Dicembre 2007
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Numero 40 Dicembre 2007 Dicembre 2007 In questo numero, numero, L’EDITORIALE pag. 2 Anche quest’anno volge al termine, e penso che molti tra voi lettori, investitori od operatori di mercato che siate, se lo lasceranno molto volentieri alle spalle! CONTRIBUTI “Il Mercato Alternativo del Capitale: sviluppo del territorio e valorizzazione dell’investimento” Antonio Governale – Direttore Generale pag. 4 PRO MAC Regole semplici, contributo allo sviluppo del territorio, buone prospettive per la valorizzazione dell’investimento: queste, in sintesi, le principali caratteristiche che riscontreranno gli investitori del MAC, il Mercato Alternativo del Capitale, partito ufficialmente lo scorso 17 settembre… “I fondi pensione internazionali raggiunti dalla nuova sfida dello sviluppo sostenibile: i fattori ESG entrano nella valutazione degli investimenti.” Simonetta Bono – SRI Business Development pag. 6 Vigeo Italia Nel mese di novembre si è tenuta a Parigi la conferenza annuale TBLI – Triple Bottom Line Investing… “Il Fondo PPP ITALIA: uno strumento di investimento nel settore italiano delle infrastrutture” Luca Vaiani – Responsabile gestioni a rendimento assoluto e fondi chiusi pag. 11 Fondaco SGR Il tema degli investimenti infrastrutturali è particolarmente dibattuto negli ultimi tempi, soprattutto in considerazione dell’avvio di talune iniziative di dimensioni considerevoli … APPROFON PPROFONDIMENTI “La crescita della liquidità in Europa” pag. 14 Dal Rapporto di Previsione dell’Associazione Prometeia, marzo 2007 PILLOLE “La congiuntura economica e i mercati finanziari ad ottobre/novembre 2007” pag. 20 1 Dicembre 2007 L’EDITORIALE II). L’effetto sui portafogli è stato quindi proporzionalmente molto più dirompente rispetto alle precedenti crisi, quasi esclusivamente concentrate sull’azionario, benché profonde e rapide. Sono stati infatti coinvolti i portafogli che noi definiamo “Core”, che normalmente rappresentano tra l’80% ed il 100% del patrimonio, essendo deputati a massimizzare la probabilità di raggiungimento degli obiettivi di breve termine. A nche quest’anno volge al termine, e penso che molti tra voi lettori, investitori od operatori di mercato che siate, se lo lasceranno molto volentieri alle spalle! E’ stato l’anno dei “subprime”, ormai entrati nel vocabolario di addetti ai lavori e non, evocando il triste ricordo delle “dotcom” o dei famigerati “TMT” di fine millennio scorso. In realtà la crisi estiva di liquidità, originata dalle crescenti difficoltà del mercato immobiliare USA (peraltro già evidenti a febbraio!), non ha rappresentato semplicemente lo scoppio di una bolla, come avvenne pur drammaticamente allora. Anche le partecipazioni azionarie strategiche hanno visto ridurre il loro valore di mercato, sovente in misura rilevante, soprattutto nel caso delle partecipazioni bancarie detenute dalle Fondazioni. La loro frequente immobilizzazione a bilancio e sempre buona redditività da dividendo consola solo parzialmente quando la riduzione del prezzo è così importante. Ovviamente anche la redditività generata da operazioni in derivati di incremento della redditività e diversificazione del rischio specifico è venuta meno o è stata negativa nel secondo semestre del 2007, per cui i conti economici potranno in alcuni casi risentirne nel confronto con il 2006. Se proprio dobbiamo trovare un paragone in natura, e dato il triste prossimo anniversario, questa crisi ci ha ricordato il terribile tsunami orientale. Seppur visibile da tempo da chi fosse dotato dei necessari sensori, l’ondata si è abbattuta sul sistema finanziario improvvisamente, trascinando via fin da subito gli avamposti più instabili (fondi hedge ed absolute return a forte leva sulle cartolarizzazioni più estreme), ma poi lasciando le proprie torbide acque a ricoprire vivi e morti, macerie e costruzioni solide e recuperabili. Sebbene sempre nell’occhio del ciclone, dei media ma anche delle Autorità di Vigilanza e addirittura dei Governi, l’industria degli hedge funds ha dimostrato elevata consistenza sia della raccolta netta che della performance. In particolare i fondi di fondi di diritto italiano, ancora agevolati fiscalmente rispetto agli internazionali, hanno saputo abbinare a questo vantaggio competitivo la capacità di diversificare tra strategie e fondi sottostanti, fornendo risultati più che soddisfacenti, pur incappando Ne è nata la peggiore crisi di fiducia dell’epoca moderna all’interno del sistema finanziario, che solo il massiccio e tempestivo intervento delle Banche Centrali è riuscito a mitigare, pur con effetti ancora tangibili sui tassi di interesse (Euribor vs tasso ufficiali di sconto) e presto tali (maggiore razionamento del credito, anche in vista di Basilea 2 Dicembre 2007 Capitale (MAC) ed al Partenariato Pubblico Privato (PPP) permetteranno di approfondire queste due tematiche, sulle quali sono benvenuti, come sempre da parte del buon ANTEO, commenti e richieste di approfondimento da parte dei nostri affezionati lettori (scrivete a [email protected]). in qualcuno dei fondi internazionali in default (a partire da quelli delle majors Goldman Sachs e Bearn Sterns). Urge invece un serio ripensamento complessivo delle gestioni cosiddette “Absolute Return”, nate per il superamento dell’approccio a benchmark, con l’obiettivo di allineare investitore e gestore su un comune target di redditività, da perseguire con continuità. Ebbene in molti casi, al di là delle confortanti dichiarazioni di intenti, i processi (gestionali, di risk management e di comunicazione) sottostanti a queste gestioni si sono rivelati a dir poco inadeguati. Lo stesso concetto di investimento socialmente responsabile (SRI) dovrà essere interessato da opportuni ripensamenti, alla luce di quanto avvenuto nel corso del 2007. Il solo screening dei titoli detenibili in portafoglio si mostra sempre più inadeguato rispetto ad un maggiore attivismo verso le aziende partecipate in termini di responsabilità sociale dell’impresa (CSR), ma anche nei confronti dei gestori patrimoniali utilizzati rispetto ai loro processi ed alle procedure di interazione con l’investitore. Ospitiamo sul tema SRI un intervento specialistico, che ci aggiornerà su come si stanno muovendo i principali operatori europei, in attesa che anche in Italia cresca la sensibilità verso quella che, non ci stanchiamo mai di ripeterlo, non è un’asset class, ma una filosofia complessiva di investimento del patrimonio. Gli investimenti alternativi tendono da tempo ormai ad esserlo sempre di meno, nel senso di una crescente direzionalità rispetto all’azionario, mentre lo rimangono eccome nel senso di incorporare forme di rischio che compensano la minore volatilità (es: rischio di liquidità/liquidabilità, rischio di credito e di controparte,…). Il punto è che questi rischi finora sono stati assunti dall’investitore istituzionale italiano medio con insufficiente consapevolezza. Presentiamo quindi in questo numero di ANTEO due nuove opportunità di investimento davvero alternative, non tanto per la forma giuridica o tecnica, quanto per la valenza socio-economica di investimenti di questo tipo, soprattutto per investitori istituzionali i cui stakeholders non sono certamente insensibili ad esigenze quali: • • Al consueto auspicio di fornirvi una lettura interessante si accompagnano i più cordiali auguri di buone Feste dalla redazione di ANTEO, dal team di PROMETEIA Advisor Sim e da tutta PROMETEIA Spa. rafforzare la capitalizzazione del tessuto di piccole - medie imprese (97,5% del totale imprese con fatturato minore di 2 milioni, che occupano il 57,5% del totale dipendenti – dati al 2005); sostenere iniziative congiunte tra settore pubblico e privato, per la infrastrutturazione socio-economica del Paese. I due contributi che ospitiamo su ANTEO, dedicati al Mercato Alternativo del 3 Dicembre 2007 CONTRIBUTI: IL MERCATO ALTERNATIVO DEL CAPITALE: SVILUPPO DEL TERRITO TERRITORIO E VALORIZZAZIONE DELL’INVESTIMENTO - il ricorso all’indebitamento con le banche; Antonio Governale, Direttore Generale - la cessione di una quota significativa del capitale a un fondo di private equity o venture capital per affrontare un’importante fase di transizione, in partnership con un investitore istituzionale; PRO MAC R egole semplici, contributo allo sviluppo del territorio, buone prospettive per la valorizzazione dell’investimento: queste, in sintesi, le principali caratteristiche che riscontreranno gli investitori del MAC, il Mercato Alternativo del Capitale, partito ufficialmente lo scorso 17 settembre. - la quotazione su un mercato regolamentato per ottenere la massima visibilità collocando le azioni agli investitori. Il MAC facilita l’incontro tra domanda e offerta del capitale di rischio, senza vincoli nella gestione e consentendo l’ingresso a soci di minoranza. Sono iniziate da poco le prime contrattazioni e già c’è un grande fermento intorno a questo formidabile strumento di sviluppo a disposizione delle PMI italiane. Rappresenta, quindi, una possibilità in più per le imprese che vogliono crescere e aumentare la propria capitalizzazione, anche in vista delle regole di Basilea 2 che renderanno più difficile l’accesso al credito per chi è meno capitalizzato, imponendo la ricerca di canali alternativi. Il tessuto produttivo italiano è infatti caratterizzato in misura significativa dalla presenza di imprese di piccola e media dimensione che costituiscono, più che negli altri paesi dell’Unione Europea, un fattore critico per lo sviluppo dell’economia italiana. Caratteristiche principali del MAC sono l’estrema semplificazione delle procedure ed il notevole abbattimento dei costi di accesso. Non esistono parametri dimensionali e di capitalizzazione per l’accesso al mercato, e non è previsto un limite minimo per il flottante. L’idea del MAC è stata sviluppata su iniziativa del sistema bancario italiano con lo scopo di facilitare l’accesso delle PMI al capitale di rischio, avvicinandole agli investitori e sostenendo il loro processo di innovazione e di crescita. Alla luce di tali caratteristiche, sul mercato possono operare unicamente i classici investitori professionali (Banche, Assicurazioni, SGR, etc), ovvero gli altri soggetti, incluse le persone fisiche, che possano chiedere di essere considerati Fino ad oggi, infatti, le PMI italiane intenzionate ad aprire il proprio capitale per sostenere l’innovazione e accelerare la crescita avevano tre possibilità: 4 Dicembre 2007 tali ai sensi della MIFID. Il MAC è anche un’interessante opportunità di investimento – in un’ottica di medio-lungo periodo dato che si rivolge esclusivamente ad investitori professionali – in grado di poter offrire rendimenti potenzialmente superiori alla media. Sono previsti precisi obblighi informativi a carico degli emittenti, per garantire trasparenza e visibilità. In particolare, gli emittenti sono obbligati a comunicare sistematicamente il bilancio, la semestrale, le operazioni straordinarie, le attività significative relative alla vita aziendale, e tutte le informazioni necessarie affinché gli azionisti possano esercitare i propri diritti. Come risulta dallo schema seguente, infatti, la performance negli ultimi 5 anni del mercato AIM Inglese – il riferimento naturale a cui si ispira il MAC adattandolo alle caratteristiche fondamentali della realtà italiana – è nettamente superiore a quella degli altri listini internazionali. Figure chiave del MAC sono lo Sponsor e lo Specialist. Lo Sponsor è la banca del territorio vicina all’azienda sia geograficamente sia in termini di supporto all’imprenditore e guida lo stesso nel processo di accesso al mercato e nelle successive comunicazioni. L’altra figura chiave è lo Specialist, che valuta la società, cura il collocamento presso gli investitori professionali, fa mercato sul titolo e cura le ricerche per gli investitori. E allora ecco la chiave di volta: uno strumento in grado di agevolare la crescita delle imprese, favorire lo sviluppo del territorio, e offrire in prospettiva un rendimento soddisfacente: perché no? L’evoluzione dei principali indici borsistici negli ultimi cinque anni (dal 1/01/03 al 07/11/07) Indici borsistici FTSE AIM All-Share +89% MIBTEL +68% FTSE 100 +59% Dow Jones IA 0% +55% 50 % 5 100 % Dicembre 2007 CONTRIBUTI: I FONDI PENSIONE PENSIONE INTERNAZIONALI INTERNAZIONALI RAGGIUNTI DALLA NUOVA SFIDA DELLO SVILUPPO SVILUPPO SOSTENIBILE forte spinta all’integrazione tra analisi finanziaria tradizionale e analisi extrafinanziaria specializzata. Simonetta Bono SRI Business Development–Vigeo Italia Sempre di più, a livello mondiale, l’SRI (Social Responsible Investing) si è sganciato dalla semplice gestione di prodotti “specifici” per venire considerato nella prospettiva del mainstreaming, cioè della progressiva integrazione di elementi di responsabilità sociale nella complessa attività di investimento. I fondi pensione internazionali raggiunti dalla nuova sfida dello sviluppo sostenibile: i fattori ESG entrano nella valutazione degli investimenti. Nel mese di novembre si è tenuta a Parigi la conferenza annuale TBLI – Triple Bottom Line Investing - il consueto appuntamento internazionale sui temi ESG, Environmental, Social and Governance. Investitori, gestori e professionals di tutto il mondo si sono confrontati sulle tematiche rilevanti della sostenibilità. Vigeo Italia era presente e qui delinea alcune importanti evidenze emerse a livello mondiale per i fondi pensione. Anche i fondi pensione internazionali, indipendentemente dalle loro dimensioni, sono stati raggiunti dalla sfida dello sviluppo sostenibile e della responsabilità sociale. Alcuni di questi, in occasione di una tavola rotonda di TBLI dal titolo “Challenges of Integrating ESG into Pension Funds” si sono confrontati, mettendo in luce l’eterogeneità dei loro approcci nei confronti degli investimenti socialmente responsabili e offrendo modelli illuminanti di Sustainable Investments. Il quadro che ne emerge è incoraggiante: ne citiamo alcuni, come esempi di best practice a livello internazionale, tra i molti che integrano le istanze ESG nei loro processi di investimento. La comunità finanziaria internazionale si è dimostrata nel tempo sempre più sensibile ed interessata ai temi sociali ed ambientali e alle valutazioni extrafinanziarie per i loro processi di investimento. La sostenibilità dello sviluppo, vista come un elemento di competitività, si è tradotta non solo in una diversificazione e specializzazione di prodotti (ad esempio quelli legati al “climate change”, nelle sue varie forme), ma anche in una 6 Dicembre 2007 ABP – Olanda Fondo pensione per i lavoratori dell’amministrazione pubblica e del settore educativo. E’ il secondo fondo pensione più grande al mondo Asset: 265 miliardi/$, di cui l’80% gestito internamente Aderenti: 2.500.000 zioni al management delle imprese in modo da esercitare forme di pressione e di influenza sulle politiche di gestione. Le istanze ESG sono tenute in grande considerazione da ABP, al punto da integrare valutazioni extra-finanziarie nelle decisioni di investimento. ABP utilizza criteri di esclusione per i propri investimenti, non investendo in imprese o stati che non rispettano i diritti umani e le libertà fondamentali dell’uomo. La corporate governance è il tema centrale nell’investment policy del fondo, che richiede elevati standard di trasparenza, indipendenza e rispetto per gli azionisti di minoranza da parte delle società in cui investe. Per tale ragione ABP ha creato un team di analisti coinvolti a tempo pieno in attività di analisi di corporate governance, voto ed engagement. Inoltre: gestisce un fondo internazionale di 190 milioni $ - attraverso Loyalis Global – che seleziona imprese con elevati profili sociali e ambientali; ABP vota in tutte le società olandesi in cui è investita, attraverso partecipazione diretta alle assemblee. Per le imprese internazionali, si avvale dei servizi di proxy voting offerti dagli advisor di corporate governance. nell’autunno 2006 ha investito 363 milioni $ nel Climate Change Capital’s Carbon II fund, un fondo settoriale gestito da Climate Change Capital che investe in imprese operative nel comparto dell’energia pulita e del risparmio energetico. Effettua inoltre attività di engagement, attraverso l’invio di lettere o comunica- TIAA CREF - Usa E’ il maggior fornitore al mondo di servizi finanziari e – fra l’altro – offre piani pensionistici ai docenti e ricercatori ed ai dipendenti del settore universitario, medico e culturale. Asset: 406 miliardi/$ complessivi, gestiti sia internamente che esternamente. Aderenti: 3.200.000 lavoratori dagli anni Settanta, quando dialogava con il management delle imprese al fine E’ un investitore attivo sul tema SRI 7 Dicembre 2007 Politiche di engagement sono effettuate soprattutto nei confronti di quelle imprese che hanno registrato una performance finanziaria debole o evidenziato un basso profilo in qualche area della responsabilità sociale. Al riguardo, recentemente TIAA-CREF ha lavorato sulla questione “Sudan”. di incoraggiarle a prendere misure contro l’Aparthied in Sud Africa. Al suo interno ha istituito un Comitato di Corporate Governance e Responsabilità Sociale che stabilisce le Linee Guida e supervisiona le attività di investimento. TIAA-CREF incoraggia le imprese americane e internazionali a buone pratiche sui temi ambientali, dei diritti umani, del rispetto della comunità, della sicurezza dei prodotti. Negli anni Novanta nasce il CREF Social Choice Account, un fondo di investimento socialmente responsabile, che attualmente gestisce asset per 9 miliardi/$ e che si avvale dell’agenzia di rating KLD.Il fondo esclude imprese che operano nei settore del tabacco, alcool, gioco d’azzardo, armi ed energia nucleare. Sono incluse le imprese migliori del loro settore di appartenenza, per quanto riguarda gli aspetti sociali ed ambientali. Vota presso le assemblee delle società ove possibile, in linea con il codice di corporate governance delineato dal Comitato interno. FRR – Francia Fondo pensione statale francese di “riserva”, creato per garantire il funzionamento del sistema pensionistico nel lungo periodo. Asset: 42 miliardi/$, gestiti esternamente cializzati nella degli emittenti, Il fondo ha adottato una politica di investimento socialmente responsabile sin dalla sua costituzione (1999), ispirandosi ai Principles for Responsible Investment (PRI), di cui FRR è stato uno degli investitori promotori. scelta nell’incoraggiare i gestori ad integrare aspetti sociali ed ambientali nella loro politica di selezione dei titoli (mainstream), ispirandosi ai principi contenuti nei UN Global Compact Principles. Questo approccio è applicato agli asset che sono gestiti senza una vera e propria politica SRI. La politica di investimento socialmente responsabile di FRR si esprime: nel voto sulla base di linee guida emesse da organizzazioni internazionali; nell’approccio best-in-class utilizzato dai gestori SRI spe- 8 Dicembre 2007 Calpers - USA Fondo pensione dipendenti publici californiani. E’ il primo fondo pensione americano e il terzo nel mondo per dimensione di assets Asset: 250 miliardi/$, gestiti internamente. sta di imprese caratterizzate da una modesta creazione di valore rispetto ai loro concorrenti e dalla mancanza di pratiche di governance, in modo da iniziare il percorso di azionariato attivo nei loro confronti. E’ il leader in tema di corporate governance, intesa come strumento in grado di creare valore per un investimento. Sin dagli anni Ottanta Calpers ha avviato un’intensa attività volta ad influenzare attivamente la governance delle grandi imprese quotate, al punto che diversi ricercatori hanno analizzato ed evidenziato il “Calpers Effect”, ossia l’aumento di valore per l’azionista generato dalle attività di engagement di Calpers. La politica di investimento nei paesi emergenti da parte di Calpers richiede il rispetto di standard minimi riguardanti la stabilità politica, le libertà civili, la trasparenza e l’adesione alle convenzioni internazionali sul rispetto dei diritti umani e del lavoratore. I principi a cui si ispira sono contenuti nel GSP, Global Sullivan Principles of Social Responsibility, un codice di condotta globale e volontario finalizzato a migliorare le performance economiche, sociali ed ambientali delle imprese e basato sul principio-guida che una solida struttura di corporate governance sia in grado di generare performance finanziarie nel lungo periodo. Nel corso del 2006 Calpers ha deciso di non investire in nove società che operavano in collegamento con il governo del Sudan, responsabile di complicità nel genocidio nella regione del Darfur. Calpers vanta un importante track record anche in iniziative ambientali: • ha investito 200 milioni $ in un portafoglio focalizzato su imprese che investono in energie pulite ed alternative, Calpers ha redatto un proprio codice di comportamento, il Global Principles of Accountable Corporate Governance, sulla base del quale vota in tutte le assemblee delle imprese in portafoglio (domestiche e internazionali). Si avvale di un team di ricerca interno oltre che di provider esterni. Ha adottato un sistema di reporting trimestrale per informare il consiglio di amministrazione sulle politiche di voto. • ha selezionato gestori sulla base della loro attività di screening ambientale, conferendo in gestione 500 milioni $ • ha investito 75 milioni $ in un Index fund KLD che seleziona imprese in base all’impatto ambientale che generano. Parallelamente all’attività di voto, Calpers effettua engagement nei confronti di quelle imprese che presentano potenziali rischi per il portafoglio complessivo. Sistematicamente viene individuata una li- 9 Dicembre 2007 CIA – Svizzera Fondo pensione dipendenti pubblici ed insegnanti del Cantone di Ginevra Asset: 5 miliardi/$, gestiti esternamente. Aderenti: 35.000 Il fondo pensione ha adottato una politica di investimenti socialmente responsabili dal 1996. Il processo di investimento comprende criteri di esclusione, in quanto il fondo non investe in imprese che realizzano più del 5% del loro fatturato nei settori armi, tabacco, gioco d’azzardo, energia nucleare e produzione di organismi geneticamente modificati. Il fondo, inoltre, utilizza un indice di responsabilità sociale per alcune gestioni passive. Per la selezione degli emittenti paese, CIA si avvale dei rating paese forniti da agenzie di rating sociale ed ambientale. Nel 1997 - insieme ad altri organismi previdenziali svizzeri – il fondo CIA ha fondato Ethos, un’organizzazione non profit finalizzata a promuovere lo sviluppo sostenibile, attraverso l’attività di engagement. Nelle selezione del gestore, il fondo CIA richiede le competenze per un approccio best in class nella scelta degli emittenti, con il quale si scelgono e si sovrappesano nei portafogli le imprese che dimostrano la maggiore attenzione agli aspetti ambientali, ai diritti umani e dei lavoratori. CIA vota in tutte le assemblee delle imprese svizzere in cui è investito, seguendo i consigli di voto emessi da Ethos. ERAFP - Francia Fondo pensione dipendenti pubblici francesi Asset: 4 miliardi/$, gestiti esternamente. Aderenti: 48.000 Nel 2005 il fondo ha iniziato a considerare nella politica di investimento, gli aspetti sociali ed ambientali, e a partire dal marzo 2006 ha adottato delle Linee Guida a cui uniformarsi nel processo di selezione delle imprese. lavoro, assenza di corruzione e riciclaggio di denaro) e la salvaguardia dell’ambiente (livelli di emissioni CO2 e tasso di inquinamento). Per l’investimento in emittenti Paesi viene tenuto in considerazione il rispetto delle convenzioni internazionali. ERAFP ha deciso di non investire in quegli stati americani in cui la pena di morte è ancora in uso. Nella valutazione degli emittenti (sia imprese, sia paesi) sono considerati di primaria importanza il rispetto dei diritti umani (assenza di discriminazione, liberta di espressione, adeguate condizioni di 10 Dicembre 2007 CONTRIBUTI: IL FONDO PPP ITALIA: UNO STRUMENTO DI INVE INVESTIMENTO NEL SETTORE ITALIANO DELLE INFRA INFRASTRUTTURE nell’efficienza che questi operatori portano, nella maggiore certezza dei tempi di realizzazione e dei costi associati, nella corretta ripartizione (vale a dire a condizioni di mercato) dei rischi di costruzione, disponibilità dell’opera e gestione della stessa e, in aggiunta, nella capacità di fornire soluzioni innovative nell’ambito della strutturazione finanziaria dei progetti. Luca Vaiani, responsabile gestioni a rendimento assoluto e fondi chiusi Fondaco SGR I l tema degli investimenti infrastrutturali è particolarmente dibattuto negli ultimi tempi, soprattutto in considerazione dell’avvio di talune iniziative di dimensioni considerevoli. Ed in effetti l’argomento pare posto correttamente in funzione del deficit di opere di interesse pubblico che caratterizza l’Italia rispetto agli altri Paesi industrializzati. Il 2° rapporto sull’attuazione della Legge Obiettivo redatto dal Servizio Studi della Camera riconosce l’esistenza di questo gap e stima in oltre 264 miliardi di euro il fabbisogno di capitali per finanziare un programma di investimenti in grado di ridurre tale deficit. Nonostante appaia chiaro il “caso di investimento” di fondo, occorre non nascondere quelle che sono le maggiori criticità che caratterizzano questo mercato che, è opportuno ricordare, è ancora “giovane”, relativamente poco efficiente, poco trasparente, e dotato di un impianto normativo/legislativo che, seppure di gran lunga migliore di quello che ha caratterizzato gli anni passati, non ha ancora trovato una stabilità che possa garantire un contesto di riferimento certo agli operatori del settore (si veda a questo proposito la cancellazione del diritto di prelazione nell’ambito della procedura negoziata introdotta dal secondo decreto correttivo al Codice degli Appalti). I limiti posti dal Trattato di Maastricht, e la situazione debitoria del nostro Paese, non permettono di recuperare tale gap utilizzando la spesa pubblica, canale che ha dimostrato nel passato i propri limiti sia in termini di efficacia nel soddisfare la domanda esistente, sia in termini di efficienza con riferimento alle modalità di costruzione e gestione delle opere pubbliche. Vale la pena sottolineare, con specifico riferimento al segmento del partenariato pubblico-privato, che in Italia rappresenta oggi circa un terzo del mercato totale dei lavori pubblici, che margini di miglioramento sono possibili anche nell’ambito della relazione tra operatori privati poiché l’ingresso di investitori finanziari (ed in particolare dei fondi di investimento) nel capitale delle società di progetto titolari di concessione di costruzione e gestione può consentire agli operatori industriali (società di costruzione) di diluire la pro- Appare dunque chiaro che se si vuole aumentare in modo significativo la dotazione di infrastrutture del nostro Paese è necessario coinvolgere i capitali privati. Il valore aggiunto portato da investitori privati è rintracciabile in prima battuta 11 Dicembre 2007 pria partecipazione azionaria, e quindi di poter deconsolidare dal proprio bilancio il debito della SPV, e in ogni caso di liberare risorse che possono essere utilizzate per finanziare la crescita e lo sviluppo di nuovi progetti. Dal punto di vista delle strategie seguite dai fondi attivi in questo mercato una distinzione importante è quella tra investimenti di tipo greenfield e di tipo brownfield: mentre i primi si riferiscono a nuovi progetti nella loro fase di sviluppo, e accrescono il patrimonio infrastrutturale, i progetti cosiddetti brownfield riguardano l’investimento in progetti maturi e già nella fase di gestione. Per questi ultimi la rischiosità attesa è, a parità di condizioni, minore rispetto a progetti greenfield nonostante frequentemente il grado di leva finanziaria sia maggiore. Anche le competenze tecniche richieste agli operatori finanziari possono differire: per opere già attive il contributo dell’ingegneria finanziaria è maggiore ed è necessaria la capacità di gestione di business maturi, mentre nel caso di progetti in fase di sviluppo sono richieste competenze distintive nella definizione e gestione dei rischi, in modo particolare per le opere caratterizzate da elevato rischio di mercato. La capacità di un operatore finanziario di creare relazioni stabili con i partner coinvolti nella gestione della concessione (principalmente costruttori e gestori dell’opera) rappresenta un vantaggio competitivo importante che può consentire l’accesso ai progetti migliori, anche attraverso l’investimento in portafogli composti da una pluralità di progetti, e di poter efficacemente programmare l’attività di investimento. Vantaggi di questo tipo non sono ovviamente gratuiti e dipendono dalla capacità dei fondi di apportare valore aggiunto nell’ambito degli strumenti di finanziamento e della capacità di strutturare l’operazione, anche dal punto di vista della corretta distribuzione dei rischi; a questo proposito può essere rilevante la flessibilità apportata nella struttura azionaria della società di progetto, che vede il fondo di investimento presente per un periodo variabile tra 5 e 7 anni, ma con un ruolo attivo nel consentire alla struttura azionaria di modificarsi coerentemente con la distribuzione dei rischi nel tempo, e cioè con peso maggiore per il costruttore nella fase iniziale e per il gestore dell’infrastruttura nella sua fase operativa. Sub-Sector Definitions Nella tabella qui sotto si riportano le principali metriche di rischio e rendimento attesi dei diversi sotto-settori nell’ambito degli investimenti in infrastrutture, che sono nel complesso caratterizzati da prevedibilità dei flussi di cassa e modesta capital appreciation, mentre i rischi sono principalmente di natura regolamentare (politica), operativa e di (il)liquidità. Risk Profile Expected Expected Cash Yield Equity Return (IRR) Expected Appreciation Potential Toll Roads: Operating / Brownfield Low 4-9% 8-12% Limited Private Public Partnerships -- PPPs Low-Medium 6-12% 9-13% Very Limited Regulated Assets Low-Medium 6-10% 10-15% Limited Railroads Airports Medium Medium 8-12% 5-10% 14-18% 15-18% Yes Yes Toll Roads: Development / Greenfield Medium 3-5% 12-16% Yes Medium-High High 8-10% 4-12% 15-20% 12-25% Yes Yes Communications Networks Power Generation 12 Dicembre 2007 In questo contesto il fondo PPP Italia, che è un fondo chiuso di tipo “private equity” gestito da Fondaco SGR e che utilizza FIN.OPI S.p.A. come advisor, ha un patrimonio di 120 milioni di Euro, è specializzato negli investimenti in infrastrutture di interesse locale e privilegia gli investimenti di tipo greenfield. La ragione dell’interesse per il settore delle infrastrutture, e del nostro impegno per il tramite del fondo, risiede nella combinazione tra valutazione delle opportunità di investimento e sostegno alle necessità infrastrutturali del territorio. Riteniamo che sia possibile apportare valore aggiunto in un mercato ancora in fase di sviluppo e che, nonostante a questa fase iniziale siano associati rischi aggiuntivi, valga la pena essere first mover e riuscire a costruire una posizione solida, credibile e di lungo periodo in questo settore. 13 Dicembre 2007 APPROFONDIMENTI do (Fig.1). La crescita della liquidità in Europa Fig. 1 Dal Rapporto di Previsione dell’Associazione Prometeia Marzo 2007 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 gen-00 C ome ampiamente pronosticato la Banca Centrale Europea ha recentemente rialzato i tassi di interesse di 25 punti base portandoli su un valore pari a 3.75 per cento. La decisione, giustificata col timore di una crescita dell’inflazione nella zona euro nel medio-lungo periodo, si basa su due principali ragioni di inquietudine. Crescita M3 e Inflazione 6 5 4 3 2 1 ott-01 lug-03 apr-05 0 gen-07 M3 (var.% sul corr, mm a tre mesi) tasso di crescita di referenza BCE-4.5% inflazione (dx) inflazione escluso energia (dx) La seconda ragione di preoccupazione, della quale passiamo a occuparci, riguarda invece la crescita dell’aggregato M3 che in gennaio si è attestata al 9.8 per cento, rimanendo la più alta dall’introduzione dell’Euro. Tale crescita è da alcuni considerata con preoccupazione, come fonte potenziale di instabilità dei mercati reali e finanziari. Diciamo subito che non condividiamo questa seconda preoccupazione. Il nostro punto di vista è che i saggi di interesse di mercato hanno la capacità di reagire prontamente a eventuali eccessi di offerta di attività liquide, di fatto impedendo che tali eccessi di offerta si scarichino sui mercati reali, come pure evitando che i mercati finanziari delle attività meno liquide vengano segnatamente coinvolti nel processo di aggiustamento. La prima riguarda i possibili effetti della crescita del prezzo del greggio sulla stabilità dei prezzi. È utile ricordare come nel periodo fra il 2001 e il 2005 il prezzo del petrolio sia quasi triplicato in termini reali e sia aumentato di oltre il 500 percento in termini nominali. Usualmente gli effetti degli incrementi sull’economia si dispiegano con un lag temporale e ciò fa supporre che, nonostante la caduta delle quotazioni del greggio registrata di recente, l’area Euro possa risentire del passato caropetrolio ancora per qualche tempo, in concomitanza della robusta crescita sperimentata nel 2006 e delle buone previsioni per il 2007. Ciò detto, gli ultimi aggiornamenti sull’andamento dell’inflazione nella zona euro mostrano come questa si mantenga relativamente bassa all’1.8 per cento, fatto che sembrerebbe attenuare le preoccupazioni su un effetto consistente del passato aumento del prezzo del petrolio sul livello dei prezzi, per lo meno nel breve perio- È tuttavia importante riconoscere che l’espansione monetaria è da anni consistente e sostenuta. Il tasso di crescita della domanda/offerta di moneta ha superato il valore di riferimento, fissato 14 Dicembre 2007 conote e monete in circolazione e i depositi a vista, nel periodo fra il 2001 e il 2003 sia stata nettamente più robusta della crescita di M2 o M31 che, invece, rappresentano forme di risparmio fruttifere a breve scadenza2 . Non si può escludere che sulla crescita di M1 abbia influito anche il “tesoreggiamento” praticato dagli immigrati nell’area Euro e dai residenti nei paesi dell’Est che ancora non fanno parte dell’Uem. Per quanto riguarda l’andamento periodale, la quantità di M1 detenuta dal sistema è passata da una modesta crescita all’inizio del 2001 a una crescita decisamente vigorosa (11.5 per cento e oltre su base annua) a partire dall’agosto del 2003, in concomitanza con un clima di estrema incertezza sui mercati finanziari. dalla Bce al 4.5 per cento, per più del 2.5 per cento in media all’anno dal 2001 ad oggi (Fig. 1). La crescita dell’aggregato monetario principale (M3) non è stata uniforme nel tempo. Anche la semplice ispezione grafica delle serie storiche permette di identificare un break nell’andamento dei tassi di crescita di M3 in corrispondenza della fine del primo semestre del 2003. Tale break ha comportato una inversione di tendenza rispetto agli alti tassi di espansione monetaria registrati precedentemente che si è protratta fino almeno alla prima metà del 2004, con una sostanziale e marcata decrescita degli aggregati monetari e con conseguenti tassi di crescita di M3 vicini ai valori di riferimento della Bce per la prima volta dagli inizi del 2001.Successivamente, dalla seconda metà del 2004 in poi, la liquidità ha iniziato a crescere nuovamente in maniera robusta fino al picco registrato nel mese di gennaio di quest’anno. Fig. 2 Le dinamiche di crescita della domanda di moneta in Italia hanno ricalcato tendenzialmente quelle europee, con una più che robusta crescita di M3 dal 2001 fino almeno ai primi mesi del 2002, crescita comunque superiore alla media europea. Anche in Italia la crescita di moneta ha visto prevalere la componente più liquida, M1. Come per l’area Euro, in concomitanza con l’abbassamento dei tassi di interesse dal 2003 si è evidenziato un cambiamento di tendenza con una decrescita di M3. Volatilità mercati finanziari e crescita aggregati monetari 12 40 10 35 30 8 25 6 20 4 15 2 0 gen-00 Dal 2004 in poi, tuttavia, si è tornati ad una più rapida espansione del credito con tassi di crescita di M3 simili o di poco superiori alla media europea. 10 ott-01 lug-03 apr-05 5 gen-07 M3 (var.%) M1 (var.%) DJ Eurostoxx 50, st. deviation annualiz.(dx) Quali sono le cause della crescita della moneta nel periodo 2001-2007 e del Anche nelle componenti di M3 sono identificabili due fasi. La Fig.2 mostra come la crescita di M1, l’aggregato monetario più liquido che contiene le ban- 1 L’andamento di M2, non mostrato nel grafico per brevità, segue molto da vicino quello di M3. 2 M2 comprende M1, i depositi rimborsabili su preavviso non superiore ai 3 mesi e i depositi con durata prestabilita non superiore ai due anni detenuti presso le IFM e le amministrazioni centrali. M3 comprende, invece M1, M2 e strumenti negoziabili come operazioni contro termine, quote di partecipazioni a fondi comuni monetari e i titoli di debito con scadenza non superiore a 2 anni emessi dalle IFM. 15 Dicembre 2007 break fra il 2003 e il 2004? In che modo la strategia di reazione della Bce di un abbassamento dei tassi di interesse fra il 2001 e il 2003 e un loro rialzo a partire dal 2005 si è correlata all’andamento della crescita nella domanda di moneta? tando a una riduzione dei tassi di interesse dal 4.25 per cento dell’agosto 2001 al 2 per cento in giugno 2003. I bassi, e gradualmente decrescenti, tassi di interesse praticati dalla Bce nel periodo a partire dal 2001 hanno consentito, e probabilmente stimolato, spostamenti di risorse da impieghi del risparmio a più lungo termine verso strumenti maggiormente liquidi fra il 2001 e il 2003 mutando la struttura della base monetaria a favore di una sua maggiore liquidità relativa. Da più parti 3 si sostiene come l’apparente ciclicità nella crescita di M3 sia sostanzialmente dovuta a due differenti cause, di cui la prima di carattere congiunturale (fra il 2001 e il 2003) e la seconda più strutturale e più strettamente legata alla politica monetaria della Bce (fra il 2004 e il 2007). Anche una semplice analisi grafica sembra non contraddire tale tesi. La Fig. 2 evidenzia come, almeno fino alla seconda metà del 2003, la crescita nella volatilità dei mercati finanziari (catturata qui dalla standard deviation dell’indice Dow Jones Eurostoxx 50) si sia accompagnata a una crescita nella domanda di moneta ed in particolare di liquidità. Come posto in evidenza dal presidente della Bce, “following several years of robust monetary growth, the liquidity situation in the euro area is ample by all plausibile measures”4. Viene argomentato come la crescita della domanda di moneta fra il 2001 e il 2003 sia stata sospinta da un generale clima di incertezza a livello mondiale dovuto principalmente a shock di natura esogena (per loro natura non prevedibili) fra i quali l’attacco alle torri gemelle, la guerra in Afghanistan e in Iraq e gli scandali finanziari nelle due Americhe. Questi fenomeni hanno evidentemente concorso all’estrema volatilità dei mercati finanziari a livello mondiale il cui apice è stato raggiunto nella prima metà del 2002. La risposta dal lato della domanda di moneta è stato pertanto uno shift di risorse dai mercati azionari verso assets più sicuri con una conseguente richiesta di liquidità progressivamente maggiore da parte degli operatori. D’altro canto, le autorità monetarie (negli Stati Uniti innanzitutto) hanno convalidato (o forse incoraggiato) questa domanda riducendo via via i tassi di interesse, al fine di minimizzare gli effetti negativi sulla crescita economica della situazione di incertezza. Dunque, se fino al 2003 sarebbe stata l’incertezza dello scenario economico a livello globale (e non solo) ad accrescere la preferenza per la liquidità e a spiegare la crescita di M3 in tutte le sue componenti, più complessa appare l’analisi del periodo più recente, quando probabilmente cause molteplici stanno sovrapponendo i propri effetti. Anche in Europa, a fronte della più che considerevole espansione del credito nell’area Euro, la strategia della Bce si è rivelata ampiamente permissiva por- Un ruolo potrebbe essere stato giocato dalla ripresa dell’attività economica, che prende l’avvio in questo stesso periodo e che vede un rafforzamento del ciclo delle esportazioni e degli investimenti. Tuttavia l’andamento degli aggregati monetari rapportati al PIL non sembra dare molta sostanza a questa ipotesi (Fig. 3): è “come se” la velocità di cir- 3 Carstensen (2004), Greiber e Lemke (2005), Carpenter e Lange (2002), vari Bollettini mensili Bce. 4 Introductory statement, Jean-Claude Trichet, Presidente della Bce, 8 Marzo 2007. 16 Dicembre 2007 colazione della moneta avesse continuato a ridursi. Si potrebbe dunque pensare che sia in atto una progressiva correzione strutturale delle abitudini riguardanti le scorte monetarie e la domanda di investimenti liquidi in senso lato. Fig. 3 Tuttavia, già dalla seconda metà del 2004, l’aggregato M3 riprende a crescere a ritmi più che sostenuti, nonostante il ritrovato clima di fiducia sui mercati finanziari. È interessante notare come la crescita della domanda di moneta, trainata principalmente da household holdings nel periodo 2001-2003 6 , sia stata invece, in questa seconda fase, sostenuta dalle imprese (non-financial corporations 7 ) e, in particolare, da intermediari finanziari non bancari (nonmonetary financial intermediares). Aggregati monetari su Pil (%) 3.0 1.3 1.2 2.8 1.1 2.6 Fig. 4 1.0 2.4 2.2 0.9 14 0.8 12 Tassi d'interesse e crescite di M1 e M3-M1 5 4 10 2.0 0.7 mar-00 lug-01 nov-02 mar-04 lug-05 nov-06 M3 M1 (dx) 8 3 6 2 4 1 2 D’altro canto, i bassi tassi di interesse di policy non hanno contrastato la spinta su M3. In concomitanza con l’ulteriore abbassamento dei tassi di interesse al 2 per cento a metà del 2003 la crescita di M3 inizia a diminuire anche per l’aumento del costo-opportunità di detenere moneta in forma liquida rispetto ad un suo potenziale impiego in attività a rendimento più elevato, divenute meno rischiose per la riduzione di volatilità nei mercati azionari. Dalla prima metà del 2003 fino almeno al primo trimestre del 2004 si è assistito, pertanto, ad un periodo di aggiustamento caratterizzato da bassi tassi di interesse e moderata diminuzione nella volatilità dei mercati finanziari 5 . Situazione che ha avuto l’effetto di ridurre la crescita di M3, lasciando invece invariata la crescita di M1. 0 gen-00 ott-01 lug-03 apr-05 0 gen-07 tassi interesse Bce (dx) M3-M1 (var. %) M1 La fase più recente necessita dunque di ulteriori approfondimenti. Innanzitutto, l’analisi del contesto internazionale. Come sottolineato recentemente anche dalla Bce8, un insieme di fenomeni sta da tempo generando una eccedenza di risparmio, ex ante, rispetto agli investimenti. Facciamo riferimento al ruolo svolto dalle IMF dei Paesi asiatici, in particolare le banche centrali, le quali hanno in6 A riconferma della reazione importante da parte dei piccoli risparmiatori e delle famiglie al generale clima di incertezza fra il 2001 e il 2003. 7 Non financial corporations sono definite come unità istituzionali le cui transazioni distributive e finanziare sono distinte da quelle dei corrispettivi proprietari e la cui principale attività è la produzione di beni e servizi non finanziari. 5 Anche se non va dimenticato che ciò si associava a una instabilità geopolitica ancora importante all’indomani dell’invasione in Iraq nel marzo del 2003 e a prospettive incerte sul prezzo del petrolio. 8 L. Bini Smaghi in un intervento effettuato il 14 marzo, reperibile sul sito della Bce. 17 Dicembre 2007 lante e degli aggregati monetari maggiormente liquidi con un decremento del tasso di crescita di M1 a fronte di una crescita complessiva di M3 che è tuttavia rimasta fra le più alte sperimentate dall’introduzione dell’Euro (Fig. 3). vestito negli ultimi anni una parte considerevole delle proprie risorse in securities denominate in dollari e euro aumentandone la domanda e diminuendone i rendimenti. La maggiore integrazione dei mercati finanziari, inoltre, ha con probabilità determinato la percezione da parte degli investitori di una maggiore sostituibilità fra i titoli di Stato dell’area dell’euro e quelli degli Stati Uniti il cui effetto muoverebbe, nuovamente, nella direzione di un decremento dei premi a termine e verso una maggiore sincronizzazione dei cicli economici nelle due aree. Dunque, la liberalizzazione dei movimenti di capitale ha incanalato, più o meno efficientemente, tali flussi di risparmio verso prodotti finanziari “sicuri” e prevalentemente liquidi nelle economie avanzate, mantenendone bassi i rendimenti e appiattendo la curva per scadenze. In particolare, la riduzione nella crescita di M1 sperimentata negli ultimi mesi è stata principalmente dovuta ad un decremento nel tasso di variazione del circolante e del tasso relativo ai depositi overnight. Contemporaneamente, la crescita dei depositi a breve termine (diversi da overnight deposits) così come la crescita dei depositi con durata prestabilita fino a due anni hanno contribuito invece alla crescita complessiva di M3. Il cambiamento nella struttura complessiva di M3 può essere spiegata dal differente andamento dei tassi di interesse sui depositi overnight e su quelli a termine. L’ispezione dei dati evidenzia come a partire dal maggio del 2005 si verifichi un aumento nel divario (fino a quel momento estremamente ristretto) fra la remunerazione dei depositi a termine rispetto a forme di risparmio maggiormente liquide come i depositi overnight. Tale differenziale avrebbe implicato uno shift fra le due forme di liquidità a favore dei depositi a termine attenuando pertanto la crescita di M1 e lasciando invariata quella complessiva di M3. Evidentemente, le cause alla base dell’appiattimento della curva dei rendimenti sia in Europa che negli Stati Uniti sono state anche altre, non ultime la ritrovata fiducia nei mercati, lo stabile controllo dell’inflazione e la moderata crescita economica, che avrebbero concorso a produrre aspettative ottimistiche sul medio-lungo periodo e contribuito ad una diminuzione dei premi a termine. Infine, le riforme pensionistiche e più in generale il processo di invecchiamento della popolazione nelle economie avanzate, avrebbero incoraggiato lo sviluppo dei fondi pensione, sortendo l’effetto di stimolare ulteriormente la domanda di securities a lungo termine, contribuendo a ridurne i rendimenti. Pertanto, sebbene la politica monetaria abbia determinato sostanziali effetti di sostituzione all’interno di M3, la crescita nella domanda di liquidità non sembra arrestarsi. Come nota la Bce 9 , è “l’appiattimento della curva dei rendimenti che tende a scoraggiare gli spostamenti di portafoglio da attività liquide ad attività meno liquide, cosicché l’incremento dei tassi di policy tende ad All’interno di questo contesto macroeconomico, l’effetto più evidente della politica di rialzi dei tassi di interesse sembra essere stato quello di una riduzione nella crescita della moneta circo- 9 18 Bini Smaghi, cit. Dicembre 2007 avere un effetto limitato sul tasso di crescita degli aggregati monetari: le Banche centrali stanno conducendo studi approfonditi sulla questione.”10. Il recente rialzo dei tassi di interesse (avvenuto questo stesso mese) può essere pertanto considerato come una risposta ai segnali di potenziale incremento dell’inflazione derivanti dalla più che duratura espansione del credito in congiuntura con la robusta crescita economica del 2006 (attestatasi al 2.9 per cento), le buone previsioni per il 2007 e il ritrovato clima di fiducia nei mercati. Ulteriori aumenti dei tassi di policy nell’area euro potranno essere presi in considerazione dalla Banca Centrale Europea in relazione agli sviluppi dell’inflazione e in risposta alle decisioni della politica monetaria della Fed. 10 Come evidenziato, inoltre, dalla Federal Reserve 10 a partire dalla seconda metà del 2004 l’economia statunitense così come quella europea ha sperimentato un graduale decremento nei rendimenti delle securities a lungo termine. In particolare, si argomenta come “since June 2004 […] the fall in forward rates seen in the Treasury market has occurred in private yields as well. These patterns have also appeared in securities not denominated in dollars. For example, over the same period, longer-term government and swap yields in the United Kingdom and the euro area have moved appreciably lower”. 19 Dicembre 2007 PILLOLE USA: La congiuntura economica e i mercati finanziari a ottobre / novembre 2007. C • La crescita economica è risultata in accelerazione nel terzo trimestre, all’1.2% su base congiunturale; dallo spaccato del Pil è emerso in particolare una ripresa dei consumi privati, a fronte di un ulteriore indebolimento degli investimenti privati residenziali. • La revisione al rialzo espressa nella seconda release (dall’1% della stima preliminare) è imputabile ad una migliore valutazione del contributo proveniente dall’estero. • Gli indicatori qualitativi continuano tuttavia a scontare una fase di rallentamento nel breve termine, a riflesso dell’ulteriore correzione del mercato immobiliare. ONGIUNTURA ECONOMICA Negli ultimi mesi sono stati diffusi i dati relativi all’attività economica del terzo trimestre. Si sono evidenziati tassi di crescita del Pil in accelerazione e al di sopra delle attese per i principali paesi. E’ rimasto inoltre sostenuto il ritmo di espansione delle maggiori economie emergenti. Di conseguenza, in virtù dell’effetto trascinamento dovuto all’ultimo dato trimestrale, sono state riviste al rialzo le stime di crescita economica annuale per il biennio 2007-’08. Dopo aver raggiunto quotazioni record, i prezzi del petrolio a fine novembre hanno registrato una lieve attenuazione, attestandosi poco al di sopra dei 90 dollari al barile. UEM: La crescita economica dell’area Euro è risultata in accelerazione nel terzo trimestre, pari allo 0.7% rispetto allo 0.3% precedente. Andamento trimestrale del Pil reale (tassi di crescita % sul precedente) Lo spaccato del Pil ha evidenziato una netta ripresa degli investimenti privati, i quali nel periodo precedente erano stati penalizzati anche da fattori climatici. In lieve attenuazione il contributo dei consumi; l’apporto della domanda estera è invece risultato negativo. 1,5 1,2 0,9 1,0 0,7 0,5 0,4 0,3 GIAPPONE: 0,0 -0,5 Stati Uniti Q4-06 -0,5 Giappone Uem Q1-07 Il Pil giapponese è tornato a crescere nel terzo trimestre: +0.4% rispetto al 0.5% precedente- In ripresa la domanda estera e gli investimenti privati, Q2-07 Q3-07 20 Dicembre 2007 sebbene il contributo di questi ultimi alla crescita economica sia ancora negativo. CONGIUNTURA FINANZIARIA Dalla metà di ottobre si sono ripresentate le incertezze sui mercati finanziari già intraviste nei mesi estivi, ancora una volta connesse alle vicende dei mutui statunitensi ad elevato rischio. A novembre i mercati azionari sono risultati particolarmente penalizzati, soprattutto sui comparti finanziari, a fronte di fenomeni di flight-to-quality verso gli strumenti obbligazionari governativi. In consistente allargamento i corporate spread, in modo particolare sul comparto più rischioso, invertendo la temporanea dinamica instaurata a metà settembre. Il dato è stato tuttavia rivisto al ribasso rispetto alla stima preliminare (+0.6%), in virtù di una minore valutazione degli investimenti privati e delle scorte. Dai dati della Banca Centrale Europea è emerso che gli istituti finanziari dell’Uem hanno operato un netto inasprimento delle condizioni creditizie nel corso del terzo trimestre, sia per i prestiti alle imprese che per quelli finalizzati all’acquisto di abitazioni. Relativamente alle imprese, l’inasprimento ha riguardato in particolare le grandi imprese e gli orizzonti di medio-lungo termine. Secondo la Federal Reserve, nell’ultimo quarto dell’anno le banche statunitensi hanno operato un restringimento degli standard di concessione delle linee di credito anche per i mutui non sub-Prime (Prime e non tradizionali). Per quanto concerne il mercato dei cambi, il dollaro è risultato in progressivo indebolimento nei confronti dell’euro e dello yen, guidato dalle prospettive di maggior rallentamento dell’economia statunitense e quindi da una gestione monetaria probabilmente più espansiva delle attese; il rapporto dollaro-euro ha sfiorato quota 1.49 prima di assestarsi intorno a valori meno elevati. Inasprimento delle condizioni creditizie Credito al consumo Prestiti per l'acquisto di abitazioni Prestiti alle imprese 35 30 25 MERCATI OBBLIGAZIONARI: I mercati obbligazionari sono risultati in progresso negli ultimi due mesi, con l’indice JP Morgan globale che attualmente presenta una performance positiva pari a circa il 2% dalla fine di settembre. Le rinnovate turbolenze finanziarie, ancora legate alle criticità del mercato creditizio, hanno consolidato la preferenza degli investitori per gli strumenti obbligazionari governativi. 31 (saldo netto delle banche che hanno riportato un restringimento delle condizioni creditizie) valori % 20 15 12 10 5 0 -1 -5 -10 -3 -1 -3 fonte: Banca Centrale Europea Q4 2006 Q1 2007 Q2 2007 Q3 2007 L’indice obbligazionario Usa ha registrato un aumento più consistente, pari al 4.1%; i mercati scontano infatti un net- 21 Dicembre 2007 to peggioramento delle aspettative relative all’economia americana, particolarmente esposta all’ulteriore aggiustamento del mercato sub-prime. Più contenuto il rialzo per l’indice Uem, pari a circa l’1.2% rispetto al termine del terzo trimestre. 0,5 0,0 103 102 101 Corporate Spread (punti base) 29/12/06 30/03/07 29/06/07 28/09/07 11/12/07 100 (indici JP Morgan) /0 06 7 /1 0/ 0 14 7 /1 0/ 0 22 7 /1 0/ 0 30 7 /1 0/ 0 07 7 /1 1/ 0 15 7 /1 1/ 0 23 7 /1 1/ 0 01 7 /1 2/ 0 09 7 /1 2/ 07 28 /0 9 Usa Uk Emergenti (in US$) ott-07 104 nov-07 1,0 set-07 1,0 ago-07 2,0 lug-07 1,5 giu-07 3,0 mag-07 2,0 apr-07 4,0 mar-07 2,5 feb-07 5,0 gen-07 Valori % (DX) Mercati obbligazionari Gvt. (base 28.09.07) 99 6,0 3,0 dic-06 Return Index in Val. Loc. 105 Corporate spread 3,5 Usa BBB Uem BBB Usa H.Y. Uem H.Y. BBB 120 119 124 169 228 Usa High Yield 312 306 312 416 542 BBB 73 64 64 105 141 Uem High Yield 262 245 241 368 483 Uem Jap MERCATI AZIONARI: I corsi azionari sono calati per quasi tutto il mese di novembre e, nonostante il recupero delle ultime settimane, l’indice MSCI World attualmente presenta una performance negativa, dall'inizio del quarto trimestre, e di poco inferiore al 2%. In particolare tensione il comparto bancario, con downgrade e previsioni di nuove svalutazioni per molti istituti. Nel bimestre ottobre-novembre la borsa americana ha perso quasi il 3%, a fronte di un calo più lieve per l’Uem (0.6%). In consistente calo le piazze emergenti, in particolare Asia ed America Latina, come solitamente avviene nelle fase di ribasso per gli indici caratterizzati da una maggiore volatilità. Rendimenti mercati Emergenti obbligazionari (in val. loc.) Usa Uem Uk Jap (inUS$) ottobre-novembre 4,1% 1,5% 2,8% 1,2% 2,1% Ytd 9,2% 1,8% 3,8% 2,1% 6,3% Dalla metà di ottobre gli spread corporate sono tornati in allargamento, coerentemente con le maggiori criticità del contesto finanziario. A fine novembre gli spread corporate investment grade (rating BBB), nei confronti dei titoli governativi, sono aumentati fino a quota 220 punti base negli Stati Uniti e a quota 130 pb nell’area Euro. Sebbene elevati, i livelli raggiunti su tale comparto risultano inferiori ai massimi di fine 2002. I rendimenti dei titoli High Yield hanno registrato un rialzo decisamente più consistente: al termine di novembre i relativi spread, nei confronti dei titoli governativi, si sono attestati intorno a quota 555 pb negli Usa e a 490 pb nell’area Euro. 22 Dicembre 2007 115 cia sui mercati finanziari. Attualmente le aspettative sul mercato dei derivati risultano comunque più espansive rispetto alla view Prometeia che, sebbene sia stata rivista anch’essa verso il basso, sconta un’impostazione più neutrale per la seconda parte del prossimo anno. Mercati azionari (base 28.09.07) Price Index in Val. Loc. 110 105 100 95 I rendimenti governativi di medio-lungo termine hanno raggiunto livelli storicamente molto contenuti, incorporando le aspettative di rallentamento del ciclo economico piuttosto che le tensioni sui prezzi. 90 (indici MSCI) 28 /0 9 /0 06 7 /1 0/ 0 14 7 /1 0/ 0 22 7 /1 0/ 0 30 7 /1 0/ 0 07 7 /1 1/ 0 15 7 /1 1/ 0 23 7 /1 1/ 0 01 7 /1 2/ 0 09 7 /1 2/ 07 85 Usa Uk Emergenti (inUS$) Uem Jap Le incertezze sui mercati azionari potrebbero non essere terminate, probabilmente fino a quando le politiche monetarie non saranno in grado di gestire le distorsioni sul mercato del credito. Rendimenti mercati azionari Emergenti (in val. loc.) Usa Uem Uk Jap (inUS$) ottobre-novembre -2,9% -0,6% -1,1% -5,7% 3,1% Ytd 4,7% 7,0% 4,1% -6,1% 40,2% SINTESI DELLE PREVISIONI MERCATI FINANZIARI DEI Per ulteriori informazioni o approfondimenti è possibile inviare una mail a: Le politica monetaria della Federal Reserve potrebbe risultare più espansiva di quanto atteso nei mesi precedenti, al fine di allontanare lo spettro della recessione e riportare una maggiore fidu- [email protected] 23