Il ruolo del Pronto Soccorso nell`integrazione fra Degenza e Pronto
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Il ruolo del Pronto Soccorso nell`integrazione fra Degenza e Pronto
Descrizione Approfondita al Corso : http://www.118er.it/gecav/dettaglio_corsi.asp?id=846 Titolo Metodo Ore Docente Lezione 14.30Caruso Fulvia 16.30 Giorno Visione olistica dell’assistenza. • Presa in carico: o Rischio Lesioni – materasso antidecubito e consulenza esperti degenza o Rischio Cadute o Sensibilizzazione impiego Emocoltura e Urinocoltura Modello Complessità Assistenziale – Intensità di Cura: • Sistemi di misura in particolar modo VIEWS Casi Lezione Casi 16.30Calza Antonella 18.30 14.30Fabbri Riccardo 15.30 Registrazione e trasmissione atti assistenziali Lezione Case Manager e ruolo ricoperto nel percorso UDBDegenza Lezione 15.30Carini Lara Simulazioni 16.30 Impiego Garcia (no sociale): • Consulenza Case Manager per gestione pazienti con Dimissioni Difficili • Ausili temporanei • PDTA Scompenso Rete Territoriale Domiciliare: • Ausili temporanei 15 e 17 aprile Lezione 16.30Carini Lara Simulazioni 17.30 Lezione 17.30Mengoli Antonella Simulazioni 18.30 20 e 28 aprile Approccio Olistico Caruso Fulvia Approccio olistico •Definizione di salute OMS 1948 • "Uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità." Approccio olistico •Chi siamo •Decreto Ministeriale numero 739 del 1994. • profilo professionale dell’infermiere, con una propria autonomia e responsabilità. • Legge numero 42 del 1999 Nascita del Codice Deontologico, conseguente ad abrogazione del Mansionario. • La disciplina infermieristica viene riconosciuta scienza e dotata di un proprio oggetto di studio “ l'uomo “, di un metodo che è un modo di ragionare, di teorie per sviluppare il processo di nursing, di un fine l'erogazione di assistenza infermieristica Cambiamento •Siamo passati dal •TO CURE •Curare risolvere al TO CARE Prendersi cura Approccio olistico •Definizione •L’uomo è un complesso di sistemi dove il ”tutto è più che la somma delle sue parti”, composto da sistemi interni in sinergia tra loro (cognitivi, emozionali, comportamentali) e in continua interazione con l’ambiente esterno strutturato anch’esso in sistemi (famiglia, lavoro…). Qualsiasi cambiamento all’interno di ogni sistema può ripercuotersi sul benessere delle persone. Approccio olistico La salute è perciò un equilibrio dinamico tra corpo, mente, contesto e ambiente Ambiente Dimensione fisiologica Dimensione psicologica Dimensione socio culturale Approccio olistico •Prospettiva olistica •Prendersi cura non solo della malattia ma delle conseguenze che essa può portare nelle tre dimensioni (fisica, psichica, sociale)sul vivere quotidiano e sull'autonomia della persona malata. Approccio olistico •Bisogno •Definito come condizione in cui si esprime mancanza o carenza •che deve essere soddisfatto con azioni di tipo: •Sostitutivo •Compensativo •Educativo o di supporto Approccio olistico •Presa in carico •Momento fondamentale nel processo di cura, corrisponde alla fase in cui si entra in relazione con la persona malata, con il contesto (familiari/caregiver) e l'ambiente in cui vive. •E' articolato in osservazione e relazione consente di definire i bisogni e la formulazione di un piano assistenziale personalizzato e di avviare un ipotesi sulla dimissione e il percorso di continuità delle cure. Approccio olistico •Strumenti •Documentazione assistenziale strumento che conduce nel percorso •Teorica di riferimento •Teorica N. Roper (attività di vita) •dipendenza-autonomia •Modello assitenziale •Modello intensità clinica complessità assistenziale Approccio olistico •Valutazione del rischio in funzione di azioni proattive •Rispetto al rischio di caduta e rischio di sviluppare lesioni da pressione. Approccio olistico •Pratiche basate su conoscenza ed esperienza con la collaborazione di professionisti che hanno sviluppato un expertise specifico, quindi consulenti preziosi. Approccio olistico •Buon lavoro e •Grazie per l'attenzione Modello Complessità Assistenziale – Intensità di Cura Calza Antonella Modelli Assistenziali Sono influenzati: dallo scenario della sanità dalle risposte che l’organizzazione intende dare ai propri utenti dai valori della professione infermieristica (D.M. 794/94) dalle norme nazionali-regionali dal quadro epidemiologico nazionale Modelli Assistenziali L’evolversi del contesto assistenziale di cura rivolto alla persona I processi di miglioramento del livello di assistenza erogata volti a migliorare l’appropriatezza Le aumentate capacità dei professionisti Le esigenze di un corretto impegno delle risorse secondo i principi di efficacia-efficienza Portano A elaborare modelli organizzativi che meglio rispondono alla correlazione tra: CONDIZIONI DI MALATTIA CONGRUENTE RISPOSTA ASSISTENZIALE Modello Assistenziale Cambiamento Da una assistenza standardizzata tutto a tutti A una assistenza personalizzata in rapporto al livello di intensità clinica e complessità assistenziale Cosa significa guardare l’intensità di cure per ogni singolo paziente Rispondere in modo diverso Per tecnologie Per competenza Per quantità e qualità di personale assegnato Gradi di instabilità clinica Complessità assistenziale Autonomia/dipendenza Capacita’ o incapacita’ di comprensione scelta Misura le dimensioni precedentemente indicate (MapR verso Pervinca) Misurare il peso del paziente (VIEWS) Criteri di attribuzione al livello di cura Livelli di gravità o instabilità clinica Associata ad alterazione di determinanti parametri vitali •Gradi di complessità assistenziale •Associata al livello di assessment clinico assistenziale Modello Complessità - Principi Garantire un’assistenza personalizzata continua e centrata sui bisogni degli assistiti Rispondere in modo diversificato per tecnologia, qualità quantità , in base ai diversi gradi di stabilita/instabilità, autonomia dipendenza, capacita/incapacità di comprensione e scelta Modello Complessità - Principi Misura le dimensioni sopra indicate al fine di: Allocarlo in un setting idoneo, aggregato ad altri pazienti in base ai bisogni clinicoassistenziali Appropriatezza organizzativa-gestionale e pertinenza professionale Garantire la distribuzione delle risorse correlata alla domanda assistenziale Modello Complessità - Principi Migliorare la flessibilità e coerenza nella gestione del posto letto Migliorare la coerenza tra setting assistenziale necessario e setting assistenziale offerto Garantire una continuità ospedale-territorio attraverso il processo della dimissione Modello Complessità - Strumenti Valutazione del paziente attraverso strumenti condivisi Utilizzo e gestione di una documentazione assistenziale appropriata Modello Complessità - Strumenti Scheda di accoglienza Utilizzo di una Documentazione Assistenziale quella in uso fa riferimento alla Teorica della Roper: Essa prende in considerazione la sfera dei bisogni del paziente: (alimentazione, mobilizzazione, eliminazione, ritmo sonno/veglia, respirazione, igiene e abbigliamento, comunicazione) Modello Complessità – Pianificazione assistenziale Attraverso la valutazione dei singoli bisogni si attribuisce un punteggio che va da 0 a 4 . Solo i punteggi da 0 a 3 vengono contemplati (1 dipendente 4 indipendente ) Essi indicano che vi è un bisogno che verrà monitorizzato, valutato e mantenuto documentato Modello Complessità – Pianificazione assistenziale La pianificazione assistenziale passa attraverso un processo decisionale Sempre attraverso un processo decisionale si effettuata le attribuzioni al personale di supporto (foglio delle attribuzione) L’infermiere ha la Responsabilità della supervisone delle attribuzioni, la valutazione degli obiettivi raggiunti e di eventuali modifiche Modello Complessità – Pianificazione assistenziale Responsabilità dell’infermiere è: Definire l’avanzamento del percorso assistenziale Valutare risultati attesi Individuare ulteriori interventi assistenziali Definire un percorso di dimissione Modello Complessità – Pianificazione assistenziale Responsabilità decisionale Responsabilità valutativa Responsabilità educativa Responsabilità comunicativa relazionale Responsabilità documentale Responsabilità nella supervisione del personale di supporto Criteri di attribuzione al livello di cura specifico La risposta a tali diversità deve essere graduata per intensità di cura in “setting assistenziali” omogenei Il principio ispiratore dell’organizzazione della degenza diventa quindi la similarità dei bisogni e dell’intensità di cure richieste, piuttosto che la contiguità tra patologie afferenti ad una disciplina Criteri di attribuzione al livello di cura specifico Tale modello risponde pertanto ad una logica di CONGRUENZA VERTICALE dove il livello di cura e assistenza è appropriata al bisogno, e ad una INTEGRAZIONE ORIZZONTALE nel momento in cui gli specialisti intervengono sui pazienti “ovunque esse siano”, favorendo la collaborazione multidisciplinare e lo sviluppo dei percorsi Classificazione dei pazienti con i codici colore ROSSI pazienti ad elevata intensità clinica e/o assitenziale BLU pazienti a media/bassa intensità clinica e/o assistenziale Strumenti di Valutazione MAPr pervinca OGGI UTILIZZIAMO Scheda di accoglienza VIEWS/scheda infermieristica Processo di accoglienza LA SCHEDA DI ACCOGLIENZA è un documento in grado di definire, in base ad un punteggio attribuito a diversi item l’area di allocazione del paziente. Tale strumento, rapido, obiettivo e riproducibile, consente di “pesare” la complessità clinico-assistenziale e quindi di attribuire al paziente l’area di pertinenza già all’ingresso. Scheda di accoglienza La scheda si compone di due parti, una dedicata all’intensità assistenziale, la cui responsabilità della corretta compilazione è dell’infermiere, con attribuzione di relativo punteggio. VIEWS VITALPAC EARLY WARNIGN SCORE Un’altra parte, scheda VIEWS la cui responsabilità della corretta compilazione è del medico/infermiere, che prevede la valutazione dei parametri vitali come indice dell’instabilità clinica con attribuzione di relativo punteggio (quindi si otterranno 2 punteggi distinti). Portale Web Portale fmp Parola chiave: “Presa in carico” La buona accoglienza rientra nella buona pratica assistenziale, in quanto il paziente viene triagiato, ammesso, trasferito/ricoverato, accettato, ricevuto, ma spesso non accolto Occorre una vera presa in carico del degente e del suo caregiver Altri strumenti Briefing E’ la fase in cui i professionisti, agendo per il proprio ambito di competenza, decidono in integrazione l’inserimento di singoli interventi clinico-assistenziali all’interno del processo assistenziale globale Condivisione quotidiana del processo assistenziale medico - referente di area infermiera diurnista ROP o Case manager Debriefing Costituisce la condivisione di quanto eseguito dal medico e dall’infermiere nella fase di intervento, attraverso la verifica dei risultati ottenuti e l’analisi eventuale degli scostamenti da quanto pianificato nel briefing. Racchiude inoltre la fase della successiva pianificazione, i cui interventi vengono attuati nel corso della giornata e i cui esiti saranno analizzati in fasi successive. Il risultato è un’attività clinico - assistenziale che si realizza attraverso processi ad alta integrazione multidisciplinare, riorganizzata secondo differenti responsabilità cliniche ed infermieristiche. Riflessioni Come la vedete l’utilizzo di questi strumenti anche in PS/UBD? RIFLESSIONE LA DISCUSSIONE A DOPO Processo della Dimissione LA DIMISSIONE E’ UN PROCESSO E NON UN EVENTO ISOLATO LA SUA PIANIFICAZIONE DEVE ESSERE PRECOCE AL FINE DI CREARE LE CONDIZIONI IDEALI AFFINCHE’ SIA OPERATORI CHE PAZIENTI E CARE GIVER SIANO IN GRADO DI PRENDERE LE DECISIONI MIGLIORI Processo della Dimissione La dimissione del paziente fragile deve avvenire in modo protetto cosicché all’assistito vengano fornite le prestazioni ed i servizi sanitari, sociosanitari e sociali integrati necessari, appropriati ed erogabili a livello territoriale. La dimissione protetta del paziente fragile, presuppone una continuità assistenziale e richiede che la dimissione sia L’intero processo prevede pertanto vari protagonisti con funzioni, competenze ed attività proprie “PROTETTO” significa Individuare i bisogni nei pazienti fragili Attivare una collaborazione tempestiva tra: Ospedale Territorio Casa della Salute Attraverso l’attivazione dei: PCAP MMG Servizi sociali CRA Temporanee Hospice LE FASI DELLA DIMISSIONE FASE 1 FASE 2 SEGNALAZIONE Obiettivi: Individuare sin dall’ingresso I pazienti “ fragili” che possono necessitare di un percorso di dimissione protetta Attivare precocemente la raccolta di informazioni a carattere clinico Assistenziale-sociale Avviare una tempestiva collaborazione( entroi primi 3 gg) tra le strutture e le risorse presenti sul territorio FASE 3 INQUADRAMENTO PROBLEMATICHE Obiettivi: Assicurare momenti di Scambio tra Operatori per inquadrare meglio le Problematiche e le possibili Opzioni Focalizzare le specifiche necessi tà individuando se si tratta di Caso semplice o complesso per migliorare e accelerare Le risposte Aggiornare le informazioni in relazione alla Evoluzione delle condizioni Cliniche. Predisporre un piano assistenziale Attivare la VMD FASE 4 PROGRAMMAZIONE DIMISSIONI Obiettivi: DIMISSIONE e PRESA IN CARICO TERRITORIALE Obiettivi: Realizzare una organizzazione Appropriata e tempestiva dei servizi necessari alla dimissione Trasferire tutte le informazioni Necessarie alla presa in carico della persona Assicurare l’ approvvigionamento Di ausili e presidi necessari Garantire la continuità e la sicurezza Clinico-assistenziale nel passaggio dall’ospedale al domicilio Verificare le condizioni cliniche Del Paziente in modo da stababilire la necessità di modifiche del programma di dimissione PUNTI DI FORZA del modello per complessita’ Migliore garanzia di posti letto - riequilibrio dell’offerta Migliore coerenza tra setting assistenziale necessario e setting assistenziale offerto Gestione più flessibile e razionale dei posti letto Professionalizzazione del personale Miglioramento della pertinenza professionale ( revisione delle attività da visita medica a tutti a briefing e defriefing, aumento del tempo-lavoro dedicato a pianificazione assistenziale – pianificazione della dimissione) PUNTI DI FORZA del modello per complessita’ Migliore distribuzione dei carichi di lavoro Risk Management efficace da reattivo a proattivo Definizione dei sistemi di valutazione – misura dei pazienti (scheda d’accoglienza) Definizione della documentazione assistenziale Pianificazione della dimissione protetta PUNTI DI DEBOLEZZA Necessario adattamento dei professionisti a un modello di competenze , visione per obiettivi piuttosto che visione per compiti . Cultura dei clinici: superamento del principio di territorialità; superamento della cultura medicocentrica identificazione dell’equipe con riconoscimento degli ambiti autonomia/responsabilità delle specifiche professioni. Punti di debolezza la Resistenza dei professionisti L’infermiere che lavora per compiti… L’infermiere che rimane un esecutore…. L’infermiere che attribuisce la responsabilità ad altri ….. Non potrà far altro che CAMBIARE poiché Punti di debolezza la Resistenza dei professionisti Le leggi ce lo dispongono Il codice ce lo fornisce come imperativo Ce lo richiede la società, ovvero il cittadino….. Il cittadino malato, la sua famiglia e/o suoi care giver L’ESPERIENZA DEL MODELLO Il modello applicato ci ha permesso di ridistribuire le funzioni tra i vari professionisti e di riappropriarci dei nostri specifici professionali; Ha rimesso al centro dei nostri atti il malato e la sua famiglia; Ha reso evidente le competenze professionali degli Infermieri Grazie per l’attenzione I cambiamenti devono essere visti come una opportunita’….. Piano Attività UDB Fabbri Riccardo Inizio Attività Allestimento/Controllo carrello e postazione pz (spazio degenza) Controllo attrezzature, Presidi, Elettromedicali Consegne Collega: Turno Notte, Triagista Turno Mattina, UDB Notte ECG Prelievi da inviare entro le 7,30 Presa in Carico Pazienti Accoglienza del paziente e dei care-giver: Collocazione Illustrazione UO e Organizzazione. Consegne infermieristiche e presa visione documentazione assistenziale: Scheda Infermieristica UDB Areas - Diario Infermieristico Anamnesi infermieristica Briefing con medico per presa in carico pz Valutazione condizioni generali Colloquio informativo con i familiari Identificazione dei Problemi e dei Bisogni Assistenziali Identificazione dei bisogni primari/problemi assistenziali del malato legati alla singola patologia Verifica dello stato di autonomia-dipendenza del paziente Gestione della terapia giornaliera da domicilio (cronica) Pianificazione del progetto assistenziale «Misurazione» Paziente attraverso Scale: Conley (Areas) Braden (Cartacea) VIEWS – Scheda Accoglienza PS Portale web Portale fmp Elaborazione obiettivi a breve termine, condivisione all’interno dell’equipe Valutazione della necessità di Contenzione Braden - MAD Da associare completa e firmata alla richiesta di Materasso Antidecubito (MAD) Conley - Contenzione Da associare completa e firmata in caso di Paziente a Rischio Caduta Contenzione Attuazione degli interventi personalizzati Realizzazione di interventi professionali specifici (assistenziali, educativi, tecnici) in collaborazione con personale di supporto: Controllo Parametri Vitali Esecuzione prelievi Esecuzione ECG Somministrazione terapia Attività infermieristiche per diagnostica (gestione interfacce) Cure igieniche Medicazioni Mobilizzazione Alimentazione Controllo Parametri Vitali Da inserire su Areas ECG da eseguire a tutti i Pazienti UDB al momento acceso Somministrazione Terapia Prescrive Somminis tra Verifica raggiungimento obiettivi assistenziali Monitoraggio/Rivalutazione paziente Assistenza al bisogno Attuazione Piano Terapeutico Assistenziale Eventuale consulenza con Case Manager Degenza Diario Infermieristico Tenere traccia su Areas di ciò che viene fatto al paziente Gestione Sistema Informativo Sistema Consegne Compilare Consegna Giornaliera Documentazione sanitaria UDB Compilare Scheda Consegna UDB Scheda Accoglienza PS: Compilare scheda in qualsiasi contesto: Dimissione/Trasferimento/Ricovero Areas Compilare Diario Infermieristico Valutazioni PV Terapia Somministrata ….. Galileo Garsia per Dimissioni Protette Accoglienza Cartella Infermieristica Degenza Schema TIME per medicazione Valutazione dei casi clinici da ricoverare Programmazione dell'orario di trasferimento in accordo con l'UO che accetta il paziente Informazione agli infermieri riceventi Chiusura cartella integrata, dimissione infermieristica Informazione al malato e ai parenti sulle motivazioni della dimissione e/o ricovero Valutazione dei casi clinici da ricoverare Raccolta della documentazione clinica ed infermieristica ed invio al reparto accettante con documentazione di Reparto: scheda Accoglienza scale di Braden/Conley/TRST preparazione FUT scheda TIME in caso di Lesioni e Medicazioni in atto Scheda accoglienza che identifica Area Ricovero (Rossa o Blu) Diario Infermieristico Scheda Accoglienza Reparto Scheda Accoglienza Reparto Scheda Accoglienza PS Diario Infermieristico Diario Infermier istico Valutazione dei casi clinici da dimettere/trasferire Informazione al paziente e ai parenti sulle motivazioni della dimissione e/o trasferimento. Chiusura cartella integrata, dimissione infermieristica In caso di Dimissione Protetta compilare Garsia Ev consulenza Case Manager Degenza/PCAP Per cittadini di Medicina-Imola contattare servizio domiciliare Rimozione di eventuale accesso venoso (da valutare se utile per assistenza domiciliare Consegna della dimissione e informazioni correlate Attivazione ed esecuzione trasporto per trasferimento Garsia Garsia – Dimissione Protetta In caso di Exitus Constatazione Tanatogramma Ricomposizione della salma Sostegno psicologico ai parenti Chiusura Attività Consegne Collega Triagista (turno mattina) in caso di pazienti ancora in gestione UDB UDB Mattina (turni notte) Predisporre Lavoro per Turno Notturno/Mattina Ripristino carrello-postazione paziente (spazio degenza) Segnalare mancanze per consentire il loro ordine Progetto UDB Case Manager Carini Lara Modello Intensità di Cura e Complessità Assistenziale Adottato nella RER e da ottobre 2013 applicato nell’ospedale di Budrio. Prevede impiego nell’area acuti (alta e media intensità) del Case Manager. Prevede «pesatura» paziente già in Pronto Soccorso Case Management Organizzazione dei servizi sanitari basato sulla Centralità del Paziente Integrazione e coordinamento tra enti erogatori e professionisti a garanzia di: Efficacia ed efficienza prestazioni clinico e socioassistenziali Case Management Garantisce assistenza appropriata in termini di: Prestazioni Risorse necessarie Percorsi Riduce frammentazione delle cure Case Manager - Definizione Case Manager = Gestione del Caso E’ l’infermiere che si occupa di uno o più casi con un percorso pre-definito in un contesto spazio-temporale definito (P. Chiari 2011) Il Case Manager Coordina e Traghetta gli scenari assistenziali applicando il concetto del Prendersi Cura Case Manager - Ruolo Responsabile del caso e ha come obiettivo: Pianificazione di interventi Assistenziali complessi che vanno dalla Presa in Carico del paziente e della famiglia alla Dimissione, mantenendo la continuità assistenziale in ogni fase del percorso, identificando il setting adeguato nella dimissione Nello specifico: valuta la situazione della persona da cui nasce il bisogno assicura la razionalità del processo presidiando i problemi dall’ingresso e semplificando le procedure migliora l’adesione al progetto di cura attraverso l’educazione sanitaria assistendo da vicino le persone Case Manager - Compiti Stabilire con l’utente e il team interdisciplinare gli obiettivi del trattamento e la durata della degenza Individuare il piano di dimissione già al momento della presa in carico Attivare le risorse disponibili nel territorio il più precocemente possibile Prendere contatti con le strutture necessarie a garantire la continuità assistenziale nell’ottica della dimissione protetta Valutare continuamente la qualità dell’assistenza fornita e le conseguenze dei trattamenti. Case Manager - Fasi Segue le fasi del Processo di Assistenza: Accertamento per presa in Carico Globale, utilizzando scale di valutazione, interazione con infermiere, paziente, famiglia e strutture sociosanitarie Identificazione dei Bisogni assistenziali, tramite «Ragno» Elaborazione degli obiettivi ed intervento con scheda PAP Controllo e Valutazione obiettivi raggiunti Case Manager - Strumenti Scheda Progetto Assistenziale Personalizzato – PAP (Case Manager) Case Manager - Strumenti Scheda Accoglienza – Cartella Infermieristica Degenza T R S T Case Manager - Strumenti TRST Case Manager - Strumenti Scala Braden Integrale Case Manager - Strumenti Scala Conley UDB nel Modello per Complessità Assistenziale UDB contenuta nella maggior parte dei PS Spoke, svolge la funzione di collegamento fra Degenza e Territorio, consente: Adeguata «pesatura» paziente Presa in Carico Anticipata Visione prospettica in termini: Assistenziali Dimissione Protetta Ecc… UDB - Esperienza di Budrio Presa in Carico • Valutazione del Caso; • Erogazione Prestazione Medica ed Infermieristica CURA • Predisposizione Ricovero in Reparto • Dimissioni con Invio a Domicilio Dimissione Piano Clinico Assistenziale • Accoglienza Pazienti • Analisi Bisogni Assistenziali UDB – Esperienza di Budrio Da ottobre 2013, presa in carico anticipata del paziente in UDB: Case Manager e Medico di Reparto, inquadrano il paziente ancora prima del ricovero in Degenza UDB – Esperienza di Budrio Coinvolgimento Infermiere UDB alla gestione e presa in carico del paziente in UDB principalmente nella fase dell’accertamento che prevede la: compilazione dei dati anagrafici, scale di valutazione con particolare attenzione alla Braden per la corretta indicazione all’utilizzo dei presidi antidecubito capacità di recuperare informazioni riguardanti il paziente e chi l’accompagna compilazione VIEWS dopo misurazione dei parametri vitali per la corretta allocazione del paziente in Degenza UDB – Esperienza di Budrio Coinvolgimento Infermiere UDB nella gestione delle Dimissioni a Domicilio con necessità di attivazione servizi sanitari e/o sociali: Impiego Garsia UDB – Esperienza di Budrio Critica in questa esperienza è stata l’inadeguata condivisione di intenti con i colleghi ora in PS che provenivano dalle degenze Probabile che il loro coinvolgimento potesse facilitare a “contaminare” i colleghi dell’emergenza che hanno un approccio al paziente logicamente così diverso dal nostro UDB – Esperienza di Budrio - Positivi Aumento Sensibilità dei colleghi del PS nella valutazione del pz: Materassi e Posture Informazioni per destinare il paziente in degenza (prevalentemente in UDB) Informazioni per elaborare piano assistenziale (prevalentemente in UDB) UDB – Esperienza di Budrio - Negativi Scarso Utilizzo Garsia Scarso Impiego esami Colturali Scarsa tracciabilità della somministrazione della terapia, in particolar modo terapia cronica da domicilio Dimissione Protetta PCAP Mengoli Antonella Dimissione Protetta Processo di passaggio organizzato da un ambiente di cura ad un altro Si concorda con assistito-familiari-MMGServizi Territoriali Garantisce Continuità Clinica Assistenziale Dimissione Protetta Modalità di Attivazione (P114AUSLBO): Definito percorso Clinico-Assistenziale Case Manager o Diurnista: 1. Contatta PCAP di pertinenza 2. Comunica con Garsia Dimissione Protetta con almeno 3 gg di anticipo 3. Riferisce data Presunta Dimissione 4. Eventuali problematiche Interventi da Predisporre 5. Eventuale materiale occorrente (nutrizione parenterale, enterale, terapie, compresse) Dimissione Protetta Garsia – Dimissione Protette Nella scheda Garsia l’operatore di reparto deve segnalare tutto quello che è importante trasmettere a operatore SID di zona per una completa presa in carico, es: Lesioni Catetere Vescicale Terapie Esami da Controllare Ausili Problematiche sociali Fragilità (Oncologica, Diabete, Scompenso, BPCO) Rete Cure Palliative Utente Deambulante e/o Non deambulante Dimissione Protetta Garsia – Dimissione Protette Compilazione Garsia in tutte le sue parti, individuando la tipologia: Sanitaria PCAP (problemi percorso sanitario) Sociale SST (problemi sociali) Mista PCAP SST PCAP Punto Coordinamento Assistenza Primaria Snodo organizzativo, punto di raccolta e di analisi delle necessità della persona Facilitatore dei percorsi Composta da : Operatore Infermieristico Medico Assistente Sociale Fisioterapista PCAP - Infermiere Operatore Infermieristico: 1. Predispone una prima organizzazione degli interventi – smista al SID di competenza e Casa Salute 2. Lavora nella logistica della presa in carico 3. Verifica intero percorso 4. Contatta – Comunica via mail con MMG di riferimento 5. Promuove – Attiva il percorso e la modalità idonea di presa in carico da parte dei Servizi Socio-Sanitari PCAP - Infermiere Segnalazione di un Caso PCAP (Presa in Carico) e gestione pz verso: Strutture Residenziali Assistenza Domiciliare Ambulatorio Casa Salure PCAP – Fisioterapista PVF Punto Valutazione Fisioterapica Qualora emerga necessità ausili o continuità riabilitativa domiciliare, viene interpellato (telefono o mail), seguendo procedura aziendale della continuità assistenziale Ospedale Territorio PCAP Controlla trasferimenti Post Acuzie (superamento fase acuta, necessario trasferimento per ulteriore periodo di degenza per bisogni socio-sanitari) su apposita scheda Garsia/Cempa Mantiene i contatti con le strutture accreditate e aziendali Autorizza eventuali richieste di proroga in preparazione della Dimissione Protetta PCAP Funzioni Trasporto seguendo normativa novembre 2013 AMF (trasfusioni, albumine, terapie) secondo contratto aziendale Visite Specialistiche Domiciliari Rete Cure Palliative ADI-ANT secondo contratto aziendale Ossigeno PCAP Si rapporta con collega Assistente Sociale Territoriale Savena-Idice (via mail o telefono): 1. Casi segnalati complessi 2. Problemi Sociali Prioritari Una volta visionati invia Assistente Sociale di zona per la Presa in Carico Garsia - Sociale Situazioni i cui si abbia bisogno di: Pasti a domicilio Assistenza di base per Cure Igieniche Servizi a pagamento, dove occorre che pz o familiare sia informato e previo Contratto Scritto con Assistente Sociale Pratica con tempi lunghi per coinvolgimento assistenti sociali, valutazioni socioeconomiche del paziente clinicamente stabile Garsia - Sociale Attenzione a segnalare uno stato generico di fragilità (anziano che vive solo, ecc…) senza richieste concrete di intervento Le situazioni di difficoltà (solitudine, indigenza, ecc…) spesso sono Emergenze Sociali per le quali i servizi sociali hanno percorsi dedicati