20. L`incontro personale con l`amore di Gesù che ci salva

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20. L`incontro personale con l`amore di Gesù che ci salva
20. L'incontro personale con l'amore di Gesù che ci salva
Salmo 124
Canto delle ascensioni.
1Chi confida nel Signore è come il monte Sion:
non vacilla, è stabile per sempre.
2 I monti cingono Gerusalemme:
il Signore è intorno al suo popolo
ora e sempre.
3 Egli non lascerà pesare lo scettro degli empi
sul possesso dei giusti,
perché i giusti non stendano le mani
a compiere il male.
4 La tua bontà, Signore, sia con i buoni
e con i retti di cuore.
5 Quelli che vanno per sentieri tortuosi
il Signore li accomuni alla sorte dei malvagi.
Pace su Israele!
Dal Vangelo secondo Luca (1,64(1,64-66)
All'istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro
vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di
tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà
mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Zaccaria, al momento dell’annuncio, inizia a fare i conti guardando solamente a se stesso e alla
vecchiaia sua e della moglie e rimane così imbrigliato nella trappola dell’auto-sufficienza. Il
suo canto di gioia è frutto di quel prendere consapevolezza dello scarto che vi è fra il nostro
ripiegarci su noi stessi e prendere atto di come Dio – nella sua misericordia – opera nella
nostra vita nella misura in cui ci lasciamo guidare, rinnovando quotidianamente la nostra
disponibilità.
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Dall’Evangelii Gaudium n. 264.
La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto, l’esperienza
di essere salvati da Lui che ci spinge ad amarlo sempre di più. Però, che amore è quello che
non sente la necessità di parlare della persona amata, di presentarla, di farla conoscere? Se
non proviamo l’intenso desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera
per chiedere a Lui che torni ad affascinarci. Abbiamo bisogno d’implorare ogni giorno, di
chiedere la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e
superficiale. Posti dinanzi a Lui con il cuore aperto, lasciando che Lui ci contempli,
riconosciamo questo sguardo d’amore che scoprì Natanaele il giorno in cui Gesù si fece
presente e gli disse: «Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi» (Gv 1,48). Che dolce è
stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere
davanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa lasciare che Egli torni a toccare la nostra esistenza e ci
lanci a comunicare la sua nuova vita! Dunque, ciò che succede è che, in definitiva, «quello che
abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo» (1 Gv 1,3). La migliore motivazione per decidersi
a comunicare il Vangelo è contemplarlo con amore, è sostare sulle sue pagine e leggerlo con il
cuore. Se lo accostiamo in questo modo, la sua bellezza ci stupisce, torna ogni volta ad
affascinarci. Perciò è urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di
riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una
vita nuova. Non c’è niente di meglio da trasmettere agli altri.
Domande
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Ho mai fatto esperienza di questo genere? Sono mai stato testimone di questo modo di
procedere del Signore? Ho mai annunciato quello che ho visto operare, da parte del
Signore, nella mia vita?
Quando vengo “scioccato” da un modo di fare bello e liberante di Gesù rimango a
contemplare con gratitudine perché si imprimano e si incidano in me quei sentimenti che
accompagnano questa esperienza?
Preghiera
Absorbeat
Rapisca, ti prego, o Signore,
l’ardente e dolce forza del tuo amore
la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,
perché io muoia per amore dell’amor tuo,
come tu ti sei degnato morire
per amore dell’amor mio.
San Francesco d’Assisi
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