Relazione D. SALMASO - associazione di promozione sociale

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Relazione D. SALMASO - associazione di promozione sociale
L’esito
dell’assistenza
infermieristica
come valore
di riferimento
Fondazione E. Zancan
Onlus di ricerca scientifica di rilevante interesse sociale
Padova 07 febbraio 2014
Daniele Salmaso
1
Gruppo di Ricerca Infermieristica
Fondazione E. Zancan
n  approfondire
le tematiche del welfare e del
nursing generativo, identificando azioni generative
pratiche, definendo modalità che consentano il
loro apprendimento nella formazione di base;
n  definire
percorsi di valutazione di esito delle
attività assistenziali ed in particolare delle azioni
generative nel prendersi cura della persona;
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Gruppo di Ricerca Infermieristica
Fondazione E. Zancan
n  Identificare
modalità che incrementino
l’integrazione tra formazione di base e
organizzazione dei servizi;
n  possibilità
di confronto ad ampio respiro tra le
diverse realtà operative in una logica di network
professionale.
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Obiettivo
1. 
Focalizzare aspetti di primaria rilevanza
della correlazione tra eventi avversi ed
assistenza infermieristica
2. 
Definire ambiti da presidiare per
garantire cure efficaci alla persona
3. 
Identificare le criticità legate alle “cure
perse” e alla incapacità di impedire il
deterioramento clinicamente importante
della persona
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n  Comprendere
quale è lo staff
ottimale, quello minimo e il mix di
competenze da assicurare per
garantire cure costo-efficaci,
rappresenta una questione aperta
anche a livello internazionale
(Royal College of Nursing, 2010)
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n 
Le condizioni dei pazienti sono divenute
complesse, le patologie sono severe anche
per effetto della comorbidità e i
cambiamenti epidemiologici e demografici
dei pazienti richiedono maggiori attenzioni
assistenziali rispetto a un tempo.
Contestualmente, gli ospedali hanno
focalizzato l’attenzione sugli aspetti
economici con un orientamento di tipo
manageriale
(Rassin M., Silner D., 2007).
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A che punto siamo (1)
Si sta osservando un numero di pazienti
crescente in carico a ciascun infermiere:
n è
aumentata la capacità del Servizio
Sanitario Nazionale di offrire cure
diversificate,
n sono
aumentati i bisogni dei pazienti che
assorbono una quantità addizionale di cure
infermieristiche,
(Saiani et al. 2011)
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A che punto siamo (2)
n il
tasso di occupazione dei letti è aumentato
ma non vi è altrettanta evidenza di un
adeguamento quantitativo degli staff
infermieristici
n che
lo skill mix , ovvero la proporzione di
cure infermieristiche erogate sul totale
dell’assistenza è divenuto più diluito per
l’inserimento degli operatori di supporto
(OSS)
(Saiani et al. 2011)
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Da cosa dipende la quantità di
infermieri da assegnare alle
strutture ospedaliere
n dal
ruolo occupato
n dal
processo di cure infermieristiche che
gestiscono
n dall’efficienza
e dall’efficacia delle cure
erogate da altri professionisti
n Dai
contesti organizzativi
(Royal College of Nursing Employment Research, 2009).
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Parole chiave
n  Rischi
per i pazienti
n  Outcome
n  Cure
negativi (eventi avversi)
perse (missed nursing care)
n  Fallimento
del riconoscimento precoce di
decadimento clinico (Failure to rescue)
n  Insoddisfazione
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degli infermieri
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Rischi per i pazienti
n  Effetti
negativi sulla sicurezza
n  Rischio
più elevato di lesioni da decubito,
cadute, infezioni correlate alle pratiche
assistenziali
n  Peggioramento
vita quotidiana
dell’autonomia nelle attività di
n  Non
riconoscimento del deterioramento
clinico
((Royal College of Nursing Institute, 2003; Aiken et al., 2002; Cho
2001; Needleman et al., 2011).
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Outocome negativi (eventi avversi)
(1)
n Una
riduzione del numero di infermieri
rappresenta una minaccia alla qualità delle
cure per l’elevato rischio di errori e la
probabilità di outcomes negativi
(Dowie R., Langman M., 1999; Aiken L.H. e altri, 2002; Berliner
H.S., Ginzberg E., 2002; Lang T.A. e altri, 2004; Garretson S.,
2004) (Cho S.H., 2001; Needlemann J.M 2001; Cheung R.B.,
2002).
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Outocome negativi (eventi avversi)
(2)
n  A
livello internazionale è riconosciuto che gli
errori sul paziente avvengono con regolarità,
possono essere determinati sia da un’azione
che da un’omissione che determinano
outcomes diversi da quelli attesi o che hanno la
potenzialità di determinare outcomes negativi,
meglio definibili come «eventi avversi».
(Sochalski J., 2004; Blegen M.A., Vaughn T., 1998; Blegen M.A. e
altri, 1998; Sochalski J., 2004; Lichtig L.K. e altri, 1999; Needleman J.
e altri, 2002; Aiken L.H. e altri, 2005; Dimick J.B. e altri, 2001;
Needleman 2011)
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Cure perse (missed nursing care)
(1)
n La
mancanza di risorse lavorative,
riconducibili all’aumento del numero di
pazienti e/o peggioramento imprevisto
delle loro condizioni, a situazioni di
urgenza, a dotazioni di organico inadeguate
sia dello staff infermieristico sia del
personale di supporto, risulta essere la
causa principalmente riportata di questo
fenomeno
(Kalish B.J., 2009)
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Cure perse (missed nursing care)
(2)
n  La
mancanza di risorse lavorative, ritardati e/o
mancati interventi di mobilizzazione/
deambulazione risultano associati ad aumentato
rischio di declino delle Activity of daily living (Adl),
di morte e di nuova istituzionalizzazione alla
dimissione, allo sviluppo di polmonite, di delirio di
nuova insorgenza, al prolungamento della durata
della degenza e al ritardo della dimissione
(Brown C.J. e altri, 2004; Karmel H.K., Iqbal M.A., 2003; Mundy
L.M., Leet T.L., 2003; Whitney J.A., Parkman S., 2004)
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Cure perse (missed nursing care)
(3)
n Mancati
interventi relativi alla nutrizione
sono associati all’aumento della mortalità a
90 giorni dalla dimissione, ritardo della
guarigione funzionale con aumento dei
tassi di ricorso alla casa di riposo,
all’aumento della durata di degenza, delle
prescrizioni mediche e del tasso delle
infezioni
(Covinsky K.E. e altri, 1999; Edington J. e altri, 2000)
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Cure perse (missed nursing care)
(4)
n  La
mancata pianificazione e coordinamento della
dimissione, la mancata educazione sanitaria ai
pazienti e caregiver e la comunicazione incompleta
sono associate all’aumento del numero di
riammissioni non programmate a 30 giorni dalla
dimissione, alla comparsa di eventi avversi da
farmaco e da procedure tecnico assistenziali dopo
la dimissione
(Spehar A.M. e altri, 2005; Forster A.J. e altri, 2003)
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Failure to rescue (1)
n A
causa del ruolo degli infermieri nella
identificazione precoce di deterioramento ,
il mancato soccorso è potenzialmente molto
sensibile all'assistenza infermieristica ed è
stato ampiamente sostenuto da una casa di
cura potenziale sensibile indicatore di
risultato
( Griffiths et al 2008)
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Failure to rescue (2)
n L’aumento di un infermiere a «tempo pieno
equivalente» per paziente al giorno è
associato a una riduzione dello 0,03% di
atelettasia polmonare e di insufficienza
respiratoria
(Amavaraldi R.K. e altri, 2000; Unruh L.Y., 2000; Dimick J.B. e
altri, 2001; Pronovost P.J. e altri, 2001; Houser E.P., 2005).
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Failure to rescue (3)
n  Nei pazienti chirurgici, un ottimale
rapporto quantitativo paziente/infermiere
determina il 12% di riduzione di
insufficienza respiratoria
(Amavaraldi R.K. e altri, 2000; Dimick J.B. e altri, 2001;
Pronovost P.J. e altri, 2001).
n  Lo 0,71% della riduzione di infezione del
tratto urinario è associato all’aumento di un
infermiere per turno di lavoro
(Flood S.D., Diers D., 1988; Hope J., 2003).
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Insoddisfazione degli infermieri
n Elevati
tassi di turnover
n Insoddisfazione
n Esaurimento
n Intention
lavorativa
emotivo
to leave
(Stamps P.L., 1997; Aiken L.H. e altri, 2002; Cline D. e altri, 2003;
Schaffner J.W., Ludvig Beymer P., 2003; Heinz D., 2004Dugan J. e
altri, 1996; Arnow P.M. e altri, 1982)
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Sfide per il nursing che
necessitano di tempo lavoro
n L’azione “generativa” nel
prendersi cura
della persona
n Competenze
n Active
avanzate
Aging
n Gestione
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della cronicità
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Conclusioni (1)
n In
base ai dati dell’Organizzazione per la
sicurezza e la cooperazione in Europa
(Ocse), nei paesi occidentali sono
disponibili 8,7 infermieri ogni mille
abitanti, in Italia lo standard è di 6,3
infermieri ogni mille abitanti. Per avere un
adeguamento ai dati Ocse sarebbero
necessari circa 65 mila infermieri.
(Rapporto Oecd Health, 2013)
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Conclusioni (2)
n  Per
stimare l’effettiva carenza di personale
infermieristico è necessario considerare la
relazione che esiste tra pazienti e i loro bisogni
clinici.
n  Nel
nostro paese ciascun infermiere assiste un
numero di pazienti che è quasi doppio rispetto
a quelli assistiti in alcuni ospedali statunitensi,
con evidente rischio di eventi avversi.
(Palese e Saiani 2006)
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Conclusioni (3)
n Un
tempo lavoro non sufficiente non
assicurano:
n  la
valutazione dello stato di salute e dei
bisogni assistenziali (assessment),
n  l’educazione e l’alleanza terapeutica con il
paziente e i suoi familiari per la gestione
delle patologie croniche,
n  la mobilizzazione, la rieducazione funzionale,
n  la gestione di processi di continuità delle
cure ospedale/territorio
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Grazie
per l’attenzione
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