15-apr-2007 - Umanitaria Padana Onlus

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15-apr-2007 - Umanitaria Padana Onlus
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laPADANIA
Domenica 15 e Lunedì 16 aprile 2007
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LOMBARDIA
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G.N.P. Onlus di Varese e Como
NOSTRO INVIATO
GIULIO FERRARI
LÈK - Un’assistenza sanitaria meno “ospedalocentrica” e vicina alle famiglie,
in un contesto di sussidiarietà efficiente che valorizza il volontariato e
prevede nuove strutture
territoriali pensate ad hoc:
questa la prospettiva più
avveniristica suscitata dal
Piano socio-sanitario regionale, come emerso dal
simposio che si è svolto ieri
mattina nell’aula magna
dell’ospedale Manzoni di
Lecco.
Gli aspetti di maggior
rilievo del documento guida sull’organizzazione del
sistema sanitario lombardo sono stati illustrati da
una qualificata rappresentanza di “addetti ai lavori” intervenuti al convegno organizzato dal gruppo consiliare regionale della Lega Nord: Luciano
Bresciani, assessore regionale alla Sanità, Carlo
Lucchina, direttore generale della Sanità, Walter
Locatelli, direttore generale dell’Asl lecchese, Pietro Caltagirone, direttore
generale dell’azienda
ospedaliera di Lecco.
Significativa anche la
presenza dei politici al tavolo dei relatori: Antonella Faggi, sindaco leghista
di Lecco, i consiglieri regionali del Carroccio Stefano Galli e Giulio De Capitani, il segretario provinciale della Lega Nord
Ennio Fumagalli.
Tra il pubblico, numerosi i sindaci del Lecchese,
i medici e gli esponenti del
volontariato.
Una partecipazione che
rispecchia il legame sottolineato nelle parole di
Bresciani: «Questo documento - ha detto l’assessore regionale - è frutto di
un lavoro corale. La voce
del territorio è stata ascoltata e tradotta in piani attuativi, informati al criterio di centralità del cittadino».
Una strategia sviluppata su due binari: «Il miglioramento dei risultati
acquisiti e - ha proseguito
Luciano Bresciani - l’ampliamento del sistema sanitario: vantiamo il lusso
di aver pareggiato il bilancio e quindi ci sviluppiamo, anche se Roma
vorrebbe abbassare il no-
La Sanità si avvicina
a famiglie e territorio
Le prospettive del Piano socio-sanitario regionale
analizzate in un convegno all’ospedale di Lecco
stro livello per confonderci
nella massa».
Invece la sanità lombarda guarda avanti, per
esempio impegnandosi in
un vasto monitoraggio della cronicità «che sarà la
sfida del futuro». Come in
questo caso, l’attenzione
sarà sempre più rivolta alle necessità (e alle opportunità, basti pensare al
patrimonio del no profit)
che emergono dal territorio, in un contesto di sussidiarietà che, per l’assessore, «è il modello federale
della sanità lombarda».
All’insegna della sussidiarietà si disegna una
struttura territoriale della
sanità come un mosaico
dove l’ospedale costituisce
un semplice tassello per
quanto importante di un
“sistema”, ha spiegato
Bresciani, «che parte dalla
famiglia e comprende gli
studi medici di medicina
generale, gli studi medici
specialistici, i poliambulatori, gli ospedali per le cure, i day hospital, la riabilitazione, l’assistenza
domiciliare, il volontariato
e le comunità». Un meccanismo di affiatate sinergie, eppure anche in questa fitta rete c’è un buco a
cui potrebbe rimediare
l’attuazione del nuovo Piano.
«La falla è sul territorio ha detto il responsabile
della sanità lombarda - occorre portare la medicina,
la diagnostica, al paziente
e non viceversa, occorrono
strutture decentrate che
eroghino il primo e il secondo livello di cure. Un
ruolo che dovrà essere
centrico” presenta anche
vantaggi di bilancio non
trascurabili, visto che, ha
rivelato «in ospedale i nostri pazienti costano 30mila euro pro capite l’anno».
Un recupero di risorse
che offrirebbe nuove opportunità di investimento.
«In sanità - ha infatti sottolineato Carlo Lucchina,
non si risparmia, si razionalizza per i bisogni sa-
L’ASSESSORE BRESCIANI
«Vantiamo il lusso di aver pareggiato
il bilancio e quindi ci sviluppiamo, anche
se Roma vorrebbe abbassare
il nostro livello per confonderci nella massa»
svolto dai Centri di assistenza territoriale: per le
cure di secondo livello potrebbe bastare un infermiere su dieci letti, al primo livello l’assistenza dovrà essere domiciliare: curando a casa i pazienti, i
migliora la qualità della vita. Nel nostro sistema organizzativo alla famiglia
verrà dedicata particolare
attenzione».
Il ridimensionamento di
quello che Bresciani chiama “concetto ospedalo-
nitari in attesa».
E le degenze non sarebbero la sola voce da
riconsiderare: «L’80 per
cento di analisi ed esami
vengono fatti - ha rilevato il
responsabile della Direzione generale della Sanità solo per dire alla gente che
sta bene: non dico che siano proprio inutili, ma la
loro opportunità andrebbe
valutata con più attenzione».
Lo stesso scrupolo che
gli amministratori pubbli-
ci dimostrano nel far tornare i conti. «Il sistema
sanitario lombardo - ha
aggiunto - vale 15,8 miliardi di euro, 30mila miliardi di lire: è il bilancio di
un’intero Stato come l’Olanda. Ebbene, se venite
nel mio ufficio vi dimostro
come sono impiegati sino
all’ultimo centesimo». Cifre che sorprendono solo
chi non considera che, ha
proseguito Lucchina, «la
Lombardia è una nazione
di 9,5 milioni di abitanti,
più popolosa di Austria,
Belgio, Finlandia e altri
Stati europei. La Lombardia è in grado di erogare
prestazioni sanitarie elevate, qui abbiamo il 40 per
cento degli istituti di ricerca di carattere scientifico presenti in Italia, e
istituti capofila nella ricerca con i Paesi occidentali
più avanzati. Questa è la
Lombardia, che ce la fa da
sola e farebbe volentieri a
meno del ticket di Stato>.
Una regione che raggiunge
livelli di eccellenza in campo sanitario, collocando
bene le proprie risorse. «Ho
vissuto in modo leggero le
difficoltà economiche - ha
ricordato Walter Locatelli perché dalla Regione non
La Lega presente per difendere la legge regionale sulla caccia
Brescia, armi sportive in Fiera
LEONARDO PICCINI
BRÈSA - È una delle rassegne
più importanti d’Europa sulle
armi sportive: Exa 2007 ha
aperto i battenti ieri al centro
Fiera di Brescia e sarà visitabile
dal pubblico e dagli appassionati di caccia fino a martedì.
Una rassegna che pesca nella
tradizione delle nostre terre e
che tuttavia non rinuncia a
lanciare novità di spicco come
l’area “d-defence”, dedicata a
tutti gli strumenti e le attrezzature utilizzate dalle forze dell’ordine e dai reparti d’elite sia
italiani che europei, o l’area
“shop”, uno spazio esclusivo
nel quale sarà possibile effettuare acquisti nei giorni di svolgimento della rassegna. A co-
rollario alcune importanti iniziative culturali come la mostra
sulle armature rinascimentali
e quella sulle lame in damasco
e la visita al museo Marzoli in
castello e ai poligoni di tiro.
Chi ama il tiro al piattello
avrà a sua disposizione un poligono di tiro elettronico e sei
linee di tiro con armi a aria o
gas compressi. Attesi anche gli
show dei campioni nei vari
stand: i più bei nomi del mondo
sportivo e venatorio incontrano
pubblico ed espositori.
Una manifestazione duramente contestata dalle sinistre
e che invece trova da sempre
un entusiastico sostegno da
parte della Lega Nord. La Lega
sarà presente con un suo stand
per ricordare che si deve al
nostro movimento l’approvazione della legge regionale sulla
caccia.
Adesso il governo Prodi e il
ministro dell’Ambiente Pecoraio Scanio hanno impugnato
la legge della Regione Lombardia per impedire la caccia in
deroga, una tipica tradizione
venatoria padana. Ancora una
volta il centrosinistra dimostra
la sua natura ideologica impedendo alle nostre terre di
dotarsi di una legge necessaria
per regolamentare e tutelare la
caccia.
La consigliera regionale Monica Rizzi, una delle promotrici della legge sulla caccia, nel
tentativo di contrastare il duro
attacco delle sinistre contro i
cacciatori, ha chiesto al pre-
sidente Formigoni l’immediata istituzione di un Osservatorio Regionale sulle specie
cacciabili, perché non è più
ammissibile che gli appassionati di una tradizione plurisecolare vedano boicottare dal
Governo una legge moderna o
che la loro passione debba dipendere dai placet e dalle bizze
burocratiche dell’Istituto Nazionale sulle Specie Selvatiche,
con sede, vedi il caso, a Bologna.
La Lega, difendendo l’attività
venatoria, intende anche tutelare e valorizzare i nostri artigiani e la qualità di un indotto, quello della fabbricazione delle armi da tiro e sportive,
che tutto il mondo, da sempre,
ci invidia.
ho mai avuto un diniego
su iniziative di rilievo per i
cittadini». Disponibilità
che ha consentito a Pietro
Caltagirone di elencare i
“prossimi traguardi” come
le aspettative nella cura
dei malati acuti con i 4,5
posti letto ogni 1000 abitanti, l’apertura di nuovi
poliambulatori nel Lecchese o l’arrivo di una Tac
pet all’Asl di Lecco. E
smentire le voci messe in
giro ad arte sulla pretesa
chiusura di un piccolo
ospedale: «Nessun ridimensionamento in vista
per il presidio di Bellano,
anzi vi sono prospettive di
ampliamento. Mi spiace
dare una delusione a qualcuno…».
Quella dei tagli alla sanità è una paradossale disinformazione. «I lombardi
tengono i conti a posto e
poi vengono accusati di togliere ai cittadini - ha protestato De Capitani, vice
presidente della commissione regionale Territorio . La nostra è la Regione più
virtuosa nell’amministrazione della Sanità. Per inciso, ogni settimana, il sistema lombardo lascia un
miliardo di euro allo Stato,
100mila miliardi di lire: se
potessimo trattenere sul
territorio una quota meno
scandalosa certo non si
parlerebbe di tickets». «La
Lombardia - gli ha fatto
eco Ennio Fumagalli - produce un quarto del Pil italiano e deve tendere la mano. Per noi che facciamo
quadrare i conti c’è una
pacca sulle spalle, a chi
sperpera e sfora i budget
arrivano i finanziamenti.
Tutto questo è inaccettabile per il popolo lombardo».
Che, oltre a spedire altrove i soldi provvede in
casa propria alle necessità
altrui: «Più del 14 per cento delle prestazioni sanitarie sono erogate a favore
di cittadini extralombardi», ha puntualizzato Stefano Galli. Ingiustizia che
non induce il sindaco di
Lecco a rinunciare alla
prassi dell’amministratore
coscienzioso: «Con questo
Piano sanitario - ha auspicato Antonella Faggi sarà possibile migliorare il
coordinamento sul territorio e dare alle necessità
dei cittadini una risposta
imprenditoriale che sia in
grado di fare sistema».
Fruttuosa collaborazione
con l’Umanitaria Padana
GIULIO VERCELLI
Con ormai regolare consuetudine la Umanitaria
Padana ancora una volta ha completato la raccolta
di un carico umanitario destinato a popolazioni
disastrate da conflitti e sovente anche da persecuzioni etniche.
Il materiale è frutto della instancabile azione di
quella tenace trascinatrice che ha dimostrato essere la dottoressa Sara Fumagalli, tutto viene
ospitato presso la ditta Tipes di Olgiate Molgora
(CO) in attesa della giusta collocazione in un
container.
I materiali sono i più disparati e variano con il
tipo di intervento programmato, ma sempre sono
indispensabili e vitali per il risultato finale, ogni
progetto é mirato alla soluzione di precisi problemi
quindi ogni tipologia di merce ha una sua corretta
destinazione. In tanta metodica programmazione
necessita opportunamente collocare ogni cosa secondo un preciso criterio che ne salvaguardi l’integrità durante tutte
le fasi del trasporto
PRONTO
fino alla destinazione finale. È ormai UN NUOVO CARICO
noto tramite anche
L’ultima spedizione
la Padania l’esito
dell’ultima spedizioè stata nel Darfur,
ne in Darfur, la zona
dove centinaia di la zona del Sudan dove
migliaia di persone
centinaia di migliaia
più che sopravvivere
muoiono un poco aldi persone
la volta.
muoiono di stenti
Sono povere e indifese, fuggite dalla
un poco alla volta
guerra che ha diviso
il Sudan, il nord,
con ricchi giacimenti petroliferi ormai di dominio
cinese, e il sud sfuggito al dominio perché senza
particolari risorse.
I fuggitivi dai massacri si sono invece raggruppati nel territorio chiamato Darfur dove in
assenza di qualsiasi risorsa hanno necessità di
tutto per sopravvivere sia pure al limite dell’impossibile.
In questi giorni la Guardia ancora una volta
partecipa a riordinare e ricomporre nel modo
adeguato il materiale ormai in quantità sufficiente,
poi a stivarlo nel container secondo le istruzioni del
dottor Veglio o della dottoressa Fumagalli.
E’ un compito che volontari dei Gruppi di Varese
e Como come per le volte precedenti svolgono
diligentemente convinti che anche le piccole azioni
diventano essenziali per grandi risultati.
Quando sarà finito il nostro lavoro inizierà l’ennesimo viaggio per dare conforto e speranza a chi
vive nella tragedia più cupa.
Indipendentemente dalla destinazione come
sempre le ultime parti del percorso e la consegna
dei beni saranno effettuate sotto l’occhio vigile di
un angelo del soccorso di nome Sara. Naturalmente essendo anche questo in intervento umanitario esclusivamente padano come per le occasioni precedenti verrà accuratamente ignorato
dagli organi di informazione. Contemporaneamente allo svolgimento della missione i Gruppi G.N.P.
di Varese e Como continueranno i loro abituali
impegni di protezione civile, disponibili quando
sarà a distaccare ancora alcuni componenti per
partecipare ad un progetto che tutti ci onora.