Alle Molinette dilagava il lavoro nero Raccomandato anche l`operaio
Transcript
Alle Molinette dilagava il lavoro nero Raccomandato anche l`operaio
T1 T2 PR CV LA STAMPA GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2012 Cronaca di Torino 55 Tav, si allarga il cantiere Presto riaprirà il museo Duecento metri di muro di cemento per proteggere i lavoratori I lavoratori dell’ex Wagon Lits con le maschere di «V for Vendetta» il caso OTTOCENTO POSTI DI LAVORO SONO A RISCHIO MASSIMO NUMA U ltimi vertici, tra prefettura, questura e le imprese Ltf in vista dell’allargamento definitivo del cantiere della linea ferroviaria Torino-Lione. Questione ormai di giorni, mentre nell’area di Clarea si vanno concludendo gli ultimi sondaggi geognostici del terreno, più specifici rispetto ai precedenti. Tempi? Non ancora definiti ma ormai siamo al conto alla rovescia. C’è una notizia importante: non appena sarà possibile, quando cioè la parte violenta del movimento No Tav avrà rinunciato ad attaccare il cantiere (dal 1˚ gennaio nell’area è stato istituito il sito strategico di interesse nazioUn’immagine estiva della zona prospiciente al Museo archeologico che verrà restituita nale) il museo che attualmenal Comune di Chiomonte non appena il cantiere Ltf completerà l’allargamento te ospita la control-room del presidio interforze sarà restituito al Comune di Chiomon- mento di attivisti No Tav. La te; via anche i presidi della protezione, per il momento, saER LA CACCIA E PER GLI ANIMALI centrale, all’inizio di strada rà circa di 200 metri. Ma si Avanà. L’accesso alle vigne tratta solo della prima transarà libero, anche se dovreb- che dei lavori. Le barriere di DUE VOLTI DEI O- AV bero restare alcuni posti di cemento, alte tre metri, saranblocco. Soddisfatto il sinda- no sormontate dal filo spinato, me del resto lo è stato per i reROBERTO TRAVAN co di Chiomonte, Renzo Pi- connesse infine con i cancelli ferendum su acqua e nucleanard: «E’ un primo passo ver- di acciaio. Da qui usciranno i bbattuti. Da fuoco ami- re. Non capiamo perchè ora si so la normalizreparti antico. Sono i No Tav che debba seguire la decisione di zazione. La mia hanno lanciato in Rete una minoranza» replicano i faVIGNE DELL’AVANÀ sommossa con giunta ha fatto una missione l’idea di «appoggiare il refe- vorevoli. Non mollano, annunIl sindaco Pinard precisa: protegpressione con rendum regionale contro la ciano che presto decideranno «Accesso più libero gere le recinziole istituzioni caccia». «date, tempi e modi della proa tutti i coltivatori» ni e il nuovo siper riavere a diQuello che la Lega sta cer- testa». Inutile. sposizione il stema di sicucando di affossare cancellan«Ci sono priorità più urgenmuseo e l’area della Maddale- rezza. Alloggi e strutture logido addirittura la legge che ai ti che discutere il referendum na. Speriamo non passi mol- stiche di polizia, carabinieri, cacciatori mette doppiette e contro la caccia» rimbrottano to tempo. Ma credo che la Finanza e degli Alpini della bandoliere in spalla. A impalli- i fedelissimi di Perino. Che un gente di Chiomonte abbia già Taurinense, saranno dunque nare i No Tav ci ha però pensa- mese fa, nel consueto tripudio sostenuto abbastanza sacrifi- trasferite tutte all’interno del to Alberto Perino, il loro «lider di bandiere «trenocrociate», ci, durante l’estate. E’ arriva- cantiere. Un solo check-point, maximo»: «Credo che il movi- ha bloccato la centralissima ta l’ora di voltare pagina, so- sotto lo stretto controllo dei mento non possa esprimersi via Alfieri manifestando «conprattutto per chi deve occu- militari, blinderà la strada che su questo argomento perché tro i danni all’avi-fauna causaparsi delle vigne». va dalla Maddalena al primo al suo interno (essendo popola- ti dalla Tav in Val di Susa». E presto riprenderà la co- varco del cantiere. Per il more e trasversale) ci sono vegaMeglio quelli dei cacciatostruzione del muro per pro- mento, nessuna nuova ordini, animalisti, vegetariani. E ri, insomma. Che incassano teggere i varchi del cantiere nanza. Il nuovo status di sito anche cacciatori». Sbagliato. l’appoggio e ringraziano. Senpiù esposti alle azioni di van- strategico è sufficiente per tu«Il movimento è d’accordo, co- za sparare un colpo. dalismo da parte di un seg- telare il cantiere Ltf. L’area dell’ex presidio della Maddalena P I N T A Fassino al ministro: “Ripristinare i treni notturni verso il Sud” Anche il sindaco ha firmato la petizione contro la soppressione ELISABETTA GRAZIANI La sua è la firma numero 8120. Piero Fassino l’ha messa ieri sera, dopo una visita non programmata alla tendopoli dei lavoratori della ex Wagons lits a Porta Nuova. È il primo sindaco italiano ad aver sottoscritto la petizione per il ripristino dei treni notturni a lunga percorrenza. Un gesto simbolico arrivato alla fine di una giornata intensa che ha visto Torino e Milano di nuovo unite nella battaglia per salvaguardare le corse notturne e gli 800 posti di lavoro. Al mattino, in un incontro a Palazzo civico con una delegazione di lavoratori guidati in corteo dalla Filt-Cgil, Fassino ha annunciato una seconda lettera, scritta a quattro mani con il collega Giuliano Pisapia e indirizzata al ministro dei Trasporti Corrado Passera. «Il Paese è stretto e lungo – ha detto Fassino –. Bisogna garantire un servizio che interessa centinaia di migliaia di torinesi e milanesi, originari del Sud, che mantengono una stretta relazione con la propria terra d’origine. Senza dimenticare gli 800 lavoratori della ex Wagons lits». Il sindaco ha poi spiegato di aver già parlato con l’amministratore delegato di Rfi Moretti e con il ministro Passera per «riesaminare l’eli- L’INCHIESTA SUBAPPALTI NON AUTORIZZATI PER GESTIRE LA MANUTENZIONE Alle Molinette dilagava il lavoro nero Raccomandato anche l’operaio L’ex direttore: «Solo dopo gli arresti ho saputo che nulla era regolare» Nel più grande ospedale piemontese, le Molinette, la manutenzione degli impianti «girava» su subappalti non autorizzati e lavoro nero al tempo del «sistema Chiaro». Ossia del dirigente dell’ufficio tecnico, arrestato nel 2010 per tangenti e ora sotto processo in tribunale. Dove ieri si è discusso a lungo partendo dal caso di un cas- sintegrato Bertone, fuochista di mestiere, che sarebbe stato imposto, secondo l’accusa, ad un piccolo imprenditore perché fratello di un consigliere regionale. E’ la prima volta che sentiamo parlare di concussione per dare lavoro ad un operaio, tanto più in un ambiente, come quello della sanità, in cui le «raccomandazioni» si sono spese spesso e volentieri per le nomine di primari, dirigenti di dipartimenti, prof universitari. Piuttosto, attraverso il caso di Rocco Chieppa, fratello di Vincenzo, al tempo consigliere regionale dei Comunisti italiani, si è chiarita bene in aula la catena di Sant’Antonio del lavoro ne- ro in ospedale. La manutenzione era quella degli impianti termici, anni 2009-2010. La gestione delle caldaie era stata affidata alla Eco Calor di Pasquale Di Vicino come subappaltatore. Costui muore e gli subentra il fratello Gregorio, che si occupava di impianti elettrici. Successione dinastica del subappalto: non era autorizzato il primo, tanto meno lo era il secondo. L’ultimo accordo è sancito presso gli impianti dall’ingegnere Francesco Chiaro con Gregorio Di Vicino (che al processo, da buon concusso, si è costituito parte civile per richiedere i danni patiti alla direzione dell’ente pubblico). Massimo Zanchi è il Il blitz della Finanza all’Ufficio Tecnico, il 10 marzo del 2010 responsabile della centrale termica che si allontana «per discrezione» non appena sente parlare di «pagamenti». Gregorio chiede chiarimenti su arretrati e, accenna Zanchi, e alla sua parte nel lavoro: deve rilevare i 4 fuochisti del fratello (tre dipendenti di un’altra impresa, il quarto era pure lui cassintegrato Bertone) più Chieppa. Par di capire che la sua funzione nella filiera dell’appalto fosse quella di accollarsi il lavoro nero, pagato a sua volta nelle «pieghe» del contratto con l’appaltatore ufficiale. Giuseppe Galanzino, all’epoca direttore generale delle Molinette, ieri ha deposto come testimone: «Che i subappalti non fossero autorizzati l’ho saputo dopo gli arresti (di minazione delle tratte notturne a lunga percorrenza». In sostanza questa la risposta del primo cittadino al pacco dono che gli è stato consegnato ieri, a un mese esatto dalla data dei licenziamenti, dai 65 dipendenti della Servirail, ex Wagons lits, di Torino: una scatola arancione foderata con le lettere degli esuberi. Dentro, le 7860 firme raccolte in meno di tre settimane nell’atrio di Porta Nuova. Alcuni cittadini firmatari hanno poi manifestato in stazione insieme ai lavoratori travestiti da fantasmi col volto coperto dalle maschere di «V come vendetta». «Siamo senza ammortizzatori sociali e io, come altri, a dicembre ho lavorato 10 giorni e ho zero euro in busta paga», dice Matteo Di Maio, classe ’86, fra i più giovani. La palla ora passa al Governo, vero ago della bilancia. «A fronte di 170 milioni di euro in meno versati dallo Stato, le Ferrovie italiane hanno dovuto riorganizzare orari e tratte – spiega l’assessore ai Trasporti, Claudio Lubatti –. E le nuove tariffe dei treni ad alta velocità hanno subito aumenti notevoli. Comprensibile il malcontento dei cittadini». Il nocciolo della questione, dunque, sta nella riduzione dei trasferimenti pubblici. A cui si aggiunge l’aumento del 9,9% dei biglietti dei treni Frecciarossa, denunciato da Codacons. “In prima classe Intercity pagavo 90 euro per la cuccetta fino in Sicilia. Ora ce ne vogliono 150, come per l’aereo, e devo cambiare a Roma. Guadagno 600 euro da precario, come posso viaggiare?», dice Vincenzo Vizzeri. Poche battute che riassumono la protesta di tutti. Chiaro e del suo braccio destro). Ma so che va così da tutte le parti». Poi: «L’ospedale ha 65 anni e ha bisogno di colossali lavori di manutenzione. Il budget annuale di 10 milioni consentiva di far fronte ai soli interventi indispensabili». In questa logica Chiaro era più che efficiente. «Il funzionario tecnico più efficiente che abbia mai incontrato» dice Galanzino. Però l’ingegnere vi aggiungeva del suo e sulla «catena del nero» ricavava le tangenti per sé e il vice Alberto Masia. Così sostiene il pm Cesare Parodi, confortato dalle ammissioni, fra cui quella di un piccolo imprenditore cui Chiaro, sapendo di essere indagato, dava appuntamento al cimitero di Moncalieri per non rinunciare alle mazzette. Il forte dubbio è che, per «fare di necessità virtù», si forzassero i meccanismi degli appalti e che con più passaggi di mano, «il nero» e la corruzione lievitassero pure i costi dei servizi. [AL. GA.] la Repubblica CRONACA GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2012 TORINO ■ VI Molinette, anche lavoro nero negli appalti delle tangenti L PROCESSO per le tangenti alle Molinette, in cui il direttore tecnico Francesco Chiaro e il suo vice Carlalberto Masia sono accusati di aver preso tangenti da alcuni imprenditori per garantire gli appalti dell’ospedale, ieri è stato chiamato in aula l’ex direttore generale Giuseppe Galanzino. Oltre a dichiarare che in tanti anni di lavoro non aveva mai trovato «un tecnico così efficiente come Chiaro», e di non essere mai stato al corrente delle aziende, sempre le stesse, chiamate per gli ap- A L’INCHIESTA Le tangenti sugli appalti alle Molinette: due dirigenti imputati palti, la sua testimonianza e quelle a seguire hanno trattato il tema del lavoro in nero nella catena di appalti e subappalti per la gestione delle centrali termiche dell’ospedale. Le domande del pm Cesare Parodi hanno infatti sviscerato la pratica diffusa di far lavorare persone senza contratto, tra cui anche, come fuochisti, due ex cassaintegrati della Bertone. Uno di loro era Rocco Chieppa, fratello dell’ex consigliere regionale Vincenzo, che ieri ha raccontato di essersi rivolto proprio a lui per cercare un nuovo lavoro, e che grazie al suo aiuto il curriculum era arrivato a Galanzino. «Non potevamo assumerlo alle Molinette — ha spiegato l’ex dg — ho dato quel curriculum a Chiaro nel caso in cui avessero avuto bisogno di un fuochista». «Non ho mai detto a mio fratello che prendevo sia la cassa (600 euro) che lo stipendio in nero (1200 euro)», ha dichiarato Rocco Chieppa. L’appalto per le centrali termiche era stato assegnato alla ditta Merlo Lino, che l’aveva subappaltato alla Ecocalor di Pasquale Di Vicino. Alla morte di costui gli era subentrato pur non autorizzato il fratello, Gregorio, (che aveva una ditta di impianti elettrici) a cui Chiaro avrebbe detto di prendere a lavorare Rocco Chieppa. Tra i testi anche il coordinatore della centrale termica Massimo Zanchi che era presente alla riunione in cui Chiaro e Gregorio Di Vicino parlavano di prendere Chieppa: «Ho capito che si trattava di una raccomandazione e mi sono allontanato», ha raccontato in aula. (s.mart) © RIPRODUZIONE RISERVATA “Gratuito patrocinio? Paghino gli avvocati” Appello del pm Padalino: “C’è la crisi per un periodo l’ordine si accolli le spese” (segue dalla prima di cronaca) SARAH MARTINENGHI NA riflessione che fa discutere, ma che non piace agli avvocati. «E’ uno sforzo che potrebbe essere portato avanti anche solo per un periodo limitato — ha aggiunto il pm Padalino — sulla base dell’etica deontologica che contraddistingue la categoria degli avvocati: queste spese, che sono notevoli, potrebbero essere così destinate ad altre iniziative, come ad esempio l’assunzione di nuovo personale». Non era certo nelle intenzioni del magistrato mettere in discussione la cifra stabilita dal giudice al difensore di un imputato che aveva chiesto l’assistenza legale a spese dello stato: all’uscita di un Mc Donald’s, Michel Rutigliano, 19 anni, aveva afferrato un pressa rifiuti da un cestino e si era sca- U la commissione per il patrocinio a spese dello Stato è l’avvocato Michele Carpano che commenta: «Questa proposta è un tuffo nel passato, negli anni 20, quando non a caso si chiamava “gratuito patrocinio”. E’ la legge che stabilisce così, non è pensabile fare altrimenti: lo Stato manda ogni anno viduare negli avvocati coloro che gravano sulle spese dei cittadini — ha spiegato l’avvocato Davide Richetta segretario della Camera Penale del Piemonte — Noi siamo felici di confrontarci su questo tema, anche con un convegno, ma non possiamo accettare lo slogan “lavorate gratis”, perché i costi della giustizia non sono certo quelli degli avvocati ma si annidano in tanti altri meandri che possono essere migliorati». «Abbiamo da poco stipulato un protocollo già in vigore che sarà presentato a breve — ha aggiunto — grazie al quale una commissione mista di avvocati e magistrati con- IL PM cordano la prassi per l’ammissione e la liquidazione delle parcelle. Ragioniamo dunque sui principi che andiamo a tutelare: questo istituto è una grande conquista per la civiltà, ma lavorando gratis come potrebbe essere garantito il buon livello della difesa?» © RIPRODUZIONE RISERVATA I numeri Andrea Padalino propone che per un periodo siano a carico degli avvocati le spese di “gratuito patrocinio” 5081 EURO E’ la parcella che un giudice ha liquidato per la difesa di un condannato per tentato omicidio 10.600 EURO Chi vuole accedere al gratuito patrocinio deve avere un nucleo familiare e un reddito inferiore L’AVVOCATO Mario Napoli presidente dell’Ordine torinese degli avvocati: sopportiamo già una parte di questi costi I legali perplessi: contribuiamo già e comunque le parcelle vengono liquidate anni dopo gliato contro un giovane di 25 anni, sfondandogli la scatola cranica. Poi era rientrato nel fast-food per mangiarsi due Big Mac. Era stato condannato in abbreviato a 5 anni e mezzo di carcere. Dall’arresto alla condanna, il lavoro dell’avvocato è stato liquidato dal giudice per la cifra di 5.081 euro. Convinzione del pm è che «in una situazione di ristrettezza come quella che caratterizza questo periodo, sarebbe giusto che ognuno facesse la propria parte». Ma gli avvocati sono rimasti alquanto perplessi. «Le tariffe liquidate per il patrocinio a spese dello stato sono già pari alla metà delle altre — ha detto il presidente dell’ordine Mario Napoli — A parte i ritardi mostruosi con cui avvengono i pagamenti, tanto che due anni fa taluni nostri associati si erano rivolti a una società di credito che aveva anticipato l’80 per cento della liquidazione, perché altrimenti non arrivavano a fine mese, c’è anche da sottolineare che l’ordine degli avvocati già sopporta parte di questi costi. Ogni anno esaminiamo oltre 3.500 pratiche di domande per il gratuito patrocinio: bisogna ricevere la persona che deve avere un reddito inferiore ai 10 mila euro, aiutarla a presentare la richiesta, istruire la domanda, fare la delibera, notificarla alle parti. Un lavoro importante, tanto che abbiamo due dipendenti che si occupano solo di questo a tempo pieno, e senza ricevere un euro da parte di nessuno. Ma anche questa è una tutela del cittadino». A presiedere un budget stabilito dal governo e la parcella è liquidata dal giudice». «Nel 2008 il budget per le spese di giustizia è stato di 12 milioni di euro, di cui per il patrocinio a spese dello stato e i traduttori insieme, la cifra è stata solo di 900 mila euro: è dunque un’operazione miope quella di Padalino indi- 3500 Sono le domande di assistenza gratuita presentate all’anno all’Ordine degli avvocati di Torino Il rinnovo della fondazione bancaria Compagnia, la Regione apre le danze: 12 candidati per un posto OLO uno su dodici ce la farà a conquistare l’ambita poltrona di consigliere della Compagnia di San Paolo. Il Consiglio regionale ha infatti chiuso il bando che serve a individuare i propri rappresentanti della fondazione bancaria e ha raccolto una dozzina di candidature. Tra gli aspiranti ci sono due consiglieri uscenti, ossia l’avvo- S cato Patrizia Polliotto, moglie del senatore del Pdl Aldo Scarbosio, e il professore di diritto Stefano Ambrosini, più vicino all’area democratica. E poi ci sono una serie di volti nuovi per la Compagnia, ma non per il Piemonte. Come l’ex preside della facoltà di medicina Giorgio Palestro, il costituzionalista Massimo Cavino, l’ex consigliere co- Valerio Cattaneo munale leghista Mario Brescia e l’ex consigliere regionale di Rifondazione Juri Bossuto. Quella in palio è solo una delle 21 poltrone del “parlamentino” della Compagnia. Altre due designazioni spettano al Comune di Torino, che ha dato come termine non perentorio il 3 gennaio per presentare le candidature, mentre ancora si attende il ban- do della Provincia, che arriverà a giorni. Anche perché il consiglio va rinnovato entro aprile, presidente compreso. Per la massima carica gli ultimi rumors parlano di un’uscita ormai scontata per l’attuale numero uno Angelo e di un ex sindaco Sergio Chiamparino in pole position. (ste. p.) © RIPRODUZIONE RISERVATA . * Oggi in edicola con La Stampa * 47 INIZIATIVA «LA STAMPA» ASSOCIAZIONE CULTURA E SVILUPPO Oggi ultimo bollino Mondolè Venerdì e sabato due jolly Il ministro Renato Balduzzi parla di politiche sanitarie Oggi c’è l’ultimo dei 14 bollini per «Tutti in pista con La Stampa». Su venerdì e sabato 2 jolly per sostituire eventuali punti originali mancanti. Poi basterà ritagliare i bollini, incollarli sulla scheda di raccolta che andrà consegnata alle cas- I LA STAMPA GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2012 REDAZIONE PIAZZA LIBERTÀ 15 TELEFONO 0131 511711 FAX 0131 232508 E-MAIL [email protected] STAMPA IN 0131 263360 PUBBLICITA’ PUBLIKOMPASS S.P.A. BORGO CITTA’ NUOVA, 72 TELEFONO 0131 445522. FAX 0131 300528 All’interno se del Mondolè Ski di Artesina, Prato Nevoso o Frabosa Soprana, e si riceverà uno skipass gratuito. L’offerta è già valida da oggi e, in attesa di nevicate ad alta quota, per i successivi giovedì 19 e 26 gennaio 2012; 2 febbraio; 22 e 29 marzo e 5 aprile. Il ministro della Sanità, l’alessandrino Renato Balduzzi, è ospite, dalle 19, dell’Associazione Cultura e Sviluppo per una conferenza su «Uno sguardo sull’Italia. Il Governo dei tecnici. Le politiche della sanitarie». E’nell’ambito dei «Gio- I vedì culturali» e nel corso dell’incontro, aperto a tutti e seguito da un dibattito, il neo ministro illustrerà alcuni passaggi che hanno portato alla manovra economica dolorosa e impopolare ragionando sulle possibili mosse del Governo e del suo ministero. AL COMPRO ORO E ARGENTO USATO Tel. 328.2675121 Piazza Genova, 7 ALESSANDRIA Tel. 333.2458759 Viale alla Vittoria, 27 ASTI ALESSANDRIA E PROVINCIA ALIMENTARE. SI AMPLIANO LE PROSPETTIVE DELLA STORICA AZIENDA ALESSANDRINA CASALE Verso un summit mondiale via web contro l’amianto Silvana Mossano A PAGINA 54 ALESSANDRIA Mense, lavoratori senza stipendio Lunedì sciopero Franco Marchiaro A PAGINA 48 NOVI LIGURE Maruzzella addio Ora Persegona vende i capannoni Gino Fortunato A PAGINA 51 Nuovo mercato per il latte La Centrale acquisisce la rete vendita e il marchio di quella savonese E’ stato un blitz concluso alla fine di dicembre, come conferma l’amministratore delegato Claudio Acerbi: la Centrale del latte di Alessandria e Asti ha rilevato la rete vendita e il marchio «Mu» da quella di Savona, in cattive acque (ha chiesto il concordato preventivo e da ieri l’istanza è sul tavolo del giudice). La rete vendita è stata ac- La Junior s’inguaia perde con Teramo ed è ultima da sola Roberto Saracco A PAGINA 61 un mercato ancora più vasto che comprende l’intera zona da Voltri ad Albenga, con «puntate» nell’Imperiese e addirittura a Rapallo. «Una strategia approvata dal consiglio - dice Acerbi - che aumenta la nostra penetrazione nelle province limitrofe». Il latte della Centrale arriva già anche nel Vogherese, oltre allo storico presidio di Viareggio. 40 85% I dipendenti Ai privati Della Centrale del latte di Alessandria e Asti che ha la sua sede in viale Massobrio Il capitale è degli allevatori dei due centri latte ma hanno quote anche i Comuni «Abbiamo rilevato la rete vendita del fresco: latte intero e parzialmente scremato. Pensiamo di commercializzare con il marchio Mu anche i nostri prodotti caseari». L’alta qualità di filiera e i controlli rigorosi sono alla base del consolidamento del latte alessandrino che ora potrà anche fare crescere la produzione. [P B.] EX VICE QUESTORE. CONDANNATO PER ABUSO D’UFFICIO PIU’ CONTROLLI Due anni a Bonzano ma non per corruzione Valmadonna ladro preso in una casa dagli agenti Nella vicenda dei «permessi facili» pene di tre anni ad altri 2 poliziotti EMMA CAMAGNA ALESSANDRIA BASKET quisita come cessione di ramo d’azienda, con due dipendenti; il marchio invece è in affitto. L’operazione salva pochi posti di lavoro a Savona (erano una trentina gli addetti), ma contribuirà a sanare almeno in parte il deficit del dissesto. Con che cifra? «Questo non lo posso dire» risponde deciso Acerbi. Resta il fatto che i latte alessandrino ora ha a disposizione Alberto Bonzano, vice questore aggiunto, già dirigente del Commissariato di Casale, è responsabile di abuso d’ufficio e non di corruzione, che era l’accusa originaria. L’ha sentenziato ieri, condannandolo a due anni (pena sospesa), il tribunale presieduto da Antonio Marozzo che ha inflitto 3 anni ciascuno a Damato Fantoli, sostituto commissario alla que- stura di Alessandria, e Andrea Policano, sovrintendente all’ufficio stranieri nel Commissariato di Casale, imputati a loro volta di corruzione con la casalese Giuseppa Riccobono, assolta, e con Abdelmajid Misbah (Valenza), condannato a 11 anni di cui otto per spaccio di droga. Un anno e sei mesi li dovrà scontare Marco Cadau (Giarole), assolti Abdelmajid Misbah, omonimo dell’altro, Azzedine Misbah, Mohamed Kacem (Valenza), e Valter Piccinini (Alessandria) imputati di spaccio di sostanze stupefacenti. Con cinque condanne a complessivi 20 anni e sei mesi, e altrettante assoluzioni si è conclusa la vicenda giudiziaria iniziatasi nel 2005, sul rilascio di permessi di soggiorno «facili» a ex- Dal 2005 La vertenza penale per Alberto Bonzano durava da sei anni tracomunitari e incrociatasi con episodi di droga. E’ indagando su questo traffico che si scoprì l’altra vicenda. Il pm Ghio aveva proposto sette condanne a 30 anni e tre assoluzioni. Generale proscioglimento è stato chiesto dagli avvocati Cavallone, Cormaio, Camagna, Lanzavecchia, Greppi, Borsalino, Ronco, Spallasso, Pianezza, Taggiasco, difensori degli imputati che hanno sempre respinto l’accusa. Dice Cavallone, legale di Bonzano: «La sentenza ha confermato che il funzionario mai percepì direttamente o indirettamente somme di denaro per facilitare il rilascio di permessi di soggiorno». Per l’accusa aveva consentito di commettere la corruzione mentre Fantoli aveva ricevuto oggetti, Policano circa 500 euro e tre cellulari, Riccobono si era prestata a tenere i contatti con i pubblici ufficiali, Piccinini, Cadau e i quattro marocchini erano coinvolti nel traffico di droga. I controlli della polizia a Valmadonna danno risultati. L’altra sera è stato arrestato un uomo, che, entrato in un’abitazione stava rubando uno stereo. Scattato l’allarme, gli agenti che si trovavano nelle vicinanze della casa presa di mira, sono intervenuti sorprendendo Vytas Neimantes, 48 anni, mentre era ancora in casa. E’ stato quindi arrestato per furto aggravato. Da circa un mese una volante sorveglia costantemente Valmadonnna, paese drammaticamente preso di mira dai ladri. Altri controlli sono stati «decentrati» nelle frazioni di Alessandria. [SE. C.] VB LA STAMPA GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2012 In breve GRAVELLONA TOCE. SINGOLARE PROTESTA DI UN DIPENDENTE-SINDACALISTA Non mangia contro i tagli Inps Dieci giorni senza cibo: “Denuncio il malessere dei lavoratori pubblici” LUCA ZIROTTI GRAVELLONA Sciopero della fame Ha scelto lo sciopero della fame per «denunciare il malessere profondo dei lavoratori pubblici, con tagli a piante organiche e salari sempre più difficili da sopportare». E’ una protesta singolare quella che Giuseppe Nobile, dipendente dell’ufficio Inps di Gravellona Toce e delegato dell’Usb (l’Unione sindacale di base), ha avviato ormai da una decina di giorni. Giuseppe Nobile, dipendente dell’Inps di Gravellona, non mangia da dieci giorni per protestare contro i tagli di personale e salari annunciati per il 2012 nel settore pubblico Solidarietà dei colleghi «Invitiamo l’istituto a raccogliere le istanze di equità e giustizia» «Può essere un gesto forse fuori misura rispetto alle tragedie sociali di lavoratori licenziati o precari senza prospettive ma dimostra che non bisogna sottovalutare il disagio che provano i lavoratori pubblici, tra i più colpiti negli ultimi tre anni» ha sottolineato Luigi Romagnoli, coordinatore nazionale Usb che ieri ha iniziato proprio dal Vco la sua campagna per il rinnovo delle rsu in programma a inizio marzo, portando alla luce questa storia in occasione anche di un’assemblea con i lavoratori. «Non bastavano i tagli: IL PRESIDENTE LUCIO REGGIORI «Occorrono garanzie sul futuro degli uffici locali» «Preoccupazioni legittime ma attenzione anche a non fare la gara a chi la spara più grossa in vista del rinnovo delle cariche delle rsu, sul futuro di enti come Inps e Inail, il territorio si sta muovendo per dare risposte». Invito alla cautela Lucio Reggiori, presidente del comitato provinciale del- I l’Inps, che sottolinea come il giudizio sulla qualità del lavoro svolto dal personale («delegittimato dai continui attacchi alla categoria dei lavoratori pubblici» come sottolinea Nobile) sia sempre stato positivo. «Nessuno mette in dubbio che l’aumento delle competenze degli ultimi anni, non supportato da un aumento dell’organico, sia stato gestito con professionalità, su questo deve esserci la massima chiarezza» commenta ancora Reggiori, che sottolinea inoltre come le garanzie per il futuro degli uffici locali è stato al centro di un incontro del comitato congiunto Inps-Inail. [L. ZIR.] da anni ormai la categoria dei lavoratori pubblici è sottoposta a una continua campagna di diffamazione che colpisce la dignità di tante persone oneste. Così non si può andare avanti» dice Nobile, trentottenne residente a Baveno. «Le già pesanti ripercussioni subite finora aumenteranno con gli ulteriori tagli di personale che nei prossimi mesi coinvolgeranno tutti gli uffici delle pubbliche amministrazioni - dice Nobile - nel mio ufficio già così siamo sotto organico di almeno dieci unità, se verrà attuato un ulteriore taglio ci troveremo a fare i conti con una situazione sempre più difficile da gestire». Da qui la scelta di uno sciopero della fame «che porterò avanti fino a quando potrò reggere, in dieci giorni ho già perso cinque chili ma è una lotta nella quale credo». Solidarietà arriva dai colleghi dell’Inps che ieri mattina hanno partecipato all’assemblea sindacale, una solidarietà che «deve estendersi a tutto il territorio nazionale invitando così l’Inps a raccogliere le istanze di equità e giustizia provenienti dai lavoratori». Netto anche il giudizio negativo sulla «riorganizzazione dell’istituto previdenziale, che porterà risultati negativi in termini di qualità dei servizi e condizioni di lavoro». La sala operatoria ginecologica torna all’ospedale San Biagio il caso RENATO BALDUCCI VERBANIA I l San Biagio riavrà una seduta di chirurgia ginecologica». La notizia arriva da Cittadinanzattiva Tribunale dei diritti del malato di Domodossola che anticipa l’asl nell’annunciare il «ritorno» all’ospedale San Biagio dell’attività chirurgica ginecologica, interrotta da più di un anno. Secondo Citta- dinanzattiva «l’équipe dei ginecologi di Domodossola, che in questi anni ha dimostrato la propria professionalità, coordinata dal professor Leonardo Marino, potrà contribuire alla diminuzione della mobilità passiva, colmando una carenza esistente da tempo e alzando la qualità del servizio. Fondamentale sarà la collaborazione dei ginecologi e dei medici di base nell’indirizzare le utenti a questo servizio». Per i comitati della sanità è un tassello ulteriore a sostegno del punto nascite del San Biagio difeso a spada tratta per mesi. Stefania Mastropaolo, del comitato mamme, spiega: «La notizia, ufficiosa, è VCO 51 positiva per l’ospedale anche in un’ottica di difesa del punto nascite». La conferma arriva dal direttore sanitario dell’asl, Renzo Sandrini: «Abbiamo chiuso l’attività a Verbania perché si sta facendo la ristrutturazione delle sale operatorie. Ne sono rimaste solo due dove concentriamo l’attività principale. Il resto viene dirottato al San Biagio, come fu fatto, in senso opposto, quando furono chiuse le sale di Domodossola. Siamo alla ricerca del punto di equilibrio migliore tra le varie componenti che afferiscono alla chirurgia per vedere quali mantenere a Verbania e quali spostare a Domodossola. In quest’ottica è emersa la possibilità di portare parte dell’attivi- Verbania Camera di commercio con 25 nuove aziende Sono 25 le aziende registrate alla Camera di commercio del Vco nei primi nove giorni dell’anno. Di queste, 23 sono italiane, una svizzera e una cinese. Sono tutti esercizi che riguardano attività commerciali e artigianali. L’azienda cinese lavora nel settore della ristorazione mentre quella svizzera è impegnata nell’artigianato. «E’ un numero confortante spiega il direttore camerale Maurizio Colombo -. Non pensavo che in pochi giorni si arrivasse a tanto in un periodo come questo». [F. RU.] I Gravellona Due ditte vogliono realizzare la fontana Sono due le aziende che hanno risposto all’indagine di mercato lanciata dal Comune di Gravellona per la realizzazione di una fontana pubblica in piazza Vittorio Veneto, per la distribuzione di acqua naturale e gasata con un costo al litro che non dovrà superare i sette centesimi. L’investimento per l’azienda che si aggiudicherà il lavoro è di circa 45 mila euro, a suo carico i costi di allacciamento e manutenzione. [L. ZIR.] I Gravellona Viabilità modificata per i lavori del gas Lavori in vista per la manutenzione della rete del gas metano a Gravellona e così scattano alcune modifiche alla viabilità. Da domani e fino al 31 gennaio sarà in vigore il senso unico alternato dalle 8,30 alle 17,30 (con i tratti interessati delimitati da segnaletica mobile) sulle vie Nuova, XX Settembre, Cirla, Pattoni, Caduti sul Lavoro, Pariani e Rothplez. [L. ZIR.] I Gravellona Protezione civile Lezioni nelle scuole A scuola per raccontare ai più piccoli il lavoro della Protezione civile. E’ questo il senso del ciclo di lezioni iniziato alle scuole elementari di Gravellona con il coinvolgimento dal gruppo locale, con la proiezione in classe di filmati sul tipo di lavoro svolto nelle situazioni di emergenza e per chiudere una visita alla sede provinciale al Tecnoparco. [L. ZIR.] I L’ingresso del San Biagio tà di chirurgia ginecologica su Domodossola per alleggerire il carico su Verbania. Offrendo un servizio in più al San Biagio e limitando la mobilità passiva su Verbania o fuori asl. Ma anche sfruttando la presenza del professor Marino per organizzare quest’attività e dare una mano anche dal punto di vista formativo per i nuovi ginecologi».