michael - Santuario San Michele

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anno XLI  n. 157  APRILE_GIUGNO 2015
Santuari e Pellegrini
N
Storie sommerse del culto micaelico
egli ultimi anni la bibliografia su san Michele si è arricchita, facendo registrare notevoli
progressi e aprendo nuove piste di indagine
sul culto per l’angelo nelle sue varie espressioni
(devozionale, spirituale, liturgica,
epigrafico-monumentale, storicoartistica e storico-agiografica). In
tale panorama si inserisce il poderoso volume di mons. Mario Sensi (Santuari e pellegrini lungo le
«vie dell’Angelo». Storie sommerse
del culto micaelico, Istituto Storico Italiano per il Medioevo, Nuovi
Studi Storici 94, Roma 2014, pp.
700), frutto di anni di ricerche, che
hanno preso avvio nel 1963 per interessi pastorali ma hanno trovato
poi prosecuzione nel tempo, fornendo numerosi materiali su santuari e
pellegrinaggi, come anche su aspetti
legati all’angelologia cristiana.
Una prima sezione del volume è dedicata al culto degli angeli nelle Sacre Scritture.
Il culto degli angeli - scrive l’autore - così come si
è sviluppato nel cristianesimo, ha tre radici: quella
biblica, quella giudaica e quella giudeo-cristiana. La
fede nell’esistenza degli angeli è supposta già nei libri
più antichi della Bibbia: nelle Scritture, infatti, ricorrono molte apparizioni di angeli, in visione o in sogno,
ma anche nel corso di episodi storici. Gli angeli sono
presenti lungo tutto l’arco dell’Antico Testamento:
fanno parte dell’esercito di JHWH, definito il Dio degli
eserciti; adorano, glorificano ed esaltano il Creatore,
ma sono preposti anche alla cura degli uomini; portano a Dio le loro preghiere e ne riportano le grazie.
Nell’Antico Testamento Dio istruisce i profeti e rivela
l’avvenire attraverso gli angeli. Il cristianesimo, nato
nell’ambito della cultura e della religione giudaica,
fa proprie tutte le credenze negli angeli: essi costituiscono sempre la corte di Dio e sono presenti nei
momenti principali della vita di Gesù. La loro opera
di mediazione tra Dio e gli uomini continua ad avere
una grande importanza sociale ed individuale: essi,
infatti, sono protettori degli apostoli e della comunità cristiana, hanno cura della salvezza di ogni uomo.
Rispetto alla religione giudaica, però, quella cristiana
è incentrata sulla presenza centrale di Cristo, il vero e
unico mediatore.
www.santuariosanmichele.it
di Immacolata Aulisa*
Messaggero di Dio, protettore di Israele e della Chiesa,
guerriero e capo delle milizie celesti, liturgo, guaritore,
psicagogo e psicopompo sono gli attributi più noti di
san Michele: tale ricchezza di attributi
esprime le tante funzioni dell’angelo al
servizio della Chiesa e la sua forte capacità di interpretare esigenze diverse
della società cristiana. Si può parlare
di un culto “flessibile”’ e di un santo
sempre vicino ai bisogni dell’uomo. Il
culto per l’angelo, entrato nella memoria collettiva dei popoli europei sin
dall’alto medioevo, ha contribuito a
creare una unità culturale e religiosa
tra le popolazioni di matrice germanica e quelle che si sono radicate nel
Mediterraneo bizantino e nell’Occidente latino.
Le tante pagine che mons. Sensi
dedica alla ricostruzione del culto
di san Michele e alla sua diffusione dall’Oriente all’Occidente costituiscono un
osservatorio privilegiato per indagare anche numerosi
aspetti della società medievale: il pellegrinaggio, la devozione popolare, il rapporto tra religione e politica. Il
lettore troverà una lunga storia che va dall’Asia Minore,
dove si colloca la nascita dei primi santuari dedicati a
san Michele e contrassegnati dal carattere taumaturgico dell’Arcangelo, a Costantinopoli, dove si passò da
una semplice devozione, ristretta a particolari aree, a
un vero e proprio culto ufficialmente riconosciuto nel
VI secolo, come testimonia Procopio, il quale tramanda che l’imperatore Giustiniano (527-565) vi fondò un
santuario all’Arcangelo Michele.
vita del santuario
A destra: Mons. Mario Sensi
In basso: La presentazione
del volume nella Sala
Convegni del Santuario
Pagine dense di spunti di riflessione sono dedicate
all’arrivo del culto dall’Oriente sul Gargano e all’approfondimento della leggenda di fondazione. A Mario.
Sensi si deve la felice definizione di “santuari ad instar
Gargani” per indicare il fitto reticolo di santuari sorti ad
imitazione di quello del Gargano, che costituì un vero e
propio modello per molti altri luoghi di culto, non solo
nell’Italia meridionale, ma in tutta l’Europa: si pensi ai
grandi santuari di Mont Saint Michel in Normandia,
della Sacra di San Michele in Val di Susa, pure ai tanti
santuari dislocati tra Umbria e Marche, che l’autore ha
sottoposto ad un’indagine attenta, condotta su documenti letterari e altresì attraverso sopralluoghi mirati
sul campo. É stata così da lui individuata e documentata una singolare catena di santuari “ad instar Gargani”
collegati alla transumanza e al mondo della pastorizia
e di santuari legati all’identità longobarda.
Una sezione rilevante del volume è quella dedicata
ai pellegrinaggi al Gargano, ai tanti segni e alle tante testimonianze lasciate dai devoti sulle pareti del
santuario, così come ai racconti di viaggio composti
da pellegrini che cercavano un luogo nel quale trovare qualcosa che li guarisse e li confortasse nel corpo
e nello spirito. Significativa è la definizione di Sensi:
«pellegrinaggio per la terapia del corpo e dello spirito». L’autore si sofferma a lungo sulle indulgenze che
si potevano ottenere presso il santuario garganico e sui
tanti documenti notarili, che tramandano testamenti
dettati da pellegrini dell’angelo o da testatori che disponevano pellegrinaggi vicari al Gargano.
Una sezione, altrettanto interessante, è dedicata ai santuari micaelici collegati con i primordi del francescanesimo. Sensi ripercorre alcune tappe del cammino di san
Francesco, della vitalità e della spiritualità di un uomo
immerso nel suo tempo, ma che può definirsi anche un
uomo del nostro tempo, un santo molto attuale.
San Francesco d’Assisi, vissuto in una terra dove il culto
per l’Arcangelo, attestato dai secoli più antichi, rimase
assai forte fino al XV secolo, si nutriva di un’intensa
devozione verso san Michele. Il frate abruzzese Tommaso da Celano sottolinea quanto Francesco fosse
convinto di una presenza costante degli angeli come
“custodi” degli uomini e della particolare venerazione
che a suo avviso doveva essere prestata a san Michele,
per il suo ruolo di accompagnatore delle anime dei defunti di fronte a Dio. Le fonti agiografiche più antiche
non menzionano in maniera esplicita un passaggio di
san Francesco dal santuario del Gargano: a parlare di
un suo pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo fu il frate Minore Bartolomeo da Pisa, alla fine del XIV secolo
(Conformità della vita del beato Francesco alla vita del
Signore Gesù).
In definitiva, il volume, che riflette un percorso decennale, offre nuove acquisizioni, ma soprattutto apre
nuove piste di ricerca per studi futuri: si tratta di «una
ricerca che serve a chiarire un fenomeno dello Spirito
che ha contribuito a fare l’Europa».
Pochi giorni dopo aver partecipato alla presentazione
del suo volume presso il nostro santuario (15 maggio
2015), mons. Mario Sensi ci ha lasciato per raggiungere la Casa del Padre. Siamo certi che, dopo una vita di
ricerche dedicate a san Michele, santo del quale, come
egli stesso ha dichiarato, era profondamente “innamorato” come studioso e come guida delle comunità cristiane presso le quali ha svolto il suo ministero,
l’Arcangelo, nella sua funzione di psicopompo, abbia
accompagnato la sua anima alla presenza di Dio.
A noi ha lasciato il suo volume quale dono per conoscere più a fondo la storia del culto micaelico, ma
anche e soprattutto per trasmetterci l’entusiasmo
per san Michele, il nostro protettore, il grande Ministro di Dio. E noi gli siamo profondamente grati. 
*Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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