Alle Molinette dilagava il lavoro nero Raccomandato anche l`operaio

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Alle Molinette dilagava il lavoro nero Raccomandato anche l`operaio
T1 T2 PR CV
LA STAMPA
GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2012
Cronaca di Torino 55
Tav, si allarga il cantiere
Presto riaprirà il museo
Duecento metri di muro di cemento per proteggere i lavoratori
I lavoratori dell’ex Wagon Lits con le maschere di «V for Vendetta»
il caso
OTTOCENTO POSTI DI LAVORO SONO A RISCHIO
MASSIMO NUMA
U
ltimi vertici, tra
prefettura, questura e le imprese Ltf in vista dell’allargamento
definitivo del cantiere della linea ferroviaria Torino-Lione. Questione ormai di giorni, mentre nell’area di Clarea
si vanno concludendo gli ultimi sondaggi geognostici del
terreno, più specifici rispetto ai precedenti. Tempi? Non
ancora definiti ma ormai siamo al conto alla rovescia.
C’è una notizia importante: non appena sarà possibile, quando cioè la parte violenta del movimento No Tav
avrà rinunciato ad attaccare
il cantiere (dal 1˚ gennaio nell’area è stato istituito il sito
strategico di interesse nazioUn’immagine estiva della zona prospiciente al Museo archeologico che verrà restituita
nale) il museo che attualmenal Comune di Chiomonte non appena il cantiere Ltf completerà l’allargamento
te ospita la control-room del
presidio interforze sarà restituito al Comune di Chiomon- mento di attivisti No Tav. La
te; via anche i presidi della protezione, per il momento, saER LA CACCIA E PER GLI ANIMALI
centrale, all’inizio di strada rà circa di 200 metri. Ma si
Avanà. L’accesso alle vigne tratta solo della prima transarà libero, anche se dovreb- che dei lavori. Le barriere di
DUE VOLTI DEI O- AV
bero restare alcuni posti di cemento, alte tre metri, saranblocco. Soddisfatto il sinda- no sormontate dal filo spinato,
me del resto lo è stato per i reROBERTO TRAVAN
co di Chiomonte, Renzo Pi- connesse infine con i cancelli
ferendum su acqua e nucleanard: «E’ un primo passo ver- di acciaio. Da qui usciranno i
bbattuti. Da fuoco ami- re. Non capiamo perchè ora si
so la normalizreparti
antico. Sono i No Tav che debba seguire la decisione di
zazione. La mia
hanno lanciato in Rete una minoranza» replicano i faVIGNE DELL’AVANÀ sommossa con
giunta ha fatto
una
missione
l’idea
di
«appoggiare il refe- vorevoli. Non mollano, annunIl sindaco Pinard precisa: protegpressione con
rendum regionale contro la ciano che presto decideranno
«Accesso più libero gere le recinziole istituzioni
caccia».
«date, tempi e modi della proa tutti i coltivatori» ni e il nuovo siper riavere a diQuello che la Lega sta cer- testa». Inutile.
sposizione il
stema di sicucando di affossare cancellan«Ci sono priorità più urgenmuseo e l’area della Maddale- rezza. Alloggi e strutture logido addirittura la legge che ai ti che discutere il referendum
na. Speriamo non passi mol- stiche di polizia, carabinieri,
cacciatori mette doppiette e contro la caccia» rimbrottano
to tempo. Ma credo che la Finanza e degli Alpini della
bandoliere in spalla. A impalli- i fedelissimi di Perino. Che un
gente di Chiomonte abbia già Taurinense, saranno dunque
nare i No Tav ci ha però pensa- mese fa, nel consueto tripudio
sostenuto abbastanza sacrifi- trasferite tutte all’interno del
to Alberto Perino, il loro «lider di bandiere «trenocrociate»,
ci, durante l’estate. E’ arriva- cantiere. Un solo check-point,
maximo»: «Credo che il movi- ha bloccato la centralissima
ta l’ora di voltare pagina, so- sotto lo stretto controllo dei
mento non possa esprimersi via Alfieri manifestando «conprattutto per chi deve occu- militari, blinderà la strada che
su questo argomento perché tro i danni all’avi-fauna causaparsi delle vigne».
va dalla Maddalena al primo
al suo interno (essendo popola- ti dalla Tav in Val di Susa».
E presto riprenderà la co- varco del cantiere. Per il more e trasversale) ci sono vegaMeglio quelli dei cacciatostruzione del muro per pro- mento, nessuna nuova ordini, animalisti, vegetariani. E ri, insomma. Che incassano
teggere i varchi del cantiere nanza. Il nuovo status di sito
anche cacciatori». Sbagliato. l’appoggio e ringraziano. Senpiù esposti alle azioni di van- strategico è sufficiente per tu«Il movimento è d’accordo, co- za sparare un colpo.
dalismo da parte di un seg- telare il cantiere Ltf.
L’area dell’ex presidio della Maddalena
P
I
N T
A
Fassino al ministro:
“Ripristinare i treni
notturni verso il Sud”
Anche il sindaco
ha firmato la
petizione contro
la soppressione
ELISABETTA GRAZIANI
La sua è la firma numero 8120.
Piero Fassino l’ha messa ieri sera, dopo una visita non programmata alla tendopoli dei lavoratori della ex Wagons lits a
Porta Nuova. È il primo sindaco italiano ad aver sottoscritto
la petizione per il ripristino dei
treni notturni a lunga percorrenza. Un gesto simbolico arrivato alla fine di una giornata intensa che ha visto Torino e Milano di nuovo unite nella battaglia per salvaguardare le corse
notturne e gli 800 posti di lavoro. Al mattino, in un incontro a
Palazzo civico con una delegazione di lavoratori guidati in
corteo dalla Filt-Cgil, Fassino
ha annunciato una seconda lettera, scritta a quattro mani con
il collega Giuliano Pisapia e indirizzata al ministro dei Trasporti Corrado Passera.
«Il Paese è stretto e lungo –
ha detto Fassino –. Bisogna garantire un servizio che interessa centinaia di migliaia di torinesi e milanesi, originari del
Sud, che mantengono una
stretta relazione con la propria
terra d’origine. Senza dimenticare gli 800 lavoratori della ex
Wagons lits». Il sindaco ha poi
spiegato di aver già parlato con
l’amministratore delegato di
Rfi Moretti e con il ministro
Passera per «riesaminare l’eli-
L’INCHIESTA SUBAPPALTI NON AUTORIZZATI PER GESTIRE LA MANUTENZIONE
Alle Molinette dilagava il lavoro nero
Raccomandato anche l’operaio
L’ex direttore: «Solo
dopo gli arresti
ho saputo che
nulla era regolare»
Nel più grande ospedale piemontese, le Molinette, la manutenzione degli impianti «girava» su subappalti non autorizzati e lavoro nero al tempo del
«sistema Chiaro». Ossia del dirigente dell’ufficio tecnico, arrestato nel 2010 per tangenti e
ora sotto processo in tribunale. Dove ieri si è discusso a lungo partendo dal caso di un cas-
sintegrato Bertone, fuochista di
mestiere, che sarebbe stato imposto, secondo l’accusa, ad un
piccolo imprenditore perché fratello di un consigliere regionale.
E’ la prima volta che sentiamo
parlare di concussione per dare
lavoro ad un operaio, tanto più
in un ambiente, come quello della sanità, in cui le «raccomandazioni» si sono spese spesso e volentieri per le nomine di primari,
dirigenti di dipartimenti, prof
universitari.
Piuttosto, attraverso il caso
di Rocco Chieppa, fratello di
Vincenzo, al tempo consigliere
regionale dei Comunisti italiani,
si è chiarita bene in aula la catena di Sant’Antonio del lavoro ne-
ro in ospedale. La manutenzione era quella degli impianti termici, anni 2009-2010. La gestione delle caldaie era stata affidata alla Eco Calor di Pasquale Di
Vicino come subappaltatore. Costui muore e gli subentra il fratello Gregorio, che si occupava
di impianti elettrici.
Successione dinastica del subappalto: non era autorizzato il
primo, tanto meno lo era il secondo. L’ultimo accordo è sancito
presso gli impianti dall’ingegnere Francesco Chiaro con Gregorio Di Vicino (che al processo, da
buon concusso, si è costituito
parte civile per richiedere i danni patiti alla direzione dell’ente
pubblico). Massimo Zanchi è il
Il blitz della Finanza all’Ufficio Tecnico, il 10 marzo del 2010
responsabile della centrale termica che si allontana «per discrezione» non appena sente
parlare di «pagamenti». Gregorio chiede chiarimenti su arretrati e, accenna Zanchi, e alla
sua parte nel lavoro: deve rilevare i 4 fuochisti del fratello (tre dipendenti di un’altra impresa, il
quarto era pure lui cassintegrato Bertone) più Chieppa.
Par di capire che la sua funzione nella filiera dell’appalto
fosse quella di accollarsi il lavoro nero, pagato a sua volta nelle
«pieghe» del contratto con l’appaltatore ufficiale. Giuseppe Galanzino, all’epoca direttore generale delle Molinette, ieri ha deposto come testimone: «Che i subappalti non fossero autorizzati
l’ho saputo dopo gli arresti (di
minazione delle tratte notturne a
lunga percorrenza».
In sostanza questa la risposta
del primo cittadino al pacco dono
che gli è stato consegnato ieri, a
un mese esatto dalla data dei licenziamenti, dai 65 dipendenti
della Servirail, ex Wagons lits, di
Torino: una scatola arancione foderata con le lettere degli esuberi. Dentro, le 7860 firme raccolte
in meno di tre settimane nell’atrio di Porta Nuova. Alcuni cittadini firmatari hanno poi manifestato in stazione insieme ai lavoratori travestiti da fantasmi
col volto coperto dalle maschere
di «V come vendetta». «Siamo
senza ammortizzatori sociali e
io, come altri, a dicembre ho lavorato 10 giorni e ho zero euro in
busta paga», dice Matteo Di Maio, classe ’86, fra i più giovani.
La palla ora passa al Governo, vero ago della bilancia. «A
fronte di 170 milioni di euro in
meno versati dallo Stato, le Ferrovie italiane hanno dovuto riorganizzare orari e tratte – spiega
l’assessore ai Trasporti, Claudio
Lubatti –. E le nuove tariffe dei
treni ad alta velocità hanno subito aumenti notevoli. Comprensibile il malcontento dei cittadini». Il nocciolo della questione,
dunque, sta nella riduzione dei
trasferimenti pubblici. A cui si
aggiunge l’aumento del 9,9% dei
biglietti dei treni Frecciarossa,
denunciato da Codacons. “In prima classe Intercity pagavo 90
euro per la cuccetta fino in Sicilia. Ora ce ne vogliono 150, come
per l’aereo, e devo cambiare a
Roma. Guadagno 600 euro da
precario, come posso viaggiare?», dice Vincenzo Vizzeri. Poche battute che riassumono la
protesta di tutti.
Chiaro e del suo braccio destro).
Ma so che va così da tutte le parti». Poi: «L’ospedale ha 65 anni e
ha bisogno di colossali lavori di
manutenzione. Il budget annuale di 10 milioni consentiva di far
fronte ai soli interventi indispensabili». In questa logica Chiaro
era più che efficiente.
«Il funzionario tecnico più efficiente che abbia mai incontrato» dice Galanzino. Però l’ingegnere vi aggiungeva del suo e
sulla «catena del nero» ricavava
le tangenti per sé e il vice Alberto Masia. Così sostiene il pm Cesare Parodi, confortato dalle ammissioni, fra cui quella di un piccolo imprenditore cui Chiaro, sapendo di essere indagato, dava
appuntamento al cimitero di
Moncalieri per non rinunciare
alle mazzette. Il forte dubbio è
che, per «fare di necessità virtù», si forzassero i meccanismi
degli appalti e che con più passaggi di mano, «il nero» e la corruzione lievitassero pure i costi
dei servizi.
[AL. GA.]
la Repubblica
CRONACA
GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2012
TORINO
■ VI
Molinette, anche lavoro nero negli appalti delle tangenti
L PROCESSO per le tangenti
alle Molinette, in cui il direttore tecnico Francesco Chiaro e
il suo vice Carlalberto Masia sono accusati di aver preso tangenti da alcuni imprenditori per garantire gli appalti dell’ospedale, ieri è stato chiamato in aula l’ex direttore generale
Giuseppe Galanzino. Oltre a dichiarare che in tanti anni di lavoro non
aveva mai trovato «un tecnico così efficiente come Chiaro», e di non essere
mai stato al corrente delle aziende,
sempre le stesse, chiamate per gli ap-
A
L’INCHIESTA
Le tangenti sugli appalti alle
Molinette: due dirigenti imputati
palti, la sua testimonianza e quelle a
seguire hanno trattato il tema del lavoro in nero nella catena di appalti e
subappalti per la gestione delle centrali termiche dell’ospedale. Le domande del pm Cesare Parodi hanno
infatti sviscerato la pratica diffusa di
far lavorare persone senza contratto,
tra cui anche, come fuochisti, due ex
cassaintegrati della Bertone. Uno di
loro era Rocco Chieppa, fratello dell’ex consigliere regionale Vincenzo,
che ieri ha raccontato di essersi rivolto proprio a lui per cercare un nuovo
lavoro, e che grazie al suo aiuto il curriculum era arrivato a Galanzino.
«Non potevamo assumerlo alle Molinette — ha spiegato l’ex dg — ho dato
quel curriculum a Chiaro nel caso in
cui avessero avuto bisogno di un fuochista». «Non ho mai detto a mio fratello che prendevo sia la cassa (600 euro) che lo stipendio in nero (1200 euro)», ha dichiarato Rocco Chieppa.
L’appalto per le centrali termiche era
stato assegnato alla ditta Merlo Lino,
che l’aveva subappaltato alla Ecocalor di Pasquale Di Vicino. Alla morte di
costui gli era subentrato pur non autorizzato il fratello, Gregorio, (che
aveva una ditta di impianti elettrici) a
cui Chiaro avrebbe detto di prendere
a lavorare Rocco Chieppa. Tra i testi
anche il coordinatore della centrale
termica Massimo Zanchi che era presente alla riunione in cui Chiaro e Gregorio Di Vicino parlavano di prendere Chieppa: «Ho capito che si trattava
di una raccomandazione e mi sono
allontanato», ha raccontato in aula.
(s.mart)
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“Gratuito patrocinio? Paghino gli avvocati”
Appello del pm Padalino: “C’è la crisi per un periodo l’ordine si accolli le spese”
(segue dalla prima di cronaca)
SARAH MARTINENGHI
NA riflessione che fa discutere, ma che non piace agli
avvocati.
«E’ uno sforzo che potrebbe essere portato avanti anche solo per
un periodo limitato — ha aggiunto il pm Padalino — sulla base dell’etica deontologica che contraddistingue la categoria degli avvocati: queste spese, che sono notevoli, potrebbero essere così destinate ad altre iniziative, come ad
esempio l’assunzione di nuovo
personale».
Non era certo nelle intenzioni
del magistrato mettere in discussione la cifra stabilita dal giudice
al difensore di un imputato che
aveva chiesto l’assistenza legale a
spese dello stato: all’uscita di un
Mc Donald’s, Michel Rutigliano,
19 anni, aveva afferrato un pressa
rifiuti da un cestino e si era sca-
U
la commissione per il patrocinio a
spese dello Stato è l’avvocato Michele Carpano che commenta:
«Questa proposta è un tuffo nel
passato, negli anni 20, quando
non a caso si chiamava “gratuito
patrocinio”. E’ la legge che stabilisce così, non è pensabile fare altrimenti: lo Stato manda ogni anno
viduare negli avvocati coloro che
gravano sulle spese dei cittadini
— ha spiegato l’avvocato Davide
Richetta segretario della Camera
Penale del Piemonte — Noi siamo
felici di confrontarci su questo tema, anche con un convegno, ma
non possiamo accettare lo slogan
“lavorate gratis”, perché i costi
della giustizia non sono certo
quelli degli avvocati ma si annidano in tanti altri meandri che possono essere migliorati». «Abbiamo da poco stipulato un protocollo già in vigore che sarà presentato a breve — ha aggiunto —
grazie al quale una commissione
mista di avvocati e magistrati con-
IL PM
cordano la prassi per l’ammissione e la liquidazione delle parcelle.
Ragioniamo dunque sui principi
che andiamo a tutelare: questo
istituto è una grande conquista
per la civiltà, ma lavorando gratis
come potrebbe essere garantito il
buon livello della difesa?»
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I numeri
Andrea
Padalino
propone che
per un
periodo siano
a carico degli
avvocati le
spese di
“gratuito
patrocinio”
5081 EURO
E’ la parcella che un
giudice ha liquidato
per la difesa di un
condannato per
tentato omicidio
10.600 EURO
Chi vuole accedere
al gratuito patrocinio
deve avere un
nucleo familiare e un
reddito inferiore
L’AVVOCATO
Mario Napoli
presidente
dell’Ordine
torinese
degli
avvocati:
sopportiamo
già una parte
di questi
costi
I legali perplessi:
contribuiamo già
e comunque le
parcelle vengono
liquidate anni dopo
gliato contro un giovane di 25 anni, sfondandogli la scatola cranica. Poi era rientrato nel fast-food
per mangiarsi due Big Mac. Era
stato condannato in abbreviato a
5 anni e mezzo di carcere. Dall’arresto alla condanna, il lavoro dell’avvocato è stato liquidato dal
giudice per la cifra di 5.081 euro.
Convinzione del pm è che «in una
situazione di ristrettezza come
quella che caratterizza questo periodo, sarebbe giusto che ognuno
facesse la propria parte».
Ma gli avvocati sono rimasti alquanto perplessi. «Le tariffe liquidate per il patrocinio a spese dello stato sono già pari alla metà delle altre — ha detto il presidente
dell’ordine Mario Napoli — A parte i ritardi mostruosi con cui avvengono i pagamenti, tanto che
due anni fa taluni nostri associati
si erano rivolti a una società di credito che aveva anticipato l’80 per
cento della liquidazione, perché
altrimenti non arrivavano a fine
mese, c’è anche da sottolineare
che l’ordine degli avvocati già
sopporta parte di questi costi.
Ogni anno esaminiamo oltre
3.500 pratiche di domande per il
gratuito patrocinio: bisogna ricevere la persona che deve avere un
reddito inferiore ai 10 mila euro,
aiutarla a presentare la richiesta,
istruire la domanda, fare la delibera, notificarla alle parti. Un lavoro importante, tanto che abbiamo due dipendenti che si occupano solo di questo a tempo pieno, e
senza ricevere un euro da parte di
nessuno. Ma anche questa è una
tutela del cittadino». A presiedere
un budget stabilito dal governo e
la parcella è liquidata dal giudice». «Nel 2008 il budget per le spese di giustizia è stato di 12 milioni
di euro, di cui per il patrocinio a
spese dello stato e i traduttori insieme, la cifra è stata solo di 900
mila euro: è dunque un’operazione miope quella di Padalino indi-
3500
Sono le domande di
assistenza gratuita
presentate all’anno
all’Ordine degli
avvocati di Torino
Il rinnovo della fondazione bancaria
Compagnia, la Regione apre le danze: 12 candidati per un posto
OLO uno su dodici ce la farà
a conquistare l’ambita poltrona di consigliere della
Compagnia di San Paolo. Il Consiglio regionale ha infatti chiuso
il bando che serve a individuare i
propri rappresentanti della fondazione bancaria e ha raccolto
una dozzina di candidature.
Tra gli aspiranti ci sono due
consiglieri uscenti, ossia l’avvo-
S
cato Patrizia Polliotto, moglie
del senatore del Pdl Aldo Scarbosio, e il professore di diritto Stefano Ambrosini, più vicino all’area democratica. E poi ci sono
una serie di volti nuovi per la
Compagnia, ma non per il Piemonte. Come l’ex preside della
facoltà di medicina Giorgio Palestro, il costituzionalista Massimo Cavino, l’ex consigliere co-
Valerio
Cattaneo
munale leghista Mario Brescia e
l’ex consigliere regionale di
Rifondazione Juri Bossuto.
Quella in palio è solo una delle
21 poltrone del “parlamentino”
della Compagnia. Altre due designazioni spettano al Comune di
Torino, che ha dato come termine non perentorio il 3 gennaio
per presentare le candidature,
mentre ancora si attende il ban-
do della Provincia, che arriverà a
giorni. Anche perché il consiglio
va rinnovato entro aprile, presidente compreso. Per la massima
carica gli ultimi rumors parlano
di un’uscita ormai scontata per
l’attuale numero uno Angelo e di
un ex sindaco Sergio Chiamparino in pole position.
(ste. p.)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
.
* Oggi in edicola con La Stampa *
47
INIZIATIVA «LA STAMPA»
ASSOCIAZIONE CULTURA E SVILUPPO
Oggi ultimo bollino Mondolè
Venerdì e sabato due jolly
Il ministro Renato Balduzzi
parla di politiche sanitarie
Oggi c’è l’ultimo dei 14
bollini per «Tutti in pista con La
Stampa». Su venerdì e sabato
2 jolly per sostituire eventuali
punti originali mancanti. Poi
basterà ritagliare i bollini, incollarli sulla scheda di raccolta
che andrà consegnata alle cas-
I
LA STAMPA
GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2012
REDAZIONE PIAZZA LIBERTÀ 15
TELEFONO 0131 511711 FAX 0131 232508
E-MAIL [email protected]
STAMPA IN 0131 263360
PUBBLICITA’ PUBLIKOMPASS S.P.A.
BORGO CITTA’ NUOVA, 72
TELEFONO 0131 445522. FAX 0131 300528
All’interno
se del Mondolè Ski di Artesina,
Prato Nevoso o Frabosa Soprana, e si riceverà uno skipass gratuito. L’offerta è già valida da oggi e, in attesa di nevicate ad alta
quota, per i successivi giovedì 19
e 26 gennaio 2012; 2 febbraio;
22 e 29 marzo e 5 aprile.
Il ministro della Sanità,
l’alessandrino Renato Balduzzi, è ospite, dalle 19, dell’Associazione Cultura e Sviluppo
per una conferenza su «Uno
sguardo sull’Italia. Il Governo
dei tecnici. Le politiche della sanitarie». E’nell’ambito dei «Gio-
I
vedì culturali» e nel corso dell’incontro, aperto a tutti e seguito
da un dibattito, il neo ministro illustrerà alcuni passaggi che hanno portato alla manovra economica dolorosa e impopolare ragionando sulle possibili mosse
del Governo e del suo ministero.
AL
COMPRO
ORO
E ARGENTO
USATO
Tel. 328.2675121
Piazza Genova, 7
ALESSANDRIA
Tel. 333.2458759
Viale alla Vittoria, 27
ASTI
ALESSANDRIA
E PROVINCIA
ALIMENTARE. SI AMPLIANO LE PROSPETTIVE DELLA STORICA AZIENDA ALESSANDRINA
CASALE
Verso un summit
mondiale via web
contro l’amianto
Silvana Mossano
A PAGINA 54
ALESSANDRIA
Mense, lavoratori
senza stipendio
Lunedì sciopero
Franco Marchiaro
A PAGINA 48
NOVI LIGURE
Maruzzella addio
Ora Persegona
vende i capannoni
Gino Fortunato
A PAGINA 51
Nuovo mercato per il latte
La Centrale acquisisce la rete vendita e il marchio di quella savonese
E’ stato un blitz concluso alla
fine di dicembre, come conferma l’amministratore delegato Claudio Acerbi: la Centrale del latte di Alessandria
e Asti ha rilevato la rete vendita e il marchio «Mu» da
quella di Savona, in cattive
acque (ha chiesto il concordato preventivo e da ieri l’istanza è sul tavolo del giudice).
La rete vendita è stata ac-
La Junior s’inguaia
perde con Teramo
ed è ultima da sola
Roberto Saracco
A PAGINA 61
un mercato ancora più vasto
che comprende l’intera zona
da Voltri ad Albenga, con
«puntate» nell’Imperiese e addirittura a Rapallo.
«Una strategia approvata
dal consiglio - dice Acerbi - che
aumenta la nostra penetrazione nelle province limitrofe». Il
latte della Centrale arriva già
anche nel Vogherese, oltre allo
storico presidio di Viareggio.
40 85%
I dipendenti
Ai privati
Della Centrale
del latte di
Alessandria e
Asti che ha la
sua sede
in viale
Massobrio
Il capitale
è degli
allevatori dei
due centri latte
ma hanno
quote
anche i Comuni
«Abbiamo rilevato la rete vendita del fresco: latte intero e
parzialmente scremato. Pensiamo di commercializzare
con il marchio Mu anche i nostri prodotti caseari».
L’alta qualità di filiera e i
controlli rigorosi sono alla
base del consolidamento del
latte alessandrino che ora potrà anche fare crescere la
produzione.
[P B.]
EX VICE QUESTORE. CONDANNATO PER ABUSO D’UFFICIO
PIU’ CONTROLLI
Due anni a Bonzano
ma non per corruzione
Valmadonna
ladro preso
in una casa
dagli agenti
Nella vicenda dei
«permessi facili»
pene di tre anni
ad altri 2 poliziotti
EMMA CAMAGNA
ALESSANDRIA
BASKET
quisita come cessione di ramo
d’azienda, con due dipendenti;
il marchio invece è in affitto.
L’operazione salva pochi posti
di lavoro a Savona (erano una
trentina gli addetti), ma contribuirà a sanare almeno in parte
il deficit del dissesto. Con che
cifra? «Questo non lo posso dire» risponde deciso Acerbi.
Resta il fatto che i latte alessandrino ora ha a disposizione
Alberto Bonzano, vice questore aggiunto, già dirigente del
Commissariato di Casale, è responsabile di abuso d’ufficio e
non di corruzione, che era l’accusa originaria. L’ha sentenziato ieri, condannandolo a
due anni (pena sospesa), il tribunale presieduto da Antonio
Marozzo che ha inflitto 3 anni
ciascuno a Damato Fantoli, sostituto commissario alla que-
stura di Alessandria, e Andrea
Policano, sovrintendente all’ufficio stranieri nel Commissariato di Casale, imputati a loro volta di corruzione con la casalese
Giuseppa Riccobono, assolta, e
con Abdelmajid Misbah (Valenza), condannato a 11 anni di cui
otto per spaccio di droga. Un
anno e sei mesi li dovrà scontare Marco Cadau (Giarole), assolti Abdelmajid Misbah, omonimo dell’altro, Azzedine Misbah, Mohamed Kacem (Valenza), e Valter Piccinini (Alessandria) imputati di spaccio di sostanze stupefacenti.
Con cinque condanne a complessivi 20 anni e sei mesi, e altrettante assoluzioni si è conclusa la vicenda giudiziaria iniziatasi nel 2005, sul rilascio di permessi di soggiorno «facili» a ex-
Dal 2005
La vertenza
penale
per Alberto
Bonzano
durava
da sei anni
tracomunitari e incrociatasi con
episodi di droga. E’ indagando
su questo traffico che si scoprì
l’altra vicenda. Il pm Ghio aveva
proposto sette condanne a 30
anni e tre assoluzioni. Generale
proscioglimento è stato chiesto
dagli avvocati Cavallone, Cormaio, Camagna, Lanzavecchia,
Greppi, Borsalino, Ronco, Spallasso, Pianezza, Taggiasco, difensori degli imputati che hanno
sempre respinto l’accusa. Dice
Cavallone, legale di Bonzano:
«La sentenza ha confermato che
il funzionario mai percepì direttamente o indirettamente somme di denaro per facilitare il rilascio di permessi di soggiorno».
Per l’accusa aveva consentito di commettere la corruzione
mentre Fantoli aveva ricevuto
oggetti, Policano circa 500 euro
e tre cellulari, Riccobono si era
prestata a tenere i contatti con i
pubblici ufficiali, Piccinini, Cadau e i quattro marocchini erano coinvolti nel traffico di droga.
I controlli della polizia a Valmadonna danno risultati.
L’altra sera è stato arrestato un uomo, che, entrato in
un’abitazione stava rubando uno stereo. Scattato l’allarme, gli agenti che si trovavano nelle vicinanze della
casa presa di mira, sono intervenuti
sorprendendo
Vytas Neimantes, 48 anni,
mentre era ancora in casa.
E’ stato quindi arrestato
per furto aggravato.
Da circa un mese una volante sorveglia costantemente Valmadonnna, paese
drammaticamente preso di
mira dai ladri. Altri controlli
sono stati «decentrati» nelle
frazioni di Alessandria. [SE. C.]
VB
LA STAMPA
GIOVEDÌ 12 GENNAIO 2012
In breve
GRAVELLONA TOCE. SINGOLARE PROTESTA DI UN DIPENDENTE-SINDACALISTA
Non mangia contro i tagli Inps
Dieci giorni senza cibo: “Denuncio il malessere dei lavoratori pubblici”
LUCA ZIROTTI
GRAVELLONA
Sciopero
della fame
Ha scelto lo sciopero della fame per «denunciare il malessere profondo dei lavoratori pubblici, con tagli a piante organiche e salari sempre più difficili
da sopportare». E’ una protesta singolare quella che Giuseppe Nobile, dipendente dell’ufficio Inps di Gravellona Toce e
delegato dell’Usb (l’Unione sindacale di base), ha avviato ormai da una decina di giorni.
Giuseppe
Nobile,
dipendente
dell’Inps
di Gravellona,
non mangia
da dieci giorni
per protestare
contro i tagli
di personale
e salari
annunciati
per il 2012
nel settore
pubblico
Solidarietà dei colleghi
«Invitiamo l’istituto
a raccogliere le istanze
di equità e giustizia»
«Può essere un gesto forse
fuori misura rispetto alle tragedie sociali di lavoratori licenziati o precari senza prospettive ma dimostra che non
bisogna sottovalutare il disagio che provano i lavoratori
pubblici, tra i più colpiti negli
ultimi tre anni» ha sottolineato Luigi Romagnoli, coordinatore nazionale Usb che ieri ha
iniziato proprio dal Vco la sua
campagna per il rinnovo delle
rsu in programma a inizio
marzo, portando alla luce questa storia in occasione anche
di un’assemblea con i lavoratori. «Non bastavano i tagli:
IL PRESIDENTE LUCIO REGGIORI
«Occorrono garanzie sul futuro degli uffici locali»
«Preoccupazioni legittime ma attenzione anche a non
fare la gara a chi la spara più
grossa in vista del rinnovo delle cariche delle rsu, sul futuro
di enti come Inps e Inail, il territorio si sta muovendo per dare risposte». Invito alla cautela Lucio Reggiori, presidente
del comitato provinciale del-
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l’Inps, che sottolinea come il
giudizio sulla qualità del lavoro svolto dal personale («delegittimato dai continui attacchi alla categoria dei lavoratori pubblici» come sottolinea
Nobile) sia sempre stato positivo. «Nessuno mette in dubbio che l’aumento delle competenze degli ultimi anni, non
supportato da un aumento
dell’organico, sia stato gestito
con professionalità, su questo
deve esserci la massima chiarezza» commenta ancora Reggiori, che sottolinea inoltre come le garanzie per il futuro degli uffici locali è stato al centro di un incontro del comitato congiunto Inps-Inail. [L. ZIR.]
da anni ormai la categoria dei
lavoratori pubblici è sottoposta
a una continua campagna di diffamazione che colpisce la dignità di tante persone oneste. Così
non si può andare avanti» dice
Nobile, trentottenne residente
a Baveno. «Le già pesanti ripercussioni subite finora aumenteranno con gli ulteriori tagli di
personale che nei prossimi mesi coinvolgeranno tutti gli uffici
delle pubbliche amministrazioni - dice Nobile - nel mio ufficio
già così siamo sotto organico di
almeno dieci unità, se verrà attuato un ulteriore taglio ci troveremo a fare i conti con una situazione sempre più difficile da
gestire».
Da qui la scelta di uno sciopero della fame «che porterò avanti fino a quando potrò reggere,
in dieci giorni ho già perso cinque chili ma è una lotta nella
quale credo». Solidarietà arriva
dai colleghi dell’Inps che ieri
mattina hanno partecipato all’assemblea sindacale, una solidarietà che «deve estendersi a
tutto il territorio nazionale invitando così l’Inps a raccogliere
le istanze di equità e giustizia
provenienti dai lavoratori». Netto anche il giudizio negativo sulla «riorganizzazione dell’istituto previdenziale, che porterà risultati negativi in termini di
qualità dei servizi e condizioni
di lavoro».
La sala operatoria ginecologica
torna all’ospedale San Biagio
il caso
RENATO BALDUCCI
VERBANIA
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l San Biagio riavrà una seduta di
chirurgia ginecologica». La notizia
arriva da Cittadinanzattiva Tribunale dei diritti del malato di Domodossola che anticipa l’asl nell’annunciare
il «ritorno» all’ospedale San Biagio dell’attività chirurgica ginecologica, interrotta da più di un anno. Secondo Citta-
dinanzattiva «l’équipe dei ginecologi di
Domodossola, che in questi anni ha dimostrato la propria professionalità, coordinata dal professor Leonardo Marino, potrà contribuire alla diminuzione
della mobilità passiva, colmando una carenza esistente da tempo e alzando la
qualità del servizio. Fondamentale sarà
la collaborazione dei ginecologi e dei medici di base nell’indirizzare le utenti a
questo servizio».
Per i comitati della sanità è un tassello ulteriore a sostegno del punto nascite del San Biagio difeso a spada tratta per mesi.
Stefania Mastropaolo, del comitato
mamme, spiega: «La notizia, ufficiosa, è
VCO 51
positiva per l’ospedale anche in un’ottica di difesa del punto nascite».
La conferma arriva dal direttore sanitario dell’asl, Renzo Sandrini: «Abbiamo chiuso l’attività a Verbania perché si
sta facendo la ristrutturazione delle sale
operatorie. Ne sono rimaste solo due dove concentriamo l’attività principale. Il
resto viene dirottato al San Biagio, come fu fatto, in senso opposto, quando furono chiuse le sale di Domodossola. Siamo alla ricerca del punto di equilibrio
migliore tra le varie componenti che afferiscono alla chirurgia per vedere quali
mantenere a Verbania e quali spostare
a Domodossola. In quest’ottica è emersa
la possibilità di portare parte dell’attivi-
Verbania
Camera di commercio
con 25 nuove aziende
Sono 25 le aziende registrate alla Camera di commercio del Vco nei primi nove giorni dell’anno. Di queste, 23 sono italiane, una svizzera e una cinese. Sono tutti
esercizi che riguardano attività commerciali e artigianali. L’azienda cinese lavora
nel settore della ristorazione
mentre quella svizzera è impegnata nell’artigianato. «E’
un numero confortante spiega il direttore camerale
Maurizio Colombo -. Non
pensavo che in pochi giorni
si arrivasse a tanto in un periodo come questo».
[F. RU.]
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Gravellona
Due ditte vogliono
realizzare la fontana
Sono due le aziende che
hanno risposto all’indagine
di mercato lanciata dal Comune di Gravellona per la realizzazione di una fontana
pubblica in piazza Vittorio
Veneto, per la distribuzione
di acqua naturale e gasata
con un costo al litro che non
dovrà superare i sette centesimi. L’investimento per
l’azienda che si aggiudicherà
il lavoro è di circa 45 mila euro, a suo carico i costi di allacciamento e manutenzione.
[L. ZIR.]
I
Gravellona
Viabilità modificata
per i lavori del gas
Lavori in vista per la manutenzione della rete del gas
metano a Gravellona e così
scattano alcune modifiche alla viabilità. Da domani e fino
al 31 gennaio sarà in vigore il
senso unico alternato dalle
8,30 alle 17,30 (con i tratti interessati delimitati da segnaletica mobile) sulle vie Nuova, XX Settembre, Cirla, Pattoni, Caduti sul Lavoro, Pariani e Rothplez.
[L. ZIR.]
I
Gravellona
Protezione civile
Lezioni nelle scuole
A scuola per raccontare
ai più piccoli il lavoro della
Protezione civile. E’ questo il
senso del ciclo di lezioni iniziato alle scuole elementari
di Gravellona con il coinvolgimento dal gruppo locale, con
la proiezione in classe di filmati sul tipo di lavoro svolto
nelle situazioni di emergenza e per chiudere una visita
alla sede provinciale al Tecnoparco.
[L. ZIR.]
I
L’ingresso del San Biagio
tà di chirurgia ginecologica su Domodossola per alleggerire il carico su Verbania. Offrendo un servizio in più al San
Biagio e limitando la mobilità passiva su
Verbania o fuori asl. Ma anche sfruttando la presenza del professor Marino per
organizzare quest’attività e dare una
mano anche dal punto di vista formativo
per i nuovi ginecologi».