PROGETTO Il gioco movimento per crescere sani

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PROGETTO Il gioco movimento per crescere sani
DIPARTIMENTO DI SCIENZE PSICOLOGICHE,
PEDAGOGICHE E DELLA FORMAZIONE
IL GIOCO MOVIMENTO PER CRESCERE SANI
Attori del progetto: Università degli Studi di Palermo - Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche
e della Formazione - Corso di studio in Scienze delle Attività Sportive; Assessorato alla Scuola del Comune
di Palermo; Ufficio di Educazione Fisica e Sportiva dell’USR Sicilia.
Introduzione
La scuola dell’infanzia si rivolge a tutti i bambini dai 3 ai 5 anni di età. Essa si pone la finalità di
promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza attraverso la
professionalità di operatori qualificati. La scuola dell’infanzia si presenta come un ambiente protettivo,
capace di accogliere le diversità e di promuovere le potenzialità di tutti i bambini, che fra i tre e i cinque
anni esprimono una grande ricchezza di bisogni ed emozioni, sperimentando nuovi linguaggi, elaborando le
prime ipotesi, le prime domande a se stessi e agli altri.
I bambini prendono coscienza del proprio corpo utilizzandolo fin dalla nascita come strumento di
conoscenza di sé nel mondo. Muoversi è il primo fattore di apprendimento: creare, scoprire, giocare, saltare,
correre a scuola è fonte di benessere psico-fisico. Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne
percepisce il potenziale comunicativo ed espressivo. Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi
posturali e motori, li applica nei giochi individuali e di gruppo. L’età prescolare è un periodo di sviluppo
durante il quale i bambini acquisiscono la maggior parte delle competenze di base e di locomozione (ad
esempio, correre, saltare, galoppare) e di controllo dell’oggetto (ad esempio, lanciare, calciare, prendere,
colpire) (Clark, 1994). I bambini in questa fascia di età sviluppano delle strategie motorie ed imparano a
combinare in sequenza schemi di movimento differenti per raggiungere obiettivi diversi (Piaget, 1963). La
scuola di Piaget pone infatti all’origine dello sviluppo intellettivo quello senso – motorio, che costituisce il
presupposto ed il modello delle successive differenziazioni e sviluppo delle operazioni intellettive. Il
pensiero del bambino prende forza dalle cose che lo circondano, dalla loro esplorazione, manipolazione,
valutazione, riconoscimento, che implica un’adeguata capacità senso-motoria, e quest’ultima si pone sempre
come insieme di atti in cui il controllo dei movimenti, la loro finalizzazione e coordinazione, esprime un atto
intelligente. L’intelligenza formale non è possibile maturarla senza questi presupposti che inevitabilmente
saranno riproposti ogni volta che il pensiero deve materializzarsi nell’azione. L’aspetto psicomotorio,
rappresentativo, del linguaggio e formale del pensiero sono saldamente vincolati tra loro, inseriti
gerarchicamente uno sull’altro.
Osservando i bambini nel corso dei primi anni di vita ci rendiamo conto che gran parte del loro tempo è
occupata da diverse forme di gioco. A casa, a scuola, ai giardini, nei negozi, dovunque si trovino e non
appena è possibile, i bambini giocano sia da soli che tra di loro o con gli adulti: il gioco non è soltanto un
modo per conoscere il mondo ma è anche una forma di comunicazione, di esperienza emotiva, di azione
trasformativa sulla realtà.
Dall’analisi dei rapporti che intercorrono tra gioco e sport emerge che un fondamentale prerequisito
all’educazione sportiva è l’educazione alla dimensione ludico - fantastica. Una persona che non sa giocare,
non sa fare sport, perché non sa porsi in situazioni intermedie tra la finzione e la realtà, non sa riviversi a
livello simbolico.
Riflettendo anche solo per un po’ sulle istituzioni scolastiche viene facilmente alla mente il fatto che
l’educazione alla dimensione ludico - fantastica è del tutto trascurata. Scarsissimo spazio le viene riservato
perché al centro del rapporto insegnamento - apprendimento vengono quasi sempre poste attività volte
direttamente all’adattamento al Reale. E’ per questo che ha scarso peso anche l’attività sportiva.
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L’esperienza acquisita a contatto con i bambini con disabilità inseriti nella scuola ha evidenziato inoltre
come questa carenza (e cioè una scarsa educazione alla dimensione ludico - fantastica - espressiva) sia per
essi particolarmente accentuata. Il bambino con disabilità è troppo spesso considerato solo come un
individuo che deve integrarsi, e non anche una persona che ha bisogno di divertirsi, di godere, di soddisfare
non solo i bisogni di adattamento al Reale, ma anche quelli del proprio Io.
Il gioco motorio inoltre è un mezzo necessario per favorire la formazione e lo sviluppo dei grandi sistemi
fisiologici: è di supporto al processo di crescita e di maturazione dell’individuo prevenendo ogni fenomeno
patologico all’ipocinesi, ed è un indispensabile fattore per ricostituire in positivo quel rapporto oggi
compromesso, tra il bambino ed il proprio corpo, tra bambino e natura. Diversi scienziati hanno dimostrato
la stretta relazione tra l’attività fisica e i livelli di sviluppo psico-motorio infantile (Fisher et al., 2005, Graf
et al., 2004) e come il movimento influisca positivamente sulla salute del bambino (Williams, 2001).
Tuttavia, negli ultimi anni sempre più si osservano fenomeni di riduzione dei livelli di attività fisica ed un
incremento del peso (sovrappeso) nei bambini (Ogden et al, 2006 ).
FINALITÀ E OBIETTIVI DEL PROGETTO
Il presente progetto mira a promuovere l’attività ludico-motoria come elemento fondamentale per il sano
sviluppo psicomotorio del bambino ponendola in posizione di eccellenza nei processi educativi e formativi.
Esso si prefigge l’obiettivo di far acquisire ai bambini capacità, abilità, competenze motorie e stili di vita
attivi a partire dalla Scuola dell’Infanzia mettendo in atto un corretto programma di educazione ludicomotoria nel rispetto della loro età, delle esigenze e delle loro potenzialità. Le abilità motorie del bambino e
l’efficacia dell’intervento formativo saranno monitorate attraverso l’esecuzione di specifici test
standardizzati dalla comunità scientifica ed appropriati alla loro età. Inoltre, visto che le attività si
svolgeranno durante le ore curricolari in affiancamento con gli insegnanti, quest’ultimi potranno beneficiare
dell’intervento formativo-educativo in modo tale da acquisire competenze più specifiche nell’ambito
motorio.
Nello specifico, il seguente progetto intende promuovere nel bambino lo sviluppo di:
• schemi corporei
• schemi motori di base (correre, rotolare, saltare, strisciare, ecc.)
• capacità coordinative
• sicurezza ed autonomia
• socializzazione
• integrazione.
Destinatari del progetto: N. ___ insegnanti, n. ____collaboratori e 80 bambini dai 3 ai 5 anni frequentati le
scuole dell’infanzia di Palermo.
ATTIVITÀ E MODALITÀ DI INTERVENTO
Le attività si svolgeranno per 5 giorni alla settimana dal lunedì al venerdì dalle ore 14:00 alle ore 16:00.
L’inizio del progetto è previsto per il 19 gennaio 2015 e avrà una durata di 18 settimane. I bambini saranno
divisi in gruppi di 8 in base all’età ed al loro livello di abilità motorie.
Il progetto comprende sia lo svolgimento delle attività ludico-motorie che un’analisi scientifica delle abilità
motorie di base dei bambini che saranno valutati all’inizio, in itinere e alla fine delle attività. I dati ottenuti
dal monitoraggio saranno confrontati con un gruppo di bambini che non eseguiranno le attività del progetto
al fine di verificare l’efficacia dell’intervento formativo-educativo. Il test che sarà utilizzato per misurare le
abilità di base dell’area grosso-motoria è il Test of Gross Motor (TGM), progettato proprio per valutare gli
aspetti dinamici delle abilità grosso-motorie e gli schemi di movimento dei bambini di 3-10 anni (Ulrich,
2000). I dati raccolti durante lo svolgimento delle attività ludico-motorie consentiranno di apportare
correzioni e miglioramenti alla programmazione delle attività in modo tale che tutti aspetti delle abilità
psico-motorie del bambino possano essere sviluppati.
Il test sarà eseguito individualmente e misura 12 abilità grosso-motorie nei bambini di età prescolare, scolare
e bambini con ritardo mentale o altre disabilità. Le abilità sono raggruppate in due sub test, ognuno dei quali
valuta un diverso aspetto dello sviluppo grosso-motorio: la locomozione e il controllo degli oggetti.
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Il subtest 1 relativo alla locomozione misura le seguenti sette abilità: corsa, galoppo, saltelli in alto sullo
stesso piede, salto in avanti, salto in lungo da fermo, saltelli in avanti e saltelli laterali. Queste sono le abilità
che muovono il centro di gravità da un punto ad un altro dello spazio.
Il subtest 2 relativo al controllo di oggetti misura altre cinque abilità: colpire la palla con una racchetta da
tennis, far rimbalzare una palla da fermo, prendere con le mani la palla lanciata, calciare la palla correndo e
lanciare la palla con una mano. Queste sono tutte abilità collegate al lanciare ed afferrare gli oggetti, che è
una forma particolarmente evoluta e complessa di controllo degli oggetti.
Il test può essere utile per identificare bambini in ritardo rispetto ai loro coetanei nello sviluppo di abilità
grosso-motorie; per valutare i progressi individuali; come strumento di misura in ricerche sullo sviluppo
grosso-motorio.
Di fondamentale importanza è la modalità con la quale sarà proposta l’attività ludico-motoria, per questo è
essenziale che il bambino la viva come un momento di gioco e non come un’imposizione. E’ stato
dimostrato infatti che in forma ludica e divertente i bambini imparino molto più facilmente, senza perdere al
tempo stesso l’occasione di promuovere esperienze cognitive, sociali, culturali ed affettive.
Così facendo gradualmente il bambino attraverso il gioco e le attività motorie, nell’arco della scuola
dell’infanzia, svilupperà una consapevolezza e padronanza del proprio corpo e delle proprie azioni, tali da
passare da movimenti spontanei fini a se stessi, anche se operativi (che sono caratteristici all’età di 2 e 3
anni), a movimenti organizzati e comandati da regole all’età di 4 e 5 anni.
Aiutare il bambino in questa età ad esprimere le proprie emozioni significherà arricchire la sua personalità e
favorire la consapevolezza e la sicurezza di sé. In ogni attività motoria si metterà in atto l’apprendimento
“senza” insegnamento; all’interno del quale i bambini avranno l’opportunità di mettersi alla prova, imparare
dai propri errori e sperimentare strategie nuove.
Descrizione degli operatori del progetto
Il progetto prevede la partecipazione di un coordinatore delle attività del progetto, due formatori-tutor e 8
esperti di attività ludico-motorie. Il numero degli esperti è stato scelto in modo tale che il rapporto tra
bambini ed esperto sia di 10 a 1.
Prima di iniziare le attività nelle scuole, gli esperti parteciperanno ad alcuni incontri formativi con i loro
formatori-tutor in modo tale che le metodologie di insegnamento e i contenuti delle attività siano uguali in
tutte le scuole dell’infanzia coinvolte nel progetto. Negli incontri saranno trattati i presupposti teorici alla
base del progetto ed illustrati esempi di proposte didattiche con esercitazioni pratiche in palestra. La
formazione degli esperti riguarderà anche l’acquisizione delle conoscenze e delle competenze nello
svolgimento del test per valutare le abilità grosso-motorie.
I tutor-formatori saranno di supporto anche per la preparazione della programmazione didattica
collaborando nella realizzazione di apposite schede in modo tale che l’intervento formativo non sia il
risultato di una improvvisazione ma sia strutturato con specifici obiettivi, metodologie e contenuti. Sarà
obiettivo dei formatori-tutor supervisionare le attività degli esperti al fine di favorire lo sviluppo del progetto
attraverso interventi idonei e mirati.
Per la selezione dei tutor-formatori sarà valutato il loro curriculum vitae.
Gli esperti condurranno le attività ludico-motorie in compartecipazione con gli insegnanti della scuola
dell’infanzia, che avranno l’opportunità di ampliare il loro bagaglio di esperienze nell’ambito delle scienze
motorie.
Saranno selezionati 8 esperti in base ai seguenti requisiti:
•
Conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento
•
Laurea Magistrale Lm-68
•
Laurea Triennale o Diploma Isef
•
a parità di requisiti sarà valutato il voto di Laurea triennale in Scienze Motorie o del Diploma ISEF.
Ogni esperto svolgerà la sua attività ad un gruppo di 8 bambini e dovrà svolgere 10 ore settimanali per 18
settimane (180 ore totali).
Il coordinatore sarà responsabile della valutazione, pianificazione, realizzazione e controllo del progetto. Il
suo obiettivo sarà quello di raggiungere gli obiettivi di progetto, assicurando il rispetto dei costi, dei tempi e
della qualità concordati e soprattutto il raggiungimento della soddisfazione del committente.
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Le sue funzioni saranno quelle di: organizzare le attività di formazione; trasmettere le informazioni sulle
attività in corso all’Ufficio Scuola del Comune di Palermo e agli altri partners; effettuare il controllo sul
regolare adempimento dei compiti assegnati agli operatori del progetto; elaborare i dati raccolti dal test e
realizzare il report.
I formatori-tutor e gli esperti saranno selezionati dal Coordinatore del Corso di Studio in Scienze delle
attività Motorie e Sportive, dal Coordinatore di Educazione Fisica e Sportiva dell’USR Sicilia e dal
coordinatore di progetto.
Prof. Stefano Boca - Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche e della Formazione
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Prof. Antonio Palma - Coordinatore del Corso di Studio in Scienze delle Attività Motorie e Sportive
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Prof. Giovanni Caramazza - Coordinatore di Educazione Fisica e Sport dell’USR Sicilia
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Dott.ssa Marianna Bellafiore - Coordinatrice del progetto
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Dott.ssa Licia Romano – Assessorato Scuola
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BIBLIOGRAFIA
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Fisher A, Reilly JJ, Kelly LA, Montgomery C, Williamson A, Paton JY, et al. Fundamental movement
skills and habitual physical activity in young children. Medicine and Science in Sports and
Exercise. 2005;37:684–688
Graf C, Koch B, Kretschmann-Kandel E, Falkowski G, Christ H, Coburger S, et al. Correlation
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Ogden CL, Carroll MD, Curtin LR, McDowell MA, Tabak CJ, Flegal KM. Prevalence of overweight
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Piaget J. The Origins of Intelligence in Children. Norton; New York: 1963.
Ulrich D. Test of Gross Motor Development, 2nd edition. Examiner’s Manual. PRO-ED; Austin,
Texas: 2000.
Ulrich Dale A. TGMD Test of Gross Motor Development, Casa Editrice: Centro Studi Erickson, Trento,
1992.
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