Emma ha 30anni, è una ragazza allegra e positiva, negli anni ha

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Emma ha 30anni, è una ragazza allegra e positiva, negli anni ha
Emma ha 30anni, è una ragazza allegra e positiva, negli anni ha sempre mostrato con fierezza il suo bel
sorriso ed ha affrontato la vita credendo che nulla potesse davvero andare male fino in fondo e che
chiunque prima o poi trova la sua possibilità di riscatto, ma oggi non è così.
Oggi Emma guarda il suo bambino nella culla e lo trova diverso, i suoi occhi hanno una luce diversa.
Se è vero che un bambino è la somma non algebrica del 50% dell’inconscio della mamma e del 50%
dell’inconscio del papà oggi in lui Emma non vede la sua metà.
Leonardo ha 3 mesi, in testa una zazzera castana e sul visino fanno capolino 2 grandi occhi verdi su un
nasino grazioso e minuto. È nella culla e l’aeroplanino sopra di lui si muove al ritmo della Ninna-nanna che
mamma sta cantando mentre lo culla “dormi bambino dormi piccino che la tua mamma è qui vicino” ma la
mamma non è vicina, è lontana anni luce, forse i suoi pensieri hanno seguito la rotta dell’aeroplanino ed è
volata via, lontano. Le sue lacrime cadono sulle manine di Leonardo e poi sul visino, la culla si ferma e la
mamma sparisce, mamma dove sei?
Emma è in bagno, si sciacqua il viso e cerca di lavare via il dolore, non è Leonardo ad essere diverso, è lei che
è cambiata, le sembra di non riuscire più ad amare.
Lei è una scrittrice di libri gialli, nel comodino vi è il primo paragrafo del suo nuovo libro lasciato in sospeso
le cui parole suonano come un triste presagio “Questa è una storia di passioni e tradimenti, di identità
nascoste, maschere e sofferenza, verità ed avidità. Come in teatro: tutto è finto, niente è falso. “
“Tutto è finto, niente è falso”, questa frase risuona nella sua mente come un ritornello che le logora il
cuore, che cos’è vero allora? Quali e quante falsità? Chi diavolo è colui che mi è stato accanto per tutto
questo tempo?
Lui è Dante, ha 35 anni ed un matrimonio finito alle spalle. È alto, castano e ha dei grandi occhi verdi, occhi
espressivi dolci ed amabili. Dante dipinge, ha fatto diverse esposizioni ed ha realizzato illustrazioni per
alcuni libri per bambini e per i romanzi di Emma.
Lui ed Emma si sono conosciuti nel luglio di 8 anni fa sull’isola di Santorini in Grecia:
(il racconto è ora ambientato in Grecia) “Dai Emma corri che ci chiude il noleggio” Emma e Sara si erano
appena laureate, si erano conosciute al test d’ingresso per il corso di laurea in “tutela dei beni culturali”
presso l’università di Trento ed erano diventate subito inseparabili. Per la laurea si erano regalate un mese
di vacanza in Grecia tra mare, sole, visite a musei e monumenti. Quella sera il caldo era davvero
insopportabile nonostante la brezza che si era alzata come ogni sera. Sara, che era la più precisa tra le due,
aveva stilato un programma preciso per tutta la vacanza e quella sera si doveva noleggiare il risciò per
andare a visitare la mostra di “D.Corinzi, pittore emergente ed intrigante” come recitava la locandina.
L’esposizione era in un garage ristrutturato, le pareti ed i pavimenti erano rivestiti di marmo chiaro e
l’ambiente risultava essere davvero elegante. Emma e Sara ne furono subito affascinate ed il fresco del
garage era ciò che desideravano dopo la pedalata frenetica esposte al caldo afoso.
Emma venne subito attratta da un dipinto che occupava un’intera parete e che raffigurava una donna
affacciata ad una finestra e che fuori non vedeva altro che il suo riflesso. Lo sguardo della donna era come
svuotato di senso ma era denso e profondo, pregno di una preoccupazione che muoveva le corde più
profonde dell’animo di Emma. In basso a destra la targhetta col titolo: “Tutto è finto niente è falso” .
“Emma senti che delizia queste tartine”
“Tutto è finto niente è falso” continuava a ripetersi Emma senza sentire l’amica che la richiamava alla
realtà.
“hei, senti che buone queste!”
“come? Ah, niente champagne Sara?”
“Emma la buongustaia!!”
Le due sorridono e si avvicinano al buffet.
Dante è di origini italiane ed ha vissuto in America e per qualche tempo in Turchia, più di tutto del paese dei
suoi genitori ha conosciuto la musica. Sua madre era appassionata di mina ed oggi non poteva mancare lei
di sottofondo…
“Io non ti conosco, io no so chi sei”
Le parole di Mina si confondono nella testa e nel cuore di Dante che ha appena visto Emma accanto al
buffet, in quel momento si sente come in un sogno. Lei è un sogno, un vestitino a fiori beige su sfondo
azzurro, le ginocchia diritte ed abbronzate sono perfette, le spalle inumidite dal sudore sembrano fare da
cornice a quel viso meraviglioso. Dante si avvicinò a quella donna meravigliosa e decise di giocarsi la carta
della canzone italiana che ha sempre avuto tanto successo con le turiste, sussurrandole all’orecchio “io non
ti conosco, io non so chi sei, so che hai cancellato con un gesto i sogni miei”
“Sono nata ieri nei pensieri tuoi, eppure adesso stiamo insieme”
Dante spiazzato dal fatto che Emma sia italiana continua: “ non ti chiedo sai quanto resterai dura un giorno
la mia vita”
Emma lo guardò incantata, chi era quest’uomo meraviglioso che le sussurrava all’orecchio la sua canzone
preferita con un accento così affascinante e particolare?
“Piacere sono Dante Corinzi, la mia esposizione è di vostro gradimento?”
Lei fu subito ammaliata dalla voce suadente e dai modi gentili di quell’uomo.
In quell’istante entrambi sentirono la scintilla, quel brivido che ti percorre ti svuota dentro quando incontri
la tua metà. Qualcuno dice che un occhio attento sa riconoscere la propria anima gemella perché se la
guarda bene, con attenzione, può scorgere un puntino luminoso sulla sua spalla sinistra, ecco loro quella
sera rimasero abbagliati dalla luce!
Dante ed Emma si frequentarono per le due settimane durante le quali lei rimase in Grecia e capirono ben
presto che non avrebbero potuto separarsi. Quell’inverno Dante si trasferì in Italia, nel mentre Emma aveva
trovato lavoro come guida presso un museo ed aveva preso in affitto un piccolo appartamento in collina,
l’ideale per accogliere lei e il suo grande amore.
Due anni dopo Emma lavorava part-time al museo e si dedicava per lo più alla scrittura dei suoi romanzi
mentre Dante era riuscito a far apprezzare la sua arte ed aveva aperto un piccolo atelier tramite il quale
aveva anche ottenuto qualche commissione per realizzare illustrazione per libri dedicati ai bambini. La
convivenza andava a gonfie vele, entrambi erano sereni e realizzati, ad Emma mancava solo di poter vivere
il suo “giorno più bello”, avrebbe tanto desiderato sposarsi ma Dante aveva già un matrimonio alle spalle,
del quale non aveva mai voluto parlare, e non aveva intenzione di rifare lo stesso sbaglio. Il matrimonio gli
faceva paura, temeva che tutto avrebbe potuto andare nuovamente a rotoli e soprattutto non poteva
permettersi di perdere ciò che aveva di più caro al mondo, Emma, la loro serenità ed il loro amore. Il giorno
del loro secondo anniversario le regalò un anello, simbolo del suo amore e del suo impegno che andava al
di la della promessa fatta davanti all’altare. All’interno un incisione, in omaggio al quadro che lei amava di
più e che stava appeso in camera loro “tutto è finto, niente è falso, il mio amore è vero D.”
Il tempo trascorreva sereno, Emma rimase incinta e qualche mese fa diede alla luce il piccolo Leonardo, la
gioia dei genitori è immensa. Una notte qualcuno suonò insistentemente alla porta, Emma si alzò per
andare ad aprire “Polizia, aprite cerchiamo Dante Abbiati” Lei nell’aprire la porta disse loro “No, vi
sbagliate qui on c’è nessun Abbiati, probabilmente vi confondete per via del nome di mio…” Emma venne
bruscamente scansata, i poliziotti catturarono Dante che stava cercando di scappare dal balcone e lo
arrestarono.
Buio, buio in scena e nel cuore di Emma.
“…proseguono le indagini sul conto del pluri-pregiudicato Dante Abbiati, il famoso criminale sul quale
pendono due mandati di catura rispettivamente in America e Turchia è evaso dal carcere di massima
sicurezza di Trento, suoi complici sembrano essere esponenti di spicco della camorra”.
Emma spegne fastidiosamente la televisione, va in bagno si sciacqua il viso e cerca di lavare via il dolore,
non è Leonardo ad essere diverso, è lei che è cambiata e le sembra di non riuscire più ad amare. (siamo
tornati al tempo dell’inizio del racconto).
Sono stati giorni difficili, tutto è cambiato.
Le autorità l’hanno interrogata per ore ed ore credendola complice di Dante, una volta appurata la sua
innocenza il procuratore ha reputato necessario metterla a conoscenza dei fatti e l’ha convocata in
tribunale “Signora, il suo compagno è ricercato da più di dieci anni e su di lui pende un mandato di cattura
internazionale, è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso oltre che di duplice omicidio.
Abbiati è accusato di aver ucciso la moglie e la madre. Gli omicidi risalgono entrambi a dieci anni fa, l’uno in
California e l’altro in Turchia, pese dove viveva la povera madre. Da allora Abbiati è sparito, siamo riusciti a
ritrovarlo solo grazie alla segnalazione di un dipendente dell’ufficio anagrafe che ha riscontrato
un’irregolarità nei documenti del signor Corinzi all’atto di riconoscimento del figlio Leonardo. Controlli
incrociati hanno fatto emergere che i documenti erano di fatto falsi e Dante Corinzi non era altro che
Abbiati”.
Le parole del procuratore le suonano dentro come bombe che continuano ad esplodere dilaniandole
l’anima. Non può accettare che il suo bambino sia per metà frutto dell’inconscio di quel mostro che ha
saputo mentirle con tanta maestria rubandole il cuore, svuotandole l’anima e togliendole qualsiasi speranza
di poter nuovamente credere in qualcuno. In quanto convivente di Dante spetta a lei, questo pomeriggio, di
andare in carcere a ritirare tutti gli effetti personali del mostro. Vorrebbe sbarazzarsi di tutto ma vuole
prima recuperare il ciondolo della donna che aveva regalato a lui per il loro secondo anniversario. Sara si è
offerta di badare a Leonardo così che Emma possa prendersi tutto il tempo necessario per fare questa cosa
che reputa penosa.
Appena uscita dal carcere si reca al parco in riva al lago, soffia un vento leggero e le sembra che possa
spazzarle via di dosso il dolore che le opprime l’anima e le ha rubato la capacità di emozionarsi ed amare,
non riesce nemmeno più ad amare il suo bambino. Emma ha lasciato che le guardie gettassero via tutto ciò
che apparteneva a Dante, ha conservato solo il ciondolo, è riposto nel sacchettino di velluto blu come
quando la donna lo donò a lei.
“Tieni mia piccola Emma, questo fu il pegno d’amore di tuo nonno, da quando indossai questo ciondolo la
mia vita prese a funzionare in maniera divina regalandomi gioia, amore e serenità sempre! Te ne faccio
dono affinché tu possa condividerlo con la persona che davvero ti saprà amare con sincerità, rispetto e
passione.”
“Che destino beffardo nonna” nel sacchettino blu un foglio ripiegato più volte su se stesso, Emma lo apre, è
una lettera di Dante indirizzata a lei…
Ciao Emma amore mio,
ti scrivo consapevole che saranno le ultime parole che potrò dedicarti. Voglio che il mio ultimo regalo sia la
sincerità, per troppo tempo ti ho nascosto il mio passato, non ti meriti la sofferenza che ti provocheranno
tutte le voci sul mio conto.
Quando ero molto piccolo vivevo in Italia con i miei genitori. Quando avevo circa 2 anni mio padre venne
ucciso per aver tradito il clan al quale era affiliato. Mia madre riuscì a salvare le nostre vite giurando fedeltà
alla “famiglia” e regalando loro i nostri destini. Mia madre divenne una delle donne del boss, era bella la
mia mamma, una marea di capelli neri e ricci le coprivano le esili spalle, il suo corpo era minuto ed
armonioso. La mandarono a vivere in Turchia dove lui si recava spesso per curare i suoi affari. Io venni
separato da lei e crebbi in California a casa di un membro del clan e di sua moglie… i genitori di
Antonia,colei che sarebbe diventata mia moglie. Fin da bambini sapevamo che avremmo dovuto sposarci
perché così era deciso, crescemmo assieme come fratelli, l’affetto che ci legava era profondo, radicato ed
autentico ma non era amore. Ci sposammo senza commozione e senza alcuna emozione, non pensavamo
nemmeno di poterci opporre alla volontà dei boss. Il nostro matrimonio durò 3 anni, furono anni sereni a
tranquilli, Antonia era sempre a casa ad aspettarmi insieme stavamo bene, ci divertivamo ed eravamo
sereni, ma non ci amammo mai. Scoprimmo col tempo che atonia non poteva avere figli ed il padre per
questo la fece uccidere da un sicario, una figlia sterile era un’onta troppo grande per la “famiglia” , meglio
morta.
Da subito capii che la colpa sarebbe stata riversata su di me, essendo stata uccisa a casa nostra le mie
impronte erano ovunque, non avevo un alibi e per di più ero “il figlio di nessuno” per loro ero solo un
cagnolino fedele e per questo potevo anche perire. Mi detti alla fuga ed inizia subito a temere per
l’incolumità della mia povera mamma, mi imbarcai per la Turchia ma quando arrivai a casa sua era troppo
tardi, la trovai sdraiata nel suo sangue con la gola tagliata. Accanto a lei un biglietto “nessuno ti crederà
Dante, sei solo un cane, nel mondo tutto è finto e niente è falso, tutto può sembrare il contrario di tutto. Ti
daremo la caccia avrai ragione di temere per chiunque ti starà accanto, non si tradisce la famiglia sei solo il
lurido bastardo figlio di tuo padre e farai la sua stessa fine.”
Da quel giorno cominciò la mia fuga da tutto e da tutti, arrivai in Grecia e riuscii a procurarmi dei documenti
falsi, inizia a dipingere e fu la mia salvezza, il mio primo quadro fu quello del quale tu ti innamorasti, “tutto
è finto niente è falso” e la donna era mia madre. Da quando ti conobbi ebbi paura che qualcuno potesse
riconoscermi e che potesse accanirsi su di te, per questo non ti ho voluta sposare.
Ora so per certo che verranno a prendermi e mi uccideranno, mi faranno evadere pur di poter servire la mia
testa al boss. Mettetevi al sicuro, fatti proteggere e salva il nostro piccolo Leo, siete gli unici amori della mia
vita rimasti in vita e per voi desidero tutto il meglio da ora e per sempre. Ti ho amata di un amore sincero ed
ora quello che mi fa più male non è tanto morire o sopportare le torture che mi infliggeranno, quanto
sapere che non vedrò mai più il tuo splendido sorriso e on potrò abbracciare Leo, guardarvi mentre lo allatti
e commuovermi davanti a voi.
Ti amo, Vi amo.
Addio Dante. “