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...DI LUCE PROPRIA
di Alessandro Trabucco
arsprima prosegue il proprio sostegno a favore della divulgazione e
conoscenza della video arte ospitando in Nur gallery una rassegna a cura di
Alessandro Trabucco con 13 video dedicati alla luce di 13 artisti del panorama
contemporaneo, per un totale di circa 73’30” di visione.
arsprima continues its publicity and awareness-raising of video art by projecting
a collection of films in the Nur gallery curated by Alessandro Trabucco. With 13
videos by 13 artists on the contemporary scene dedicated to light, for a total
of 73’30’’ of projection.
Una volta, quand’era bambino, essendo venuta a mancare la luce, sua madre aveva trovato
e acceso un’ultima candela e c’era stata una breve ora di riscoperta, un’ora di tale interiore
illuminazione, che lo spazio perdeva le sue vaste dimensioni per farsi confortevolmente loro
intorno, soltanto intorno a loro, madre e figlio, che, trasformati, s’erano messi a sperare che la
luce elettrica tardasse un bel po’ a tornare...
Ray Bradbury, Fahrenheit 451
La luce, come Soggetto artistico, come pura espressione creativa, non
è certamente una scoperta del XX secolo, piuttosto, in quei decenni di
straordinarie e rivoluzionarie invenzioni, si è compiuta la consapevole presa di
coscienza del fenomeno visivo legato
alla luce, non più percepita come
“supporto” descrittivo del mondo
esterno quanto come causa stessa
della visione, elemento verificabile
scientificamente.
Isobel Blank _Under a different light (birth of a concept)
Nella sua dettagliatissima analisi sulla
luce, al momento di affrontare il rapporto tra essa e l’estetica, Guglielmo
Mariani (in riferimento al suo “comportamento” nelle cattedrali gotiche) scrive
che “...la luce non è solamente un accidente, ma in un certo senso la sostanza
stessa dell’opera d’arte. La luce dunque come sostanza dell’opera d’arte, come
apertura al suo carattere evidente”. (La luce, Gangemi Editore, pag. 227).
Oltre che nell’architettura, anche nella pratica pittorica “tradizionale” la luce
ha avuto sempre un ruolo di primissimo piano, periodicamente artisti di tutte
...OF ITS OWN LIGHT
di Alessandro Trabucco
One time, as a child, in a power failure, his mother had found and lit a last candle and there had been a brief hour of rediscovery, of such illumination that space lost its vast dimensions and drew comfortably
around them, and they, mother and son, alone, transformed, hoping that the power might not come on again too soon...
Ray Bradbury, Fahrenheit 451
C.so Italia, 9 - Milano
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Light, as an artistic subject, as pure creative expression, is certainly not a discovery of the twentieth century, rather, in those decades of extraordinary and revolutionary invention, conscious awareness of the
visual phenomena came to light, no longer perceived as a descriptive ‘support’ of the outside world but the very cause of vision, a scientificably verifiable element.
In his detailed analysis on light, when addressing its relationship with aesthetics, Guglielmo Mariani (referring to its ‘behaviour’ in Gothic cathedrals) writes that ‘..light is not just an accident, but a sense of the
very substance of the work of art. Light is then essentially a work of art, an opening to its apparent character’. (La luce, Gangemi Editore, pg. 227).
Elisabetta Di Sopra _ Light Water
Umberto Corni _ Manifaktura
le epoche e culture hanno reso omaggio a questa manifestazione energetica:
a livello “mistico/simbolico”, dai fondi oro delle icone bizantine (prime forme
d’astrazione pura in senso metafisico e trascendente) sino ai classici pittori
che sovvengono alla mente, come Caravaggio e Rembrandt (ma siamo già
nel 1600); a livello fisico, con la rappresentazione realistica di fonti luminose
artificiali arcaiche, come il fuoco della candela dipinto da Georges de La
Tour o le ambientazioni in laboratori scientifici di Joseph Wright of Derby;
Jessica Iapino _ IN GREED WE TRUST
Leonardo Genovese _ Platonica
a livello “atmosferico”, rappresentato dai paesaggisti romantici inglesi Turner
e Constable, dai realisti francesi della scuola di Barbizon, sino ai “pittori della
luce” per antonomasia, gli impressionisti, con tutte le conseguenze innescate
dal loro rinnovato approccio alla realtà; tutti grandi maestri che hanno utilizzato
il pigmento come medium luminoso sfruttandone al meglio le peculiarità di
assorbire e riflettere la luce. Soprattutto l’atteggiamento empirico proprio
dei post-impressionisti alla fine del XIX Secolo (Seurat, Signac e, in Italia, i
In addition to architecture, light has also played a major role in ‘traditional’ painting. Artists of all periods and cultures pay homage to this energetic manifestation: at a ‘mystical/symbolic’ level, from the gold
leaf of the Byzantine icons (the first forms of pure abstraction metaphysically and transcendentally) to the classical painters, like Caravaggio and Rembrandt (in the 1600s); at a physical level, with the realistic
depiction of archaic artificial light sources, such as Georges de La Tour’s candle-flame or the scientific laboratory environments of Joseph Wright of Derby; at an ‘atmospheric’ level, represented by the English
romantic landscape painters Turner and Constable, from the French realists of the Barbizon school, to the ‘light painters’ by definition, the Impressionists, with all the consequences triggered by their fresh
approach to reality - all the great masters who used pigment as a medium of light, using its ability to absorb and reflect light. The emperical attitude of the post-Impressionists at the end of the nineteenth
century, especially, (Seurat, Signac and, in Italy, the divisionists) led to an almost scientific study of light. And so, with the twentieth century, starting from the historical avantguarde (Futurist painting is a direct
consequence of the divisionism of Previati and Segantini) light as an optical and electromagnetic phenomenon became the subject of extensive study for the creation of artistic works, not forgetting, however,
that even with the advent of photography, some decades before, light became seen as a the revealer of reality, capturing, through mechanical and chemical devices, its physical essence.
First with film and then with video-art, the right balance between medium and representation was achieved, light is the main technical characteristic and a necessary means to, unlike photography, move into
the environment of moving images.
This collection of videos on the theme of light is therefore a sort of tautological reflection on the perfect combination of matter and subject, supplemented by narrative elements that enhance the power of expression.
divisionisti) ha portato ad uno studio quasi scientifico della luce. Quindi, col
XX secolo, già a partire dalle avanguardie storiche (il futurismo pittorico è una
diretta conseguenza del divisionismo di Previati e Segantini) la luce come
fenomeno ottico ed elettromagnetico diventa oggetto di studio approfondito
per la creazione di opere artistiche, non dimenticando comunque che già
con l’avvento della fotografia, qualche decennio prima, si aveva avuto modo
di pensare la luce come rivelatrice della realtà, catturandone, attraverso
apparecchiature meccaniche e col supporto della chimica, la sua essenza
fisica.
Prima con il cinema e poi con la videoarte si è raggiunto il giusto equilibrio tra
medium e rappresentazione, la luce è la loro caratteristica tecnica principale
e necessaria per mezzo della quale, a differenza della fotografia, si diffondono
nell’ambiente le immagini in movimento.
Una rassegna video sul tema della luce è quindi una sorta di riflessione
Silvia Camporesi _ A’ perte de vue
Irina Gabiani _ Blind life
tautologica su una perfetta combinazione tra materia e soggetto, integrata da
elementi narrativi che ne amplificano le potenzialità espressive.
Il Sole è l’unico vero referente, il concetto di “luce propria” deriva infatti da
questa fonte di energia primordiale ed indispensabile per l’esistenza dell’uomo
e del mondo, ma tale concetto, inteso simbolicamente, può anche essere
riferito ad altri aspetti della vita, con rimandi metaforici a situazioni o eventi che
possono essere ridefiniti, o reinterpretati, seguendo questa idea di emanazione
energetica luminosa, identificandolo in una forza interiore o in un oggetto,
in un’altra persona o in una passione, in un desiderio o in un’ambizione. La
“luce” è il significato stesso della vita, della Creazione, dell’inizio di tutto, in
opposizione al buio, all’assenza, alla cecità, alla morte, alla fine di tutto.
Questo progetto intende quindi riflettere sul concetto di luce da svariati punti
di vista, così come l’arte contemporanea la sta sviscerando per mezzo della
ricerca di artisti sensibili all’argomento. Essi presentano quindi la loro luce
Silvio Giordano _ Stadiodrome
Alessia De Montis _ Ritorno in un istante
Silvia Serenari _ Anima Urbis Iter Perfectionis
Andrej Mussa _ Sacralità quotidiana
creativa, come luce “interiore”, intima consapevolezza della propria essenza
e della propria tensione emotiva; come luce naturale, emanazione energetica
pura, vitale, arcaica, primordiale; come luce elettrica, simbolo della vita
contemporanea, frenetica, mutevole, tecnologica.
La location scelta per questa rassegna video porta come nome Nur, “luce” in
lingua araba, quindi il posto più adatto per la presentazione di questi lavori,
anche per la sua caratteristica fondamentale di luogo di sperimentazione,
JOYKIX_ Fotosintesi elettrificata
Francesca Arri _ Gli inseparabili
proposta e condivisione dell’arte contemporanea.
Il percorso visivo prevede una scelta di lavori che mostrano sensazioni
diversificate ed approcci differenti suggeriti dalla specifica poetica dell’artista, a
volte più incline all’introspezione, altre più distaccata ed oggettiva.
The Sun is the only true reference point, the concept of “its own light” comes from this font of primordial energy, indispensable for the existence of man and the world. Symbolically speaking, such a concept
may also refer to other aspects of life, with metaphorical references to situations or events which may be redefined, or reinterpreted, following this idea of luminous energetic emanation, identifying it in interior
strength or in an object, in another person or in a passion, in a desire or an ambition. “Light” has its own meaning of life, of Creation, of the beginning of everything, in opposition to darkness, absence,
blindness, death, the end of everything.
This project intends to reflect upon the concept of life from different points of view, just like contemporary art is eviscerating through the search of artists sensitive to the subject matter. The participating artists
therefore present their own creative light: “interior” light as an intimate awareness of our own essence and emotional nature; natural light as a pure, vital, archaic, primordial energetic emanation; electric light
as a symbol of contemporary light, frenetic, changeable, technological.
The chosen location for this video collection bears the name Nur, ‘light’ in Arabic, the most suitable place to present these works, also because of its fundamental characteristic as a place of experimentation,
creating and sharing contemporary art.
The visual path thus sees a body of work which displays diverse sensations and different approaches suggested by the specific poetry of the artist, at times leaning more towards introspection, at others more
removed and objective.
Isobel Blank è regista ed attrice dei propri video, artista performer raffinatissima
ed elegante, nei suoi lavori mette il proprio corpo al centro della ripresa,
protagonista assoluto nell’accadimento degli eventi. Le sue movenze, vicine
alla leggiadria della danza classica, riproducono pensieri, emozioni, pure
sensazioni che si materializzano con immagini delicate e poetiche. Il bianco
è il colore predominante, dona all’ambiente un’atmosfera onirica e fiabesca,
conciliando una visione raccolta e silenziosa, in completa sintonia empatica
con le immagini in movimento che l’artista crea e che ci appaiono in tutta la
loro armoniosa bellezza. La luce diviene fonte e causa della creazione di un
nuovo punto di vista sulle cose, metafora di un cambiamento dello sguardo e
della percezione del mondo esterno, ricreando nuovi concetti e nuove forme.
L’acqua e la luce sono i protagonisti del video presentato da Elisabetta Di
Sopra, l’elemento liquido è germinale, l’elemento energetico è vitale. Un corpo
femminile si muove dolcemente, la luce diventa rivelatrice delle sue forme in
un gioco suadente che prelude ad una piena consapevolezza di sé. Emergendo
dall’oscurità, così come il corpo dall’acqua, la luce si pone come punto
mobile di connessione tra questi due elementi fisici creando una suggestiva
immersione in questa sostanza luminescente che diventa luogo di scoperta
della propria fisicità e della propria energia vitale. Il rumore dell’acqua, generato
dai leggeri movimenti del corpo e l’ambiente buio, illuminato da un solo punto
di luce blu, creano una magica sensazione di pace, di pieno benessere e
completa armonia.
Umberto Corni realizza video in bianco e nero la cui caratteristica principale
sono i contrasti accentuati. I suoi lavori propongono un’estetica che riporta alla
memoria il cinema espressionista tedesco degli anni ‘20/’30, l’avanguardia
russa e anche i film noir degli anni ’50, con neri profondissimi e bianchi
Isobel Blank is the director and actor in her own videos. A refined and elegant performance artist, she places her own body in the centre of her work, absolute protagonist in the unfolding of events. Her
movements, close to the grace of ballet, reproduce thoughts, emotions, pure sensations that materialise with delicate and poetic imagery. White is the predominant colour, giving a dreamlike, fairytale
atmosphere, combining a silent vision, in complete empathic harmony with the movements created by the artist in all their beauty. Light becomes a source and cause of the creation of a new way of seeing
things, a metaphor for a change of vision and perception of the outside world, creating new concepts and new forms.
Water and light are the leads of the video by Elisabetta Di Sopra, the fluid element is the germ, the energetic element is life-giving. A female form moves slowly, light reveals its form in a persuasive game
which preludes full self-awareness. Emerging from the darkness, like a body of water, the light acts as a connection between these two physical elements creating a suggestive immersion in this glowing
substance becoming a site of discovery of physicality and life energy. The sound of water, created by the light movements of the body and the dark atmosphere, lit only by a single blue light, create a magical
sense of peace, wellbeing and complete harmony.
Umberto Corni creates black and white videos characterised by accentuated contrasts. His works contain an aesthetic that calls up the memory of German expressionist cinema of the twenties and thirties,
accecanti che evidenziano in maniera netta le forme. Siano volti umani in
primissimo piano, viste di paesaggi urbani o riprese prospettiche di strutture
architettoniche, ogni video coglie l’essenza della realtà astraendone gli aspetti
primari e riportando l’attenzione dello sguardo sugli equilibri di luci ed ombre,
in assenza assoluta dei toni intermedi di grigio. Il video presentato si apre con
un’inquadratura degna di Fritz Lang e procede con una lenta esplorazione di un
vecchio edificio industriale dismesso, finendo nel ritorno ad un’oscurità totale.
Jessica Iapino è regista e filmaker raffinata e penetrante, particolarmente
attenta e sensibile alle problematiche riguardanti la fede religiosa e la ricerca
di una propria “luce interiore”.
I suoi film sono caratterizzati da riprese fisse e dai minimi spostamenti della
camera, privilegiando l’utilizzo dello zoom per ampliare o ridurre le profondità
di campo. Il dialogo e l’azione sono pressoché assenti, sostituiti da brevi
monologhi e dai movimenti rallentati dei protagonisti, creando un atmosfera di
meditazione e metafisica sospensione. Nelle riprese, eseguite spesso in luoghi
abbandonati simili alle celle dei conventi, in interni catacombali, ma anche in
esterni, la luce naturale assume il proprio ruolo fondamentale di presenza fisica
ed al contempo emanazione mistica, intensificandone l’aspetto contemplativo.
Leonardo Genovese gira con una cinepresa 35mm creando cortometraggi
carichi di significati simbolici, di rituali arcaici, dalle atmosfere eteree e
sospese. Nel video presentato in rassegna Genovese percorre i luoghi della sua
terra natìa alla ricerca di quegli elementi, materiali, esistenziali, temporali, che
compongono questa sorta di trilogia dell’essenza, di ricerca di una ritrovata e
completa staticità spazio-temporale: il fuoco, simbolo primordiale, la caverna,
riferimento diretto al mito platonico, il bosco, elemento naturale nel quale
l’uomo ritrova la propria purezza godendo di una dimensione più intima e
Russian avantguard and even the film noir of the fifties, with deep black and accented white which sharpen the images. Whether human faces in close-up, views of urban landscapes or shots of architectural
perspectives, every video captures the essence of reality, bringing forth the main aspects and highlighting the balance between light and shadow, in the absolute absence of grey midtones. The video opens
with a shot worthy of Fritz Lang and continues with a slow exploration of an old condemned industrial building, ending in the return to complete darkness.
Jessica Iapino is a refined and penetrating director and filmmaker, particularly sensitive to the problems of religious faith and the search for an individual ‘inner light’. Her films are characterised by fixed shots
from a barely moving camera, exploiting the zoom to enlarge or reduce the depth of the field. Dialogue and action are practically absent, substituted by short monologues and the slow movements of the
characters, creating a meditative atmosphere and metaphysical suspension. The shots, often taken in abandoned spaces similar to the cells of a convent, from the inside like catacombs, also from the outside,
natural light taking on its fundamental role of physical presence but also mystic emanation, intensifying the contemplative mood.
Leonardo Genovese uses a 35mm camera creating shorts full of symbolic meaning, archaic rituals, ethereal and suspended atmospheres. Genovese’s video travels through his places of birth in search of those
things, material, existential, temporal, which belong to this sort of trilogy of being, the search for a static space-time: fire, a primordial symbol, the cave, a direct reference to the Platonic myth, the wood, natural
raccolta. Ricerca dai riferimenti colti, l’artista la definisce “antiantropologica”,
proveniente da tradizioni non documentate storicamente ma tramandate
oralmente, racconti ancestrali “avvolti nelle oscurità del tempo e rischiarati
da luci primigenie”.
I fuochi artificiali sono forse tra gli eventi luminosi creati dall’uomo i più vicini
all’idea di luce propria, bagliori di un istante che imitano le stelle del cielo e
lo illuminano con la loro energia spettacolare ed effimera. Il video presentato
da Silvia Camporesi è una vera e propria celebrazione della forza della luce, in
due suggestive cornici (notturna e diurna) che ne celebrano potenza e purezza.
Diviso in due parti, nella prima singoli punti luminosi compaiono nel buio
totale del cielo e, come un battito cardiaco, si ritraggono per dissolversi nel
nulla, un’inversione temporale di grande suggestione visiva. Nella seconda parte
la ripresa di una luminosa cascata riporta ad una dimensione più “terrena”,
predisponendo alla contemplazione e alla riflessione sull’infinito e sulla bellezza
sostanziale della natura.
L’ombra è il soggetto del breve e delicatissimo video dell’artista georgiana
Irina Gabiani, è la testimonianza di una presenza fisica, di un volume nello
spazio, invisibile ma presente. L’ombra di un corpo umano, la sua proiezione
bidimensionale su di una parete, braccia che si allungano in uno slancio,
un’elevazione verso un obiettivo preciso, con le mani che si deformano e
perdono la loro connotazione reale diventando pura astrazione, immaginazione,
visione mentale e cieca. Un gesto semplice, naturale, il timido tentativo di
afferrare il ramo di un albero, riuscendoci non senza fatica, toccandolo per
poi ritrarsi e scomparire nel nulla. In un tempo molto breve l’artista concentra
una tensione visiva ed emotiva in grado di trattenere lo sguardo e il respiro
dell’osservatore, attento a cogliere e a seguire ogni minimo movimento.
element where man rediscovers his own purity. A search for collected references, the artist defines it as ‘antianthropology’, coming from historically unrecorded traditions but passed down orally, ancestral
stories ‘wrapped up in the darkness of time and rediscovered by primigenial lights.
Fireworks are perhaps one of the light events created by man closest to the idea of one’s own light, flashes in an instant, imitating the stars in the sky and lighting up with their spectacular, ephemeral energy.
Silvia Camporesi’s video is a true celebration of the power of light, in two frames (night and day) which celebrates its power and purity. Divided into two parts, in the first single points of light appear in the total
darkness of the sky and, like a heartbeat, they retreat to dissolve into nothing, a visual time-inversion. In the second part the shot is of a waterfall of light brought to a more ‘earthly’ dimension, to contemplation
and reflection on infinity and the substantial beauty of nature.
Shadow is the subject of the brief and delicate video of the Georgian artist Irina Gabiani, it is the proof of a physical presence, of mass in space, invisible but present. The shadow of a human body, its twodimensional projection on a wall, arms that elongate in a movement, an elevation towards a precise object, hands that become deformed and lose their real connotations becoming pure abstraction, imagination,
mental and blind vision. A simple natural gensture, the shy attempt to grab the branch of a tree, managing to with quite a bit of effort, touching it only to withdraw and disappear into nothing. In a short space
Silvio Giordano è un acuto osservatore della realtà contemporanea, la sua
ricerca si compone di fotografie e video, mezzi attraverso i quali registra,
in modo attento, lucido, mai retorico, situazioni delicate, sia da un punto di
vista strettamente politico, sia sociale. Il video presenta, senza mai toccare
l’irriverenza e la sterile provocazione, la fusione delle due fedi probabilmente
più diffuse in Italia, quella religiosa e quella calcistica. Una domenica italiana
suddivisa esattamente in due, la mattina a messa, il pomeriggio allo stadio.
Una gigantesca scultura a forma di croce e composta da tanti palloni da calcio
è ripresa frontalmente, dietro di essa, su un fondo buio, fumogeni illuminano
l’ambiente circostante invadendolo con intense cromie. Ad aumentare la
tensione emotiva, ritmati cori da stadio che intonano alcuni passi della messa
canonica.
Alessia De Montis porta avanti da diverso tempo una ricerca che potremmo
definire antropologica, con riferimenti all’uomo, alla storia, alla mitologia, alla
quotidianità. La sua attenzione è rivolta agli aspetti introspettivi dell’essere
umano, che riportano alla luce pensieri e comportamenti, azioni e riflessioni.
Attraverso la realizzazione di opere installative l’artista mette in atto delle
vere e proprie scenografie multimediali con video, fotografie ed oggetti
a creare ambienti nei quali lo spettatore vi si trova avvolto in una sorta di
compartecipazione all’evento. Nel video presentato in questa rassegna, la luce
diventa metafora e rappresentazione del trascorrere accelerato del tempo, di
una lunga attesa scandita e compressa in pochissimi secondi, che determinano
un passaggio rapido tra due differenti stati esistenziali.
Il lavoro di Silvia Serenari è composto da video e immagini fotografiche
elaborate in digitale e riportate su ceramica. L’idea che sta alla base del
video presentato in rassegna è costituita da una riflessione sui rapporti tra
of time the artist concentrates a visual and emotional tension, holding the gaze and breath of the observe, careful to capture and follow every single minimal movement.
Silvio Giordano is a sharp observer of modern reality, his work consists of photography and video, where he carefully and lucidly (never rhetorically) directs delicate situations, whether from a political or social
perspective. The video, without ever touching irreverence or provocation, presents the fusion of two of probably the most widespread faiths in Italy, religion and football. An Italian Sunday divided into two, the
morning at mass, the afternoon at the stadium. A gigantic sculpture is in the shape of a cross is shot from the front, it is completely made out of footballs. In the dark background, light smoke invades the
surrounding environment with intense colours. Rhythmic stadium chants increase the emotional tension, intoning passages from a canonical mass.
Alessia De Montis has for some time been pursuing what could be called anthropological research, with reference to man, history, mythology, daily life. Her attention is focused on the introspective aspects
of the human being, bringing to light thoughts and behaviours, actions and reflections. Through the creation of this installation art the artist puts into place real multimedia scenes with video, photography
and objects to create environments in which the viewer is enveloped in a kind of shared event. In her video, light becomes a metaphor and representation of the acceleration of time, a long wait scanned and
compressed into a few seconds, resulting in a rapid switching between two different existential states.
il mondo spirituale e quello materiale, tra l’intangibile ed il visibile. Attraverso
la manipolazione digitale di immagini, che rappresentano celebri cupole della
cristianità, l’artista realizza un video al limite dell’astrazione geometrica, dagli
effetti visivi simili a certa arte cinetica e optical, nel quale la luce gioca un ruolo
determinante nella resa finale. Movimenti circolari, sovrapposizioni, dissolvenze
incrociate, non permettono che si distolga lo sguardo dalla successione delle
immagini sullo schermo, catturandolo e trascinandolo in una sorta di circolo
continuo, coinvolgente e ipnotico.
Andrej Mussa riflette sul concetto di fede e di sacralità, vissute nell’intimo di una
quotidianità fatta di piccoli gesti simbolici, compiuti meccanicamente, reiterati
passivamente, come generati da una prassi abitudinaria e ormai consumata
dalla routine di giorni tutti uguali e trascorsi alimentando questa flebile luce
interiore. Nel video presentato la luce è quindi metafora di un’analisi, il più
delle volte sofferta e carica di dubbi e interrogativi, rivolta al proprio personale
rapporto con la religiosità, attraverso la lettura e la ricerca dei simboli e dei
significati più profondi dell’esistenza terrena. L’ambiente domestico è il luogo
privilegiato da Mussa, ne riprende le stanze, gli ambienti più intimi, quelli che
racchiudono i segreti e le paure più nascoste, alla ricerca di eventi e situazioni,
che vedono spesso come inconsapevole protagonista la madre.
con la propria videocamera quasi come a cercare di svelarne il mistero che
le avvolge, e riflettendo sul bisogno continuo di luce da parte dell’uomo,
sconfiggendo, attraverso di essa, le paure più ataviche, i timori più reconditi.
Con l’arrivo del crepuscolo e la scomparsa del Sole all’orizzonte, la luce elettrica
ne diventa il surrogato, sostituendone, con la sua flebile intensità, la funzione
di portatrice di energia e di vita.
JOYKIX riflette sull’utilizzo della luce artificiale nell’ambiente urbano e sulle
effettive conseguenze che può comportare un’illuminazione ininterrotta sugli
alberi di un parco cittadino. Per questioni di sicurezza, per scoraggiare il
crimine e la violenza, alcuni luoghi rimangono illuminati a giorno anche durante
le ore notturne, mettendo in atto una sorta di “fotosintesi elettrificata” senza
tregua e che non permette alle piante di compiere il loro naturale ciclo luce/
buio. L’artista si aggira tra queste creature immobili e maestose, le riprende
Nella sua “Storia straordinaria di Peter Schlemihl”, Adelbert von Chamisso
spiega come il protagonista del suo racconto, pubblicato nel 1814, arrivi
al punto di vendere al diavolo la propria ombra in cambio di un’immensa
ed inesauribile ricchezza, scambio che si rivelerà in seguito, ovviamente,
un tragico errore. La mancanza dell’ombra creerà al povero Schlemihl una
serie di sventure, l’isolamento e la condanna da parte della società. Francesca
Arri propone un video realizzato con la tecnica dello stop motion (sequenza
The work of Silvia Serenari consists of video and photographic images digitally processed and put onto ceramic. The idea behind the video in the exhibition is a reflection on the relationship between the spiritual
and material, between the intangible and visible. Through digital manipulation of images, representing famous domes of Christianity, the artist creates a video to the limits of geometric abstraction, the visual
effects similar to some kinetic and optical art, where light plays a crucial role in the final result. Circular motions, overlapping, crossfading, never allow the eye to veer away from the succession of images on
the screen, capturing and dragging it in a sort of continuous circle, compelling and hypnotic.
Andrej Mussa reflects on the concept of faith and holiness, in the intimacy of daily life made up of small symbolic gestures, done mechanically, repeated passively, as generated by a routine practice consumed by
the routine of identical days spent feeding this weak inner light. In the video light is a metaphor of an analysis, most often painful and full of doubts and questions, addressed to one’s own personal relationship
with religion, through reading and research of symbols and the deeper meaning of earthly existence. The home environment is Mussa’s privileged place, filming all the rooms, the most intimate places, thost
that contain secrets and hidden fears, looking for events anad situations that are often seen as the unwitting protagonist.
JOYKIX reflects on the use of artificial light in the urban environment and the actual consequences that can result in the continuous lighting on the trees of a city park. For security, to deter crime and
continua di fotogrammi) proprio sul tema dell’ombra, della sottrazione,
dell’assenza di luce, del suo “rapporto stretto”, inscindibile, tra corpo e sua
proiezione in negativo, impossibile da separare. Il paradosso raccontato da
von Chamisso diventa una realtà su cui l’artista, indirettamente, ci fa riflettere,
puntando l’attenzione ad una presenza data per scontata e dell’importanza della
quale non ci si cura mai.
violence, some places are even floodlit at night, creating a sort of relentless ‘electrified photosynthesis’ which does not allow the plants ot complete their natural light/dark cycle. The artists acts between these
immobile and majestic creatures, shooting with his own camera almost as if trying to unravel the mystery that surrounds him, and reflecting on man’s continuous need for light, defeating, innermost atavistic
fears. With the arrival of dusk and the disappearance of the sun over the horizon, electric light becomes the surrogate, substituting it, with its weak intensity, replacing the role of carrier of life and energy.
In his ‘Extraordinary Story of Peter Schlemihl’, Adelbert von Chamisso explains how the main character of his story, published in 1814, arrives at the point of selling his own shadow to the devil in exchange for
immense and infinite wealth, a trade which would then reveal, obviously, a tragic error. The lack of shadow would create a series of misfortunes, isolation and social condemnation for poor Schlemihl. Francesca
Arri presents a video created with stop motion technique (a continuous sequence of frames) on the theme of shadow, subtraction, absence of light, of the inseperable ‘close relationship’ between the body and
its negative projection, impossible to separate. The paradox told by von Chamisso becomes a reality which the artist makes us reflect, indirecty, drawing the attention to a presence usually taken for granted
and the importance of something no-one takes care of.