativa nel tradurre le idee in iniziative concrete. In particolare, oltre alla formazione dei volontari, abbiamo organizzato una serie di punti di informazione sul territorio provinciale per il mese di ottobre». Il Presidente della Commissione provinciale Sicurezza e Protezione civile ha poi spiegato che «i volontari, i quali hanno dimostrato anche recentemente la capacità di muoversi su scenari d’emergenza, ora potranno avere uno strumento in più anche sotto il profilo della comunicazione e dell’informazione diretta ai cittadini». ANCHE A BRENTA FESTA PER DON DOMENICO CLIVIO Già il “Settimanale” ha ricordato i sessant’anni di sacerdozio di don Domenico Clivio; non può certo ignorare il festeggiamento che si è fatto domenica scorsa presso il santuario di San Quirico a Brenta, località valcuviana dove il nostro sacerdote ha svolto il suo apostolato per trentun anni. Erano molte le persone che sono salite al colle mariano per incontrare eucaristicamente e per poi festeggiare nel parco questo bell’anniversario. Il santuario era gremito per la Santa Messa e don Paolo, l’attuale parroco ha salutato don Domenico a nome di tutta la comunità, e ha esplicato in modo molto sentito di come la figura dell’anziano confratello sia presente ancora nel ricordo di molti brentesi e di quanto il paese gli appartenga spiritualmente ancora oggi. Don Domenico, con evidente emozione, ha ringraziato tutti i presenti accorsi in questo santuario dedicato alla Madonna delle Grazie a lui tanto caro. Ha ricordato il lavoro svolto assieme all’oratorio, agli amici di S. Quirico, alle consorelle, agli alpini, alla Amministrazione civile e alle tante persone, molte ormai scomparse. Tutto per il bene della comunità e della Chiesa. Nell’omelia ha ribadito il dono preziosissimo del sacerdozio e del matrimonio religioso e del ruolo difficile e importantissimo svolto dal parroco in una società dove il valore cristiano si sta oscurando. Don Paolo ha fatto dono a don Domenico di un prezioso calice, segno di riconoscimento e di gratitudine dei brentesi. Gli alpini hanno ricordato i suoi anni trascorsi in perfetta collaborazione offrendogli una targa ricordo. Il sindaco ha sottolineato l’antica amicizia che lo lega al nostro festeggiato e lo ha ringraziato a nome di tutta la cittadinanza. Il bravissimo coro parrocchiale ha accompagnato la commovente funzione. Poi, tutti a festeggiare don Domenico con un rinfresco nel bel parco di San Quirico. SERGIO TODESCHINI solamente roba ancora in buono stato (e non da macero) al fine di poter riutilizzare al meglio quanto raccolto. I sacchi potranno essere portati direttamente al centro di raccolta più vicino o posti fuori dalle case entro le ore 10.00 di sabato 10 ottobre. PELLEGRINAGGIO VOCAZIONALE Riprende col mese di ottobre l’appuntamento con il pellegrinaggio vocazionale di zona ogni terzo sabato del mese. “Con Maria preghiamo il padrone della messe …” è anche per quest’anno l’invito che viene fatto alle comunità della Valcuvia e Valmarchirolo perché si ritrovino alle ore 7.00 alla cappellina di S. Teresa sulla strada tra Canonica e Cavona per iniziare la recita del Rosario che si concluderà, come di consueto, con la celebrazione della S. Messa alle ore 7.30 nella Santa Casa di Cavona. Anche per quest’anno ogni appuntamento verrà animato da un diverso gruppo ecclesiale o parrocchiale. Il primo appuntamento è dunque per le ore 7.00 di sabato 17 ottobre con l’animazione proposta da don Gian Battista Binda, delegato per le vocazioni in zona. A.C. P A G I N A 28 Sondrio CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 SONDRIO L’INCONTRO HA PERMESSO DI TRACCIARE UNA FOTOGRAFIA DEL TERRITORIO Un patto per la salute mentale L a “Conferenza territoriale per la salute mentale: il patto triennale 2009-2011”, promossa dall’Asl nella sala Melazzini a Sondrio ha visto riuniti martedì 29 settembre, alla presenza dei Direttori Generali dell’Asl Luigi Gianola e dell’Aovv Marco Votta e del Prefetto Chiara Marolla, i rappresentanti delle istituzioni, i responsabili dei servizi psichiatrici e della neuropsichiatria infantile, i medici e i pediatri di base, i rappresentanti della cooperazione sociale, del volontariato e delle associazioni dei familiari. Dapprima è stata proposta l’analisi dei dati e la fotografia dell’esistente, da cui è risultato che nell’ultimo quinquennio in provincia di Sondrio il volume delle prestazioni psichiatriche è significativamente aumentato: più 27% di visite psichiatriche e più 17 % di pazienti; tra le persone in carico ai servizi ambulatoriali prevalgono i maschi celibi (58%) e le donne coniugate (49% ); nelle diagnosi le sindromi affettive (40,1%) prevalgono rispetto alle schizofreniche (18,3%). En- trando nel dettaglio, rispetto a una media provinciale di 227 persone ogni 10.000 che fruiscono dei servizi ambulatoriali, si è visto che 307 appartengono al distretto di Bormio, 267 a quello di Tirano, 176 a quello di Sondrio, 204 a quello di Morbegno e 263 a quello di Chiavenna. In provincia l’offerta di posti di residenzialità psichiatrica è sovradimensionata rispetto agli standard regionali, ma adeguata alla conformazione territoriale: i posti SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura per la prima accoglienza di fronte a una crisi acuta) sono uno ogni 7000 abitanti (in regione 1 ogni 9700), le strutture residenziali pubbliche una ogni 1634 (in regione 1 ogni 5100), i posti di semiresidenzialità uno ogni 2055 abitanti (in regione 1 ogni 8000). Nettamente insufficienti le risorse assegnate alla neuropsichiatria infantile, che dal 2004 al 2008 ha visto crescere del 18% il numero dei pazienti e del 14% il volume delle prestazioni. La fragilità dell’organizzazione rende spesso impossibile rispondere al fabbisogno dell’utenza così distribuita sul territorio: 515 persone nel distretto di Sondrio, 442 in quello di Chiavenna, 401 in quello di Morbegno, 228 in quello di Tirano e 204 in quello di Bormio. Tra l’altro, l’organizzazione del servizio è più complessa, perché oltre al settore specialistico implica la connessione sistemica e fondamentale col pediatra di base, la famiglia, la scuola, il tribunale dei mino- CON «LA NAVICELLA» PER COSTRUIRE UNA SCUOLA A MUYEYE Da anni Navicella di Morbegno aderisce al Movimento Parole Ritrovate, facendosi promotrice in provincia di eventi culturali e ricreativi e partecipando ad eventi nazionali ed internazionali. Nel biennio 20092010, dopo aver partecipato alle esperienze internazionali di “Oceano Dentro” e “Quel treno speciale per Pechino”, ha deciso di partecipare anche al terzo evento internazionale che il Movimento insieme a molte realtà italiane intende realizzare, “Fare assieme la nostra scuola a Muyeye (Kenia)”. Poiché il progetto prevede sia un contributo economico per la costruzione della scuola, sia il costo del viaggio soggiorno per due utenti dei servizi del nostro territorio che saranno accompagnati da un volontario e da un operatore (la spesa complessiva è di 3500 euro), oltre a un’adesione ideale, è gradito anche un sostegno economico. «Nel 2009 abbiamo scelto di impegnarci concretamente in un progetto di cooperazione internazionale – ci spiega Enrico Del Barba, presidente di Navicella – Anche in questo caso l’idea di fondo che ci ha spinto ad aderire è quella di veicolare verso il mondo della salute mentale un’attenzione positiva per contrastare lo stigma e i tanti pregiudizi che ancora resistono. Un gruppo numeroso di utenti, familiari, operatori e cittadini della salute mentale di tutta Italia si impegna fattivamente, sia a livello di contribuzione economica che di presenza personale, in questo progetto di cooperazione internazionale per la costruzione di una scuola. Come sempre, il messaggio che vogliamo dare è che la follia non è solo o soprattutto dolore, sconfitta, pericolosità, incomprensibilità, solitudine, ma può servire a rendere più vivibile e più giusto il pianeta, fa bene all’albero della vita. I rapporti che si stabiliranno tra le persone che si recheranno nel villaggio di Muyeye nei 5-6 mesi necessari alla costruzione della scuola sono destinati a protrarsi nel tempo per dar vita a un rapporto stabile con gli abitanti del villaggio anche in prospettiva di ulteriori iniziative». L’Associazione di volontariato Itake realizzerà la costruzione della scuola che sarà dotata di laboratori di sartoria, lavorazione dei metalli e saldatura, cottura e lavorazione dell’argilla allo scopo di creare in loco competenze e abilità nella costruzione di case di mattoni e di impianti idrici e fognari, in quanto Muyeye è uno dei villaggi più esposti a malattie e morte essendo sprovvisto di impianti idrici e fognari e di case in muratura. Inoltre, creerà opportunità di lavoro sul territorio, poiché la zona è ricca di turisti e residenti stranieri e la richiesta di manufatti (vasellami, sartoria, riparazioni) è piuttosto frequente. L’Amministrazione locale ha donato a Itake il terreno su cui sorgerà la scuola, il cui costo è di 120.000 euro. A lavori ultimati Itake consegnerà la scuola al governo. PI.ME. ri, i centri di eccellenza, gli uffici di piano, le associazioni di volontariato. Un altro servizio offerto è la psicologia clinica, ancora in fase di organizzazione e ampliamento, che ha tra l’altro l’intento di rispondere alle principali necessità psicologiche dei pazienti oncologici, chirurgici, neurologici e cardio-respiratori ricoverati nei nostri 4 ospedali. In complesso, l’azienda ospedaliera spende oltre quindici milioni di euro nei servizi per la salute mentale. La vera novità per il settore adulti è stata la presentazione dei progetti innovativi, proposti sia dal pubblico che dal privato sociale accreditato, allo scopo di garantire una maggiore qualità degli interventi e una maggiore efficacia. Tra gli interventi strategici indicati dalla Regione Lombardia, il DSM (Dipartimento di Salute Mentale) ha individuato: la creazione di un Centro integrato per i disturbi del comportamento alimentare con un ambulatorio e un servizio semiresidenziale a Sondrio, l’attivazione di protocolli d’intesa e di collaborazione coi reparti di medicina generale e di pediatria, oltre che con un reparto riabilitativo di Brescia. Infatti, mentre nella popolazione femminile provincia- le tra i 12 e i 25 anni si stimano da 24 a 96 casi di anoressia, più di 350 casi di bulimia e tra 450 e 780 di altri disturbi alimentari non specificati, i casi trattati dai servizi di Sondrio nel 2008 sono stati solo 46 con un evidente divario tra domanda e offerta; la prosecuzione a Morbegno e Chiavenna, con la prospettiva di estenderlo all’intera provincia, del progetto Benvenuti familiari, che mira a rendere più informati, consapevoli e responsabili i familiari degli utenti dei servizi; il progetto Precocemente, per l’intervento precoce nelle psicosi in provincia di Sondrio attraverso un’équipe dedicata che, al di fuori degli spazi e degli schemi dei servizi tradizionali, sia in grado di parlare ai giovani col loro linguaggio per intercettarli anche nei loro spazi di aggregazione a partire dall’esperienza che la diagnosi precoce del disagio dà maggiori chance per evitare che si trasformi in patologia. Il progetto sperimentale Lavoro e psiche, della durata di un triennio e finanziato dalla Fondazione Cariplo (esteso anche alle Asl di Bergamo, Como e Milano 1), è un approccio innovativo all’integrazione lavorativa dei pazienti psichiatrici per ottenerne l’autonomia e la ria- ZONA PASTORALE MEDIA VALTELLINA • Lunedì 12 ottobre, ore 20.45, a Montagna Piano, Commissione Missionaria Zonale. • Martedì 13 ottobre, alle ore 9.30, a Tresivio, incontro del clero zonale della Media Valtellina. bilitazione e per sottrarli al circuito dell’assistenza con notevole vantaggio anche per la collettività. Un altro elemento qualificante del progetto è il disegno di valutazione per verificarne l’efficacia e, in caso di successo, estenderlo ad altri ambiti e territori. La residenzialità leggera prevede, oltre a dieci nuovi posti garantiti dal privato accreditato, la riorganizzazione di quella pubblica in provincia. Ai progetti innovativi gestiti dai servizi pubblici si aggiungono i due progetti della cooperativa La Breva sulla ricostruzione e valorizzazione della rete sociale e il progetto della cooperativa verde agricola del Centro diurno Fattoria sociale, che sarà inaugurato nei prossimi giorni. Ma, al di là dei dati, delle buone intenzioni e dei buoni progetti alcune questioni sono state il denominatore comune di tutti gli interventi: appare sempre più evidente che solo un lavoro sinergico, multidisciplinare, integrato, competente e umile, che coinvolge l’utente e la famiglia, il servizio specialistico e il servizio di base, la sanità e il sociale, il volontariato e la cooperazione, è in grado di farsi carico non solo della malattia, ma anche della sofferenza. A tali condizioni il patto triennale non sarà solo la celebrazione di quanto si è fatto o si ha intenzione di fare, ma sarà una “ripartenza” sia pure per tappe, perché i conti vanno fatti con le risorse. Tra le linee strategiche sembra che per il prossimo triennio il più ampio consenso converga sull’integrazione, e cioè che il progetto di cura deve avere un legame stabile con la comunità, deve essere individualizzato, coerente e concreto, verificabile e verificato, condiviso, deve tenere conto della percezione e dei bisogni della famiglia. Per quanto riguarda la neuropsichiatria infantile c’è l’impegno forte sul piano istituzionale a migliorare la qualità/quantità dell’offerta e a creare anche in provincia una comunità terapeutica per minori. A questo punto, occorre passare dalle buone intenzioni alle buone prassi, tenendo conto anche che “la psichiatria è in genere fatta di gesti piccolissimi e in questi si gioca la partita relazionale”. a cura di ENRICO DEL BARBA CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 P A G I N A 29 SONDRIO CELEBRATO A SAN ROCCO L’IMPORTANTE ANNIVERSARIO PER IL CONSULTORIO FAMILIARE Vent’anni accanto alle famiglie C ome festeggiare i venti anni di vita del Consultorio «La Famiglia» di Sondrio? Naturalmente con una bella festa, che fosse un momento di incontro fra tutti i protagonisti e gli amici, per ripercorrere le varie fasi della crescita e tracciare quindi un bilancio, ma soprattutto per discutere le linee di uno sviluppo futuro. Ci si è trovati perciò sabato 3 ottobre, presso il polifunzionale di San Rocco, con un ricco programma che prevedeva un vero e proprio convegno, seguito da un ricco buffet e, in serata, dallo spettacolo teatrale «Black out ovvero CipCipì e la pedalata comunicativa», a cura di Patrizia Baffi. Chi segue fedelmente Il Settimanale ha già avuto certamente modo di conoscere la storia, le finalità, le principali attività del Consultorio «La Famiglia» e il personale che vi lavora, perché ce ne siamo occupati a più riprese. Anziché fornire un resoconto fedele di tutti gli interventi, quindi, ci limiteremo a sottolineare alcuni temi emersi dalle relazioni, che meritano maggiormente di essere conosciuti. Una importante testimonianza dell’apprezzamento di cui il Consultorio gode nella società è venuto dalla partecipazione delle autorità: S. E. il prefetto Chiara Marolla, il sindaco di Sondrio Alcide Molteni, il vicario episcopale monsignor Battista Galli, l’arciprete monsignor Valerio Modenesi, il responsabile della pastorale della famiglia monsignor Italo Mazzoni. Da segnalare ancora la presenza di un bel gruppo di giovani che stanno seguendo il corso per fidanzati. Dopo l’introduzione del direttore del Consultorio Raffaella Ratti (che ha coordinato i lavori), il presidente monsignor Aldo Passerini ha ripercorso brevemente la storia del Consultorio ed ha sottolineato con forza la finalità primaria che si propone: «Mettersi a disposizione delle famiglie con competenza e con vero spirito evangelico». Molto ricca la relazione di Gabriela Moschioni, di Como, che ha invece illustrato la nascita dei consultori di iniziativa privata a livello nazionale (già nel 1943) e il successivo intervento dello Stato, che è giunto solo una trentina d’anni dopo. Proprio i rapporti che oggi intercorrono tra i consultori privati (riuniti nell’associazione UCIPEM) e quelli statali creano non pochi problemi, soprattutto riguardo alle finalità. I primi, infatti, si propongono di «mettersi in dignitoso rispetto della dignità dell’uomo» ed operano in stretta collaborazione con il Centro di Aiuto alla Vita; i secondi, invece, in base alla legge 194, tra i loro compiti hanno anche quello di gestire l’accesso alla pratica dell’aborto. Alla giornata di festeggiamenti si è voluto dare anche uno spiccato carattere formativo ed è quindi stata invitata Rosa Rosnati, dell’Università Cattolica di Milano, che ha tenuto un’ampia relazione su: «Sfide e risorse della famiglia». All’interno di quest’ultima sono avvenuti grandi cambiamenti strutturali, ha esordito la relatrice. Si diventa genitori più tardi; i figli sono pochi, spesso uno solo; essi diventano perciò «un investimento enorme per i genitori, un concentrato emozionale sul quale vanno a confluire proiezioni ed aspettative degli adulti». Ecco allora la prima sfida che si presenta all’interno della famiglia: «educare o seducere»? nel significato etimologico dei due termini. Seducere significa attrarre a sé il bambino, caricandolo delle proprie aspettative, dei propri bisogni, in una forma che viene definita di «puerocentrismo narcisistico». Il bambino, cioè, viene posto al centro di tutto, diventa un piccolo sovrano nel quale si specchiano le ambizioni dei genitori. Da qui i numerosi impegni che riempiono il tempo dei nostri figli e il grande carico di aspettative che grava sulle loro spalle. Educare (da ex-ducere) significa invece tirar fuori dal bambino le sue potenzialità, vedendolo come «altro da sé». È necessario quindi che i genitori ritrovino il loro ruolo, recuperino le distanze dal figlio e svolgano il compito che spetta loro: di guida e di orientamento. La seconda sfida che si pone ai genitori è quella di mantenere sempre un corretto equilibrio tra il rapporto di coppia (quello originario) e quello che si instaura con l’arrivo dei figli, che assorbono tanta parte dell’impegno e delle cure. «È utopistico pensare che ci sia sempre un accordo totale fra i genitori - ha affermato la relatrice -; le divergenze sono un fenomeno naturale: il vero veleno delle relazioni è la squalifica dell’altro». Recenti studi hanno accertato che ogni bambino è la risultante della combinazione dei geni di 240 persone che l’hanno preceduto, cioè di due secoli di storia. Il figlio, quindi, è il continuatore di una lunga storia famigliare, un depositario, oltre che dei caratteri ereditari, di una tradizione, di valori, di princìpi, di insegnamenti, che oggi si stanno perdendo. Per recuperare la dimensione della propria storia famigliare possono svolgere un ruolo molto importante i nonni, purché il loro compito non si limiti ad una semplice custodia dei nipotini, ma preveda anche i racconti e, soprattutto, gli insegnamenti. Un’altra sfida che si pone ai genitori è quella di aprire la propria genitorialità ad una dimensione sociale. Significa cioè impegnarsi non solo nella crescita e nell’educazione dei propri figli, ma dell’intera generazione alla quale essi appartengono. Questo dovere accomuna naturalmente tutti gli adulti che hanno compiti educativi nei vari ambiti, dagli oratori, alla scuola, alle società sportive. E la relatrice ha lasciato come sintesi di tutto il suo discorso un efficace proverbio del Quebec: «Due sono le cose che i genitori devono donare ai figli: le radici e le ali». CIRILLO RUFFONI SONDRIO DOMENICA INCONTRO IN GARBERIA Tutti gli oratori in festa! A TIRANO UN CORSO DI FORMAZIONE AL VOLONTARIATO La sezione di Sondrio dell’associazione di volontariato delle Acli di Lombardia, in collaborazione col Patronato Acli per i servizi sociali dei lavoratori e dei cittadini e col Centro di Servizio per il Volontariato Lavops, promuove il corso per volontari Aiutaci ad aiutare rivolto in modo particolare ai territori del Tiranese e dell’Alta Valle. I promotori sociali volontari rappresentano la caratteristica più distintiva del Patronato Acli: sono uomini e donne che mettono a disposizione gratuitamente il loro tempo per aiutare a risolvere problemi di natura previdenziale, assistenziale e socio-sanitaria. La legge 152 del 2001 ha riaffermato il compito storico dei patronati e ne ha ampliato il ruolo, soprattutto per quel che riguarda il rapporto con la pubblica amministrazione. Il gruppo dei promotori sociali delle Acli è una risorsa significativa del movimento che necessita di un continuo e costante rinnovamento oltre, dov’è possibile, un ampliamento della presenza dei volontari sul territorio. Il corso di formazione si terrà a Tirano, presso la sala riunioni del Credito Valtellinese in piazza Marinoni dalle ore 16.30 alle 18.30 nelle seguenti date: 28 ottobre, 4 - 11 - 18 - 25 novembre e 2 dicembre. Le persone interessate possono presentarsi direttamente presso la sede del corso oppure iscriversi e chiedere maggiori informazioni telefonando alla sede provinciale delle Acli allo 0342-212352, fax 0342-517911, email [email protected]. L’ASSOCIAZIONE PER IL BAMBINO IN OSPEDALE CERCA VOLONTARI Domenica scorsa i ragazzi, le famiglie, gli educatori, gli animatori e i sacerdoti delle parrocchie e degli oratori della città di Sondrio si sono dati appuntamento in Garberia per dare ufficialmente avvio al nuovo anno. Sabato 10 ottobre, invece, si ricorda il 46° anniversario della morte di don Giuseppe Quadrio, alle ore 20.30 a Mazzo di Valtellina nel Salone degli Stemmi di Palazzo Lavizzari, si terrà un incontro su “Volumus Iesum videre”, riflessioni sull’identità del sacerdote nelle “Lettere” del servo di Dio, con la partecipazione del prof. don Paolo Carlotti, ordinario di Morale alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Salesiana di Roma. Domenica 11 ottobre alle ore 11.00, nella chiesa parrocchiale di Vervio, celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Valerio Modenesi. Abio Sondrio promuove mercoledì 14 ottobre alle ore 17.00 presso la sala riunioni del Centro Servizi per il volontariato in Lungo Mallero Diaz, 18, a Sondrio, un incontro informativo sul corso di formazione promosso dalla onlus per preparare gli aspiranti volontari ad assistere i bambini ricoverati nel reparto di Pediatria dell’ospedale di Sondrio. Per diventare volontari Abio bisogna essere maggiorenni (dai 18 ai 65 anni) e frequentare un corso di formazione a frequenza obbligatoria, composto da 5 incontri in aula, 60 ore di tirocinio in ospedale ed un laboratorio di manualità. Il 14 ottobre saranno illustrati la struttura, gli scopi, le attività dell’associazione ed i requisiti dei volontari Abio. I successivi incontri saranno dedicati a selezione-autovalutazione, aspetti igienico-sanitari-comportamentali, approfondimenti sull’importanza del gioco in ospedale e un seminario psico-motivazionale. L’impegno richiesto è di 2 o 3 ore la settimana. I volontari devono assicurare una certa continuità, a tutela e rispetto dei bambini malati. Abio Sondrio è stata fondata nel 1996 per promuovere l’umanizzazione dell’ospedale, il benessere dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. I volontari Abio, attualmente, sono in tutto una trentina, operano presso la Pediatria dell’ospedale di Sondrio con i bambini ricoverati e le loro famiglie al fine di attenuare i fattori di rischio derivanti dall’ingresso in una struttura ospedaliera. Informazioni ed iscrizioni: 347-0380392 (Abio) o 0342-200058 (Lavops). CRONACA P A G I N A 30 ValchiavennaBassaValle IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 PRATA CAMPORTACCIO IN FESTA CON IL NUOVO PARROCO L’ECO DEL MERA COMPIE DIECI ANNI, UN SODALIZIO CHE CONQUISTA IL PAESE Concerto e festa per i dieci anni. Sabato, il coro “Eco del Mera” ha festeggiato nella chiesa di san Sebastiano il decimo anniversario della fondazione con la nona edizione della rassegna corale “Valle del Mera”. Come ricordato da Germano Caccamo, presentatore della serata, l’inizio dell’attività risale infatti al 1999. Alcuni cantori del Coro Nivalis, guidati dal presidente Aurelio Folladori e dal maestro Gabriele Del Barba, decisero di costituire un coro a Villa, un paese che vanta una lunga tradizione in campo musicale, anche grazie all’ospitalità garantita dalla parrocchia. Si iniziò subito con un repertorio di canti popolari tipici delle zone di montagna. Oggi, al termine del mandato di Pietro Sciuchetti, il presidente è Mario Dell’Adamino, e i coristi - diretti dallo studente di Santa Croce Omar Iacomella - sono ventisette. L’Eco del Mera ha interpretato “Dove” di Maiero e “Culvegla” di Gatti, poi ha cantato due pezzi - “San Matio” e “Porta Calavena” - di Bepi De Marzi, brani dall’inconfondibile accento veneto. Ma per apprezzare la tradizione vocale di questa regione c’è stata soprattutto l’esibizione del coro ospitato in Val Bregaglia. Nella seconda parte del concerto è toccato infatti a “El Vajo” di Chiampo in provincia di Vicenza. Un coro attivo da quarant’anni, capace di raccogliere applausi in Veneto, ma anche sui palchi di tutta Europa, del Canada, dell’America Latina e dell’Australia. La formazione del maestro Paolo Gioco ha saputo stupire i duecento spettatori presenti con l’esecuzione di canti di De Marzi, Maiero e altri autori. Per gli organizzatori il bilancio è positivo. «Siamo probabilmente l’unico coro con questo repertorio a non avere pensionati fra i cantori - spiega Iacomella che, con i suoi ventidue anni, è perfettamente il linea con il trend della formazione -. Si va dai sedici anni del più giovane, Michele Dell’Acqua, ai sessanta di Roberto Ghiggi. Ma vogliamo proseguire ancora per molti anni, quindi c’è ancora tempo per diventare meno giovani insieme». La partecipazione dei compaesani alle serate dell’Eco del Mera testimonia il legame che unisce questa formazione e il paese. «Villa è un piccolo paese, ma ha una tradizione artistica e in particolare musicale molto viva, come dimostra anche la presenza di un coro gospel - aggiunge Iacomella, studente del conservatorio di Lugano -. Un coro alpino è un’ottima occasione di aggregazione nel segno della musica, ma è anche un motivo di profondo legame con il territorio, perché nelle canzoni esprimiamo la nostra identità alpina, la storia della nostra comunità». Le novità per l’Eco del Mera non sono finite. In autunno ci sarà la presentazione del cd-dvd dedicato all’Eco del Mera, realizzato in collaborazione con il comune di Villa di Chiavenna. S.BAR. Accolto don Edoardo L a comunità di San Cassiano, nel comune di Prata Camportaccio, ha dato sabato scorso il suo benvenuto al nuovo parroco don Edoardo Bugajski. Nato in Polonia 50 anni fa e trasferitosi in Italia nel 1991, don Edoardo appartiene alla congregazione salesiana di don Bosco. Alle 15.00, il sa- cerdote ha fatto il suo ingresso nella parrocchiale, salutato dai fedeli che numerosi sono accorsi per questo giorno speciale. A fare gli onori di casa è stato il sindaco di Prata, Maria Laura Bronda che ha atteso il nuovo sacerdote proprio davanti alla chiesa. Nel suo breve discorso, Bronda ha presentato la comunità di San Cassiano, met- tendo in evidenza le componenti associative locali. Don Edoardo ha quindi raggiunto l’altare dove lo attendevano i bambini che hanno intonato per lui un canto polacco, lo stesso con il quale fu accolto papa Giovanni Paolo II nella sua ultima visita alla terra madre. Emozionato, don Edoardo ha dimostrato di aver molto apprezzato questo speciale benvenuto. Nella sua prima omelia in paese, il nuovo parroco di San Cassiano ha ringraziato la comunità, rivolgendo un pensiero speciale a don Settimo seduto lì vicino, figura storica in paese che per 51 anni ha guidato la comunità religiosa di San Cassiano. «Quando don Settimo è entrato in questa chiesa la prima volta - ha spiegato don Edoardo in perfetto italiano - io ancora non ero nato. Rilevo un’eredità molto importante. Don Settimo ha condotto per tanto tempo questa comunità con amore e devozione, celebrando la nascita di ogni cittadino, le tappe della sua vita e anche la morte: ora la affida a me e per questo lo ringrazio. Spero di potervi co- noscere presto uno alla volta». Don Edoardo ha poi raccontato la sua esperienza sacerdotale: nato in un paese della Polonia sul confine con la Germania, ha deciso di ordinarsi sacerdote seguendo le orme del parroco della sua comunità, che era appunto un salesiano. «Nel 1991 mi è stata offerta dall’allora vescovo di Vercelli, Tarcisio Bertone, la possibilità di trasferirmi in Italia. Affrontai con entusiasmo questa opportunità, che di lì a poco mi avrebbe poi portato in Calabria, in una parrocchia di Vibo Valentia. Oggi mi trovo qui, in questo paese meraviglioso, circondato dalle montagne e ad un passo dal lago. La mia famiglia, che mi ha raggiunto a San Cassiano per il mio ingresso nella parrocchia, è rimasta incantata da questo luogo». Don Edoardo non ha risparmiato qualche battuta: «Spero che tra noi si instauri presto un bel dialogo: portate pazienza se non capirò subito il vostro dialetto. Sono convinto che comunque ci intenderemo». G.L.P. LA MOSTRA DEL BITTO CONCERTO A SANTA CROCE DI PIURO Arriva, come ormai da ben 102 anni, la Mostra del Bitto, importante manifestazione della Valle che mette in mostra enogastronomia, artigianato tipico e tradizioni di Valtellina e Valchiavenna. L’ormai centenaria Mostra del Bitto, nata all’inizio del secolo per premiare le forme migliori prodotte sugli alpeggi estivi delle Valli del Bitto, terra d’origine del sovrano indiscusso dei formaggi valtellinesi, è diventato uno tra gli eventi più apprezzati della provincia di Sondrio. Gli orari sono: venerdì 16 e sabato 17 ottobre dalle ore 9.00 alle ore 23.00; domenica 18 dalle ore 9.00 alle ore 21.00. In collaborazione con la parrocchia di san Martino in Santa Croce di Piuro, Piurokultura ospita l’ensamble San Giovanni di Lecco. La serata prevede l’esecuzione di brani di Buxtehude, Gabrieli, Bradbury e di alcuni brani originali per “Corni delle Alpi”. La serata sarà anche l’occasione per l’inaugurazione dei lavori appena conclusi al presbiterio di san Martino. Durante la serata sarà presentato il restauro, con la programmazione dei prossimi interventi legati al restauro degli affreschi romanici del “Maestro dell’Apocalisse di Civate” dell’XI secolo, i più antichi del territorio provinciale. Appuntamento sabato 10 ottobre alle ore 21.00 nella chiesa di san Martino in Santa Croce di Piuro. CRONACA P A G I N A 31 Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 Il ricordo di padre Giovanni V erso le 11.00 ora locale di lunedì 5 ottobre (circa le 7 del mattino in Italia), in Bangladesh, a Savar (30 km circa dalla capitale bengalese Dhaka) il missionario saveriano padre Giovanni Abbiati è stato coinvolto in un grave incidente stradale. Portato all’ospedale di Savar, è deceduto poco dopo l’arrivo. Aveva 61 anni, era nato a Chiuro il 30 aprile del 1948. Entrato nell’Istituto a Nizza Monferrato il 2 ottobre 1965, emise la prima professione il 3 ottobre 1966. Ricevette l’ordinazione presbiterale a Parma il 30 settembre 1973. Al termine della Teologia fu destinato al Bangladesh, dove arrivò nel 1975 e dove visse tutto il resto della sua vita, tranne un paio d’anni di avvicendamento a Cremona (1983-1985). Molteplici le attività svolte da padre Giovanni nei lunghi anni in Bangladesh: pastorale parrocchiale a Shimulia, Bhabarpara e Khulna; economo e consigliere re- A causa di un grave incidente stradale ha perso la vita in Bangladesh, dove operava da 35 anni, padre GIOVANNI ABBIATI di anni 61 missionario saveriano I famigliari, annunciando la sua morte, esprimono riconoscenza a tutti coloro che, avendolo conosciuto, partecipano al loro dolore. La salma di padre Giovanni sarà tumulata a Khulna, in Bangladesh, dove egli ha speso tutta la sua vita per far conoscere “la beatitudine del Regno di Dio ai poveri, affamati e assetati di giustizia”. gionale; incaricato di Giustizia e Pace e, soprattutto, coordinatore dei locali gruppi di artigianato ai quali aderiscono migliaia di donne, oltre all’importante lavoro con i bambini di strada. I funerali di padre Abbiati si sono svolti martedì 6 ottobre nella sua parrocchia in Bangladesh. Verrà sepolto presso la casa dei saveriani a Khulna, rispettando un desiderio che egli più volte aveva espresso. Due le Sante Messe di suffragio celebrate in Valtellina: lunedì 5 ottobre a Montagna Piano e martedì 6 ottobre ad Albosaggia. Un ricordo di padre Giovanni Abbiati è pubblicato a pagina 12 di questo numero de Il Settimanale. I preti della Zona Pastorale Media Valtellina ricordano nella preghiera padre GIOVANNI ABBIATI missionario saveriano al termine del suo pellegrinaggio terreno avvenuto in Bangladesh il 5 ottobre 2009. Grati per il suo ministero fedele e generoso, chiedono al Signore di accoglierlo nel suo Paradiso per esultare nell’eterna liturgia del cielo. ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ LUTTO È DECEDUTO IN UN INCIDENTE STRADALE IN BANGLADESH IL MISSIONARIO SAVERIANO SONDRIO FAMIGLIE E AMICI CONTRO LE DIPENDENZE L’Afaat organizza per mercoledì 14 ottobre a Sondrio, alle ore 21.00 presso la Sala delle acque del Bim in via Lungo Mallero, 18 un incontro pubblico sul tema: Il gruppo di sostegno per i famigliari di persone con problemi di tossicodipendenza – Una risorsa per le famiglie in difficoltà. L’incontro sarà condotto dalla psicologa Maurizia Bertolini che guida il gruppo di sostegno per i genitori promosso dall’associazione. L’Afaat, associazione di famiglie e di amici per l’aiuto ai tossicodipendenti, è un’organizzazione di volontariato che dal 1992 offre consulenza e sostegno alle persone con problemi di tossicodipendenza e alle loro famiglie. Per informazioni telefonare allo 0342-200058 oppure al 340-4887137, segreteria Lavops, il lunedì dalle ore 14.00 alle 18.00; martedì e giovedì dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 17.00; mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 14.00. SONDRIO INCONTRO PROMOSSO DALL’ISTITUTO PIO XII CON IL PROFESSOR FRANCO NEMBRINI La sfida dell’educare guarda a famiglia e scuola « I l problema educativo siamo noi adulti». Può essere condensata in questa lapidaria affermazione la tesi che Franco Nembrini ha sviluppato nella conferenza tenuta a Sondrio venerdì 3 settembre, davanti a un folto pubblico. Il suo discorso, infatti, appassionato, brillante, fatto con il cuore più che in base a fredde analisi sociologiche e pedagogiche (che pure ci sono) ha rovesciato un po’ i termini di quella che viene definita «l’emergenza educativa», ponendo sotto i riflettori non tanto i ragazzi, con i loro problemi, ma tutti noi adulti. Il primo dato che Franco Nembrini ha sottolineato con forza è il fatto che «il problema educativo è sempre più un’emergenza. Bisogna fare in fretta perché la situazione sta degenerando a velocità impressionante… Se cinque anni fa si parlava di disagio nella scuola, ora è la scuola stessa che produce il disagio. La disaffezione nei suoi confronti sta aumentando e non si tratta solo di una questione di investimenti… Un’intera generazione di adulti fa fatica ad educare, perché della scuola non le importa veramente molto… L’istituzione scolastica è un malato grave, ma non si ha il coraggio di affondare il bisturi, per la cura che le servirebbe… I vari go- verni che si succedono al massimo mettono delle pezze, che i governi successivi si affrettano a togliere, con la conseguenza che ormai l’intero sistema va a pezzi». Di solito l’attenzione degli osservatori si ferma su episodi vistosi, come quelli di bullismo, ma il problema grave non sono i giovani, ha affermato il relatore: sono gli adulti che hanno di fronte, è l’aria che respirano ogni giorno in casa, nella scuola, nella società. Quando mai capita che i ragazzi vedano degli adulti contenti? che cantano, che trasmettono serenità, che testimoniano la positività della vita? Eppure è proprio questo che i giovani chiedono a noi, ha affermato Nembrini ed ha proposto alcuni episodi autobiografici. Un giorno uno dei suoi figli è stato a lungo ad osservarlo mentre egli era impegnato nel lavoro. In quegli occhi del bambino che lo guardavano incuriositi, il padre ha letto una chiarissima e fondamentale domanda: «Papà, assicurami che vale la pena di essere venuto al mondo». Con uguale commozione ha ricordato la figura di suo padre, un personaggio per lui mitico, perché, pur avendo un elementare grado di istruzione, «conosceva le cose che veramente contano nella vita: ciò che è bene e ciò che è male, quello che è onesto e quello che è disonesto… Nel cammino della vita sapeva mettere i piedi sulle pietre giuste, senza affondare nel fango ed io potevo seguire i suoi passi e mi sentivo sicuro… Noi, invece, siamo una generazione di adulti tremendamente confusa e incerta sulla vita, con la conseguenza che i nostri figli non sanno più dove mettere i piedi, hanno paura di tutto, sono stati privati della speranza… Sono più tristi di noi e non si può vivere tristi senza diventare cattivi». I figli ci guardano sempre, ha affermato Nembrini, per questo è importante curare anzitutto i nostri rapporti di coniugi, per- ché «è dall’aria che i bambini respirano in casa che si struttura il loro modo di vedere le cose… Se sentono che padre e madre hanno una ragione grande per vivere, essi crescono più sicuri… L’unica cosa di cui hanno bisogno è la certezza del cammino. Viceversa la loro tristezza e la loro noia sono figlie delle nostre stesse». Da un simile atteggiamento positivo nei confronti della vita deriva anche l’autorevolezza che i genitori devono assumere quando impongono ai figli le regole da rispettare. Infatti (citando il cap. 6 del Deuteronomio) la ragione vera delle norme è il conseguimento della nostra felicità: «Sono esse che ti renderanno felice e ti moltiplicheranno grandemente». È importante inoltre ricordare che «educazione è sinonimo di misericordia. Significa cioè non vedere l’altro con l’immagine che noi abbiamo di lui, ma amarlo così com’è, prima ancora che diventi come noi lo vogliamo, significa accompagnarlo verso un destino buono, verso la positività delle cose e questa è misericordia». Franco Nembrini non ha mancato infine di aggiungere alcuni preziosi consigli. È utile operare uno scambio di esperienze, incominciando all’interno della famiglia per passare poi alla cerchia degli amici, degli altri genitori, alla scuola, per vedere tra noi come viviamo e come affrontiamo i problemi: «Insieme ci si può aiutare e possiamo poi anche trascinare i nostri figli». Non dobbiamo avere paura di sbagliare. Tutti possiamo commettere degli errori: «Lo sbaglio più grande è uno solo: è l’assenza di speranza». La bella relazione (e il successivo dibattito) hanno suggerito anche due immediate osservazioni. L’incapacità degli adulti di trasmettere una visione positiva della vita investe direttamente anche il grave problema dei suicidi, che è stato oggetto di un recente convegno. Da alcune affermazioni del relatore, infine, è sembrato emergere un dualismo marcato, un po’ manicheo, di totale esclusione (tutto il male da una parte, tutto il bene dall’altra), tra scuola pubblica e scuola privata. Non è questa la sede per entrare nel merito di un problema così complesso. Si può solo ricordare l’importante missione di testimonianza che persone preparate e convinte possono svolgere anche un una scuola un po’ disastrata come quella statale, accogliendo ed ampliando così l’invito che il Papa ha recentemente rivolto ai cattolici per un impegno diretto nel campo politico. CIRILLO RUFFONI P A G I N A 32 CRONACA SondrioCultura LA MUSICA BAROCCA PER UN PONTE DI NOTE Due serate di musica barocca a Ponte in Valtellina per la settima edizione di “Un Ponte di note – Grandi interpreti”, come sempre presso la Biblioteca comunale “Libero della Briotta”. La prima serata, domenica 11 ottobre alle 21, avrà ospite un grande maestro e pioniere della riscoperta della musica barocca, Gustav Leonhardt, che proporrà Le forme barocche per clavicembalo, interpretando Bach, Böhm, Purcell e D’Anglebert. Protagonista della seconda serata, sabato 17 alle 21, sarà Stefano Grondona con la sua chitarra, con cui ha ampliato “il mondo espressivo dello strumento, interpretando con originalità, anche attraverso le proprie geniali trascrizioni, la cultura musicale del barocco ai giorni nostri”. In questa serata, Per il centenario della morte di Isaac Albéniz proporrà musiche di Bach e di Albéniz. IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 LIBRI PRESENTAZIONE SU SAN BARTOLOMEO DE CASTELAZ Per non dimenticare UN CONCORSO PER SUPERLETTORI UNITRE SONDRIO Sono aperte le iscrizioni all’Unitre di Sondrio. Le lezioni inizieranno il 4 novembre, i laboratori sono già avviati. La prolusione di inizio dell’anno accademico si terrà venerdì 23 ottobre, alle ore 17.00. Relatore sarà l’avv. Mario Boccassi , che parlerà su L’allarmante fenomeno della delinquenza minorile: riflessioni critiche di un penalista. Per meglio conoscere l’attività Unitre, le modalità di iscrizione e i calendari si invita a consultare il sito Unitre: www.unitresondrio.it L o studio che rivisita la storia, l’arte e il ruolo di due insigni monumenti dell’Alta Valtellina, San Martino di Serravalle e di San Bartolomeo de Castelàz – Due chiese di Valtellina: scavi e ricerche, promosso dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e edito da Silvana Editoriale, viene sicuramente a colmare una lacuna profondamente sentita soprattutto dopo che la frana del 1987 distrusse San Martino di Serravalle, la più antica delle due. La presentazione del volume, curato da Gian Pietro Brogiolo e da Va- leria Mariotti, avverrà presso la sala Vitali mercoledì 14 alle ore 15.00. Interverranno il direttore generale del Credito Valtellinese Miro Fiordi, la Soprintendente per i Beni Archeologici della Lombardia Raffaella Poggiani Keller, l’autrice Valeria Mariotti e, inoltre, lo storico dell’arte Carlo Bertelli, Paola Marina De Marchi e Cecilia Ghi○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ È al via nei prossimi giorni il Concorso “Superelle 2009”, gara di lettura per i ragazzi della Scuola Primaria, che li coinvolgerà per circa tre mesi in un torneo giocoso inteso a far salire in classifica i titoli più amati dai giovani lettori tra quelli proposti nel catalogo della Provincia di Milano “Un libro è... dalla biblioteca per te” diffuso annualmente attraverso le scuole in collaborazione con la Provincia di Sondrio. Come l’anno scorso, sono assicurati diploma e premi per tutti i ragazzi che si saranno laureati Superlettori, avendo raggiunto il mitico traguardo di almeno 10 libri letti nei circa tre mesi di durata del Concorso. Lo scopo è raccogliere elementi sui gusti e sui comportamenti di lettura dei ragazzi, ma anche e soprattutto promuovere l’interesse per la lettura. Fra gli iscritti attendiamo molti dei nostri piccoli lettori “forti”, ma anche tanti altri, compresi i “remigini”, ai quali riserveremo coccole particolari... Le iscrizioni sono aperte da qualsiasi Comune della Valle presso la Sede Centrale di Chiavenna (via Marmirola 3, 23022 Chiavenna, telefono 0343-332821, e-mail: bcchiavenna@ provincia.so.it) fino al 10 ottobre. Il Concorso inizia il 12 ottobre e si conclude il 16 gennaio 2010. La festa finale si terrà ai primi di febbraio 2010. baudi. L’articolo di Stefano Zazzi sul n. 5 del Bollettino del Centro studi storici dell’Alta Valtellina ci ricorda che “Il vero pioniere di San Martino fu… il prof. Davide Pace, uno dei più illustri cultori della preistoria della Valtellina. Risale al 1969 il suo incontro con la Chiesa di Serravalle, quando ritrovò le reliquie dell’antico altare del 1093, il cui loculo era coperto da una lastra marmorea con incisioni preistoriche”. Dopo la tragedia della frana, nell’estate del 1996, proprio Carlo Bertelli “tenne una conferenza a Bormio dal titolo: “S. Martino di Serravalle e l’arte carolingia”, intrattenendo il pubblico sulla ricostruzione delle migliaia di frammenti dipinti, la figura del volto di Cristo, le leonesse stilizzate ed altri dettagli emersi dalla paziente opera di ricostruzione. Il prof. Bertelli fece in quell’occasione una dotta relazione sulle opere artistiche di pittura, oreficeria e miniatura del periodo di Carlo Magno (sec. VIII – IX) in cui si inseriscono i dipinti della chiesa di S. Martino… L’importanza europea degli affreschi di S. Martino è stata ribadita in una recente mostra a Brescia (autunno 2000) dove si è potuto ammirare quanto di più importante nelle arti figurative ci ha lasciato il popolo dei Longobardi; in tre grandi pannelli erano stati ricomposti gli affreschi carolingi di S. Martino (ritrovati durante gli scavi archeologici condotti negli anni ‘80) che don Carlo (Bozzi, il parroco che tanto amò il suo paese di Sant’Antonio Morignone e la chiesa di San Martino, ndr) ebbe ancora l’opportunità di visionare”. Il presente studio approfondito a tutto campo renderà ancor più evidente agli occhi di tutti il valore assoluto del monumento e più grande sarà il rimpianto per la sua perdita. D’altro canto, proprio in seguito alla frana del 1987, le indagini archeologiche stratigrafiche condotte “nelle vicinanze della chiesa di San Bartolomeo hanno messo in luce un insediamento, distrutto da un incendio, del quale si conserva almeno un edificio in cui erano presenti, oltre a oggetti d’uso, resti di derrate alimentari di grande interesse per ricostruire l’alimentazione e lo stile di vita delle genti del luogo. L’analisi dello scavo all’interno e accanto alla chiesa di San Bartolomeo chiarisce come questo edificio fu costruito dopo la prima distruzione delle mura di Serravalle, a cavallo tra XIII e XIV secolo”. ANGELO REPI PROVINCIA ATTIVITÀ CON LE SCUOLE Idee e novità con i musei L a provincia di Sondrio da quasi tre anni ha in corso un progetto di attività coordinate tra alcuni musei del territorio, finalizzato alla costituzione di un Sistema Museale Valtellinese. Rientrano tra i servizi offerti alle strutture museali: il coordinamento della promozione e della comunicazione, le attività educative e la catalogazione. Attualmente le strutture coinvolte, che hanno espresso un’adesione di massima al Sistema Museale Valtellinese, sono il Museo Civico di Storia naturale di Morbegno, l’Ecomuseo della valle del Bitto di Albaredo, il Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio, il Museo Civico di Bormio ed il Museo Vallivo Valfurva. LA PROMOZIONE Oltre alle cartoline promozionali di 11 strutture museali, distribuite lo scorso anno, e al sito http:/ /siticulturali.provincia. so.it, ora in fase di revisione, sono state realizzate per il Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno e per il Museo Vallivo Valfurva le guide tascabili: si tratta di agili strumenti dal formato gradevole, corredate di un apparato fotografico realizzato appositamente da un foto- grafo professionista, che si sono rivelate un indispensabile strumento per i visitatori. La guida a breve verrà realizzata anche per l’Ecomuseo della valle del Bitto di Albaredo. Inoltre, dedicata ai più piccoli, è stata realizzata la scheda “Indovina... il museo!”: un percorso a giochi e indovinelli studiato per i bambini che, accompagnati dalla mascotte dei musei, il Tasso Arturo, potranno scoprire divertendosi le collezioni. A fine visita i bambini riceveranno in regalo un tatuaggio che raffigura il Tasso Arturo. Per il momento sono disponibili le schede “Indovina... il museo!” del museo di Storia Naturale di Morbegno e del Museo Vallivo Valfurva ed è in programma la scheda per il Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio. ATTIVITÀ Ruolo primario è attribuito alla funzione educativa dei musei, nella convinzione che il patrimonio culturale sia un valido strumento formativo. Perciò la Provincia ha scelto per il terzo anno consecutivo di realizzare e promuovere la guida alle attività didattiche per le scuole “Musei in classe 2009/10”. La guida descrive le attività didattiche delle cinque strutture che rientrano nel proget- to di attività preliminari alla costituzione di un sistema museale provinciale, il Museo di Morbegno, il Museo di Bormio, l’Ecomuseo di Albaredo, il Parco di Grosio ed il Museo di Valfurva, le attività didattiche del quale vengono gestite e realizzate direttamente dal Servizio Cultura della Provincia di Sondrio. La guida alle attività didattiche museali, quest’anno, pur mantenendo una continuità nell’impostazione grafica con la precedente, è costituita da una cartelletta che raccoglie un fascicolo per ogni museo e, novità di quest’anno, un fascicolo apposito per le proposte sul territorio, non solo alla scoperta dell’ambiente naturale, ma anche di contenuto etnografico e storico-artistico. Partendo dalla visita ai musei le classi avranno la possibilità di conoscere sul territorio attività, mestieri e beni che documentano la cultura locale. Da segnalare: i nuovi percorsi “Impariamo l’affresco” e “Pitòr: pittore di una volta”che consentono ai ragazzi, dopo una visita alle testimonianze sul territorio, di sperimentare le tecniche artistiche e artigianali apprese nel corso dell’uscita. Ulteriori informazioni allo 0342-531345/231; musei [email protected]. CRONACA P A G I N A 33 Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 SONDRIO UN IMPORTANTE CONVEGNO DEDICATO ALLE CAUSE DI MORTALITÀ IN PROVINCIA Conoscere, riflettere, prevenire I l convegno Mortalità in provincia di Sondrio: analisi e proposte, realizzato a fine settembre dall’Asl di Sondrio in collaborazione coi medici di medicina generale, ha presentato i dati di mortalità sull’intero territorio provinciale per tumore, morti violente, patologie cardio-cerebro-vascolari e i risultati delle attività di prevenzione oncologica negli screening della mammella e del colon-retto. Su queste tematiche i vari punti di vista dei medici con le loro proposte di intervento e miglioramento hanno segnato un importante momento di crescita per la nostra sanità locale. Ne è convinto il direttore generale dell’Asl Luigi Gianola, per il quale «Il convegno è nato anzitutto, perché i medici di medicina di base possano collaborare con l’Asl e per fornire alla popolazione alcuni dati e informazioni in ordine alle cause di mortalità. Il convegno è celebrato alla vigilia della Giornata mondiale per il cuore, che si celebra l’ultima domenica del mese. In tante città d’Italia le associazioni di volontariato si relazionano con la gente sulle cause di mortalità dipendenti dal cuore. Noi invece abbiamo voluto proporre un discorso più ampio, per sottolineare l’opportunità e la necessità di investire nella prevenzione. Con la col- laborazione dei medici di base vogliamo che i progetti finalizzati alla prevenzione si affermino sempre più, perché prevenire è assai meglio che curare. È una frase fatta, che però esprime bene ciò che si deve fare. Eppure, mi resta la preoccupazione che il nostro sistema sanitario nazionale, peraltro uno dei migliori al mondo soprattutto quello regionale lombardo, non imploda proprio perché sono mancati gli aspetti progettuali». Infine, in base ai dati aggiornati al 2008 si è detto convinto che da noi le cose vadano meglio che altrove e che in mezzo alle montagne si vive meglio. Ma ora - in- sieme a Roberto Tessandori, responsabile dell’Osservatorio Epidemiologico dell’Asl di Sondrio - vediamo alcuni dati sulla mortalità nel territorio dell’Asl di Sondrio nel decennio 19972008. Per gli uomini la prima causa di morte restano i tumori (in lieve aumento), seguiti dalle malattie cardiovascolari, che per di più mostrano un trend discendente. L’opposto avviene per le donne: per loro la prima causa di morte sono le malattie cardiovascolari, pur manifestandosi una tendenza a diminuire come per gli uomini, mentre le morti per tumore sono in aumento. E ancora: nelle donne si nota un chiaro trend ascendente delle morti dovute a malattie dell’apparato respiratorio (in diminuzione per gli uomini), mentre le morti violente per traumatismi e avvelenamenti sono in riduzione per i maschi, stabili per le femmine. Dal 1995 al 2007 l’età mediana rispetto alla morte per gli uomini è passata da 71 a 75-76 anni, mentre per le donne da 83 a 84-85; il tasso di mortalità perinatale e infantile nel primo anno di vita si situa su livelli prossimi a quelli regionali (nel 2007, 240 su centomila). «Lo scopo di questo convegno è di trasformare un’analisi di dati molto SONDRIO NUOVE REGOLE N no le sanzioni del regolamento di igiene urbana, e i sacchi con materiale non a norma non verranno ritirati. Il primo passaggio per il ritiro del sacco azzurro, destinato a carta e cartone, sarà il mercoledì mattina, ma fin da subito è bene perdere l’abitudine di buttare tutto nel sacco nero dell’indifferenziato, perché, dopo un breve periodo di transizione, i sacchi neri che dovessero contenere rifiuti non previsti, non saranno più ritirati e chi non rispetta le regole verrà multato. Nel sacco azzurro devono essere conferiti giornali, riviste, libri, quaderni, sacchetti di carta, opuscoli, contenitori da imballaggio come le scatole da scarpe e le confezioni di riso e pasta, ma anche i tetrapack per latte e succhi di frutta. Vanno buttate nel sacco nero, invece, la carta oleata, la carta plastificata e gli imballi in cartone impregnati di residui organici, ad esempio i cartoni per la pizza. Nel sacco giallo, in- che anche il territorio svolga la funzione che gli spetta. Grazie all’Asl abbiamo avuto l’opportunità di lavorare insieme per incidere sulla mortalità con gli strumenti di cui disponiamo. Dal canto loro i medici di famiglia devono migliorare nella raccolta dati, per esempio specificando bene nella certificazione le cause di morte, perché sono dati utili per progettare. Siamo favoriti dall’avere dei territori omogenei e una popolazione contenuta nei numeri e, perciò, rispetto al resto della Lombardia, possiamo raggiungere risultati molto più avanzati nella prevenzione secondaria e nell’educazione della popolazione». L’esperienza di cinque anni presso la Commissione Sanità della Regione consente poi a Tam di aggiungere che «anche sul nostro territorio si possono attuare oltre ad incontri occasionali, soprattutto iniziative coordinate per lavorare insieme su progetti sistemici con la collaborazione di più enti. Inoltre, la Regione Lombardia dovrebbe promuovere il ruolo dei medici di famiglia, sia dal punto di vista del lavoro sul territorio con progetti interattivi che li rendano utili alla popolazione, sia dal punto di vista economico». a cura di PIERANGELO MELGARA INVESTIMENTI ALER Raccolta rifiuti ovità per la raccolta rifiuti nella città di Sondrio. La settimana si è aperta con il nuovo sistema per la differenziata organizzata dall’Azienda multi servizi Asm. In pensione le isole ecologiche, per il conferimento di carta, plastica e lattine si passa al porta a porta. Presso tutte le abitazioni dei sondriesi sono in distribuzione i sacchetti colorati e un vademecum esplicativo multilingue – in italiano, inglese, francese, arabo e cinese – con le istruzioni su come suddividere i rifiuti. Le regole per il conferimento sono uguali per tutti: i sacchetti della differenziata, ben chiusi e integri, vanno depositati in strada soltanto nei giorni previsti, disponendoli ordinatamente sul marciapiede (dove possibile), in maniera che non intralcino il passaggio dei pedoni. Per chi lascia i sacchetti in strada in giorni diversi da quelli previsti scatteran- ben fatta dall’Asl - spiega Marco Tam, medico di base, e uno dei promotori del convegno - in un progetto operativo per noi medici di famiglia, cioè di fiducia, cui il cittadino si affida per la qualità della sua vita e della sua salute. Per questo il medico deve pensare ai fattori di rischio per ogni paziente e preparare un progetto personalizzato per ciascuno. Credo che esaminare i dati di mortalità non possa essere una semplice elaborazione statistica, ma comporti il prevedere di poterli modificare per i propri pazienti per far prevenzione, per quanto possibile, nei confronti del cancro, dell’infarto e di tante altre malattie. Qui entra in gioco anche l’alleanza coi sindaci per abbattere i fattori di rischio ambientale (inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo), per favorire l’uso del territorio da parte della popolazione rendendo più sicure le strade, per realizzare ambienti di ritrovo dove socializzare, per intervenire su fattori di rischio quali l’alcolismo e gli abusi alimentari. Quindi, è un convegno ambizioso, che vuole aprire una finestra sul nostro futuro in provincia, trovando - distretto per distretto - modalità che responsabilizzano non solo i medici. Non deve essere soltanto l’ospedale ad occuparsi della salute, ma bisogna vece, ritirato il giovedì (fra le sei e le nove del mattino nelle tre diverse zone in cui la città è stata suddivisa – A, B e C), vanno messi oggetti in plastica, alluminio e banda stagnata: bottiglie, flaconi dispensatori, buste e sacchetti vari, barattoli e vaschette in alluminio per alimenti, le classiche lattine delle bevande, ma anche i fogli di alluminio per cucina, le bombolette spray, i tappi metallici dei barattoli di vetro e delle bottiglie, i coperchi dei vasetti di yogurt. Il tutto lavato e sgocciolato perché i rifiuti non devono contenere residui organici. Non bisogna invece buttare nel sacco giallo giocattoli, appendiabiti, piatti e bicchieri, custodie dei cd e dei dvd, imballaggi per elettrodo- mestici, e i tubetti di conserve, salse e dentifricio. Per i sacchi neri dell’indifferenziato, invece restano invariati orari e modalità della raccolta, ma il ritiro sarà effettuato due volte alla settimana anziché tre: il lunedì e il venerdì nella zona ovest della città, il martedì e il sabato nella zona est, sempre con il conferimento entro le sei del mattino. Per informazioni su orari e suddivisione della città in zone, si può consultare il sito internet www.asmso.it o telefonare al numero 0342533533. Vetro, batterie usate e medicinali scaduti invece andranno ancora conferiti negli appositi contenitori posizionati in strada. Novità importanti sul fronte edilizia convenzionata in provincia di Sondrio. L’Aler valtellinese ha approvato il progetto e il piano finanziario per la realizzazione di 12 alloggi a Bormio, nelle vicinanze dell’area sportiva del Pentagono. L’importo del progetto ammonta ad oltre 2 milioni e 100mila euro. «L’operazione - commenta il presidente Aler Gildo De Gianni - è nata grazie a un’intesa con il Comune di Bormio che ha messo a disposizione le aree su cui sorgeranno gli alloggi a un prezzo conveniente. L’obiettivo è di favorire i residenti, soprattutto i giovani, che altrimenti si vedrebbero costretti a cercare casa altrove. Gli accordi stipulati fra Comune di Bormio e Aler prevedono un prezzo di 1800 euro al metro quadro». Intanto, sempre l’Aler, ha presentato i risultati di un’indagine relativa all’efficienza energetica di dodici edifici in provincia di Sondrio, per un totale di 148 alloggi e 28mila metri cubi di volumetria. Tutti costruiti fra il 1960 e il 1970 hanno mostrato alcune pecche. Fra il 2010 e il 2011 saranno sostituiti serramenti, coperture, cappotti di isolamento e caldaie. Il tutto per una spesa totale di oltre 1 milione di euro. Questa azione, oltre a diminuire inquinamento e impatto ambientale, permetterà agli inquilini di risparmiare sulle spese, specie per il riscaldamento. CONVEGNO SULL’ADOZIONE Il Centro Adozione dell’Asl della provincia di Sondrio, in collaborazione l’istituto “La casa”, propone il convegno Adozione: il tempo dell’attesa incertezze e potenzialità. L’iniziativa si svolgerà sabato 10 ottobre, a partire dalle ore 14.00, presso la Sala Vitali di Sondrio. L’incontro vuole: promuovere la riflessione sul significato che assume il tempo dell’attesa dopo la conclusione del’iter adottivo; offrire un’occasione di confronto tra i soggetti coinvolti nella fase precedente l’adozione; sviluppare un dibattito su possibili interventi a sostegno delle coppie nella fase dell’attesa. Interverranno le psicologhe Patrizia Buratti, Chiara Righetti, Stefania Moltoni. Per eventuali informazioni rivolgersi al Centro Adozione al numero 0342-555745. P A G I N A 34 MASSMEDIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 VERSO LA GIORNATA DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI I PRETI E I NUOVI MEDIA « I l sacerdote e la pastorale nel mondo digitale. I nuovi media al servizio della Parola”. È il tema scelto dal Papa per la 44ª Giornata mondiale delle comunicazionisociali. Come ogni anno, il tema è stato comunicato dalla sala stampa vaticana il 29 settembre, festa degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. A spiegare la scelta di Benedetto XVI una nota di presentazione del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali (Pccs) in cui si legge, tra l’altro, che il tema della Giornata mondiale del 2010 “vuol invitare in modo particolare i sacerdoti, nel corso di quest’Anno Sacerdotale e dopo la celebrazione della XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, a considerare i nuovi media come una possibile grande risorsa per il loro ministero al servizio della Parola e vuole dire una parola di incoraggiamento affinché affrontino le sfide che nascono dalla nuova cultura digitale”. In che modo? Lo abbiamo chiesto a mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali. Mons. Tighe, per la prima volta il tema della Giornata mondiale è centrato sui sacerdoti. Qual è il senso di questa scelta? “È una scelta di continuità e di coerenza. L’Anno Sacerdotale ha un significato profondo: vuole sottolineare la straordinaria e affascinante missione di un mini- Bach Suite n. 1 N on esiste un manoscritto autografo delle sei Suites per violoncello solo di Johann Sebastian Bach (1685-1750); esistono due copie, una di AnnaMagdalena Bach e una di Johann Peter Kellner, allievo del Maestro. Queste composizioni erano considerate dai violoncellisti del secolo scorso pagine secondarie e venivano usate prevalentemente come esercizi tecnici. Fu Pablo Casals a “riscoprirle” come capolavori, anche se, in effetti, hanno enorme importanza anche da un punto di vista didattico, sia per l’arco sia per la mano sinistra. La Suite n. 1 in sol maggiore, BWV 1007 è suddivisa in sei movimenti. Il Praeludium ha qualcosa di prodigioso. Comincia con un fluire leggero e via via va espandendosi. Alcuni interpreti si attengono alla filologia, rispettando pedissequamente ogni nota, mentre altri si concedono una maggiore libertà ottenendo risultati meravigliosi. L’Allemande successiva sembra voler parafrasare il precedente Praeludium. L’andamento è maestoso e sembra imporsi una certa intensità espressiva. Per esprimere interamente la ricchezza di contenuto è necessario un archetto vivo, senza tuttavia “spingere” il Tempo. Per usare una similitudine potremmo dire che la Courante sta alle Suites di Bach come lo “Scherzo” alle Sinfonie di Beethoven. Eccettuate le Suites n. 2 e n. 5, scritte in tonalità di modo minore, siamo qui di fronte a un abbandono e una fantasia fuori dal normale, dando luogo a un mo- A L L ' O P E R A mento gioioso. Il sussulto spontaneo di questo pez- GRAMMA zo si armonizza perfettamente con la freschezza del “Praeludium”. La Sarabande è una danza che in questa composizione assume un particolare significato cantabile. Un tempo vivace si addice ai Minuetti I e II anche se alcuni interpreti preferiscono attribuire ad essi un andamento pacato. Lo schema tripartito dei “Minuetti”, delle “Bourrées” e delle “Gavotte” delle sei Suites bachiane (dovuto soprattutto al “Da Capo”) presenta una certa analogia con il terzo movimento delle Sinfonie classiche. Una leggera sincopatura (anche se non è indicata nello spartito) si addice particolarmente alla Gigue, danza con la quale termina la prima Suite per violoncello solo. Bisogna distinguere fra le libertà che si prendono senza riflettere o per leggerezza e quelle che un artista scrupoloso si può permettere dopo anni di approfondimento. Lo stesso Pablo Ca- GUIDA PEN TA a cura di ALBERTO CIMA Tele IL comando Domenica 11. A sua immagine, Rai1, 10,30. Frontiere dello Spirito, C5,8,50. Ravasi comenta la 1° lettura del giorno e M.C.Sangiorgi ci parla della visita ad Auschwitz dei capi religiosi riuniti a Cracovia. Oliver & company, Rai2, 18,10. Film d’animazione Disney. Axterix e i Vichinghi, Rai2, 20,15. Animazione. Impiccalo più in alto, La7,21,30. Western con C. Eastwood. Tutta la verità, Rai1, 21,30. Miniserie gialla di C.Th. Torrini. Report, La via del mattone, Rai2, 21,30. Si parla di edilizia. Dr. House, C5, 21,30. Quinta serie per il cinico dottore. Io, Robot, It1, 21,25. Spettacolare film di fantascienza, non solo intrattenimento. Speciale Tg1, Rai1, 23,35. Lunedì 12. L’infedele, La7, 21,10. Attualità con G. Lerner. Tutta la verità, Rai1, 21,10. Ultima parte. Voyager, Rai2, 21,05. Massoneria e Madonna di Guadalupe. Chi l’ha visto?, Rai3, 21,10. Attualità. La storia siamo noi, Rai2, 23,25. Hain Baharier, maestro del pensiero ebraico autore del libro La genesi spiegata da mia figlia. Julie Lescaut, R4, 21,10. Telefilm poliziesco. Garfield, It1, 21,10. Film divertente per famiglie. La guerra di Mario, Iris, 21,00. Una bel film sui ragazzi. Martedì 13. Un medico in famiglia 6, Rai1, 21,10. Telefilm. Cold Case / Criminal minds, Rai2, 21,05. Polizieschi. Save the last dance, Iris, 21,00. Film musicale per giovani. Mercoledì 14. X factor, Rai2, 21,05. Gara musicale. Il profumo del mosto selvatico, R4, 21,10. Film romantico con K. stero interamente dedicato a Dio e al servizio degli uomini. Tutta l’attività del sacerdote ha una dimensione verticale; guarda al cielo ma si svolge sulla terra, con gli strumenti propri del «lavoro dell’uomo». La comunicazione è uno degli elementi essenziali di un tale servizio, poiché dà forma a una serie di relazioni che, a cominciare dalla preghiera, portano verso la comunione più autentica. È ben vero, in questa prospettiva, che la comunione è la dimensione più alta della comunicazione. Un elemento di continuità, nel tema indicato dal Papa, riporta, poi, alla celebrazione e alle conclusioni del Sinodo sulla Parola. Il sacerdote è ministro della Parola, è al suo servizio, e ha il dovere di farla conoscere attraverso tutti i mezzi possibili. Deriva da questo, e non dalla semplice necessità di un aggiornamento tecnologico, il dovere di assecondare lo sviluppo dei newmedia e di metterli in campo nell’esercizio del proprio ministero. Nella scelta del Papa è facile vedere anche un segno di continuità con il tema della Giornata 2009, in cui si poneva l’accento sull’importanza dei nuovi strumenti e sulla necessità di assicurare ad essi una positiva accoglienza. L’utilizzazione pastorale di questi nuovi mezzi porta soluzioni un tempo impensabili. Il popolo di Dio, anche in questo campo, è chiamato a dar prova di vitalità e - perché no? - di una sana e fruttuosa inventiva. Il sacerdote può e deve essere al suo fianco”. so. Nessuna forma di novità può mai sovrapporsi a ciò che, nella storia dell’uomo, ha oltrepassato le barriere dell’inedito: l’incarnazione di Cristo, la sua volontà di entrare da ogni lato nella storia dell’umanità. Anche la comunicazione, oggi più che mai, «sente» questa presenza e avverte il dovere di esserne degna”. Il tema, viene spiegato nella nota del Pccs, vuole dire “una parola d’incoraggiamento” ai sacerdoti dinanzi alle sfide della nuova cultura digitale… “È esattamente così. Le sfide sono fatte per essere affrontate. Nessuno può tirarsi indietro dinanzi alle nuove modalità che la società della comunicazione pone a tutti. Non è più il tempo di discutere o discettare sul cambio di cultura che i nuovi media hanno determinato nella società. Siamo ormai di fronte a una realtà conclamata, sotto gli occhi di tutti. È tempo di agire, di prendere atto. Per far questo, c’è bisogno di favorire le spinte verso un nuovo atteggiamento. In sostanza, si tratta di dare coraggio e fare in modo che nessuno abbia paura o sia timoroso di un impatto diver- In che modo i mass media possono essere «una risorsa» al servizio della Parola? “Nelle mani dei sacerdoti, i nuovi media non sono semplici strumenti professionali. Ai preti è certo chiesto di usare correttamente e con competenza i nuovi media. Ma ciò non basta. Il risultato non sarà valutato in termini di resa professionale. L’efficacia sarà invece misurata in rapporto alla capacità di porli al servizio della pastorale e di tutte quelle attività che mettono a contatto il prete con la sua comunità. I nuovi mezzi di comunicazione allargano il respiro del dialogo. Ma attenzione: essi possono essere, e sono, strumenti utili e indispensabili. Ciò che non si può chiedere ai nuovi media è di creare o dar vita a ciò che non esiste: il dialogo si fonda, prima Reeves. Exit, La7, 21,10 . Attualità. Chi ha incastrato Peter Pan?, C5, 21,10.Varietà con Bonolis. Bravados, Iris, 21,00. Western d’annata con G. Peck. L’agguato, R4, 23,25. Film di R.Reiner sui diritti civili. Giovedì 15. Don Matteo 7, Rai1, 21,10. La tigre e il dragone, La7, 21,10. Film fantastico cinese pieno di acrobazie. Dante’s peak, R4, 21,10. Un vulcano sta per esplodere… Ben fatto. Dr. House, C5, 21,10. Telefilm. Il sangue e la neve, Rai2, 23,35. Memorandum teatarale su A. Politkovskaja. The life of David Gale, R4, 23,45. Film contr la pena di morte di A.Parker per un pubblico adulto. Fa pensare. Venerdì 16. I migliori anni, Rai1, 21,10. Spettacolo. Nebbie e delitti 3, Rai2, 21,05. Telefilm. Blu notte, Rai3, 21,10. Dentro Cosa Nostra: i pentiti, un programma di Lucarelli. Quel treno per Yuma, R4, 21,10. Western con R. Crowe. Niente di personale, La7, 21,10. Attualità con A. Piroso. Colorado, It1, 21,10. Varietà. TV7, Rai1, 23,20. Attualità. Sabato 17. Tv talk, Rai3, 9,00. Critica televisiva. Sulla via di Damasaco, Rai2, 10,25. Rubrica religiosa. A sua immagine, Rai1, 17,10. 20 minuti di attualità religiosa e 10 di commento ANTONIO RITA al vangelo con p. Cantalamessa in viaggio verso Santiago de Compostela. Che tempo che fa, Rai3, 20,10. Con F.Fazio . Cold case, Rai2, 21,05. Casi irrisolti sempre interessanti. L’ispettore Ba-rnaby, La7,21,10. Ulisse, Rai3, 21,30. Fuga verso la libertà. Drugstore cowboy, Rai4, 22,50. Film drammatico con Matt Dillon. di tutto, su un atteggiamento di apertura e di responsabilità. Su questa base i nuovi media hanno capacità straordinarie di sviluppare i rapporti e di porsi, quindi, nella giusta misura, al servizio della Parola”. il settimanale Quali vantaggi possono portare i nuovi media nel ministero sacerdotale? “Occorre saper usare i media, e ciò significa, in maniera implicita, valorizzarli e porli efficacemente al servizio della pastorale. Chi arriva a conoscere a fondo le nuove possibilità che essi offrono, si troverà di fronte a realtà un tempo impensabili. Su questo piano è molto facile che si sviluppi la «fantasia mediatica», ossia quella forma di utilizzazione dei media che dà luogo, spesso, a funzioni innovative. I vantaggi sono evidenti e, in molti casi, riguardano anche la possibilità di raggiungere persone e comunità un tempo tagliate fuori. È un campo in cui bisogna guardare lontano e, soprattutto, lasciarsi guidare dalla fiducia e dall’apertura verso gli altri”. P A G I N A 35 LETTEREeCONTRIBUTI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009 QUALE LIBERTÀ DI STAMPA Dove sta il servizio pubblico? ai come nelle ultime settimane “il diritto di informare” è stato così proclamato. Informare chi? Informare su che cosa? Informati da chi? Forse è arrivato il tempo di fare una attenta riflessione sul diritto alla libertà di informazione, e sul rispetto verso gli altri. La libertà di stampa, diritto legittimo e sacrosanto, non può, né deve mai essere inteso come la pretesa di voler far prevalere la propria opinione, sia essa politica o personale. Ciò vale ancor di più quando lo “strumento” (in questo caso la RAI) ha il compito di essere al servizio del pubblico. Purtroppo, nel corso degli ultimi anni si è andata sempre più radicando la convinzione che lo strumento radio-televisivo pubblico più che essere al servizio di una corretta informazione è diventato lo strumento di propaganda (e di clientela) al servizio dei partiti che ne compongono il consiglio di amministrazione. Ancor più deleterio quando gli stessi conduttori si arrogano il diritto di poter disporre a proprio piacimento della TV di stato per far veicolare le proprie convinzioni politiche, o quelle del partito a cui si aderisce. “Annozero” ne è l’esempio più eclatante di come la TV pubblica è al servizio non di tutta la collettività, ma di chi ne conduce la trasmissione. Qui non è in discussione il diritto di Santoro e del suo staff di dire quello che vogliono, ma è in discussione il ruolo della RAI, quale ente pubblico che deve essere al servizio di tutti. Perché solo ad alcuni è concessa la libertà di stampa per dire ciò che vuole, quando ad altri cittadini questo stesso diritto è precluso? Ma c’è di più. Una parte della categoria dei giornalisti è scesa in piazza per rivendicare il “diritto di informare”, dimenticando (forse volutamente) il diritto dei cittadini ad essere informati correttamente. Spesso succede che alcuni giornalisti perdono di vista l’etica professionale (che è quella di dire sempre e solo la verità) per porsi al servizio di qualcuno, sia esso un partito, un editore, un gruppo finanziario ecc…Questa non è più libertà di stampa, ma è servire il proprio padrone. Intendiamoci, servire al meglio chi ti dà la pagnotta non è un reato, ma bisogna avere M DIES NATALIS di mamma IDA MERLINI MONTI Ci sono persone la cui umana e cristiana grandezza diviene manifesta come la “quercia caduta” di Giovanni Pascoli: “ Or vedo,era pur grande “. Tale è il caso di Ida Merlini, vedova di Mario Monti, madre di sei figli. Cosa ha fatto di “grande” questa donna,da essere ricordata alla comunità cristiana di Como e della diocesi? Il più grande elogio che gli antichi latini riservavano a defunte madri di famiglia era “ Domi vixit, lanam fecit “: visse in casa,lavorò la lana”.Dove per casa intendevano il focolare domestico,fecondo di figli,e per lana intendevano la dedizione laboriosa, senza risparmio, al marito ed ai figli ( e ai nipoti). Tale mi è sempre apparsa la signora Ida. Una signora, leggermente “femminista”, si lamentava con me per il fatto che alla scomparsa di uomini notabili qualcuno li com- l’onestà di dirlo. La delegittimazione di chi non è della stessa corrente politica o partitica non può essere sbandierata come libertà di stampa (vedi l’attacco premeditato al dott. Dino Boffo, direttore di Avvenire). Se la categoria dei giornalisti non vuole essere travolta dai giochi di potere della politica (o da interessi economici) richiami tutti i suoi aderenti al rispetto dei valori, etici, morali e professionali. Rivendicare il diritto dei cittadini ad essere informati per legittimare i propri privilegi e i propri interessi di parte, è un gioco che non può reggere a lungo. Questo vale ancora di più se si è al servizio di un ente pubblico. FRANCESCO MASCOLO ([email protected]) INFORMATIVA PER GLI ABBONATI La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione del periodico e per l’invio di materiale promozionale. DELLA DIOCESI DI COMO il settimanale UN PRETE PER AMICO (34) L’ATEISMO E L’AMORE D a decenni gran parte delle scienze ha preteso di negare l’esistenza di Dio e di dare una risposta definitiva alle grandi domande dell’uomo. Oggi la scienza può solo offrirci risposte provvisorie e parziali e non è capace di dimostrare nulla in via definitiva, tanto meno la scomparsa di Dio. Sulla via della riscoperta di Dio, Lui stesso si presenta con la sua carta d’identità: “Dio è Amore. E’ lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”. Con infiniti nomi noi uomini abbiamo tentato di chiamare Dio; e quante cose, persone, creature abbiamo proclamato come Dio: le ultime sono il progresso e la scienza. L’immagine di Dio, la sua carta d’identità: Dio è Amore, bi- memora sui “media”. Non così per le loro donne,compagne di vita ,famiglia e lavoro. Le ho risposto che spesso succede ,ma non sempre. Mi sembra molto vero che accanto ad un grande uomo normalmente c’è stata anche una grande donna. Persino in campo religioso e spirituale. Si ricorda Benedetto da Norcia insieme a Scolastica; Francesco insieme a Chiara; in campi analoghi: J. Maritain e Raissa, i coniugi Curie. Così, invertendo la successione, ricordo Ida Merlini con il marito Mario Monti,scomparso ormai da molti anni. Chi è stato Mario Monti? Non molti comaschi saprebbero rispondere,ma mi sembra giusto farlo sapere ai meno anziani,che non l’hanno conosciuto in vita. Il suo negozio di camicie in via Cinque giornate era diventato dal 1945 una specie di succursale della Azione Cattolica,dei Comitati Civici,della Democrazia Cristiana,intenti a rimettere in piedi la struttura e l’anima civile e politica della nostra città,e ,per irradiazione,della provincia e del Paese. Mario Monti,con Ida,aveva già quattro figli. Altri due,in un solo colpo,si sarebbero aggiunti. Una della famiglie numerose esemplari. Apparteneva a quella folla di persone che hanno costituito la forza religiosa,civile e politica,impegnata a ricostruire la nostra Italia;senza clamori mediatici,senza pretese di carriera o benefici personali,in piena semplicità e umiltà. Lo scorso anno avevo commemorato un altro amico, con simili aggettivi, chiamandolo “democratico cristiano anonimo”,cui dovremmo erigere un monumento analogo a quello del “milite ignoto”. Ma per una causa ben più profonda e meritevole di elogio che non quella,pur dignitosa,di recuperare i confini storici della Patria. Grazie Ida, grazie Mario. Vi ricordiamo con vostro figlio Carlo,che come voi ha già raggiunto la gioia del Risorto. ATTILIO SANGIANI sogna che qualcuno la presenti agli uomini di questo nostro tempo, perché Lo riconoscano, L’accettino, Gli credano. Se noi – cristiani – amiamo solo per volontà naturale, amiamo noi stessi, i nostri cari, chi ci fa comodo, chi ci interessa. Andare oltre è amare come Dio ama. Poiché è amore soprannaturale, vi traspare Dio. E’ il volto di Dio che si presenta per mezzo nostro. Il guscio dei miei affetti umani è incolore, piccino, arido; fuori dal guscio c’è il mondo aperto; essere maturi, aperti, cristiani, è di chi sa vivere nell’amore di Dio. Per poter amare come Dio ama, fino ad un amore più grande che è dar la vita, bisogna accettare l’altro per quello che è, immedesimarsi con le sue esigenze, far qualcosa in comune con lui. mons. AUGUSTO PEDUZZI Direttore responsabile: A GOSTINO CLERICI Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r .l. Coop.r.l. • Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como. T ELEFONO 031-26.35.33 FAX REDAZIONE 031-30.00.33 FAX SEGRETERIA 031-31.09.325 E-MAIL: [email protected] conto corrente postale n. 20059226 intestato a a: Il Settimanale della Diocesi di Como • Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio. TELEFONO E FAX: 0342-21.00.43 E.MAIL: [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r .l. - Missaglia (Lc) S.r.l. Registrazione TTribunale ribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976 Pubblicità: La Pr ovincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 21 Provincia 22100 Como - telefono: 031-58.22.11 fax: 031-52.64.50 tariffe: euro 31 a modulo commerciale Prezzo abbonamenti 2009: Annuale euro 48 Europeo ed extraeuropeo euro 48 più spese postali La testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250. Questo giornale è associato alla FISC (Federazione Italiana USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) Settimanali Cattolici) e all’USPI Ottobre, mese del Rosario... Maria una novità de Una vita secondo la Parola Dieci meditazioni che ripercorrono in Maria, donna secondo la Parola, altrettanti misteri di salvezza: dall’Immacolata Concezione all’Assunzione, passando per l’Annunciazione, la gravidanza e la nascita, la visitazione, la croce. Donna divenuta madre, Maria continua ad essere segnavia di speranza! RACCOGLIE LA PREDICAZIONE AL SANTUARIO DELLA MADONNA DEI MIRACOLI DI MORBIO - LUGLIO 2009 UN LIBRO PREZIOSO DI 80 PAGINE FORMATO 11 X 18 CM. ADATTO PER FARE UN REGALO AI TUOI AMICI, AI CATECHISTI DELLA PARROCCHIA, ALLE PERSONE CARE... 1 COPIA: EURO 5,00 OGNI 5 COPIE, UNA IN OMAGGIO!