CAPITOLO 1 LE CENERI VOLANTI: PROPRIETA` E APPLICAZIONI
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CAPITOLO 1 LE CENERI VOLANTI: PROPRIETA` E APPLICAZIONI
Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni CAPITOLO 1 LE CENERI VOLANTI: PROPRIETA’ E APPLICAZIONI Introduzione Le ceneri volanti, come il fumo di silice, le scorie d’altoforno, la pula di riso, appartengono alla classe degli additivi minerali, sempre più utilizzati nella produzione dei materiali a matrice cementizia (Nehdi et al. 1998). Quando si parla di additivi minerali ci si riferisce a tutta una serie di materiali caratterizzati da elevata finezza, proprietà pozzolaniche e talvolta leganti, che vengono aggiunti agli impasti cementizi allo scopo di conferire al prodotto finale, malta o calcestruzzo, specifiche proprietà ingegneristiche. Gli additivi minerali sono generalmente sottoprodotti o prodotti di scarto di altri cicli produttivi, che vengono impiegati nei calcestruzzi in quantità variabili (10-80% in peso del cemento) in sostituzione del cemento o come semplici filler (aggregato fine). Il loro reimpiego nel settore dell’edilizia produce, quindi, dei benefici sia economici che ambientali. Benefici economici in quanto il cemento, che rappresenta l’elemento più dispendioso dal punto di vista energetico, è sostituito da un materiale di scarso valore il cui costo di produzione è praticamente nullo, e ambientali in quanto viene considerevolmente ridotta la quantità di materiale di scarto, potenzialmente inquinante, disperso nell’ambiente, con i relativi costi di bonifica e smaltimento. 1.1 Le ceneri volanti Le ceneri volanti sono il sottoprodotto del processo di combustione del carbone nelle centrali termoelettriche che utilizzano come combustibile solido il polverino di carbone. Esse sono costituite da particelle dell’ordine dei micron, di natura silicoalluminosa, di forma sferica e struttura sostanzialmente amorfa. La composizione mineralogica ed il carattere amorfo fanno delle ceneri volanti un materiale con spiccate caratteristiche pozzolaniche. Le ceneri volanti, infatti, finemente mescolate con acqua, in presenza di ossido di calcio, quale quello che si libera durante l' idratazione del cemento, sono in grado di reagire formando silicati ed alluminati di calcio idrati simili a quelli che si sviluppano nell' idratazione del cemento portland. Le reazioni pozzolaniche delle fly ash sono molto più lente di quelle di idratazione del cemento e continuano per periodi di tempo molto lunghi, anche dopo il completo indurimento della pasta cementizia aumentandone così la resistenza e l' impermeabilità tramite una continua riduzione della porosità della pasta cementizia. Le ceneri volanti trovano pertanto largo impiego nel settore delle costruzioni dove vengono riutilizzate come additivi minerali, sia reattivi che come semplice filler, nella produzione di cementi di miscela e calcestruzzi. Il loro uso in parziale sostituzione del cemento portland, oltre a consentire un notevole risparmio economico ed energetico, introduce notevoli benefici quali il miglioramento della lavorabilità, riduzione dei fenomeni di segregazione e del 4 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni calore di idratazione, aumento della resistenza finale, maggiore impermeabilità e resistenza chimica (Neville 1996). Le fly ash, oltre che come additivo reattivo, possono essere addizionate al cemento nella produzione di malte e calcestruzzi anche come semplice filler, in quanto, grazie alla forma sferica delle particelle, migliorano la lavorabilità degli impasti cementiti, aumentandone la fluidità. Il fattore che maggiormente limita il riutilizzo delle ceneri leggere è il tenore di carbone incombusto in esse contenuto; tenore che deve essere mantenuto il più basso possibile in quanto sottrae alla miscela cementizia significative quantità di acqua di impasto e di additivi. Numerosi trattamenti di beneficiation che mirano a ridurre la percentuale di carbone incombusto sono stati messi a punto negli ultimi anni. Tali processi, sfruttando le differenti caratteristiche dei componenti chimici da separare quali la granulometria e la forma delle particelle, la massa volumica e le proprietà elettriche superficiali, contribuiscono significativamente alla valorizzazione di questo sottoprodotto industriale (Belz). Considerando che in Italia ogni anno viene prodotta, mediamente, 1 Mt di ceneri volanti, e che tale produzione raggiunge 40 Mt in Europa, le ceneri possono essere considerate a ragione il maggior sottoprodotto del processo di generazione elettrica. La possibilità di recuperare interamente questo sottoprodotto, valorizzandolo anche da un punto di vista economico, nel rispetto di severe specifiche di controllo di qualità, hanno fatto sì che le ceneri siano trattate sempre più come un vero e proprio prodotto, piuttosto che come un sottoprodotto. Nel corso degli anni, infatti, sono cresciute le attività di ricerca e sviluppo sulle ceneri e sono sorte in tutta Europa società specializzate a garantire le condizioni tecniche ottimali per il riutilizzo di questo sottoprodotto. 1.1.1 Proprietà pozzolaniche Le ceneri volanti siliciche a basso tenore di ossido di calcio, il fumo di silice, la pula di riso ecc. sono materiali pozzolanici. Le pozzolane sono materiali inorganici di natura silicea o silico-alluminosa che di per se non possiedono caratteristiche di legante idraulico. Quando però, in forma di polvere molto fine, paragonabile a quella di un cemento Portland, vengono mescolate con acqua in presenza di calce, sono in grado di reagire, alla temperatura ambiente, sia in aria che in acqua, dando luogo a prodotti di idratazione molto simili a quelli del cemento (Coppola 2007). La natura chimica silicea o silico-alluminosa non è da sola sufficiente perchè un materiale presenti caratteristiche pozzolaniche. E’, infatti, necessario che esso possieda struttura amorfa o vetrosa (a basso grado di cristallinità) (Ramachandran and Feldman 1996) ed abbia una elevata superficie specifica (area superficiale per unità di massa o di volume). La superficie specifica può variare da qualche cm2/g nelle pozzolane naturali a qualche decina di cm2/g in quelle industriali fino a qualche centinaio di cm2/g nelle pozzolane sintetiche. Se solo una di queste tre caratteristiche non è soddisfatta, il materiale non possiede caratteristiche pozzolaniche. Il processo di indurimento delle miscele pozzolana-calce-acqua può essere sintetizzato dalla seguente reazione chimica: C–S–H + C–A–H (1.1) Pozzolana + Ca(OH)2 + H2O 5 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni secondo la quale i silicati e gli alluminati presenti nella pozzolana interagendo con il Ca(OH) 2 formano gli stessi prodotti di idratazione del cemento Portland (silicati e alluminati di calcio idrati). Questa reazione è molto più lenta di quella di idratazione del cemento, tanto è vero che i silicati e gli alluminati idrati derivanti dalla reazione pozzolanica sono definiti “secondari” distinguendoli da quelli “primari” derivanti invece dall’idratazione dei costituenti del cemento (figura 1.1). Figura1.1.Rappresentazione schematica del processo di idratazione di un cemento costituito da una miscela di cemento Portland e pozzolana (estratto da Concretum 2007) 1.1.2 Processo di produzione Nelle centrali termoelettriche, durante la combustione del carbone polverizzato ad alta temperatura (1100-1500 °C), si forma una rilevante quantità di cenere, prodotto della trasformazione subita dalle impurità minerali inizialmente presenti nel carbone stesso (principalmente quarzo, feldspati, argille, pirite, calcite, carbonati, solfati). Nella fornace, durante la combustione ad alta temperatura (1200-1400°C), il materiale volatile vaporizza, le particelle di carbone bruciano, mentre i minerali presenti inizialmente nel combustibile, circa il 95% del totale, costituiti principalmente da argilla, pirite e calcite, subiscono tutta una serie di trasformazioni chimico-fisiche. La pirite, ad esempio, si trasforma in ossido di ferro, le particelle di argilla e mica vetrificano parzialmente formando sfere di natura vetrosa di silicati complessi (allumino-silicati amorfi). La calcinazione della calcite da luogo a CaO, Ca(OH)2 e CO2, mentre le particelle di argilla, calcite e massa porosa producono silicati, alluminati o solfati di calcio: CaSiO2 , CaAl2O3, CaSO4. Inoltre, i carbonati come calcite, siderite, e dolomite, si decompongono liberando CO2, i solfuri come la pirite danno luogo a reazioni di solfatazione ed infine i cloruri come NaCl e KCl volatilizzano formando HCl. Le particelle di quarzo gassoso attraversano la zona di fiamma mantenendo sostanzialmente inalterata la loro forma. La frazione più leggera di questo prodotto di trasformazione, in forma di goccioline allo stato fuso, viene trascinata dai fumi di combustione in uscita dalla caldaia, subisce un rapido raffreddamento e solidifica in particelle di forma più o meno 6 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni sferoidale e struttura amorfa di dimensioni comprese tra 1 e 100 m, che vanno a costituire le ceneri volanti (fly ash) (Collepardi 1990). Le ceneri volanti, così chiamate per la loro facile disperdibilità in aria, rappresentano circa il 75-85% delle ceneri totali; la parte rimanente (circa il 20% in peso delle ceneri), costituita invece da granuli agglomerati tipo scorie d’altoforno, di dimensioni variabili fino ad alcuni centimetri, si deposita sul fondo della caldaia andando a costituire le così dette ceneri di fondo (bottom ash) o scorie. Nella figura 1.2 è schematizzato il processo tramite il quale sono ottenute le ceneri volanti. Figura1.2. Diagramma schematico di un sistema di produzione e raccolta di fly ash. I fumi di combustione, contenenti il particolato solido, sono quindi inviati ad un sistema di abbattimento delle polveri in esso contenute, al fine di limitare l’immissione in atmosfera di sostanze inquinanti e potenzialmente nocive nel rispetto della normativa vigente. I sistemi principalmente utilizzati nelle centrali termoelettriche a carbone per l’abbattimento di particelle fini, sono i filtri a manica, impiegati preferenzialmente in America, e gli elettrofiltri, preferiti in Europa. I filtri a manica sono delle barriere a maglia sufficientemente fitta, poste lungo il cammino dei fumi per catturare le particelle di cenere e permetterne così la raccolta. Gli elettrofiltri, o precipitatori elettrostatici (figura 1.3), sono posti alla base delle ciminiere. Essi sono costituiti da un’ampia camera suddivisa, nel senso di attraversamento dei fumi, in setti paralleli formati da piastre alte circa 9 m e distanziate di circa 0,025 m. Sul piano mediano di ciascun setto sono sospesi dei fili del diametro di circa 3mm, collegati ad un alimentatore ad alta tensione continua (50 kV). I fili funzionano da elettrodi negativi, mentre le piastre, messe a terra, funzionano da elettrodi positivi. Per l’effetto corona dei fili, si genera un campo ionizzante con ioni liberi che migrano dagli elettrodi di emissione (i fili) agli elettrodi di raccolta (le piastre). I fumi percorrono i vari setti dell’elettrofiltro con una velocità di circa 1-1,5 m/s, mentre le particelle di cenere acquistano, per assorbimento di ioni liberi, una carica elettrica e si depositano sulle piastre. Le particelle sono trattenute sulle piastre fino a scaricarsi, dopodichè sono rimosse meccanicamente per battitura e, cadendo, sono raccolte in apposite tramogge poste alla base delle piastre. 7 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni La scelta tra elettrofiltro o filtri a manica dipende essenzialmente dalla portata di effluente da trattare e dalle caratteristiche chimico-fisiche del combustibile impiegato. Entrambi permettono di trattenere oltre il 99% delle ceneri volanti. Queste, una volta recuperate dalle tramogge di accumulo per via pneumatica, vengono temporaneamente stoccate in forma secca in appositi sili di stoccaggio, in sito, in attesa di essere riutilizzate o smaltite come rifiuto industriale. Figura 1.3.Rappresentazione schematica di un filtro elettrostatico. 1.1.3 Classificazione La norma ASTM C618 classifica le ceneri volanti in due grandi categorie: • ceneri di Classe F • ceneri di Classe C in relazione al tipo di carbone bruciato (tabella 1.1). Alla Classe F appartengono le ceneri ottenute dalla combustione di carbone bituminoso o antracite, mentre fanno parte della classe C quelle prodotte dalla combustione di carbone subbituminoso e lignite. Le ceneri di classe F contengono una percentuale di CaO inferiore al 6%, (ceneri a basso contenuto di calcio), di conseguenza non mostrano proprietà cementizie (autoindurenti) ma soltanto proprietà pozzolaniche. Il tenore di carbonio incombusto in esse presente, determinato con il test “Loss on Ignition” (LOI) è di solito superiore al 3%. Le fasi cristalline in esse individuate sono principalmente ematite e mullite. Le ceneri di Classe C contengono invece un tenore di CaO superiore al 15%, da cui la denominazione di “ceneri ad elevato contenuto di calcio”. Tali ceneri hanno proprietà pozzolaniche ed anche cementizie proprio grazie alla elevata percentuale di calcio. Il tenore di carbone incombusto è invece molto ridotto (LOI inferiore all’1%). Le principali fasi cristalline in esse presenti sono quarzo, mullite, ferrite, anidrite, tricalcio alluminati e calce. 8 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Fly ash class Class F Class C Chemical Silicon dioxide (SiO2) plus aluminum oxide (Al2O3) 70 50 plus iron oxide (Fe2O3), min, % Sulfur trioxide (SO3), max, % 5 5 Moisture Content, max, % 3 3 Loss on ignition, max, % 6 6 Tabella 1.1. Classificazione delle ceneri volanti secondo la norma ASTM C618. 1.1.4 Caratteristiche chimico-fisiche Le proprietà chimico-fisiche delle ceneri volanti dipendono da molteplici fattori quali il grado di polverizzazione del carbone, la temperatura di fiamma, le condizioni di ossidazione, i pretrattamenti per la rimozione degli SOx , ed i sistemi di raccolta e stoccaggio delle ceneri stesse. Le ceneri volanti sono costituite principalmente da particelle di forma sferica e struttura amorfa. La porzione amorfa presente nelle ceneri varia tra il 70 e l’90%. Le dimensioni delle particelle variano tra 1 e 100 m; la dimensione media è generalmente inferiore ai 40 m, dunque le particelle di cenere hanno dimensioni paragonabili a quelle di un cemento. La composizione chimica delle ceneri volanti varia con il tipo di carbone utilizzato; i costituenti principali includono silice, allumina, ossido di calcio e ossido di ferro. Dal punto di vista morfologico le fly ash possono essere viste come particelle costituite da sfere di vetro chiaro e da una massa spugnosa. A seguito del rapido raffreddamento, infatti, le particelle di ceneri volanti mostrano una forma sferica ed una superficie esterna vetrosa. Le micrografie (figura 1.4) ottenute con il microscopio a scansione elettronica (SEM), mostrano che le frazioni più fini di tali particelle sono tipicamente costituite da sfere piene, mentre la frazione più grossolana contiene particelle con un diametro di 0,50 mm nelle quali alcuni gas di combustione possono restare intrappolati dando luogo a cosiddette cenosfere, ossia sfere cave con bassa densità. In alcuni casi si può avere anche la presenza di plenosfere, ossia cenosfere, composte da un guscio di alluminosilicati, contenenti numerose sfere più piccole. La formazione di plenosfere è il risultato di un’incapsulazione durante la formazione della particella, piuttosto che un’infiltrazione dopo la rottura di una cenosfera. L’ipotesi avanzata è che le particelle di alluminosilicati si scaldino progressivamente arrivando a formare, dopo la fusione, uno strato che si sviluppa su una parte di materiale ancora solido e ne va a costituire il cuore. A seguito della decomposizione dei minerali si ha lo sviluppo di CO2 e di H2O, con formazione di bolle intorno al cuore, le quali restano attaccate al guscio fuso. Un ulteriore aumento della temperatura causa lo sviluppo di altro gas e quindi il ribollire del cuore. Il processo descritto può avvenire contemporaneamente alla formazione di particelle più fini e può ripetersi fino al completo riempimento della plenosfera con altre plenosfere o con particelle solide. Il tempo caratteristico necessario per la formazione di una plenosfera di 50 µm è stato calcolato intorno a 1 msec, mentre per una cenosfera dello stesso diametro sono sufficienti circa 0,30 msec. Alcune delle particelle grandi sono caratterizzate da piccole vesciche anche queste attribuite alla presenza di gas e vapori come CO, CO2, SO2 e H2O. 9 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Figura1.4. Immagine ottenuta al SEM di una plenosfera. Tra le proprietà di maggiore interesse delle ceneri, ai fini del loro impiego nelle miscele a base di cemento, vanno ricordate la finezza e l’area superficiale specifica. La finezza può essere determinata misurando la percentuale di cenere che attraversa un setaccio di 45 µm, mentre l’area superficiale è valutata tramite il test di permeabilità all’aria (test di Blaine) o il metodo di assorbimento di azoto (Metodo BET) in base ai quali risulta che la maggior parte delle ceneri ha un’area superficiale specifica tra i 1700 e i 5900 cm2/g. Un valore più elevato di questo parametro può essere attribuito all’elevata presenza di particelle porose di carbone incombusto o alla presenza di grandi quantità di particelle fini nel materiale minerale inorganico. Per quanto riguarda la densità delle ceneri, essa è strettamente correlata con la forma, il colore, e la composizione chimica e mineralogica delle particelle. In genere la massa volumica reale delle ceneri leggere varia tra 2,1 e 2,4 g/cm3, mentre quella apparente tra 0,6 e 0,8 g /cm3 nel caso siano presenti quantità elevate di impurità minerali. Si può ritenere che la densità diminuisca all’aumentare della presenza di quarzo e mullite e che invece aumenti se le ceneri vengono macinate, dato che in questo caso alcune particelle sferiche rilasciano i gas intrappolati al loro interno. 1.1.5 Composizione chimica La composizione chimica delle ceneri volanti, come visto in precedenza, può variare significativamente a seconda del tipo di carbone bruciato e dalle condizioni operative con cui le ceneri sono ottenute. Le ceneri volanti sono prevalentemente costituite da silice (SiO2) e allumina (Al2O3), che da sole costituiscono circa il 6075% del totale, e da percentuali inferiori di ossido di calcio (CaO), ferrite (Fe2O3), ossido di magnesio (MgO), ossido di titanio (TiO) , ossido di zolfo (SO3), ossido di sodio (Na2O) e ossido di potassio (K2O). Tutte le ceneri contengono inoltre quantità non trascurabili di carbone incombusto. In tabella 1.2 sono riassunte la composizione chimica e il valore dei parametri caratteristici delle proprietà chimico-fisiche relative a ceneri di carbone prodotte in America. 10 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Le ceneri ottenute per combustione di carbone subbituminoso e lignite contengono quantità più elevate di CaO ed MgO e percentuali inferiori di SiO2, Al2O3 e Fe2O3, rispetto alle ceneri di origine bituminosa. I carboni bituminosi producono, inoltre, ceneri con un tenore di carbone incombusto (%LOI ) relativamente più elevato, anche se va ricordato che la frazione di carbone incombusto dipende, oltre che dal tipo di carbone bruciato, anche dal grado di polverizzazione del carbone, nonché dalla velocità con cui avviene la combustione e dal rapporto aria-combustibile. Parametro Percentuale di SiO2 Range 31-63 Percentuale di Al2O3 Percentuale di Fe2O3 Percentuale di CaO Percentuale di MgO Percentuale di SO3 Percentuale di Na2O Percentuale di K2O Percentuale di alcali disponibili come equivalenti di Na2O LOI (%) Percentuale di carbonio 12-27 3-24 1-30 0,7-7 0,3-4 0,2-2 0,2-3 0,2-1,5 Densità [g/cm3] Contenuto percentuale di umidità Percentuale ritenuta da setaccio No 325 Finezza di Blaine [cm2/g] come fornita < setaccio No 325 <0,01-17 0,02-15 2,14-2,69 0,0-0,4 3,5-37 1579-5550 1804-5350 Indice percentuale di attività pozzolanica Controllo # 1 86-172 Controllo # 2 136-239 Tabella 1.2. Composizione chimica e parametri caratteristici delle fly ash americane. 1.1.6 Composizione mineralogica Le ceneri volanti sono costituite generalmente per il 15-45% di materia cristallina, percentuale che aumenta al 25-45% per le ceneri ad alto contenuto di calcio. Nonostante contengano un minore quantitativo di materiale amorfo, responsabile del comportamento pozzolanico, le ceneri volanti ad alto contenuto di calcio presentano fasi cristalline, quali l’anidrite (CaSO4), l’alluminato tricalcico (C3A), i solfoalluminati di calcio e la calce, che prendono parte alle reazioni cementizie; inoltre la fase amorfa in esse contenute è considerata molto più reattiva. In tabella 1.3 è riportata l’analisi delle fasi cristalline presenti nelle ceneri ottenuta tramite la diffrazione ai raggi X (XRD) 11 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Sigla Nome Formula Chimica Low calcium/Class F fly ash Hm Ematite Fe2O3 Mu Mullite Al6SiO2O13 Qz Quarzo SiO2 Sp Ferrite spinello (Mg,Fe)(Fe,Al)2O4 High calcium/Class C fly ash Ah Anidrite CaSO4 AS Solfo Alcali (Na,K) 2SO4 C2S Silicato dicalcico Ca2SiO4 C3A Alluminato Tricalcico Ca3Al2O6 Hm Ematite Fe4O3 Lm Calce CaO Ml Melilite Ca2 (Mg,Al)(Al,Si) 2O7 Mu Mullite Al6Si2O13 Mw Merwinite Ca3Mg(SiO4) 2 Pc Periclasio MgO Qz Quarzo SiO2 So Struttura Sodalitica Ca2 (Ca,Na) 26(Al,Si) 12O24(SO4) 1-2 Sp Ferrite Spinello (Mg,Fe)(Fe,Al) 2O4 Tabella 1.3. Fasi cristalline di fly ash del Nord America. L’analisi di diffrazione ai raggi X rivela che le ceneri a basso contenuto di calcio sono costituite prevalentemente da quarzo, mullite, ematite e siderite in una matrice di allumino silicati vetrosi, mentre nelle ceneri ad alto contenuto di calcio si trovano oltre alle fasi menzionate, altre fasi più complesse. Infine è tenuto sotto controllo anche il tenore di MgO. La normativa ASTM C618 fissa un limite massimo del 5% di MgO nelle ceneri per poterle ritenere valide come additivi del cemento Portland. Infatti, nel caso in cui tale ossido fosse presente come fase cristallina delle ceneri sotto forma di periclasio, danneggerebbe la solidità del cemento risultante a causa dell’idratazione del MgO in Mg(OH)2 (brucite). 1.2 Impiego delle ceneri volanti Nel 2000 i sottoprodotti del processo di combustione del carbone utilizzato nel ciclo di generazione termoelettrica, ammontavano, nella sola Unione Europea, a 60 Mt, ripartiti principalmente in ceneri leggere (66%, pari a 39 Mt), ceneri pesanti (10%) e gessi di solforazione (18%). In Italia sono state prodotte 1 Mt di ceneri volanti di carbone contro le 12 della Germania, le 10 della Grecia, le 7 della Spagna e le 4 Mt della Gran Bretagna, i principali paesi produttori in Europa. Le statistiche elaborate a livello europeo dall' ECOBA (European Coal Combustion Products Association) mostrano che le ceneri di carbone sono state riutilizzate prevalentemente nel settore edile e geotenico (46%) e per il recupero ambientale di aree degradate (43%), quali cave e miniere a cielo aperto, come riportato in figura 3. Solo il 6% delle restanti ceneri è stato temporaneamente stoccato presso i produttori e solo il 5% è stato smaltito in discarica per rifiuti. 12 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Il diagramma in figura 1.5 mostra invece le principali destinazioni di riutilizzo delle ceneri nell’industria delle costruzioni con produzione di farina di clinker, cementi di miscela, calcestruzzi e, in minor misura, blocchi espansi e laterizi, e nel settore geotecnico, dove le ceneri vengono utilizzate soprattutto per la realizzazione di rilevati strutturali e sottofondazioni stradali. Per quanto riguarda il panorama italiano, oltre il 90% delle ceneri di carbone prodotte sono riutilizzate nella produzione di cementi e calcestruzzi, settori in cui trovano la massima valorizzazione tecnica ed economica. Figura 1.5. Destinazione delle ceneri leggere in Europa nell’anno 2000 (tot 39 Mt) e impiego delle ceneri leggere come materia prima per le costruzioni in Europa nell’anno 2000 (18Mt). 1.2.1 Il quadro legislativo sull'utilizzo delle ceneri di carbone In base al Decreto Ronchi (DLgs n° 22 del 05/02/97) e alla classificazione definita dal Catalogo Europeo dei Rifiuti, recentemente aggiornato dalla Direttiva n°102 del 9 aprile 2002 (s.o. G.U. n° 108 del 10/05/02), le ceneri di carbone sono identificate dal codice CER 10 01 02 e classificate come rifiuto speciale non pericoloso. In base al decreto ministeriale che individua le attività di recupero agevolate cui destinare i rifiuti non pericolosi, le ceneri di carbone possono essere reimpiegate nei seguenti settori produttivi a) cementi, calcestruzzi e manufatti prefabbricati; b) laterizi; c) aggregati artificiali. 1.2.2 Normativa tecnica sull'utilizzo delle ceneri leggere per la produzione di cementi di miscela e calcestruzzi L' utilizzo delle ceneri di carbone per la produzione di cementi di miscela e calcestruzzi è regolamentato da precisi standard tecnici, emessi a livello europeo (CEN) e successivamente recepiti a livello nazionale (UNI). Essi sono: • UNI - EN 197-1 "Cemento - Composizione, specificazioni e criteri di conformità" (2001); • UNI - EN 206-1 "Calcestruzzo - Specificazione, prestazione, produzione e conformità" (2001). • UNI - EN 450 "Ceneri volanti per calcestruzzi - Definizioni, requisiti e controllo di qualità" (1995); 13 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni La norma UNI EN 197-1 classifica i tipi di cemento ed i loro possibili intervalli di composizione, definisce i loro requisiti chimico-fisici e le classi di resistenza, indicando inoltre i criteri per il loro controllo di qualità. Fra i materiali di aggiunta consentiti per l’ottenimento di cementi compositi, le ceneri leggere di carbone di natura “silicea” sono utilizzabili nella formulazione del cemento Portland alle ceneri (tipo II-V), del cemento Portland composito (tipo II-M) e del cemento pozzolanico (tipo V), con percentuali in peso che vanno dal 6 al 55%. Le ceneri, ai fini del loro utilizzo, devono rispondere a precisi controlli di qualità che prevedono un contenuto di carbone incombusto, misurato come perdita al fuoco, 5% in peso e contenuti in peso di CaO reattiva 10%, di CaO libera 2,5%, di SiO2 reattiva 25%. Ceneri con incombusti fino al 7% possono essere utilizzate per la produzione di cementi di miscela, purché vengano accertate le caratteristiche di qualità del calcestruzzo finale. Le modalità di applicazione dei precedenti controlli sono specificate dalla norma UNI EN 197-2:2001 "Cemento - Valutazione della conformità", che prescrive anche le modalità per l' acquisizione del Marchio CE di prodotto da parte della cementeria. Il recente DM del 22.01.2002 (G.U. 06.03.2002 n°55) ha riconosciuto l' ICITE (Istituto centrale per l' industrializzazione e la tecnologia edilizia) quale organismo abilitato ad emettere la certificazione CE di conformità per i cementi comuni. La norma UNI EN 206 - 1 prescrive i requisiti tecnici per il calcestruzzo (materiali costituenti, composizione, proprietà e verifiche di produzione, trasporto, posa in opera e maturazione). Essa distingue i calcestruzzi in base alle classi di esposizione ambientale cui saranno soggetti in esercizio (ambiente secco o umido, con gelo, marino, chimicamente aggressivo, ecc.) e per ciascuna classe prescrive un contenuto minimo di cemento ed un rapporto massimo acqua/cemento al fine di garantire la durabilità del manufatto finale agli agenti atmosferici. La precedente norma consente l’utilizzo per la produzioni di calcestruzzi di ceneri conformi ai requisiti prescritti dalla UNI-EN 450, di seguito descritta, introducendo per esse un fattore di equivalenza “k” rispetto al cemento. In base al concetto di fattore di equivalenza, il tenore minimo di “legante” prescritto per la qualità del calcestruzzo in funzione delle sue diverse destinazioni d' uso risulta pari a “[cemento] + k × [cenere]”. I valori di k per le ceneri sono 0,2 se esse vengono utilizzate al fianco di un cemento Portland di classe 32,5 e 0,4 se abbinate ad un cemento Portland di classe 42,5 o superiore. Il tenore massimo di cemento sostituibile c è comunque indicato dalla relazione: c k (cmin - 200) [kg/m3] essendo cmin il tenore minimo di legante prescritto dallo standard. Il rapporto cenere/cemento 0,33 limita infine il tenore massimo di cenere consentito in qualità di aggiunta attiva (pozzolanica). La norma UNI EN 450 indica i requisiti chimico-fisici e le modalità per il controllo statistico della qualità delle ceneri leggere utilizzate come aggiunta pozzolanica per la produzione di calcestruzzi conformi alla precedente norma UNI EN 206. I requisiti prescritti dalla UNI EN 450 sono sinteticamente riportati in Tabella 1.4. Le principali caratteristiche chimiche richiamate sono la perdita al fuoco ed il tenore di cloruri, solfati e calce libera. Le proprietà fisiche da controllare sono invece la finezza, l’indice di attività pozzolanica, la stabilità dimensionale nelle malte e la densità. 14 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Caratteristiche Chimico-fisiche Perdita al fuoco (%) Cloruri (Cl-) (%) Solfati (SO3) (%) Calce libera (%) Requisito di accettazione Procedure di prova Frequenza di controllo EN 196-2 EN 196-21 EN 196-2 giornaliera mensile mensile EN 451-1 settimanale ≤ 10,0 EN 196-3 Settimanale, se necessaria ≤ 5,0 / 7,0 ≤ 0,10 ≤ 3,0 ≤ 1,0 ≤ 2,5(2) (1) Stabilità Le Chatelier [mm] (CaOlib=1÷2,5%) Finezza (%) trattenuto a 45µm Uniformità di finezza (%) Indice attività pozzolanica (%) ≤ 40,0 EN 451-2 giornaliera Valore medio ± 5,0 ≥ 75,0 a 28 gg ≥ 85,0 a 90 gg giornaliera Densità [kg/m3] Valore medio ± 150 EN 451-2 EN 450 EN 196-1 UNI 8529/13 EN 196-6 bisettimanale mensile (1) il limite del 7% può essere accettato su base nazionale. (2) limite ammesso se soddisfatta la prova di stabilità Le Chatelier Tabella 1.4. Controllo qualità delle ceneri leggere secondo la UNI EN 450 Ciascun limite è relativo al valore caratteristico del corrispondente parametro in relazione al periodo di campionamento considerato. Esso è pari al suo valore medio aumentato o diminuito di una fattore "K × s", a seconda che si tratti rispettivamente di un limite massimo o minimo. K è un fattore moltiplicativo funzione della numerosità dei campioni analizzati (diminuisce all' aumentare del numero di campioni passando da 2,45 per 10 campioni a 1,45 per più di 200 campioni), mentre s è lo scarto quadratico medio della distribuzione di valori misurati. In base a quanto previsto dalla norma, i precedenti controlli devono essere svolti dal produttore delle ceneri leggere di carbone o da società esterne che si occupano del loro stoccaggio, trattamento, distribuzione e vendita. La gestione delle ceneri come "prodotto" ha reso necessaria la nascita di società specializzate nella loro valorizzazione e commercializzazione, finalizzate a promuovere l’impiego e l’immagine dei sottoprodotti della combustione termoelettrica. Queste società hanno il compito di garantire le condizioni tecniche necessarie all’ottimale riutilizzazione delle ceneri (qualità costante del prodotto nel tempo, disponibilità costante durante l’anno, consegne regolari) attraverso la realizzazione di impianti di stoccaggio, controllo qualità, miscelazione, eventuale trattamento e distribuzione. La nascita di tali società deriva da una richiesta, da parte del mercato dei riutilizzatori, di ceneri di sempre maggior qualità e questo ha elevato il valore merceologico delle ceneri fino al 30-50% rispetto al valore del cemento. 1.2.3 Benefici e modalità di impiego delle ceneri nelle miscele cementizie Nelle miscele cementizie le ceneri leggere possono essere utilizzate: 15 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni 1. come materia prima per la produzione di clinker di Portland in sostituzione dell’argilla (questo rappresenta un impiego a ridotto valore economico ma privo di specifici requisiti di controllo qualità sulle ceneri); 2. come aggiunta al clinker per la produzione di cementi di miscela, in accordo alle prescrizione della UNI EN 197/1; 3. come materia prima per il confezionamento di calcestruzzi, in aggiunta o parziale sostituzione del cemento, secondo le modalità descritte nella UNI EN 206 e in accordo alle prescrizione della UNI EN 450. In entrambe queste ultime due applicazioni, certamente le più valide da un punto di vista tecnico ed economico, le ceneri leggere di carbone agiscono principalmente come pozzolane artificiali. Esse sono infatti capaci di reagire chimicamente a temperatura ambiente con l’idrossido di calcio liberato dall’idratazione del cemento Portland, dando origine a silico-alluminati idrati di calcio, simili a quelli prodotti dalla reazione del cemento stesso. Tutti i calcestruzzi prodotti con solo cemento di Portland generano infatti un eccesso di calce idrata (Ca(OH)2) che rappresenta un componente di indebolimento per il calcestruzzo poiché poroso, chimicamente vulnerabile agli acidi e all’anidride carbonica e solubile nelle acque solfatiche. L’adozione di un materiale pozzolanico come le ceneri, capace di reagire con la calce fissandola in prodotti di reazione stabili e ad elevata idraulicità, consente quindi di ottenere il molteplice risultato di migliorare la resistenza del calcestruzzo e di renderlo meno permeabile e più resistente agli attacchi chimici. Le ceneri leggere utilizzate ad integrazione del cemento Portland possono quindi essere impiegate sia da parte del produttore di cemento, con l’ottenimento di cementi di miscela, sia da parte del produttore di calcestruzzo, che confeziona quest’ultimo adottando direttamente le ceneri come materia prima, al fianco di cemento, acqua ed aggregati. L' effetto filler delle ceneri contribuisce a migliorare ulteriormente anche le proprietà finali del calcestruzzo indurito, che risulta essere più resistente ed impermeabile. Nel caso in cui le ceneri leggere utilizzate sostituiscano parte del cemento, si nota nel getto un più lento sviluppo delle resistenze alle basse stagionature (3-10 gg) a causa della loro reazione ritardata con la calce, raggiungendo comunque le medesime resistenze finali (a 28 e 90 giorni). Tale comportamento può talvolta rappresentare un inconveniente (facilmente risolvibile dosando opportunamente gli additivi regolatori di presa normalmente utilizzati), ma costituisce spesso un vantaggio, come nel caso di getti massivi. In essi infatti l' adozione delle ceneri consente di ridurre i forti gradienti termici conseguenti ai processi esotermici di idratazione del cemento ed alla bassa conducibilità termica propria del calcestruzzo, eliminando il pericolo di fessurazioni e cedimenti conseguenti alle tensioni interne generate dalla dilatazione differenziale fra le zone interne ed esterne del getto. 1.3 Effetto delle ceneri volanti sulle proprietà dei materiali cementizi 1.3.1 Lavorabilità Il termine lavorabilità, in inglese workability, ha un significato piuttosto ampio e generico. L’American Concrete Institute (ACI 116R-00, 73) definisce la lavorabilità come “quella proprietà del calcestruzzo o malta freschi che determina la facilità con 16 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni cui essi vengono mescolati, messi in opera e rifiniti in modo omogeneo” (“that property of freshly mixed concrete or mortar that determines the ease with which it can be mixed, placed, consolidated, and finished to a homogenous condition.”). La Japanese Association of Concrete Engineers definisce la lavorabilità come “that property of freshly mixed concrete or mortar that determines the ease and homogeneity with which it can be mixed, placed, and compacted due to its consistency, the homogeneity with which it can be made into concrete, and the degree with which it can resist separation of materials” (Ferraris 1999). Neville (1981) definisce invece la workability come “the amount of useful internal work necessary to produce full compaction”. La lavorabilità dipende non solo dalle proprietà del calcestruzzo ma anche dalla natura della specifica applicazione. E’ comunemente ritenuto che l’aggiunta di additivi minerali migliori le caratteristiche dei materiali cementizi riducendone però la lavorabilità. L’aggiunta di polveri fini, infatti, aumenta notevolmente l’area superficiale e di conseguenza la domanda di acqua. Tuttavia, è stato verificato (Lange et al. 1997) che in alcuni casi l’aggiunta di additivi minerali, quali ad esempio le scorie d’altoforno, addizionate in determinate proporzioni sono in grado di diminuire la quantità di acqua di impasto. Le ceneri volanti possono essere utilizzate nella produzione dei materiali a matrice cementizia come aggiunta vera e propria, mantenendo inalterato il dosaggio di cemento, o come aggiunta in parziale sostituzione del cemento. Le ceneri volanti migliorano significativamente le proprietà del calcestruzzo fresco, quali la lavorabilità e la pompabilità, consentendo di adottare più bassi rapporti di miscela acqua/cemento. Le miscele ottenibili sono più omogenee e non danno origine a fenomeni di segregazione dell' acqua di impasto (bleeding). Il miglioramento della lavorabilità derivante dall’impiego delle ceneri volanti è generalmente attribuito alla loro forma sferica che consente alle particelle di scorrere facilmente le une rispetto alle altre riducendo l’attrito interparticellare (ball bearing effet) (Ramachandran, 1995). La forma sferica inoltre minimizza il rapporto superficie/volume delle particelle riducendo così la domanda di acqua (Polya, 1951). Le particelle di forma sferica permettono di ottenere una densità di impaccamento più elevata in rapporto a particelle di forma irregolare che si traduce in una minore richiesta di acqua a parità di lavorabilità (Sakai et al. 1997). Studi effettuati su diversi tipi di additivi minerali hanno mostrato che le ceneri volanti ultrafini (UFFA) sono in grado di ridurre la viscosità e l’yield stress di paste di cemento senza alterarne la domanda di acqua o il dosaggio di additivi riduttori di acqua (HRWR) (Ferraris, 2001; Li et al.2005). La geometria sferica regolare e le dimensioni molto ridotte delle particelle vetrose di cenere, da qualche micron a qualche centinaio di micron, favoriscono la mobilità delle altre particelle presenti nel materiale, e permettono di ridurre contemporaneamente la richiesta di acqua a differenza di quanto accade per i materiali fini ad eccezione del cemento. L’effetto di riduzione della domanda di acqua aumenta con il tenore di aggiunta e con la finezza della cenere utilizzata. In generale le ceneri volanti apportano notevoli benefici, in termini di lavorabilità e finitura superficiale, quando vengono utilizzate in miscele o calcestruzzi relativamente poveri di aggregati fini. 17 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Figura 1.6 Influenza sulla richiesta di acqua di un calcestruzzo additivato di cenere volante di diversa finezza (Estratto da Rossetti 2003) 1.3.2 Calore di idratazione L’idratazione del cemento Portland è un processo esotermico, di conseguenza il calore che si libera determina un aumento sensibile della temperatura del cemento allo stato fresco. La parziale sostituzione del cemento con le ceneri volanti, la cui cinetica di idratazione è molto più lenta di quella del cemento, si traduce quindi in una diminuzione del calore sviluppato e del conseguente incremento di temperatura; la riduzione è all’incirca proporzionale alla quantità di cemento sostituito. Le fly ash di origine bituminosa, a basso contenuto di calcio, sono più efficaci delle ceneri ad alto contenuto di calcio, di origine subbituminosa, nel ridurre la velocità con cui aumenta la temperatura. Nella costruzione di opere massive, la sostituzione del cemento con percentuali elevate (40%-75%) di ceneri volanti permette di ridurre, o eliminare del tutto, gli stress termici durante la fase di indurimento del cemento. 1.3.3 Idratazione e sviluppo della resistenza La velocità di idratazione del cemento e di conseguenza lo sviluppo della resistenza risultano modificati dall’aggiunta delle ceneri volanti. La sostituzione del cemento con le ceneri rallenta inevitabilmente l’idratazione del cemento nelle prime fasi del processo. Le reazioni pozzolaniche che coinvolgono le ceneri, infatti, hanno luogo solo dopo l’inizio dell’idratazione del cemento, quando cioè si è formata una sufficiente quantità di idrossido di calcio in grado di reagire con la silice delle ceneri. Il periodo di induzione durante il quale le ceneri si comportano come un materiale praticamente inerte dipende dalla reattività del sistema, più precisamente dal contenuto di silice amorfa e dalla superficie specifica, nonchè dalla temperatura di maturazione dell’impasto. Gli effetti benefici dell’introduzione delle ceneri, quali l’aumento della resistenza finale e la riduzione della permeabilità si manifestano solo in un secondo tempo. La velocità con cui i calcestruzzi contenenti ceneri sviluppano la resistenza dipende da vari fattori come, per esempio, la finezza delle ceneri impiegate, il contenuto di silice amorfa (Sakai et al 2007.), il diametro medio delle particelle, le proporzioni in cui esse sono state aggiunte, la temperatura ambiente e la presenza di altri additivi. E’ stato, infatti, osservato che sebbene i calcestruzzi additivati di 18 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni ceneri volanti richiedano tempi più lunghi per il raggiungimento della resistenza finale, questa è più elevata che nel caso di impasti non addizionati; inoltre l’aggiunta di miscele di ceneri contenenti frazioni fini o ultra fini permette di aumentare significativamente la resistenza finale senza pregiudicare quella a breve termine (Li et al. 2005). I fattori che incidono negativamente sullo sviluppo della resistenza e sull’impermeabilità dei materiali cementizi sono la presenza di pori di grosse dimensioni nella pasta di cemento indurita e le microfratture che si generano all’interfaccia tra la pasta di cemento e gli aggregati. Le ceneri volanti sono in grado di ridurre tali effetti. Le ceneri volanti agiscono sia da un punto di vista fisico, riempiendo i pori più grandi con le loro particelle più fini, sia da un punto di vista chimico in quanto i prodotti delle reazioni pozzolaniche ridefiniscono la struttura dei pori e riducono lo sviluppo di microfessure nelle zone di transizione. Il meccanimo esatto che governa la ridefinizione della struttura porosa della pasta di cemento ad opera dei materiali pozzolanici non è ancora del tutto chiaro. Tuttavia il passaggio da una struttura densa con pori di grandi dimensioni, tipica delle paste di solo cemento, ad una struttura meno densa contenente pori di piccole dimensioni, come nel caso di cemento additivato con ceneri, è accompagnato da un incremento della resistenza e dell’impermeabilità del calcestruzzo. Le proprietà meccaniche e la durabilità dei calcestruzzi sono fortemente dipendenti dalla densità e dalla formazione di microfratture nella zona di contatto tra pasta di cemento e aggregato. Nei normali calcestruzzi a base di cemento Portland la zona di transizione presenta una densità minore della massa restante ed un elevato contenuto di cristalli di idrossido di calcio. Questi calcestruzzi sono pertanto maggiormente soggetti alla formazione di microfessure derivanti dal diverso ritiro dimensionale di pasta di cemento ed aggregato, indotte da variazioni di temperatura ed umidità. L’interfaccia pasta di cemento-aggregato rappresenta quindi la zona più debole del calcestruzzo, e come tale ne determina la resistenza. Le ceneri volanti migliorano la resistenza e la durabilità del calcestruzzo in quanto aumentano la resistenza meccanica della zona di interfaccia modificandone la struttura. Nelle figure 5 e 6 è riportato l’andamento della resistenza meccanica di calcestruzzi additivati in funzione della finezza e del contenuto di ceneri sostituite al cemento. Figura 1.7 Calcestruzzi di data composizione e lavorabilità con il 30% di cemento sostituito con fly ash. Resistenze meccaniche in funzione della finezza delle ceneri. (Estratto da Rossetti 2003) 19 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Figura 1.8 Calcestruzzi di data composizione e lavorabilità. Resistenze meccaniche in funzione della finezza e del contenuto di fly ash. (Estratto da Rossetti 2003) 1.3.4 Resistenza all’attacco di agenti chimici La diminuzione di resistenza all’attacco di agenti chimici aggressivi può essere dovuta alla decomposizione della pasta di cemento o all’espansione distruttiva dovuta a reazioni chimiche che avvengono nella pasta già indurita o a una combinazione dei due fattori. Le soluzioni acide reagiscono, ad esempio, con l’idrossido di calcio formando composti solubili in acqua che vengono poi dilavati dal cemento lasciando una elevata porosità che diminuisce ulteriormente la resistenza chimica del materiale. I solfati invece, reagendo sempre con il Ca(OH)2, portano alla formazione di ettringite (solfoalluminato di calcio). La reazione avviene con aumento di volume per cui quando avviene nella matrice già indurita ha un effetto di disgregazione. L’aggiunta delle ceneri volanti permette di aumentare la resistenza del calcestruzzo all’attacco di agenti chimici quali i solfati. Le reazioni pozzolaniche delle ceneri, infatti, da un lato consumano l’idrossido di calcio, una delle principali cause di vulnerabilità delle paste di cemento, e dall’altro diminuiscono la porosità della pasta e di conseguenza la permeabilità agli agenti chimici aggressivi. E’ stato osservato che sostituendo il 15% del peso del cemento con fly ash di tipo subbituminoso, la resistenza del cemento esposto all’azione di soluzioni di Na2SO4 e MgSO4 con concentrazioni inferiori al 10% risulta notevolmente incrementata. 1.3.5 Resistenza ai cicli di gelo-disgelo La resistenza dei calcestruzzi ai cicli di gelo-disgelo dipende da vari fattori: in primo luogo dalla formazione di un sistema opportuno di pori che garantisce l’intrappolamento di una quantità opportuna di aria, poi dalla velocità di raffreddamento, dalle condizioni di indurimento del cemento, dal tipo e dal contenuto di materiali cementizi presenti, nonché dall’eventuale presenza di sali antigelo. A seguito dell’incorporazione di ceneri volanti nel cemento, la temperatura di congelamento dell’acqua presente nei pori si abbassa, grazie alla ridefinizione di 20 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni questi ultimi, e ne risulta un aumento della durabilità del cemento. Le ceneri volanti hanno però la tendenza a diminuire la quantità di aria inglobata nei calcestruzzi e, dato che tale quantità deve essere quella ottimale, è bene tenere sotto osservazione la distribuzione dei pori in cui rimane l’aria. 1.4 Materiali analizzati Nel corso delle sperimentazioni condotte in questa tesi sono stati esaminati due diversi tipi di cenere volante: cenere volante nativa o naturale e cenere volante micronizzata. 1.4.1 Ceneri volanti native Con il termine di ceneri native ci si riferisce alle ceneri volanti non trattate ottenute dai sistemi di raccolta degli impianti di combustione. Tali ceneri sono costituite da particelle prevalentemente sferiche di natura amorfa. La percentuale di incombusti, espressa come LOI è di circa il 5%. Il tenore di umidità è dell’ 8 - 10%. Distribuzione granulometrica: Dv10 <7 m; Dv50 <45 m; Dv90 <150 m. 1.4.2.Ceneri micronizzate La cenere micronizzata è ottenuta per macinazione delle particelle di cenere naturale in appositi mulini ad anelli o a sfere, quali quelli mostrati rispettivamente nelle figure 1.9 e 1.10, utilizzati nel centro di ricerca dell’Enel di Brindisi per la produzione su scala di laboratorio di piccoli lotti di cenere micronizzata. Nel processo di macinazione le particelle sferiche di cenere volante vengono frantumate ottenendo particelle di cenere di geometria irregolare e dimensioni molto più piccole. Le micrografie in figura 1.11 evidenziano la differenza di dimensioni e di morfologia tra i due tipi di cenere: le ceneri volanti naturali sono, infatti, costituite da particelle di forma sferica con un diametro medio di 100 m, mentre le corrispondenti ceneri micronizzate sono costituite dai frammenti irregolari di particelle di cenere nativa e presentano con un diametro medio di 10 m. La distribuzione granulometrica delle ceneri micronizzate è comparabile a quella del fumo di silice (figura 1.12). Il processo di micronizzazione non rientra nei trattamenti di beneficiation veri e propri che come visto in precedenza, sono volti essenzialmente a ridurre il tenore di carbone incombusto presente nelle ceneri in uscita dall’impianto al fine di incrementarne il valore economico. Lo scopo dell’ottenimento di cenere micronizzata è quello di creare un additivo per materiali a matrice cementizia con proprietà intermedie tra quelle delle ceneri convenzionali, naturali, ed il fumo di silice. Le ceneri micronizzate, rispetto a quelle native, presentano, infatti, una superficie specifica molto più elevata, come mostrato nei grafici di figura 1.13 in cui sono raffrontati i valori di superficie specifica delle ceneri micronizzate con quelli di cenere nativa, di fumo di silice e di cemento Portland. La più elevata superficie specifica delle ceneri micronizzate è responsabile, come vedremo più oltre, della maggiore attività pozzolanica di tali ceneri rispetto a quelle di origine. Il processo di micronizzazione, può quindi essere considerato a tutti gli effetti un trattamento di valorizzazione delle ceneri. 21 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Figura 1.9. Mulino ad anelli e giara del mulino ad anelli Figura 1.10. Mulino a sfere Figura 1.11 a) Ceneri volanti native (D90=100 m); b) Ceneri volanti micronizzate (D90=10 m) 22 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni 100 90 80 Passante (%) 70 cenere micronizzata cenere tal quale sabbia CEM PTL 52.5 CEM PTL 42.5 silica fume (2h ultrasuoni) silica fume tal quale 60 50 40 30 20 10 0 0,01 0,1 1 10 100 1000 10000 Diametri (mm) Figura 1.12 Confronto tra le distribuzioni granulometriche Laser di cenere nativa, cenere micronizzata, cemento Portland 42.5 e 52.5, fumo di silice (tal quale e disaggregato) Superficie Specifica BLAINE 12.000 SS Blaine 6.000 (cm 2/gr) 0 Cenere tal quale Cenere Micronizzata Silica Fume Cemento Ptl 52,5 Superficie Specifica BET 200.000 160.000 SS Bet 120.000 (cm 2/gr) 80.000 40.000 0 Cenere tal quale Cenere Micronizzata Silica Fume Cemento Ptl 52,5 Figura 1.13 Confronto tra i valori di superficie specifica determinati con il metodo Blaine e BET 23 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Sono stati analizzati due diversi tipi di ceneri volanti micronizzate, ottenute dalle stesse ceneri native, ma con processi di macinazione diversi. • Tipo"A": -Ceneri micronizzate previa setacciatura, ad umido a 200 m, del tal quale. -Granulometria finale Dv90 <10 m. -Percentuale di ceneri nello slurry finale: 53%. -Massa volumica =1,5 kg/dm3. • Tipo "B": -Ceneri micronizzate in doppio passaggio (premacinazione con sfere grosse fino a Dv99<35 m, macinazione finale con microsfere fino a Dv90 <10 m). -Percentuale di ceneri nello slurry finale: 55%. -Massa volumica =1,5 kg/dm3 . Le ceneri micronizzate sono state fornite dal produttore come slurry in quanto il processo di macinazione è effettuato ad umido. 1.4.3 Composizione chimica La composizione chimica, espressa in ossidi, delle ceneri volanti naturali e delle ceneri micronizzate è riportata in tabella 1.5, in riferimento a quella del cemento portland (tipo I 52.5R). La composizione chimica dei due tipi di cenere è pressoché identica in quanto le ceneri micronizzate sono ottenute per semplice macinazione delle ceneri native. I costituenti principali sono la silice e l’allumina, seguiti in percentuali inferiori da ossido di ferro e ossido di calcio. Composizione chimica (%) SiO2 Al2O3 Fe2O3 CaO MgO Na2O K2O Cenere naturale 45,99 27,24 7,79 6,17 1,53 0,19 0,5 Cenere micro.A 47,75 29,16 8,08 5,93 1,48 0,18 0,38 CEM I 52,5 R 17,6 5,05 3,75 56,2 14,7 0,35 0,6 Tabella 1.5 Composizione chimica delle ceneri volanti naturali e micronizzate Materiale In tabella 1.6 è riportato il valore medio del diametro delle particelle di cenere nativa e micronizzata in rapporto a quello di un cemento Portland. Si può osservare, come il diametro medio delle ceneri micronizzate sia dieci volte inferiore a quello delle ceneri native e due volte inferiore a quello del cemento Portland. Mineral admixtures Diametro medio (µ µm) Cenere naturale 45,00 Cenere micronizzata tipo A 4,21 Cenere micronizzata tipo B 4,09 Cemento I 52,5 R 9,14 Tabella 1.6. Diametro medio delle particelle di cenere volante naturale e micronizzata 24 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni La superficie specifica dei due tipi di cenere e del cemento, determinata in base alle curve di distribuzione granulometrica, è riportata in tabella 1.7, in rapporto a quella del cemento Portland: Sp (cm2/ cm3) Mineral admixtures Cenere naturali 8,4⋅103 Cenere micronizzata tipo A 6,28⋅104 Cemento I 52,5 R 11,88⋅104 Tabella 1.7. Superficie specifica media dei due tipi di cenere 1.4.4 Massa volumica Le misure di massa volumica delle ceneri sono state eseguite con il picnometro ad alcol etilico e con il picnometro a gas (elio) ottenendo i valori di tabella 1.8: Densità [g/cm3] Materiale Picnometro ad Picnometro alcool etilico a gas Ceneri naturali 2,24 2,28 Ceneri micronizzate tipo A 2,63 2,53 Ceneri micronizzate tipo B 2,69 2,53 Tabella 1.8. Densità delle ceneri native e micronizzate I valori di massa volumica così determinati sono in accordo con quelli medi riportati in letteratura (2,1-2,7 g/cm3). Il basso valore di massa volumica delle ceneri native è probabilmente dovuto alla elevata percentuale di incombusti in esse contenuti, che dai risultati dell' analisi termogravimetrica risulta essere superiore al 7%. Il tenore di incombusti probabilmente diminuisce nelle ceneri micronizzate per effetto del processo di macinazione. 1.4.5 Maximum packing factor La massima densità di impaccamento, m , delle ceneri native e di quelle micronizzate, definita come il valore massimo del rapporto tra il volume di solido e il volume della sospensione (solido e mezzo disperdente) è stata determinata con il metodo “oil drop test” (ASTM D1483-84 e D281-84). I risultati sono riportati nella tabella 1.9: φm Componente Cenere naturale 0,50-0,55 Cenere micronizzata tipo A 0,45-0,50 Cenere micronizzata tipo B 0,45-0,50 Tabella 1.9. Valori del maximum packing factor di ceneri native e micronizzate determinati con il metodo “oil drop test”. Tali valori, inferiori ai valori massimi di 0,6-0,65, risultano giustificati dalla morfologia delle particelle di cenere. L' analisi di campioni di cenere al SEM ha, 25 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni infatti, messo in evidenza, per quanto riguarda le particelle di ceneri native, una morfologia sferoidale abbastanza regolare caratterizzata però dalla presenza di materiale pulverulento incoerente da ascrivere probabilmente ad incombusti. Nel caso delle ceneri micronizzate si è osservata una morfologia più irregolare dovuta al processo di macinazione per l' ottenimento del materiale. 1.4.6 Analisi mineralogica al microscopio a scansione elettronica (SEM) L’analisi al microscopio a scansione elettronica ha evidenziato per le particelle di cenere nativa una struttura regolare (sfera centrale circondata da sferoidi più piccole) ed una morfologia prevalentemente sferica (figura 1.14), caratteristiche quasi del tutto assenti nel caso della cenere micronizzata (figure 1.15 e 1.16). Non si riscontrano conformazioni del tipo cenosfere e l’estensione delle zone porose risulta relativamente limitata; queste ultime si rivelano invece predominanti nelle micronizzate, rendendone la struttura molto più irregolare. Per quanto riguarda le dimensioni, circa il 90% delle particelle di cenere nativa ha un diametro inferiore ai 10 m. Al di sotto di tale valore, la struttura appare frastagliata con la presenza di pochi frammenti di sfere. Le ceneri micronizzate, sono invece prevalentemente costituite di particelle con diametro medio inferiore a 5-6 m; al di sotto di tale valore in questo caso, differentemente da quanto si nota per le ceneri native, si osservano numerosi frammenti di sfere cavi. In particolar modo, per le ceneri micronizzate B si evidenzia la presenza di frammenti di particelle in quantità ancora maggiori rispetto alle ceneri A, per cui la struttura appare prevalentemente irregolare. Dunque il fatto che i valori di densità e di massima frazione di impacchettamento misurati per le ceneri micronizzate siano risultati più elevati rispetto a quelli delle ceneri tal quale è da attribuirsi ad una maggiore presenza di cavità nella microstruttura delle prime. Inoltre le particelle sferiche di ceneri tal quale tendono ad agglomerarsi facilmente, contrariamente a quanto accade nelle micronizzate, dove prevale una struttura frammentata; anche questo aspetto contribuisce ad accentuare le differenze tra le proprietà sopra misurate per i due tipi di ceneri. Infine, attraverso il SEM è stato possibile effettuare una microanalisi chimica della struttura per osservare la distribuzione dei vari elementi. Da questa indagine si è evidenziata per le particelle dell’ordine di 200µm una prevalenza di Ca, Al, Si sotto forma di ossidi con più o meno uguale distribuzione, ed una presenza di Fe sotto forma di frammenti di piccole dimensioni, isolati. Per quanto riguarda la microanalisi, non si sono riscontrate differenze significative tra i vari tipi di ceneri. 26 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni Figura 1.14. Immagini al SEM di ceneri native Figura 1.15. Immagini al SEM di ceneri micronizzate di tipo A Figura 1.16. Immagini al SEM di ceneri micronizzate di tipo B 27 Capitolo 1 Le ceneri volanti: proprietà e applicazioni BIBLIOGRAFIA Beltz G., Caramuscio P., “Valorizzazione delle Ceneri di Carbone Provenienti dagli Impianti di Combustione a Carbone”, ENEL Produzione e Ricerca. Collepardi M., Coppola L., “Materiali innovativi per calcestruzzi speciali”, Ed. Enco (1990). Coppola L., Concretum, McGraw-Hill 2007. Ferraris C.F. et al., “The influence of mineral admixtures on the rheology of cement paste and concrete ”, Cement and Concrete Research 31 (2001) 245-255. Ferraris C.F., “Measurement of the Rheological Properties of High Performance Concrete: State of the Art Report”, Journal of Research of the National Institute of Standards and Technology, 104(5), 461-478 (1999). Lange F., Mortel N., Rudert V., “Dense packing of cement pastes and resulting consequences on mortar properties”, Cement and Concrete Research 27 (10) (1997) 1481-1488. 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