fondatore di RADIO DB prima radio libera a Giussago
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fondatore di RADIO DB prima radio libera a Giussago
Come mi sia venuto in mente di creare una radio proprio non lo so, ricordo che da piccolo detestavo ascoltare musica, quando mia madre metteva un 45 giri nel mangiadischi, andavo a toglierlo sdegnato; erano gli anni dei Giganti e di Wilma Goich. Tuttavia, come per miracolo, c’è stato un avvicinamento alla musica ai tempi del liceo; mi era venuta la mania di registrare le canzoni dai programmi radiofonici , generalmente di sera non guardavo la televisione, ma ascoltavo la gloriosa Supersonic, una trasmissione radiofonica della Rai che i patiti dei programmi TV serali, non hanno mai conosciuto . Era una specie di estratto di tutto ciò che avrebbero fatto le radio private qualche anno dopo; musica mixata, disc jockey che parlavano a raffica, e l’immancabile spazio per le dediche e gli anniversari, naturalmente il tutto condotto con grande professionalità. Questo mio hobby mi portò anche ad apprezzare l’ascolto dei programmi radiofonici in genere, la radio di stato, prima della riforma era decisamente molto musicale e di facile ascolto, cavalli di battaglia come la divertentissima ‘Alto gradimento’o la fantastica Hit Parade di Lelio Luttazzi erano programmi seguitissimi. Quando nel 1974 mi regalarono un apparecchio radiofonico stereo, munito di una qualità sonora eccellente cominciai anche a smanettare la manopola della modulazione di frequenza, finchè nel 1975 ricevetti per caso Radio Milano International, una delle prime emittenti private d’Italia, stava per cominciare una nuova era; la preistoria delle radio libere, un periodo magico che coinvolgerà buona parte delle mia generazione, me compreso. Convinto di avere tra le mani un apparecchio radio superpotente, decisi di istallare un’antenna FM sul tetto e cominciai a scoprire nuove emittenti, ore e ore per riuscire ad identificare nuove stazioni radio, allora l’FM non era affollato come ai giorni nostri, e soprattutto le potenze in antenna erano molto più limitate, era quindi possibile ascoltare radio che trasmettevano anche da molto lontano, senza che i grandi network di oggi interferissero; capitava di ascoltare radio di piccoli paesi, di comunità montane, di parrocchie, e più si sentivano con fruscio e più interessanti erano per me.Bisognava essere dotati di una gran pazienza per aspettare che queste si qualificassero e dicessero il loro nome e da dove trasmettevano. Oltre all’ascolto delle radio, ero anche attirato dai componenti elettronici, in quel periodo andavano fortissimo i kit in scatola di montaggio per realizzare le cose più strane; sirene, scacciazanzare elettronici, ecc.. Fu proprio durante una visita ad un magazzino di componenti elettronici di Pavia , che fui incuriosito da un trasmettitore FM dalle dimensioni di un pacchetto di sigarette, con potenza ridottissima che poteva servire al massimo come radiomicrofono; il funzionamento era un po’ come il microfono senza fili che usano adesso i presentatori ed i cantanti. Dal momento che fortunatamente veniva venduto già montato, dopo averci pensato per due o tre giorni, l’acquistai per la modica somma di 13000 lire. Osservando il funzionamento di quel congegno, mi venne in mente di collegarlo all’antenna FM che avevo sul tetto. Con grande stupore mi resi conto che la potenza del trasmettitore era ben al di sopra di quella dichiarata, era in grado di coprire quasi un chilometro sella frequenza di 104,500 mhz; un vero miracolo. Collegai un riproduttore di musicassette al trasmettitore, la musica che l’apparecchio riproduceva veniva trasmessa sull’Fm, l’antenna direttiva era orientata verso il centro del paese ed il segnale copriva praticamente tutto centro abitato. Un vero trionfo! L’idea di realizzare una radio non arrivò immediatamente, la preparazione agli esami di maturità mi ostacolava parecchio, finalmente finiti questi , era anche maturata l’idea di iniziare le trasmissioni. Le esperienze di ascolto dei programmi Rai e delle prime radio libere mi servirono a non lasciare niente al caso, sapevo cosa volesse dire un programma professionale come quelli ascoltati in Rai ed ero anche in grado di riconoscere il dilettantismo che si incontrava spesso nei programmi delle prime radio private, le quali, pur con tanti sforzi, avevano ben poco da insegnare. In pratica avevo le idee chiare su come si potesse fare una radio ben organizzata. Collocai dei manifestini scritti a mano sulle vetrine dei negozi, i quali avvisavano che alle ore 20 del 31 ottobre 1977 sarebbero iniziate le trasmissioni di Radio Giussago. E così fu, alle ore 20 del 31 ottobre 1977 , iniziarono le trasmissioni complete di sigle e di stacchetti musicali, stilate da una programmazione ben precisa. Per mia comodità, in un primo momento i programmi venivano quasi sempre preparati al pomeriggio e registrati per la sera, con questo sistema ogni cosa partiva al momento giusto senza creare ‘’buchi’’e interruzioni. Il palinsesto era così strutturato: dalle 20 alle 20,30 musica no stop, dalle 20,30 alle 20,45 revival, dalle 20,45 alle 21 ballo liscio, dalle 21 alle 22 dediche e richieste, il tutto si chiudeva con il no stop music della notte finchè durava la cassetta di turno. Seppure con gli ultimi colpi di coda, eravamo ancora negli anni 70; molto di moda erano le radio politicamente impegnate che a quei tempi nascevano come i funghi, tuttavia, pur avendo una certa simpatia per quel tipo di programmazione, la mia radio si schierava fra le emittenti musicali a carattere commerciale, e per questo non persi tempo ad offrire spazi per la pubblicità. I negozi del paese accolsero l’iniziativa con entusiasmo, quasi tutti aderirono ; il macellaio, il ferramenta , il bar, il dancing, il distributore di benzina, non si era abituati a sentire il nome della propria attività in una radio, seppur piccola. Le trasmissioni erano esclusivamente serali, gli studi erano nella mia stanza da letto ed il banco di regia era la mia scrivania/libreria. La parte tecnica era così strutturata: Un giradischi Lesa degli anni 60, con una puntina che assomigliava ad un chiodo, un registratore a cassetta Grundig, un secondo registratore Philips, un mixer a tre canali autocostruito e naturalmente un microfono. A parte i vecchi dischi che toglievo sdegnato dal mangiadischi quando avevo 6 anni, possedevo esclusivamente cassette, quasi tutte registrate dalle altre radio, un metodo molto più semplice dell’attuale Mp3. Tuttavia senza nemmeno cercarli, i dischi arrivarono un po’ da tutte le parti, vecchi brani che i bar toglievano dai juke box oppure regalati o prestati da amici o dagli ascoltatori stessi. La mancanza del telefono dava l’occasione agli ascoltatori di raggiungere direttamente la sede della radio per depositare il bigliettino con la dedica o la richiesta musicale, che in certi casi veniva addirittura fatta direttamente al microfono dagli stessi ascoltatori. Non passava serata che negli studi della radio ci fossero ‘’ospiti’’ . Solitamente quando si progetta di realizzare un’emittente radiofonica, l’idea arriva da un gruppo di persone, nel mio caso, come già detto, non è andata così, la radio l’ho realizzata da solo e soltanto in un secondo tempo sono arrivate offerte di collaborazione. La più preziosa fu quella di Paolo, ragazzo intellettuale con la passione del jazz. Naturalmente, dopo un breve provino, esordì con un programma di jazz e mi aiutò nella realizzazione di altre rubriche di intrattenimento, grazie a lui si poterono fare trasmissioni più animate e più ricercate, il disco con la semplice dedica o con il semplice annuncio non faceva parte della ns programmazione. Non si voleva dare quell’impronta standard della brutta copia di radio americanizzata, caratteristica di una buona percentuale delle stazioni FM commerciali di quell’epoca. La creazione di personaggi ci divertiva molto, considerando che non esisteva nessun copione da rispettare. Altra preziosa collaborazione fu quella di Angelo, presenza indispensabile soprattutto per la parte musicale. Io non seguivo più molto le novità discografiche come quando ascoltavo Supersonic, la necessità di essere sempre aggiornati era sacrosanta, e lui mi dava questa certezza. Con la presenza delle classifiche e delle novità discografiche acquistate quasi sempre sotto forma di cassette non originali presso le bancarelle del mercato (purtroppo gli extracomunitari a quei tempi vendevano solo tappeti) , l’indice d’ascolto aumentò improvvisamente. Le cose andarono avanti per qualche anno, oltre alla pubblicità, la radio non venne mai finanziata da nessuno, dato il raggio di diffusione molto ristretto, gli annunci pubblicitari, seppur curati nei minimi dettagli, venivano offerti a prezzi minimi , di conseguenza si faceva molta fatica a migliorare gli impianti ed acquistare trasmettitori più potenti. Riuscimmo ad arrivare ad una potenza di 5 watt con un’antenna a forma di ombrello, quasi simile a quella dei radioamatori, pur non facendo miracoli, la qualità del segnale migliorò. Nel 1981 decidemmo di fare il grande passo, Paolo era ormai un fedele collaboratore della radio, di conseguenza a rimetterci soldi eravamo in due. Non fu cosa facile trovare un locale per poter rendere autonoma la radio la quale non poteva rimanere sempre nella mia stanza da letto. I proprietari di case da affittare impallidivano improvvisamente quando venivano a sapere che il locale che cercavamo era per la sede di una radio. Avrebbero preferito la sede di un partito, piuttosto. Chi cerca trova e così, dopo varie peripezie riuscimmo a trovare uno splendido locale in centro paese con un regolare contratto d’affitto. Il locale, composto da due piani, era spazioso e panoramico, riuscimmo a recuperare dal falegname, un vecchio tavolaccio in legno, il quale venne adattato per farne il banco di regia, uno scaffale per i dischi omaggiato dal mobilificio, e l’arredamento era completo. Acquistammo a rate un trasmettitore di media potenza, autocostruito da un nostro amico tecnico, che aveva il diploma della famosa Scuola Radio Elettra, e con un’antenna sostenuta da un imponente traliccio, istallata sul tetto da un certo signor Visigalli di professione elettricista, riuscimmo a coprire alla perfezione il comune di Giussago e l’immediato Hinterland, sulla frequenza di 106 mhz. L’orario delle trasmissioni venne esteso anche al pomeriggio . Era quasi diventata una radio vera. Finalmente anch’io provai la soddisfazione di accendere la radio da casa ed ascoltare la mia emittente, cosa mai potuta fare prima, in quanto l’emittente era sempre stata ospite della mia stanza. Il successo non mancò, l’acquisto di uno speciale caricatore di cassette dava la possibilità di continuare la programmazione automaticamente, anche in assenza di disc jockey , quindi, nonostante il prolungamento del palinsesto, non fu necessario ricercare nuovi collaboratori, il nostro organico era sempre formato da tre persone , e a turni si riusciva a coprire benissimo pomeriggio e sera. Fu un breve periodo quello della nuova Radio Giussago, ben presto fummo contattati dal signor Visigalli, il quale, dopo averci istallato l’antenna trasmittente, venne attirato dall’idea di acquistarci per realizzare una grande vera radio commerciale. L’idea di diventare famosi e farci sentire molto più lontano ci attirò molto, accettammo di lavorare per Radio smile , una radio sorta nel settembre 1981 a Lacchiarella, grazie alla ns collaborazione. Finalmente riuscimmo a toccare con mano un mixer vero, un mixer da grandi e un banco di regia che finora avevamo visto solo sulle riviste. La vecchia radio Giussago continuò a funzionare come ripetitore di Radio Smile, finchè decidemmo di spegnere il trasmettitore e di lasciare il locale perché i costi non avevano più alcun motivo di esserci. Il raggio di diffusione di Radio Smile copriva di gran lunga il territorio di Giussago, arrivando fino alle porte di Pavia, di conseguenza un ripetitore risultava inutile. E’ stata la fine di Radio Giussago. La storia di Radio Smile è un’altra, la nostra radio è finita in questo modo, dando vita ad un’emittente molto più potente che però conservava le stesse caratteristiche musicali, le stesse sigle e gli stessi disck jokey di Radio giussago. Fu per me una grande soddisfazione, un traguardo raggiunto. Dopo anni morirà anche Radio smile,e insieme a lei anche il periodo d’oro delle radio libere. Soltanto pochi appassionati sono riusciti a sopravvivere con le loro emittenti, i costi e le leggi assurde hanno fatto in modo di soffocare per sempre le radio locali, per dar spazio ai grandi network, non ci sarà più la radio del paese in una cascina, la radio di quartiere della grande città, la radio politica nello scantinato e la radio della parrocchia presso l’oratorio, tutte radio che prima ancora di essere apprezzate o criticate per l’ ideologia che le caratterizzava, dovevano prima di tutto essere rispettate come radio veramente libere. Credo di essere stato fortunato ad aver vissuto la mia adolescenza in coincidenza con quel magico periodo finito sempre troppo presto. Chi non l’ha vissuto non può capire! Si, rifarei subito Radio Giussago, da adulto certe difficoltà che ho incontrato da ragazzo , senza essere aiutato da nessuno, riuscirei a superarle tranquillamente, credo purtroppo che nonostante le nuove tecnologie e la possibilità di riuscire a creare una radio sicuramente superiore a quella del passato, non incontrerebbe lo stesso successo. Anche Arbore e Boncompagni hanno riprovato a fare ‘’Alto gradimento’’ qualche anno fa. E’ stato un vero buco nell’acqua . Siamo in un periodo strano, dove le radio si sentono per internet e per via satellite, dove c’è tutto e si può fare tutto. Credo che la notizia del paese o la dedica fatta alla ragazza, trasmesse da una radio locale siano cose che ormai non interessano più a nessuno, molto meglio i messaggi al cellulare con tanto di dedica musicale e la posta elettronica con la foto allegata. Almeno credo … provare per credere? L’avevo pensato, ero in forse se comprare la macchina o usare il denaro per dare nuovamente vita alla mia radio dopo quasi trent’anni … sono andato da un concessionario che vende automobili. Cosa penso delle radio ora? Tanta tecnologia e poca fantasia. Continuo ad ascoltarle soprattutto in macchina; i palinsesti sono pressoché uguale per tutti i grandi network, battute poco spiritose, personaggi tritti e ritritti che non fanno ridere, che in alcuni casi sono anche volgari, brani musicali discutibili, negli ultimi trent’anni sono state prodotte migliaia di belle canzoni sia italiane che straniere, è mai possibile che per ascoltare un brano decente ci sia da ‘’far passare’’ almeno una decina di emittenti ? Isoradio, è la mia radio preferita. E’il canale pubblico della Rai che manda notizie sul traffico intervallate da brani musicali scelti con ottimo gusto, e soprattutto senza alcun messaggio pubblicitario. Sono partito ascoltando Supersonic diffuso dalla Rai e dopo un giro immenso sono ritornato ad ascoltare un programma radiofonico della Rai. Com’è strana la vita ! Un immenso archivio cartaceo e discografico con le apparecchiature di allora che dormono sugli scaffali è tutto quello che mi rimane oggi, oltre naturalmente tanti e tanti ricordi.