sondrio - Diocesi di Como

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sondrio - Diocesi di Como
DELLA
SEMINARIO
DIOCESANO
UN NUOVO
CAMMINO
VOCAZIONALE
H
o incontrato nei giorni scorsi i sacerdoti
della diocesi raccolti
a convegno all’inizio
di questo nuovo anno
pastorale. Il tema della iniziazione cristiana dei nostri ragazzi ha occupato gran parte
della riflessione seguita alla
proposta di programmazione
pastorale.
Come di consueto ho consegnato anche alcune indicazioni e, in particolare, ho confidato un tema che mi sta particolarmente a cuore, come a
tutti noi, e cioè quello delle vocazioni sacerdotali. Qualcuno
forse si è stupito sentendomi
parlare ancora di un accompagnamento speciale dei ragazzi e degli adolescenti in vista
della maturazione della loro
vocazione. Mi sono domandato se facciamo tutto quello che
dovremmo per sostenere la custodia e lo sviluppo di quanto
lo Spirito ancora oggi semina
con abbondanza nei cuori di
molti.
Non sarà possibile riproporre un seminario minore secondo la forma tradizionale ma
non ci devono mancare fantasia e coraggio per inventare
qualcosa di nuovo e di consistente che si affianchi al lavoro lodevole dell’attuale pastorale vocazionale e lo sviluppi.
Ho chiesto agli educatori del
nostro seminario di dedicare il
tempo necessario a riflettere
su questa ipotesi e attendo le
loro preziose indicazioni. Ma
sono convinto che questa proposta non può essere attuata
solo da loro. È un cammino che
l’intera Chiesa diocesana dovrebbe elaborare e sperimentare, assumendone la responsabilità in modo largamente
condiviso tra famiglie, catechisti, animatori dei gruppi dei
ministranti e soprattutto sacerdoti capaci di accompagnare personalmente la crescita
dei ragazzi e di porre a loro,
esplicitamente, la domanda
vocazionale.
È una Chiesa intera che riconosce e accompagna le vocazioni presbiterali.
Potrebbe essere questo uno
dei segni di conversione e di
aggiornamento frutto dell’anno sacerdotale che stiamo celebrando. Il seminario si impegnerà a far conoscere sempre
più la vita e le iniziative della
comunità del seminario maggiore a Muggiò anche attraverso articoli che appariranno con
regolare frequenza sul Settimanale: uno strumento che ci aiuti a conoscere e ad amare sempre più il nostro seminario, per
far crescere una risposta più
generosa all’invito che Cristo
rivolge a tanti, perché scelgano di seguirlo vivendo come gli
Apostoli a servizio di tutti.
+ Diego, vescovo
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ANNO XXXIV
10 OTTOBRE 2009
E 1,00
37
DIOCESI
DI
COMO
PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A.
SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV.
IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO
Un Sinodo per l’Africa
A PAGINA 3
VISITA
PASTORALE
IL VESCOVO
IN VALLE INTELVI
CAMNAGO V.
TESTA E CUORE:
ANIMAZIONE
E FORMAZIONE
ORATORI
DAL CROCIFISSO A
MONTEOLIMPINO
A PAGINA 20
ALLE PAGINE 9 - 10 - 11
COMO
IL TRIBUNALE
DEI DIRITTI
DEL MALATO
C
onosciamo da vicino
un’associazione impegnata sul fronte della
tutela dei diritti del cittadino nella delicata fase della cura della propria salute.
A PAGINA 14
COMO
IL MURO SBARCA
IN CONSIGLIO
A PAGINA 15
COMO
LA “NUOVA” CASA
DI VIA PINO
A PAGINA 18
Un’interessante iniziativa
rivolta ai bambini dai 7 ai
12 anni e ai loro genitori
promossa da diverse realtà del territorio.
A PAGINA 17
COMO
“UNA MELA PER
LA VITA” COMPIE
15 ANNI
A PAGINA 16
CANTÙ
QUALE
INTEGRAZIONE
Un progetto, promosso da
alcune realtà del canturino,
avente lo scopo di attivare
spazi di collaborazione tra
la popolazione italiana e
straniera. Si parte con un
ciclo di film.
A PAGINA 19
COMO
ACCOGLIENZA
UNA QUESTIONE
CON CUI FARE
I CONTI
A PAGINA 22
VARESE
LE ISTITUZIONI SI
UNISCONO IN
TEMA DI SICUREZZA
A PAGINA 27
SONDRIO
IL CONSULTORIO
“LA FAMIGLIA”
FESTEGGIA
VENT’ANNI
DI ATTIVITÀ
A PAGINA 28
SONDRIO
RIFLESSIONI
SULLA SALUTE
MENTALE
La scorsa settimana tecnici, operatori, esperti, volontari si sono confrontati sul
delicato tema del disagio
psichico e della salute mentale. È stato presentato un
censimento delle strutture
presenti in Valtellina e Valchiavenna e, soprattutto, si
è parlato di un patto per il
territorio su questo tema.
A PAGINA 28
PRATA
IN FESTA
CON IL NUOVO
PARROCO
A PAGINA 30
BANGLADESH
L’ULTIMO SALUTO
A PADRE GIOVANNI
ABBIATI
ALLE PAGINE 12 E 31
P A G I N A
2
RIFLESSIONI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO -10 OTTOBRE 2009
NUOVA EDIZIONE DEL CLASSICO STUDIO DEL KELLY
I SIMBOLI DI FEDE DELLA
CHIESA ANTICA
F
in dalle origini la Chiesa
espresse, conservò e consolidò la propria fede mediante formule che, attraverso un processo di evoluzione, si sono gradualmente
accresciute in estensione e contenuto, passando da un’iniziale
semplicità e pluralità a una sempre maggiore complessità e uniformità. Il Credo riassume quindi gli articoli essenziali della
fede. E con questa parola da secoli i cristiani indicano una formula stabilita e approvata che
riassume gli articoli essenziali
della loro religione.
Dalla seconda metà del secolo
scorso un testo su tutti si segnala come lo studio classico di questa materia, noto tra gli studiosi
di teologia come... il Kelly. Il motivo di tanta fortuna per il volume apparso in prima edizione
inglese nel 1972 sta nel fatto che
l’autore - il sacerdote John Norman Davidson Kelly, già professore ad Oxford e scomparso nel
1997all’età di 88 anni - non si è
limitato ad una ricerca letteraria
e storica, ma si è soffermato ad
esaminare anche i contenuti dei
formulari: i Credo della cristianità, infatti, non sono mai stati dei
puri e semplici documenti che
richiedono solo di essere catalogati e datati, ma anche dei veri
e propri manifesti teologici, sorti con significato dottrinale e talvolta profondamente marcati dai
segni delle controversie. Perciò
essi sono il riassunto della fede
della Chiesa e la loro proclamazione era e deve continuare a essere un momento essenziale della liturgia delle comunità cristiane.
Il Kelly, attraverso un esame
ampio e approfondito, prende in
considerazione le confessioni di
fede a partire dal Nuovo Testamento, attraverso i concili dei
primi secoli, fino alla diffusione e
accoglienza in Europa del Credo
apostolico, anche a opera della
Riforma.
La traduzione ora edita dalle
EDB è effettuata sulla scorta
dell’ultima edizione inglese, riveduta e corretta del 2006.
JOHN NORMAN
DAVIDSON KELLY,
I simboli di fede
della Chiesa antica.
Nascita, evoluzione,
uso del Credo,
EDB, pagine 584,
euro 48,00
IL CREDO SPIEGATO AI RAGAZZI
VALERIO BOCCI, Il Credo
spiegato ai ragazzi, Elledici,
pagine 48, euro 4,00
Credere, non credere: se ne discute sempre più spesso sui quotidiani, in Tv, in radio, nei dibattiti culturali. Ma c’è anche chi percorre
nuove strade per parlarne ai ragazzi d’oggi, con i loro linguaggi, con
la loro voglia di leggerezza e di ironia, ma anche con tutta la serietà
che, quando è necessario, sanno esigere dagli adulti. È il caso di Il
Credo spiegato ai ragazzi, l’ultimo “libro-album” della collana Elledici
“La Buona notizia”, che si offre come un avvincente itinerario per
giovanissimi alla scoperta del Credo. «Tutti più o meno credono a
qualcosa e in qualcuno: agli oroscopi, al destino, ai “grilli parlanti”,
agli amici, agli “esperti”, alle persone perbene - scrive nelle righe di
presentazione l’autore Valerio Bocci, direttore della rivista Mondo
Erre e, da pochi mesi, direttore generale dell’Editrice salesiana -.
Ma c’è anche chi punta su quel Gesù che si è presentato come “la via,
la verità, la vita”: insomma, crede alla sua parola, alle sue promesse
e alla “rivoluzione” di bene che ha innescato nel mondo». Le impegnative affermazioni del Credo vengono presentate e collegate alla
vita dei ragazzi di oggi in undici “puntate”, con un unico filo narrativo: le avventure e l’attività della fantastica Erre Radio, con il suo
personale e il suo palinsesto. In ognuno dei capitoli di questo libro
coloratissimo e vivace si incontrano strisce di fumetto (a cura di
Andrea Artusi), un mini-editoriale, rubriche di curiosità, “intrattenimento” e approfondimento... Mentre a fine puntata la rubrica On
Air propone una breve preghiera inedita e “giovane”.
NOVITÀ IN LIBRERIA
a cura di AGOSTINO CLERICI
GUIDA ALLA BIBBIA
Pensata soprattutto per catechisti, insegnanti di religione, gruppi biblici, ma anche per i parroci e per tutti coloro che vogliono avere notizie chiare, precise e puntuali sulla Bibbia, questa nuova Guida
curata da Giuliano Vigini vuole essere una
sorta di vademecum, di prontuario, per
reperire informazioni utili e veloci sulla
Bibbia e il suo mondo. Essa è strutturata
in tre parti: introduzioni, sussidi e indici.
La prima parte offre, dopo una introduzione generale alla Bibbia, all’Antico e al
Nuovo Testamento, introduzioni sintetiche ai singoli libri. Nella seconda parte si
trovano la cronologia delle principali edizioni della Bibbia, il Glossario dei termini tecnici delle discipline bibliche e proposte di orientamento bibliografico. La
terza parte offre indici dei nomi di persona e dei luoghi, gli indici
dei popoli e dei temi principali e le mappe e ricostruzioni a colori.
GIULIANO VIGINI, Guida alla Bibbia, Paoline, pagine 532,
euro 21,00.
Madre Anna Maria Canopi, abbadessa e
fondatrice dell’abbazia mater Ecclesiae
sull’isola San Giulio di Orta, ci accompagna in un bellissimo percorso di gioia.
«Anzitutto - scrive - occorre distinguere la
gioia, che è uno stato festivo dello spirito,
dal piacere che è un’ebbrezza dei sensi. Di
piacere è strapieno il mondo, ma questo
non rende felice nessuno». Sotto forme e
nomi diversi, talvolta persino opposti, la
gioia è il miraggio costante di ogni uomo
che vive e lo scopo per cui vuole vivere.
Nate da un ritiro spirituale, le pagine del
volume invitano alla ricerca della vera
felicità attraverso una lettura sapienziale
- lectio divina - della Bibbia. Attraversando la Sacra Scrittura dall’Antico al Nuovo Testamento, esse si presentano come
una guida a un ascolto che diventa stupore di contemplazione,
canto di gioia e gratitudine. ANNA MARIA CANOPI, ... E al
mattino ecco la gioia. Il tema della gioia nella Bibbia, EDB,
pagine 132, euro 9,80.
La parte finale del Nuovo Testamento è
occupata dalle lettere apostoliche. Siamo abituati ad ascoltare soprattutto le
epistole paoline, ma vi sono lettere anche di Giacomo, Giuda, Pietro, Giovanni. Le lettere degli Apostoli sono strumento di comunicazione concreta, viva,
efficace. Riescono a trasmettere quello
che a loro sta più a cuore: Cristo Gesù è
il Messia atteso. Questi scritti non sono
solo “testi storici”, ma anche “testi attuali”, che sanno trasmettere un messaggio
vivo anche all’uomo di oggi. Questo libro
del sacerdote salesiano Giangaleazzo
Gaddi analizza e spiega con linguaggio
semplice e scorrevole questa parte fondamentale del Nuovo Testamento.
GIANGALEAZZO GADDI, Le lettere apostoliche, Elledici,
pagine 104, euro 12,90.
VENTOTTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B
Parola
FRA
noi
SAP 7,7-11
SAL 89
EB 4,12-13
MC 10,17-30
Per capire la parola
di Gesù ci vuole
la sapienza del cuore
di ANGELO SCEPPACERCA
QUARTA SETTIMANA
del Salterio
LA POVERTÀ È L’ALTRO NOME DELLA LIBERTÀ
P
er raggiungere la vita bisogna rinunciare alla
vita (intesa come piacere e utile immediato,
come autoaffermazione
attraverso il successo, il potere
sugli altri, il possesso delle cose).
Gesù fa alcuni esempi. Il matrimonio non dev’essere vissuto
come coincidenza precaria di due
egoismi, ma come superamento
dell’egoismo individuale nel dono
reciproco incondizionato, cosa
che esclude ogni divorzio, e come
superamento dell’egoismo di coppia nell’apertura ai figli e alla
società (cfr Mc 10,1-16). Le ricchezze servono per aiutare gli
altri (cfr Mc 10,17-27). L’autorità deve essere esercitata non
come un dominio, ma come un
servizio (cfr Mc 10,41-45).
Un proverbio ebraico dice che
nemmeno in sogno si può vedere
un elefante passare attraverso la
cruna di un ago. Gesù si diverte
a riformulare il proverbio. I discepoli restano comunque colpiti, perché ritengono che le ric-
chezze siano un aiuto, non un
impedimento. Dinanzi al loro
smarrimento, Gesù punta lo
sguardo al fondo del cuore e dice:
certo, da solo, nessun uomo è libero veramente e può auto-salvarsi! La libertà e la salvezza
nascono proprio dall’incontro e
dalla sequela di Gesù. Pietro e i
discepoli già stanno vivendo questa esperienza, perciò esclamano: chissà come sarà grande la
nostra felicità! Gesù lo conferma.
Ma lo testimoniano anche le mille storie di chi, proprio avendo
lasciato tutto per il Regno dei cieli, già su questa terra sperimenta la misura del centuplo: in fratelli, sorelle, case. Soprattutto in
gioia e in libertà, due prodotti che
scarseggiano molto nel grande
mercato del benessere.
Anche il giovane ricco pensava
che la vita eterna consistesse nel
fare qualcosa in più, invece Gesù
gli dice che l’avrebbe ottenuta lasciando tutto. Fatto sta che per
tutti, primi e secondi, la salvezza
è dono gratuito del Padre. Non si
può meritarlo o pretenderlo: è grazia.
Cosa c’è di più dei comandamenti di Dio? La libertà e la povertà. La libertà da tutto e da
tutti; la povertà – che è l’altro
nome della libertà – nel senso del
dono radicale e definitivo di se
stessi. Può sembrare una cosa
impossibile – una contraddizione
in termini (comandamenti e libertà) – perfino da afferrare e
comprendere, ma non “nei pressi di Dio”. E proprio “presso Dio”
bisogna andare e verificare se ci
sono persone che hanno lasciato
tutto e tutto – moltiplicato per
cento volte – hanno ricevuto in
cambio dall’amore di Dio. Ne conoscete di persone così? Ce ne
sono molte. Sono i discepoli del
Signore, innumerevoli e in ogni
epoca. Liberi e gioiosi, come
Francesco di Assisi, Camillo de
Lellis, Teresa di Calcutta, tanto
per nominarne alcuni, capostipiti, a loro volta, di schiere di altri
discepoli, uomini e donne felici di
lasciare il poco che avevano e di
trovare – presso Dio – il molto
che neppure osavano sperare e
immaginare.
All’inizio era stato il giovane ricco ad attirare l’attenzione di Gesù
perché lo aveva riconosciuto come
“Maestro buono” e gli si era inginocchiato dinanzi, con un gesto di
grande sincerità. A sua volta, è
Gesù che lo colpisce dritto al cuore perché “fissò lo sguardo su di
lui, lo amò e gli disse...”. L’amore di
Gesù non riduce il prezzo, non fa
sconti, anzi accompagna richieste
ed esigenze alte e radicali. Sarà
per questo che il Vangelo di oggi è
accostato alla lettura del libro della Sapienza. Per capire la parola
di Gesù, che gli sgorga dal cuore,
ci vuole proprio la sapienza del
cuore. Solo allora si può lasciare
tutto e tutti ed essere felici davvero, senza attendersi nulla in cambio: per amore. Per un amore
innanzitutto ricevuto. Il punto di
nascita di ogni “lasciare” qualcosa
che abbiamo in mano è l’abbraccio
tenerissimo che uno riceve e poi
ricambia. Non è mai il rovescio.
CHIESA
PRIMOPIANO
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
P A G I N A
3
LA CHIESA IN AFRICA
A SERVIZIO DELLA RICONCILIAZIONE,
DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE
« ’
L
insegnamento sulla riconciliazione,
sorgente della pace
e della giustizia”, è
“il cuore della riflessione” del Sinodo sull’Africa. Lo ha ricordato mons. Nikola Eterovi, segretario generale del Sinodo dei vescovi, intervenendo il 5 ottobre alla prima
congregazione generale dell’assise sinodale dedicata al tema
“La Chiesa in Africa a servizio
della riconciliazione, della giustizia e della pace. «Voi siete il
sale della terra… Voi siete la
luce del mondo» (Mt 5, 13.14)”
(Vaticano, 4-25 ottobre). Rivolgendosi ai 244 padri sinodali,
mons. Eterovi ha spiegato che
“l’insegnamento sulla riconciliazione presuppone l’annuncio
della Buona Notizia e la sua
assimilazione”. Per questo, “di
fronte a tanti esempi di conflitti, di violenza e anche di odio,
sembra urgente intraprendere
una nuova evangelizzazione
anche là ove la Parola di Dio è
stata già annunciata”. In Africa, ha ricordato il segretario
generale, “la situazione varia
da un Paese all’altro. Dall’Egitto, Etiopia ed Eritrea, dove si è
mantenuta la continuità del
cristianesimo con i tempi
apostolici, fino all’Africa subsahariana dove alcune Chiese
particolari hanno celebrato 500
anni della fondazione, mentre
altre hanno ricordato il primo
secolo dell’evangelizzazione. Se
si va dalla costa verso l’interno
del continente vi sono Paesi in
cui i primi missionari sono venuti appena 50 anni fa”.
UNA CHIESA DINAMICA
“La disponibilità alla riconciliazione – ha detto mons.
Eterovi – è il barometro della
profondità dell’evangelizzazione. Solamente da un cuore
riconciliato con Dio possono
spuntare iniziative di carità e
di giustizia”. Commentando poi
il tema dell’assemblea sinodale
– in particolare la citazione
evangelica “Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del
mondo” – il segretario del
Sinodo ha sottolineato che si
tratta di “parole impegnative
che sono al contempo una constatazione della dignità cristiana e un invito a viverla sempre
meglio. Sono parole indirizzate
a tutti i cristiani, oggi in modo
particolare a quelli dell’Africa.
Essi sanno che la risposta affermativa presuppone la conversione”. In Africa, ha aggiunto, “la Chiesa è assai dinamica” e “deve illuminare ancora di
più le complesse realtà del continente”: dal 1978 al 2007 il numero dei cattolici è passato da
55 milioni a circa 165 milioni.
È necessario, ha evidenziato il
vescovo, che “tale crescita
quantitativa diventi sempre di
più anche qualitativa” per “avvicinarsi all’ideale” di essere
“sale della terra e luce del mondo”.
DA TUTTI I CONTINENTI
Il segretario generale del
Sinodo ha quindi invitato i padri sinodali a fare propria la
preghiera mariana composta da
Benedetto XVI per questo appuntamento, “allo scopo di ottenere un rinnovato dinamismo
della Chiesa disposta a servire
sempre meglio gli uomini di
buona volontà del continente
africano”. Questo “auspicio”, ha
proseguito, “si sta realizzando.
Ne sono testimoni i rappresentanti degli episcopati di tutti i
continenti che volentieri hanno
accettato la nomina pontificia
per partecipare all’Assise sinodale, significando la loro vicinanza alla Chiesa in Africa,
parte promettente della Chiesa universale”. Essi, ha aggiunto mons. Eterovi, “insieme con
i loro confratelli d’Africa, sono
disposti a pregare, a dialogare,
a riflettere sul presente e sul futuro della Chiesa cattolica nel
continente”. In questo modo
“s’inseriscono nel processo
sinodale di dare e di ricevere,
di partecipare alle gioie e ai
dolori, alle speranze e alle preoccupazioni, condividendo i
doni spirituali per l’edificazione di tutta la Chiesa diffusa nel
mondo intero”.
ALCUNI DATI
Mons. Eterovi ha offerto alcuni dati statistici della Chiesa in Africa, evidenziando la
crescita delle vocazioni e ricordando i “ben 521 agenti di pastorale, uccisi dal 1994 al 2008”.
Il vescovo ha anche parlato delle tante attività della Chiesa
INFORMAZIONI
SULL’ASSEMBLEA
I lavori sinodali saranno strutturati in 20 Congregazioni
generali e 9 Sessioni dei Circoli minori, divisi in tre lingue
ufficiali: francese, inglese e portoghese. Circa la composizione dell’Assemblea, mons. Eterovi ha spiegato che 197 dei
244 padri sinodali provengono dall’Africa. Altri 47 vengono
da altri continenti: 34 dall’Europa, 10 dall’America, 2 dall’Asia e 1 dall’Oceania. Tra essi vi sono presidenti delle Conferenze episcopali di altri 4 continenti. “All’Assise – ha informato il segretario generale – prendono parte anche i delegati fraterni, rappresentanti di 6 Chiese e comunità ecclesiali presenti in modo significativo in Africa, con le quali la
Chiesa cattolica mantiene rapporti di dialogo e di collaborazione”. Vi sono poi 29 esperti e 49 uditori, che “arricchiranno
la riflessione con le loro significative esperienze”. Infine, “accogliendo l’invito del Papa, partecipano tre invitati speciali”: Sua Santità Abuna Paulos, patriarca della Chiesa ortodossa Tewahedo Etiope, Rudolf Adada, già capo della Joint
United Nations/African Union Peacekeeping Mission per il
Darfur, e Jacques Diouf, direttore generale della Fao.
nel continente nel campo della
carità, dell’educazione (secondo
gli ultimi dati, ricavati nel
2007, nel continente ci sono
12.496 scuole materne, 33.263
scuole elementari, 9.838 scuole
superiori) e della salute (16.178
i centri sanitari). A tal proposito, ha ribadito che “la Chiesa è
in prima linea nella lotta contro il diffondersi dell’Aids” ed “è
pure assai attiva nella cura dei
malati”. Tuttavia, “non bisogna
dimenticare che i dati statistici mostrano che la malaria è la
causa maggiore di decessi nel
continente”. Da qui l’appello
alla comunità internazionale a
“dedicare più energie e mezzi
sia per prevenire la sua diffusione, sia per trovare un valido
rimedio a tale e assai diffusa
infermità”.
SOCIETÀ
P A G I N A
4
INTERNIESTERI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
NAUFRAGIO A MESSINA
L’ora della solidarietà
L
o scorso venerdì, 2 ottobre, un violento nubifragio ha colpito il versante ionico del messinese.
Secondo la sala operativa della Protezione Civile regionale, le frane e gli allagamenti
avrebbero provocato oltre 20
morti e numerosi sono tuttora
i dispersi. Centinaia gli sfollati. Immediatamente la Chiesa
locale, con il suo pastore, ha portato la propria solidarietà,
esprimendo vicinanza e mettendosi all’opera. Intanto continuano le operazioni di soccorso nelle zone interessate, alcune delle quali possono essere
raggiunte solo a piedi, e per le
zone collinari più alte, inerpicandosi per sentieri di fortuna.
Le forze dell’ordine sorvegliano
le case abbandonate proteggendole dagli sciacalli. Sabato mattina, a Messina, si celebreranno i funerali delle vittime. È il
momento del dolore e della solidarietà, poi verrà quello delle
risposte a un pericolo che era
da tempo nell’aria.
Fragili, ma ricolmi di speranza. “Il tragico nubifragio ha
scosso ciascuno di noi facendoci sentire fragili, ci ha ricordato quanto siamo piccole creature. Questa catastrofe naturale
ha spazzato via le nostre case,
ha sottratto ai nostri cuori tanti affetti, ha forse vanificato il
sacrificio di tanti anni di lavoro e impegno… ci ha fatto comprendere che la vita va radicata in Dio e costruita sulla salda roccia del suo amore e non
su ciò che passa, su ciò che si
sgretola”. È un vero e proprio
messaggio ai parroci e ai fedeli
dei paesi colpiti dal nubifragio
quello che ha lanciato mons.
Calogero La Piana, arcivescovo di Messina – Lipari – Santa
Lucia del Mela, che per due volte si è recato nelle zone colpite
dall’alluvione. “Vi chiedo di sentirmi presente – ha detto –
mentre, attraverso il ministero
sacerdotale del vostro parroco,
presentate al Signore la gratitudine per la sua misericordia,
la sofferenza per quanto avete
perduto, il dolore per chi non è
più tra noi, ma non dimenticate che quella stessa fede che ci
unisce e ci rende uno, ci consegna adesso quella fiducia in Dio
che deve abitare nei vostri cuori”. “Di fronte a una catastrofe
che tocca il cuore di ciascuno e
ha stravolto la vita di tanti, fino
a perdere gli affetti più cari”,
l’arcivescovo ha chiesto di “offrire innanzitutto la preghiera”
invitando i sacerdoti a celebrare una messa in suffragio delle
vittime. Inoltre, ha indicato a
tutte le parrocchie e ai fedeli
laici domenica 11 ottobre come
“giornata per realizzare una
raccolta straordinaria a favore
delle famiglie colpite”. E, rivolgendosi ai sacerdoti e parroci di
quelle zone disastrate, ha aggiunto: “Non sapevamo e non
sapevate che l’inizio di quest’Anno sacerdotale vi avrebbe
richiesto un’ulteriore espressione d’amore per il popolo a voi
affidato”.
Chini sulla sofferenza.
Quello di mons. La Piana è un
“messaggio di solidarietà e vicinanza”, ma anche una dura
riflessione. “La violenza alla
natura alla fine si ritorce contro l’uomo stesso, causando conseguenze devastanti”, ha denunciato l’arcivescovo per il
quale “la tragedia, ancora una
volta abbattutasi sulle stesse
zone di due anni fa, interpella
la coscienza e il senso di responsabilità di ciascuno nel custodire la natura, dono prezioso
creato da Dio e autentico bene
per l’uomo, il quale però sovente la stravolge per la ricerca di
effimeri progressi”. “Del resto –
ha osservato – eravamo in qualche modo in allerta, visto che si
tratta di un territorio che notoriamente necessita di una messa in sicurezza”. Ma, “dinanzi
al dolore e alla sofferenza di
tanti nostri fratelli colpiti dal
tragico nubifragio”, “l’intera
Chiesa diocesana si china sulle
loro sofferenze e si pone accanto
a ciascuno di essi”. Mons.
Calogero La Piana esorta tutte
le comunità ecclesiali a “stringersi attorno a quanti sono nella prova e nella sofferenza”. Perché la tragedia deve “spingere
alla solidarietà affettuosa, al farsi carico delle altrui sofferenze
per alleviarne il peso e al comune senso di appartenenza civile
ed ecclesiale, possa contraddistinguere il servizio offerto”.
La macchina della carità.
“Un’armonica e appassionata
sinergia guida la mobilitazione
di tutti nella tragedia che ci ha
colpiti”. Mons. Giacinto Tavilla, che ha accompagnato l’ar-
civescovo nelle zone colpite, ha
spiegato che “questo drammatico evento ancora una volta ha
mosso la grande macchina della carità con le forze dell’ordine, la Protezione civile, i volontari” e tutti coloro che “si sono
adoperati per soccorrere, incoraggiare, mettendo anche a repentaglio la propria vita”.
Mons. Tavilla ha rivolto un “appello alla generosità dei giovani delle aggregazioni diocesane,
affinché nei prossimi giorni, superati gli attuali delicati interventi curati dal personale
esperto, possano offrire il loro
servizio, mettendosi a disposizione della Protezione Civile
locale”. Questa è l’ora del dolore e della solidarietà; verrà poi
l’ora in cui si dovranno accertare eventuali responsabilità
dell’uomo in quella che alcuni
definiscono una tragedia annunciata.
NOTA ECONOMICA
Troppe lentezze, e la ripresa sarà... lenta!
I
n articoli precedenti ho posto in evidenza come nel
mondo moderno il “dramma” non è l’antireligione
attiva, ma l’irreligione, ossia la mancanza di sentimento
religioso e lo svilimento della
fede e ancor più il relativismo
professato, a volte inconsciamente, da molti cristiani. Questi ultimi pare non abbiano
compreso che “il cristiano vive
in un mondo non-cristiano, pertanto deve essere capace di sostenere la sua fede da se stesso” e che “la redenzione non è
solamente salvezza eterna, ma
trasformazione della vita presente e anche di tutta la creazione: nuovi cieli e nuova terra” (J. Leclercq, Il senso della
Storia).
Una parte di cattolici italiani ha, di fatto, accettato l’idea
che l’umanità è entrata in un’era nuova, nella quale la religione è semplicemente un insieme
di riti, di apparenze, di cultualità, ma nulla più, ovvero è priva di sostanza. Molti di essi, che
operano nell’ambito politico,
economico e sociale, dimenticano che “la vita cristiana è orientata verso la conquista” e che
la sua prospettiva è rappresentata “dalla trasformazione radicale della vita di quaggiù”,
cosicché dedicano attenzione ai
“tempi brevi” e ignorano irresponsabilmente i tempi lunghi.
Non mi soffermerò sulle finalità evangeliche della Chiesa,
ossia sulla sua missione salvifica, bensì sulla testimonianza
che i cristiani dovrebbero dare,
attraverso il loro operare quotidiano. Insomma dovrebbero
perseguire progetti a tempo
lungo, mirati sia all’edificazione di un’economia attenta allo
sviluppo, ai valori di giustizia
e tutela degli equilibri ecologici, nonché a modelli statuali interessati al conseguimento del
bene comune. Non si perseguono ideali di giustizia sociale e
di sviluppo economico e non si
sentono impegnati a progettare né la soluzione dei problemi
che oggi gravano sulle classi
meno abbienti, né di quelli che
coinvolgeranno, nel prossimo
futuro, le nuove generazioni.
I politici, nella loro maggioranza, si occupano d’altro: cosa
fare, cosa promettere, quali tasti della demagogia o della diffamazione premere, per garantirsi l’elezione, o per ottenere
posti nei Consigli di Amministrazione degli Enti pubblici,
delle Banche e delle Aziende
controllate dallo Stato? La virtù non brilla manco fra gli impegnati nelle attività imprenditoriali e finanziarie. In detti
ambienti i più si chiedono quali alleanze stringere, per ottenere finanziamenti, appalti,
contributi e sostegni fiscali. Il
mondo dell’imprenditoria e della finanza è pragmatico, sovente cinico, quindi è portato a domandarsi se la “regola”, in caso
di truffa, falso in bilancio, bancarotta fraudolenta, sia sempre
la stessa: prendi i soldi, nascondili, indi scappa prima che sia
troppo tardi. Non intendo fare
del buonismo dozzinale e manco riferirmi ai singoli operatori
economici e finanziari, o ai politici. Mi riferisco alla pseudocultura relativista che ha cancellato il confine fra bene e
male, giusto e ingiusto, morale
e immorale. Di conseguenza ha
portato a fenomeni di disonestà
e degrado, che giustificano le
carenze di una progettualità
incapace di “tempi lunghi”, che
si è arresa agli interessi meschini e di corto respiro.
Chiarisco il concetto prendendo ad esempio i banchieri statunitensi e la loro mancanza di
etica. Utilizzano gli utili trimestrali, realizzati grazie agli aiuti di Stato e ai meccanismi di
protezione - costituzione portafogli titoli tossici, dei quali si fa
carico il Tesoro, garanzie pubbliche su transazioni e così via
- per presentare conti in apparente equilibrio. Potrei continuare dicendo che a simili
marchingegni si ricorre, a volte, anche in Italia. Non servirebbe a nulla, quindi mi limito
a sottolineare che le misure
dianzi elencate sono state ideate per puntellare un sistema
finanziario ed economico, che
rischiava di svanire nel nulla e
non certo per riempire le casse
delle Banche, o aumentare il
valore dei Bonus.
Tutti questi avvenimenti pongono in evidenza le contraddizioni e le carenze del capitalismo. Alla luce di quanto richiamato diviene ragionevole sostenere che i singoli Stati dovrebbero, con urgenza, analizzare le
condizioni di salute e le prospettive dei loro mercati interni,
nonché di quelli internazionali. La crisi pare in via di superamento, le Borse anche se in
maniera altalenante sono in
crescita, quindi è giunto il momento di passare dalla fase della regolamentazione delle attività finanziarie ed economiche
a quella del rilancio dell’economia.
Mi duole dire che il governo
italiano non si è mosso, con rapidità e rigore, nel definire le
regole e i meccanismi di controllo dei mercati finanziari e di
quelli dell’economia reale, quindi la ripresa economica, in Italia, sarà più lenta e incerta.
Debbo inoltre aggiungere che la
ripresa del semestre, peraltro
modesta, non creerà nuovi posti di lavoro, ma si assisterà alla
crescita di disoccupazione. Molte piccole e medie aziende stan-
no riducendo o cessando l’attività e, nel contempo, non si
aprono occasioni di investimenti nei settori innovativi. Il motivo è presto detto: il nostro è
un Paese nel quale la burocrazia è disincentivante, il fisco
soffocante e con risvolti malandrini, la giustizia di lentezza
esasperante, la scioperomania
un rito inconcludente e sovente dannoso, le infrastrutture
inadeguate, la malavita imperante, in molte zone del Paese.
Non sono fisime, presso il ministero dello Sviluppo economico i tavoli di crisi aziendali sono
circa 150 e comprendono aziende in crisi temporanea, aziende che hanno cessato o stanno
cessando l’attività e aziende che
propongono l’eliminazione di
uno o più stabilimenti.
I dati negativi che gravano
sul Paese sono molti e fra questi svettano il crollo delle entrate fiscali e l’aumento del debito
pubblico, salito a luglio a 1753,5
miliardi di euro. Il governo e
l’opposizione, per il momento,
non hanno dimostrato di essere in grado di presentare progetti e programmi idonei a sostenere la ripresa e a provvedere al salvataggio della finanza pubblica. I cattolici su detti
problemi sono assenti. Quadro
desolante, ma non da suicidio.
GIANNI MUNARINI
SOCIETÀ
P A G I N A
5
FATTIePROBLEMI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
EUROPA L’UE DEVE ANCOR PIÙ CONQUISTARE STIMA E FIDUCIA
Dopo il «sì» dell’Irlanda
D
ue terzi degli elettori
irlandesi hanno detto
“sì” al Trattato di Lisbona, facendo tirare
un sospiro di sollievo
nelle sedi comunitarie di Bruxelles e Strasburgo. Il via libera del 2 ottobre alla “mini costituzione” fa dimenticare la
bocciatura del giugno 2008 con
la quale Dublino bloccò una serie di riforme ritenute necessarie per far funzionare l’Ue con
27 Stati aderenti e 500 milioni
di cittadini. Ora rimangono da
superare due ostacoli minori: i
presidenti di Polonia e Repubblica ceca, entrambi europerplessi, devono infatti apporre la
loro firma in calce al testo, affinché questo possa definitivamente essere ratificato ed entrare in vigore nei prossimi
mesi. La “pressione psicologica”
che tutta l’Europa sta esercitando su Varsavia e Praga dovrebbe essere sufficiente per
quest’ultimo passo formale.
L’esito negativo del primo referendum irlandese si poteva
ricondurre a uno scetticismo
dilagante verso l’Ue, sospettata di voler dettare le regole all’“isola verde” su materie di
stretta competenza nazionale
(vita, famiglia, fisco, neutralità
militare). Sciolte queste paure,
non rimaneva che una valutazione: le sfide del tempo presente non si affrontano da soli e l’Irlanda – come ogni altro paese
– può fare ben poco se rimane
isolata di fronte a problemi quali la crisi economica, la sicurezza internazionale, le migrazioni… Il populismo e il nazionalismo che avevano avuto partita vinta la prima volta, hanno
dovuto piegarsi alla concretez-
Ora rimangono
da superare due
ostacoli minori:
i presidenti
di Polonia e
Repubblica ceca,
entrambi
europerplessi,
devono infatti
apporre la loro
firma in calce
al testo,
affinché
questo possa
definitivamente
essere ratificato
ed entrare
in vigore
nei prossimi mesi
za e a una visione più ampia
delle relazioni internazionali,
dei mercati, delle nuove frontiere demografiche e culturali.
“Abbiamo compiuto un passo
decisivo per un’Irlanda più forte e anche per un’Europa più
forte”, ha affermato il premier
irlandese Brian Cowen, finalmente sorridente dopo mesi di
tensioni interne e di rapporti tesi
con il resto dell’Unione europea.
Quest’ultima può finalmente dar
corpo alle novità decise a Lisbona, a partire dalla nomina del
presidente “stabile” del Consiglio
Ue, punto di riferimento politico
comunitario e volto dei 27 sulla
scena mondiale.
Eppure… non è tutto bene ciò
che finisce bene. L’antieuropeismo resta forte nell’Europa di
oggi, non tanto per i limiti (pur
riconoscibili) del processo di in-
tegrazione, quanto per quella
sorta di neo-nazionalismo che
attraversa le società contemporanee, le quali si sentono minacciate dalla globalizzazione e
tendono a rifugiarsi in confini
ben definiti, siano essi politici,
culturali, economici, persino
religiosi. Temendo di perdere la
propria identità, si rischia di
impoverirla rifugiandosi in anguste fortezze nazionali o addirittura regionali, proprio in
un’epoca che certo richiede
identità solide, ma eguale capaci di confronto, di apertura e,
appunto, di integrazione. In
questo senso una Ue che funziona, sulla base di valori e
obiettivi condivisi, può essere
un antidoto, certo non l’unico,
alle paure collettive del terzo
millennio.
GIANNI BORSA
CORSIVO
di AGOSTINO CLERICI
MESSINA:
IL DRAMMA E
LA TRAGEDIA
«In cinque mesi ricostruiremo i quartieri distrutti»,
ma lassù «no, non ci si può
più stare, le abitazioni non
sono sicure». In queste due
affermazioni perentorie attribuite dai giornali al
presidente Silvio Berlusconi - sta tutto il dramma dell’alluvione messinese, e, insieme, la tragedia della politica italiana.
Il dramma è quello della
gente, che non vuole lasciare le proprie case. Invoca
sicurezza, ma vuole continuare a vivere sotto le frane, nell’alveo dei torrenti, in
zone a forte rischio idrogeologico. C’è ignoranza e c’è attaccamento alla propria terra in questa ostinazione,
che è spesso la madre più
prolifica delle tragedie più
luttuose nel nostro Paese.
La gente che protesta per la
politica assente è la stessa
che disattende puntualmente e indiscriminatamente le
ordinanze comunali ed i piani di emergenza della Protezione Civile. Naturalmente,
questa non è una giustifica-
zione per l’assenza amministrativa e per l’incapacità
cronica a far valere le decisioni prese. Ma, certamente, deve crescere nella nostra Italia la cultura del territorio e la fiducia della gente nei confronti di chi la terra con i suoi segreti e le sue
regole la conosce bene. Invece, prevalgono egoismi e
sospetti, e interessi economici o speculazioni edilizie
mettono spesso a tacere le
oculate valutazioni dei tecnici e degli scienziati. Certo, dovremmo pronunciare
anche la parola «mafia», con
il disprezzo della vita che la
caratterizza. A patto di non
confinarla ad episodio siciliano. Ci sono mafie potenti
anche al nord, e il malaffare
purtroppo non ha latitudini insuperabili...
Ciò che mi fa più arrabbiare in questi casi è il ricorso - soprattutto sulle pagine dei giornali - alla favoletta della «natura cattiva».
La natura non è né buona
né cattiva, almeno in quel
senso morale con cui utilizziamo questi termini. La
montagna non uccide nessuno, le frane non sono cazzotti piantati nello stomaco
della povera gente da una
natura resa livida da chissà quale rabbia ancestrale.
Questo modo di ragionare purtroppo reso ancora più
familiare dal ritorno di panteismi new age e dalla facilità con cui si osanna una
sorta di energia divina che
scorrerebbe nella materia non contribuisce ad educare la gente. Anzi, immette
una vena di fatalismo, che
gioca inutilmente a mettere sul banco degli imputati
una natura che, così pensata, non esiste e, quindi, non
è responsabile di nulla.
E qui sul dramma della
gente s’innesta la tragedia
della politica. Le promesse
sono facili da fare e difficili
da mantenere, soprattutto
quando bisogna dettare anche le regole, in questo caso
di una corretta ricostruzione. Da subito bisogna dire
chiaramente alla gente che
lì dove sono state portate
via dal fango, le case non devono più essere ricostruite.
Ma simili discorsi possono
essere scomodi, se incrociano la pervicace ignoranza sia inteso nel senso più benevolo - del cittadino, che guarda un po’ - è anche elettore... Perciò, le alluvioni, a
volte, tornano!
Il silenzio
e la parola
I
l linguaggio - è stato detto
- è l’arma più potente dell’arsenale dei despoti e dei
demagoghi. Fosse anche
vero, è altrettanto argomentabile che è difficile inventare slogan che abbiano presa su menti educate all’analisi critica del linguaggio. Perché l’uomo possa diventare
critico ed essere in grado di
smascherare chi lo vuole ingannare con le parole, deve fare in un certo senso - un passo
indietro. Egli deve recuperare
la dimensione del silenzio che
sta all’origine della parola.
E’ vero: viviamo in tempi nei
quali i momenti o gli spazi di
silenzio si sono fatti sempre più
rari. Il venir meno del silenzio
ha fatto sì che anche la nostra
capacità di ascolto finisse con
l’atrofizzarsi progressivamente. Uno degli aspetti più sconcertanti di questo mondo odierno –scrive T. Caldwell- è che
non ci si ascolta a vicenda: “Se
siete malato o anche morente,
nessuno vi ascolta. Se siete spaventato o sgomento o sperduto
o privo di tutto, o solo, o infelice, nessuno vi ascolta realmente. Anche i sacerdoti hanno fretta e sono stanchi. Fanno quanto possono e lavorano incessantemente, ma il tempo ha assunto un carattere frammentario:
non sembra avere più alcun
contenuto. Nessuno ha tempo
di ascoltarvi, neppure quelli
che vi amano e che sarebbero
pronti a morire per voi”.
NESSUNO ASCOLTA
PIÙ NESSUNO
Ascoltare è fuori moda. E così
pure il silenzio. E lo spazio per
un ascolto autentico si riduce
al minimo. “Abbiamo perso la
misura delle cose –ha scritto
David Maria Turoldo- Siamo
esistenze senza contemplazione. Non abbiamo più nostalgia
e rimorsi. Non abbiamo più da
ritornare verso nessun paese. E
non sappiamo neppure che
cosa scoprire. Tutto è di eguale
importanza, e di nessuna importanza. Non abbiamo più il
dono del discernimento e della discrezione. Nessuno ascolta nessuno. Infatti, perché
ascoltare e chi?”.
Chi non sa tacere –ha detto R.
Guardini- fa della sua vita ciò
che farebbe chi volesse solo
espirare e non inspirare. Solo
a pensarci ci viene l’angoscia.
L’umanità di chi non tace mai
si dissolve.
L’uomo contemporaneo imparerà, dalla scuola del silenzio,
il rispetto per la parola, il rifiuto di atteggiamenti verbali
banali e irresponsabili, il disimpegno per un parlare degradato, vanamente loquace e
perennemente distratto. L’
ascolto è
uno strumento conoscitivo di
grande importanza
perché consente di essere aperti
nei confronti del prossimo e del
mondo. Colui che si
apre all’ascolto non
può essere
né arrogante né tracotante.
FUORI
dal
CORO
SILENZIO, ASCOLTO,
PAROLA
La disponibilità ad ascoltare
implica una totale assenza di
ostilità. Per odioso od eretico
che mi appaia il comportamento dell’altro, io debbo sempre
capirlo in funzione delle sue
ragioni, e non soltanto giudicarlo in funzioni delle ragioni
mie; e se le sue ragioni non mi
convincono e io credo di doverlo persuadere delle mie, non
potrò comunque pretendere
che egli pensi e agisca diversamente prima che ne sia persuaso.
Allora chi si dichiara disposto
ad ascoltare ammette –di fatto- che l’altro può avere cose da
comunicare e che possono arricchirlo. L’ascolto apre alla dimensione della fiducia e della
speranza. Il silenzio diventa
così la precondizione del parlare, la madre e non l’ancella
della parola.
E proprio in tempi di parole
senza scopo, quando ci serviamo di frasi fatte che hanno quasi smarrito il loro senso, quando si parla tanto per non dire
nulla, proprio in questi tempi
si comprende come il silenzio
sia generatore di pensiero e più
significativo delle tante parole
dette per non comunicare.
Anche in tante comunità cristiane, a volte, si avverte come
una stanchezza di fronte a parole che non comunicano più, a
proposte che parlano ma non
dicono, a progetti che ti piovono addosso e non ne comprendi il perché. Ad un recente convegno, ho udito una provocazione significativa: a quando una
pastorale del silenzio che sappia ri-significare un linguaggio
e un contenuto che sembrano
non comunicare più nulla? A
quando il tempo e i luoghi per
sedersi accanto all’uomo per
ascoltare la sua storia che nasce da un silenzio imposto a
volte dalle nostre teorie teologiche? Ascoltare.
ARCANGELO BAGNI
CONSIGLIO D’EUROPA: DIRITTI
DELL’INFANZIA E CAMBIAMENTO CLIMATICO
L’educazione ai diritti dell’infanzia; il diritto a essere protetti da
ogni forma di violenza; le attività del Consiglio d’Europa in tale
ambito: sono i temi principali della conferenza sui diritti dell’infanzia del 6-7 ottobre a Lubiana (Slovenia). L’incontro, promosso
dalla presidenza di turno del Comitato dei ministri CdE, ha in
agenda gli interventi del presidente dell’assemblea nazionale
slovena Pavel Gantar, del commissario ai diritti dell’uomo, Thomas
Hammarberg, del ministro degli esteri sloveno Samuel Zbogar e
del mediatore sloveno ai diritti umani Zdenka Cebašek Travnik.
La conferenza è stata aperta dall’intervento da un “rappresentante dei bambini”, Lea Bijol, che frequenta la scuola di Lubiana per
non udenti. Nel frattempo il Consiglio d’Europa annuncia l’ordine
del giorno della riunione del Congresso dei poteri locali e regionali, che si svolgerà nella sede di Strasburgo dal 13 al 15 ottobre. Al
centro delle discussioni figura “il ruolo dei responsabili politici”
territoriali “di fronte alla sfida mondiale del cambiamento climatico”. La riunione fa riferimento esplicito alla Conferenza Onu di
Copenaghen sullo stesso argomento che si terrà a dicembre.
P A G I N A
6
CHIESA
CHIESA LOCALE
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
del
VESCOVO
GIOVEDÌ 8
A Como, al mattino, consiglio episcopale; al pomeriggio, udienze e colloqui personali; a Como-Monteolimpino, in occasione della Madonna del Rosario e
nel decimo anniversario di
costruzione del nuovo oratorio, alle ore 20.30, recita
del S. Rosario e incontro con
la comunità sul tema dell’educare.
DA VENERDÌ 9
A DOMENICA 11
Visita pastorale in Valle Intelvi a: Castiglione, Cerano, Dizzasco Muronico.
LUNEDÌ 12
A Como, in Curia, Consiglio diocesano Affari Economici; nel pomeriggio e martedì a Rho, Conferenza
Episcopale Lombarda.
MERCOLEDÌ 14
A Como, Collegio dei Consultori; nel pomeriggio, udienze e colloqui personali;
a Como, in Cattedrale, alle
ore 21.00, presentazione
del libro “Splendida materia - l’arte nel Duomo di
Como”.
GIOVEDÌ 15
A Como, al mattino, Consiglio Episcopale; a Villa
Guardia, alle ore 15.00,
presso l’istituto dei padri
Somaschi celebrazione della S. Messa.
DA VENERDÌ 16
A DOMENICA 18
Visita pastorale in Valle
Intelvi a: Lanzo, Scaria,
Ramponio.
DALLA
Curia
NOMINE
In data 1 ottobre 2009
Don Fausto Sangiani è
nominato Cancelliere.
Madunina de Comm
I
n questi giorni è in arrivo
nelle case di tutti i sacerdoti della diocesi un libretto, edito dalla Elledici-Velar e curato da Vittorio Aramini , dedicato al “Santuario
Madonna del Prodigio – Tempio Sacrario degli Sport Nautici – Como”. È stato pubblicato
nella collana “I luoghi della
fede: santuari, chiese, abbazie”.
A spedire il testo, un’agile guida per far conoscere in tutta la
diocesi questa chiesa che domina la città di Como, è il rettore
del santuario e prevosto di
Garzola, don Maurizio Salvioni il quale raccomanda,
in caso di mancata ricezione, di avvertirlo personalmente del disguido.
Il santuario “Madonna del
Prodigio” sorge in una bella posizione panoramica sul lago di
Como, sulla via che porta a
Brunate, a Garzola. Inserito in
una cornice naturale di assoluta bellezza, è un luogo di incontro, di contemplazione e di
pre-ghiera: è un cenacolo spirituale per tutti ed è dedicato a
coloro che praticano discipline
nautiche. È un gioiello di architettura moderna, a forma esagonale allungata, cosi da assumere l’aspetto di una nave.
«Il nostro è un santuario giovane con una storia antica», riflette il rettore e prevosto della
parrocchia di Garzola don
Maurizio Salvioni. Il desiderio è che la città e la diocesi si
riapproprino di questa chiesa
(conosciuta, soprattutto, come
sacrario degli sport nautici)
anche nella sua dimensione di
santuario mariano. L’edificio fu
eretto fra il 1963 e il 1968, ma
le vicende che portarono alla
sua costruzione affondano le
radici in epoche ben più lontane. In essa è custodita l’effigie
della Madonna del Prodigio, un
dipinto di almeno cinque secoli
fa. Già il vescovo Alessandro
Macchi desiderava erigere sul
colle sopra Como un santuario
dove conservare l’effigie mariana, così da trasformare Garzola
in una sorta di “sacro monte”.
Pochi sanno che durante la Seconda Guerra Mondiale, il
presule, per salvare Como dai
bombardamenti, fece voto sia al
SS. Crocifisso sia alla Madonna del Prodigio. «Questo santuario – riflette il vescovo
monsignor Diego Coletti nell’introduzione del libretto sulla
storia del santuario appena
pubblicato – da quarant’anni,
veglia sulla città di Como. Nel
FISM, “TOTALE CONTRARIETA” PER IL TAGLIO
DEI FONDI ALLE PARITARIE DELL’INFANZIA
“Unanime e totale contrarietà” è stata espressa in una nota, dalla Federazione italiana scuole materne (Fism), per il taglio di 135
milioni di euro (su 535 milioni di contributo) dei fondi ministeriali
alle scuole paritarie dell’infanzia previsto nella finanziaria 2010.
A rischio, per la Fism, il servizio educativo per 500.000 bambini,
accolti nelle 8 mila scuole della Federazione, e posto di lavoro per
40.000 persone. Nella nota la Fism evidenzia anche che “il contributo ministeriale, peraltro, immutato dal 2001, consente allo Stato
un risparmio annuo di oltre 5,5 miliardi di euro e che in questo
modo continua ad essere violato il diritto costituzionale di libera
scelta educativa delle famiglie sulle quali si caricano così ulteriori aggravi economici in una situazione economico-sociale che esigerebbe l’esatto contrario. Si allontana, inoltre, quel processo di
effettiva parità scolastica su cui convergono le pubbliche prese di
posizione delle forze politiche in Parlamento, anche per completare la piena attuazione della Legge 62/2000”.
dicembre 2008, come a naturale completamento
della struttura, sul tetto del santuario garzolese
fu collocata la statua della Madonna che, in precedenza, svettava sulla cuspide della chiesa dell’ex seminario diocesano. Da subito, ricordando
altre effigi mariane note un po’ in tutta Italia, è
stata affettuosamente ribattezzata la “Madunina de Comm” ed è un punto di riferimento
– spirituale sicuramente, ma anche fisico, geografico – per la città e l’intera diocesi. Inaugurando
la statua espressi un augurio: che alzando gli occhi verso Garzola, verso la Madonnina, ci ricordassimo che Como e la sua diocesi vogliono essere una città e una Chiesa ospitale».
La guida è suddivisa in due parti: una storica,
interamente dedicata al santuario e alle vicende
che hanno portato alla sua costruzione; l’altra specifica sul sacrario degli sport nautici (compresa
la collezione di biologia marina). Tanti i personaggi legati a questa chiesa: beati, papi, cardinali, vescovi e parroci che hanno dato un contributo
forte e personale alla realizzazione della chiesa.
In fondo anche una breve scheda riassuntiva con
notizie utili, numeri di telefono, orari delle celebrazioni.
La guida è disponibile presso il santuario: per
qualsiasi informazione contattare il rettore don
Maurizio Salvioni allo 031-3100008; e-mail
[email protected].
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
AGENDA
UNA GUIDA DEL SANTUARIO DI GARZOLA
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Conoscere
papa Paolo VI
di MARIO BIFFI - V Teologia
IL
SEMINARIO
SI
RACCONTA
Io vivo in mezzo ad una immensa, splendida,
meravigliosa epifania di cose che esistono; le cose
del cielo, le cose della terra, le cose del mio mondo, scriveva papa Paolo VI durante un ritiro spirituale nel luglio del 1974, esultante per la bellezza della realtà di cui si sentiva circondato. È
possibile scoprire ancor oggi la medesima bellezza lasciandosi accompagnare dalle sue parole in quella che per lui fu la prima terra, il primo
e originario mondo: Brescia. Questo è quanto
hanno fatto i seminaristi della nostra diocesi, che
lo scorso 2 ottobre si sono recati in visita alla
città, condotti dalla guida esperta di don Andrea
Straffi e dalla compagnia dei superiori.
L’uscita è stata un’ottima occasione per inaugurare il nuovo anno di seminario e assieme
addentrarsi nell’anno sacerdotale celebrato da
tutta la Chiesa: sempre sulle orme di Paolo VI,
scelto come figura di riferimento sicuro per chi
si prepara, a Dio piacendo, alla via del sacerdozio. In particolare, il percorso è stato organizzato attorno ad alcuni luoghi significativi della zona
e della vicenda personale di questo cittadino illustre: la parrocchiale di Concesio, che conserva
il fonte in cui fu battezzato, e il Santuario delle
Grazie, dove celebrò la prima messa. Eccezionale, infine, la visita al monastero di S. Giulia, vero
scrigno di tesori di arte, storia e vissuto ecclesiale e di fede.
Il tutto fecondato da un ricorrere continuo delle
parole di Paolo VI, ripetute, meditate e pregate
in preparazione e durante la giornata.
E così la sua testimonianza instancabile del
primato assoluto e irrinunciabile di Dio, di un
Dio che deve rimanere centrale e ineludibile, si
accompagna all’immagine dell’imponenza
dirompente e vivace della famosa Croce di Desiderio, vista in S. Giulia: questa figura di unità
tra la maestà della croce preziosa e l’umiltà del
Cristo che vi è appeso attira letteralmente a sé,
esige di essere osservata, ammirata, gustata.
Nello stupore che lo stesso Montini prescriveva
come ricetta spirituale: Cerchiamo di avere l’occhio aperto, in modo da meravigliarci. La meraviglia! Vi raccomando, la meraviglia! Il medesimo stupore è stato suscitato durante la messa,
presieduta da mons. Valsecchi nel santuario cittadino delle Grazie, dalla semplicità dell’icona
della Natività lì custodita, alla quale lo stesso
papa era grandemente affezionato: la compostezza della Vergine, l’impressione di sobrietà, la
profonda umanità e tenerezza verso il Bambino
che le giace ai piedi annunciano l’alta considerazione che Montini ebbe della vita e della vocazione sacerdotale, ma anche la vera umiltà e partecipazione che sempre testimoniò nel realizzarla. Intimità spirituale con l’umanità, con il mondo. Intimità spirituale con Gesù. La testimonianza di Paolo VI e della grandezza del suo rapporto con Dio è sprone ad un impegno accresciuto
durante i mesi di seminario che verranno, nella
certezza franca e senza compromessi, com’era
nello stile di questo papa, che Dio non ci vuole
mediocri! Cristo vuole dei giganti al suo seguito!
CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
www.diocesidicomo.it
DAL NOSTRO SITO
DIOCESANO
a cura dell’Ufficio Diocesano
Comunicazioni Sociali
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P A G I N A
7
CHIESA
P A G I N A
8
OTTOBRE 2009
Apostolato
della preghiera
Intenzione generale: “Perché la domenica sia
vissuta come il giorno in cui i cristiani si riuniscono per celebrare il Signore risorto, partecipando alla mensa dell’Eucaristia”.
L’intima connessione tra la manifestazione del Risorto e
l’Eucaristia è adombrata dal Vangelo di Luca nella narrazione riguardante i due discepoli di Emmaus, ai quali
Cristo stesso si accompagnò, guidandoli alla comprensione della Parola e sedendosi infine a mensa con loro.
Essi lo riconobbero quando egli «prese il pane, disse la
benedizione, lo spezzò e lo diede loro» . I gesti di Gesù in
questo racconto sono i medesimi da lui compiuti nell’Ultima Cena, con la chiara allusione alla «frazione del pane»,
come è denominata l’Eucaristia nella prima generazione
cristiana. […]L’Eucaristia domenicale, tuttavia, con l’obbligo della presenza comunitaria e la speciale solennità
che la contraddistinguono proprio perché celebrata «nel
giorno in cui Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi
della sua vita immortale», manifesta con un’ulteriore enfasi la propria dimensione ecclesiale, ponendosi come
paradigmatica rispetto alle altre celebrazioni eucaristiche. Ogni comunità, radunando tutti i suoi membri per
la «frazione del pane», si sperimenta quale luogo in cui il
mistero della Chiesa concretamente si attua. Nella stessa celebrazione la comunità si apre alla comunione con
la Chiesa universale, implorando il Padre perché si ricordi «della Chiesa diffusa su tutta la terra», e la faccia
crescere, nell’unità di tutti i fedeli col Papa e coi Pastori
delle singole Chiese, fino alla perfezione dell’amore.
(Giovanni Paolo II, Dies Domini, nn. 33- 34)
Intenzione missionaria: “Perché tutto il Popolo di Dio, a cui è stato affidato da Cristo il
mandato di andare a predicare il Vangelo ad
ogni creatura, assuma con impegno la propria
responsabilità missionaria e la consideri come
il più alto servizio che può offrire all’umanità”.
È dunque un dovere impellente per tutti annunciare Cristo e il suo messaggio salvifico. “Guai a me – affermava
san Paolo – se non predicassi il Vangelo!” . Sulla via di
Damasco egli aveva sperimentato e compreso che la redenzione e la missione sono opera di Dio e del suo amore.
L’amore di Cristo lo portò a percorrere le strade dell’Impero Romano come araldo, apostolo, banditore, maestro
del Vangelo, del quale si proclamava “ambasciatore in
catene”. La carità divina lo rese “tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno”. Guardando all’esperienza di
san Paolo, comprendiamo che l’attività missionaria è risposta all’amore con cui Dio ci ama. Il suo amore ci redime e ci sprona verso la missio ad gentes; è l’energia spirituale capace di far crescere nella famiglia umana l’armonia, la giustizia, la comunione tra le persone, le razze
e i popoli, a cui tutti aspirano. È pertanto Dio, che è Amore, a condurre la Chiesa verso le frontiere dell’umanità e
a chiamare gli evangelizzatori ad abbeverarsi “a quella
prima originaria sorgente che è Gesù Cristo, dal cui cuore trafitto scaturisce l’amore di Dio”.
(Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata
Missionaria Mondiale 2008)
Intenzione dei Vescovi italiani: “La scuola e
l’università non esauriscano il loro compito nel
trasmettere conoscenze, ma promuovano la formazione integrale degli studenti”.
Nei tempi moderni si sono dischiuse nuove dimensioni
del sapere, che nell’università sono valorizzate soprattutto in due grandi ambiti: innanzitutto nelle scienze
naturali, che si sono sviluppate sulla base della connessione di sperimentazione e di presupposta razionalità
della materia; in secondo luogo, nelle scienze storiche e
umanistiche, in cui l’uomo, scrutando lo specchio della
sua storia e chiarendo le dimensioni della sua natura,
cerca di comprendere meglio se stesso. In questo sviluppo si è aperta all’umanità non solo una misura immensa
di sapere e di potere; sono cresciuti anche la conoscenza
e il riconoscimento dei diritti e della dignità dell’uomo, e
di questo possiamo solo essere grati. Ma il cammino dell’uomo non può mai dirsi completato e il pericolo della
caduta nella disumanità non è mai semplicemente scongiurato: come lo vediamo nel panorama della storia attuale! Il pericolo del mondo occidentale – per parlare solo
di questo – è oggi che l’uomo, proprio in considerazione
della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda davanti alla questione della verità. E ciò significa allo stesso tempo che la ragione, alla fine, si piega davanti alla
pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscerla come criterio ultimo. Detto dal punto di vista della struttura dell’università: esiste il pericolo che la filosofia, non sentendosi più capace del suo vero
compito, si degradi in positivismo; che la teologia col suo
messaggio rivolto alla ragione, venga confinata nella sfera
privata di un gruppo più o meno grande. Se però la ragione – sollecita della sua presunta purezza – diventa sorda
al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e
dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita.
(Benedetto XVI, Allocuzione per l’incontro con
L’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, 2008)
RUBRICHE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
PER LE PARROCCHIE
OTTOBRE 2009
98
Parola di vita
L’informatore
giuridico
n tema di contributi si porta a conoscenza due
interventi legati al FRISL. Il primo riguarda
gli oratori: sul BURL 4° Suppl. Straordinario al
n. 32 del 14.8.2009 è stata pubblicata la dgr n.
10043 del 7.8.2009 relativa alla scheda FRISL
interventi strutturali negli oratori lombardi.
Obiettivo dell’iniziativa è quella di promuovere iniziative a favore delle parrocchie mediante azioni
di sostegno e valorizzazione della funzione sociale
ed educativa svolta dagli oratori attraverso la realizzazione di nuove strutture a servizio delle attività degli oratori, compresi gli impianti tecnologici e
la ristrutturazione delle strutture esistenti, il
recupero conservativo, l’abbattimento delle barriere architettoniche e la messa a norma degli impianti, compresi gli impianti tecnologici.
Il contributo complessivo non può essere superiore
ad euro 300.000,00, né inferiore ad euro 70.000,00;
l’importo minimo di cofinanziamento è pari al 10%
del costo di realizzazione dell’intervento ed è un rimborso ventennale senza interessi.
Le parrocchie devono garantire la realizzazione dell’intervento mediante la sottoscrizione di un’apposita autocertificazione che attesti la disponibilità
delle risorse in autofinanziamento. Sono ammesse
spese relative a: costo dei lavori da appaltare compresi oneri per la sicurezza; costo allacciamento
utenze; IVA; spese tecniche massimo 10%, compresa IVA, sul totale dei lavori; imprevisti massimo
5%, compresa IVA, sul totale dei lavori.
L’istanza di finanziamento, firmata dal legale rappresentante dell’ente e corredata dai documenti
previsti, va indirizzata a: Regione Lombardia, D.G.
Famiglia e Solidarietà Sociale – U.O. Programmazione, via Pola 9/11 – 20124 Milano; può essere presentata direttamente al protocollo della D.G. Famiglia e Solidarietà Sociale, al protocollo generale
della Regione e agli sportelli del protocollo locale
federato oppure trasmessa tramite raccomandata
A/R a Regione Lombardia D.G. Famiglia e Solidarietà Sociale – U.O. Programmazione, via Pola 9/11
– 20124 Milano. Il termine per la presentazione delle domande è il 29.10.2009.
***
Il secondo riguarda gli edifici di culto: con dr
7.8.2009 n. 10043, pubblicata sul BURL 4° suppl.
Straordinario al n. 32 del 14.8.2009, è stata approvata la scheda FRISL “Tutela e valorizzazione degli edifici di culto e loro pertinenze”. L’iniziativa
mira a promuovere la riqualificazione degli edifici
di culto vincolati attraverso la realizzazione di interventi finalizzati al consolidamento statico, strutturale ed adeguamento impiantistico ed eliminazione delle barriere architettoniche.
Possono beneficiare del finanziamento:
Enti pubblici, enti ecclesiastici, enti privati, persone fisiche e giuridiche proprietarie dei beni perché fruibili pubblicamente.
È ammessa una sola domanda per beneficiario per
una o più tipologie di intervento. La quota di contributo prevede un rimborso ventennale senza applicazione di interessi fino ad un massimo del 90%
della spesa ammessa, quindi la quota di
autofinanziamento obbligatoria è pari almeno al
10%.
Può inoltre essere concessa una quota di contributo a fondo perduto:
• Fino ad un massimo del 50% del contributo ammesso per progetti ricadenti in piccoli comuni;
• fino ad un massimo del 25% per gli interventi
previsti da strumenti di programmazione negoziata regionali.
Sono ammesse le spese relative a: costo delle opere da realizzare (compresi oneri della sicurezza);
spese tecniche (IVA e contributi compresi) ed imprevisti, nella misura massima del 10% dell’importo dei lavori.
Sono ammissibili a finanziamento opere il cui costo complessivo non sia inferiore ad euro 50.000,00
e superiore ad euro 300.000,00.
Gli interventi devono perseguire almeno una delle
seguenti finalità:
• riqualificazione e valorizzazione del bene attraverso il consolidamento statico strutturale;
• adeguamento impiantistico alla normativa vigente;
• fruibilità dell’edificio di culto mediante l’eliminazione delle barriere architettoniche, presenti sia
all’interno che quelle che ostacolano l’accesso.
La domanda, corredata dai documenti previsti, va
presentata entro il 29.10.2009, presso il protocollo
generale di via Pirelli 12 o di via Taramelli 20 – Milano o presso le sedi regionali del protocollo federato
competenti per territorio indirizzandola alla D.G.
Casa e opere Pubbliche – U.O. Opere Pubbliche e
Welfare abitativo via Taramelli 12 – 20124 Milano.
I
rubrica mensile a cura di VITTORIO RUSCONI
di CHIARA LUBICH
«Con la vostra perseveranza salverete
le vostre anime» (Lc 21,19)
«
P
erseveranza”. E’ questa la traduzione
della parola originale greca, la quale però
è ricca di contenuto: include anche pazienza, costanza, resistenza, fiducia. La
perseveranza è necessaria e indispensabile quando si soffre, quando si è tentati, quando si
è portati allo scoraggiamento, quando si è allettati
dalle seduzioni del mondo, quando si è perseguitati.
Penso che anche tu ti sia trovato in almeno una di
queste circostanze ed abbia sperimentato che, senza perseveranza, avresti potuto soccombere. A volte forse hai ceduto. Ora magari, proprio in questo
momento, ti trovi immerso in qualcuna di queste
dolorose situazioni.
Ebbene, che fare?
Riprenditi, e… persevera.
Altrimenti il nome di “cristiano” non ti si addice.
Lo sai: chi vuol seguire Cristo deve prendere ogni
giorno la sua croce, deve amare, almeno con la volontà, il dolore. La vocazione cristiana è una vocazione alla perseveranza.
Paolo, l’Apostolo, mostra alla comunità la sua perseveranza come segno di autenticità cristiana.
E non teme di metterla sul piano dei miracoli.
Se si ama la croce poi e si persevera si potrà seguire
Cristo che è in Cielo e quindi salvarsi.
“Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”
Si possono distinguere due categorie di persone:
quelle che sentono l’invito ad essere veri cristiani,
ma quest’invito cade nelle loro anime come il seme
su una pietraia. Tanto entusiasmo, simile a fuoco di
paglia, e poi non rimane nulla.
Le seconde, invece, accolgono l’invito, come un buon
terreno accoglie il seme. E la vita cristiana germoglia, cresce, supera difficoltà, resiste alle bufere.
Queste hanno la perseveranza e… “con la vostra
perseveranza salverete le vostre anime”
Naturalmente, se vuoi perseverare non ti basterà
appoggiarti solo sulle tue forze.
Ti occorrerà l’aiuto di Dio.
Paolo chiama Dio: “Il Dio della perseveranza”(Rm
15,5).
E’ a Lui dunque che devi chiederla ed Egli te la darà.
Perché se sei cristiano non ti può bastare l’essere
stato battezzato o qualche sporadica pratica di culto e di carità. Ti occorrerà crescere come cristiano.
E ogni crescita, in campo spirituale, non può avvenire se non in mezzo alle prove, ai dolori, agli ostacoli, alle battaglie.
C’è chi sa perseverare per davvero: è colui che ama.
L’amore non vede ostacoli, non vede difficoltà, non
vede sacrifici. E la perseveranza è l’amore provato.
[…] Maria è la donna della perseveranza.
Chiedi a Dio che ti accenda nel cuore l’amore per
Lui; e la perseveranza, in tutte le difficoltà della
vita, ti verrà di conseguenza, e con essa avrai salvato l’anima tua.
“Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”
Ma c’è di più. La perseveranza è contagiosa. Chi è
perseverante incoraggia anche gli altri ad andare
fino in fondo.
[…] Puntiamo in alto. Abbiamo una sola vita e breve anche questa. Stringiamo i denti giorno dopo giorno, affrontiamo una difficoltà dietro l’altra per seguire Cristo… e salveremo le nostre anime.
Parola di vita , giugno 1979, pubblicata per intero in
Essere la Tua Parola. Chiara Lubich e cristiani di tutto il mondo, vol.
II, Città Nuova, Roma 1982, pp.25-28.
FAMILIARI DEL CLERO
Dopo la pausa estiva riprendono gli incontri di preghiera per i componenti dell’Associazione Familiari
del Clero. Il primo appuntamento del nuovo anno
sociale è per giovedì 15 ottobre prossimo presso il
centro pastorale “Cardinal Ferrari” di via Battisti 8,
dalle ore 14.30 fino alle ore 16.30 circa, con la
direzione spirituale di mons. Angelo Cattaneo. Con
l’occasione si raccoglieranno gli abbonamenti alla Rivista (euro 20,00) caldamente raccomandata dalla
presidenza nazionale per tenere unita e informata
l’intera Associazione. Verrà inoltre predisposta la programmazione coordinata delle attività relative all’anno in corso. Si auspica una larga partecipazione
di tutte le persone sensibili e generose che aiutano i
propri preti e le loro relative parrocchie.
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AP
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
LA VISITA PASTORALE NELLA MEDIA VALLE D’INTELVI
La visita
pastorale in
Valle
d’Intelvi è
proseguita
dal 2 al 4
ottobre
nelle
parrocchie
di S.Fedele,
Casasco,
Blessagno e
Pigra
IL VESCOVO A SAN FEDELE E NELLE
PICCOLE COMUNITA’ DELLA VALLE
posso costruire una vita. Vi
posso dire che l’unica risposta
è quella cristiana. Il gusto pieno della vita è spendere tutto
quello che sappiamo donando
a tutti la vera vita che deve
essere nutrita dalla comunione con Dio. Perché la vita è
fatta per essere donata gratis».
S. MESSA A CASASCO
i è aperta venerdì 2
ottobre nella memoria liturgica degli Angeli Custodi la visita
pastorale di mons.
Diego Coletti alle comunità
della Media Valle d’Intelvi:
San Fedele, Blessagno Pigra
e Casasco. Il vescovo è stato
accolto di prima mattina nella chiesa di San Fedele dove
al termine delle lodi ha incontrato il parroco don Paolo Barocco e, nel vicino oratorio, il
responsabile della pastorale
giovanile di tutta la Valle, don
Luciano Larghi.
S
È la comunità cristiana di
Casasco ad accogliere per la
celebrazione dell’Eucarestia il
vescovo, insieme al convisitatore, mons. Flavio Feroldi, e
a tutta la Comunità Apostolica. Una celebrazione semplice, animata dalla cantoria che
si sta costituendo tra le diverse parrocchie. Di fronte all’assemblea mons. Coletti ha sottolineato il ruolo della Comunità Apostolica, invitando le
comunità della Media Valle a
costituire “entro un anno” un
consiglio interparrocchiale.
La giornata si è conclusa con
una breve visita al nuovo spazio civico e alla sede degli alpini di Casasco.
Scuola materna di Schignano
VISITA ALLA R.S.A.
IL RONCO DI CASASCO
Il primo momento ufficiale
della giornata è stata la visita
alla residenza sanitaria il
Ronco a Casasco, dove il vescovo è stato accolto dal direttore sanitario, Walter Sgroni,
dal sindaco, Ettore Puricelli,
e dal parroco di Argegno e
Schignano, don Renzo Gabuzzi, cappellano della struttura.
“Desidero solo sottolineare ha detto don Paolo Barocco,
nel suo saluto - come la sua
visita inizi con l’attenzione e
la delicatezza di un pastore
che volge il suo cuore a persone anziane che vivono il disagio di una salute precaria”.
Conferendo il sacramento dell’Unzione degli infermi il vescovo ha spiegato come “la sofferenza umana trovi il suo
perché solo contemplando
Gesù crocifisso e risorto”. «Vi
lascio come ricordo la preghiera preparata per la Visita Pastorale - ha detto il vescovo prima di lasciare la struttura - vi chiedo la carità di accompagnarmi per questi lunghi anni con la vostra preghiera e l’offerta delle vostre sofferenze». Prima di ripartire
con gli appuntamenti del pomeriggio il vescovo ha incontrato le donne che stanno preparando la chiesa per la cele-
SABATO 3 OTTOBRE
S. Messa a San Fedele
brazione della domenica.
INCONTRO CON LE
NUOVE GENERAZIONI
Nel pomeriggio mons. Diego Coletti ha fatto tappa alla
scuola dell’infanzia di San Fedele dove i bambini hanno recitato una poesia e consegnato un album con i loro disegni. L’incontro con le nuove
generazioni è proseguito all’asilo nido “L’Albero”. Alle
maestre e ai responsabili delle strutture ha ricordato: “Se
non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei
cieli”.
«È un momento di condivisione - ha continuato - perché
possa esserci un pensare comune sull’educare e sul crescere nella fede». Una tematica su cui il vescovo è tornato
durante l’incontro con i bambini delle scuole elementari
all’oratorio di San Fedele.
Un’occasione in cui mons. Diego Coletti non si è voluto sot-
trarre, come già altre volte,
alle domande e alla curiosità
dei più piccoli. A chi, come Alice, chiedeva qualche consiglio
per la propria vita, ha risposto di “fare di tutto per incontrare, conoscere, amare e seguire Gesù”. Ha poi ricordato
l’importanza di abituarsi a leggere il Vangelo, facendosi aiutare dagli adulti. Il pomeriggio è proseguito con i ragazzi
che il prossimo 9 maggio parteciperanno al Molo 14. “Cosa
sei al mondo a fare?” “Qual è
lo scopo della mia vita?” ha chiesto il vescovo, ricordando come “Il cristiano sia colui che
vive lasciando che lo Spirito
Santo conformi la sua vita con
Gesù”. Un concetto ripreso
anche di fronte ai giovani con
cui ha cenato. «Siamo immersi in una vita molto centrifugata e piena di impegni - ha
spiegato il vescovo - ma tutto
questo che senso ha? Se basta un niente per azzerarla?
Qual è il fondamento su cui
Sabato 3 ottobre è stato, invece, il giorno delle piccole comunità. Di buon mattino il
vescovo è andato a Blessagno,
“una piccola comunità” ma bisognosa di incoraggiamento.
Così la definisce don Paolo nel
suo saluto sul sagrato della
chiesa parrocchiale insieme al
sindaco. “Qui non ci sarà la celebrazione della S. Messa - ha
spiegato don Paolo -, ma il vescovo vuole portare ugualmente l’amore di Gesù”. Dopo
la celebrazioni delle Lodi il vescovo ha fatto visita a tre malati.
VISITA AD ERBONNE
A mezzogiorno l’arrivo ad
Erbonne, nel comune di San
Fedele, che, con i suoi undici
abitanti rappresenta la comunità più piccola della Valle. È
Don Paolo che ricorda la generosità di queste persone che
si dedicano con tenacia al
mantenimento di questo “piccolo mondo antico”. Dopo aver
benedetto il trentesimo anniversario di nozze di una coppia, il vescovo ha impartito la
benedizione apostolica agli abitanti che si sono stretti sull’altare intorno al loro pastore. Questo giorno, come tanti
altri in Valle Intelvi, è il giorno delle famiglie riunite, piccole Comunità che si ritrovano per ringraziare e lodare il
Signore per il dono della fede
ed essere così testimoni credibili del Signore risorto.
INCONTRO CON LE
RELIGIOSE DELLA VALLE
Visita a “Il Ronco”
Il cuore del pomeriggio è
stato l’incontro con tutte le religiose della Valle radunatesi
a San Fedele. A loro ha rivolto queste parole: «Dovete essere fari trasparenti di come
ci si vuole bene, essere specialiste dell’amore fraterno.
Ciò significa non avere facili
simpatie, ma considerare gli
altri superiori a se stessi. Provate a rileggere il Vangelo facendo attenzione alla figura
delle donne: ci sono tante indicazioni sul fatto che Gesù sia
sempre stato accompagnato
da donne le quali hanno accompagnato anche la nascita
della Chiesa. Questa Chiesa
ha bisogno di essere riscoperta. Voi siete il sale della
Chiesa della Valle Intelvi».
SANTA MESSA A PIGRA
Il pomeriggio si è concluso
con la celebrazione della S.
Messa a Pigra, nella chiesa
parrocchiale di Santa Margherita, alla presenza di numerosi fedeli, del sindaco, della
Confraternita e delle associazioni del paese. Durante la celebrazione è stata ricordata, la
figura di don Elio Romanò, parroco di Pigra negli anni 50 e
grande sacerdote della nostra
chiesa diocesana. La giornata
si è conclusa in serata con la
recita del rosario nella chiesa
di Fatima a San Fedele, seguita dal concerto del coro “Pieve
d’Isola”.
DOMENICA 4 OTTOBRE
L’incontro con le comunità
provenienti da India, Perù e
Filippine ha aperto la giornata di domenica 4 ottobre. «Siamo una famiglia nel rispetto
delle tradizioni quindi grazie,
non solo per quello che voi fate
ma per quello che siete - ha
esordito il vescovo che ha
aggiunto -. L’identità di un popolo non è congelata e la cultura Italiana può diventare
ricca grazie anche a voi. Non
siate un gruppo a parte ma
crescete i figli insieme alla comunità che vi accoglie senza
perdere le vostre radici. In
questo mondo fatto di gente
che continuamente si sposta
da un continente all’altro c’è
il rischio di perdere la propria
identità ed è importante che
siate molto uniti e vicini a
questa comunità. La diversità è una ricchezza: se usassimo le diversità per scambiarci doni diventeremmo un popolo unito. Il cristianesimo ha
questa concezione, a differenza delle altre religioni, infatti
accoglie tutti in un abbraccio
fraterno». Per questo, ha concluso, «amate la vostra terra
e amate la nostra». La risposta a questo invito è stata immediata. Una donna indiana si fa portavoce di tutti:
“Grazie don Paolo per averci
aiutato ad inserirci in questa
comunità, ci fai sentire a casa”.
La Visita Pastorale si è conclusa con la celebrazione della S. Messa domenicale in occasione della festa patronale
della Madonna del Rosario.
Una celebrazione unitaria che
ha radunato nella chiesa di
San Fedele tutte le comunità
della Media Valle. C’era commozione nel cuore del vescovo, ma anche nel cuore del
pastore che guida queste comunità, don Paolo, che all’inizio della celebrazione ha ringraziato il vescovo per “averci spronato a continuare in
questo lungo cammino di conversione”. È la tradizionale
processione della Madonna
per le vie di San Fedele a concludere questa tre giorni. Un
vescovo commosso, un parroco commosso, un popolo commosso; è tempo di partire per
strade nuove sulla via maestra del Vangelo.
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
L’INVITO DEI VESCOVI AI SINDACI DELLA VALLE
A San Fedele
il Vescovo ha
incontrato gli
amministratori
dei comuni
della Valle.
Un’occasione
per riflettere
insieme
partendo
dall’enciclica
“Caritas in
Veritate”
LAVORIAMO INSIEME
PER IL BENE COMUNE
Da pochi minuti il Vescovo ha lasciato la Media Valle. Una sua prima impressione a caldo?
Già da venerdì mi risuonava sommessa nel cuore
un versetto della prima lettera di Pietro. Ora è una
certezza: “Un tempo voi eravate non-popolo ora invece siete popolo di Dio” (1Pt
2,10).
Sempre a caldo, come
pensa di orientare la pastorale in Valle in qualità di
vicario foraneo?
I
n un mondo in cui le città continuano ad ingrandirsi mentre le campagne e le montagne si spopolano, la vita delle comunità della Valle d’Intelvi,ci
invitano a riscoprire il valore
della prossimità. È da questa
riflessione che mons. Coletti
è partito nel suo intervento di
fronte agli amministratori
della Valle riuniti, sabato 3 ottobre, nella sala della Comunità Montana di San Fedele.
Un momento fortemente voluto dal Vescovo per “guardarsi negli occhi e, ognuno con le
proprie competenze, provare
a camminare” verso quella
concezione di bene comune più
volte richiamata da papa
Bendetto XVI nella sua ultima enciclica, Caritas in Veritate.
«Il bene comune - ha dichiarato - è un valore grande che
comporta un aspetto problematico: la prossimità. Voi siete amministratori di comuni-
INTERVISTA A DON
PAOLO BAROCCO
AL TERMINE DELLA
VISITA PASTORALE
Fotoservizio Andrea Priori
tà umane che conservano questo valore. È solo da 30 anni
che la maggior parte delle persone vive nelle megalopoli:
potete immaginarvi cosa vuol
dire vivere in questi condomini dove non si sa come si chiama il vicino e si è nessuno per
nessuno. La vocazione sociale della Valle può essere chiamata a testimoniare la pros-
Il Vescovo a Erbonne
simità e dove non c’è prossimità c’è depressione, con reazioni a catena».
Nel suo intervento mons.
Coletti ha citato il libro “La
morte del prossimo” dove si
afferma che stiamo inaugurando l’epoca post-umana nella quale il rischio è che tutto
diventi possibile.
«Lo stile democratico - continua - è la forma migliore di
servire il territorio, ma c’è il
pericolo che diventi non motivato. Mi sembra giusto condividere con uomini e donne
qualche assunzione di responsabilità. Il compito di responsabilità, per quanto riguarda
i cristiani, diventa sempre più
bello per una prossimità come
impegno».
Da qui il richiamo all’enciclica del Papa dove si ribadisce come “lo sviluppo deve essere buono e intelligente nell’integralità”.
«Solo con il buonismo facciamo dei guasti - ha continuato
il Vescovo - perché non bastano le intenzioni buone per fare del bene. Spero che condividiate la lettera di Sant’Ab-
bondio. Come mi piacerebbe
fare il sindaco leggendo l’Enciclica. Se fate con passione
quello che fate, è bello. È giusto che la gente si aspetti da
voi un servizio disinteressato.
Come si fa a programmare
senza mettere dentro la civiltà delle persone le necessità
della gente? Questo è lo sviluppo integrale. Voi sapete
perché corre la voce sulla programmazione della pastorale
integrata: certamente le parrocchie rimangono tali».
Non poteva mancare un riferimento alla pastorale integrata e al lavoro delle comunità apostoliche.
«L’epoca di un prete per campanile è finita - ha spiegato non solo per la scarsità dei preti, ma per creare una mentalità diversa. In questo i sindaci possono aiutare, incominciando a dire: “Mi occupo della gente che vive in questo
territorio. Perché siamo fraternamente responsabili di
questo territorio ed è inaccettabile che ci siano isole felici
e isole di penuria”». Invocando la necessità di una crescita
È fondamentale un gioco
di squadra. Prima di tutto
fra noi sacerdoti e poi con i
nostri laici creare momenti di formazione perché siano gli stessi laici, in un
clima, di corresponsabilità
a creare comunità vive.
Aspetto comunque la fine
della Visita Pastorale in zona per potere con i sacerdoti e con l’aiuto dei superiori individuare su quali linee
orientare concretamente la
nostra pastorale.
Don Paolo, un gesto, un
immagine una parola che
possa riassumere questa
tre giorni?
È qualcosa di molto personale l’attenzione e l’amore con cui mons. Vescovo a
voluto portare la comunione alla mia mamma, anche
da qui: grazie eccellenza.
demografia per questa Valle il
vescovo ha espresso il suo auspicio per il rilancio delle vocazioni. Non solo al sacerdozio e alla vita religiosa, ma al
matrimonio e alla vita politica. Per farlo, secondo mons.
Coletti, è necessario lottare
contro i messaggi che spingono i giovani a perseguire solo
i propri interessi, vedendosi al
centro dell’universo. “L’esatto contrario del cristianesimo,
il cui fine è imparare ad amare come Gesù”.
PAGINE A CURA DELL’USVI
Mons. Coletti: “Le confraternite, dono prezioso da rilanciare”
Nel pomeriggio di domenica 4 ottobre, la prepositurale di San Fedele è gremita di confratelli e consorelle di tutta la Valle. È un confratello di San Fedele a
rivolgere il saluto a mons. Vescovo: “Grazie per averci riservato nella sua Visita
Pastorale un momento, se pur breve di dialogo, ascolto, e conoscenza reciproca.
I confratelli e le consorelle di questa terra sono persone semplici che amano la
parrocchia, che si danno da fare se c’è bisogno, che manifestano la loro fede sicuramente bisognosa di crescita e di approfondimento. Eccellenza ci aiuti ad essere all’altezza della nuova situazione, ci incoraggi, ci sproni, ci illumini per essere uomini e donne che, radicati nelle tradizioni, siano capaci di essere testimoni del Vangelo”. Parole a cui mons. Coletti ha prontament risposto: “Sono convinto che le confraternite siano un dono prezioso che va rilanciato perché non
vanno buttate via le cose tradizionali, ma vanno fatte rivivere. Il futuro delle
confraternite è far capire ai giovani che le tradizioni del passato hanno qualcosa
da dire oggi. Non è folclore ma deveno entrare nel cuore dei vostri figli. Le confraternite sono riconosciute come un grande valore e dobbiamo rilanciarle con
una presenza più creativa. In passato erano un tessuto di rapporti, condivisione,
cammino insieme. Speriamo che diventino sempre di più questo mantenendo le
diversità e che il ritrovarsi aumenti la fraternità. Una fraternità che possa
essere contagiosa senza chiusure. Mi piacerebbe poter raccogliere la documentazione della vostra storia, le caratteristiche delle vostre confraternite. Con voi
e per voi pregherò.
S. Mssa a Pigra
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
CONTINUA LA VISITA PASTORALE DI MONS. COLETTI
Dal 9 all’11
ottobre il
Vescovo
visiterà le
parrocchie
di Muronico,
Dizzasco,
Veglio,
Cerano e
Castiglione
IL VESCOVO NELLA
BASSA VALLE D’INTELVI
L
a zona pastorale da noi
denominata Bassa Valle, comprende le comunità di Muronico,
Dizzasco, Veglio, Cerano, Castiglione e sono guidate da don Giovanni Meroni.
Per capire fino in fondo il cammino delle nostre parrocchie
bisogna risalire all’anno 1999
quando l’arrivo di don Giovanni, coincide con un nuovo assetto geografico pastorale della Bassa Valle. A lui sono, infatti, affidate le comunità di
Muronico, Dizzasco, Veglio,
Cerano e Castiglione. Il primo
obiettivo di questo nuovo cammino è stato quello di far riacquistare l’identità di comunità unita in ogni parrocchia, a
seguito di un lungo periodo di
incertezza pastorale che ha
portato ad una vita di comunità molto fragile. Il secondo
desiderio è stato quello di impostare un percorso di unità
tra le varie comunità, soprattutto negli aspetti pastorali.
Un cammino unitario allargato nel 2004 con l’affidamento a don Giovanni della parrocchia di Castiglione. In questo passaggio si sono dovute
mettere fin dall’inizio le basi
per trovare un’integrazione
con la precedente unità pastorale. Questo “cammino d’insieme” è alimentato dalla consapevolezza che la comunione
è dono di Dio, ponendo così le
comunità in una nuova relazione tra loro. Ogni parrocchia
viene, infatti, valorizzata nella propria specificità e negli
aspetti giuridici e amministrativi, ma al tempo stesso si
pongono in rete le risorse umane, spirituali e pastorali di
IL PROGRAMMA
VENERDÌ 9
Ore 9.00 - 10.00 incontro
con don Giovanni in casa
parrocchiale a Cerano.
Ore 10 incontro con la
scuola dell’infanzia di Cerano.
Ore 10.15 celebrazione
dell’Eucaristia con le suore di Casa Betlem a Dizzasco, meditazione e rinnovo
dei voti.
Ore 11.15 visita alla Casa
di Riposo Sacro Cuore a
Dizzasco.
Ore 12.30 pranzo con i dirigenti e i responsabili delle Case di Riposo dell’Associazione “Il Focolare” di S.
Maria di Loreto a Dizzasco.
Ore 15.00 saluto ai bambini della scuola dell’infanzia a Castiglione.
Ore 15.30 visita ai malati delle varie comunità.
Ore 19.30 cena presso Casa Betlem.
Ore 21.00 presso Casa Betlem incontro con la Comunità Apostolica.
SABATO 10
ciascuna, realizzando progetti comuni.
Alla base della “pastorale integrata” che si vive nelle nostre comunità, è posta “la spiritualità di comunione” che
precede ogni idea concreta. Il
nostro percorso pastorale cerca di essere la dimostrazione
di un Amore grande e infinito
che ci guida a pensare il nostro agire da cristiani con sguardo unitario. Da un punto di
vista storico questo cammino
è facilitato dal ricordo del passato quando l’arcipretale di
Castiglione era la plebana, la
chiesa madre di tutti gli altri
paesi della Valle. È quindi un
tornare uniti a un centro nonostante si stia lavorando molto per attenuare i tanti personalismi fra i paesi. Il percorso intrapreso ha sempre avuto come basi idee chiare e
precise non solo dal punto di
vista pastorale ma anche sulle varie strutture delle nostre
comunità. Si è dovuto e si deve tuttora dedicare attenzione e tempo (grazie anche alla
disponibilità di tanti volontari che amano le proprie par-
rocchie) per renderle agibili e
a norma per il bene di tutti.
Finalmente dopo tanto lavoro si hanno delle strutture accoglienti che permettono una
maggiore attenzione ai ragazzi, ai giovani e alle famiglie.
Queste le motivazioni fondamentali che hanno portato
alla “passione per i mattoni e
il cemento”. Certo sono necessarie le idee, ma è fondamentale avere strutture che possano facilitare il ministero.
Per questo le comunità della
Bassa Valle hanno investito
forti somme di denaro per poter realizzare questo cammino, senza dimenticare la grande e costante generosità dimostrata. Segno tangibile che
vengono capiti i tanti lavori e
in quale direzione ci si muove perché tutto viene fatto
con chiarezza e trasparenza e
per il bene comune. Tanto è
stato fatto ma tanto è da fare,
come ad esempio il tetto dell’arcipretale di Castiglione che
necessita di un totale rifacimento o il restauro delle opere d’arte presenti nelle parrocchie. Per raggiungere tut-
ti questi obiettivi ogni comunità ha dovuto rinunciare a
qualcosa e fare qualche sacrificio in più. È ovvio che i risultati non sono stati raggiunti dall’oggi al domani. Con lentezze, ritardi, fermate, incomprensioni, slanci e entusiasmi
possiamo affermare di non essere arrivati, ma di essere incamminati sulla buona strada,
creando un certo stile di vita,
frutto di un lungo e serio cammino. Vengono messe in campo le energie di tutti coloro
che hanno deciso di vivere la
fede come una scelta, desiderosi di vivere l’amore a Cristo
nel servizio della parrocchia.
Un segnale positivo per il futuro, perché tutti sono coinvolti e partecipi alla vita di
una comunità cristiana unita
e dove nessuno si può sentire
escluso. Tanti doni ci ha fatto
il Signore in questi anni e tanti doni intende ancora farci
come comunità in cammino
che si impegna con i propri limiti e talenti “per essere migliori uomini e migliori cristiani”.
Ore 9.00 visite alle chiese delle cinque comunità
(alle ore 10.00 - 10.30 è previsto anche l’incontro con i
carabinieri della Stazione
di Castiglione).
Ore 11.15 incontro con le
Amministrazioni Comunali di Dizzasco, Cerano e Castiglione.
Ore 12.00 pranzo con gli
amministratori in oratorio
a Dizzasco.
Ore 15.30 incontro in oratorio a Castiglione con tutti i ragazzi delle elementari e delle medie.
Ore 16.45 Incontro con i
“giovani”. Celebrazione dell’Eucaristia in sant’Agata a
Castiglione.
Ore 18.00 In Oratorio a
Castiglione incontro con il
mondo del lavoro.
Ore 19.00 Cena presso le
Suore di casa Betlem a
Dizzasco.
Ore 21.00 Presso l’Oratorio di Dizzasco incontro
aperto a tutti i collaboratori e popolo di Dio
DOMENICA 11
Ore 10.30 Solenne Celebrazione Eucaristica a
Castiglione per tutte e cinque le comunità verrà amministrato un Battesimo.
Ore 12.00 Momento di
festa tutti insieme .
A CURA DELL’USVI
Iniziative e progetti “Per camminare insieme”
Il cammino di unità pastorale, portato avanti ormai da
alcuni anni, non senza fatiche e sforzi, nella Bassa Valle è testimoniato da azioni
concrete e progetti futuri.
Tra questi vi è ad esempio
la volontà di celebrare insieme la liturgia della Settimana Santa: a Dizzasco la messa in Coena Domini (con la
presenza di tutti i bambini
della prima Comunione); l’azione liturgica del venerdì
santo a Cerano; la solenne
veglia pasquale a Castiglione. Anche le Quarant’ore e
la messa della prima comunione vengono vissute congiuntamente. L’unità pastorale trova poi applicazione in
diversi ambiti come la crea-
zione di un’unica corale e una
catechesi congiunta a Castiglione. Anche le tradizioni e
le ricorrenze, particolarmente care a questi paesi, vengono vissute cercando di rivitalizzarle come occasione di riflessione e catechesi che coinvolgano tutte le comunità.
Non mancano comuni iniziative di carità in collaborazione con i servizi sociali a favore dei disabili e famiglie in situazioni di povertà. È stato
creato anche un unico archivio interparrocchiale che ha
comportato un lungo lavoro di
raggruppamento e riordino.
Un percorso particolare che
sta dando i suoi frutti è quello
del notiziario parrocchiale
“Per camminare insieme”,
uno strumento d’informazione per tutte le comunità che
esce con 5 numeri all’anno e
che vede coinvolto un buon
gruppo di collaboratori. La redazione del notiziario è composta da circa venti persone
di tutte e cinque le comunità
che si riuniscono sotto la guida di don Giovanni.
È un grande impegno perché vede il convergere di tutte le Associazioni che operano sul territorio. A tutti è dato
spazio. In sede alla redazione
si discute dei problemi pastorali e delle scelte che si devono attuare. Sono incontri nei
quali non si decide cosa scrivere, ma il perché si scrive e i
contenuti dello scrivere. È da
lì che passono le scelte pasto-
rali in un cammino di condivisione che supplisce la mancanza di un consiglio pastorale. Tali riunioni vengono sempre pubblicizzate negli avvisi
parrocchiali in modo che chiunque possa parteciparvi.
Senza questo organo di informazione sarebbe impossibile gestire una situazione complessa, poiché vengono riportate tutte le scelte pastorali e
diventa un organo di confronto e di dialogo con tutti i parrocchiani praticanti e non
(raggiunge più di 1200 famiglie).
Altro modo per raggiungere tutte le persone è la benedizione alle famiglie che viene svolta da fine giugno a fine
agosto, ma anche la realizza-
zione di un calendario interparrocchiale, frutto di un lento cammino intercomunitario.
Un’altra esperienza importante è quella dell’oratorio
interparrocchiale con sede a
Castiglione, attivo dal 23 settembre 2007 frequentato da
tanti ragazzi e adulti. Lo stile di vita proposto in oratorio trova piena attuazione
nell’esperienza estiva al mare che vede coinvolti più di
settanta ragazzi al termine
della scuola. Senza dimenticare i pranzi comunitari a
Dizzasco, luogo e momento
di condivisione, le confessioni nelle chiese (a turno) ogni
sabato e la visita mensile agli
ammalati.
CHIESA
CHIESAMONDO
P A G I N A
12
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
IL MISSIONARIO È MORTO IN BANGLADESH LA MATTINA DEL 5 OTTOBRE
A DIO PADRE GIOVANNI ABBIATI
L
a mattina del 5 ottobre
2009 in un incidente
stradale sulla strada
tra Sava e Dhaka in
Bangladesh è morto il
padre Giovanni Abbiati dei
Missionari Saveriani. Aveva 61
anni, essendo nato a Chiuro in
Valtellina il 30 aprile 1948. Le
notizie sono ancora frammentarie, ma sembra certo che il padre fosse a bordo della sua macchina e stesse dirigendosi a
Dhaka, quando, improvvisamente, si è trovato la strada
sbarrata da un camion che procedeva contro mano sulla sua
stessa carreggiata. L’impatto è
stato fatale a p. Giovanni che è
morto prima di raggiungere l’ospedale, mentre è rimasta indenne, per quanto profondamente scossa, una sua collaboratrice che si trovava sul sedile
accanto. Padre Giovanni Abbiati era entrato tra i Missionari
Saveriani nel 1965, alla fine del
ginnasio, che aveva frequentato nel seminario diocesano di
Como. Dopo l’anno di noviziato, fece la prima professione il
3 ottobre 1966, seguì gli studi
liceali nella casa dei Missionari Saveriani a Tavernerio e gli
Originario della
parrocchia di Chiuro in
Valtellina il
missionario saveriano,
61enne, ha perso la
vita in un’incidente
stradale avvenuto nei
pressi della sua
missione.
Padre Giovanni,
ordinato sacerdote nel
1973, era in
Bangladesh dal 1975.
Evangelizzazione e
promozione umana
sono stati i pilastri del
suo apostolato.
Ecco il ricordo di un
suo confratello
Padre Giovanni
Il Padre che accoglie nel suo
abbraccio coloro che hanno
annunciato il uso regno ai
confini della terra consoli il
nostro pianto e apra il nostro cuore alla speranza
di PADRE GABRIELE FERRARI s.x.
studi filosofici e teologici nella
Casa saveriana di Parma. Emise la professione perpetua a
Parma nel 1972. Sempre a Parma, il 30 settembre 1973 fu ordinato presbitero. Subito dopo
fu destinato alla missione del
Bangladesh, che da poco era
OTTOBRE MISSIONARIO
TRACCIA PER LA PREGHIERA PERSONALE
La terza settimana (11-17 ottobre) è dedicata al tema della responsabilità. La responsabilità di una risposta d’amore a cui siamo chiamati in risposta alla misericordi di Dio da cui tutti siamo
ivestiti.
Preghiera del mattino e della sera
Intenzioni
Domenica: Perché l’eucarestia che oggi celebriamo, ricordi alla nostra comunità parrocchiale il peso della responsabilità dell’annuncio missionario.
Lunedì: Perché i genitori avvertano la responsabilità di educare i
propri figli all’attenzione verso i bisogni materiali e spirituali di
tutto il mondo.
Martedì: perché la grave responsabilità che comporta l’annuncio
in Paesi diversi dal proprio, non diminuisca la gioia di coloro che
vivono la missione in terre lontane.
Mercoledì: Perché ogni Chiesa locale, primo soggetto di missione,
senta la responsabilità di formare ed inviare vocazioni missionarie.
Giovedì: Per tutti i sacerdoti, perché vivano responsabilmente il
proprio ministero a servizio della missione della Chiesa.
Venerdì: Perché tutti ci sentiamo in parte responsabili della sofferenza che è presente nel mondo e, per questo, ci sentiamo in dovere
di alleviarla.
Sabato: Perché le giovani generazioni trovino comunità cristiane
responsabili e capaci di essere un sicuro sostegno per il loro futuro.
Preghiera dei pasti
Grazie, Signore, per questo cibo che stiamo per prendere. dacci la
forza necessaria per testimoniare conr esponsabilità la gioia del
Vangelo. Amen.
Il centro missionario e tutta la comunità diocesana
esprimono la loro vicinanza a don Francesco Abbiati
e ai famigliari per l’improvvisa morte del fratello
uscita dalla guerra d’indipendenza e aveva bisogno di nuove
forze. Rimase in quella missione dal 1975 fino ad oggi, ad eccezione di tre anni passati in
Italia dal 1983 al 1985 nella comunità dei Missionari Saveriani di Cremona incaricato
della animazione missionaria e
di un anno di aggiornamento
presso l’Università Gregoriana
di Roma (2003-2004). Dopo un
primo periodo di attività pastorale nella parrocchia di Bhabarpara, convinto che l’evangelizzazione deve essere accompagnata anche dalla promozione
umana, cominciò una serie di
cooperative di aiuto e sostegno
per le donne della parrocchia
affidatagli, attività che estese
poi alla diocesi di Khulna e non
solo. Grazie alla sua capacità
organizzativa, p. Giovani aveva trovato uno sbocco commerciale ai prodotti artigianali delle cooperative e questo gli aveva permesso di moltiplicarle. In
tempi più recenti aveva aperto
a Sonadanga anche una casa
per i ragazzi di strada della città di Khulna, la “Street Children House”, dove egli stesso
risiedeva. La morte l’ha sorpreso nel pieno delle sue attività,
lasciando sgomenti per una fine
così improvvisa e tragica coloro che lo conoscevano in Bangladesh e anche qui nella sua
regione natale.
CONCLUSO A COMO IL CAMMINO IN VISTA DEL SINODO AFRICANO
PER CAMMINARE INSIEME
I
l significato della parola
“Sinodo” è: “camminare insieme”. A Roma, dal 4 ottobre al 25, la Chiesa dell’Africa, nei suoi rappresentanti vescovi, celebrerà il
secondo sinodo, a 15 anni dal
precedente, per guardare insieme, presente anche il papa, alla
storia, ai problemi dell’Africa e
al percorso che la Chiesa di quel
continente è chiamata a fare
insieme, alla sequela di Cristo,
al servizio della riconciliazione,
di giustizia e di pace di cui c’è
urgente bisogno in Africa.
Amminare insieme: questa in
sintesi è stata l’esperienza vissuta in questi mesi, prima, da
un gruppo di persone provenienti da diverse parti dell’Africa e da diverse parti della diocesi di Como, che nelle domeniche calde di agosto e settembre,
si sono date appuntamento, per
preparare e proporre alcuni
momenti significativi di animazione per la nostra diocesi per
Tre gli incontri di
riflessione e
approfondimento
organizzati a Como
culminati con la
celbrazione della
messa nella chiesa di
s.Rocco. Un’occasione
di condivisione con la
comunità africana che
continuerà il cammino
intrapreso nelle
prossime settimane in
di PADRE MARIO FUGAZZA
richiamare attenzione a questo
evento del Sinodo, alla Ahiesa
africana e alla presenza di africani nella diocesi di Como.
Danzare e pregare insieme:
questa è stata l’esperienza vissuta a san Rocco, in occasione
della Messa celebrata per pre-
gare per questo evento. Ed è
stato un momento di scoperta
che l’espressività della fede della cultura africana può trovare
spazio nelle nostre liturgie,
sempre che noi sappiamo fare
spazio accogliente alla loro presenza in mezzo alle nostre parrocchie. Ascoltare l’Africa: è stato l’intenzione e l’atteggiamento di chi ha organizzato alcune
conferenze sulla realtà africana, D’altronde non si parla
spesso dell’Africa, non interessa se non come curiosità in casi
drammatici. E anche gli africani, che vivono e abitano nella
diocesi, non hanno voce e spazio significativi. Grazie a questo evento del Sinodo per l’Africa, si è avuto l’occasione di incontrarsi per familiarizzare e
condividere un tratto di strada.
Ascoltando insieme il suono del
tamburo che Gesù suona per
noi, una musica che ci invita a
danzare uniti come Chiesa
diocesana di Como. Un’esperienza da cui emerge un messaggio chiaro: l’invito a continuare a camminare insieme.
Sulla scia di questo entusiasmo
il gruppo nato durante la preparazione di questi incontri, formato da africani e non, si è dato
appuntamento il 18 ottobre,
alle 15, a San Rocco, per preparare il calendario di incontri
di questo nuovo cammino. Un
percorso che avrà bisogno anche di un luogo dove potersi incontrare come chiesto dalla
stessa comunità africana. Uno
spazio in cui continuare a danzare questo ballo nuovo, di
accolgienza e fraternità, dando
un caloroso benvenuto a chi arriva per la prima volta, dalle
terre lontane dell’Africa per vivere la fraternità in Cristo tra
noi, sulle sponde del lago.
P A G I N A
14
Como
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
UN’ASSOCIAZIONE A SERVIZIO DEL CITTADINO
I diritti del malato
vanno in Tribunale
renotando
un esame o
una visita
specialistica
in una struttura pubblica o privata
accreditata può capitare
di sentirsi dire che la lista d’attesa è bloccata e,
nell’ipotesi migliore, che
bisognerà riprovare il mese successivo o dopo alcune settimane. Questo non
è possibile, perché bloccare le liste d’attesa è illegale. Lo stabilisce una
legge del 2005 che vieta
alle Asl e alle Aziende Ospedaliere di sospendere
le attività di prenotazione delle prestazioni. Il paziente deve quindi pretendere che gli venga fissato
un appuntamento e che i
tempi di attesa siano in
linea con quanto previsto,
per quel tipo di prestazione, dalla Regione Lombardia. Se questo non avviene il paziente può segnalare il fatto alla Regione e, se la segnalazione viene confermata, l’ospedale o la Asl può subire sanzioni amministrative da
mille a seimila euro”.
Quella delle liste d’attesa
bloccate è solo uno dei casi arrivati negli ultimi
mesi al Tribunale del Malato della Provincia di Como. Una serie di sportelli informativi aperti sul
territorio da Cittadinanzattiva, un’associazione,
nata negli anni Settanta
con l’obiettivo di “garantire la tutela della salute
e dei diritti dei cittadini”
e presente in provincia di
Como dagli anni Novanta. A parlarci di questa realtà è Fernanda Donchi,
da anni volontaria dell’associazione e responsabile
degli sportelli del Tribunale del Malato delle sedi
P
“
Un caso fra i tanti di cui si occupa?
Le liste d’attesa bloccate per visite
specialistiche in strutture pubbliche
o private, una procedura illegale
stabilita da una legge del 2005
di MICHELE LUPPI
di Como, Mariano e Cantù. “La nostra associazione - ci spiega - ha iniziato
ad operare nel comasco
quando ancora esistevano
le Asl distaccate e puntava a garantire un monitoraggio sulle attività del
territorio nel tentativo di
evitare difformità nel servizio. Ora, invece, abbiamo concentrato gli sportelli nelle sedi principali
dell’Azienda Ospedaliera
S. Anna dove offriamo il
nostro supporto ai pazienti in termini di informazione, ma anche di presa in
carico di eventuali problemi e segnalazioni di disservizi o diritti negati. Per
quanto riguarda il caso
delle liste d’attesa, più
volte ravvisato anche da
noi, intervenendo presso
l’ospedale e regione siamo
riusciti a farle sbloccare”.
Nel 2008 sono state quasi trecento le segnalazioni
raccolte nei tre sportelli
del comasco. Il numero
maggiore, 106, riguarda
presunti errori nella pratica medica, ma vi sono
state anche trenta segnalazioni per le liste d’attesa, 36 per la mobilità sanitaria, 20 per le barriere architettoniche e 20
per l’assistenza domiciliare. “In tutti i casi - continua la responsabile - noi
verifichiamo le segnalazioni dei pazienti e nel caso si sia realmente verificata una violazione della
legge o dei diritti dei cit-
tadini interveniamo nelle sedi opportune: segnalando i problemi all’Azienda e poi, eventualmente, inoltrandole alla
Regione, o nei casi estremi rivolgendoci al Tribunale”. Tra le persone che
ogni anno si rivolgono agli
sportelli della provincia
di Como vi sono, infatti,
anche pazienti che portano la propria cartella clinica perché vogliono un
consulto sulle scelte applicate dai medici. “I documenti - continua Fernanda Donchi - vengono
mostrati ai medici dell’associazione e se vi sono irregolarità o casi di negligenza, chiediamo l’intervento a uno dei quattro
avvocati che collaborano
con noi. Prima di rivolgerci al Tribunale cerchiamo
però di invitare sempre il
paziente a risolvere la
questione con l’Azienda
Ospedaliera per via extragiudiziale. A meno che
non ci si trovi in presenza di un reato”. Proprio
per cercare, come recita lo
statuto, di “rimuovere situazioni di sofferenza
inutile e di ingiustizia”,
Cittadinanzattiva non si
limita a rilevare eventuali disservizi o irregolarità, ma è impegnata anche
nel campo della prevenzione e della sensibilizzazione. Nel 2008 sono stati organizzati nella provincia di Como 32 incontri pubblici e 24 manife-
PER SAPERNE DI PIÙ
Il Tribunale del Malato è senza dubbio la realtà più importante di Cittadinanzattiva che si occupa però anche di altri settori come i servizi di pubblica utilità dall’acqua ai trasporti, dalle scuole alla sicurezza.
Le sedi:
Como, S. Anna via Napoleona: lunedì, dalle 17 alle 18, e mercoledì,
dalle 10 alle 11. Telefono 031-5855657
Cantù, Ospedale di Circolo via Domea: venerdì dalle 16 alle 18. Telefono 031799432
Mariano Comense, Ospedale Felice Villa via Isonzo: lunedì dalle 16.30
alle 18.30. Telefono 031-755277
Ecco alcuni piccoli suggerimenti dal Tribunale del Malato
Il cittadino non deve avere paura nel fare domande al personale medico e
infermieristico. Dopo un ricovero richiedere alla dimissione la “cartella clinica” rivolgendosi in direzione sanitaria dell’ospedale in cui si è stati ricoverati. L’azienda ospedaliera entro dieci giorni deve rilasciarla al cittadino.
Termine previsto dalla legge regionale ’88 n.40.
E’ importante sapere che i famigliari dei pazienti di età superiore ai 65
anni sono autorizzati a trattenersi anche fuori dagli orari di visita.
Gli anziani ricoverati in ospedale non possono essere dimessi se non sono
guariti completamente o se sono molto avanti negli anni. I parenti del paziente possono presentare istanza al direttore dell’ospedale chiedendo che il
proprio congiunto non sia dimesso, specificando la patologia e l’impossibilità di prestagli a casa le cure necessarie. Dello stesso diritto usufruiscono
anziani cronici non autosufficienti.
stazioni, in cui sono state
affrontate diverse tematiche, come la promozione
dei medicinali generici, la
diffusione della carta europea dei diritti del malato, l’approvazione di un
protocollo per la “Qualità
in chirurgia” e la promozione dell’ospedale senza
dolore. “Non si può nega-
re - continua la responsabile - che, nel nostro territorio, la situazione della sanità negli ultimi
vent’anni sia migliorata,
soprattutto per quanto
riguarda i servizi, dalla
mensa alla pulizia, e il
lavoro di medici ed operatori. I problemi riguardano soprattutto le struttu-
re ormai vecchie. Come
nel caso del S. Anna, ma
fortunatamente tra un
anno avremo la nuova
sede”. Un nuovo ospedale
“di cui il territorio aveva
veramente bisogno”, in
cui l’associazione sarà
presente con uno sportello del Tribunale del Malato.
DOMENICA 11 OTTOBRE GIORNATA NAZIONALE DELLA PERSONA CON SINDROME DI DOWN
Anche la sezione comasca dell’associazione “Down Verso” aderisce alla Giornata Nazionale della persona con sindrome di Down, in programma per domenica 11
ottobre. L’evento avrà luogo in moltissime piazze italiane ed ha lo scopo di creare maggiore conoscenza e sensibilizzazione per la persona con sindrome di Down e
di sostenere le associazioni che se ne occupano. Il simbolo scelto, come per gli anni scorsi, è una tavoletta di cioccolato equo-solidale a forma di busta da lettera che
verrà consegnata al pubblico in cambio dell’offerta di 5 euro. Questi i punti d’incontro in cui l’associazione sarà presente domenica anche con svariato materiale
promozionale: Como - piazza San Fedele, Cantù - piazza Volontari della Libertà, Maslianico - sagrato della chiesa, Rovellasca - Parco Burghe’.
Tra le altre iniziative promosse dall’associazione si segnalano i seguenti appuntamenti:
Incontri presso Ospedale Sant’Anna di Como
Mercoledì 14 ottobre: “Genitori ‘normali’ per figli ‘speciali’” - dott. Michele Cavalleri
Mercoledì 4 novembre: “Accompagnare all’autonomia” - dott.ssa Maria Grazia Pirotta
Mercoledì 10 dicembre: “Disabilità, sport, integrazione” - dott. Patrizio Pintus
Corso metodo Feuerstein per bambini 6/12 anni
Previsto un percorso di gruppo con l’utilizzo di strumenti del Programma Feuerstein rivolto a bambini di 6/12 anni. Il laboratorio sarà condotto dalla dott.ssa
Maria Russo e prevede una ventina di incontri per i bambini e tre incontri per i relativi genitori.
Per ragioni logistiche si terrà alle Scuole Elementari di Villa Guardia e avrà inizio giovedì 22/10.
Le famiglie dei bambini iscritti riceveranno con la presente il calendario incontri con tutte le precisazioni.
Festa decennale associazione sabato 7 novembre
La festa si svolgerà a Cantù presso il Centro Civico di Vighizzolo (sopra la sede) dalle ore 15.00 alle ore 20.00 di sabato 7 novembre.
È richiesta l’adesione. Rivolgersi a [email protected], o telefonare al numero 333-5828802.
CRONACA
P A G I N A
Como
15
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
LA PRIMA DI UNA SERIE DI SEDUTE A PALAZZO CERNEZZI
Il muro
“sbarca”
in Consiglio
L’assemblea cittadina è chiamata
a dibattere non solo sul progetto,
e su come uscire dall’impasse creato
dalle modifiche apportate senza
che lo stesso Consiglio e i cittadini
lo sapessero, ma anche sul futuro
dell’Amministrazione guidata
dal sindaco. Lunedì non “cade”
il primo cittadino
di LUIGI CLERICI
entre si attende ancora
il pronunciamento della
Procura di
Como, che due settimane
fa ha acquisito tutta la documentazione progettuale
in Comune ed effettuato un
sopralluogo al cantiere, il
famoso “muro” e l’intero
progetto del nuovo lungolago cittadino sono approdati in Consiglio Comunale.
Lunedì scorso si è infatti
svolta la prima di una serie di sedute dell’assemblea cittadina dedicate a
dibattere non solo sul progetto, e su come uscire dall’impasse creato dalle modificazioni apportate senza
che lo stesso Consiglio e i
cittadini lo sapessero, ma
anche sul futuro dell’Amministrazione guidata dal
sindaco, Stefano Bruni. Il
primo cittadino, ancora prima della seduta, aveva fissato in 30 giorni il tempo
M
massimo per verificare se,
effettivamente, il suo secondo mandato può avere
ancora un futuro, ed aveva
annunciato che sarebbero
allo studio diverse ipotesi
che escluderebbero la mera
demolizione del contestato
manufatto che impedisce
ai cittadini di godere della
vista del primo bacino del
Lario. La più curiosa di tali
ipotesi sarebbe l’acquisizione del muro da parte di
una ditta edile che lo taglierebbe in più parti da 3
metri ciascuna da utilizzare come contrappesi per le
sue gru. Destini più o meno
fantasiosi o concreti a parte, la sorte dell’Amministrazione, del lungolago, e
dei protagonisti di questa
vicenda, ovvero dell’assessore con delega alle grandi
opere “uscente” (dato che si
dà per certo un nuovo rimpasto nell’esecutivo cittadino se questo dovesse continuare a governare la cit-
Foto William
tà), Fulvio Caradonna, e
dei due responsabili ai lavori, gli ing. Antonio Viola
e Antonio Ferro, è affidata
anche a tre mozioni presentate dalle forze di opposizione in Consiglio Comunale che, con ogni probabilità, verranno messe ai voti
lunedì prossimo. Il 5 ottobre, infatti, è andato in scena il primo Consiglio Comunale dedicato al lungolago ma senza l’esito a sorpresa che era stato ventilato alla vigilia. Infatti
questa seduta avrebbe potuto rappresentare il capolinea per l’Amministrazione Bruni in quanto alcuni
esponenti dell’opposizione,
con in prima fila il rappresentante di Area 2010,
Alessandro Rapinese, ha
cercato di raggiungere quota 21, ovvero il numero minimo di rappresentanti politici del Comune di Como
intenzionati alle dimissioni volontarie. Una “fuga di
massa” che avrebbe, per
legge, costretto i cittadini
a recarsi alle urne in primavera oltre che per le regionali e, con ogni probabilità, per le provinciali,
anche per decidere il nuovo governo del capoluogo
lariano. Invece tale numero non sarebbe stato raggiunto in quanto la stessa
opposizione non sarebbe
attualmente del tutto compatta sugli atteggiamenti
da adottare nella vicenda.
Così l’Amministrazione
Bruni ha tirato un primo
sospiro di sollievo in attesa del voto sulle mozioni
presentate dalle stesse
compagini di minoranza
che puntano alla destituzione dell’assessore Caradonna e dei responsabili
dei lavori, oltre che alla
censura del sindaco.
Questo si tradurrebbe in
un atto di sfiducia morale
ma non sostanziale nei
confronti del primo cittadino. Nella prima, lunga discussione, a Palazzo Cernezzi si sono comunque
ascoltati alcuni articolati
interventi dei consiglieri
dell’opposizione sull’opera,
il più interessante dei quali, come era facilmente immaginabile, è arrivato da
Mario Lucini (Pd), geologo
di professione e presidente della Commissione urbanistica. Questi, attraverso un’analisi dettagliata
delle “pecche” del progetto,
ha infatti fatto notare
come, in alcuni punti del
lungolago, è stato sì previsto di portare la lunghezza della passeggiata dagli
attuali 5 a 20 metri ma
senza prevedere adeguate
fondamenta nel primo bacino del Lario. La prossima
settimana, comunque, almeno a livello politico dovrebbero arrivare le prime
indicazioni su come finirà
questa vicenda. Sull’opera,
invece, bisogna attendere
anche l’esito delle verifiche
della Procura.
“VOLONTARIATO E SCUOLA: PROGETTI PER IL TERRITORIO”
PARTO SENZA DOLORE AL S. ANNA
Il parto senza dolore sbarca al S. Anna. Grazie alla collaborazione tra
ginecologi, ostetrici ed anestesisti anche nel nosocomio di via Napoleona a
Como, le donne in gravidanza potranno richiedere di essere sottoposte
all’analgesia epidurale. Una pratica, effettuata in anestesia locale, che consiste nell’introduzione nella schiena attraverso un ago, prima dell’inizio del
travaglio, di un catetere per la somministrazione, durante tutta la durata
del travaglio, di una soluzione analgesica che permette di alleviare il dolore.
Una tecnica già utilizzata da anni in altri Paesi europei e impiegata in alcuni ospedali italiani. “Questo rappresenta un passo importante verso la concezione di un ospedale senza dolore” ha dichiarato Laura Chiappa, direttrice
sanitaria dell’Azienda Ospedaliera, che ha precisato come “per il momento il
servizio sarà garantito solo per le 12 ore diurne”. “L’obiettivo futuro - ha
detto - è quello di arrivare ad una copertura delle 24 ore ma per farlo sono
necessarie maggiori risorse, non tanto per l’acquisto di nuove tecnologie ma
per la necessità di nuovi specialisti, in particolare anestesisti”. Durante la
somministrazione degli analgesici è, infatti, necessaria la presenza fissa di
un anestesista per dosare correttamente i farmaci. “A regime - continua la
direttrice - avremo bisogno di 5 o 6 medici in più e questo rappresenta un
investimento importante per noi, quantificabile in almeno 600mila euro all’anno”. Una cifra completamente a carico dell’Azienda perché non è prevista la possibilità di usufruire di finanziamenti regionali. Non tutte le donne
potranno però usufruire di questa tecnica. L’obiettivo dichiarato è quello di
arrivare a trattare tra il 7 e il 10% delle partorienti, ovvero circa 150 parti
nel prossimo anno. Nelle altre strutture lombarde dove questa pratica è utilizzata si è arrivati in media al 25% delle partorienti. “L’inserimento del
catetere - ha dichiarato Renato Maggi, direttore del reparto di ginecologie ed
ostetricia - rappresenta un intervento chirurgico e come ogni intervento
può avere dei rischi e delle controindicazioni. Per questo è necessario informare correttamente la donna e ottenere il consenso a questo trattamento”.
Un consenso che spesso viene rifiutato. “Vi è ancora da parte di alcune donne - continua il ginecologo - una sorta di reticenza a sottoporsi a questo trattamento perché si crede che un parto senza dolore non sia naturale. Tutt’altro, la somministrazione di analgesici elimina il dolore ma non influisce sulla sensibilità della donna, anzi permette di affrontare i momenti del parto
con maggior tranquillità, migliorando la respirazione materna e quindi
l’ossigenazione fetale”. Da alcune settimana al S. Anna è stato attivato un
ambulatorio informativo sull’analgesia epidurale dove vengono effettuate le
visite necessarie a dare l’approvazione al trattamento. Le prenotazioni sono
effettuate allo sportello CUP o per telefono chiamando al 031-5855023 dal
lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13.
M. L.
Si è svolto lunedì 28 settembre scorso l’interessante convegno “Volontariato e scuola: progetti per il territorio” promosso dallo Sportello “Scuola & Volontariato”, dal
Centro Servizi per il Volontariato, da AVIS,
AIDO e ADMO, con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Como, presso
l’Istituto “G. Pessina” (via Milano 182,
Como). L’iniziativa era rivolta ai docenti di
scuola secondaria di primo e secondo grado, che hanno risposto in modo positivo a
questa opportunità di riflessione e confronto. Dopo i saluti della dott.ssa Donatella
Diacci, referente per il volontariato all’Ufficio Scolastico Provinciale, e del dott.
Fiorenzo Gagliardi, presidente dell’Associazione del Volontariato Comasco - Centro
Servizi per il Volontariato, l’intervento della
psicopedagogista dott.ssa Lucia Todaro
(“Trasmettere ai giovani il senso del donare: strategie di motivazione”) ha offerto
strumenti e stimolanti spunti di riflessione a chi si occupa di coinvolgere i giovani
in progetti di volontariato. La dott.ssa Todaro ha inizialmente esplorato alcune
criticità della relazione educativa e successivamente presentato alcune strategie utili a trasmettere ai giovani il senso del donare. «Per poter trasmettere e motivare bisogna conoscere e credere in ciò che si propone, averne esperienza e saper costruire
con i ragazzi una relazione di senso che risulti coinvolgente ed entusiasmante. Attraverso un uso competente e consapevole del
proprio ruolo di orientatore è possibile costruire così una proposta che risulti più
aderente ai bisogni, ai desideri e alle aspettative dei giovani». Il dott. Roberto Morselli,
formatore CEM sui temi legati alla mondialità, ha invece aperto il suo intervento
(“Mettersi in gioco tra scuola e territorio”)
con un’interessante riflessione sull’attua-
le contesto socio-economico nel quale i giovani faticano ad inserirsi (lunga permanenza nel sistema scolastico, ritardo nell’ingresso del mondo del lavoro…) e ad immaginare il proprio futuro. Il formatore ha
inoltre sottolineato il legame prezioso ed
auspicabile che dovrebbe costruirsi fra
scuola e territorio precisando come gli ambiti d’azione siano già fortemente interconnessi. In particolare, la scuola, pur avendo
una sua specificità, dovrebbe mettersi in
relazione ed in gioco ulteriormente con il
territorio ripensandosi insieme ai diversi
attori della comunità; il territorio è lo sfondo integratore nel quale pensare se stessi,
è l’interfaccia fra natura e cultura, lo spazio dove la scuola esce dal suo “recinto” e si
mette in dialogo con gli altri. Il prof. Piero
Cattaneo, dirigente scolastico e docente dell’Università Cattolica di Milano, ha presentato il “Book della Solidarietà” promosso da
AVIS. La pubblicazione è uno strumento di
lavoro indirizzato sia agli operatori scolastici, sia al mondo associativo AVIS o di
qualsiasi altra associazione no profit che
persegua gli obiettivi educativi della Cittadinanza Attiva con l’intento di agevolare
la collaborazione, l’intesa, lo scambio e
l’interazione tra le persone.
Il volume, arricchito da numerosi contributi teorici di addetti ai lavori, propone numerosi spunti per attivare percorsi di
sensibilizzazione al volontariato sperimentati da AVIS negli ultimi anni. Il testo è
anche corredato da due interessanti contributi relativi alla progettazione e alla
valutazione.
Il finale ha visto gli interventi di Valentino Sarto, presidente Provinciale AVIS,
Raffaella De Rosa di ADMO e di Salvatore
Bosco, presidente Provinciale AIDO sul
senso del dono nella nostra società.
CRONACA
Como
P A G I N A
16
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
CON L’AISM IN PIAZZA A COMO
“Una mela
per la vita”
compie 15 anni
Q
uindici anni
vissuti sul filo della solidarietà. Sabato 10 e domenica 11 ottobre “Una
mela per la vita”, l’iniziativa di solidarietà promossa dall’Aism, festeggia questo traguardo tornando anche in oltre 100
piazze di Como e provincia, sotto l’Alto Patronato
del Presidente della Repubblica.
Tredicimila. Tanti saranno i sacchetti di mele
che l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Sezione di Como, porterà
nelle piazze per rinnovare l’appuntamento con la
solidarietà dedicato ai
giovani con sclerosi multipla. Solo nella città di
Como sono circa 400 le
persone con sclerosi multipla. Con un contributo
minimo di 7 euro, si potrà sostenere la lotta alla
sclerosi multipla.
Ad “Una mela per la
vita” è legata anche la
raccolta fondi con Sms solidale. Fino al 12 ottobre,
inviando un messaggio
dal cellulare personale al
L’associazione sarà presente in cento
punti diversi anche sul territorio
comasco per festeggiare l’ambizioso
traguardo. La parola a Bruna
Muscionico, presidente della Sezione
AISM di Como
numero 48543, si potranno donare 2 eu-ro tramite
gli
operatori Tim,
Vodafone, Wind, 3 e
Telecom Italia. A quest’ultimo, inoltre, si potrà anche telefonare e scegliere
se donare 2 o 5 euro.
E presso le 533 filiali
Cariparma sparse per
tutta l’Italia continua l’iniziativa “Aiutaci con una
donazione a fermare la
sclerosi multipla”, sul territorio nazionale o tramite home banking sarà
possibile effettuare un
bonifico “zero spese”.
Come noto, la sclerosi
multipla è una grave malattia del sistema nervoso centrale, cronica, invalidante ed imprevedibile,
che colpisce principalmente la fascia di età tra
i 20 e i 30 anni; cioè i gio-
vani nel pieno delle proprie energie e nel periodo
della vita più ricco di progetti.
I fondi raccolti con “Una
mela per la vita” contribuiranno a sostenere la
ricerca scientifica e ad incrementare i servizi sanitari e sociali dedicati alle
persone con sclerosi multipla come il Programma
“Giovani Oltre la Sm” che
comprende attività di informazione e servizi a carattere nazionale e sul
territorio, mirati ad aiutare i giovani con sclerosi
multipla nei diversi ambiti della vita lavorativa,
sociale e familiare.
«La manifestazione è
un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sclerosi multipla,
sulle conseguenze che ha,
CONCERTO
D’ORGANO
A S. FEDELE
CON IL MAESTRO
GIANCARLO
PARODI
La basilica di S. Fedele, a Como, ospita, venerdì 23 ottobre, alle
ore 21.00 un concerto
d’organo del maestro Giancarlo Parodi. L’occasione sarà la festa parrocchiale del santo patrono.
Dal 1963, organista della basilica di S. Maria Assunta in Gallarate. Già titolare della cattedra di Organo e Composizione Organistica al Conservatorio “G. Verdi” di Milano, Giancarlo Parodi attualmente è ordinario di Organo Principale al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma e docente alla
Scuola Diocesana di Musica “S. Cecilia” di Brescia, presidente dell’Associazione Italiana Organisti di Chiesa, fondatore e presidente onorario dell’associazione Organistica “R. Lunelli” di Trento, membro della Commissione di
Musica Sacra della Diocesi di Milano nonché socio di varie Accademie. È
commendatore “Al merito della Repubblica Italiana” e commendatore dell’
“Ordine di San Gregorio Magno” della Città del Vaticano.
Questo il programma del concerto:
Henry Marcellus Higgs (1859-1923): Toccata;
Camille Saint-Saëns (1835-1921): Fantaisie op.157;
Alexandra Guilmant (1837-1911): Scherzo Symphonique op.55 n.2;
Ferenc Liszt (1811-1886): La prédication aux oiseaux, “St François d’Assise”, trascrizione di Camille Saint-Saëns);
Denis Bédard (1950-): Suite du premier ton, (Plein Jeu, Dialogue, Récit,
Grand Jeu);
Harald Genzmer (1811-1886): Sweite Sonate (Moderato, Choral “Du Grosser Schmerzenmann”, Toccata);
Valentino Miserachs Grau (1943-): Virgo Lauretana, ora pro nobis;
Amedée Reuchsel (1875-1931): Postlude festival.
in particolare, sui giovani e sull’impatto sociale:
sono più di 2 miliardi i
costi sociali della malattia. “Una mela per la vita”
vuole essere anche un
momento per dimostrare
ai nostri giovani con SM
che non sono soli e che
tante persone, sono con
loro - dichiara Bruna
Muscionico, presidente
della Sezione Aism di Como -. Anche quest’anno ci
auguriamo che, grazie al
contributo di tanti cittadini sensibili, la nostra
sezione possa continuare
nell’attività di sostegno
alle persone con SM per
un sostanziale miglioramento della loro qualità
di vita. Chiediamo quindi a tutti di entrare con il
loro sostegno nel movimento per la lotta alla
malattia. I fondi raccolti
con “Una mela per la vita”
ci hanno permesso di finanziare le attività di segreteria sociale, le consulenze, il servizio di riabilitazione, l’assistenza ospedaliera e domiciliare,
i servizi di trasporto, il
supporto psicologico e il
Centro diurno. Quest’anno ci stiamo impegnando
nell’implementare i servizi di assistenza alle persone con sclerosi multipla
e ai loro familiari, ad aumentare le attività di
sensibilizzazione sulla
patologia, a fare formazione e supervisione dei volontari, incrementare i
contributi alla Aism, il
tutto con una particolare
attenzione per i giovani.
Nella nostra città, le persone con sclerosi multipla
sono circa 400. In un anno
i volontari dedicano 3500
ore alle persone con sclerosi multipla per realizzare i servizi socio-sanitari
e le numerose attività di
socializzazione. Cogliamo
l’occasione di “Una mela
per la vita” per invitare i
cittadini a dedicare un po’
del loro tempo libero al
volontariato: veniteci a
trovare presso la nostra
sede in via Pasquale Paoli. Le attività da portare
avanti sono molte. Abbiamo bisogno anche di tutti
voi».
Per sostenere “Una mela per la vita” l’Aism è anche in cerca di una rete di
volontari. Chi desidera
dedicare all’associazione
un po’ del proprio tempo
può contattare il numero
verde: 800.138.292.
CON “MONDO TURISTICO” VISITA
ALLA BASILICA DI S. GIORGIO
L’Associazione Culturale “Mondo Turistico” organizza per sabato 17 ottobre una visita guidata alla basilica di S. Giorgio a Como,
con passeggiata lungolago.
Il ritrovo è previsto per le ore
15.00 a Como, davanti alla chiesa
di S. Giorgio, in via Borgovico. Si
procederà poi alla visita della basilica di S. Giorgio, di probabile origine longobarda, ma riedificata in
epoca romanica e diverse altre
volte fino alla definitiva ristrutturazione seicentesca ad opera di G.
B. Recchi.
Seguirà una romantica passeggiata lungo il lago per ammirare
le numerose ville di stile neoclassico che si affacciano sul primo bacino, circondate da lussureggianti
giardini.
La quota di partecipazione è di
6 euro per i soci, di 7 euro per i
non soci. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo
Turistico, tel. 339.4163108; e-mail:
[email protected].
INIZIATIVE DI COOPERAZIONE DECENTRATA
IN MAROCCO E SENEGAL
Venerdì 9 ottobre in Villa Gallia, a Como, nell’ambito del programma delle
Nazioni Unite per lo sviluppo, l’Associazione Comasca per la Cooperazione
internazionale, grazie anche al patrocinio delle Nazioni Unite, della Provincia
di Como, del Comune di Como, dell’Unione Province Lombarde presenta il
programma delle iniziative di Cooperazione decentrata in Marocco e Senegal,
con inizio alle ore 9.00 e termine alle ore 13.00.
CRONACA
17
P A G I N A
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
CAMNAGO VOLTA
Testa e cuore:
animazione
e formazione
Un momento
della presentazione
Presentata la
scorsa settimana
un’iniziativa
rivolta ai bimbi
dai 7 ai 12 anni
e ai loro genitori
promossa
da diverse realtà
del territorio
di SILVIA FASANA
CALENDARIO DEGLI INCONTRI
Gli incontri sia per i bambini che per gli adulti si
svolgeranno la domenica pomeriggio, dalle 15.00 alle
17.00 (ad eccezione della prima data, in cui si inizierà alle 14.00) secondo il seguente calendario:
T
esta e cuore”
è il titolo della nuova iniziativa di animazione rivolta ai bambini da 7 a 12
anni e di formazione per i
loro genitori ed educatori
organizzata dalla Circoscrizione 4 di Camnago
Volta, con la collaborazione del CIF (Centro Italiano Femminile) Provinciale di Como, dello Sportello Scuola & Volontariato
ed il contributo dell’Amministrazione Comunale
di Como.
La proposta è stata presentata presso la sala civica del parlamentino di
Camnago Volta, alla presenza della presidente
Franca Ronchetti, del presidente della Commissione Cultura Roberto Todeschini, della coordinatrice del CIF - Sportello
Scuola & Volontariato,
Franca Aiani e del sindaco di Como Stefano Bruni, accompagnato dai consiglieri Gianluca Lombardi e Giammaria Quagelli.
L’iniziativa segue di un
anno il grande successo
del corso “Genitori efficaci nella comunicazione.
Passo dopo passo… sulla
via della comprensione
reciproca” e del ciclo di incontri per bambini dal titolo “Giocare per crescere”, e ne vuole essere l’ideale continuazione. In più,
quest’anno, come ha sot-
“
La Casa Famiglia di via
Milano in cerca di volontari.
Per chi fosse interessato a conoscere da vicino
questa realtà l’appuntamento è per venerdì 16
ottobre alle ore 20.45 in
via Milano 167. Sarà l’occasione di incontrare
Gianna, Giuseppe, Eva e
Marzio e per decidere
come trascorrere insieme
un nuovo anno condividendo cene, notti, domeniche e incontri culturali.
Per informazioni rivolgersi al numero 031-264879.
La Casa Famiglia di via
Milano nasce nel 1978
8 novembre
22 novembre
17 gennaio
21 febbraio
21 marzo
tolineato la presidente
della Circoscrizione,
Franca Ronchetti, il progetto intende ricordare e
celebrare i 210 anni dall’invenzione della pila da
parte di Alessandro Volta, proprio nei luoghi da
lui vissuti e amati, un’invenzione dalla quale l’umanità ha tratto progresso e sviluppo. La presenza del sindaco Bruni all’incontro ha voluto evidenziare la partecipazione del Comune di Como
al progetto perché, come
ha sottolineato lo stesso
Bruni: «L’educazione, sia
dei bambini che degli
adulti, come dice anche il
nostro vescovo, è un grande bisogno della nostra
società. È un’emergenza
reale. Questa iniziativa
intende essere una concreta compagnia per le
famiglie in questo difficile compito, un segnale positivo di crescita in una
società che pare subissata e confusa in tanti segnali negativi che fanno
più rumore».
Ma veniamo ai contenuti dell’iniziativa, illustrati dal vicepresidente
vicario e presidente della
Commissione Cultura Roberto Todeschini. Il progetto “Testa e cuore” si
svilupperà da novembre
2009 a marzo 2010 e tende, come lo scorso anno, a
coinvolgere le diverse generazioni: i genitori e gli
educatori, cui viene proposta una formazione permanente nelle abilità relazionali e pedagogiche,
ed i bambini, impegnati a
condividere attività di laboratorio formativo e ricreativo. Ha sottolineato
la psicopedagogista Lucia
Todaro, preziosa consulente del progetto: «L’essere umano ha la possibilità di osservare, conoscere, imparare, relazionarsi
e superare le difficoltà
della vita grazie all’intelligenza. Le capacità logiche-cognitive e le risorse
emotive sono indispensabili in ogni fascia di età
per poter vivere intensamente e con “gusto” ogni
esperienza. Il nostro progetto ha dunque un obiettivo unico nei due percorsi paralleli (testa e cuore):
richiamare la figura di
Alessandro Volta quale
genio, ovvero uomo di intelligenza, sia razionale
sia emotiva, proponendo
occasioni di conoscenza e
riflessione per potenziare
nei partecipanti alcune
abilità cognitive (mediante la sperimentazione diretta nei laboratori diretti ai più piccoli) e le risorse emotive (mediante la
formazione rivolta agli
adulti). Questo potrà innescare meccanismi positivi di valorizzazione personale in tutte le sue dinamiche cognitive ed emotive, quelle stesse che
hanno portato Volta all’invenzione della pila e
all’uso dell’elettricità e
che possono oggi tradursi
in meccanismi “buoni” di
relazione, di curiosità, di
scoperta di sé e del mondo, di dono dei propri talenti».
Nel dettaglio:
Percorso “Testa” “Piccoli scienziati crescono”, rivolto a bambini dai 7 agli 11 anni.
Si tratta di laboratori
operativi ed interattivi finalizzati alla scoperta dei
principali fenomeni e
meccanismi scientifici
sviluppati anche dall’attività di Alessandro Volta,
attraverso la costruzione
pratica di piccoli strumenti come una pila, un
forno solare, un pannello
solare termico, una stazione meteorologica. Con
l’occasione sarà stimolata anche una riflessione
sul proprio modo di utilizzo quotidiano dell’energia
e sull’importanza del risparmio energetico.
I lavori verranno condotti a piccoli gruppi di 45 bambini guidati da
Matteo Balestrini, dottore in Scienze Ambientali,
ed accompagnati da tutor
di giovani volontarie,
presso la Sala Civica della Circoscrizione 4, in
piazza Martignoni a
Camnago Volta.
La Casa Famiglia di via
Milano cerca volontari
come gruppo spontaneo (e
nel 1981 si costituisce come Associazione) con lo
scopo di attuare una miglior qualità di vita di per-
sone adulte con difficoltà
fisiche, attraverso convivenza, condivisione e opportunità di scelte culturali, religiose e sociali.
Significa vivere i valori
della vita quotidiana: assumere la responsabilità
d’ogni giorno, per esempio
il lavoro e l’impegno
organizzativo comunitario, il rapporto di relazione che migliora gli affetti
familiari, l’amicizia, lo
stare insieme.
Percorso “Cuore” –
“Educare con intelligenza emotiva”, per genitori, educatori, catechisti
Con l’approccio coinvolgente e “sim-patico” della
dott.ssa Lucia Todaro verranno approfondite tematiche di grande interesse
come: intelligenze - razionalità ed emotività in dialogo ed equilibrio (essere
“intelligenti” e diventare
“capaci”); il mondo delle
emozioni: positive o negative, espresse e celate
(emozioni semplici e complesse nelle parole, nei
gesti, nei disegni, nei silenzi...); conoscere, riconoscere, esprimere e gestire
le emozioni personali e
altrui (empatia e relazione d’aiuto nei rapporti
educativi); strategie per
incanalare ed educare i
vissuti emotivi negativi
(paure, rabbie, gelosie,
frustrazioni...); valorizzare l’intelligenza emotiva a
casa e a scuola. Sarà rilasciato l’attestato di partecipazione. Gli incontri per
gli adulti si terranno
presso l’Auditorium “A.
Volta” di Camnago Volta.
Ricordiamo che la partecipazione ai laboratori
e agli incontri è gratuita.
Per informazioni Roberto
Todeschini tel. 347.
8452378; e-mail: todeschi
[email protected]. Per
iscrizioni (obbligatorie):
Circoscrizione 4 di Camnago Volta, tel. 031.
302337 (dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle
12.00).
«L’esperienza in Casa
Famiglia - spiegano - forma l’essere umano perché
matura piano la consapevolezza che ognuno, se da
un lato può rispondere ad
un bisogno, scopre a sua
volta di avere un bisogno
e può sviluppare la propria autonomia personale, il proprio senso critico
e la stima di sé. Ogni persona è responsabile delle
proprie azioni e tenendo
conto dei limiti e delle risorse proprie e degli altri
con pazienza, fatica, con
lo sporcarsi le mani favorisce la convivenza facilitata di ognuno».
P A G I N A
CRONACA
18
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
ALLA SCOPERTA DELLA COOPERAZIONE/209
La “nuova”
casa di via Pino
A
ll’inizio degli
anni sessanta,
l’allora Istituto
Autonomo per
le Case Popolari della Provincia di Como
aveva realizzato un fabbricato in Como via Domenico Pino n. 6 denominato “Casa Albergo” da
adibire al soggiorno temporaneo di lavoratori immigrati, consegnandolo
poi all’Ente Comunale
Assistenza di Como per la
gestione.
Il fabbricato era sorto
per iniziativa di un Comitato di cui facevano parte
l’Amministrazione Provinciale, il Comune, la Camera di Commercio, l’Unione Industriali, l’Istituto Autonomo delle Case
Popolari e la Cassa di Risparmio, in seguito lo
Iacp ne è divenuto proprietario.
La costruzione a quattro piani comprendeva
130 posti letto più i servizi indispensabili ad ogni
piano, una grande sala
mensa, due sale di soggiorno, una camera di isolamento per gli ammalati e una camera per visite
mediche.
Dal 3 febbraio 1963 (data della sua inaugurazio-
La “Casa Albergo
è stata
ristrutturata
con il contributo
di Regione
Lombardia.
L’inaugurazione
sabato 10 ottobre
alle ore 11
Foto William
pagina a cura
del Consorzio Eureka
Ser vizi alla Cooperazione
e al Terzo Settore
www.eurekacomo.it
ne ufficiale) sino al 27
marzo 1975 è stata gestita dall’Ente Comunale
Assistenza di Como. A seguito della soppressione
dell’Eca, il Comune di Como ha affidato, dall’ottobre 1980, alle Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani della Provincia di Como) la gestione della Casa Albergo. Il
rapporto di comodato si è
protratto per accordi intercorsi fra le parti sino
al 31 dicembre 1990 con
l’impegno a mantenere la
stessa destinazione di carattere esclusivamente
sociale.
Il Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto Autonomo Case Popolari nel
gennaio 1992 ha deliberato di procedere direttamente all’affittanza dello
stabile sottoscrivendo una convenzione per la locazione con le Acli di Como, rinnovata dal C.d.A.
dell’Aler nel dicembre
2008.
Nel corso degli anni l’edificio ha ospitato numerosi lavoratori e persone
bisognose sprovviste di
alloggio.
Il fabbricato è stato oggetto di diversi interventi di manutenzione per
garantirne il funzionamento sulla base della
normativa vigente sino
ad arrivare al 2004, anno
in cui l’Aler ha proposto
una ristrutturazione radicale per la realizzazione di n. 33 posti alloggi
nell’ambito dei “Programmi Regionali per la locazione temporanea”. I lavo-
ri hanno riguardato principalmente:
- l’adeguamento della
struttura alla normativa
per il superamento delle
barriere architettoniche
con la formazione di una
rampa d’accesso e la realizzazione di un ascensore;
- il rifacimento dei blocchi servizi secondo i parametri vigenti;
- l’adeguamento della
scuola dell’infanzia, la
scuola primaria) e gli altri soggetti presenti (circolo Acli, Pro Loco, …) siano un’opportunità, una
risorsa per il miglioramento della qualità della
vita delle nostre comunità.
I nostri ospiti sono molto liberi, sono da rispettare solo gli orari dei pasti.
Non essendoci orari di
visita, anche i parenti accedono alla struttura secondo la loro discrezione.
Nei dintorni, poi, sono
molti i luoghi da visitare:
la passeggiata a lago
(Golfo di Venere) è molto
vicina alla casa e anche il
centro storico del paese, la
chiesa parrocchiale, il
battistero dove spesso
vengono allestite delle
mostre di pitture.
In genere tutte le persone che visitano la struttura ne hanno un’impressione positiva e credo questo dipenda dal clima armonico che si respira e
dalla professionalità degli
operatori, capaci di creare e sostenere un ambien-
superficie delle camere
per il rispetto dei parametri minimi.
La ristrutturazione di
una porzione dell’edificio
ha consentito di ricavare
n. 12 camere doppie e 9
camere singole per un totale di 33 posti letto che
vanno ad aggiungersi ai
37 posti letto esistenti coerentemente ai fini e ai
principi che hanno ispirato la nascita di tale iniziativa, attuali tuttora nonostante siano trascorsi
quasi 50 anni.
Le Acli hanno provveduto direttamente a propria cura e spese ad arredare i suddetti 33 posti alloggio realizzati.
L’intervento è stato finanziato con un contributo Regionale di euro
229.672 e con fondi dell’Aler nella misura di euro 247.803.
Per quanto riguarda i
33 posti alloggi, possono
essere richiesti da soggetti con specifiche esigenze
abitative di natura temporanea appartenenti
alle seguenti categorie:
- soggetti aventi necessità abitative temporanee
legate a contratti o rapporti di lavoro o formazione
- altri soggetti aventi
necessità di locazione per
periodi determinati, per
ragioni di studio, di cura
e assistenza.
L’inaugurazione dell’ala ristrutturata è
prevista nella mattinata di sabato 10 ottobre alle ore 11.00
alla presenza delle autorità regionali, comunali e religiose.
REALTÀ DA CONOSCERE
Residenza Amica:
a Lenno una casa
per la terza età
a Cooperativa
Acli Solidarietà e
Servizi, promossa dalle Acli di
Como nel 1986,
opera sul territorio della
provincia gestendo direttamente Rsa e Case Albergo, ed offrendo servizi
socio-assistenziali in alcuni comuni, una di queste realtà è Residenza
Amica
L
Residenza Amica è una
villa di proprietà della diocesi di Como che si trova a Lenno, sul lago di Como.
Nata per ospitare sacerdoti anziani; in seguito è divenuta casa albergo per anziani autosufficienti e dal 2001 è stata
data in gestione alla cooperativa Acli Solidarieta
e Servizi.
La casa si sviluppa su
quattro piani, tutti serviti con ascensore. All’interno vi è una cappella per
le celebrazioni religiose,
aperta a tutti. Al piano
terra vi sono l’ufficio, la
sala da pranzo, uno spa-
Si tratta di una
villa di proprietà
della diocesi di
Como gestita dalle
Acli in cui trovano
ospitalità anziani
autosufficienti
zio accogliente e familiare e il salone comune per
le varie attività.
Le camere, ai piani superiori, sono singole o
doppie ed ognuna ha il bagno in comune con la camera attigua, alcune hanno vista lago, mentre le
altre si affacciano sul
giardino: sono tutte dotate di attacco tv, telefono e
campanello per le emergenze. L’organizzazione e
la strutturazione dell’ambiente hanno caratteristiche generali e particolari
tali da renderlo gradito e
fruibile anche da coloro
con autonomia ed autosufficienza ridotte.
Residenza Amica per
come si caratterizza è
molto più simile ad un albergo che ad una struttura per anziani; vi è un servizio di assistenza medica ed infermieristica di
base e la presenza del medico una volta alla settimana per un controllo di
routine.
Si offre un servizio alberghiero puntuale e completo, con la ricerca di menù particolarmente indicati alle esigenze alimentari degli ospiti.
Per facilitare il movimento, ogni venerdì mattino viene proposto agli ospiti di partecipare al
gruppo di ginnastica dolce.
Intenzionalmente le iniziative proposte agli ospiti sono aperte a tutti,
è convinzione che lo scambio tra l’interno e l’esterno della struttura, quindi con il territorio, la realtà parrocchiale di Lenno, i soggetti educativi (la
te familiare, attento alle
esigenze dell’ospite, che
non sono solo pratiche e
materiali, ma anche di relazione, di ascolto e di condivisione con l’altro.
Queste caratteristiche
si riscontrano nei valori e
negli ideali delle Acli, soggetto promotore della gestione di Residenza Amica, che con apposite formazioni sia del personale che sul territorio, cerca
di svolgere sempre un servizio eccellente per la gente e a fianco della gente,
a partire dai più deboli.
CRONACA
P A G I N A
19
BassaComasca
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
CITTÀ DI CANTÙ
Quale integrazione:
una, nessuna
centomila
Un interessante progetto, promosso
da alune realtà del canturino,
avente lo scopo di attivare
spazi di collaborazione tra la
popolazione italiana e straniera.
Si parte con un ciclo di film
di MARCO GATTI
Q
“
uale integrazione:
una, nessuna, centomila”.
Con questo slogan parte
un interessante progetto
sulla coesione sociale nel
territorio canturino.
Motori dell’iniziativa
alcune realtà canturine
(il “Centro di Ascolto”,
“ASPEm”, “Il Ponte” e
“Spazio Donne”). Finanziatori del progetto la
Fondazione Cariplo, il Comitato di gestione del
Fondo Speciale in Lombardia e il Coordinamento dei Centri di Servizio
della Lombardia - all’interno del Bando Volontariato 2008.
Quattro associazioni
che hanno deciso di unire
le forze allo scopo di affiancare la popolazione
straniera, collaborando
con alcune realtà immigrate residenti sul territorio, conoscerla, farsi conoscere e attivare possibili spazi di collaborazione.
Perché un percorso specificamente finalizzato
all’integrazione? «La risposta si specchia nella
realtà canturina - ci spiega Antonella Albarti, refe-
Uno scorcio
di Cantù in una foto
d’archivio
rente del Centro di Ascolto Caritas di Cantù -. Così
come nel resto d’Italia in
questi anni anche nel distretto canturino la presenza di stranieri è andata progressivamente aumentando, passando, nell’ultimo triennio, dal
2,06% della popolazione
residente al 3,93%. I dati
ci confermano come oggi
l’immigrazione non possa
più essere considerata un
fenomeno legato all’emergenza e all’assistenza, ma
rappresenti un fenomeno
strutturale. Consapevole
di ciò, sin dal 2002 l’associazione Centro d’Ascolto,
unitamente ad altre realtà del terzo settore, collabora con gli enti locali e
le istituzioni alla realizzazione del Piano di Zona
territoriale. In particolare la presenza degli stranieri al Tavolo Tematico
sull’immigrazione ha consentito di far emergere bisogni che si collocano sul
versante culturale che,
precedentemente, non erano stati rilevati. Ci si è
posti il problema di abbassare il pregiudizio degli italiani verso gli stranieri e viceversa. Un modo per ridurre il pregiudizio è stato riconosciuto
nelle relazioni di reciprocità: più ci si conosce più
si abbassa la soglia di diffidenza reciproca».
Come vivono, i canturini, il rapporto con
la popolazione straniera residente sul territorio?
«In questi anni non abbiamo mai registrato particolari situazioni di criticità o difficoltà. Quello
che ci sembra di cogliere,
però, è un clima di non apertura sul quale vorremmo lavorare, cercando di
creare le occasioni perché
si attivino maggiori spazi di conoscenza e di contatto tra questi mondi».
E qui si gioca il senso
del progetto. Quali sono
i suoi scopi?
«Lo scopo principale prosegue Antonella - è
quello di affiancare gli
stranieri, conoscerli e coinvolgerli nelle azioni sociali che li riguardano,
fornendo loro elementi
per essere protagonisti,
occasioni per esprimersi e
formarsi, cogliendo la loro
presenza come l’occasione
per migliorare la nostra
società e i nostri rapporti
interpersonali. In buona
sostanza aiutare le persone a creare relazioni positive e costruire nuove
forme di convivenza all’interno della comunità,
con particolare riferimento ai rapporti tra cittadini italiani e stranieri. In
questo senso anche gli
italiani, giovani ed adulti, avranno un ruolo fondamentale perché saranno invitati ad essere parte attiva in momenti di
confronto, di animazione
e di conoscenza, allo scopo di costruire relazioni
positive fra cittadini italiani e stranieri e prevenire dinamiche negative».
Destinatari di questo
percorso saranno gli studenti delle classi quarte
e quinte delle scuole secondarie di II grado della
città di Cantù; le comunità straniere presenti nell’ambito territoriale canturino; i cittadini, per
quanti saranno coinvolti
negli eventi proposti.
Ma veniamo alle azioni
concrete, che saranno realizzate attraverso il coinvolgimento delle comunità straniere del territorio
canturino.
Si lavorerà sulla pro-
mozione del volontariato
all’interno delle scuole e
sulla realizzazione di eventi culturali e aggregativi in cui affrontare le
tematiche dell’inclusione
sociale, delle difficoltà che
essa comporta e degli
strumenti per attuarla,
dell’integrazione degli
stranieri, magari con
un’attenzione particolare
alla figura della donna
nella migrazione, per il
rapporto tra i genitori e i
figli di seconda generazione.
Nel concreto si andrà a
realizzare una rassegna
cinematografica (che
prende il via, per l’appunto, venerdì 9 ottobre), delle serate letterarie, uno
spettacolo musicale, e l’organizzazione di un evento finale che servirà a tirare le fila dell’intero percorso.
Il progetto durerà 12
mesi.
Come detto questo cammino inizierà con una rassegna cinematografica
dal titolo “G2 - seconde
generazioni”, all’interno
della programmazione di
“Oltre lo Sguardo”, il cinecircolo del Coordina-
mento comasco per la Pace. Le proiezioni si svolgeranno presso l’oratorio
S. Paolo (via Fiammenghini 14, Cantù) alle ore
21.00.
«Questa prima iniziativa - aggiunge Antonella
Alberti - è rivolta a italiani e stranieri. Le serate,
guidate da esperti e critici cinematografici, ci permetteranno di mettere a fuoco la attualissima
tematica delle nuove generazioni, figlie di stranieri. Un primo passo, prezioso, verso la reciproca
conoscenza».
Queste le tematiche
scelte nell’ambito della
rassegna:
venerdì 9 ottobre
“Saimir” di Francesco
Munzi - relatore sarà Giovanni Magatti, critico cinematografico;
venerdì 23 ottobre
“Mio figlio il fanatico” di
Udayan Prasad - relatore
sarà Alberto Cano, critico cinematografico;
venerdì 6 novembre
“La schivata” di Abdel Kechiche - relatore sarà Alberto Cano, critico cinematografico.
VILLA ERBA
LA CASA ALBERGO DI LOMAZZO
FESTEGGIA I 100 ANNI DI NONNA TERESA CORENGIA
La Casa Albergo di Lomazzo è felice
di festeggiare la signora Teresa Corengia
nata a Bregnano il 9 ottobre 1909.
La signora Teresa Corengia è la terza
di sei fratelli. Ha frequentato la scuola
fino alla quarta classe e, subito dopo, ha
iniziato a lavorare nei campi. All’età di
quattordici anni ha cambiato mestiere
cominciando a lavorare presso la tessitura Aliverti di Bregnano, impiego che
ha mantenuto fino al pensionamento.
Si è sposata nel 1934 all’età di 25 anni
con il signor Ernesto Verga. Purtroppo è
rimasta vedova nel 1961 senza avere avuto figli, ma ha sempre potuto contare
sull’affetto di sei nipoti e sette pronipoti.
La signora Teresa è sempre stata una
grande lettrice e porta nel cuore la passione per il lavoro a maglia ed uncinetto.
E’ ospite della Casa Albergo dall’aprile 2008 e trascorre le giornate partecipando alle attività che si svolgono presso la Casa di Riposo. È una persona affabile, molto piacevole sempre
con il sorriso sulle labbra.
Il programma della festa prevede: ore 10, Santa Messa celebrata da don Aldo Milani, prevosto della parrocchia San Michele di Bregnano. Seguirà lo scambio degli auguri, il taglio
della torta e un brindisi comunitario.
Orticolario:
grande successo
di pubblico
Si è conclusa con successo, domenica 4 ottobre, la prima
edizione di Orticolario a Villa Erba di Cernobbio (CO).
Il parco di Villa Erba a Cernobbio era brulicante come
non mai di famiglie, coppie e gruppi di amici. I padiglioni
gremiti di appassionati di giardinaggio. La sede della villa antica, storica dimora di Luchino Visconti, era eccezionalmente aperta al pubblico.
Da anni non si vedeva Villa Erba così. Piena di visitatori provenienti da tutta la Lombardia, e non solo, per scoprire le ultime novità in fatto di fiori, piante e oggettistica
per il verde. Sono stati oltre 14mila gli appassionati che
in due giorni hanno visitato la prima edizione di Orticolario, esposizione dell’eccellenza ortofloricola organizzata
da Ortofloricola Comense con il supporto di Orticola di
Lombardia, associazione milanese che da 150 anni promuove la conoscenza delle piante, dell’arte dei giardini e
del paesaggio vegetale spontaneo, e che da 14 anni organizza la visitatissima e qualificata mostra mercato “Orticola” a Milano, nei giardini di via Palestro.
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CRONACA
Como&cintura
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
SS. ANNUNCIATA L’INAUGURAZIONE DEI LOCALI RINNOVATI DELL’ORATORIO
Nun de San Pedar
si riparte
dal Crocifisso
Un triduo
di preghiera
precederà
la grande festa
di domenica
11 ottobre
opo due anni finalmente ci siamo! Il restauro
dell’ratorio è
terminato e le
sue porte si riaprono per
accogliere i bambini, i giovani, le famiglie, le associazioni e i gruppi parrocchiali: tutti!
Un lavoro impegnativo
che ha portato alla ristrutturazione e adeguamento funzionale di tutto il complesso; il risultato: ambienti spaziosi e
luminosi per ospitare le
attività che la parrocchia
propone.
Inoltre il progetto ha
previsto e portato a compimento la sistemazione
dei locali che erano occupati dall’Orfanotrofio
maschile (fondato nel
1919) e che, in disuso da
quando gli ospiti dell’Istituto li avevano lasciati liberi, versavano in precarie condizioni.
Ogni generazione di
oratoriani ha nei suoi ricordi le “novità” che nel
corso degli anni sono state apportate alle struttu-
D
re; migliorie per rendere
sempre più accogliente e
ospitale il “Nun de san
Pedar” (a proposito: l’oratorio si chiama così in ricordo del santo compatrono della chiesa parrocchiale, san Pietro da Morone, Celestino V che qui
fondò un monastero di
suoi monaci nel 1275).
Prima di quest’ultima
ristrutturazione, altri lavori furono eseguiti, i più
recenti nella primavera
del 1990.
Domenica 11 ottobre il
nuovo “Nun de san Pedar”
verrà inaugurato; quel
giorno ci saranno molte
persone, molti amici dell’oratorio; poi i primi che
entreranno negli ambienti rinnovati saranno i fanciulli e i ragazzi del catechismo.
Per la verità i lavori non
sono ancora del tutto con-
clusi: manca tutto l’arredo di aule e saloni e la sistemazione dei campi
sportivi.
Ma intanto l’oratorio
riprende come ambiente
cristiano di ampia accoglienza, di aggregazione e
di coinvolgimento. Sarà
una “presenza” di cuori
attenti che si educano
nella ricerca di senso della vita. Sarà una presenza di adulti motivati che
offrono servizio e testimonianza nell’animare i fanciulli, nel sostenere gli
adolescenti e nell’appassionarsi al mondo giovanile.
Di conseguenza l’oratorio non sarà una realtà
definita e statica ma una
scelta dinamica e progettuale che si rapporta alle
diverse fasce d’età. L’oratorio accoglierà tutti nel
nome di Gesù Cristo Signore.
Per l’azione educativa
da condividere non basterà l’occasionale “buona
volontà” (anche se senza
di essa non si fa nulla),
perché con la sola buona
volontà si corre il rischio
di fare dell’oratorio un
generico contenitore di
attività riempitive del
tempo. Occorrerà soprattutto trovare i modi per
abilitare cooperatori volontari ad assicurare la
continuità, a pianificare
scelte di crescita umana
e cristiana, a cercare il
confronto col territorio, a
verificare l’operato. Potremmo indicare semplici obiettivi da perseguire:
intelligenza, fede ed amicizia.
L’intelligenza ci stimolerà all’accoglienza che
significa pensare e ragionare insieme e, insieme,
scegliere. La prima accoglienza ci farà recuperare, tra l’altro, il significato del divertimento e del
gioco come ambiti del confronto sereno e leale, non
competitivo ma ricreativo.
La fede ci condurrà alla
ricerca di senso del vivere e dell’operare che pone
in Dio la fonte e il culmine della vita felice. La ricerca di senso svilupperà
gradualità, continuità ed
armonia nel cammino
educativo che conduce i
minori, con gli adulti
interlocutori capaci, a costruire la comunità ecclesiale e a vivere in essa.
L’amicizia che induce a
scelte di vita che cercano
la stima reciproca, la confidenza educativa e l’accompagnamento vocazionale. La scelta di vita impegnerà l’oratorio a non
chiudersi in se stesso ma
a condurre i minori ad
integrare armonicamente, nel loro vivere di famiglia, di scuola e di Chiesa, le motivazioni ed i percorsi oratoriani.
Occorrerà quindi uno
stile oratoriano che non
parta dal presupposto che
bisogna cambiare tutto
ma che scelga di “stare in
oratorio” con spirito di
servizio, senza imporre la
propria volontà ed entrando come in punta di
piedi, ossia con mitezza
ed umiltà, nella vita degli altri in atteggiamento
attivo di ascolto, di interesse e di vicinanza.
un salone polivalente in
grado di accogliere 200
persone, una sala giochi,
un bar, una sala riunioni,
una cucina, campi di calcetto, pallavolo e pallacanestro, spogliatoi. «L’oratorio rappresenta il centro gravitazionale dell’intero quartiere - prosegue
don Tullio - per questo in
esso vi trovono concreta
realizzazione attività che
coinvolgono non soltanto
giovani, ma anche adulti.
Penso al gruppo teatrale
che si avvale della nostra
struttura, ma anche a numerose iniziative di carattere sociale che sovente ospitiamo: da eventi promossi dalla locale
Circoscrizione a concerti
della banda cittadina».
Un luogo di tutti e per
tutti, dunque. Una “casa”
in cui condividere pensieri e desideri, una luogo in
cui si concretizzino i principi di una comunità educante. E proprio sul tema
dell’educazione è previsto
l’intervento del vescovo,
alle ore 21. A precederlo
la recita del rosario alle
ore 20.30.
M. Ga.
UNA SERATA CON MONS. DIEGO COLETTI
Monteolimpino:
il nuovo oratorio
compie dieci anni
D
ieci anni d’oratorio, dieci anni
di educazione e
animazione. È
la storia dell’oratorio di Monteolimpino
che celebra giovedì sera,
con un ospite d’eccezione,
mons. Diego Coletti, vescovo di Como, il decennale del “nuovo” oratorio, ufficialmente inaugurato il
3 ottobre del 1999. L’aggettivo è d’obbligo e a spiegarci perché è il parroco, don Tullio Salvetti.
«Monteolimpino arriva da
un’antica tradizione oratoriana che si dipana indietro nel tempo. Una tradizione fatta di persone,
uomini e donne, impegnate e attive. Dieci anni fa
si reputò necessario riadattare gli spazi da mettere a disposizione, non
più funzionali alla crescente richiesta, e da lì ripartire con rinnovato
slancio. Si provvide dunque all’abbattimento delle strutture ormai vetuste
e alla realizzazione di nuove». A benedire il “nuovo” oratorio fu l’allora vescovo di Como Alessandro
Maggiolini.
«Da quella data l’oratorio ha ripreso a funzionare a pieno ritmo - prosegue don Tullio -. Un luogo vivo e pulsante ben inserito all’interno della realtà di quartiere».
Uno spazio di crescita e
condivisione, animato da
un costante e ininterrotto “vociare” di giovani e
adulti. 150 ragazzi presenti al Grest, seguiti da
una quarantina di educatori; diverse decine quelli
che invece frequentano
abitualmente, durante
l’anno; famiglie (una presenza settimanale ma
anche un incontro formativo mensile, che porta
dalle 100 alle 120 persone); stranieri (sono circa
una ventina i giovani
extracomunitari presenti
alcuni pomeriggi la settimana). Numeri importanti resi possibili da un complesso rinnovato grazie
ad un investimento di due
miliardi di lire e che ha
permesso di inaugurare
CRONACA
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21
Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
UNA MOSTRA DEDICATA AD ANTONIO FRASSATI
Si può vivere così
’
L
Associazione
Gruppi Guide e
Scout di Como
(A.G.G.S.) ed il
Centro Cultura
le Paolo VI presentano Si
può vivere così, una
mostra dedicata al beato Pier Giorgio Frassati, che si terrà presso la
chiesa di San Giacomo
in Como dal 12 al 18 ottobre 2009 (orari: 912.30, 14-18).
Nel 1992 Giovanni Paolo II proclamava beato
un giovane quasi sconosciuto: Pier Giorgio Frassati (1901-1925). Il 5
maggio 1996, allo stadio
di Como, incontrando i
giovani, al termine del
suo discorso disse: «Vi illumini l’esempio del Beato Pier Giorgio Frassati».
Anche Benedetto XVI ha
indicato questo ragazzo
quale esempio e modello
per i giovani. Una fra le
molte citazioni: «Ciò che
colpiva di più in lui era la
purezza, la sua allegria
contagiosa, la sua pietà,
la sua libertà di figlio di
Dio per ammirare quanto c’era di bello nel mon-
Sarà ospitata
presso la chiesa
di san Giacomo
dal 12 al 18
ottobre
di ELENA GENTILI
do, la sua sensibilità sociale, la consapevolezza di
dover condividere la vita
e la sorte della Chiesa»
(Città del Vaticano, 4 luglio 2007).
Mossi da questi inviti e
dal desiderio che «il quotidiano diventi eroico e
l’eroico quotidiano», come
indicò ancora Giovanni
Paolo II, i ragazzi dell’Associazione Scout A.G.G.S.
di Como hanno voluto incontrare Frassati alla ricerca di un modello e di
un patrono, hanno cercato di conoscerlo in occasione di riunioni e, soprattutto, del Campo Estivo
2009.
Quello che colpiva e che
colpisce è la “normalità”
della vita di Pier Giorgio:
figlio affettuoso, studente
non molto dotato, ma volitivo, amante della natura e soprattutto della
montagna, impegnato in
molte associazioni ecclesiali e sociali del suo tempo (si iscrisse, tra i primi,
al nascente Partito Popolare di don Sturzo), appassionato cultore dell’amicizia. Per lui l’amicizia era un aiuto, una
“compagnia” (fondò infatti la “Compagnia dei Tipi
Loschi”) con cui si potevano giudicare tutti i fatti e
ci si allenava a rendere
ragione di tutto, ossia il
luogo concreto dove vivere la Chiesa. Ma soprattutto ciò che lo rende affascinante ai nostri occhi
sono la tenacia, l’intensità e la totalità del suo
sguardo sulla quotidianità più semplice. Scrive ad
esempio nelle sue lettere:
«Senza sostenere in una
lotta continua la verità
non è vivere, ma vivacchiare»; «Ogni mattina è
una giornata intera che
riceviamo dalle mani di
Dio. Dio ci dà una giornata da Lui stesso preparata per noi. Non vi è nulla
di troppo e nulla di “non
abbastanza”, nulla di indifferente e nulla di inutile. È un capolavoro di
giornata che viene a chiederci di essere vissuta.
Noi la guardiamo come
una pagina d’agenda, segnata da una cifra, da un
mese. La trattiamo alla
leggera come un foglio di
carta. Se potessimo frugare il mondo e vedere questo giorno elaborarsi e nascere dal fondo dei secoli,
comprenderemmo il valore di un solo giorno umano».
«La sua umanità così
vera - affermano oggi le
giovani guide di Como - ci
ha profondamente colpiti,
tanto che vorremmo che
altri potessero incontrare
ed amare il “santo dei giovani”». Da qui la proposta
di organizzare, insieme al
Centro Culturale Paolo
VI, una mostra su Pier
Giorgio Frassati che, attraverso una ventina di
pannelli, ci introduce nella figura di questo ragazzo, morto all’età di soli
ventiquattro anni, ma con
una pienezza di vita da
lasciare tutti
affascinati.
Lunedì 12 ottobre
p.v., alle ore 21, presso la
chiesa di San Giacomo,
si svolgerà l’incontro di
presentazione della
mostra; interverranno
don Ernesto Taiana dell’Associazione Gruppi
Guide e Scout di Como, e
Tiziano Fasciglione della Compagnia dei
Tipi Loschi.
Viene offerta la possibilità di visite guidate gratuite, in particolare per le
scuole e per gruppi di catechismo.
Per prenotazioni e informazioni 339 2581405.
BASILICA DI S. FEDELE DOMENICA 11 OTTOBRE
In preghiera per la pace nel mondo
omenica 11 ottobre, alle ore 21,
ci troveremo,
nella basilica di
San Fedele, a
Como, per pregare per la
pace nel mondo come facciamo, ogni tre mesi, ormai da molti anni. Siamo
infatti consapevoli che «la
pace, prima che traguardo, è cammino. E per
giunta, cammino in salita! Ma chi è convinto che
la pace è un bene, la cui
interezza si sperimenterà
solo nello stadio finale del
Regno, troverà nuovi motivi per continuare la corsa anche nella situazione
di scacco permanente in
cui è tenuto dalla storia»
(dagli scritti di don Tonino Bello).
Durante l’ultima veglia
D
di preghiera, il 21 giugno
scorso, c’eravamo impegnati a prendere consapevolezza delle nostre responsabilità circa le gravi ingiustizie che subiscono i poveri, in particolare
gli immigrati che tentano
di giungere nel nostro
Paese dopo viaggi lunghissimi e drammatici.
Qualcuno tra noi ha potuto incontrare immigrati che hanno avuto il coraggio di documentare
quello che avviene oggi in
Libia, dove drammaticamente il governo italiano
respinge indiscriminatamente tutti quelli che oggi cercano di giungere in
Italia, su navi e mezzi di
fortuna, attraverso il mar
Mediterraneo.
Tragedie di cui anche
noi purtroppo siamo complici, forse inconsapevoli,
quando sosteniamo idee
politiche sull’esigenza di
«sicurezza», sul mantenere il nostro «benessere»,
sul non voler condividere
le risorse, il lavoro, le tutele sociali con tutti. Ci
aspetta un grande cammino. Un cammino che va
percorso insieme con Dio,
perché solo così diventa
un cammino di speranza. “E la speranza è parente stretta del realismo,
è la tensione di chi, incamminatosi su una strada, ne ha già percorso un
tratto e orienta i suoi passi, con amore e trepidazione, verso il traguardo non
ancora raggiunto” (don
Tonino Bello).
Per questo invitiamo
tutti a partecipare a questo momento di preghiera in cui chiederemo
perdono a Dio e a tutti
gli immigrati, dopo
aver visto una sintesi
del documentario sulle violenze subite dagli
immigrati da parte
della polizia libica addetta alle “politiche migratorie” in accordo con
il governo italiano.
Ci faremo guidare dalla Parola di Dio e dalla
vita di alcuni testimoni
del nostro tempo per imparare a “non passare oltre”, ma ad “aver compassione” con l’augurio che
ognuno ne possa uscire
trasformato e proseguire
con più entusiasmo il
cammino.
ANNA OSTINELLI
PROSEGUE L’ASTINENZA DEL COMO DAL GOL MA ALMENO ARRIVA UN PUNTO
Sarà il Pergocrema, domenica al Sinigaglia, la prima squadra a regalare i tre punti agli azzurri?
E’ quello che i supporter lariani si augurano dopo il pareggio a reti inviolate andato in scena domenica scorsa al “Moccagatta” di Alessandria. Uno 0-0 che ha permesso al Como di raggranellare un
punticino per la sua scarna classifica ma che conferma il digiuno dal gol dell’attacco lariano che
finora ha messo a segno solo due reti nelle prime due giornate di campionato (buon ultimo attacco di
tutto il girone A). Nello stadio piemontese sono scese in campo due squadre che sono sembrate
lontane parenti delle protagoniste della finalissima play-off andata in scena a giugno. Poche le
azioni degne di nota. Zappino, sostituto di Malatesta squalificato, para una conclusione di Fantini
ed il Como risponde con Franco, Kalambay di testa e poi, verso il finire del tempo, con Facchetti e con
Guazzo, schierato dal primo minuto. Conclusioni tutte senza esito. Nella ripresa si sono visti maggiormente i padroni di casa con Rosso e Fantini ma nulla di fatto e così il match è stancamente
proseguito fino al 90°. «E’ chiaro che ci manca un attaccante –ha affermato il tecnico, Stefano Di
Chiara, ma il mercato di riparazione è a gennaio. Dunque, nel frattempo, chi c’è si dia una mossa,
tirando fuori il meglio di sé. Abbiamo fatto due gol in sette giornate, ci rendiamo conto? Soprattutto
non diamo la mai la sensazione di poterlo fare». E domenica al Sinigaglia arriva il Pergocrema, ex
squadra di Facchetti con la quale due anni fa festeggiò la prima delle sue due promozioni in I
Divisione, che nell’ultimo turno ha sconfitto il Figline per 1-0, ora appaiato agli azzurri. Per il Como
l’obiettivo è muovere la classifica perché occupa ancora il terzultimo posto in graduatoria con 6
punti, solo uno in più della Pro Patria e tre sulla Paganese, ultima in graduatoria.
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Como
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
DOPO LO SGOMBERO DELL’EX ORFANOTROFIO
FINO MORNASCO
E “BUON
VICINATO”
Accoglienza:
una questione
con cui fare i conti
L
o scorso giovedì 1°
ottobre, praticamente all’alba, si è
svolta un’operazione di sgombero
presso la struttura di proprietà del Comune di
Como, a pochi passi dal
centro storico, che fino a
qualche decennio fa ospitava l’Orfanotrofio cittadino. Un tratto di via
Tommaso Grossi è stato
chiuso al traffico - provocando notevoli disagi alla
circolazione fino a tarda
mattina -, mentre le forze dell’ordine (polizia, carabinieri e polizia locale)
procedevano al «riconoscimento degli occupanti».
«Siamo intervenuti su segnalazione del Comune ci hanno spiegato dalla
Questura -, preoccupato
per le precarie condizioni
igienico-sanitarie e per la
sicurezza dell’edificio. In
totale sono state individuate venti persone: cinque italiani e quindici
stranieri, nei confronti dei
quali si stanno valutando
i risvolti amministrativi e
giudiziari». Al termine dei
controlli, nel corso dei
quali le persone fermate
sono state rifocillate e
Un problema reale
che si pone per la
città non soltanto
per alcuni mesi,
ma per l’intero
anno solare
di ENRICA LATTANZI
confortate, agli italiani è
stato intimato l’allontanamento dal territorio del
comune di Como, mentre
due stranieri sono stati
processati presso il tribunale del capoluogo venerdì 2 ottobre. I due uomini
risultavano già colpiti da
un provvedimento di espulsione non ottemperato: sono dunque stati giudicati per direttissima e
sottoposti a una condanna penale, trasformata
non in detenzione, ma in
una sospensione condizionale. Agli altri stranieri
non regolari è stato consegnato un provvedimento
di espulsione da rispettare nelle prossime settimane. «Non possiamo nascondere il nostro disagio
di fronte ad azioni di questo tipo - è stato il commento a caldo del direttore della Caritas, Roberto
Bernasconi -. Siamo consapevoli della necessità di
dare sicurezza e far rispettare le leggi, ma con
il Comune e le forze dell’ordine siamo in continuo
contatto, dialoghiamo, ci
aiutiamo vicendevolmente e, forse, prima di procedere agli sgomberi ci si
potrebbe consigliare una
volta di più, sia perché la
situazione di via Grossi
era nota a tutti da tempo,
sia perché nei cittadini si
crea un senso di paura».
Le venti persone fermate,
per accedere alla struttura che in passato ospitò il
dormitorio invernale - e
che attualmente è anche
sede dell’Ufficio immigrazione del Comune - avevano creato un buco nel
muro, fatto poi chiudere
la mattina stessa dello
sgombero. All’interno dei
locali in disuso, materassi, pagliericci di fortuna,
un po’ di cibo, qualche fornello, alcune valigie. «La
situazione era davvero rischiosa - aggiungono Comune e forze dell’ordine -
perché la presenza delle
bombole di gas e il pericolo dei crolli per il cedimento delle strutture erano
minacce concrete». Due i
problemi messi in evidenza, sempre secondo Bernasconi, dall’operazione
della scorsa settimana.
«Innanzitutto appare evidente che a Como il problema dell’accoglienza dei
senza fissa dimora esiste
per tutto l’anno e non solo
in inverno. Quindi è necessario creare un servizio di “dormitorio” attivo
dodici mesi. Secondo, rischiamo di creare sfiducia
anche in chi vive nel disagio, perché tenderanno
sempre di più a nascondersi e a non chiedere aiuto né a emergere dalla
clandestinità. Serve una
riflessione condivisa per
capire cosa vogliamo fare
su un tema così delicato
come quello dell’accoglienza, sia degli stranieri,
sia degli italiani in difficoltà. È un problema di
fronte al quale la nostra
città non può far finta di
niente: l’attrattiva del
confine e della possibilità
di raggiungere il resto
d’Europa è un richiamo
fortissimo per moltissimi». Il prossimo 17 ottobre, intanto, riprendono a
Como le serate promosse
dalla Caritas accanto ai
senza fissa dimora: «Con
i giovani andiamo a trovarli nei loro alloggi di
fortuna - conclude Bernasconi -: portiamo loro un
po’ di conforto, soprattutto umano, e scopriamo
storie che lasciano senza
parole». Lunedì 19, invece, il vescovo monsignor
Diego Coletti sarà ospite
della circoscrizione dove è
avvenuto lo sgombero.
L’Associazione “Buon vicinato”, impegnata nella
promozione della partecipazione e della formazione dei volontari, dei familiari e degli utenti che soffrono di disagio psichico
organizza un incontro sul
tema: “Vicini nel disagio
mentale”. L’appuntamento, che coinciderà con la
presentazione ufficiale
dell’associazione stessa, è
per sabato 10 ottobre dalle ore 14.30 presso l’Ottagono nel parco comunale di Fino Mornasco. Il
programma prevede l’intervento di don Luca
Bressan della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale su “Volontariato
e crisi della società”; conversazione con don Paolo
Avinio e don Armando
Bernasconi e l’intervento
del dott. Carlo Viganò
(presidente della neonata associazione) sul tema
“Guarire dalla (propria)
malattia mentale”.
ASCOLTO:
PRIMO INCONTRO
L’associazione “Ascolto”
gruppo di cultura propone il primo incontro del
Corso biblico 2009-2010,
che quest’anno sarà dedicato al Vangelo di Matteo.
Il primo incontro è previsto per lunedì 12 ottobre
alle ore 21, presso l’Auditorium del Collegio Gallio (entrata da via Barelli). Titolo della serata:
“Quando, dove e a quale
scopo Matteo ha redatto
il suo Vangelo”
A
CRONACA
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23
Como&territorio
PRESTINO ACCOGLIE IL NUOVO PARROCO
Benvenuto
don Marco!
Don Pessina
è stato acccolto
dalla comunità
parrocchiale
domenica scorsa.
Grande festa
per l’inizio di un
nuovo cammino
di ELIANA RICCI
P
restino, terra di
frontiera. Ci viene spontaneo ripensare alle radici di un quartiere
che, come tutte le zone di
confine, era luogo di passaggio - di merci e di persone. Un aspetto che oggi
sembra riaffiorare con
una certa veemenza…
Era il 9 febbraio 2008
quando la comunità di
Prestino ha accolto don
Sergio Tettamanti e il 13
settembre 2009 quando
l’ha salutato: don Sergio,
infatti, ha deciso di intraprendere un diverso cammino volto ad approfondire la propria vocazione
cristiana e sacerdotale,
aperto alla possibilità di
iniziare una nuova esperienza a servizio della
Foto William
Diocesi. A lui, per averci
accompagnato in questo
breve ma importante pezzo di strada, vanno l’affetto e i ringraziamenti di
tutti i prestinesi che, divenuti ormai esperti nell’organizzazione delle cerimonie di ingresso dei
nuovi parroci, domenica 4
ottobre hanno dato il benvenuto a don Marco
Pessina, classe 1959, che
ha lasciato le parrocchie
delle Valli Varesine per
entrare nella nostra comunità. Un giorno importante nella nostra tradizione, il 4 ottobre, nel quale ricordiamo il patrono,
S. Francesco: oltre a dare
ogni anno il via alle attività parrocchiali, ricordiamo che lo stesso giorno del 1966 ha visto
l’inaugurazione dell’asilo
di Prestino, gestito per
alcuni anni dalla parrocchia e, soprattutto, il 4 ottobre 1970, con la benedizione della prima pietra,
si apriva il cantiere del
complesso edilizio che sarebbe stato la sede definitiva della nuova chiesa:
siamo quindi partiti con
il piede giusto!
La cerimonia di ingresso si è svolta in una bellissima giornata che di
autunnale aveva solo il
mese, e qualche foglia
giallo-oro che richiamava
gli addobbi del sagrato:
accompagnati da mons.
Angelo Riva, che ha fatto
gli onori di casa, i rappresentati del Consiglio pastorale parrocchiale, Marcello e Giovanna, hanno
presentato a don Marco la
comunità e, dopo il saluto delle autorità, si è svolta una bella e sentita celebrazione, “partecipata”
con il canto, la liturgia,
l’emozione di ascoltare la
prima omelia del nuovo
parroco; altrettanto partecipati i festeggiamenti
più “laici” e goderecci che
sono seguiti nel tendone
appositamente montato e
arricchito da un variopinto rinfresco!
E ora, per Prestino, è
tempo di rimettersi in
moto, con un occhio al
passato e uno al futuro,
con la consapevolezza di
quanto è stato fatto e la
curiosità per i cambiamenti che verranno. Benvenuto don Marco!
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
L’ACCOGLIENZA SABATO 3 OTTOBRE
Don Natalino
a Rovellasca!
Grande festa per l’arrivo
del nuovo sacerdote
di ELENA CLERICI
S
abato 3 ottobre
don Natalino Pedrana ha preso
possesso della
parrocchia di Ro-
vellasca.
La comunità lo ha accolto alle 16.00 sul piazzale
della chiesa di Santa Marta, ove è avvenuto il saluto delle autorità civili ed
il primo scambio di doni.
Il neoparroco ha regalato
al sindaco Sergio Zauli
delle stelle alpine portate
dai suoi monti, per “camminare insieme - ha detto
-. Le stelle alpine si incontrano a metà del cammino, quando si sta facendo
molta fatica. Ma bisogna
poi puntare alla cima, che
è nostro Signore”. Il primo
cittadino da parte sua, gli
ha descritto Rovellasca come un paese operoso e disponibile alla collaborazione, ed ha fatto dono a
don Natalino di un libro
sulla storia del paese, “per
camminare su basi solide”.
Nel piazzale spiccavano le
magliette con la scritta
“fratello” e “sorella”: i grosini, giunti numerosissimi
dall’Alta Valle per accompagnare con il loro affetto
don Natalino in questa
nuova tappa del suo cammino sacerdotale.
Poi in corteo si è raggiunta la vicina chiesa
parrocchiale; Vittorio Cattaneo, a nome della parrocchia - che ha presentato come un luogo in cui si
ha cura speciale dei giovani, i gruppi famiglia rappresentano un patrimonio prezioso, e la festa
del Crocifisso è momento
forte di fede - ha chiesto
al nuovo parroco di aiutare la comunità ad essere
ciò che il Signore vuole, e
a crescere nella dimensione della preghiera, già coltivata dal suo predecessore don Roberto Pandolfi.
“La vostra comunità accoglie un sacerdote entusiasta - ha detto ai rovellaschesi il delegato del vescovo don Vittorio Bianchi,
presentandolo brevemente al popolo riunito durante il rito della presa di possesso -. La gioia che lui
esprime ha le fondamenta in Alto”.
Poi la Santa Messa, con
molti sacerdoti stretti in
comunione fraterna attorno all’altare: i due vicari
foranei don Vittorio e don
Pierino, il vicario don Alberto, don Adriano di Manera e un frate dei Minori
di Cermenate, don Luigi
parroco a Rovellasca per
molti anni, i compagni di
messa don Marco e don
Claudio, lo zio don Valerio,
don Giovanni di Abbadia,
don Ernesto parroco uscente di Grosio. Nell’omelia don Natalino ha
espresso gratitudine alla
sua nuova comunità per
“la splendida accoglienza”
e soprattutto a Dio che attraverso “una fraternità
così luminosa ci fa vivere
il centuplo”. “Quello che
sono io - ha detto poi all’assemblea riunita - è l’insieme di tanti incontri:
Livigno, Abbadia, Ardenno, Biolo, Grosio. Vengo a
portarvi la bellezza che ho
raccolto. Ci sono tutti dentro di me. Li porto come
ricchezza nella fede”. E,
riprendendo la liturgia
della Parola domenicale,
ha spiegato che “il Non è
bene che l’uomo sia solo
della Genesi vale anche
per il prete con la sua comunità: questo che sto
vivendo oggi con voi è un
matrimonio. Certo l’amarsi reciproco richiede un
corrispondersi. C’è un po’
di sofferenza. E occorre
sincerità e capacità di perdonarsi. Ma vi giuro - ha
concluso - che vi amerò fin
quando il Vescovo dirà basta!”.
Dopo la celebrazione,
rinfresco presso l’oratorio
maschile e prime strette di
mano. In serata poi l’oratorio ha festeggiato il nuovo prevosto ripresentando
il musical “Grease” presso
il Palaburghè; ed anche i
giovani di Grosio hanno
dedicato al loro don un
saluto commosso con un
pezzo musicale, testo originale sulle note di Domani.
I festeggiamenti sono
continuati domenica 4 ottobre, giornata di apertura dell’oratorio e di inizio
delle attività pastorali;
nell’omelia don Natalino,
richiamando il Piano Pastorale del Vescovo, ha sottolineato la centralità della famiglia nell’educazione alla fede: “E’ Gesù che
ci prega di far venire i
bambini a Lui”. Poi c’è stato il pranzo presso l’oratorio, e al pomeriggio animazione per ragazzi e bambini alla quale ha preso
parte attiva anche il nuovo don.
Lunedì alle 15.00 la
Santa Messa al cimitero in
memoria dei defunti.
“IL VANGELO DI LUCA, CANTO DELLA MISERICORDIA DI DIO” CON L’AC PREALPI
L’Azione Cattolica della zona Prealpi, in collaborazione con il Consiglio Pastorale zonale, propone la seconda edizione del Percorso Biblico “Il volto di Dio
nella Parola di Dio”, un cammino di riflessione e formazione sulla Parola.
Relatore autorevole e molto apprezzato nell’edizione precedente, sarà don Ivan Salvadori, docente di Dogmatica presso il Seminario Vescovile di Como e
Assistente Adulti di AC.
Lo scorso anno il percorso ha proposto un cammino di avvicinamento alla Parola, nel tentativo di capire perché la Bibbia non è un libro come gli altri, ma è
attestazione, fedelmente trasmessa dalla Chiesa nel corso dei secoli, della Rivelazione che Dio ha fatto di se stesso e che si trova al centro della fede cristiana.
Scopo primario del percorso 2009 /2010 sarà quello di accostare nella fede la Scrittura attraverso la lettura del Vangelo di Luca, con uno sguardo più ampio
all’intera “opera lucana” (Vangelo e Atti).
Finalità ultima e irrinunciabile sarà però l’invito, rivolto soprattutto al mondo laicale, ad accostare direttamente il testo evangelico, permettendo quindi alla
Parola di Dio di raggiungere la sua destinazione : l’uomo, nella fattispecie il credente.
La proposta vuole quindi offrire una significativa opportunità di formazione a quanti hanno il desiderio di conoscere la Scrittura e di gustarne la capacità di
dare senso alla vita.
Inizio del percorso: lunedì 12 ottobre 2009
Prossimi appuntamenti: 9 novembre, 14 dicembre, 11 gennaio 2010,
8 febbraio, 8 marzo, 12 aprile, 3 maggio.
Gli incontri si terranno a Olgiate Comasco, presso il teatro Aurora, con inizio alle ore 21.00.
Informazioni presso la sede di A.C: tel. 031 265181, [email protected].
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Lago&Valli
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
COMUNITÀ FRANCESCANA DI DONGO
Sessanta e
settant’anni
di professione
religiosa
a Comunità Francescana di Dongo
ha festeggiato domenica scorsa, 4
ottobre, la solennità del santo serafico fondatore Francesco. Quest’anno la solenne ricorrenza è stata resa ancora
più speciale per la celebrazione, nella Santa
Messa solenne delle ore
18.00, del 60° di professione religiosa di fra’ Benedetto Mauri e del 70° di
fra’ Carmelo Confalonieri.
“… in qualunque maniera vi sembra meglio di
piacere al Signore Dio e
di seguire le sue orme e
la sua povertà, fatelo con
la benedizione del Signore e con la mia obbedienza…”. Con queste bellissime parole, tratte dalla
lettera di san Francesco
a frate Leone, sono stati
presentati questi due religiosi che hanno veramente interpretato in ogni ideale la vita del poverello
L
Le ricorrenze,
di fra’ Benedetto
Mauri e del 70°
di fra’ Carmelo
Confalonieri, sono
state celebrate
in occasione
della solennità
di san Francesco,
la scorsa
domenica
4 ottobre
di ROCCO PONCIA
di Assisi e dedicato la propria abbandonandosi ad
una fede vera e sincera
con una semplicità disarmante che a volte lascia
stupiti. La celebrazione
vespertina ha visto, nel
santuario, oltre alla tantissima gente che ha vo-
luto essere vicina ai due
simpatici frati, anche la
presenza delle associazioni di Dongo. Oltre alla famiglia francescana del
santuario, la Santa Messa, presieduta da padre
Fabio Illuminato Colombo, è stata concelebrata
anche dall’arciprete di
Dongo, don Francesco
Saccomani, dal prevosto
di Musso, don Giampaolo
Cozzi che, a nome del clero della zona, hanno voluto far dono ai festeggiati della particolare benedizione apostolica di papa
Benedetto XVI scritta su
preziose pergamene. La
serata è proseguita con
un ricco buffet nello stupendo refettorio del convento. Un momento festoso, ma comunque ricco di
significato e di insegnamento. Grazie fra’ Benedetto per il tuo gioioso sorriso con il quale sai accogliere ogni persona che
incrocia il tuo sguardo,
per la tua semplicità che
ti rende unico, per la tua
vogliosa dinamicità con la
quale, anche se non più
giovanissimo, sai sempre
travolgere e coinvolgere
chi ti è vicino. Grazie per
le belle parole che sai
sempre dire ad ogni persona che ti si avvicina
mettendo in primo piano
la Madonna, la fede e l’essere sempre pienamente
fiduciosi in Colui che ci ha
donato la vita. Parole che
non escono solo dalla bocca, ma dai tuoi occhi lucidi, sinceri e dal tuo cuore
immenso. Grazie anche a
te fra’ Carmelo che, finchè
la salute te lo ha permesso, hai sempre corso su e
giù per la nostra zona Tre
Pievi, per poter dare una
mano ai tuoi amici sacerdoti; sempre zelante peni-
tenziere sia in santuario
che fuori. Grazie per averci insegnato che tante volte è proprio nel silenzio e
nella preghiera che riusciamo a ritrovare noi
stessi. Non per ultimi, un
grazie di vero cuore a tutti voi cari frati che avete
sempre fatto parte della
vita di ognuno di noi con
la vostra presenza sicura
e costante. Grazie a te, o
serafico san Francesco,
che ce li hai donati. Con
loro noi tutti ci uniamo a
te con la tua preghiera di
ringraziamento a Dio: “Tu
sei santo, Signore, solo
Dio, che compi meraviglie.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei Altissimo, Tu
sei onnipotente, Tu, Padre
santo, re del cielo e della
terra. Tu sei trino ed uno,
Signore Dio degli dèi, Tu
sei il bene, ogni bene, il
sommo bene, il Signore
Dio vivo e vero. Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza, Tu sei umiltà, Tu
sei pazienza, Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, Tu
sei quiete. Tu sei gaudio
e letizia, Tu sei la nostra
speranza, Tu sei giustizia
e temperanza, Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza. Tu sei bellezza,
Tu sei mansuetudine. Tu
sei protettore, Tu sei custode e difensore, Tu sei
fortezza, Tu sei rifugio. Tu
sei la nostra speranza, Tu
sei la nostra fede, Tu sei
la nostra carità, Tu sei
tutta la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile
Signore, Dio onnipotente,
misericordioso Salvatore”.
VALLE INTELVI
Madonna del Rosario:
con il Vescovo in processione
L
arrivo di mons.
Coletti in Valle,
inoccasione della
sua Visita Pastorale, e la sua
partecipazione alla processione della nostra Madonna del Rosario, ha risvegliato un po’ tutti da
quella specie di apatia
antica che subentrava in
questi primi giorni d’autunno. Per la Valle la festa della Madonna del Rosario chiudeva e chiude
definitivamente la stagione estiva. Si chiudevano
la grandi ville padronali,
si incominciava la raccolta dei campi, si sentiva
nell’aria quello scampanellio delle prime mandrie che lasciavano gli alpeggi .
Evento sintetizzato
bene nel vecchio adagio:
“A la matina dii munt vegn giò una nebbiolina che incoo l’à emò rugiadama che duman l’è brina.
Ecco la festa della Madonna del Rosario: era
l’ultimo incontro, con tanto di tradizioni da rispettare, del grosso lavoro di
preparazione prima che
arrivasse la brutta stagio-
’
ne.
I capponi più belli, i
funghi più saporiti e freschi, i salumi più prelibati, le torte elaborate e gustose facevano bella mostra di sé in chiesa per
essere messi all’incanto
per i bisogni della comunità alla fine della processione. Gli ospiti che venivano dai paesi vicini facevano a gara per accaparrarsi il cesto che la padrona di casa aveva donato alla chiesa, per offrirglielo quale ringraziamento dell’ospitalità.
Le massaie adocchiavano e si contendevano gli
animali più belli, per poi
allevarli e migliorare così
la razza delle galline e dei
conigli.
La lunga processione
che ancora si snoda per le
vie del paese, toccando le
frazioni, aveva un suo modo di procedere da tradizione antica: tutto era regolato dai confratelli, che
noi chiamavamo i bastunee, perché portavano un
lungo bastone dorato che
ricordava quello dei pastori ed era così composta:
davanti, rigorosamente il
piccolo crocifisso seicentesco portato a turno dai
piccoli, fino a pochi anni
fa quando c’erano le suore, per primi passavano i
piccoli dell’asilo con il loro
baschetto e la mantellina
blu, poi i ragazzi delle
scuole, lo stendardo azzurro bellissimo della
Madonna Immacolata
portato e seguito dalle ragazze con il velo bianco,
dietro a queste lo stendardo della Madonna del Rosario delle consorelle del
rosario (ora incorniciato e
appeso su una parete della chiesa parrocchiale,
grazie a don Paolo che ha
capito il valore affettivo e
tradizionale di questo
stendardo), il corpo musicale in alta uniforme e poi
tutto il clero, dai chierichetti, i confratelli, i parroci ospiti e fino a poco
tempo fa anche l’arciprete. Il simulacro della Madonna era coperto di catenine e bracciali d’oro
che rappresentavano il
sacrificio volontario di
tante spose e madri che
con questo gesto raccomandavano i loro cari alla
protezione di Maria. In
principio del secolo (mi
raccontava un’anziana) i
giovani del paese che si
sposavano lontano si premunivano di inviare a casa il velo della sposa che
veniva attaccato al trono
della Madonna quale simbolo di una presenza affettiva. Subito dietro al
trono sfilavano gli sposi
dell’anno, poi il sindaco e
i consiglieri comunali e
poi tutta la folla.
Le strade, le finestre e i
balconi erano addobbati
da lenzuola, coperte preziose e fiori; in mezzo alla
processione le piccole della prima comunione vestite di bianco spargevano i
petali degli ultimi fiori
della stagione.
Il giorno dopo, lavori in
corso in tutte le case. Si
riponevano le lenzuola, si
doveva fare il bucato della grandi tovaglie che erano servite per gli ospiti,
ressa ai lavatoi, si riponevano le ghirlande per la
prossima occasione.
E la vita di lavoro ricominciava: le ultime patate da dissotterrare, i bastoni di fagioli da mettere al coperto (si sarebbe-
Foto Andrea Priori
ro sgranati vicino al fuoco la sera), la raccolta delle castagne e infine, quando le foglie sarebbero cadute, il taglio e la raccolta della legna per la primavera.
E’ la sera dell’anno, malinconica come la strada
del tramonto, ma dolce
per chi è consapevole di
aver lavorato bene e ora
ne raccoglie i frutti. Così
è cominciato anche quest’anno “L’utubri utubrellla cà cum’è un stabiel-la
boca cum’è un purcel.
RINA CARMINATI FRANCHI
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Lago&Valli
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
DAL 9 AL 12 OTTOBRE
Moltrasio in festa
per le reliquie
dei santi
N
el paese di Moltrasio è ancora
molto sentita la
venerazione
per le reliquie
dei Santi Martiri Sergio,
Desiderio, Ciriaco, Felice,
Terenzio e Silvano, conservate nella chiesa parrocchiale di San Martino
da 350 anni. Nunziatina
Ena, per anni maestra del
paese e appassionata ricercatrice di storia locale,
per festeggiare questa ricorrenza, ha compiuto
un’accurata ricerca nell’archivio della chiesa
parrocchiale, trovando
importanti documenti che
attestano l’autenticità
delle reliquie, ne raccontano la storia del loro arrivo sul Lario e descrivono minutamente le operazioni di verifica, svolte in
diversi momenti storici
(nel 1659, nel 1683, nel
1754, nel 1770 e l’ultima
nel 1895).
Nunziatina Ena ci spiega il risultato delle sue ricerche: «Il primo documento in ordine di tempo
che abbiamo trovato, è datato mercoledì 8 ottobre
1659. Questo documento
attesta: “Il molto reverendo sacerdote don Bernardino Stoppani, parroco di
Moltrasio, pieve di Zezio,
diocesi di Como, si recò al
palazzo episcopale di Como dall’illustrissimo signor Francesco Thei, canonico della cattedrale di
Como, vicario generale
(per le questioni spirituali
e temporali) di Lazzaro
Carafino, vescovo della
diocesi di Como, portando con sé una cassetta di
legno, sigillata, nella quale erano state riposte alcune sacre reliquie che
aveva avuto in dono a Roma il 12 settembre 1659
dal reverendissimo Ambrogio Landuccio, vescovo
Porfiriense il quale, a sua
volta, le aveva prelevate
dal cimitero (catacombe)
di Pretestato. Don Bernardino Stoppani richiedeva al vicario generale di
togliere i sigilli, aprire la
cassetta, fare la ricognizione delle sacre reliquie
lì conservate e di poterle
collocare all’interno della
chiesa parrocchiale di
San Martino per esporle
alla venerazione dei fedeli, secondo le prescrizioni
avute per lettera a Roma.
Il vicario generale, signor
Francesco Thei, lette le
prescrizioni ed il documento di riconoscimento
firmato dal notaio vescovile, signor Giovanni Angelo Magatti (1659), per
acconsentire alla richiesta di don Stoppani, aprì
la cassetta, che era legata con una sottile corda e
munita del sigillo del vescovo, trovò le sacre reliquie dei Santi Martiri:
Quest’anno
l’evento sarà
celebrato
con maggiore
intensità perchè
ricorre
il 350° anno
di conservazione
nella chiesa
parrocchiale
PROGRAMMA
Quest’anno la festa sarà celebrata con maggiore
intensità in occasione del 350° anno di conservazione nella chiesa parrocchiale. Ecco il programma:
venerdì 9 ottobre
inizio del triduo; ore 20.30, solenne esposizione
delle reliquie - S. Messa;
sabato 10 ottobre
ore 10.00 e ore 18.00 SS. Messe;
domenica 11 ottobre
ore 11.00, S. Messa solenne con la partecipazione
di tutti i gruppi parrocchiali e con la comunità;
ore 15.00, Vespri e processione con le reliquie per
le vie del paese;
lunedì 12 ottobre
ore 20.30, S. Messa e reposizione delle reliquie.
Sergio, Desiderio, Ciriaco,
Felice, Terenzio e Silvano
avvolte in un foglio di carta bianca con la iscrizione dei loro nomi. Visto
quanto bastava per l’identificazione, il reverendo
vicario generale le riconobbe ufficialmente e concesse che le reliquie fossero in perpetuo collocate nella chiesa parrocchiale di Moltrasio e fossero esposte pubblicamente alla venerazione
dei fedeli, così com’era
stato stabilito dal
Concilio di Trento.
Si autorizzava, inoltre, il parroco di
Moltrasio ad estrarre le reliquie, riporle nei reliquiari e
portarle processionalmente accompagnate da numerosi sacerdoti con ceri accesi e da confratelli con cappa: il tutto con il decoro
che richiedeva tal ministero; si proibivano spari
di mortaretti o altro che
potesse disturbare la funzione”».
Nel secondo documento,
datato 21 aprile 1683, si
testimonia invece la ricognizione delle reliquie da
parte del vicario generale della diocesi di Como,
mons. Giovanni Battista
Gelpi e il cancelliere episcopale Francesco Maria
Rusca. In quell’occasione
i sacri resti furono di nuovo tolti dalla cassetta e sistemati “in due reliquiari
a forma di urna ed in
quattro altri reliquiari intagliati con fiori e finiti in
oro. Tutti i reliquiari furono sigillati con dei chiavistelli a cui era stato apposto il sigillo del suddetto parroco, cosicché non
fosse più possibile aprirli
senza romperli”. I sei reliquiari sono opere pregevoli d’intaglio, ammirati
anche all’Esposizione Voltiana d’Arte Sacra nel
1899.
Continua Nunziatina
Ena: «Nel terzo documento, datato 1754, si legge
che don Pietro Antonio
Corti, parroco della chiesa parrocchiale di San
Martino in Moltrasio, viene delegato, il 30 aprile
1754, a riaprire i reliquiari, visto “l’urgente bisogno
di purgare dalla polverosa antichità” le reliquie
dei Santi Martiri. Tutta la
procedura si concludeva
lunedì, 5 agosto 1754.
Un’ulteriore documento
attesta come le sacre reliquie siano state viste,
riconosciute, e le urne poi
sigillate in cera rossa ispanica, dal vicario generale Giambattista Aureggi e dal procancelliere episcopale Carlo Giovanni
Feloi nel palazzo vescovile di Como il 9 ottobre
1770. L’ultima ricognizione delle reliquie fu effettuata il 18 aprile 1895,
quando era vescovo di Como mons. Andrea Ferrari.
Per una più esatta comprensione dei documenti
siamo ricorsi alla consulenza tecnica di don Mas-
simo Rossi e di Elisabetta Canobbio, rispettivamente direttore e archivista del
Centro Studi Nicolò
Rusca di Como ai
quali va la più viva riconoscenza della parrocchia di Moltrasio».
Le reliquie dei Santi Martiri, assieme a
quelle della Sacra
Spina, ancora oggi
vengono esposte la seconda domenica di ottobre, per essere venerate durante un triduo che termina con
la solenne processione. Le celebrazioni
hanno una particolare importanza. Nei
giorni precedenti alcuni uomini allestiscono nel presbiterio
due rampe che salgono sui due lati e vanno a unirsi sopra il tabernacolo dell’altare
maggiore. Lungo le
rampe, da un lato e
dall’altro, vengono esposte le reliquie dei Martiri, con al centro quella
della Sacra Spina; i fedeli salendo i gradini, possono rendere loro omaggio.
S.F.
CRONACA
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ValliVaresine
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
VARESE A INIZIO SETTIMANA HA COINVOLTO PREFETTURA, ASL E PROVINCIA
Firmato l’accordo sulla sicurezza
P
rovincia di Varese, Asl e Prefettura mettono in
campo una squadra per affrontare le emergenze territoriali, ambientali e pandemiche. È stato firmato lo
scorso 6 ottobre l’Accordo
di collaborazione tra Provincia di Varese, Azienda
sanitaria locale e Prefettura, che prevede una piano strategico d’intervento in situazioni di emergenza territoriale, ambientale e pandemica con
protagonisti i volontari
della Protezione civile
della Provincia di Varese.
Alla conferenza stampa
era presente l’Assessore
provinciale a Sicurezza e
Protezione civile Rienzo
Azzi; il direttore dell’Asl
di Varese Pierluigi Zeli; e
il Prefetto di Varese Simo-
taria, ma in modo particolare per tutte quelle situazioni di corollario che
si possono venire a creare. Al progetto aderiranno oltre 200 volontari di
Protezione civile, i quali
verranno debitamente
formati».
netta Vaccari e il Presidente della Commissione
Sicurezza e Protezione civile Elena Sartorio.
«Questo accordo raffor-
za ancor di più la sinergia
con le istituzioni coinvolte al pari della Provincia
di Varese – ha dichiarato
l’assessore Rienzo Azzi –.
Il nostro compito sarà
quello di predisporre un
nucleo in grado di dare
risposte concrete in casi
di emergenza, anche sani-
LA SCORSA SETTIMANA TANTI I PARTECIPANTI DELLA COMUNITÀ
Cittiglio pellegrina a Gallivaggio
G
iusto un anno
fa, il 10 ottobre
2008, la parrocchia di Cittiglio si era radunata in località “Campet” – posta lungo la strada che collega le frazioni
di San Biagio e Vignola –
per un momento di preghiera in occasione della
benedizione di una statua
dedicata alla Madonna
della Misericordia, realizzata in terra cotta dallo
scultore Leo Priori che risiede proprio a pochi metri dal luogo. Quest’anno,
la comunità di Cittiglio
ha voluto ricordare l’avvenimento e compiere un
pellegrinaggio al santuario di Gallivaggio in Valle
Spluga (So) ove, dal 10
ottobre 1492, data dell’apparizione della Vergine a
due giovinette, si venera
Maria proprio con il titolo di Madre della Misericordia. Una bella giornata di sole ha fatto da cornice al pellegrinaggio, che
ha avuto il suo culmine
nella S. Messa celebrata
da don Giuseppe Cola in
santuario. La giornata è
poi proseguita con il pranzo in un crotto tipico di
Chiavenna e si è conclusa nel tardo pomeriggio
con la visita alla cittadina e ai suoi tesori di arte
sacra: il battistero ed il
museo del tesoro, ove, grazie alla disponibilità e
alle chiare spiegazioni dei
due custodi presenti, il
gruppo ha potuto ammirare e capire il significa-
CORSO VOLONTARI CARITAS
Prende il via venerdì 9 ottobre un corso di formazione base per volontari
Caritas che desiderano collaborare con il Centro di Ascolto, da alcuni anni
attivo in zona. Il primo incontro, programmato per le ore 20.45, si svolgerà,
infatti, presso la sede del Centro di Ascolto in via Dante, 9 a Cunardo, gli altri
incontri saranno, invece, itineranti nelle parrocchie della zona. Per informazioni e per comunicare la partecipazione è opportuno chiamare gli organizzatori al n. 0332-994132 il mercoledì dalle ore 15 alle 18 e il venerdì dalle ore 9
alle 12. Il programma completo del corso è il seguente:
- venerdì 9 ottobre a Cunardo, via Dante, 9: introduzione di Isa e Pinuccia
sulla necessità di un secondo Centro d’Ascolto in zona. Relatori Roberto
Bernasconi, direttore Caritas diocesana sul tema Aspetto caritativo del
volontariato; Luigi Nalesso su Le motivazioni del volontariato;
- venerdì 23 ottobre, a Cuveglio, in parrocchia: relazione di Luigi Nalesso
sul tema La relazione di aiuto e le tecniche dell’ascolto;
- venerdì 13 novembre, a Ponte Tresa, in oratorio: relazione del dott. Luigi
Pala sul tema Lavori di gruppo sulla sintesi degli incontri 1 e 2;
- venerdì 27 novembre, a Cittiglio, in oratorio: relazione di Sara Spadaccini
(assistente sociale) sul tema Volontariato e servizi: il lavoro di rete. Nella serata, testimonianza di una suora della Carità;
- venerdì 11 dicembre, a Cuveglio, in parrocchia: relazione del dott. Luigi
Pala sul tema Restituzione. Al termine, conclusione a cura di don Francesco
Donghi, responsabile del Centro d’Ascolto.
A.C.
to dei beni custoditi, primo fra tutti la famosa
“Pace di Chiavenna” che
è stata illustrata in tutti
i suoi particolari, con soddisfazione da parte di tutti i partecipanti.
NOTIZIE
IN BREVE
MOMENTI
IN AGENDA
RACCOLTA
DELL’USATO
Sabato 10 ottobre, in Valcuvia e in Valmarchirolo si
svolgerà, con qualunque
condizione atmosferica, la
consueta raccolta dell’usato (vestiario, biancheria,
scarpe, coperte, borse, materassi di lana), organizzata dalla Commissione missionaria zonale, a favore e
sostegno di numerose attività missionarie nel mondo. Punti di raccolta del
materiale sono a Gemonio
(piazzale scuole elementari), Cassano Valcuvia (casa
parrocchiale) e Cadegliano
(casa parrocchiale). Gli organizzatori raccomandano
di introdurre nei sacchi
Lo spirito dell’iniziativa
è stato spiegato dal Prefetto di Varese Simonetta
Vaccari: «Vorrei innanzi
tutto sottolineare il metodo condiviso di lavoro che
ci ha permesso di realizzare questo progetto in
tempi ridotti. Questa iniziativa è tesa a limitare
un certo allarmismo e finalizzata a dare ai volontari coinvolti i mezzi per
comunicare e veicolare le
informazioni necessarie
ai cittadini in caso di
emergenza».
Anche il direttore Asl
Pierluigi Zeli ha sottolineato «la grande intesa in
fase di progettazione e la
capacità operativa nel
tradurre le idee in iniziative concrete. In particolare, oltre alla formazione dei volontari, abbiamo
organizzato una serie di
punti di informazione sul
territorio provinciale per
il mese di ottobre».
Il Presidente della Commissione provinciale Sicurezza e Protezione civile ha poi spiegato che «i
volontari, i quali hanno
dimostrato anche recentemente la capacità di
muoversi su scenari d’emergenza, ora potranno
avere uno strumento in
più anche sotto il profilo
della comunicazione e
dell’informazione diretta
ai cittadini».
ANCHE A BRENTA
FESTA PER
DON DOMENICO CLIVIO
Già il “Settimanale” ha ricordato i sessant’anni
di sacerdozio di don Domenico Clivio; non può
certo ignorare il festeggiamento che si è fatto domenica scorsa presso il santuario di San Quirico
a Brenta, località valcuviana dove il nostro sacerdote ha svolto il suo apostolato per trentun
anni. Erano molte le persone che sono salite al
colle mariano per incontrare eucaristicamente e
per poi festeggiare nel parco questo bell’anniversario. Il santuario era gremito per la Santa Messa e don Paolo, l’attuale parroco ha salutato don
Domenico a nome di tutta la comunità, e ha esplicato in modo molto sentito di come la figura dell’anziano confratello sia presente ancora nel ricordo di molti brentesi e di quanto il paese gli
appartenga spiritualmente ancora oggi. Don
Domenico, con evidente emozione, ha ringraziato tutti i presenti accorsi in questo santuario
dedicato alla Madonna delle Grazie a lui tanto
caro. Ha ricordato il lavoro svolto assieme all’oratorio, agli amici di S. Quirico, alle consorelle, agli
alpini, alla Amministrazione civile e alle
tante persone, molte ormai scomparse. Tutto per
il bene della comunità e della Chiesa. Nell’omelia ha ribadito il dono preziosissimo del sacerdozio e del matrimonio religioso e del ruolo difficile
e importantissimo svolto dal parroco in una società dove il valore cristiano si sta oscurando.
Don Paolo ha fatto dono a don Domenico di
un prezioso calice, segno di riconoscimento e di
gratitudine dei brentesi. Gli alpini hanno ricordato i suoi anni trascorsi in perfetta collaborazione offrendogli una targa ricordo. Il sindaco ha
sottolineato l’antica amicizia che lo lega al nostro festeggiato e lo ha ringraziato a nome di
tutta la cittadinanza. Il bravissimo coro
parrocchiale ha accompagnato la commovente
funzione. Poi, tutti a festeggiare don Domenico
con un rinfresco nel bel parco di San Quirico.
SERGIO TODESCHINI
solamente roba ancora in
buono stato (e non da macero) al fine di poter riutilizzare al meglio quanto
raccolto. I sacchi potranno
essere portati direttamente al centro di raccolta più
vicino o posti fuori dalle
case entro le ore 10.00 di
sabato 10 ottobre.
PELLEGRINAGGIO
VOCAZIONALE
Riprende col mese di ottobre l’appuntamento con il
pellegrinaggio vocazionale
di zona ogni terzo sabato
del mese. “Con Maria preghiamo il padrone della
messe …” è anche per quest’anno l’invito che viene
fatto alle comunità della
Valcuvia e Valmarchirolo
perché si ritrovino alle ore
7.00 alla cappellina di S.
Teresa sulla strada tra
Canonica e Cavona per iniziare la recita del Rosario
che si concluderà, come di
consueto, con la celebrazione della S. Messa alle ore
7.30 nella Santa Casa di
Cavona. Anche per quest’anno ogni appuntamento verrà animato da un diverso gruppo ecclesiale o
parrocchiale. Il primo appuntamento è dunque per
le ore 7.00 di sabato 17 ottobre con l’animazione proposta da don Gian Battista
Binda, delegato per le vocazioni in zona.
A.C.
P A G I N A
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Sondrio
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
SONDRIO L’INCONTRO HA PERMESSO DI TRACCIARE UNA FOTOGRAFIA DEL TERRITORIO
Un patto per la salute mentale
L
a “Conferenza territoriale per la salute mentale: il
patto triennale
2009-2011”, promossa dall’Asl nella sala
Melazzini a Sondrio ha
visto riuniti martedì 29
settembre, alla presenza dei Direttori Generali dell’Asl Luigi Gianola
e dell’Aovv Marco Votta
e del Prefetto Chiara
Marolla, i rappresentanti delle istituzioni, i responsabili dei servizi psichiatrici e della neuropsichiatria infantile, i
medici e i pediatri di
base, i rappresentanti
della cooperazione sociale, del volontariato e delle associazioni dei familiari. Dapprima è stata
proposta l’analisi dei
dati e la fotografia
dell’esistente, da cui è
risultato che nell’ultimo
quinquennio in provincia di Sondrio il volume
delle prestazioni psichiatriche è significativamente aumentato: più
27% di visite psichiatriche e più 17 % di pazienti; tra le persone in carico ai servizi ambulatoriali prevalgono i maschi
celibi (58%) e le donne
coniugate (49% ); nelle
diagnosi le sindromi affettive (40,1%) prevalgono rispetto alle schizofreniche (18,3%). En-
trando nel dettaglio, rispetto a una media provinciale di 227 persone
ogni 10.000 che fruiscono dei servizi ambulatoriali, si è visto che
307 appartengono al distretto di Bormio, 267 a
quello di Tirano, 176 a
quello di Sondrio, 204 a
quello di Morbegno e 263
a quello di Chiavenna. In
provincia l’offerta di posti di residenzialità
psichiatrica è sovradimensionata rispetto agli
standard regionali, ma
adeguata alla conformazione territoriale: i posti
SPDC (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura
per la prima accoglienza di fronte a una crisi
acuta) sono uno ogni
7000 abitanti (in regione
1 ogni 9700), le strutture residenziali pubbliche
una ogni 1634 (in regione 1 ogni 5100), i posti
di semiresidenzialità
uno ogni 2055 abitanti
(in regione 1 ogni 8000).
Nettamente insufficienti le risorse assegnate
alla neuropsichiatria
infantile, che dal 2004
al 2008 ha visto crescere del 18% il numero dei
pazienti e del 14% il volume delle prestazioni.
La fragilità dell’organizzazione rende spesso impossibile rispondere al
fabbisogno dell’utenza
così distribuita sul territorio: 515 persone nel
distretto di Sondrio, 442
in quello di Chiavenna,
401 in quello di Morbegno, 228 in quello di Tirano e 204 in quello di
Bormio. Tra l’altro, l’organizzazione del servizio
è più complessa, perché
oltre al settore specialistico implica la connessione sistemica e fondamentale col pediatra di
base, la famiglia, la scuola, il tribunale dei mino-
CON «LA NAVICELLA»
PER COSTRUIRE UNA SCUOLA A MUYEYE
Da anni Navicella di Morbegno aderisce al Movimento Parole Ritrovate, facendosi promotrice in provincia di eventi culturali e ricreativi e
partecipando ad eventi nazionali ed internazionali. Nel biennio 20092010, dopo aver partecipato alle esperienze internazionali di “Oceano
Dentro” e “Quel treno speciale per Pechino”, ha deciso di partecipare anche al terzo evento internazionale che il Movimento insieme a molte
realtà italiane intende realizzare, “Fare assieme la nostra scuola a
Muyeye (Kenia)”. Poiché il progetto prevede sia un contributo economico per la costruzione della scuola, sia il costo del viaggio soggiorno per
due utenti dei servizi del nostro territorio che saranno accompagnati da
un volontario e da un operatore (la spesa complessiva è di 3500 euro),
oltre a un’adesione ideale, è gradito anche un sostegno economico. «Nel
2009 abbiamo scelto di impegnarci concretamente in un progetto di cooperazione internazionale – ci spiega Enrico Del Barba, presidente di
Navicella – Anche in questo caso l’idea di fondo che ci ha spinto ad aderire è quella di veicolare verso il mondo della salute mentale un’attenzione positiva per contrastare lo stigma e i tanti pregiudizi che ancora resistono. Un gruppo numeroso di utenti, familiari, operatori e cittadini della salute mentale di tutta Italia si impegna fattivamente, sia a livello di
contribuzione economica che di presenza personale, in questo progetto
di cooperazione internazionale per la costruzione di una scuola. Come
sempre, il messaggio che vogliamo dare è che la follia non è solo o soprattutto dolore, sconfitta, pericolosità, incomprensibilità, solitudine, ma
può servire a rendere più vivibile e più giusto il pianeta, fa bene all’albero della vita. I rapporti che si stabiliranno tra le persone che si recheranno nel villaggio di Muyeye nei 5-6 mesi necessari alla costruzione della
scuola sono destinati a protrarsi nel tempo per dar vita a un rapporto
stabile con gli abitanti del villaggio anche in prospettiva di ulteriori iniziative». L’Associazione di volontariato Itake realizzerà la costruzione
della scuola che sarà dotata di laboratori di sartoria, lavorazione dei
metalli e saldatura, cottura e lavorazione dell’argilla allo scopo di creare
in loco competenze e abilità nella costruzione di case di mattoni e di
impianti idrici e fognari, in quanto Muyeye è uno dei villaggi più esposti
a malattie e morte essendo sprovvisto di impianti idrici e fognari e di
case in muratura. Inoltre, creerà opportunità di lavoro sul territorio,
poiché la zona è ricca di turisti e residenti stranieri e la richiesta di
manufatti (vasellami, sartoria, riparazioni) è piuttosto frequente. L’Amministrazione locale ha donato a Itake il terreno su cui sorgerà la scuola, il cui costo è di 120.000 euro. A lavori ultimati Itake consegnerà la
scuola al governo.
PI.ME.
ri, i centri di eccellenza,
gli uffici di piano, le associazioni di volontariato. Un altro servizio offerto è la psicologia
clinica, ancora in fase
di organizzazione e ampliamento, che ha tra
l’altro l’intento di rispondere alle principali
necessità psicologiche
dei pazienti oncologici,
chirurgici, neurologici e
cardio-respiratori ricoverati nei nostri 4 ospedali. In complesso, l’azienda ospedaliera spende
oltre quindici milioni di
euro nei servizi per la salute mentale. La vera
novità per il settore
adulti è stata la presentazione dei progetti innovativi, proposti sia
dal pubblico che dal privato sociale accreditato,
allo scopo di garantire
una maggiore qualità
degli interventi e una
maggiore efficacia. Tra
gli interventi strategici
indicati dalla Regione
Lombardia, il DSM (Dipartimento di Salute
Mentale) ha individuato:
la creazione di un Centro integrato per i disturbi del comportamento alimentare con
un ambulatorio e un servizio semiresidenziale a
Sondrio, l’attivazione di
protocolli d’intesa e di
collaborazione coi reparti di medicina generale
e di pediatria, oltre che
con un reparto riabilitativo di Brescia. Infatti,
mentre nella popolazione femminile provincia-
le tra i 12 e i 25 anni si
stimano da 24 a 96 casi
di anoressia, più di 350
casi di bulimia e tra 450
e 780 di altri disturbi alimentari non specificati,
i casi trattati dai servizi
di Sondrio nel 2008 sono
stati solo 46 con un evidente divario tra domanda e offerta; la prosecuzione a Morbegno e
Chiavenna, con la prospettiva di estenderlo all’intera provincia, del
progetto Benvenuti familiari, che mira a rendere più informati, consapevoli e responsabili i
familiari degli utenti dei
servizi; il progetto Precocemente, per l’intervento precoce nelle psicosi in provincia
di Sondrio attraverso
un’équipe dedicata che,
al di fuori degli spazi e
degli schemi dei servizi
tradizionali, sia in grado
di parlare ai giovani col
loro linguaggio per intercettarli anche nei
loro spazi di aggregazione a partire dall’esperienza che la diagnosi
precoce del disagio dà
maggiori chance per evitare che si trasformi in
patologia. Il progetto
sperimentale Lavoro e
psiche, della durata di
un triennio e finanziato
dalla Fondazione Cariplo
(esteso anche alle Asl di
Bergamo, Como e Milano 1), è un approccio innovativo all’integrazione
lavorativa dei pazienti
psichiatrici per ottenerne l’autonomia e la ria-
ZONA PASTORALE
MEDIA VALTELLINA
•
Lunedì 12 ottobre, ore 20.45, a Montagna Piano, Commissione Missionaria Zonale.
•
Martedì 13 ottobre, alle ore 9.30, a
Tresivio, incontro del clero zonale della Media Valtellina.
bilitazione e per sottrarli
al circuito dell’assistenza con notevole vantaggio anche per la collettività. Un altro elemento
qualificante del progetto
è il disegno di valutazione per verificarne l’efficacia e, in caso di successo, estenderlo ad altri
ambiti e territori. La
residenzialità leggera
prevede, oltre a dieci
nuovi posti garantiti dal
privato accreditato, la
riorganizzazione di quella pubblica in provincia.
Ai progetti innovativi
gestiti dai servizi pubblici si aggiungono i due
progetti della cooperativa La Breva sulla ricostruzione e valorizzazione della rete sociale e il progetto della cooperativa verde agricola
del Centro diurno Fattoria sociale, che sarà
inaugurato nei prossimi
giorni. Ma, al di là dei
dati, delle buone intenzioni e dei buoni progetti alcune questioni sono
state il denominatore
comune di tutti gli interventi: appare sempre più
evidente che solo un lavoro sinergico, multidisciplinare, integrato,
competente e umile, che
coinvolge l’utente e la
famiglia, il servizio specialistico e il servizio di
base, la sanità e il sociale, il volontariato e la cooperazione, è in grado di
farsi carico non solo della malattia, ma anche
della sofferenza. A tali
condizioni il patto triennale non sarà solo la celebrazione di quanto si è
fatto o si ha intenzione
di fare, ma sarà una “ripartenza” sia pure per
tappe, perché i conti vanno fatti con le risorse.
Tra le linee strategiche sembra che per il
prossimo triennio il più
ampio consenso converga sull’integrazione, e cioè che il progetto di cura deve avere un
legame stabile con la comunità, deve essere
individualizzato, coerente e concreto, verificabile e verificato, condiviso, deve tenere conto della percezione e dei
bisogni della famiglia.
Per quanto riguarda la
neuropsichiatria infantile c’è l’impegno forte sul piano istituzionale a migliorare la qualità/quantità dell’offerta e
a creare anche in provincia una comunità terapeutica per minori. A
questo punto, occorre
passare dalle buone intenzioni alle buone prassi, tenendo conto anche
che “la psichiatria è in
genere fatta di gesti piccolissimi e in questi si
gioca la partita relazionale”.
a cura di
ENRICO DEL BARBA
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
P A G I N A
29
SONDRIO CELEBRATO A SAN ROCCO L’IMPORTANTE ANNIVERSARIO PER IL CONSULTORIO FAMILIARE
Vent’anni accanto alle famiglie
C
ome festeggiare i
venti anni di vita
del Consultorio
«La Famiglia» di
Sondrio? Naturalmente con una bella festa, che fosse un momento di incontro fra
tutti i protagonisti e gli
amici, per ripercorrere
le varie fasi della crescita e tracciare quindi un
bilancio, ma soprattutto
per discutere le linee di
uno sviluppo futuro. Ci
si è trovati perciò sabato 3 ottobre, presso il
polifunzionale di San
Rocco, con un ricco programma che prevedeva
un vero e proprio convegno, seguito da un ricco
buffet e, in serata, dallo
spettacolo teatrale «Black out ovvero CipCipì e
la pedalata comunicativa», a cura di Patrizia
Baffi. Chi segue fedelmente Il Settimanale ha
già avuto certamente
modo di conoscere la storia, le finalità, le principali attività del Consultorio «La Famiglia» e il
personale che vi lavora,
perché ce ne siamo occupati a più riprese. Anziché fornire un resoconto fedele di tutti gli interventi, quindi, ci limiteremo a sottolineare
alcuni temi emersi dalle relazioni, che meritano maggiormente di essere conosciuti. Una importante testimonianza
dell’apprezzamento di
cui il Consultorio gode
nella società è venuto
dalla partecipazione delle autorità: S. E. il prefetto Chiara Marolla,
il sindaco di Sondrio Alcide Molteni, il vicario
episcopale monsignor
Battista Galli, l’arciprete monsignor Valerio
Modenesi, il responsabile della pastorale della famiglia monsignor
Italo Mazzoni. Da segnalare ancora la presenza di un bel gruppo
di giovani che stanno seguendo il corso per fidanzati. Dopo l’introduzione del direttore del
Consultorio Raffaella
Ratti (che ha coordinato i lavori), il presidente
monsignor Aldo Passerini ha ripercorso brevemente la storia del
Consultorio ed ha sottolineato con forza la finalità primaria che si propone: «Mettersi a disposizione delle famiglie
con competenza e con
vero spirito evangelico».
Molto ricca la relazione
di Gabriela Moschioni, di Como, che ha invece illustrato la nascita dei consultori di iniziativa privata a livello
nazionale (già nel 1943)
e il successivo intervento dello Stato, che è
giunto solo una trentina
d’anni dopo. Proprio i
rapporti che oggi intercorrono tra i consultori
privati (riuniti nell’associazione UCIPEM) e
quelli statali creano non
pochi problemi, soprattutto riguardo alle finalità. I primi, infatti, si
propongono di «mettersi in dignitoso rispetto
della dignità dell’uomo»
ed operano in stretta
collaborazione con il
Centro di Aiuto alla Vita;
i secondi, invece, in base
alla legge 194, tra i loro
compiti hanno anche
quello di gestire l’accesso alla pratica dell’aborto. Alla giornata di
festeggiamenti si è voluto dare anche uno spiccato carattere formativo
ed è quindi stata invitata Rosa Rosnati, dell’Università Cattolica di
Milano, che ha tenuto
un’ampia relazione su:
«Sfide e risorse della famiglia». All’interno di
quest’ultima sono avvenuti grandi cambiamenti strutturali, ha esordito la relatrice. Si diventa genitori più tardi;
i figli sono pochi, spesso
uno solo; essi diventano
perciò «un investimento
enorme per i genitori,
un concentrato emozionale sul quale vanno a
confluire proiezioni ed
aspettative degli adulti».
Ecco allora la prima sfida che si presenta all’interno della famiglia:
«educare o seducere»?
nel significato etimologico dei due termini. Seducere significa attrarre
a sé il bambino, caricandolo delle proprie aspettative, dei propri bisogni,
in una forma che viene
definita di «puerocentrismo narcisistico». Il bambino, cioè, viene posto al
centro di tutto, diventa
un piccolo sovrano nel
quale si specchiano le
ambizioni dei genitori.
Da qui i numerosi impegni che riempiono il
tempo dei nostri figli e
il grande carico di aspettative che grava sulle
loro spalle. Educare (da
ex-ducere) significa invece tirar fuori dal bambino le sue potenzialità,
vedendolo come «altro
da sé». È necessario
quindi che i genitori ritrovino il loro ruolo,
recuperino le distanze
dal figlio e svolgano il
compito che spetta loro:
di guida e di orientamento. La seconda sfida che
si pone ai genitori è
quella di mantenere
sempre un corretto equilibrio tra il rapporto di
coppia (quello originario)
e quello che si instaura
con l’arrivo dei figli, che
assorbono tanta parte
dell’impegno e delle cure. «È utopistico pensare che ci sia sempre un
accordo totale fra i genitori - ha affermato la
relatrice -; le divergenze sono un fenomeno
naturale: il vero veleno
delle relazioni è la squalifica dell’altro». Recenti studi hanno accertato
che ogni bambino è la risultante della combinazione dei geni di 240 persone che l’hanno preceduto, cioè di due secoli
di storia. Il figlio, quindi, è il continuatore di
una lunga storia famigliare, un depositario,
oltre che dei caratteri
ereditari, di una tradizione, di valori, di princìpi,
di insegnamenti, che
oggi si stanno perdendo.
Per recuperare la dimensione della propria storia famigliare possono
svolgere un ruolo molto
importante i nonni, purché il loro compito non
si limiti ad una semplice custodia dei nipotini,
ma preveda anche i racconti e, soprattutto, gli
insegnamenti. Un’altra
sfida che si pone ai genitori è quella di aprire la
propria genitorialità ad
una dimensione sociale.
Significa cioè impegnarsi non solo nella crescita e nell’educazione dei
propri figli, ma dell’intera generazione alla quale essi appartengono.
Questo dovere accomuna naturalmente tutti
gli adulti che hanno compiti educativi nei vari
ambiti, dagli oratori,
alla scuola, alle società
sportive. E la relatrice
ha lasciato come sintesi
di tutto il suo discorso
un efficace proverbio del
Quebec: «Due sono le
cose che i genitori devono donare ai figli: le radici e le ali».
CIRILLO RUFFONI
SONDRIO DOMENICA INCONTRO IN GARBERIA
Tutti gli oratori in festa!
A TIRANO UN CORSO DI FORMAZIONE AL VOLONTARIATO
La sezione di Sondrio dell’associazione di volontariato delle Acli di Lombardia,
in collaborazione col Patronato Acli per i servizi sociali dei lavoratori e dei cittadini e col Centro di Servizio per il Volontariato Lavops, promuove il corso per
volontari Aiutaci ad aiutare rivolto in modo particolare ai territori del
Tiranese e dell’Alta Valle. I promotori sociali volontari rappresentano la caratteristica più distintiva del Patronato Acli: sono uomini e donne che mettono
a disposizione gratuitamente il loro tempo per aiutare a risolvere problemi di
natura previdenziale, assistenziale e socio-sanitaria. La legge 152 del 2001 ha
riaffermato il compito storico dei patronati e ne ha ampliato il ruolo, soprattutto
per quel che riguarda il rapporto con la pubblica amministrazione. Il gruppo dei
promotori sociali delle Acli è una risorsa significativa del movimento che necessita di un continuo e costante rinnovamento oltre, dov’è possibile, un ampliamento della presenza dei volontari sul territorio. Il corso di formazione si terrà
a Tirano, presso la sala riunioni del Credito Valtellinese in piazza Marinoni
dalle ore 16.30 alle 18.30 nelle seguenti date: 28 ottobre, 4 - 11 - 18 - 25 novembre e 2 dicembre. Le persone interessate possono presentarsi direttamente
presso la sede del corso oppure iscriversi e chiedere maggiori informazioni telefonando alla sede provinciale delle Acli allo 0342-212352, fax 0342-517911,
email [email protected].
L’ASSOCIAZIONE PER IL BAMBINO IN OSPEDALE
CERCA VOLONTARI
Domenica scorsa i ragazzi, le famiglie, gli educatori, gli animatori e i
sacerdoti delle parrocchie e degli oratori della città di Sondrio si sono
dati appuntamento in Garberia per dare ufficialmente avvio al nuovo
anno. Sabato 10 ottobre, invece, si ricorda il 46° anniversario della
morte di don Giuseppe Quadrio, alle ore 20.30 a Mazzo di Valtellina
nel Salone degli Stemmi di Palazzo Lavizzari, si terrà un incontro su
“Volumus Iesum videre”, riflessioni sull’identità del sacerdote nelle
“Lettere” del servo di Dio, con la partecipazione del prof. don Paolo
Carlotti, ordinario di Morale alla Facoltà di Teologia della Pontificia
Università Salesiana di Roma. Domenica 11 ottobre alle ore 11.00,
nella chiesa parrocchiale di Vervio, celebrazione eucaristica presieduta
da monsignor Valerio Modenesi.
Abio Sondrio promuove mercoledì 14 ottobre alle ore 17.00 presso la sala
riunioni del Centro Servizi per il volontariato in Lungo Mallero Diaz, 18, a Sondrio,
un incontro informativo sul corso di formazione promosso dalla onlus per
preparare gli aspiranti volontari ad assistere i bambini ricoverati nel reparto di
Pediatria dell’ospedale di Sondrio. Per diventare volontari Abio bisogna essere
maggiorenni (dai 18 ai 65 anni) e frequentare un corso di formazione a frequenza
obbligatoria, composto da 5 incontri in aula, 60 ore di tirocinio in ospedale ed un
laboratorio di manualità. Il 14 ottobre saranno illustrati la struttura, gli scopi,
le attività dell’associazione ed i requisiti dei volontari Abio. I successivi incontri
saranno dedicati a selezione-autovalutazione, aspetti igienico-sanitari-comportamentali, approfondimenti sull’importanza del gioco in ospedale e un seminario psico-motivazionale. L’impegno richiesto è di 2 o 3 ore la settimana. I volontari devono assicurare una certa continuità, a tutela e rispetto dei bambini
malati. Abio Sondrio è stata fondata nel 1996 per promuovere l’umanizzazione
dell’ospedale, il benessere dei piccoli pazienti e delle loro famiglie. I volontari
Abio, attualmente, sono in tutto una trentina, operano presso la Pediatria dell’ospedale di Sondrio con i bambini ricoverati e le loro famiglie al fine di attenuare i fattori di rischio derivanti dall’ingresso in una struttura ospedaliera. Informazioni ed iscrizioni: 347-0380392 (Abio) o 0342-200058 (Lavops).
CRONACA
P A G I N A
30 ValchiavennaBassaValle
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
PRATA CAMPORTACCIO IN FESTA CON IL NUOVO PARROCO
L’ECO DEL MERA COMPIE DIECI ANNI,
UN SODALIZIO
CHE CONQUISTA IL PAESE
Concerto e festa per i dieci anni. Sabato, il coro
“Eco del Mera” ha festeggiato nella chiesa di
san Sebastiano il decimo anniversario della
fondazione con la nona edizione della rassegna
corale “Valle del Mera”. Come ricordato da Germano Caccamo, presentatore della serata, l’inizio dell’attività risale infatti al 1999. Alcuni
cantori del Coro Nivalis, guidati dal presidente Aurelio Folladori e dal maestro Gabriele Del
Barba, decisero di costituire un coro a Villa,
un paese che vanta una lunga tradizione in
campo musicale, anche grazie all’ospitalità garantita dalla parrocchia. Si iniziò subito con
un repertorio di canti popolari tipici delle zone
di montagna. Oggi, al termine del mandato di
Pietro Sciuchetti, il presidente è Mario Dell’Adamino, e i coristi - diretti dallo studente di
Santa Croce Omar Iacomella - sono ventisette.
L’Eco del Mera ha interpretato “Dove” di Maiero e “Culvegla” di Gatti, poi ha cantato due
pezzi - “San Matio” e “Porta Calavena” - di Bepi
De Marzi, brani dall’inconfondibile accento
veneto. Ma per apprezzare la tradizione vocale
di questa regione c’è stata soprattutto l’esibizione del coro ospitato in Val Bregaglia. Nella
seconda parte del concerto è toccato infatti a
“El Vajo” di Chiampo in provincia di Vicenza.
Un coro attivo da quarant’anni, capace di raccogliere applausi in Veneto, ma anche sui palchi di tutta Europa, del Canada, dell’America
Latina e dell’Australia. La formazione del maestro Paolo Gioco ha saputo stupire i duecento
spettatori presenti con l’esecuzione di canti di
De Marzi, Maiero e altri autori. Per gli organizzatori il bilancio è positivo. «Siamo probabilmente l’unico coro con questo repertorio a
non avere pensionati fra i cantori - spiega
Iacomella che, con i suoi ventidue anni, è perfettamente il linea con il trend della formazione -. Si va dai sedici anni del più giovane, Michele Dell’Acqua, ai sessanta di Roberto Ghiggi.
Ma vogliamo proseguire ancora per molti anni,
quindi c’è ancora tempo per diventare meno
giovani insieme». La partecipazione dei compaesani alle serate dell’Eco del Mera testimonia il legame che unisce questa formazione e il
paese. «Villa è un piccolo paese, ma ha una
tradizione artistica e in particolare musicale
molto viva, come dimostra anche la presenza
di un coro gospel - aggiunge Iacomella, studente del conservatorio di Lugano -. Un coro
alpino è un’ottima occasione di aggregazione
nel segno della musica, ma è anche un motivo
di profondo legame con il territorio, perché
nelle canzoni esprimiamo la nostra identità
alpina, la storia della nostra comunità». Le
novità per l’Eco del Mera non sono finite. In
autunno ci sarà la presentazione del cd-dvd dedicato all’Eco del Mera, realizzato in collaborazione con il comune di Villa di Chiavenna.
S.BAR.
Accolto don Edoardo
L
a comunità di San
Cassiano, nel comune di Prata
Camportaccio, ha
dato sabato scorso
il suo benvenuto al nuovo parroco don Edoardo Bugajski. Nato in
Polonia 50 anni fa e trasferitosi in Italia nel
1991, don Edoardo appartiene alla congregazione salesiana di don
Bosco. Alle 15.00, il sa-
cerdote ha fatto il suo ingresso nella parrocchiale, salutato dai fedeli che
numerosi sono accorsi
per questo giorno speciale. A fare gli onori di casa
è stato il sindaco di Prata, Maria Laura Bronda
che ha atteso il nuovo sacerdote proprio davanti
alla chiesa. Nel suo breve discorso, Bronda ha
presentato la comunità
di San Cassiano, met-
tendo in evidenza le
componenti associative
locali. Don Edoardo ha
quindi raggiunto l’altare
dove lo attendevano i
bambini che hanno intonato per lui un canto
polacco, lo stesso con il
quale fu accolto papa
Giovanni Paolo II nella
sua ultima visita alla terra madre. Emozionato,
don Edoardo ha dimostrato di aver molto apprezzato questo speciale
benvenuto. Nella sua
prima omelia in paese,
il nuovo parroco di San
Cassiano ha ringraziato
la comunità, rivolgendo
un pensiero speciale a
don Settimo seduto lì vicino, figura storica in
paese che per 51 anni ha
guidato la comunità religiosa di San Cassiano.
«Quando don Settimo è
entrato in questa chiesa
la prima volta - ha spiegato don Edoardo in perfetto italiano - io ancora
non ero nato. Rilevo
un’eredità molto importante. Don Settimo ha
condotto per tanto tempo questa comunità con
amore e devozione, celebrando la nascita di
ogni cittadino, le tappe
della sua vita e anche la
morte: ora la affida a me
e per questo lo ringrazio. Spero di potervi co-
noscere presto uno alla
volta». Don Edoardo ha
poi raccontato la sua
esperienza sacerdotale:
nato in un paese della
Polonia sul confine con
la Germania, ha deciso
di ordinarsi sacerdote
seguendo le orme del
parroco della sua comunità, che era appunto un
salesiano. «Nel 1991 mi
è stata offerta dall’allora vescovo di Vercelli,
Tarcisio Bertone, la possibilità di trasferirmi in
Italia. Affrontai con entusiasmo questa opportunità, che di lì a poco
mi avrebbe poi portato
in Calabria, in una parrocchia di Vibo Valentia.
Oggi mi trovo qui, in
questo paese meraviglioso, circondato dalle
montagne e ad un passo
dal lago. La mia famiglia, che mi ha raggiunto a San Cassiano per il
mio ingresso nella parrocchia, è rimasta incantata da questo luogo».
Don Edoardo non ha risparmiato qualche battuta: «Spero che tra noi
si instauri presto un bel
dialogo: portate pazienza se non capirò subito
il vostro dialetto. Sono
convinto che comunque
ci intenderemo».
G.L.P.
LA MOSTRA DEL BITTO
CONCERTO A SANTA CROCE DI PIURO
Arriva, come ormai da ben 102 anni, la Mostra del Bitto, importante manifestazione della Valle che mette in mostra enogastronomia,
artigianato tipico e tradizioni di Valtellina e
Valchiavenna. L’ormai centenaria Mostra del
Bitto, nata all’inizio del secolo per premiare le
forme migliori prodotte sugli alpeggi estivi
delle Valli del Bitto, terra d’origine del sovrano indiscusso dei formaggi valtellinesi, è diventato uno tra gli eventi più apprezzati della
provincia di Sondrio. Gli orari sono: venerdì
16 e sabato 17 ottobre dalle ore 9.00 alle ore
23.00; domenica 18 dalle ore 9.00 alle ore 21.00.
In collaborazione con la parrocchia di san Martino
in Santa Croce di Piuro, Piurokultura ospita
l’ensamble San Giovanni di Lecco. La serata prevede l’esecuzione di brani di Buxtehude, Gabrieli,
Bradbury e di alcuni brani originali per “Corni delle Alpi”. La serata sarà anche l’occasione per l’inaugurazione dei lavori appena conclusi al presbiterio
di san Martino. Durante la serata sarà presentato
il restauro, con la programmazione dei prossimi
interventi legati al restauro degli affreschi romanici del “Maestro dell’Apocalisse di Civate” dell’XI
secolo, i più antichi del territorio provinciale. Appuntamento sabato 10 ottobre alle ore 21.00 nella chiesa di san Martino in Santa Croce di Piuro.
CRONACA
P A G I N A
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Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
Il ricordo di padre Giovanni
V
erso le 11.00
ora locale di
lunedì 5 ottobre (circa le 7
del mattino in
Italia), in Bangladesh, a
Savar (30 km circa dalla
capitale bengalese Dhaka) il missionario saveriano padre Giovanni
Abbiati è stato coinvolto in un grave incidente
stradale. Portato all’ospedale di Savar, è deceduto poco dopo l’arrivo. Aveva 61 anni, era
nato a Chiuro il 30 aprile del 1948.
Entrato nell’Istituto a
Nizza Monferrato il 2
ottobre 1965, emise la
prima professione il 3
ottobre 1966. Ricevette
l’ordinazione presbiterale a Parma il 30 settembre 1973. Al termine della Teologia fu destinato
al Bangladesh, dove arrivò nel 1975 e dove visse tutto il resto della sua
vita, tranne un paio d’anni di avvicendamento a
Cremona (1983-1985).
Molteplici le attività svolte da padre Giovanni nei
lunghi anni in Bangladesh: pastorale parrocchiale a Shimulia, Bhabarpara e Khulna; economo e consigliere re-
A causa di un grave incidente stradale ha
perso la vita in Bangladesh, dove operava da
35 anni,
padre GIOVANNI ABBIATI
di anni 61
missionario saveriano
I famigliari, annunciando la sua morte,
esprimono riconoscenza a tutti coloro che,
avendolo conosciuto, partecipano al loro dolore.
La salma di padre Giovanni sarà tumulata
a Khulna, in Bangladesh, dove egli ha speso
tutta la sua vita per far conoscere “la beatitudine del Regno di Dio ai poveri, affamati e
assetati di giustizia”.
gionale; incaricato di
Giustizia e Pace e, soprattutto, coordinatore
dei locali gruppi di artigianato ai quali aderiscono migliaia di donne, oltre all’importante lavoro con i bambini di strada. I funerali di padre Abbiati si sono svolti martedì 6 ottobre nella sua
parrocchia in Bangladesh. Verrà sepolto presso
la casa dei saveriani a
Khulna, rispettando un
desiderio che egli più
volte aveva espresso.
Due le Sante Messe di
suffragio celebrate in
Valtellina: lunedì 5 ottobre a Montagna Piano e
martedì 6 ottobre ad
Albosaggia.
Un ricordo di padre
Giovanni Abbiati è
pubblicato a pagina
12 di questo numero
de Il Settimanale.
I preti della Zona Pastorale Media Valtellina ricordano nella preghiera
padre GIOVANNI ABBIATI
missionario saveriano
al termine del suo pellegrinaggio terreno avvenuto in Bangladesh il 5 ottobre 2009. Grati per
il suo ministero fedele e generoso, chiedono al
Signore di accoglierlo nel suo Paradiso per esultare nell’eterna liturgia del cielo.
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
LUTTO È DECEDUTO IN UN INCIDENTE STRADALE IN BANGLADESH IL MISSIONARIO SAVERIANO SONDRIO
FAMIGLIE E
AMICI CONTRO
LE DIPENDENZE
L’Afaat organizza per
mercoledì 14 ottobre
a Sondrio, alle ore
21.00 presso la Sala
delle acque del Bim in
via Lungo Mallero, 18
un incontro pubblico sul
tema: Il gruppo di sostegno per i famigliari
di persone con problemi di tossicodipendenza – Una risorsa per
le famiglie in difficoltà. L’incontro sarà condotto dalla psicologa
Maurizia Bertolini che
guida il gruppo di sostegno per i genitori promosso dall’associazione.
L’Afaat, associazione di
famiglie e di amici per
l’aiuto ai tossicodipendenti, è un’organizzazione di volontariato che
dal 1992 offre consulenza e sostegno alle persone con problemi di tossicodipendenza e alle
loro famiglie. Per informazioni telefonare allo
0342-200058 oppure al
340-4887137, segreteria
Lavops, il lunedì dalle
ore 14.00 alle 18.00;
martedì e giovedì dalle ore 9.00 alle 12.30 e
dalle 14.00 alle 17.00;
mercoledì dalle ore
9.00 alle ore 14.00.
SONDRIO INCONTRO PROMOSSO DALL’ISTITUTO PIO XII CON IL PROFESSOR FRANCO NEMBRINI
La sfida dell’educare guarda a famiglia e scuola
«
I
l problema educativo siamo noi
adulti». Può essere condensata
in questa lapidaria affermazione la tesi
che Franco Nembrini ha
sviluppato nella conferenza tenuta a Sondrio
venerdì 3 settembre, davanti a un folto pubblico. Il suo discorso, infatti, appassionato, brillante, fatto con il cuore più
che in base a fredde analisi sociologiche e pedagogiche (che pure ci sono) ha rovesciato un po’
i termini di quella che
viene definita «l’emergenza educativa», ponendo sotto i riflettori
non tanto i ragazzi, con
i loro problemi, ma tutti
noi adulti. Il primo dato
che Franco Nembrini ha
sottolineato con forza è
il fatto che «il problema
educativo è sempre più
un’emergenza. Bisogna
fare in fretta perché la
situazione sta degenerando a velocità impressionante… Se cinque anni fa si parlava di disagio nella scuola, ora è la
scuola stessa che produce il disagio. La disaffezione nei suoi confronti
sta aumentando e non si
tratta solo di una questione di investimenti…
Un’intera generazione
di adulti fa fatica ad educare, perché della scuola non le importa veramente molto… L’istituzione scolastica è un malato grave, ma non si ha
il coraggio di affondare
il bisturi, per la cura che
le servirebbe… I vari go-
verni che si succedono
al massimo mettono delle pezze, che i governi
successivi si affrettano a
togliere, con la conseguenza che ormai l’intero sistema va a pezzi».
Di solito l’attenzione degli osservatori si ferma
su episodi vistosi, come
quelli di bullismo, ma il
problema grave non sono
i giovani, ha affermato il
relatore: sono gli adulti
che hanno di fronte, è
l’aria che respirano ogni
giorno in casa, nella
scuola, nella società.
Quando mai capita che i
ragazzi vedano degli
adulti contenti? che cantano, che trasmettono
serenità, che testimoniano la positività della
vita? Eppure è proprio
questo che i giovani
chiedono a noi, ha affermato Nembrini ed ha
proposto alcuni episodi
autobiografici. Un giorno uno dei suoi figli è
stato a lungo ad osservarlo mentre egli era
impegnato nel lavoro. In
quegli occhi del bambino che lo guardavano incuriositi, il padre ha letto una chiarissima e fondamentale domanda:
«Papà, assicurami che
vale la pena di essere
venuto al mondo». Con
uguale commozione ha
ricordato la figura di suo
padre, un personaggio
per lui mitico, perché,
pur avendo un elementare grado di istruzione,
«conosceva le cose che
veramente contano nella vita: ciò che è bene e
ciò che è male, quello
che è onesto e quello che
è disonesto… Nel cammino della vita sapeva
mettere i piedi sulle pietre giuste, senza affondare nel fango ed io potevo seguire i suoi passi
e mi sentivo sicuro…
Noi, invece, siamo una
generazione di adulti
tremendamente confusa
e incerta sulla vita, con
la conseguenza che i nostri figli non sanno più
dove mettere i piedi,
hanno paura di tutto,
sono stati privati della
speranza… Sono più tristi di noi e non si può vivere tristi senza diventare cattivi». I figli ci
guardano sempre, ha affermato Nembrini, per
questo è importante curare anzitutto i nostri
rapporti di coniugi, per-
ché «è dall’aria che i
bambini respirano in
casa che si struttura il
loro modo di vedere le
cose… Se sentono che
padre e madre hanno
una ragione grande per
vivere, essi crescono più
sicuri… L’unica cosa di
cui hanno bisogno è la
certezza del cammino.
Viceversa la loro tristezza e la loro noia sono figlie delle nostre stesse».
Da un simile atteggiamento positivo nei confronti della vita deriva
anche l’autorevolezza
che i genitori devono
assumere quando impongono ai figli le regole da rispettare. Infatti
(citando il cap. 6 del Deuteronomio) la ragione
vera delle norme è il conseguimento della nostra
felicità: «Sono esse che
ti renderanno felice e ti
moltiplicheranno grandemente». È importante
inoltre ricordare che
«educazione è sinonimo
di misericordia. Significa cioè non vedere l’altro con l’immagine che
noi abbiamo di lui, ma
amarlo così com’è, prima
ancora che diventi come
noi lo vogliamo, significa accompagnarlo verso
un destino buono, verso
la positività delle cose e
questa è misericordia».
Franco Nembrini non
ha mancato infine di aggiungere alcuni preziosi
consigli. È utile operare
uno scambio di esperienze, incominciando all’interno della famiglia per
passare poi alla cerchia
degli amici, degli altri
genitori, alla scuola, per
vedere tra noi come viviamo e come affrontiamo i problemi: «Insieme
ci si può aiutare e possiamo poi anche trascinare i nostri figli». Non
dobbiamo avere paura di
sbagliare. Tutti possiamo commettere degli errori: «Lo sbaglio più
grande è uno solo: è l’assenza di speranza». La
bella relazione (e il successivo dibattito) hanno
suggerito anche due immediate osservazioni.
L’incapacità degli adulti
di trasmettere una visione positiva della vita investe direttamente anche il grave problema
dei suicidi, che è stato
oggetto di un recente
convegno. Da alcune affermazioni del relatore,
infine, è sembrato emergere un dualismo marcato, un po’ manicheo, di
totale esclusione (tutto
il male da una parte, tutto il bene dall’altra), tra
scuola pubblica e scuola
privata. Non è questa la
sede per entrare nel
merito di un problema
così complesso. Si può
solo ricordare l’importante missione di testimonianza che persone
preparate e convinte
possono svolgere anche
un una scuola un po’
disastrata come quella
statale, accogliendo ed
ampliando così l’invito
che il Papa ha recentemente rivolto ai cattolici per un impegno diretto nel campo politico.
CIRILLO RUFFONI
P A G I N A
32
CRONACA
SondrioCultura
LA MUSICA BAROCCA
PER UN PONTE DI NOTE
Due serate di musica barocca a Ponte in
Valtellina per la settima edizione di “Un Ponte di note – Grandi interpreti”, come sempre presso la Biblioteca comunale “Libero della Briotta”. La prima serata, domenica 11 ottobre alle 21, avrà ospite un grande maestro
e pioniere della riscoperta della musica barocca, Gustav Leonhardt, che proporrà Le forme barocche per clavicembalo, interpretando
Bach, Böhm, Purcell e D’Anglebert. Protagonista della seconda serata, sabato 17 alle 21,
sarà Stefano Grondona con la sua chitarra,
con cui ha ampliato “il mondo espressivo dello
strumento, interpretando con originalità, anche attraverso le proprie geniali trascrizioni,
la cultura musicale del barocco ai giorni nostri”. In questa serata, Per il centenario della
morte di Isaac Albéniz proporrà musiche di
Bach e di Albéniz.
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
LIBRI PRESENTAZIONE SU SAN BARTOLOMEO DE CASTELAZ
Per non dimenticare
UN CONCORSO PER SUPERLETTORI
UNITRE SONDRIO
Sono aperte le iscrizioni all’Unitre di Sondrio.
Le lezioni inizieranno il 4 novembre, i laboratori sono già avviati. La prolusione di inizio
dell’anno accademico si terrà venerdì 23 ottobre, alle ore 17.00. Relatore sarà l’avv.
Mario Boccassi , che parlerà su L’allarmante fenomeno della delinquenza minorile:
riflessioni critiche di un penalista. Per
meglio conoscere l’attività Unitre, le modalità
di iscrizione e i calendari si invita a consultare
il sito Unitre: www.unitresondrio.it
L
o studio che rivisita la storia, l’arte e il ruolo di due
insigni
monumenti dell’Alta
Valtellina, San Martino
di Serravalle e di San
Bartolomeo de Castelàz – Due chiese di
Valtellina: scavi e ricerche, promosso dalla
Fondazione Gruppo Credito Valtellinese e edito
da Silvana Editoriale,
viene sicuramente a colmare una lacuna profondamente sentita soprattutto dopo che la frana
del 1987 distrusse San
Martino di Serravalle, la
più antica delle due. La
presentazione del volume, curato da Gian Pietro Brogiolo e da Va-
leria Mariotti, avverrà
presso la sala Vitali mercoledì 14 alle ore 15.00.
Interverranno il direttore generale del Credito
Valtellinese Miro Fiordi, la Soprintendente
per i Beni Archeologici
della Lombardia Raffaella Poggiani Keller,
l’autrice Valeria Mariotti e, inoltre, lo storico dell’arte Carlo Bertelli, Paola Marina De
Marchi e Cecilia Ghi○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
È al via nei prossimi giorni il Concorso
“Superelle 2009”, gara di lettura per i ragazzi
della Scuola Primaria, che li coinvolgerà per
circa tre mesi in un torneo giocoso inteso a far
salire in classifica i titoli più amati dai giovani
lettori tra quelli proposti nel catalogo della
Provincia di Milano “Un libro è... dalla biblioteca per te” diffuso annualmente attraverso le
scuole in collaborazione con la Provincia di
Sondrio. Come l’anno scorso, sono assicurati
diploma e premi per tutti i ragazzi che si saranno laureati Superlettori, avendo raggiunto
il mitico traguardo di almeno 10 libri letti nei
circa tre mesi di durata del Concorso. Lo scopo
è raccogliere elementi sui gusti e sui comportamenti di lettura dei ragazzi, ma anche e soprattutto promuovere l’interesse per la lettura. Fra gli iscritti attendiamo molti dei nostri
piccoli lettori “forti”, ma anche tanti altri, compresi i “remigini”, ai quali riserveremo coccole
particolari... Le iscrizioni sono aperte da qualsiasi Comune della Valle presso la Sede Centrale di Chiavenna (via Marmirola 3, 23022
Chiavenna, telefono 0343-332821, e-mail:
bcchiavenna@ provincia.so.it) fino al 10 ottobre. Il Concorso inizia il 12 ottobre e si conclude il 16 gennaio 2010. La festa finale si terrà ai primi di febbraio 2010.
baudi. L’articolo di Stefano Zazzi sul n. 5 del
Bollettino del Centro
studi storici dell’Alta
Valtellina ci ricorda che
“Il vero pioniere di San
Martino fu… il prof. Davide Pace, uno dei più illustri cultori della preistoria della Valtellina.
Risale al 1969 il suo incontro con la Chiesa di
Serravalle, quando ritrovò le reliquie dell’antico
altare del 1093, il cui
loculo era coperto da una
lastra marmorea con incisioni preistoriche”.
Dopo la tragedia della
frana, nell’estate del
1996, proprio Carlo Bertelli “tenne una conferenza a Bormio dal titolo: “S. Martino di Serravalle e l’arte carolingia”,
intrattenendo il pubblico sulla ricostruzione
delle migliaia di frammenti dipinti, la figura
del volto di Cristo, le
leonesse stilizzate ed altri dettagli emersi dalla
paziente opera di ricostruzione. Il prof. Bertelli fece in quell’occasione
una dotta relazione sulle opere artistiche di pittura, oreficeria e miniatura del periodo di Carlo Magno (sec. VIII – IX)
in cui si inseriscono i dipinti della chiesa di S.
Martino… L’importanza
europea degli affreschi di
S. Martino è stata ribadita in una recente mostra a Brescia (autunno
2000) dove si è potuto
ammirare quanto di più
importante nelle arti figurative ci ha lasciato il
popolo dei Longobardi;
in tre grandi pannelli
erano stati ricomposti
gli affreschi carolingi di
S. Martino (ritrovati durante gli scavi archeologici condotti negli anni
‘80) che don Carlo (Bozzi,
il parroco che tanto amò
il suo paese di Sant’Antonio Morignone e la
chiesa di San Martino,
ndr) ebbe ancora l’opportunità di visionare”. Il
presente studio approfondito a tutto campo
renderà ancor più evidente agli occhi di tutti
il valore assoluto del
monumento e più grande sarà il rimpianto per
la sua perdita. D’altro
canto, proprio in seguito alla frana del 1987, le
indagini archeologiche
stratigrafiche condotte
“nelle vicinanze della
chiesa di San Bartolomeo hanno messo in luce
un insediamento, distrutto da un incendio,
del quale si conserva almeno un edificio in cui
erano presenti, oltre a
oggetti d’uso, resti di
derrate alimentari di
grande interesse per ricostruire l’alimentazione e lo stile di vita delle
genti del luogo. L’analisi dello scavo all’interno
e accanto alla chiesa di
San Bartolomeo chiarisce come questo edificio
fu costruito dopo la prima distruzione delle
mura di Serravalle, a cavallo tra XIII e XIV secolo”.
ANGELO REPI
PROVINCIA ATTIVITÀ CON LE SCUOLE
Idee e novità con i musei
L
a provincia di Sondrio da quasi tre
anni ha in corso un
progetto di attività
coordinate tra alcuni musei del territorio, finalizzato alla costituzione
di un Sistema Museale
Valtellinese. Rientrano tra
i servizi offerti alle strutture museali: il coordinamento della promozione e
della comunicazione, le attività educative e la catalogazione. Attualmente le
strutture coinvolte, che
hanno espresso un’adesione di massima al Sistema
Museale Valtellinese, sono
il Museo Civico di Storia
naturale di Morbegno,
l’Ecomuseo della valle del
Bitto di Albaredo, il Parco
delle Incisioni Rupestri di
Grosio, il Museo Civico di
Bormio ed il Museo Vallivo
Valfurva.
LA PROMOZIONE
Oltre alle cartoline promozionali di 11 strutture
museali, distribuite lo
scorso anno, e al sito http:/
/siticulturali.provincia.
so.it, ora in fase di revisione, sono state realizzate
per il Museo Civico di Storia Naturale di Morbegno
e per il Museo Vallivo
Valfurva le guide tascabili: si tratta di agili strumenti dal formato gradevole, corredate di un apparato fotografico realizzato
appositamente da un foto-
grafo professionista, che si
sono rivelate un indispensabile strumento per i visitatori. La guida a breve
verrà realizzata anche per
l’Ecomuseo della valle del
Bitto di Albaredo. Inoltre,
dedicata ai più piccoli, è
stata realizzata la scheda “Indovina... il museo!”: un percorso a giochi
e indovinelli studiato per i
bambini che, accompagnati dalla mascotte dei musei, il Tasso Arturo, potranno scoprire divertendosi le
collezioni. A fine visita i
bambini riceveranno in regalo un tatuaggio che raffigura il Tasso Arturo. Per il
momento sono disponibili
le schede “Indovina... il
museo!” del museo di Storia Naturale di Morbegno
e del Museo Vallivo Valfurva ed è in programma la
scheda per il Parco delle Incisioni Rupestri di Grosio.
ATTIVITÀ
Ruolo primario è attribuito alla funzione educativa
dei musei, nella convinzione che il patrimonio culturale sia un valido strumento formativo. Perciò la Provincia ha scelto per il terzo
anno consecutivo di realizzare e promuovere la guida alle attività didattiche
per le scuole “Musei in
classe 2009/10”. La guida
descrive le attività didattiche delle cinque strutture che rientrano nel proget-
to di attività preliminari
alla costituzione di un sistema museale provinciale, il Museo di Morbegno, il
Museo di Bormio, l’Ecomuseo di Albaredo, il Parco di
Grosio ed il Museo di
Valfurva, le attività didattiche del quale vengono gestite e realizzate direttamente dal Servizio Cultura della Provincia di Sondrio. La guida alle attività
didattiche museali, quest’anno, pur mantenendo
una continuità nell’impostazione grafica con la precedente, è costituita da una
cartelletta che raccoglie un
fascicolo per ogni museo e,
novità di quest’anno, un
fascicolo apposito per le
proposte sul territorio, non
solo alla scoperta dell’ambiente naturale, ma anche
di contenuto etnografico e
storico-artistico. Partendo
dalla visita ai musei le
classi avranno la possibilità di conoscere sul territorio attività, mestieri e
beni che documentano la
cultura locale. Da segnalare: i nuovi percorsi “Impariamo l’affresco” e “Pitòr:
pittore di una volta”che
consentono ai ragazzi, dopo
una visita alle testimonianze sul territorio, di
sperimentare le tecniche
artistiche e artigianali apprese nel corso dell’uscita.
Ulteriori informazioni allo
0342-531345/231; musei
[email protected].
CRONACA
P A G I N A
33
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
SONDRIO UN IMPORTANTE CONVEGNO DEDICATO ALLE CAUSE DI MORTALITÀ IN PROVINCIA
Conoscere, riflettere, prevenire
I
l convegno Mortalità in provincia di
Sondrio: analisi e
proposte, realizzato
a fine settembre dall’Asl di Sondrio in collaborazione coi medici di
medicina generale, ha
presentato i dati di mortalità sull’intero territorio provinciale per tumore, morti violente, patologie cardio-cerebro-vascolari e i risultati delle
attività di prevenzione
oncologica negli screening della mammella e
del colon-retto. Su queste tematiche i vari punti
di vista dei medici con le
loro proposte di intervento e miglioramento
hanno segnato un importante momento di
crescita per la nostra
sanità locale. Ne è convinto il direttore generale dell’Asl Luigi Gianola, per il quale «Il convegno è nato anzitutto,
perché i medici di medicina di base possano collaborare con l’Asl e per
fornire alla popolazione
alcuni dati e informazioni in ordine alle cause di
mortalità. Il convegno è
celebrato alla vigilia della Giornata mondiale
per il cuore, che si celebra l’ultima domenica
del mese. In tante città
d’Italia le associazioni di
volontariato si relazionano con la gente sulle
cause di mortalità dipendenti dal cuore. Noi invece abbiamo voluto proporre un discorso più
ampio, per sottolineare
l’opportunità e la necessità di investire nella
prevenzione. Con la col-
laborazione dei medici di
base vogliamo che i progetti finalizzati alla prevenzione si affermino
sempre più, perché prevenire è assai meglio che
curare. È una frase fatta, che però esprime
bene ciò che si deve fare.
Eppure, mi resta la preoccupazione che il nostro
sistema sanitario nazionale, peraltro uno dei
migliori al mondo soprattutto quello regionale lombardo, non imploda proprio perché sono
mancati gli aspetti progettuali». Infine, in base
ai dati aggiornati al 2008
si è detto convinto che
da noi le cose vadano meglio che altrove e che in
mezzo alle montagne si
vive meglio. Ma ora - in-
sieme a Roberto Tessandori, responsabile
dell’Osservatorio Epidemiologico dell’Asl di Sondrio - vediamo alcuni
dati sulla mortalità nel
territorio dell’Asl di Sondrio nel decennio 19972008. Per gli uomini la
prima causa di morte restano i tumori (in lieve
aumento), seguiti dalle
malattie cardiovascolari,
che per di più mostrano
un trend discendente.
L’opposto avviene per le
donne: per loro la prima
causa di morte sono le
malattie cardiovascolari,
pur manifestandosi una
tendenza a diminuire
come per gli uomini,
mentre le morti per tumore sono in aumento.
E ancora: nelle donne si
nota un chiaro trend
ascendente delle morti
dovute a malattie dell’apparato respiratorio
(in diminuzione per gli
uomini), mentre le morti
violente per traumatismi e avvelenamenti
sono in riduzione per i
maschi, stabili per le
femmine. Dal 1995 al
2007 l’età mediana rispetto alla morte per gli
uomini è passata da 71
a 75-76 anni, mentre per
le donne da 83 a 84-85;
il tasso di mortalità
perinatale e infantile
nel primo anno di vita si
situa su livelli prossimi
a quelli regionali (nel
2007, 240 su centomila).
«Lo scopo di questo convegno è di trasformare
un’analisi di dati molto
SONDRIO NUOVE REGOLE
N
no le sanzioni del regolamento di igiene urbana, e i sacchi con materiale non a norma non
verranno ritirati.
Il primo passaggio per
il ritiro del sacco azzurro, destinato a carta e
cartone, sarà il mercoledì mattina, ma fin da
subito è bene perdere
l’abitudine di buttare
tutto nel sacco nero dell’indifferenziato, perché,
dopo un breve periodo di
transizione, i sacchi neri
che dovessero contenere rifiuti non previsti,
non saranno più ritirati e chi non rispetta le regole verrà multato. Nel sacco azzurro
devono essere conferiti
giornali, riviste, libri,
quaderni, sacchetti di
carta, opuscoli, contenitori da imballaggio come
le scatole da scarpe e le
confezioni di riso e pasta,
ma anche i tetrapack per
latte e succhi di frutta.
Vanno buttate nel sacco nero, invece, la carta oleata, la carta plastificata e gli imballi in cartone impregnati di residui organici, ad esempio
i cartoni per la pizza.
Nel sacco giallo, in-
che anche il territorio
svolga la funzione che gli
spetta. Grazie all’Asl abbiamo avuto l’opportunità di lavorare insieme
per incidere sulla mortalità con gli strumenti
di cui disponiamo. Dal
canto loro i medici di famiglia devono migliorare nella raccolta dati,
per esempio specificando bene nella certificazione le cause di morte,
perché sono dati utili
per progettare. Siamo
favoriti dall’avere dei
territori omogenei e una
popolazione contenuta
nei numeri e, perciò, rispetto al resto della
Lombardia, possiamo
raggiungere risultati
molto più avanzati nella
prevenzione secondaria
e nell’educazione della
popolazione». L’esperienza di cinque anni
presso la Commissione
Sanità della Regione
consente poi a Tam di
aggiungere che «anche
sul nostro territorio si
possono attuare oltre ad
incontri occasionali, soprattutto iniziative coordinate per lavorare insieme su progetti sistemici con la collaborazione di più enti. Inoltre, la
Regione Lombardia dovrebbe promuovere il
ruolo dei medici di famiglia, sia dal punto di vista del lavoro sul territorio con progetti interattivi che li rendano utili alla popolazione, sia
dal punto di vista economico».
a cura di
PIERANGELO MELGARA
INVESTIMENTI ALER
Raccolta rifiuti
ovità per la
raccolta rifiuti
nella città di
Sondrio. La
settimana si
è aperta con il nuovo
sistema per la differenziata organizzata
dall’Azienda multi
servizi Asm. In pensione le isole ecologiche,
per il conferimento di
carta, plastica e lattine si passa al porta a
porta. Presso tutte le
abitazioni dei sondriesi
sono in distribuzione i
sacchetti colorati e un
vademecum esplicativo
multilingue – in italiano,
inglese, francese, arabo
e cinese – con le istruzioni su come suddividere i rifiuti.
Le regole per il conferimento sono uguali per
tutti: i sacchetti della differenziata, ben chiusi e
integri, vanno depositati in strada soltanto nei
giorni previsti, disponendoli ordinatamente sul
marciapiede (dove possibile), in maniera che
non intralcino il passaggio dei pedoni. Per chi
lascia i sacchetti in strada in giorni diversi da
quelli previsti scatteran-
ben fatta dall’Asl - spiega Marco Tam, medico
di base, e uno dei promotori del convegno - in un
progetto operativo per
noi medici di famiglia,
cioè di fiducia, cui il cittadino si affida per la
qualità della sua vita e
della sua salute. Per
questo il medico deve
pensare ai fattori di rischio per ogni paziente
e preparare un progetto
personalizzato per ciascuno. Credo che esaminare i dati di mortalità
non possa essere una
semplice elaborazione
statistica, ma comporti il
prevedere di poterli modificare per i propri pazienti per far prevenzione, per quanto possibile,
nei confronti del cancro,
dell’infarto e di tante altre malattie. Qui entra
in gioco anche l’alleanza coi sindaci per abbattere i fattori di rischio
ambientale (inquinamento dell’aria, delle acque e del suolo), per favorire l’uso del territorio da parte della popolazione rendendo più sicure le strade, per realizzare ambienti di ritrovo dove socializzare, per
intervenire su fattori di
rischio quali l’alcolismo
e gli abusi alimentari.
Quindi, è un convegno
ambizioso, che vuole
aprire una finestra sul
nostro futuro in provincia, trovando - distretto
per distretto - modalità
che responsabilizzano
non solo i medici. Non
deve essere soltanto
l’ospedale ad occuparsi
della salute, ma bisogna
vece, ritirato il giovedì
(fra le sei e le nove del
mattino nelle tre diverse zone in cui la città è
stata suddivisa – A, B e
C), vanno messi oggetti
in plastica, alluminio
e banda stagnata: bottiglie, flaconi dispensatori, buste e sacchetti
vari, barattoli e vaschette in alluminio per alimenti, le classiche lattine delle bevande, ma
anche i fogli di alluminio
per cucina, le bombolette spray, i tappi metallici dei barattoli di vetro
e delle bottiglie, i coperchi dei vasetti di yogurt.
Il tutto lavato e sgocciolato perché i rifiuti
non devono contenere
residui organici. Non
bisogna invece buttare nel sacco giallo giocattoli, appendiabiti,
piatti e bicchieri, custodie dei cd e dei dvd, imballaggi per elettrodo-
mestici, e i tubetti di conserve, salse e dentifricio.
Per i sacchi neri
dell’indifferenziato,
invece restano invariati orari e modalità
della raccolta, ma il
ritiro sarà effettuato due
volte alla settimana anziché tre: il lunedì e il
venerdì nella zona
ovest della città, il
martedì e il sabato
nella zona est, sempre
con il conferimento entro le sei del mattino.
Per informazioni su
orari e suddivisione della città in zone, si può
consultare il sito internet www.asmso.it o telefonare al numero 0342533533.
Vetro, batterie usate e medicinali scaduti invece andranno
ancora conferiti negli
appositi contenitori posizionati in strada.
Novità importanti sul fronte edilizia convenzionata in provincia di Sondrio. L’Aler valtellinese ha
approvato il progetto e il piano finanziario per la
realizzazione di 12 alloggi a Bormio, nelle vicinanze dell’area sportiva del Pentagono. L’importo del
progetto ammonta ad oltre 2 milioni e 100mila euro.
«L’operazione - commenta il presidente Aler Gildo
De Gianni - è nata grazie a un’intesa con il Comune
di Bormio che ha messo a disposizione le aree su cui
sorgeranno gli alloggi a un prezzo conveniente.
L’obiettivo è di favorire i residenti, soprattutto i
giovani, che altrimenti si vedrebbero costretti a cercare casa altrove. Gli accordi stipulati fra Comune
di Bormio e Aler prevedono un prezzo di 1800 euro
al metro quadro». Intanto, sempre l’Aler, ha presentato i risultati di un’indagine relativa all’efficienza
energetica di dodici edifici in provincia di Sondrio,
per un totale di 148 alloggi e 28mila metri cubi di
volumetria. Tutti costruiti fra il 1960 e il 1970 hanno mostrato alcune pecche. Fra il 2010 e il 2011
saranno sostituiti serramenti, coperture, cappotti
di isolamento e caldaie. Il tutto per una spesa totale di oltre 1 milione di euro. Questa azione, oltre a
diminuire inquinamento e impatto ambientale, permetterà agli inquilini di risparmiare sulle spese,
specie per il riscaldamento.
CONVEGNO SULL’ADOZIONE
Il Centro Adozione dell’Asl della provincia di
Sondrio, in collaborazione l’istituto “La casa”, propone il convegno Adozione: il tempo dell’attesa
incertezze e potenzialità. L’iniziativa si svolgerà
sabato 10 ottobre, a partire dalle ore 14.00, presso la Sala Vitali di Sondrio. L’incontro vuole: promuovere la riflessione sul significato che assume il
tempo dell’attesa dopo la conclusione del’iter adottivo; offrire un’occasione di confronto tra i soggetti
coinvolti nella fase precedente l’adozione; sviluppare un dibattito su possibili interventi a sostegno
delle coppie nella fase dell’attesa. Interverranno le
psicologhe Patrizia Buratti, Chiara Righetti, Stefania Moltoni. Per eventuali informazioni rivolgersi al Centro Adozione al numero 0342-555745.
P A G I N A
34
MASSMEDIA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
VERSO LA GIORNATA DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI
I PRETI E I NUOVI MEDIA
«
I
l sacerdote e la pastorale nel mondo digitale. I
nuovi media al servizio
della Parola”. È il tema
scelto dal Papa per la 44ª
Giornata mondiale delle comunicazionisociali. Come ogni anno,
il tema è stato comunicato dalla
sala stampa vaticana il 29 settembre, festa degli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. A spiegare la scelta di Benedetto XVI
una nota di presentazione del
Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali (Pccs) in cui si
legge, tra l’altro, che il tema della Giornata mondiale del 2010
“vuol invitare in modo particolare i sacerdoti, nel corso di quest’Anno Sacerdotale e dopo la celebrazione della XII Assemblea
generale ordinaria del Sinodo dei
vescovi, a considerare i nuovi media come una possibile grande
risorsa per il loro ministero al
servizio della Parola e vuole dire
una parola di incoraggiamento
affinché affrontino le sfide che
nascono dalla nuova cultura digitale”. In che modo? Lo abbiamo
chiesto a mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio
delle comunicazioni sociali.
Mons. Tighe, per la prima
volta il tema della Giornata
mondiale è centrato sui sacerdoti. Qual è il senso di
questa scelta?
“È una scelta di continuità e di
coerenza. L’Anno Sacerdotale ha
un significato profondo: vuole
sottolineare la straordinaria e affascinante missione di un mini-
Bach
Suite n. 1
N
on esiste un manoscritto autografo
delle sei Suites per
violoncello solo di
Johann Sebastian
Bach (1685-1750); esistono
due copie, una di AnnaMagdalena Bach e una di Johann
Peter Kellner, allievo del Maestro. Queste composizioni erano considerate dai violoncellisti del secolo scorso pagine secondarie e venivano usate prevalentemente come esercizi
tecnici. Fu Pablo Casals a
“riscoprirle” come capolavori,
anche se, in effetti, hanno enorme importanza anche da un
punto di vista didattico, sia per
l’arco sia per la mano sinistra.
La Suite n. 1 in sol maggiore,
BWV 1007 è suddivisa in sei
movimenti. Il Praeludium ha
qualcosa di prodigioso. Comincia con un fluire leggero e via
via va espandendosi. Alcuni
interpreti si attengono alla
filologia, rispettando pedissequamente ogni nota, mentre
altri si concedono una maggiore libertà ottenendo risultati
meravigliosi.
L’Allemande successiva sembra voler parafrasare il precedente Praeludium. L’andamento è maestoso e sembra imporsi una certa intensità espressiva. Per esprimere interamente
la ricchezza di contenuto è necessario un archetto vivo, senza tuttavia “spingere” il Tempo.
Per usare una similitudine
potremmo dire che la Courante
sta alle Suites di Bach come lo
“Scherzo” alle Sinfonie di
Beethoven. Eccettuate le Suites n. 2 e n. 5, scritte in tonalità di modo minore, siamo qui di
fronte a un abbandono e una
fantasia
fuori dal
normale,
dando luogo a un mo- A L L ' O P E R A
mento gioioso. Il sussulto spontaneo
di
questo pez- GRAMMA
zo si armonizza perfettamente
con la freschezza del “Praeludium”.
La Sarabande è una danza
che in questa composizione assume un particolare significato cantabile.
Un tempo vivace si addice ai
Minuetti I e II anche se alcuni
interpreti preferiscono attribuire ad essi un andamento
pacato. Lo schema tripartito
dei “Minuetti”, delle “Bourrées” e delle “Gavotte” delle sei
Suites bachiane (dovuto soprattutto al “Da Capo”) presenta una certa analogia con il
terzo movimento delle Sinfonie classiche.
Una leggera sincopatura
(anche se non è indicata nello
spartito) si addice particolarmente alla Gigue, danza con la
quale termina la prima Suite
per violoncello solo. Bisogna
distinguere fra le libertà che si
prendono senza riflettere o per
leggerezza e quelle che un artista scrupoloso si può permettere dopo anni di approfondimento. Lo stesso Pablo Ca-
GUIDA
PEN
TA
a cura di
ALBERTO CIMA
Tele
IL
comando
Domenica 11. A sua
immagine, Rai1, 10,30.
Frontiere dello Spirito,
C5,8,50. Ravasi comenta la
1° lettura del giorno e
M.C.Sangiorgi ci parla della
visita ad Auschwitz dei capi
religiosi riuniti a Cracovia.
Oliver & company, Rai2,
18,10. Film d’animazione
Disney. Axterix e i Vichinghi, Rai2, 20,15. Animazione. Impiccalo più in alto,
La7,21,30. Western con C.
Eastwood. Tutta la verità,
Rai1, 21,30. Miniserie gialla
di C.Th. Torrini. Report, La
via del mattone, Rai2,
21,30. Si parla di edilizia. Dr.
House, C5, 21,30. Quinta
serie per il cinico dottore. Io,
Robot, It1, 21,25. Spettacolare film di fantascienza, non
solo intrattenimento. Speciale Tg1, Rai1, 23,35.
Lunedì 12. L’infedele,
La7, 21,10. Attualità con G.
Lerner. Tutta la verità,
Rai1, 21,10. Ultima parte.
Voyager, Rai2, 21,05. Massoneria e Madonna di Guadalupe. Chi l’ha visto?,
Rai3, 21,10. Attualità. La
storia siamo noi, Rai2,
23,25. Hain Baharier, maestro del pensiero ebraico autore del libro La genesi spiegata da mia figlia. Julie
Lescaut, R4, 21,10. Telefilm
poliziesco. Garfield, It1,
21,10. Film divertente per
famiglie. La guerra di Mario, Iris, 21,00. Una bel film
sui ragazzi.
Martedì 13. Un medico in famiglia 6, Rai1,
21,10. Telefilm. Cold Case /
Criminal minds, Rai2,
21,05. Polizieschi. Save the
last dance, Iris, 21,00. Film
musicale per giovani.
Mercoledì 14. X
factor, Rai2, 21,05. Gara
musicale. Il profumo del
mosto selvatico, R4, 21,10.
Film romantico con K.
stero interamente dedicato a Dio
e al servizio degli uomini. Tutta
l’attività del sacerdote ha una
dimensione verticale; guarda al
cielo ma si svolge sulla terra, con
gli strumenti propri del «lavoro
dell’uomo». La comunicazione è
uno degli elementi essenziali di
un tale servizio, poiché dà forma
a una serie di relazioni che, a cominciare dalla preghiera, portano verso la comunione più autentica. È ben vero, in questa prospettiva, che la comunione è la
dimensione più alta della comunicazione. Un elemento di continuità, nel tema indicato dal
Papa, riporta, poi, alla celebrazione e alle conclusioni del Sinodo
sulla Parola. Il sacerdote è ministro della Parola, è al suo servizio,
e ha il dovere di farla conoscere
attraverso tutti i mezzi possibili.
Deriva da questo, e non dalla
semplice necessità di un aggiornamento tecnologico, il dovere di
assecondare lo sviluppo dei newmedia e di metterli in campo nell’esercizio del proprio ministero.
Nella scelta del Papa è facile vedere anche un segno di continuità con il tema della Giornata
2009, in cui si poneva l’accento
sull’importanza dei nuovi strumenti e sulla necessità di assicurare ad essi una positiva accoglienza. L’utilizzazione pastorale
di questi nuovi mezzi porta soluzioni un tempo impensabili. Il
popolo di Dio, anche in questo
campo, è chiamato a dar prova di
vitalità e - perché no? - di una
sana e fruttuosa inventiva. Il sacerdote può e deve essere al suo
fianco”.
so. Nessuna forma di novità può
mai sovrapporsi a ciò che, nella
storia dell’uomo, ha oltrepassato le barriere dell’inedito: l’incarnazione di Cristo, la sua volontà
di entrare da ogni lato nella storia dell’umanità. Anche la comunicazione, oggi più che mai, «sente» questa presenza e avverte il
dovere di esserne degna”.
Il tema, viene spiegato nella nota del Pccs, vuole dire
“una parola d’incoraggiamento” ai sacerdoti dinanzi
alle sfide della nuova cultura
digitale…
“È esattamente così. Le sfide
sono fatte per essere affrontate.
Nessuno può tirarsi indietro dinanzi alle nuove modalità che la
società della comunicazione pone
a tutti. Non è più il tempo di discutere o discettare sul cambio di
cultura che i nuovi media hanno
determinato nella società. Siamo
ormai di fronte a una realtà
conclamata, sotto gli occhi di tutti. È tempo di agire, di prendere
atto. Per far questo, c’è bisogno di
favorire le spinte verso un nuovo
atteggiamento. In sostanza, si
tratta di dare coraggio e fare in
modo che nessuno abbia paura o
sia timoroso di un impatto diver-
In che modo i mass media
possono essere «una risorsa»
al servizio della Parola?
“Nelle mani dei sacerdoti, i
nuovi media non sono semplici
strumenti professionali. Ai preti è certo chiesto di usare correttamente e con competenza i nuovi media. Ma ciò non basta. Il risultato non sarà valutato in termini di resa professionale. L’efficacia sarà invece misurata in
rapporto alla capacità di porli al
servizio della pastorale e di tutte quelle attività che mettono a
contatto il prete con la sua comunità. I nuovi mezzi di comunicazione allargano il respiro del dialogo. Ma attenzione: essi possono essere, e sono, strumenti utili e indispensabili. Ciò che non si
può chiedere ai nuovi media è di
creare o dar vita a ciò che non
esiste: il dialogo si fonda, prima
Reeves. Exit, La7, 21,10 . Attualità. Chi ha incastrato
Peter Pan?, C5, 21,10.Varietà con Bonolis. Bravados,
Iris, 21,00. Western d’annata
con G. Peck. L’agguato, R4,
23,25. Film di R.Reiner sui
diritti civili.
Giovedì
15. Don
Matteo 7, Rai1, 21,10. La
tigre e il dragone, La7,
21,10. Film fantastico cinese
pieno di acrobazie. Dante’s
peak, R4, 21,10. Un vulcano
sta per esplodere… Ben fatto.
Dr. House, C5, 21,10.
Telefilm. Il sangue e la
neve, Rai2, 23,35. Memorandum teatarale su A. Politkovskaja. The life of David
Gale, R4, 23,45. Film contr la
pena di morte di A.Parker per
un pubblico adulto. Fa pensare.
Venerdì 16. I migliori
anni, Rai1, 21,10. Spettacolo.
Nebbie e delitti 3, Rai2,
21,05. Telefilm. Blu notte,
Rai3, 21,10. Dentro Cosa
Nostra: i pentiti, un programma di Lucarelli. Quel
treno per Yuma, R4, 21,10.
Western con R. Crowe. Niente di personale, La7, 21,10.
Attualità con A. Piroso. Colorado, It1, 21,10. Varietà.
TV7, Rai1, 23,20. Attualità.
Sabato 17. Tv talk,
Rai3, 9,00. Critica televisiva.
Sulla via di Damasaco,
Rai2, 10,25. Rubrica religiosa. A sua immagine, Rai1,
17,10. 20 minuti di attualità
religiosa e 10
di commento
ANTONIO
RITA al
vangelo con p. Cantalamessa
in viaggio verso Santiago de
Compostela. Che tempo
che fa, Rai3, 20,10. Con
F.Fazio . Cold case, Rai2,
21,05. Casi irrisolti sempre
interessanti. L’ispettore
Ba-rnaby,
La7,21,10.
Ulisse, Rai3, 21,30. Fuga
verso la libertà. Drugstore
cowboy, Rai4, 22,50. Film
drammatico con Matt Dillon.
di tutto, su un atteggiamento di
apertura e di responsabilità. Su
questa base i nuovi media hanno
capacità straordinarie di sviluppare i rapporti e di porsi, quindi,
nella giusta misura, al servizio
della Parola”.
il settimanale
Quali vantaggi possono
portare i nuovi media nel ministero sacerdotale?
“Occorre saper usare i media, e
ciò significa, in maniera implicita, valorizzarli e porli efficacemente al servizio della pastorale. Chi arriva a conoscere a fondo
le nuove possibilità che essi offrono, si troverà di fronte a realtà un
tempo impensabili. Su questo
piano è molto facile che si sviluppi la «fantasia mediatica», ossia
quella forma di utilizzazione dei
media che dà luogo, spesso, a funzioni innovative. I vantaggi sono
evidenti e, in molti casi, riguardano anche la possibilità di raggiungere persone e comunità un
tempo tagliate fuori. È un campo
in cui bisogna guardare lontano
e, soprattutto, lasciarsi guidare
dalla fiducia e dall’apertura verso gli altri”.
P A G I N A
35
LETTEREeCONTRIBUTI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 10 OTTOBRE 2009
QUALE LIBERTÀ DI STAMPA
Dove sta il servizio pubblico?
ai come nelle ultime settimane “il
diritto di informare” è stato così proclamato. Informare chi? Informare su che cosa? Informati da chi?
Forse è arrivato il tempo di
fare una attenta riflessione sul
diritto alla libertà di informazione, e sul rispetto verso gli altri.
La libertà di stampa, diritto
legittimo e sacrosanto, non può,
né deve mai essere inteso come
la pretesa di voler far prevalere
la propria opinione, sia essa politica o personale. Ciò vale ancor
di più quando lo “strumento” (in
questo caso la RAI) ha il compito di essere al servizio del pubblico. Purtroppo, nel corso degli ultimi anni si è andata sempre più
radicando la convinzione che lo
strumento radio-televisivo pubblico più che essere al servizio di
una corretta informazione è diventato lo strumento di propaganda (e di clientela) al servizio
dei partiti che ne compongono il
consiglio di amministrazione.
Ancor più deleterio quando gli
stessi conduttori si arrogano il
diritto di poter disporre a proprio
piacimento della TV di stato per
far veicolare le proprie convinzioni politiche, o quelle del partito a
cui si aderisce. “Annozero” ne è
l’esempio più eclatante di come
la TV pubblica è al servizio non
di tutta la collettività, ma di chi
ne conduce la trasmissione. Qui
non è in discussione il diritto di
Santoro e del suo staff di dire
quello che vogliono, ma è in discussione il ruolo della RAI, quale ente pubblico che deve essere
al servizio di tutti. Perché solo ad
alcuni è concessa la libertà di
stampa per dire ciò che vuole,
quando ad altri cittadini questo
stesso diritto è precluso?
Ma c’è di più. Una parte della
categoria dei giornalisti è scesa
in piazza per rivendicare il “diritto di informare”, dimenticando
(forse volutamente) il diritto dei
cittadini ad essere informati correttamente. Spesso succede che
alcuni giornalisti perdono di vista l’etica professionale (che è
quella di dire sempre e solo la
verità) per porsi al servizio di
qualcuno, sia esso un partito, un
editore, un gruppo finanziario
ecc…Questa non è più libertà di
stampa, ma è servire il proprio
padrone. Intendiamoci, servire al
meglio chi ti dà la pagnotta non
è un reato, ma bisogna avere
M
DIES NATALIS
di mamma IDA
MERLINI MONTI
Ci sono persone la cui umana e
cristiana grandezza diviene manifesta come la “quercia caduta”
di Giovanni Pascoli: “ Or vedo,era
pur grande “. Tale è il caso di Ida
Merlini, vedova di Mario Monti,
madre di sei figli. Cosa ha fatto
di “grande” questa donna,da essere ricordata alla comunità cristiana di Como e della diocesi?
Il più grande elogio che gli antichi latini riservavano a defunte
madri di famiglia era “ Domi vixit,
lanam fecit “: visse in casa,lavorò
la lana”.Dove per casa intendevano il focolare domestico,fecondo di
figli,e per lana intendevano la
dedizione laboriosa, senza risparmio, al marito ed ai figli ( e ai nipoti). Tale mi è sempre apparsa
la signora Ida.
Una signora, leggermente “femminista”, si lamentava con me
per il fatto che alla scomparsa di
uomini notabili qualcuno li com-
l’onestà di dirlo. La delegittimazione di chi non è della stessa
corrente politica o partitica non
può essere sbandierata come libertà di stampa (vedi l’attacco
premeditato al dott. Dino Boffo,
direttore di Avvenire).
Se la categoria dei giornalisti
non vuole essere travolta dai giochi di potere della politica (o da
interessi economici) richiami
tutti i suoi aderenti al rispetto
dei valori, etici, morali e professionali. Rivendicare il diritto dei
cittadini ad essere informati per
legittimare i propri privilegi e i
propri interessi di parte, è un gioco che non può reggere a lungo.
Questo vale ancora di più se si è
al servizio di un ente pubblico.
FRANCESCO MASCOLO
([email protected])
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DELLA DIOCESI DI COMO
il settimanale
UN PRETE PER AMICO (34)
L’ATEISMO E L’AMORE
D
a decenni gran parte delle scienze ha
preteso di negare
l’esistenza di Dio e
di dare una risposta
definitiva alle grandi domande dell’uomo. Oggi la scienza
può solo offrirci risposte provvisorie e parziali e non è capace di dimostrare nulla in via definitiva, tanto meno la scomparsa di Dio. Sulla via della riscoperta di Dio, Lui stesso si
presenta con la sua carta d’identità: “Dio è Amore. E’ lui che
ha amato noi e ha mandato il
suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”.
Con infiniti nomi noi uomini
abbiamo tentato di chiamare
Dio; e quante cose, persone,
creature abbiamo proclamato
come Dio: le ultime sono il progresso e la scienza.
L’immagine di Dio, la sua carta d’identità: Dio è Amore, bi-
memora sui “media”. Non così per
le loro donne,compagne di vita ,famiglia e lavoro. Le ho risposto che
spesso succede ,ma non sempre.
Mi sembra molto vero che accanto ad un grande uomo normalmente c’è stata anche una grande
donna. Persino in campo religioso e spirituale. Si ricorda Benedetto da Norcia insieme a Scolastica;
Francesco insieme a Chiara; in
campi analoghi: J. Maritain e
Raissa, i coniugi Curie.
Così, invertendo la successione,
ricordo Ida Merlini con il marito
Mario Monti,scomparso ormai da
molti anni. Chi è stato Mario
Monti? Non molti comaschi saprebbero rispondere,ma mi sembra giusto farlo sapere ai meno
anziani,che non l’hanno conosciuto in vita.
Il suo negozio di camicie in via
Cinque giornate era diventato
dal 1945 una specie di succursale della Azione Cattolica,dei Comitati Civici,della Democrazia
Cristiana,intenti a rimettere in
piedi la struttura e l’anima civile
e politica della nostra città,e ,per
irradiazione,della provincia e del
Paese. Mario Monti,con Ida,aveva
già quattro figli. Altri due,in un
solo colpo,si sarebbero aggiunti.
Una della famiglie numerose
esemplari. Apparteneva a quella
folla di persone che hanno costituito la forza religiosa,civile e
politica,impegnata a ricostruire la
nostra Italia;senza clamori
mediatici,senza pretese di carriera o benefici personali,in piena
semplicità e umiltà. Lo scorso
anno avevo commemorato un altro amico, con simili aggettivi,
chiamandolo “democratico cristiano anonimo”,cui dovremmo erigere un monumento analogo a quello del “milite ignoto”. Ma per una
causa ben più profonda e meritevole di elogio che non quella,pur
dignitosa,di recuperare i confini
storici della Patria. Grazie Ida,
grazie Mario. Vi ricordiamo con
vostro figlio Carlo,che come voi
ha già raggiunto la gioia del Risorto.
ATTILIO SANGIANI
sogna che qualcuno la presenti
agli uomini di questo nostro
tempo, perché Lo riconoscano,
L’accettino, Gli credano. Se noi
– cristiani – amiamo solo per
volontà naturale, amiamo noi
stessi, i nostri cari, chi ci fa comodo, chi ci interessa.
Andare oltre è amare come Dio
ama. Poiché è amore soprannaturale, vi traspare Dio. E’ il volto di Dio che si presenta per
mezzo nostro. Il guscio dei miei
affetti umani è incolore, piccino, arido; fuori dal guscio c’è il
mondo aperto; essere maturi,
aperti, cristiani, è di chi sa vivere nell’amore di Dio. Per poter amare come Dio ama, fino
ad un amore più grande che è
dar la vita, bisogna accettare
l’altro per quello che è, immedesimarsi con le sue esigenze,
far qualcosa in comune con lui.
mons. AUGUSTO PEDUZZI
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