Papa Francesco

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Papa Francesco
Anno )
• N°4 • APRILE 2013 - Via S. Lucia Filippini n° 25 - Tel. 0761.826050 - Montefiascone (VT) • "Poste Italiane SpA • Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo"
«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli
D i r e z i o n e , r e d a z i o n e : 0 1 0 2 7 M o n t e f i a s c o n e , V i a S.L. F i l i p p i n i , 2 5 - Tel. 0 7 6 1 . 8 2 6 0 5 0 - A u t o r i z z . T r i b u n a l e d i V i t e r b o n° 2 7 2 d e l 4 - 1 2 - 1 9 8 2
Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 • Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected]
Ore 20,20 di mercoledì
13 marzo
Papa Francesco
ha rivolto alla folla dei fedeli che
gremiva la piazza le seguenti parole
Fratelli e sorelle, buonasera!
Voi sapete che il dovere del
Conclave era di dare un
Vescovo a Roma. Sembra che i
miei fratelli Cardinali siano
andati a prenderlo quasi alla
fine del mondo... ma siamo
qui... Vi ringrazio
dell'accoglienza.
La comunità diocesana di
Roma ha il suo Vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare
una preghiera per il nostro
Vescovo emerito, Benedetto
XVI. Preghiamo tutti insieme
per lui, perchè il Signore lo
benedica e ia Madonna lo
custodisca.
Dopo la recita del Padre
Nostro, dell'Ave Maria e del
Gloria al Padre, il Papa ha così
continuato.
E adesso,
incominciamo
questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma, che è quella
che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra
noi. Preghiamo sempre per noi: l'uno per l'altro. Preghiamo per tutto il mondo, perchè ci
sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Cardinale Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l'evangelizzazione di questa città tanto bella!
E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima - prima, vi chiedo un favore: prima che
il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perchè mi benedica:
la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me.
A questo punto il Pontefice ha chinato il capo ed è rimasto per alcuni istanti in silenzio mentre la piazza pregava per lui. Quindi ha così proseguito.
Adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e le donne di
buona volontà.
Al termine della benedizione il Papa ha così concluso.
Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell'accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci
vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna, perchè custodisca tutta
Roma. Buona notte e buon riposo!
Così il nostro
Vescovo Lino
Beatissimo
Padre,
nel momento in
cui Ella, come
Vescovo di Roma,
inizia il Suo supremo Ministero di
Successore
dell'Apostolo
Pietro e di Pastore
universale
della
Chiesa, la Diocesi
di Viterbo si unisca alla gioia profonda di tutta la comunità ecclesiale, che
accoglie il dono grande di un nuovo Pontefice
che ha ricevuto dal Signore il compito di confermare i fratelli nella fede.
La Città di Viterbo è conosciuta come la
"città dei Papi", per lo stretto legame che nel
corso dei secoli ha avuto con i Sommi
Pontefici e la Sede di Pietro. Nel XIII secolo,
infatti, fu sede pontificia per circa ventiquattro
anni, durante i quali vi soggiornarono e vi
furono eletti vari Papi. Nei secoli successivi,
poi, la nostra Città ha visto tra le sue mura
molti altri Pontefici, fino alle due ultime memorabili Visite del Beato Giovanni Paolo II e di
Benedetto XVI.
Tutto questo dice il rapporto stretto e l'attaccamento sincero che il nostro territorio e la
nostra gente ha costantemente avuto per il
Papa e che ora vuole rinnovare alla Santità
Vostra con il desiderio di avere sempre l'entusiasmo e "il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce dei Signore; di
edificare la Chiesa sul sangue del Signore,
che è versato sulla Croce; e di confessare
l'unica gloria: Cristo Crocifisso".
Dalla nostra Chiesa di Viterbo sale a Dio
una preghiera corale per Lei, Santo Padre
Francesco, e per le nostre comunità e per ciascuno di noi attendiamo da Lei l'Apostolica
Benedizione, mentre promettiamo, con il
Poverello d'Assisi, "obbedienza e riverenza al
signor Papa".
+ LINO FUMAGALLI
Vescovo di Viterbo
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
pag. 10
PAPA FRANCESCO
Nel pomeriggio di giovedì 14 marzo, all'indomani dell'elezione, Papa
Francesco ha celebrato la messa "per la Chiesa" nella Cappella Sistina
con i cardinali che hanno partecipato al conclave. Questa la sua omelia.
In queste tre letture vedo che c'è qualcosa di comune: è il movimento. Nella prima lettura il movimento nel cammino; nella seconda lettura,
il movimento nell'edificazione della Chiesa; nella terza, nel Vangelo, il
movimento nella confessione. Camminare, edificare, confessare.
Camminare. "Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del
Signore" (Isaia 2,5). Questa è la prima cosa che Dio ha detto ad Abramo:
Cammina nella mia presenza e sii irreprensibile. Camminare: la nostra
vita è un cammino e quando ci fermiamo, la cosa non va. Camminare
sempre, in presenza del Signore, alla luce del Signore, cercando di vivere con quella irreprensibilità che Dio chiedeva ad Abramo, nella sua promessa.
Edificare. Edificare la Chiesa. Si parla di pietre: le pietre hanno consistenza; ma pietre vive, pietre unte dallo Spirito Santo. Edificare la
Chiesa, la sposa di Cristo, su quella pietra angolare che è lo stesso
Signore. Ecco un altro movimento della nostra vita: edificare.
Terzo, confessare. Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi
possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la
cosa non va. Diventeremo una ong assistenziale, ma non la Chiesa,
sposa del Signore. Quando non si cammina, ci si ferma. Quando non si
edifica sulle pietre cosa succede? Succede quello che succede ai bambini sulla spiaggia quando fanno dei palazzi di sabbia, tutto viene giù, è
senza consistenza. Quando non si confessa Gesù Cristo, mi sovviene la
frase di Léon Bloy: "Chi non prega il Signore, prega il diavolo". Quando
non si confessa Gesù Cristo, si confessa la mondanità del diavolo, la
mondanità del demonio.
Camminare, edificare-costruire, confessare. Ma la cosa non è così
facile, perchè nel
camminare,
nel
costruire, nel confessare, a volte ci
sono
scosse, ci
sono movimenti che
non sono proprio
movimenti del cammino: sono movimenti che ci tirano
indietro.
Questo Vangelo
prosegue con una
situazione speciale.
Lo stesso Pietro che
ha confessato Gesù
Cristo, gli dice: Tu
sei Cristo, il Figlio di
Dio vivo,
lo ti
seguo, ma non parliamo di Croce.
Questo non c'entra.
Ti seguo con altre
possibilità, senza la
Croce. Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo
senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non
siamo discepoli del Signore: siamo mondani, siamo vescovi, preti,
cardinali, papi, ma non discepoli del Signore, lo vorrei che tutti, dopo
questi giorni di grazia, abbiamo il coraggio, proprio il coraggio, di camminare in presenza del Signore, con la Croce del Signore; di edificare la
Chiesa sul sangue del Signore, che è versato sulla Croce; e di confessare l'unica gloria: Cristo Crocifisso. E così la Chiesa andrà avanti.
lo auguro a tutti noi che lo Spirito Santo, per la preghiera della
Madonna nostra Madre, ci conceda questa grazia: camminare, edificare, confessare Gesù Cristo Crocifisso. Così sia.
prima dell'io, che il donare è più importante
dell'avere. Papa Francesco non ha detto
molte parole, ma ha compiuto gesti inattesi e
ha fatto intravedere orizzonti inesplorati, ma
di Lorenzo Chiarirtela - vescovo emerito di Viterbo
vivi e sognati dal cuore di tutti. Papa
Francesco si è presentato come 'Vescovo
Caro direttore,
l'amore senza condizioni, che fa sognare un
da questa splendida Valle reatina dove ora mondo di libertà, di giustizia, di pace. Intorno della Chiesa di Roma, che è quella che presievivo, chiamata "santa" per i segni suggestivi al Conclave si erano addensate previsioni di de nella carità tutte le Chiese".
lasciati dalla presenza di Francesco d'Assisi, ogni colore e l'attenzione era posta sul prestiSul petto portava una croce "povera". Ha
tra il 1208 e il 1225, sale oggi un "cantico" di gio, la notorietà, il peso sociale, la collocazio- salutato familiarmente con "Buona notte" e
gioioso augurio al primo Papa che si è voluto ne politica, l'abilità gestionale. Ma, come in "Buon riposo". Ha augurato che "questo camchiamare Francesco. Dalla loggia principale quel 1223 a Greccio, Francesco, convocò gli mino che oggi incominciamo e nel quale mi
della Basilica di San Pietro, ecco la voce lim- abitanti intorno alla grotta e all'altare di un aiuterà il mio cardinale vicario sia fruttuoso per
Bambino fragile e senza pretese e cantò la l'evangelizzazione".
pida e carezzevole del cardinale Jorge Mario
Bergoglio divenuto papa Francesco, che gioia di un Dio che diventa vicino, così il primo
Queste parole, semplici e confidenziali, a
esclama: "Fratelli e sorelle, buona sera!". La Papa che si chiama Francesco, con la sponta- 50 anni dal Concilio Vaticano II portano il timmente e il cuore corrono a Poggio Bustone neità di un fanciullo, ha pregato e ha fatto pre- bro della collegialità, della partecipazione, delquando il primo Francesco, semplice e pove- gare con il Padre nostro, l'Ave Maria e il l'apertura, della austerità e sono segnate dalla
ro, quasi esule dalla sua Assisi, esclamò: Gloria. E ha pregato per "il nostro vescovo forza incalcolabile della preghiera. Francesco
"Buon giorno, buona gente". Abbiamo bisogno emerito Benedetto XVI perchè il Signore lo d'Assisi otto secoli fa ha così segnato la Valle
di parole buone; sentiamo la necessità di rela- benedica e la Madonna lo custodisca" e ha reatina. Papa Francesco, dono di Dio alla
zioni umane; sogniamo un mondo più acco- pregato per "tutto il mondo e tutti gli uomini e Chiesa, con la stessa semplicità, umiltà e
gliente e fraterno. Ed ecco papa Francesco donne di buona volontà". E poi, prima di bene- mitezza, aiutaci a riscoprirne le "stimmate" in
che, umilissimo, dice: "Vi ringrazio per l'acco- dire - come solo un Papa sa fare - ha chiesto questo nostro tempo che, con sant'Ignazio,
glienza... E adesso cominciamo questo cam- di essere benedetto, come ogni padre, ogni vuole cantare la "gloria di Dio" e, con san
mino, vescovo e popolo, un cammino di fratel- madre, ogni fratello o sorella sa fare. E, allora,
Francesco, vuole toccare con mano "il bene e
lanza, di amore, di fiducia fra noi". Come non c'è stato un minuto - immenso - di silenzio! la pace". Questo lembo di terra reatina ne fa
ricordare la voce del Santo di Assisi che a Momento di speranza, spazio di comunione!
preghiera e augurio.
Fontecolombo scrive la "Regola" ricopiando il
da "Avvenire", pag. 33
Nella quiete di San Fabiano alla Foresta
Vangelo che parla di fraternità, che comanda san Francesco aveva insegnato che il tu viene
del 23/03/13
Da san Francesco a papa Francesco
Li^uW®
7,30
Divino A m o r e
S. M a r i a delle G r a z i e
C o r p u s D o m i n i (Le C o s t e )
S . Pietro - B e n e d e t t i n e
Villa S . Margherita
9
S . M a r i a del R i p o s o (Fiordini)
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S. F r a n c e s c o
Villa S . M a r g h e r i t a
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C o r p u s D o m i n i (Le C o s t e )
S . M a r i a del G i g l i o ( Z e p p o n a m i )
S. Flaviano
S. Giuseppe - Le M o s s e
S . M a r i a della Vittoria ( C a p p u c c i n i )
Villa S . M a r g h e r i t a
MONTEFIASCONE
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S. Flaviano
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S . M a r i a del G i g l i o ( Z e p p o n a m i )
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Santuario S. L u c i a Filippini
18
S. Flaviano
19
S.
Francesco
S. MESSA VESPERTINA FESTIVA del sabato
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s. Maria del Giglio - Zepponami
19,00
S. Margherita
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
pag. 11
VECCHIE
FOTO
Nel 1953, a conclusione della "Peregrinalo
Mariae" passata per tutte le parrocchie della
Diocesi, la statua della Madonna Pellegrina,
con una solenne processione e con grande
partecipazione dei devoti, fu posta nella chiesa di Santa Maria della Neve.
Tommaso Guarducci
Un celebre cantante evirato nato a Montefiascone
d i
GIANCARLO
BRECCOLA
così bene da produrre grandi effetti ed appagano pienamente l'orecTra le tante innovazioni volute dalla
chio. Possiede una residenza invernale a Firenze, ed ha fatto costruirivoluzione francese e dal regime
re questa a Montefiascone, suo luogo di nascita, per ritirarvisi durante
napoleonico vi fu quella di vietare la
l'estate ed ospitarvi la madre, i fratelli e le sorelle; la casa è costruita
castrazione dei fanciulli per farne dei
in una posizione incantevole: da un lato gode di una bellissima vista
cantori dalla voce bianca. L'usanza,
sulla campagna fino ad Acquapendente e su gran parte del lago di
durata circa tre secoli, era sorta da una
Bolsena, dall'altro guarda sulle colline di Viterbo e la campagna circorigida interpretazione di un'affermaziostante. Spero che mi sarà possibile rivederlo ancora al mio ritorno a
ne "antifemminista" contenuta nella
Firenze. Dice di avere del tutto abbandonato il teatro e si propone di
Bibbia - Mulier absit a choro (la donna
non cantare più in pubblico. Sarà una perdita per l'Italia poiché è consia tenuta lontana dal coro) ripresa da
siderato il migliore cantante del momento; a Roma si parla ancora con
san Paolo, Mulieres in ecclesiis taceentusiasmo della sua esecuzione della Didone Abbandonata di
ant (la donna in chiesa taccia) - e dal
Piccinni [...] Mi separai con rammarico dall'ottimo uomo e dal cantandivieto alle donne, introdotto da Sisto V
te affascinante e raggiunsi Viterbo per l'ora di pranzo..."
nel 1585, di recitare in teatro perchè
non decoroso e fonte di pensieri lascivi negli uomini. I casi di evirazione forIn quell'occasione il
zata su ignari fanciulli erano frequenti.
cantante dichiarò a
Nei brefotrofi, fra i trovatelli abbandoBarney di volersi ritinati nella ìruotai, molti di quelli dotati di
rare dalle scene.
una bella voce venivano ceduti, dietro compenso, alle corti dei nobili, o alle In realtà, anche se
Scholae Cantorum o a ricchi musicomani.' Purtroppo la percentuale dei castrati ormai la sua carriera
che emergevano era piuttosto bassa. Nel nostro territorio riuscirono a raggiunge- era in declino, contire la fama Mario Lippi, detto Martuccio, di Acquapendente, il bolsenese Andrea nuò a esibirsi fino al
Adami, detto II Bolsena, e Tommaso Guarducci di Montefiascone.
1777. Nonostante sofQuest'ultimo, che era nato a Montefiascone nel 1728, aveva intrapreso lo studio frisse di un'infiammadel canto a Bologna con il contraltista Antonio Maria Bernacchi, virtuoso tra i più- zione al petto che lo
rinomati maestri dell'epoca. Dopo aver cantato al teatro di Urbino durante il car- tormentò per tutta la
nevale del 1743, era approdato a Madrid su invito del celebre Farinelli, al secolo vita, il Guarducci fu
Carlo Broschi. Nella capitale spagnola prestò servizio presso la corte di uno dei più apprezzaFerdinando VI. Si trasferì poi a Lisbona, e quindi a Vienna. Dall'estate del 1758 ti sopranisti della
all'inizio del 1762 operò pressoché stabilmente presso il teatro S. Carlo di Napoli. seconda metà del
Successivamente lo ritroviamo a Pisa, Parma, Roma.2
Settecento. Egli oppose al puro virtuosismo d'agilità, l'espressività del canto spiaTra il 1767 e il 1768 lasciò nuovamente l'Italia per approdare al King's theatre di nato e patetico basato sull'ampiezza del fraseggio e sulla soavità del cantabile. Il
Londra, dove prese parte, tra l'altro, alle prime assolute del Carattaco di J. Chr. cantante inglese M. Kelly, che lo conobbe nella fase declinante della carriera,
Bach, i pasticci Sitare e Tigrane, La conquista del Messico di Vento e \'Ifigenia inpotè apprezzare ancora la bellezza del suo "sostenuto" e giunse a definirlo the
Aulide di Guglielmi. Nel periodo londinese cantò anche in diversi oratori, riscuofirst cantabile singer of his time. Morì il 10 gennaio 1803, a 75 anni, e fu sepolto
tendo un notevole successo. Il musicologo inglese Charles Burney, che durante il nella cattedrale di S. Margherita a Montefiascone, come risultava da un'epigrafe
soggiorno del cantante a Londra ebbe modo di stringere con lui una duratura ami- ormai scomparsa.4
cizia, afferma che per l'esecuzione di dodici oratori egli ricevette un compenso di
600 sterline: somma mai corrisposta prima a un artista per occasioni del genere.
THOMAE GVARDVCCIO / DOMO PHALISCOD. PIETATE ET RELIGIONE CONSPICVO /
Dopo il 30 giugno 1768, in concomitanza con la chiusura della stagione al King's
MVSICES ADSERTORI SVI TEMP. OMNIVM FACILE PRIMO / HETRVRIAE DVCIBVS
Theatre, Guarducci lasciò Londra per tornare in Italia. Dopo essersi esibito nella
MAXIME CARO / HONORIBVS STIPENDIO DVM VIXIT COPIOSISSIME AVCTO / NICOprimavera del 1769 al teatro del Falcone di Genova, lo troviamo all'inizio del 1770
LAVS FRATRIS FILIVS HAERES EX ASSE / PATRVO BENEMERENTISSIMO M. P. / IN
ancora all'Argentina, dove, in apertura di stagione, interpretò il personaggio di
PATRIA DECESSIT IV. ID. IAN. AN. MDCCCIII. AET. LXXV. / RELINQVENS AMOREM
Enea nella prima assoluta della Didone abbandonata di Piccinni, ottenendo un
ET DESIDERIVM SVI
successo trionfale, e il 13 febbraio impersonò il ruolo principale ne II Siroe di
Franchi. Come apprendiamo dal Burney, il cantante, che in inverno risiedeva abi[TRADUZIONE] A TOMMASO GUARDUCCI, / CITTADINO DI MONTEFIASCONE,
tualmente a Firenze, dal 1770 iniziò a passare i periodi di riposo estivo a
ECCELLENTE PER PIETÀ E RELIGIONE,/ASSERTORE DELL'ARTE MUSICALE, PRIMO
Montefiascone, dove si era fatto costruire una villa con vista sul lago di Bolsena.
SENZA DUBBIO TRA TUTTI QUELLI DEL SUO TEMPO, / CARISSIMO Al DUCHI DI
Lo stesso Burney, il 19 settembre di quell'anno, si recò a fargli visita nella nuova
TOSCANA, / ACCRESCIUTO COPIOSISSIMAMENTE DI ONORI E PREBENDE FINCHÉ
casa:3
VISSE, / NICOLA, FIGLIO DEL FRATELLO, EREDE UNIVERSALE, / ALLO ZIO BENE-
MERENTISSIMO DOLENTE POSE / MORÌ IN PATRIA IL 1 0 GENNAIO DELL'ANNO
"A Montefiascone mi recai a trovare il signor Guarducci nella sua
nuova casa assai signorile che gli italiani chiamano palazzo, e che è
arredata all'inglese con molto gusto. Il cantante sapeva del mio viaggio e degli scopi che perseguivo [...] Acconsentì gentilmente ad eseguire per me un pezzo composto dal Sacchini, che cantò divinamente. Mi pare che la sua voce sia più potente di quanto lo fosse quando
aveva cantato in Inghilterra, mentre il suo gusto e la sua espressione
si sono estremamente raffinati. Come esecutore è assai sobrio ed
aggiunge poche note alle melodie; quelle poche, però, sono scelte
1 8 0 3 , ALL'ETÀ DI 7 5 ANNI, LASCIANDO AFFETTO E RIMPIANTO DI S É .
1
Cfr. ANGELO LA BELL*, I castrati
2
M o l t e d e l l e notizie relative alla c a r r i e r a d e l G u a r d u c c i s o n o tratte dal Dizionario
degli italiani,
di Dio. S c i p i o n i Editori, 1 9 9 5 .
3
BURNEY, CHARLES, Viaggio
4
DE ANGELIS, GIROLAMO, Comentario
Chiesa
Biografico
voi. 6 0 , 2 0 0 3 , NADAI CARNEVALE, ad vocem.
Cattedrale
musicale
di Montefiascone,
in Italia - anno
storico
critico
1770, a c u r a di E. F u b i n i , T o r i n o 1979.
su l'origine
e le vicende
M o n t e f i a s c o n e 1 8 4 1 , p. 179.
della
Città e
pag. 10
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
L ' A R T E DI P A O L O
La realtà un
po' sonnolenta, spesso grigia e immobile
della
nostra
città in questi
giorni è animata dalla mostra
di un artista
locale,
Paolo
Pezzato,
che
fa della grande
manualità una chiave d'accesso ad una espressività profonda e
ricca.
È una mostra importante. E vorremmo che servisse per rispondere ad una domanda fondamentale per quanto riguarda la fruizione dell'opera d'arte. Vorremmo in particolare fornire elementi per
rispondere alla domanda centrale che ci poniamo: Come si guarda un'opera d'arte?
Bene, allora avviciniamoci all'esposizione: entrando nei locali
dell'ex Tribunale di Viterbo. Ci accoglie, di fronte, sulla sinistra una
prima opera: "La luce sul volto". Avviciniamoci ad essa, andiamole
incontro: vicini, vicinissimi, fino a sentire il profumo del legno, di
quelle forme che da quella breve distanza sembrano semplici pezzi
di legno incollati, quasi a caso, sulla tavola nera.
Da qui il lavoro si rivela nella sua materialità, con la densità del
legno, con le sue venature, con le sue morbidezze che non ci parlano di una immagine precisa. Quasi sembra trattarsi di una astrazione capricciosa che l'artista ha voluto realizzare assemblando e
lavorando, per il semplice gusto di farlo, ritagli di legno, giocando
con la materia.
Poi
con
lentezza (sì,
prendiamoci
tutto il tempo,
senza fretta) i
direi
quasi
con raccoglimento, indietreggiamo,
sempre
con
l'occhio
sull'opera.
In
questo allontanarci da essa l'opera lentamente si ricompone, e da quel disordine iniziale di materia inizia a comparire una forma precisa, un volto
di donna costruito dai pieni e dai vuoti, dai tagli di luce e dalle
ombre, dallo spessore del legno e dal muto oscuro del fondo nero.
Ma l'immagine resta mobile, sembra apparire e di nuovo scomparire, ci pare per un attimo di prenderla e farla nostra ma poi di nuovo
dissolversi ed arretrare tra le maglie di una percezione che per un
attimo comprende e sintetizza il senso complessivo dell'immagine
e subito dopo pare scomporsi e ritirarsi in quel vuoto che la assimila.
Fermiamoci, infine (a che distanza? 5 metri? 10? Alla distanza
che sentiamo più giusta), e distogliamo lo sguardo, guardiamola
con la coda dell'occhio: è dalla visione periferica che l'immagine
tende a ricomporsi e svelarci la sua 'vera' forma. Ma non basta: torniamo a porre l'immagine al centro del nostro sguardo, ma socchiudendo gli occhi, dando alla nostra visione solo la fessura tra le palpebre che si chiudono: è allora che la magia si realizza davvero:
quando lo sguardo si offusca, perde in limpidezza; ma quello che
perde in limpidezza lo acquista in profondità di visione, nel giungere a cogliere l'essenza stessa dell'opera, il suo profondo valore
espressivo, quello che coglie una intenzione, una dimensione davvero umana che trasforma in arte il ritratto.
È da questo sguardo 'offuscato' che lo sfondo e la figura svelano la dinamica intrinseca che ci conduce alla comprensione complessiva dell'opera.
La tecnica originale, unica, di Pezzato ha questo di straordina-
PEZZATO
rio: riesce a farci
capire fino
in
fondo i meccanismi all'apparenza semplici, in
realtà estremamente complessi
e un po' misteriosi, della nostra
capacità di avvicinarci all'opera
d'arte e fruirne
fino in fondo. Ci fa capire che la materia inerte e muta sa animarsi,
facendoci svelare qualcosa di noi stessi, che giace al fondo della
nostra essenza: è un'arte che va all'essenza, all'essenza di una
emozione e di una intenzione, che ferma un gesto o una espressione nel momento limite della sua verità, e lo fa ponendo la materia
in contrasto con la luce e con lo spazio. E allora la materia diviene
espressiva, in volti e schemi noti, notissimi, o in emozioni anonime,
ma sempre, profondamente nostre, veramente umane.
Non importa che si tratti di immagini che appartengono alla sfera
del sacro o che siano profane, che ci mostrino volti e figure noti o
meno: sempre sentiamo aleggiare su di esse un alone di verità. Ad
un occhio che sappia vedere, e non semplicemente guardare, la
materia inerte diviene veicolo di una consapevolezza maggiore.
Può trattarsi di colore su una tela, di forma nello spazio, o, come nel
caso di Pezzato, di legno venato e pesante su uno sfondo scuro.
Ma sempre la materia inerte si fa espressiva, diviene leggera e animata, acquista un valore espressivo intenso e profondo.
L'arte di Pezzato è uno stimolo a riflettere su noi stessi, sulla
nostra capacità di raccoglierci a cogliere il senso autentico nascosto dietro all'apparire, e lo fa con tagli di luce nello spazio che
nascono dalla materia stessa: ci viene da chiederci: conosciamo un
autore più vicino al mondo di Caravaggio? Come in Caravaggio lo
spazio di Pezzato non ha semplicemente una realtà geometricamente misurabile, ma si anima e si arricchisce di un valore e di
intenzioni, e la luce non
è solo ciò che ci consente di guardare, ma
è lo strumento di un
disvelamento, il veicolo
di un processo che ci
guida a vedere fino in
fondo.
Col
gioco
della
materia nello spazio,
con i tagli di luce e con
la luce che è insita
nella materia, con il
fondersi della figura e
dello sfondo, l'arte di
Pezzato ci dice questo:
impariamo a guardare,
a guardare davvero,
facendo silenzio dentro
di noi, ponendoci a
diretto contatto con l'opera, distanziandoci dai meccanismi usati
della nostra quotidianità.
A quel punto, parafrasando un grande poeta, Osip Mandel'stam,
"tutto il resto scompare, rimane solo spazio, stelle e luce".
Dott. Bruno Dei
Esperto d'arte e collezionista
La mostra che si tiene nei locali dell'ex Tribunale di Viterbo, a
Piazza Fontana Grande, è stata inaugurata il 15 marzo 2013 dal
Sindaco di Viterbo Giulio Marini e dall'Assessore
al Patrimonio
Maria Antonietta Russo che ne hanno concesso i locali ed il patrocinio. Resterà aperta fino al 15 aprile 2013. è un'occasione da non
lasciarsi sfuggire poiché non si sa se sarà riproposta ancora a
Viterbo e in versione così completa.
Orario: tutti i giorni dalle 10,30 alle 13,00 e dalle 17,00 alle 19,30.
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
NOTA DI AGRICOLTURA
pag. 11
L'ANGOLO
DELLA
RIFLESSIONE
a cura di GIMBERTO
IL CAPITALE GLOBALE
Sembra che la primavera e l'autunno non esistano più. Le stagioni
si alternano con sbalzi improvvisi
dall'inverno all'estate e viceversa.
Anche i fenomeni meteorologici
sembrano alterati. Ogni volta che
piove, si riversa sulla terra, in
pochissimo tempo, tanta acqua da
provocare inondazioni, frane e straripamenti di fiumi che travolgono
strade, case, persone e quant'altro
trovano sul loro rovinoso percorso,
provocando lutti ed enormi danni
materiali. Ogni volta che fa freddo,
arriva improvvisamente una morsa
di gelo con temperature tanto
basse e rigide da distruggere o
danneggiare profondamente le colture stagionali ed arboree. Ogni
volta che fa caldo, una cappa di afa
torrida avvolge, anch'essa improvvisamente, tutto e tutti, costringendoci a subire un caldo insopportabile che causa
morti e inaridimento dei terreni e delle colture, con conseguenze disastrose.
Ma dove sono andate a finire le mezze stagioni? Il clima sta cambiando?
Nella lunghissima storia del nostro pianeta il clima ha subito diversi alti e bassi,
nel senso che si sono succedute epoche glaciali ad epoche di surriscaldamento,
dovute tutte a cause naturali, come le fluttuazioni derivate dalla variazione dell'energia solare, l'interferenza fra di loro degli equinozi e le variazioni relative ai
diversi componenti del sistema. Attualmente si stanno studiando i cambiamenti
climatici originati dalle attività umane. Le anomalie stagionali vengono imputate a
diverse cause, come l'effetto serra causato dall'eccesso di anidride carbonica
che si accumula nell'atmosfera, provocando l'innalzamento delle temperature ed
il buco nell'ozono provocato dall'emissione nell'atmosfera dei gas cloro-fluorocarburi con conseguente perdita di protezione dai raggi ultravioletti del sole. Gli
scienziati sono in allarme e cercano di trovare una soluzione consigliando di limitare l'uso del petrolio, del carbone e dei gas naturali. Uno dei consigli più importanti è quello di sfruttare l'energia solare per scaldare l'acqua. Sembra strano ma
in Italia, che è considerata la terra del sole, siamo quasi gli ultimi, rispetto agli altri
paesi dell'Europa, nell'uso dei pannelli solari per la produzione di acqua calda.
Alla conferenza della FAO che si è tenuta a Roma l'anno scorso, oltre alla lotta
contro la fame nel mondo, si è parlato anche della salvaguardia del "capitale globale". Vale a dire che è stata messa in evidenza la valorizzazione del ruolo dell'impresa agricola, specialmente quella a carattere familiare, come strumento per
difendere territorio e colture. A tal proposito sono state fatte delle critiche alle spinte del progresso scientifico e tecnologico, tendenti a modificare le condizioni dell'ambiente per adattarlo in modo più favorevole alle piante coltivate ed agli allevamenti zootecnici. Si è riconosciuto che è giunto il momento di pensare a nuove
strategie che abbiano come base la valorizzazione delle risorse naturali. Occorre,
a tale scopo, privilegiare le iniziative che accrescono il "capitale globale", inteso
come il complesso dei capitali naturali, quali sono le terre, l'aria, l'acqua, le risorse energetiche naturali, ecc.
A questo punto viene in mente un ragionamento: tenendo presente che un
motore è un sistema capace di trasformare una forma di energia in un'altra, possiamo facilmente affermare che tutte le piante di interesse agrario, sono motori
solari. Di conseguenza l'agricoltura è l'unico sistema produttivo che è in grado di
trasformare l'energia del sole in zuccheri, proteine, grassi, vitamine, ecc., cioè in
energia chimica contenuta in tali sostanze.
Dal momento che l'energia solare è gratis, facciamo, per curiosità, dei semplici conti per calcolare quanto è efficiente questo motore solare. All'industria occorrono circa undici milioni di calorie per ogni chilogrammo di fertilizzante azotato
prodotto. La coltivazione di una leguminosa da mettere a sovescio in primavera,
produce circa 24 chilogrammi di azoto per ettaro con un consumo di energia solare totale di circa trentasei milioni di calorie, pari a circa un milione e mezzo di calorie per ogni chilogrammo di azoto prodotto. In definitiva, l'azoto dei concimi minerali costa circa sette volte di più di quanto costa l'azoto prodotto dalle leguminose
da sovescio.
A questo punto è facile capire che finché l'azienda agricola acquisterà prodotti dall'industria avrà sempre un guadagno magro, non conserverà il "capitale globale" e contribuirà all'inquinamento ambientale.
A .
p
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s
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t
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d i . . .
Un debito pubblico che continua a volare, il dramma di
tre milioni di persone in cerca di un lavoro che non trovano, il Pil che crolla a meno 2,4% e una pressione fiscale da
record: solo una parte dei numerosi problemi che ancora
giacciono nelle intenzioni di una cosiddetta nuova classe
politica.
È un quadro dipinto dall'lstat, all'indomani delle elezioni politiche. Senza contare tutte le Borse in ribasso e uno
spread in peggioramento.
Il tasso di disoccupazione in Italia è salito a gennaio
2013 all'11,7%. L'economia tedesca continua ad essere
un'anomalia in un'Europa stanca che arranca. In questa
visione sconfortante che certifica l'avvitamento della
nostra economia, l'incertezza sulla governabilità del nostro
Paese diventa un fattore decisivo e, forse, dovrebbe stimolare una riflessione sulla politica del rigore.
Il blocco dell'attività legislativa, ad esempio, non favorisce certamente le esportazioni legate al settore manifatturiero.
Come al solito, i politici si accusano a vicenda di
responsabilità incrociate e tutti invocano la formazione di
un governo in grado di fare riforme. Chi, tra loro, avrà il
coraggio di essere al servizio della Nazione?
Prof. Silvia Somigli
A
p
r
o
p
o
s
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t
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d i . . .
Una carriera... priva
di esami??
La politica italiana
Nelle democrazie, comprese quelle popolari, i meriti
politici (preparazione ideologica, lealtà, militanza) prevalgono generalmente su quelli tecnico-professionali. I partiti di massa sanno che l'esercizio del potere richiede molte
molte alte competenze, ma preferiscono allevare la loro
classe dirigente tra le quattro mura della casa madre.
Il partito fascista cercò di farlo nelle organizzazioni
giovanili e fece costruire accanto alla sua nuova sede
(che oggi ospita il Ministero degli Esteri) due file di palazzine che avrebbero accolto i giovani chiamati a Roma per
frequentare corsi e seminari.
Il PCI creò l'Istituto di studi Comunisti, a Roma in Via
Appia, scegliendo i giovani più meritevoli per un corso di
formazione a Mosca nella scuola del Partito Sovietico.
In Germania, questo compito è assegnato alle fondazioni politiche legate rispettivamente al partito cristianodemocratico e al partito social-democratico.
In Francia, il compito è stato assunto dallo Stato che
"forma" la propria classe dirigente nelle Grandi Scuole
come l'Ecole Nationale d'Administration, voluta dal generale De Gaulle dopo la fine della Seconda Guerra
Mondiale.
In Italia, la situazione è cambiata da quando la grande
crisi dei politici di massa, al principio degli anni '90, ha diffuso la convinzione che occorresse rimuovere la classe
dirigente ricorrendo alla "società civile"... una formula
magica!
La prepotente partecipazione di Berlusconi alla vita
politica italiana e, più recentemente il Movimento di Grillo,
con un messaggio destinato soprattutto alla Rete, hanno
considerevolmente ampliato il fenomeno.
Risultato??? Vi sono stati alcuni casi in cui la politica
è stata trattata come un'occasione da cui trarre profitto,
una mucca da mungere e... un pollo da spennare!!! ...
Avete notato??
Prof. S. S.
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
pag. 10
Taccuino economico
e tributario
a cura della Dott.ssa Paola Ciripìcchio
e del Dott. Luca Radicati
In questo numero del taccuino illustriamo le principali novità
che riguardano la compilazione del Modello 730 considerato che la scadenza è ormai prossima ed è fissata al 30 aprile per chi consegna il modello al proprio datore di lavoro o
all'ente pensionistico, oppure c'è tempo fino al 31 maggio
per chi si rivolge a un Caf o a un Professionista abilitato.
Il Modello 730 è utilizzato dai lavoratori dipendenti e pensionati ed ha il vantaggio che il contribuente deve compilare
unicamente i quadri relativi ai redditi prodotti nell'anno d'imposta senza eseguire i relativi calcoli. Altro vantaggio è che
il dipendente e il pensionato possono beneficiare del rimborso dell'imposta direttamente nella busta paga o nella rata di
pensione, rispettivamente nel mese di luglio per il primo e
nel mese di agosto o settembre per il secondo. La stessa
cosa avviene in caso di somme da versare poiché queste
ultime sono trattenute dalla retribuzione, dal mese di luglio,
o dalla pensione, dal mese di agosto o settembre.
La novità di quest'anno, per i soli pensionati Inps, riguarda la
consegna dei Cud da parte dell'istituto che non saranno più
spediti a casa ma, per la prima volta, sarà il pensionato che
da solo se lo dovrà procurare, attraverso il canale telematico, oppure si dovrà recare presso uno sportello postale, in
questo caso a pagamento, oppure presso uno sportello
dell'lnps, un patronato, CAF o consulente.
Nella compilazione del modello per evitare di commettere
errori occorre tenere presente che sono state introdotte
alcune novità rispetto allo scorso anno:
• sul reddito dominicale dei terreni non affittati e sui fabbricati non locati compresi quelli concessi in comodato d'uso gratuito non si paga né l'Irpef né le relative addizionali perché
tali imposte sono sostituite dall'lmu;
• se invece l'immobile è esente da Imu allora è chiaro che
Irpef e addizionali si dovranno continuare a pagare;
• per la determinazione del reddito dei fabbricati, che presentano un interesse storico o artistico, concessi in locazione, si prende il maggiore valore tra rendita catastale rivalutata del 5 per cento e ridotta del 50 per cento, e il canone di
locazione ridotto del 35 per cento. Nel quadro B la rendita
catastale dei fabbricati d'interesse storico e artistico va indicata nella misura ridotta del 50%;
• nel caso in cui il fabbricato è utilizzato in parte come abitazione principale e in parte è concesso in locazione, nel quadro B (redditi dei fabbricati) va indicato il codice 11 (locazione in regime di Ibero mercato) o il codice 12 (locazione a
canone "concordato");
• i titolari di reddito di lavoro dipendente svolto all'estero in
zone di frontiera, imponibili ai fini Irpef per la parte eccedente 6.700 euro, devono indicare il codice 4 nella colonna 1
(tipologia reddito) dalla riga C1 a C3. Nella colonna 3 (reddito) va indicato l'ammontare totale dei redditi percepiti, inlcusa la quota esente;
• la detrazione per chi ha sostenuto spese per interventi di
recupero del patrimonio edilizio nel periodo che va dal 20
giugno 2012 al 30 giugno 2013 è aumentata dal 36 al 50 per
cento per un massimo di spesa di 96.000 euro. Da quest'anno tutti i contribuenti, a prescindere dall'età, devono ripartire
l'importo detraibile in dieci quote annuali;
• la detrazione agli interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici, pari al 55 per cento, è prorogata al 30 giugno
2013 ed è estesa anche alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di
calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;
• da quest'anno, i contributi sanitari obbligatori per l'assistenza erogata nell'ambito del SSN versati con il premio di assicurazione di responsabilità civile per i veicoli sono deducibili dal reddito complessivo, esclusivamente per la parte eccedente i 40 euro.
Lo Psicologo
risponde...
Gentile dottoressa,
ho 29 anni... fin dall'età di 19 sono stata obesa, poi grazie a una dieta drastica ho
raggiunto il mio peso forma. Nonostante tutto, le privazioni della dieta hanno scatenato una sorta di amore-odio nel rapporto con il cibo: sensi di colpa e vere e proprie abbuffate dalle quali non riesco a fermarmi una volta che inizio. Normalmente
prediligo i dolci, poi arrivano i sensi di colpa, il giorno dopo digiuno, e poi mi rimetto a dieta drastica, la stessa che usai a 19 anni. Sono capace di condurre la dieta
per molto tempo senza infrazioni, ma poi... La mia domanda è: come posso utilizzare la mia determinazione (la stessa che non mi fa commettere infrazioni durante la dieta) per eliminare questo disturbo dell'abbuffata? esistono dei "trucchetti"?
Ogni volta è un "mai più", ogni volta non è mai l'ultima... So che danneggio solo il
mio organismo, (abuso di lassativi per liberarmi del cibo e della colpa), c'è un
modo per guarire? non ne posso più, vorrei solo essere serena... Grazie per l'aiuto, Sara.
Cara Sara,
come già ho risposto a delle altre ragazze che mi hanno fatto la stessa domanda
rispondo a te. Trapela quasi l'idea che la decisione di abbuffarsi o meno sia legata ad una volontà personale ma l'abbuffata non è una mancanza di volontà, viene
alimentata fisiologicamente dalle privazioni alimentari, e paradossalmente più facciamo una dieta ferrea più è facile sviluppare una modalità alimentare compulsiva. La persona che soffre di questo disturbo non è in grado di controllarsi e assume grandi quantità di cibo in un breve inten/allo di tempo. Tali abbuffate sono
seguite da sensi di colpa e vergogna, come tu appunto senti, ma nessun comportamento compensatorio viene intrapreso. Spesso l'assunzione di cibo costituisce
un modo per fronteggiare o bloccare sensazioni ed emozioni indesiderate.
La dieta in questo modo aumenta, attraverso il rinforzo dello stimolo della fame, la
vulnerabilità alle abbuffate. In questo caso la dieta consiste nel tentativo di non
mangiare o mangiare molto poco iniziando già al mattino e proseguendo nella
giornata, per poi ritrovarsi a cena incapaci di controllo e quindi abbuffarsi. Il giorno successivo si inizia nuovamente determinati a non mangiare, favoriti dal senso
di colpa della precedente perdita di controllo, cosicché la restrizione continuerà a
perpetuare il solito circolo vizioso.
La fame compulsiva, è il desiderio di cibo che non può essere controllato e che
diventa una spinta ad abbuffarsi, soprattutto la sera, o a "sbocconcellare" in continuazione senza sosta nell'arco della giornata. Questo comportamento non è
legato a un fisiologico bisogno di nutrimento del corpo ma ad un inconsapevole
bisogno psicologico di calore umano, di relazione, di affetto. Il cibo si presta molto
bene come sostituto di tutto ciò: riempie, rilassa, colma il vuoto.
Per questo sempre più spesso usiamo il cibo come un "ciucciotto", un sostituto di
piaceri affettivi che non possiamo avere o che non sappiamo chiedere. Spesso
molti di noi, a causa dei ritmi frenetici, si accorgono di "esistere" solo quando rientrano a casa la sera e questo è il momento più difficile per chi soffre di questo problema... Dopo una giornata di lavoro tornare ad un ritmo più rallentato può essere traumatico perchè spinge a un contatto intimo con noi stessi, a riflettere, a farci
domande sulla qualità della nostra vita e delle nostre relazioni. A volte questo può
destabilizzare.
È molto più "comodo" arrivare trafelati dal lavoro, magari ripensando alle preoccupazioni della giornata e riempire il vuoto e la serata con snack, patatine o dolciumi di ogni tipo. Anche solo prendere consapevolezza del problema e del suo significato è un passo verso la soluzione, perchè spezza il circolo vizioso che in automatico accende l'interruttore dell'abbuffata.
Il centro della fame è nel cervello, non nella pancia. La centralina di regolazione
del nostro bisogno di cibo è nell'ipotalamo, uno dei nuclei profondi del cervello,
luogo sacro e potentissimo in cui hanno sede anche molti altri processi di regolazione psicosomatica del nostro organismo, dal calore corporeo, alla sessualità,
dagli ormoni, al sonno. Questo significa che la fame ha a che fare con i nostri pensieri e le nostre emozioni molto più di quanto crediamo.
Capisco la tua sofferenza, ti abbraccio e ti lascio con questa poesia...
Amare la vita è accettarla per com'è, con le sue tristezze e le sue gioie. Amare la
vita è accettare di non essere onnipotenti e non provare neppure a dare il meglio
di sè, perchè basta dare, basta esistere. Amare la vita è accettare che alcune cose
non si aggiustino, ma cercarne altre da vivere, girare lo sguardo verso il fiore che
cresce sul ciglio di una strada sassosa. Amare la vita è aiutarsi da soli, senza
attendersi nulla ma vivendo ciò che arriva. Questo per me è amare la vita, amarsi imperfetti, amare gli altri prima di essere riamati. Se è banale, bisognerebbe
chiedersi perchè è poi tanto difficile farlo.
Dott.ssa Monia Cosimi
(Psicologo, Consulente Familiare,
Psicoterapeuta cognitivo comportamentale)
Potete scrivere a:
Dott.ssa Monia Cosimi - Via Zepponami n. 6/F - 01027 Montefiascone (VT)
Email: [email protected]
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
Jorge
Brevemente
la vita
Mario
Bergoglio
è il secondo
sinistra
pag. 11
in
E con i
da
piedi.
famigliari.
Il nuovo Papa vuole
chiamarsi Francesco.
Nasce a Buenos Aires.
Ha 76 anni.
I suoi genitori sono
Regina Maria Sivori
e
Mario
José
Bergoglio
uniti
in
matrimonio nel 1935.
I genitori
Bergoglio
giovane
una Messa
all'età
provinciale
d'Argentina.
Vescovo
Nel
ausiliario
poi arcivescovo
primate
creato
ordinato
durante
nel
di 33 anni. A 36 anni
superiore
Ormai
sacerdote
viene
è Cardinale,
da Giovanni
dei
1992
della
nel
Gesuiti
diventa
di Buenos
coadiutore.
Chiesa
1969
è già
Nel
Aires
1998
Mentre
argentina.
Un gesto
lava
Il e il
all'aperto
nel
i piedi
durante
ad alcuni
il giovedì
poveri
santo
e
(2008)
2007
di
tenerezza
Giovanni
una Messa
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Bergoglio
durante
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2001
Paolo
tossicodipendenti
Bergoglio
distribuisce
tra
Paolo
cardinale
Bergoglio
subito
dopo
il
conferimento
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berretta
cardinalizia
concistoro
nel
del
21/02/2001
Il Cardinale
con Benedetto
XVI il 13 gennaio
2007
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
pag. 10
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Bergoglio
in visita all'ospedale
si intrattiene
2008
- Il cardinale
di Buenos
Aires.
Jorge
Viaggiava
Mario
Bergoglio
quasi
sempre
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psichiatrico
con una
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nel
2010
paziente
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in classe
economica.
Accarezza
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bambino
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termine
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il 21
Messa
marzo
2011
Il cardinale
a Buenos
il 13 febbraio
Aires
2013
Bergoglio
lascia
l'aula
del Sinodo
Due giorni
dopo
dopo
sarà
la Congregazione
nominato
Papa
dell'I
1 marzo
2013.
Francesco
... Non dimentichiamo mai che il vero potere è il sen/izio e che anche il Papa per
esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san
Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l'intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, chi
è straniero, nudo, malato, in carcere (cfr. Mt 25,31-46). Solo chi serve con amore sa
custodire!
Il vero potere
è il servizio.
poveri,
Il Papa
i più deboli,
deve
i più
servire
tutti, specie
piccoli.
i più
Cosi Papa Francesco ha detto nell'Omelia pronunciata martedì 19 marzo - festa di
S. Giuseppe.
LA V O C E - n° 4 - Aprile 2013
pag. 11
Conclave
Begoglio il 14 febbraio celebra nella capitale argentina
una delle ultime funzioni da Cardinale
Città del Vaticano. Il futuro Papa Francesco
prima del Conclave. La sobrietà del suo
stile è evidente anche in questa immagine.
Il Conclave che ha portato all'elezione di Papa
Francesco è stato uno
dei più brevi della storia:
2 giorni e 5 scrutini. Il suo
predecessore Benedetto
XVI fu eletto dopo 2 giorni e 4 scrutini.
Il ricordo della lunghezza
spetta al Conclave che
nel 1271 a Viterbo elesse Clemente IV: durò
quasi tre anni.
Francesco I è il primo
pontefice appartenente
all'Ordine dei Gesuiti.
I cardinali hanno eletto il Papa con
una maggioranza di 2 / 3 cioè 7 7
voti secondo la riforma di Benedetto
XVI (in realtà ha ricevuto più di 9 0
voti).
i l
L o SPIRITO SANTO, IL
PARACLITO, è IL SUPREMO
PROTAGONISTA DI OGNI
INIZIATIVA E
MANIFESTAZIONE DI FEDE.
EGLI FA TUTTE LE
DIFFERENZE NELLE CHIESE,
E SEMBRA CHE SIA UN
APOSTOLO DI BABELE. MA
DALL'ALTRA PARTE, È
COLUI CHE FA L'UNITÀ DI
QUESTE DIFFERENZE,
NON NELLA "UGUALITÀ",
MA NELL'ARMONIA
PAPA FRANCESCO
NELL'UDIENZA
La fumata questa volta è apparsa
veramente chiara.
CON I CARDINALI
fi
Siamo
Fratelli
Papa Francesco incontra Benedetto XVI
a Castel Gandolfo (sabato 23 marzo)
Il Papa emerito Benedetto XVI e
il Papa eletto che si chiama
Francesco pregano insieme.
pag. 10
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
Sua Ecc.za
Möns. Giovanni D'Ascenzi
6.1.1920 - 26.2.13
Non vorrei ripetere ciò che ho già scritto di Lui a pag. 7 de "La
Voce" di marzo. Sua Ecc.za Mons. D'Ascenzi è una figura poliedrica, spaziando sul piano nazionale e internazionale, rimanendo,
però, sempre attaccato ai luoghi d'origine, specialmente a
Montefiascone dove ha operato all'inizio del suo sacerdozio: Vice
rettore del Seminario Falisco, consigliere ecclesiastico della ACLI e
soprattutto della "Coltivatori Diretti", cappellano della Basilica di S.
Margherita e poi per un po' di tempo anche Canonico Penitenziere,
fu chiamato a Roma come Assistente Nazionale della "Coltivatori
Diretti" al tempo di Bonomi, ecc.
lo l'ho conosciuto c o m e Vice rettore del Seminario di
Montefiascone, ero ragazzo di prima media e sono stato con lui fino
al 5° ginnasio. Ci insegnava la lingua francese ed era piuttosto duro
nel trattarci. Rettore in un primo tempo era D. Sabatino Cordovani
e poi D. Luigi Mocini.
Quando andai al Seminario Regionale "La Quercia" mi sembrò
di respirare a pieni polmoni, rettore era D. Dino Tomassini.
Con Mons. D'Ascenzi ci siamo voluti sempre bene, anche se
ormai lui non era più a Montefiascone. Una frequenza continua e
famigliare l'abbiamo ripresa quando D. Giovanni, in pensione, è
venuto a stare nella sua villa di Valentano. Parroco di S. Margherita
lo invitavo spesso per la celebrazione della S. Messa e veniva
volentieri, anche in casa parrocchiale, dove si meravigliava perchè
tenevo le finestre aperte anche d'inverno. Decise di lasciare un
ricordo per la chiesa dove era stato cappellano e poi canonico penitenziere e desiderò restaurare i mobili della sacrestia, rinnovare il
pavimento, ed aiutare a sistemare il tetto perchè, avendo ceduto
una trave di sostegno una parte del tetto poggiava sulla volta della
sacrestia, senza procurare ulteriori danni.
Intervenne generosamente
soprattutto
Mons.
Vescovo
Chiarinelli Lorenzo e
con l'aiuto di tutti fu riparato il danno.
Alcuni appunti sui
lavori fatti eseguire dal
sig.
Sirio
Ronca
e
dall'Arch. Bocciami e dal
sig.
Marsilio
di
Acquapendente.
Dopo aver esaminato
il complesso degli armadi
e delle panche, sia della
sagrestia come dell'antisagrestia,
l'Arch.
Boccianti propone anche
l'esecuzione dei pavimenti in mattoni a spina,
suggerendo il rifacimento
del piano e il pavimento
dell'antisagrestia.
Gli
armadi
della
sagrestia erano in buono
stato, per cui si fece solo
la ripulitura. Per l'antisagrestia era necessario
rimuovere le panche e le
spalliere e accuratamente restaurarle. Fu compito del sig. Marsilio.
Si stabilisce anche il trasferimento dell'armadio della centrale
elettrica.
Riporto soltanto alcuni appunti messi in scritto e consegnatomi
dalla nipote del Vescovo, Puri Maria Francesca di Bolsena.
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Sua Ecc.za nel giardino della casa di Valentano
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LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
pag. 11
Relazione finale dei lavori
I lavori della SACRESTIA sono stati realizzati in conseguenza al crollo delle
coperture che ha comportato copiose infiltrazioni di acque piovane e problemi di stabilità delle volte e quindi dell'intero edificio.
Si è intervenuti con lavori di consolidamento delle volte e realizzazione della
nuova copertura, nell'intento di mantenere integro l'aspetto storico-architettonico
derivante dal posizionamento particolare degli ambienti compresi tra la vecchia struttura della Cattedrale e la più recente facciata con i due campanili.
All'interno si è reso necessario rinnovare le decorazioni della volta irrimediabilmente danneggiate e sostituire la vecchia pavimentazione sconnessa dal tempo e
dall'usura. Quest'ultime sono state realizzate con una pavimentazione in cotto, che
ricalca fedelmente la probabile pavimentazione settecentesca, ritrovata durante il
corso dei lavori. Sono stati completamente rinnovati gli impianti termico ed elettrico,
con la sistemazione definitiva del quadro elettrico generale e la posa in opera di una
nuova illuminazione più consona all'importanza degli ambienti interessati.
Un discorso a parte merita, inoltre, il completo recupero e restauro degli arredi
lignei della SACRESTIA stessa, capolavoro dell'arte settecentesca nonché patrimonio della Cattedrale e quindi di tutta la Comunità di Montefiascone.
Un doveroso e particolare ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito
alla realizzazione di questa opera ed in particolare a quelli che hanno avuto a cuore
la Cattedrale, non solo come luogo di spiritualità, incontro e raccoglimento, ma
anche come patrimonio personale e di tutti.
Mi piace ricordare e ringraziare:
- La Curia e la Diocesi di Viterbo nella persona del nostro Vescovo Mons. Lorenzo
Chiarinelli;
- Il Vescovo Emerito Mons. D'Ascenzi;
- Il Vicario della Diocesi Mons. Marinelli;
e gli artisti e artigiani che con la loro professionalità e manualità ci hanno restituito la
nostra SACRESTIA: Arch. Boccianti, Impresa Saraca Domenico e Luigi, Operai
Biancalana Paolo e Filiè Luca, Falegnami restauratori Sirio di Acquapendente e
Ceccobello Lorenzo, Pavimentatore Paradisi Luciano, Fabbro Ranaldi Renzo e figli,
Elettricista Bonucci Giovannino e figlio, Idraulico Cimichella Ennio, Lattoniere Basili
Santino, Decoratore Dorian, Imbianchini Chiodo Mauro e Valleriani Roberto.
Mons. D'Ascenzi insieme alla filippina Greis che
l'ha assistito come una figlia fino alla morte
avvenuta
a Gargonza in una casa per anziani da lui voluta
A tutti va il mio grazie, come responsabile dei beni della Cattedrale di S.
Margherita, in particolare al Vescovo Mons. Lorenzo Chiarinelli e al Vescovo Emerito
Mons. Giovanni D'Ascenzi.
Agostino Ballarono
S. E. Mons. Giovanni D'Ascenzi è stato docente presso l'Università Cattolica di
Piacenza e presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma. È autore di numerosi studi e pubblicazioni sulla dottrina sociale della chiesa e il mondo rurale.
I funerali, celebrati da S. E. Mons. Riccardo Fontana si sono svolti nella Cattedrale
di Arezzo il giorno 28 febbraio. Noi lo ricordiamo con la S. Messa il giorno 14 aprile alle ore 10,30, in S. Margherita, dopo le feste pasquali.
Mons. Giovanni
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Giovanni D'Ascenzi
n. 6 Gennaio 1920 - d. 26 febbraio 2013
"So che infondo alla strada
il Signore mi aspetta "
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
pag. 10
"LA VOCE" E' GRATA Al SUOI
CAVALIERI: Famiglia Porcu, D. Giuseppe Giulianelli, Trapè
Ernesto, Crocetti Clemente, Conticelli Giovanni, Castellani
Felice, Mezzetti Fausto, Mezzetti Giovanni Luigi, Zerbini
Alma, Burla Lodovina, Ceccarelli Luigi, Crocoli Anna Maria,
Ubaldi Angelo e Rosa, Chiodo Antonio, Pappagallo llda,
Famiglia Monanni Dante, Gianlorenzo Franco, Minciotti
Maria Pia, Materazzi Ivano, Andreani Franco.
BENEMERITI: Ugolini Arcangelo, Salvicchi Tina, Lanzi
Pierina, Ficari Federico, Taddei Rolando, Bucaccio Gualtiero,
Famiglia Savarese, Sensi Luigi, Piciollo Adalgisa, Cicoria
Luigi, Parenti Carla, Chiodo Franco, Parlanti Liana, Papali
Carlo, Merlo Angelo, lacoponi Giovanni, G.V., Boscarino
Rosalia, Tarantello Otello, Capotosto Livio, Athlon Power,
Burinello Flaviano, Pescatori Sestilio, Mancini Angelo,
Cipriani Rosanna, Cosimati Antonio, Ceccobello Lorenzo,
Ciria Flaviano, Manzi Bruna, Baiocco Italo, Garzoli Elena,
Pecugi Armando, Bar Roma, Ugolini Roberto.
AMICI: Calandrelli Maria Dalma, Pecoroni Agostino, Carloni
Angelo, Cevolo Livio, Ceccarelli Giancarlo, Marianello
Corrado, Mannolo Rocco, Moscetti Guido, Chiodo Mario,
Crescenzi Simona, Donati Alessia.
Anagrafe cittadina
NATI: Brozzetti Riccardo di Stefano e Pagliaccia Monia
(13/2), Monti Giulia di Denis e Ugolini Antonella (20/2),
Crivellente Mattia di Fabio e Basilici Vania (10/3), Egidi
Leone di Giuseppe e Rubeca Luisa (5/2), Merlo Diego di
Roberto e Biagi Elena (15/2), Centaro Italo Edward di
Enrico e Pop Simona (13/2), Titiriga Kevin di Marian e
Cozma Elisabeth (17/2), Adhikart Saugat di Devendra e Kc
Sharmila (28/2), Burla Beatrice di Enrico e Potetti Roberta
(26/2), Taratufolo Federico di Mauro e Cimarello Cinzia
(8/3).
MATRIMONI: Rasiti Alen e Skenderi Almida (2/3).
MORTI: Stefanoni Rosa (n.16/9/12 m.11/2), Crocoli Gina
(n.22/11/24 m.20/2), Gattarossa Maria (n.26/8/25 m.27/2),
Moscardelli Lucia (n.15/11/21 m.16/3), Dominici Annunziata
(n.22/11/26 m.6/2), Bertoccini Vittoria (n. 11/9/27 m.12/2),
Menghini Vincenza (n. 13/4/30 m.16/2), Fanali Antonio
(n.19/1/25 m.21/2), Stefanoni Angelo (n.24/3/36 m.4/3),
Carletti Terza (n.24/9/15 m.7/3), Ignudo Diana (n.8/12/38
m.13/3), Ciripicchio Augusto (n.1/6/23 m.15/3), Porroni
Natale (n.31/5/16 m.15/3), Della Casa Carmela (n.20/1/20
m.9/2), Cicoria Felice (n.3/3/28 m.13/2), Viviano Franco
(n.22/5/40 m.1/3), Gianlorenzo Silvio (n.3/1/31 m.2/3).
<R TOSCANELLESE
Omo de grande simpatia era 'r Toscanellese,
infognato tutto 'r giorno in quer buco de cabina
der cinema Giardino, pe la discesa, lì mar paese,
ch'era lungo e stretto e fresco come na cantina.
Barbariccia, così l'eono nomato, facea l'operatore,
De pellicole scassate che chissà d'ea trovato
Che a forza d'attaccà duraano più de quattr'ore
E mae se capia se, 'r firme, era finito o cominciato.
Sbucaa, spesso, ar buio, là pe la sala che giraa
A cercà chi, zitto zitto, quer giorno ae sfirzato
E sotto na poltrona, de duro legno, che lo beccaa
Doe pe nun fasse vedè, furbo, s'era nguattato.
Se lo volee troà, quanno dal lavoro ea staccato,
non a casa lo dovee cercà, quell'omo bono,
moje nun ce l'ea chè mae s'era sposato,
era fisso, da la Cavalla, dar Pancino o da Morano.
Ma era solo dietro a quer tavolo apparecchiato,
cor vino de cantina, fave, pane fresco e pecorino
baloccaa, sempre, un gruppetto assae affiatato
a pranzo, a cena, a merenna e anche ar mattino.
Facea piacere veda quella festosa compagnia
Ritroasse tutte le sante giorne sempre unite
A magnà e bea, con amicizia e tant'allegria
che solo a guardane ce potee passà le tu serate.
Ferruccio Marziantonio
"L'Eco"
A
5
T
/
di Zeppo
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a cura di A.
A
^
O
Cempanari
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A
Asteroide sulla Russia
Un'altra
Tunguska si è verificata
dopo cento anni sui
cieli della Russia.
Un meteorite ferroso di 7000 tonnellate entra nell'atmosfera, eludendo ogni
sorveglianza, devastando la regione di
Chelyabisk
nella
Russia centrale. Ha
provocato comunque feriti
anche
gravi,
panico
e
distruzione.
Il
meteorite è esploso nei cieli il 15 febbraio in pieno giorno, generando onde d'urto che
hanno provocato ingenti danni su una vasta area.
I testimoni oculari descrivono scene apocalittiche tanto che qualcuno ha ipotizzato un attacco nucleare o addirittura la fine del mondo.
Secondo le prime stime della NASA il meteorite, con una massa di 7000 tonnellate e un diametro di 15 metri, sarebbe entrato nell'atmosfera a una velocità di 18 chilometri al secondo (65 mila km orari) esplodendo una prima volta a circa 55 km dal
suolo e i frammenti prodotti sarebbero a loro volta esplosi altre 8 volte tra i 50 e i 30
km dalla superficie, provocando onde d'urto in successione.
Questo meteorite, come ho detto, ha eluso la sorveglianza automatica del cielo
per due motivi principali: le dimensioni troppo piccole e per il fatto che proveniva dalla
parte illuminata del Sole. Sono stati danneggiati 3000 edifici, 34 ospedali, 361 scuole e la distruzione generale delle finestre su un'area di 100 mila metri quadrati. Si tratterebbe quindi del maggior oggetto caduto sulla Terra dall'episodio di Tunguska nel
1908, con un angolo di ingresso nell'atmosfera di 20° e una energia cinetica di 300
chilotoni (20 volte l'atomica di Hiroshima). Nessuna correlazione invece esiste con il
passaggio, 16 ore dopo, dell'asteroide 2012 DA14.
Un controllo sul territorio ha escluso attività radioattiva.
Questi fatti naturali imprevisti sono veramente inquietanti, facendoci meditare su
come la nostra vita possa essere in qualsiasi momento minacciata e dalla nostra
impotenza. E ancora una volta possiamo prendere atto che quel sottile strato di gas
che si chiama atmosfera, non solo permette la vita sulla terra, ma ci protegge costantemente. Quindi impegnamoci sempre di più a preservare il mondo dove viviamo e
dove vivranno i nostri figli, questa nostra Terra, unica casa nell'universo dove possiamo vivere.
Natale: il Figlio di Dio nasce ancora "oggi".
La fede è rincontro con Lui.
La foto che le invio è per ricordare
una mattina di Febbraio un po' speciale. L'occasione era la cerimonia di premiazione del concorso di disegno
riservato agli alunni della scuola primaria e secondaria di 1°, svolta presso la palestra comunale di Grotte di
Castro.
Il tema del concorso, fortemente
voluto da Don Tancredi Muccioli, era
"Natale: il Figlio di Dio nasce ancora "oggi". La fede è l'incontro con
Lui".
Le scuole che hanno risposto
all'iniziativa sono state 19 di cui 14 primarie e 5 secondarie di 1° per un totale di 1005 disegni. Per la scuola
secondaria di 1° "S. Lucia Filippini" di Montefiascone il premio è stato assegnato
direttamente dalle mani del nostro Vescovo Lino Fumagalli all'alunna DONATI ALESSIA della classe 2a.
Un ringraziamento è doveroso alla nostra insegnante d'arte prof.ssa Mostarda
Anna che con professionalità e una buona dose di pazienza insegna alla nostra
classe. Al nostro dirigente scolastico Suor Emanuela Vanich e naturalmente un
BRAVA ALESSIA!!
Scuola Paritaria
secondaria 1 classe 2a
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
Centro Anziani
e REPARTO
pag. 11
Massimo Salviani
DI
EMATOLOGIA
Ancora
una
notevole
donazione per il reparto di ematologia;
è la volta del
Centro Anziani di
Montefiascone
che ha raccolto
ben 1200 euro
per
ematologia
ed anche, a palese dimostrazione
della particolare
sensibilità
dei
soci, 500 euro a
favore dell'associazione di volontariato Solidarietà Falisca.
Un gesto particolarmente importante che testimonia il grande impegno di tutti
gli anziani di Montefiascone, che fanno parte dell'attiva associazione. La consegna delle somme raccolte è avvenuta venerdì 8 marzo in occasione della festa
della donna durante la quale il Centro Anziani ha organizzato una vera e spensierata cerimonia.
Nel corso della giornata gli anziani hanno dapprima assistito alla santa messa
e poi hanno pranzato in riva al lago presso il ristorante Isola Blu. Dopo il pranzo il
presidente e l'intero Consiglio Direttivo del Centro hanno consegnato agli amministratori comunali l'assegno. Presenti il Sindaco Luciano Cimarello, il vice sindaco Fernando Fumagalli e gli Assessori Giulia Moscetti e Giorgio Cacalloro.
Grazie ad una lotteria interna del Centro il ricavato di 500 euro è stato invece
devoluto all'associazione Solidarietà Falisca.
Molto soddisfatta dell'iniziativa è l'assessore ai servizi sociali Giulia Moscetti:
"Ringrazio di cuore l'intero Centro Anziani, dal Consiglio Direttivo a tutti i soci, per
la disponibilità dimostrata in questa occasione, per aver accolto l'aiuto a riportare
il reparto di ematologia a Montefiascone e per tutte le iniziative di solidarietà e di
beneficenza che hanno messo in campo in questi anni. Raccogliere in pochi giorni ben 1700 euro è stato un gesto che ha un significato che va oltre la cifra, seppur importantissima. Questi soldi sono stati infatti racimolati in pochissimi giorni
da tutti i pensionati che nonostante le difficoltà economiche che possono avere
hanno voluto dare un contributo alla nostra comunità, e questo deve essere un
grande esempio per tutti noi".
L'assessore Moscetti aggiunge: "Ringrazio a nome dell'amministrazione e di
tutta la cittadinanza il presidente Arcangelo Ugolini, il Consiglio Direttivo e tutti i
soci per la loro generosità; un particolare ringraziamento va a tutte le donne del
Centro che hanno organizzato la lotteria per la Solidarietà Falisca e che devolvono sempre il ricavato del bar a iniziative di beneficenza".
"Spero - conclude l'assessore Moscetti - che il Direttivo del Centro Anziani
possa proseguire nella sua azione intrapresa, poiché tra poche settimane ci sarà
il rinnovo delle cariche, e auspico che tutti i soci scelgano la via della continuità
per migliorare l'ormai consolidata collaborazione che hanno con il Comune e con
le altre associazioni di Montefiascone".
1.000 Euro dalla
"Società di Mutuo Soccorso"
L'Associazione "Società di Mutuo Soccorso" di Montefiascone ha
donato mille euro al Comune da destinare alla raccolta fondi per la riapertura del reparto di ematologia. Infatti, nella mattina di mercoledì 6
marzo, il consiglio direttivo dell'associazione ha consegnato al sindaco
Luciano Cimarello il bonifico bancario dell'avvenuto pagamento.
Erano presenti il presidente della "Società di Mutuo Soccorso"
Pierluigi Salmistraro, il presidente onorario Benito Battiloro, il vicepresidente Alberto Marchetti, il segretario nonché cassiere
Gianfranco Vittori ed il consigliere Mario Fetoni.
A rappresentare il Comune oltre al primo cittadino, il Vice Sindaco
Fernando Fumagalli, l'Assessore ai serivizi sociali Giulia Moscetti e
l'Assessore alla Cultura Renato Trapè. I membri dell'associazione
hanno voluto evidenziare: "In data 15 febbraio il Consiglio direttivo ha
deliberato all'unanimità di versare un contributo di mille euro al Comune
da destinare alla sottoscrizione per la raccolta dei fondi necessari per il
ripristino del reparto di ematologia presso l'ospedale di Montefiascone.
Si spera che il nostro piccolo contributo possa essere da esempio per
tanti cittadini e per tutte le associazioni del territorio in modo tale che sia
sempre più concreta la vicinanza alle istituzioni della città da parte dell'associazionismo e del volontariato locale". Il sindaco Luciano
Continuano le iniziative
mirate alla raccolta fondi
per la riapertura del reparto
di
ematologia
di
Montefiascone; ora è la
volta di una lotteria. Questa
iniziativa è nata dall'idea
del concittadino Massimo
Salviani. Nel corso della
mattinata di mercoledì 6
marzo Salviani ha presentato il progetto al sindaco di
Montefiascone,
Luciano
Cimarello, che è rimasto
entusiasta di questa idea,
soprattutto perchè è nata
ed è stata realizzata da un singolo cittadino.
I biglietti sono acquistabili nei negozi di abbigliamento Trend
di Montefiascone ed in altri negozi di alcuni paesi limitrofi, il cui
costo è di soli 2 euro. In palio ci sono ben tre premi con tre buoni
sconto di 100 euro cadauno. I numeri vincenti saranno estratti
sabato 18 maggio 2013.
II primo cittadino Luciano Cimarello: "Voglio ringraziare
Massimo Salviani per la sensibilità dimostrata e per l'attenzione
avuta per questo importante progetto che sta diventando una
realtà. Oltre a molte associazioni che si stanno muovendo per
effettuare delle donazioni anche cospicue ora è la volta dei singoli cittadini di Montefiascone, è un positivo e splendido segnale. Questo è un nobile gesto da parte di un montefiasconese per
arrivare a questo scopo finale comune che è la riapertura del
reparto di ematologia, guidata dal dottor Marco Montanaro, nel
nostro nosocomio. Questo è un segnale che la riapertura del
reparto è molto sentita da tutta la popolazione di Montefiascone
ma anche dei paesi limitrofi. È segno di una sensibilità profonda.
A nome dell'amministrazione ringrazio tutte le associazioni che
hanno già donato delle somme, e tutti quei cittadini, come
Salviani, che in modo autonomo si stanno dando da fare".
Massimo Salviani, promotore di questa lotteria, aggiunge:
"Nei giorni scorsi ho letto diversi articoli in merito alla raccolta
fondi per finanziare i lavori per il ritorno del reparto di ematologia
a Montefiascone che sarà una notevole miglioria per la città,
soprattutto per l'aspetto sanitario. Mi sono messo all'opera portando il mio contributo realizzando questa lotteria il cui ricavato
sarà destinato in toto alla raccolta fondi. Già in molti hanno
acquistato i biglietti anche dei paesi limitrofi. Spero che questa
lotteria aiuti, insieme agli altri contributi delle associazioni e dei
cittadini, a raggiungere questo fondamentale scopo".
Cimarello in
merito a questa donazione
effettuata
dalla "Società
di
Mutuo
Soccorso":
"Voglio ringraziare il consiglio direttivo
dell'associazione e tutti i
suoi 36 soci
per
questo
importante gesto. Sempre più associazioni stanno donando qualcosa
per la riapertura del reparto del nostro nosocomio; si stanno attivando,
anche singoli cittadini.
Il tutto rappresenta un segnale decisamente positivo dimostrando un
profondo senso di sensibilità. In merito all'associazione Società di
Mutuo Soccorso abbiamo in animo di cercare di valorizzare tutto il suo
archivio storico che racconta centinaia di anni di fatti ed avvenimenti
della cittadina e che rappresenta un patrimonio storico di
Montefiascone. Il Consiglio direttivo si è già reso disponibile a fare
mostre ed eventi per far conoscere alle scuole e alla cittadinanza tutto
il patrimonio custodito nell'archivio".
pag. 10
E'giunto
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
il momento di sciogliere le vele (2 Tm. 4,6>
V i t e r b o p i a n g e M o n s . S a l v a t o r e Del C i u c o
2.3.1927 - 23.3.13
Monsignor Salvatore del Ciuco è
entrato nella Casa del Padre. La
Diocesi di Viterbo, con il suo
Vescovo e l'intero presbiterio, ne
partecipa la notizia, ricordando con
affetto e gratitudine la sua persona e
il suo generoso servizio.
Nato a Viterbo, nel quartiere di
Pianoscarano, nel 1927, viene ordinato sacerdote nel 1949 e per oltre
sessant'anni svolge il suo ministero
in città ricoprendo vari incarichi tra
cui Rettore del Seminario minore di
Viterbo e Tuscania,
Direttore
dell'Ufficio Catechistico diocesano,
Canonico Sacrista della Chiesa
Cattedrale, Direttore dell'Ufficio
Ecumenico e Dialogo e Vicario
Ca rietti Terza
Episcopale per le relazioni e la promozione culturale.
Dire don Salvatore è dire Viterbo. Nel corso dei suoi lunghi anni di
sacerdozio, i frequenti articoli sui quotidiani locali e le sue numerose pubblicazioni rivelano un cultore appassionato della storia e delle tradizioni ecclesiali e civili - della città e del territorio.
Era innamorato della sua Viterbo, che lo ha visto sempre impegnato
perchè non dimenticasse le sue radici e il suo glorioso passato, convinto
che il coltivare la memoria è fondamento solido per la costruzione di un
futuro più certo e sicuro.
Don Salvatore ci lascia proprio all'inizio della settimana santa nella
quale la Chiesa celebra il mistero del Cristo morto e risorto. In questa
luce, l'animo si apre alla speranza dell'eternità beata nella quale don
Salvatore è entrato, atteso e accompagnato sicuramente dalla nostra piccola e grande santa Rosa.
La salma giungerà in Cattedrale alle ore 12,00 di lunedì 25 marzo
dove rimarrà esposta fino alle ore 15,00 per i funerali presieduti dal
Vescovo di Viterbo S.E. Mons. Lino Fumagalli.
Don Emanuele Germani
Cicoria
ved. Montagnìni
ved. Chiodo
25.9.1915 - 7.3.13
3.3.1928 - 13.2.13
Cara nonna te ne
sei andata lasciando
in noi un grande
vuoto. Abbiamo vissuto
insieme
momenti bellissimi
che rimarranno per
sempre nei nostri
ricordi.
Ora il Signore ti
ha chiamato al suo
fianco e noi speriamo che tu ti sia riabbracciata col tuo amato
sposo Angelo. Veglia su di noi e proteggici sempre.
La tua famiglia
Tommaso Maiucci
13.7.1947 - 2.2.13
Tommy caro,
vorremmo
dirti tante cose,
ma ogni frase
sembra
senza
valore,
superflua, inutile.
Non abbiamo
rimpianti:
ci
siamo detti tutto
quello che dovevamo e dimostrato il bene
che ci univa a
modo nostro, senza troppe smancerie, perchè
tra noi non sono mai servite. Chi ti conosceva
non avrà difficoltà a ricordarti: gentile, onesto,
buono, ma anche testardo e orgoglioso, tenace,
ma dignitoso fino alla fine.
Tante sono le persone che ti hanno voluto
bene: te lo hanno dimostrato con la loro presenza, sia durante la malattia, che dopo, all'ultimo
saluto. Vorremmo ancora ringraziarli tutti; la dolcezza con la quale ci sono stati vicini ci ha aiutato ad affrontare tanti giorni difficili.
Ora, la tua perdita ha lasciato un vuoto enor-
Cara
nonna
Felice,
così vi ho sempre chiamata perchè così vi chiamavano i miei figli.
Siamo vissute
per 35 anni insieme, volendoci bene
e rispettandoci reciprocamente.
Adesso la vostra
presenza mi manca
tanto.
Vi tengo sempre nel mio cuore.
Con affetto la vostra nuora
me, un dolore immenso, che niente e nessuno
può lenire: ci manchi tanto, ogni giorno di più.
Ancora oggi, ogni volta che passa un "pandino
bianco", mi illudo che alla guida potresti esserci
tu... avevamo ancora tante cose da fare insieme.
Siamo orgogliose di averti avuto come marito e come padre, sarai sempre nei nostri cuori,
nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere.
Tua moglie e tua figlia, che tanto hai amato
L'amico Tommaso ci ha lasciati,
siamo qui per l'ultimo saluto
come segno di affetto per lui e per i suoi cari.
Chi era Tommaso?
"Un omo de le coste" dicono quelli che non sono
costaroli.
lo dico più precisamente:
un "omo de le Gevi",
un vicino di casa,
un amico d'infanzia,
un amico di gioventù e nella vita,
un amico sincero e di parola,
un uomo corretto e di morale indiscutibile,
un artigiano serio, dedito al lavoro e alla famiglia.
Insomma, lo voglio dire! "Un omo d'altri tempi".
Ciao TOMMY.
Un amico
Crocoli Gina
22.11.1924 - 20.2.13
Eri la più
grande di 8
fratelli, hai aiutato
la
mamma
a
prendersi cura
dei più piccoli,
ci hai accomp a g n a t o ,
sostenuto
e
sei
accorsa
sempre
per
tutti noi ad
ogni nostra difficoltà.
Ci mancherai non soltanto a noi, ma
anche ai tuoi nipoti e ai piccolini che ti adoravano tanto.
Le sorelle
"Cerca la gioia nel Signore egli esaudirà i
desideri del tuo cuore". (Salmo 37)
Dominici Annunziata
22.11.1926 - 6.2.13
Annunziata
è
morta
improvvisamente il 6 febbraio dopo una
lunga malattia
invalidante che
l'aveva costretta progressivamente
quasi
all'immobilità.
Ha sofferto
di questa inattività più di ogni altra cosa perchè è stata sempre una donna attiva, grande lavoratrice.
Nella vita non si è mai risparmiata lavorando
duramente in campagna con il marito Olindo
salito al cielo 6 anni fa.
La ricordano il figlio Angelo, la nuora ed i
due nipoti e tutti quelli che l'hanno conosciuta.
Il figlio e la nuora
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
pag. 11
Il Portico dell'Ufficio Postale - v parte
di Normando Onofri
Uno dei primi documenti comprovanti l'esistenza di una attiva
comunità nei pressi del colle che sarebbe poi divenuto Montefiascone,
riguarda una delle tante stazioni di posta della Strada Cassia. Quella
stazione (o postiglione), deputata principalmente al ristoro di uomini e
bestie lungo percorsi difficili e pericolosi, era situata nell'area delle
Cannelle mentre, per avvicinarsi ai nostri giorni, una delle ultime di
quelle stazioni era invece situata lungo l'attuale Via D. Alighieri.
Nella seconda metà dell'Ottocento, con il prevalere del servizio di
smistamento e consegna della corrispondenza rispetto a quello del
ristoro, mutarono i tempi, la struttura e l'organizzazione delle poste.
Non mutarono, invece, i problemi dei lavoratori addetti che deprecavano scarsa considerazione e molte fatiche. Ad esempio, nel 1857 i
"Distributori Postali" come all'epoca erano chiamati i postini, si lamentavano del molto lavoro e della insufficiente retribuzione tanto che uno
di loro, Leandro Costantini, reclamò per la paga bassa nonostante gli
fosse stata data una maggiore occupazione in quanto doveva occuparsi anche dello smistamento e contabilità della corrispondenza diretta a
mezzo corriere ad Acquapendente 1 .
Non c'erano però solo paghe basse poiché i locali che ospitavano
gli uffici della Posta erano tutt'altro che accoglienti. Nel 1864 l'Ispettore
postale di Viterbo li trovò talmente inadatti e insalubri che interessò il
Comune per una sistemazione più consona con almeno due sufficienti e proprii vani, che attualmente mancano, suggerendo il locale ove
presentemente si trova il Caffè della Piazzaf.
L'Amministrazione Comunale si rese conto, pertanto, che era
necessario adeguare i locali della posta consentendo che la ricezione
e l'invio della corrispondenza avvenisse da un luogo ubicato possibilmente al centro città a stretto contatto con gli Uffici governativi e municipali. Di questa necessità si occupò un Consiglio Comunale nell'agosto 1882 sollecitato in ciò anche da un'altra rimostranza fatta dalla
Regia Amministrazione delle Poste per l'inadeguatezza dei vecchi
locali che, oltre tutto, erano stati avocati a sé dal legittimo proprietario.
Per non pagare l'affitto e in considerazione di alcune proprietà
comunali site nella Piazza Vittorio Emanuele, il problema fu risolto3 dal
Comune decidendo di eseguire lo spostamento dell'Archivio Notarile,
allora ospitato in luogo "meschino e cattivò' in locale più adatto e, dopo
aver apportato le dovute e idonee modifiche, convertire in Officio
Postale l'ambiente liberato. Il locale in questione, era quello situato sull'angolo destro della Piazza sotto il Comune. Dopo lo sgombro
dell'Archivio Notarile era previsto che il locale subisse lavori sia all'interno, miranti soprattutto a rimuoverne l'umidità, sia "all'esterno
mediante
la
PROSPETTO
costruzione di un
portico per corrispondere
alla
comodità
della
popolazione
COMUNE
ponendosi
al
DI
coperto chiunque
si rechi all'Officio
MONTEFIASCONE
per affari da ritenersi
generali,
PORTICO
sia ancora per
fare una cosa
decorosa
alla
All'Ufficio
Poste/e
posizione
sulla
FIANCO
Piazza Principale
Scu/d Ade/r-tc* netftzfjp' /: /t*
della Città'.
Il lavoro, da
appaltarsi con
asta
pubblica,
era stato commissionato
all'lng.
Arch.
Filippo Pincellotti
di Viterbo che
ideò anche un bel porticato esterno e dette assicurazione che il costo
totale
dell'opera
Disegno
del progetto
dell'lng.
Arch.
Filippo
Pincellotti
non
sarebbe
stato superiore a £ 2.500,00. Il Consiglio approvò il provvedimento
all'unanimità ed il 17 settembre 1882 si tenne la relativa asta d'appalto dei lavori che, partita da un prezzo base di £ 2.650,19 fu aggiudicata a Giovanni Bronzetti, dopo una serrata gara di diciannove ribassi
con l'altro imprenditore montefiasconese Valentino Giusti, per l'importo
di £. 1831,99.
[email protected]
1
ASCM - Giunta del 9 febbraio 1857
ASCM - Giunta del 02-09-1864
3
ASCM - Consiglio Comunale Nr. 769 del 22 agosto 1882. Sindaco Secondiano
Mauri
2
A S V O M : Associazione
Volontari Montefiascone
Domenica 21 aprile alle ore 10 presso la sala riunioni della sede operativa dell'Asvom
(Associazione Volontari Montefiascone) si terrà l'assemblea annuale ordinaria dei soci.
Quattro sono i punti all'ordine del giorno: relazione del presidente, approvazione del
bilancio 2012, rinnovo delle cariche sociali, varie ed eventuali.
I quaranta volontari soci dell'Asvom saranno convocati per questo importante momento associativo sia per l'approvazione del bilancio ma soprattutto per il rinnovo delle cariche
del consiglio d'amministrazione. Tutti i volontari decideranno l'immediato futuro dell'associazione per continuare ad essere operativi.
II presidente Tonino Fiani nel corso dell'assemblea esporrà una sua relazione in merito al mandato appena trascorso evidenziando in maniera particolare le innumerevoli difficoltà di questo momento di crisi per tutto il mondo associativo in particolare quella economica che sempre di più attanaglia le associazioni di volontariato di Protezione Civile ma
anche per la parte burocratica e gestionale come il rispetto della legge 81 del 2008 che
impone alle associazioni di volontariato di effettuare formazioni, addestramenti e visite
mediche per tutti i volontari con un aggravio di spesa notevole. Dopo la relazione del presidente si passerà all'approvazione del bilancio 2012, con tutte le spese rendicontate, effettuate dall'Asvom nell'anno appena trascorso.
Quindi il terzo punto all'ordine del giorno: il rinnovo delle cariche che saranno valide per
due anni. Tutti i volontari che vorranno presentare la propria candidatura a consigliere di
amministrazione dovranno compilare una apposita domanda a cui seguirà poi l'elezione.
Successivamente nella convocazione del primo consiglio d'amministrazione i consiglieri
eleggeranno le cariche del presidente, vice presidente, segretario e tesoriere. Infine eventuali proposte ed idee potranno essere esposte nell'ultimo punto all'ordine del giorno "varie
ed eventuali".
LA ZICCHITELLA
(Tofi Maria la Pizzicarola)
Portaa un camicione bianco de cotone
Che direttamente a Prato l'ea staccato,
De certo potea coprì quattro persone
Basta che, sotto, nun ce mettee un curato.
Du occhiali spesse su d'un viso tonno,
le guance grosse come un maiale grasso
e du chiappe che pe giraie intorno
dovee pijà le ferie senz'annà a spasso.
Vennea de tutto drento a quer buco in piazza,
la coppa, le salame, le prosciutte e la ventresca,
davante ar sor Mescolone che cocea la pizza,
ma anche le faciole, le cece e la sarciccia fresca.
Ner capicollo, poe, ce mettea tant'aio
Che, se li, 'n vicino, apria la finestra,
pe potè' rinfescà la casa de bene in mejo,
Cor profumo, ci'acconnia la minestra.
Facea na porchetta che n'cantaa
Che bastaa solo l'odore per saziatte
Su 'n banchetto, lì per Corso, la vennea,
Bona e saporita, da rinsavì pure le matte.
E mentre te magnae un fegatello,
un po' de coccia dentro na pagnottella,
se volee sapè, de tutto, de questo e quello
nun servia comprà r'giornale, ma la Zicchitella.
Ferruccio Marziantonio
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
pag. 10
P a p a Francesco
Quella fumata bianca di mercoledì 13 u.s.
alle ore 19,06,
resterà indelebile non solo nell'animo dei fedeli
che aspettavano
il loro Papa, ma
nell'intera storia
della
Chiesa,
segnando
una
svolta definitiva
fin da quando
questo neo-pontefice, ha voluto
assumere
un
nome così eccelso, come quello
di Francesco.
Prima di proseguire
vorrei
fare un breve
preambolo rivolto al suo predecessore vivo.
Intendo
solo
a papa
saiuta
Alessandro Forlani,
giornalista
non vedente, durante l'udienza ai media
richiamare l'attenzione sul noto tratto evangelico della 'TEMPESTA SEDATA", quando Gesù si era addormentato, nonostante la tempesta, in fondo alla
barca e gli Apostoli, impauriti lo scuotevano, al che, dopo aver sedato
gli eventi, li redarguì: "... DI CHE COSA AVETE PAURA, GENTE DI
POCA FEDE?..." Questa frase non era rivolta solo a loro! Tutti dobbiamo affrontare periodi molto difficili, dove i marosi della vita, sembrano
travolgerci, ma non per questo si deve mollare la presa col rischio di
mandar tutto alla deriva... Basta così, meglio non continuare a commentare, ma lascio ai lettori le conclusioni!
Intendo, invece, tornare al Nostro caro Papa Francesco! Già dalla
scelta del nome si denota un animo elevato, l'umiltà eleva lo spirito,
come è stato per il "Poverello" di Assisi che ci ha lasciato un fulgido e
doveroso esempio da seguire non solo per l'umiltà con cui ha rinunciato alle ricchezze, ma anche per l'Amore verso tutte le Creature "...
Laudato si' o mi' Signore...".
L'applicazione del pensiero francescano, diciamolo chiaro e tondo,
è stata, specie nelle alte sfere ecclesiastiche un vero tabù. Chi doveva dar proprio l'esempio di umiltà, è stata la sede di sfarzi, ricchezze
etc.
Con l'elezione di Papa Francesco, credo che ci sia una vera e definitiva svolta nella storia della Chiesa... I Poveri prima di tutto, come già
più volte Egli ha ripetuto... In essi c'è l'immagine del Cristo sofferente
ed è con questo simbolo che noi tutti dobbiamo guardarli e, per quel
che possiamo, andare loro incontro lenendo le loro sofferenze, specie
in un periodo così negativo, come quello che stiamo attraversando.
Papa Francesco ci indica la luce di cui il Mondo intero necessita per
non brancolare nelle tenebre di un ateismo sempre più galoppante,
della disperazione di molte famiglie che non riescono a "sbarcare il
lunario", di tanta disoccupazione galoppante. Ebbene guardiamo tutti
verso questa Luce della Chiesa che rinasce e si rinnova nello Spirito di
Assisi.
Credo proprio che Papa Bergoglio, abbia ben capito questo e la
sua vita sarà spesa per applicarlo, proprio in nome di una Chiesa davvero nuova, santificata nell'applicazione del Santo Vangelo.
Non deluderci dunque, caro Papa Francesco. Non deludere le
aspettative dei fedeli e, quindi di tutta la Chiesa Cattolica che solo tramite questo rinnovamento necessario, sarà davvero Ecumenica ed
Universale".
Paparello Gianluigi
II CIF, Centro Italiano Femminile celebra
Assemblea soci 2013
la giornata internazionale della donna
ASVOM
^¡P
Domenica 21 aprile alle ore 10 presso la sala riunioni
della sede operativa dell'Asvom (Associazione Volontari
Montefiascone) si terrà l'assemblea annuale ordinaria dei
soci. Quattro sono i punti all'ordine del giorno: relazione
del presidente, approvazione del bilancio 2012, rinnovo
delle cariche sociali, varie ed eventuali. I quaranta volontari soci dell'Asvom saranno convocati per questo importante momento associativo sia per l'approvazione del bilancio
ma soprattutto per il rinnovo delle cariche del consiglio
d'amministrazione.
Tutti i volontari decideranno l'immediato futuro dell'associazione per continuare ad essere operativi. Il presidente Tonino Fiani nel corso dell'assemblea esporrà una sua
relazione in merito al mandato appena trascorso evidenziando in maniera particolare le innumerevoli difficoltà di
questo momento di crisi per tutto il mondo associativo in
particolare quella economica che sempre di più attanaglia
le associazioni di volontariato di Protezione Civile ma
anche per la parte burocratica e gestionale come il rispetto della legge 81 del 2008 che impone alle associazioni di
volontariato di effettuare formazioni, addestramenti e visite
mediche per tutti i volontari con un aggravio di spesa notevole.
Dopo la relazione del presidente si passerà all'approvazione del bilancio 2012, con tutte le spese rendicontate,
effettuate dall'Asvom nell'anno appena trascorso. Quindi il
terzo punto all'ordine del giorno: il rinnovo delle cariche
che saranno valide per due anni.
Tutti i volontari che vorranno presentare la propria candidatura a consigliere di amministrazione dovranno compilare una apposita domanda a cui seguirà poi l'elezione.
Successivamente nella convocazione del primo consiglio
d'amministrazione i consiglieri eleggeranno le cariche del
presidente, vice presidente, segretario e tesoriere.
Infine eventuali proposte ed idee potranno essere
esposte nell'ultimo punto all'ordine del giorno "varie ed
eventuali".
Laura Benedetti
Esposito
Presso
la
Sala
delle
Bandiere
del
Parlamento
Europeo a Roma, si è svolto un
Convegno promosso dal CIF
Centro Italiano Femminile.
Molti i temi affrontati che riguardano la crisi che stiamo attraversando e, come la donna di
fronte alle continue sfide si
pone, per cercare di individuare quali siano le risorse in cui
inserirsi per uscire dalla crisi.
Sono
intervenute
la
Presidente Nazionale del Cif, la
Presidente Provinciale e la
Presidente Comunale; inoltre le relatrici docenti della Università Gregoriana,
Università La Sapienza e la ricercatrice sulla famiglia e la condizione femminile.
Ognuna di loro si è espressa con chiarezza e competenza, mettendo in luce il contributo delle donne che "in questo mondo sordo continuano a farsi sentire", nonostante molte di loro siano precarie e sottopagate per cui sembra ancora lungo il cammino per un'equa parità. Si è accennato poi anche alle organizzazioni femminili, le
Associazioni, alle quali sono stati tagliati i sostegni per cui sono costrette ad andare
avanti con le loro forze e grande sacrificio. Comunque, le prospettive non mancano
e neppure il coraggio che ha sempre contraddistinto l'universo femminile in qualsiasi situazione. Si è ricordato in questo contesto, quando negli anni in cui imperversava la guerra, le donne si rimboccavano le maniche prendendo il posto degli uomini
nelle fabbriche e nei lavori dei campi; dunque basterebbe "dare una lettura dal versante delle donne" sulla visione che esse hanno del mondo e della realtà sociale,
perchè potrebbero essere una vera e propria risorsa per uscire dalla crisi.
Apprezzato l'intervento di Beatrice Fazi, attrice di teatro e interprete della fiction
"Un medico in famiglia", intervenuta alla manifestazione, portando una ventata di
simpatia e giovinezza, per la gioia, delle presenti, ma soprattutto la sua volontà di
operare nel sociale e farsi portatrice dei valori e dell'unità della famiglia. Beatrice Fazi
ogni anno si reca a Montefiascone anche perchè i suo nonni sono sepolti lì, e inoltre, ha partecipato al Meeting dei Ragazzi di S. Lucia Filippini, sempre pronta a testimoniare la fede e la sua esperienza di moglie e di madre.
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
Grande successo per le gare
di Ginnastica Artistica
Il 9 -10 e 16 -17
marzo scorsi si è svolto presso il Palazzetto
dello
Sport
a
Montefiascone
il
Campionato
Regionale
di
Ginnastica Artistica
organizzato
dall'A.S.D.
Centro
Polisportivo Libertas
Montefiascone, con il
Patrocinio del Comune di Montefiascone Assessorato allo Sport ed in collaborazione con la Federazione di Ginnastica Italiana.
Oltre 900 atlete/i provenienti da tutta la Regione hanno partecipato alle gare,
dando vita ad una manifestazione di grande interesse; erano presenti tutte le più
importanti Società Sportive di Ginnastica della Regione. Elevato il livello tecnico
delle gare, con grande soddisfazione del Direttore Tecnico Regionale della
Federazione Italiana di Ginnastica prof. Alessandro De Dominicis.
Numeroso il pubblico: migliaia di persone, che hanno seguito le gare con
interesse e passione, esprimendo apprezzamento per l'ottima organizzazione
delle gare e per l'accoglienza avuta da parte di tutta la cittadinanza; crediamo che
queste manifestazioni costituiscano un ottimo sistema di promozione turistica per
la nostra bella cittadina.
Ottima prestazione delle atlete della Libertas Montefiascone: Elisa Ciufo 2a al
pag. 11
trampolino,
Aurora
Moroni 3a al corpo libero,
grande
prova
per
Isabella Lozzi, Elena
Micci
Battaglini
e
Carlotta Sterbini. Piena
soddisfazione per il gradino più alto del podio
con la squadra delle ginnaste: Letizia Graziani,
Flavia
Perugini
e
Caterina Ponziani e per il secondo posto della squadra formata da: Camilla
Benella, Veronica Ferri e Gaia Lucci.
Ottimi piazzamenti nelle gare individuali assolute per le atlete: Valentina
Dattolo salita sul gradino più alto per il trampolino e al terzo posto a corpo libero,
Chiara Rubeca al secondo gradino e Sara Mocini al terzo, grandi prestazioni
hanno offerto le altre atlete in gara: Silvia Castellani, Sofia Della Rosa, Caterina
Gatti, Elena Milioni, Giada Minciotti, Diletta Morici, Lara Notazio, Federica
Perugini. Pienamente soddisfatta l'insegnante di Ginnastica della Libertas
Montefiascone Prof.ssa Teresa Fossati ed il suo staff: Martina Ferri, Antonio
Menchinelli, Valentina Nicolai, Serena Pagliaccia, Adelaide Ranucci.
Attestati di apprezzamento sono stati rivolti agli organizzatori da parte di tutti
i partecipanti e da parte dei dirigenti della Federazione di Ginnastica. Erano presenti il Presidente Regionale Prof. Paolo Pasqualoni ed il Vice Presidente Prof.
Roberto Accill che sono rimasti entusiasti dell'organizzazione della manifestazione sportiva ed hanno promesso assegnazioni al nostro paese di ulteriori gare.
Tutte le atlete sono state premiate dai dirigenti federali, dal Presidente Provinciale
della Libertas Robeto Pacifici, dall'Assessore allo sport e Vice Sindaco del
Comune di Montefiascone Prof. Fernando Fumagalli, dal Presidente del Centro
Polisportivo Libertas di Montefiascone Lodovico Mocini e dal Segretario Paolo
Scoponi.
Il Tennis
Matteo Gasparrini campione italiano di karate
a Montefiascone
Il montefiasconese Matteo Gasparrini, classe 2006, è
diventato campione italiano di karaté, conquistando la
Da pochi anni
medaglia d'oro a Terni il 9 marzo 2013; ha colto sei vittorie
il tennis ha fatto la
consecutive sbaragliando il campo con un prestigioso cresua apparizione
scendo. Il giovane Matteo pratica karaté presso la scuola
tra i giovani di
Velta Karaté allenato impeccabilmente dal maestro Sergio
Montefiascone,
Valeri; è cintura bianca e giacca E.
che peraltro si sta
Ha iniziato questa particolare disciplina sportiva soladotando di una
mente nel mese di settembre dello scorso anno e in questi
propria struttura,
pochi mesi ha colto prestigiosi ed inaspettati successi.
ma già si intraveMatteo ha vinto la medaglia d'oro nella gara provinciale
dono le prime
svoltasi
a Tarquinia il 20 gennaio; ha ottenuto la prima posisperanze. Il più
zione nella gara provinciale svoltasi a Viterbo il 20 febbraio
promettente dei
ed ha ottenuto la seconda posizione nella gara regionale di
tennisti in erba è
Civitavecchia il 17 febbraio. Inoltre si è classificato ancora
Giuseppe Sitra,
primo nella gara regionale svoltasi nel palazzo dello sport di
al quale abbiamo
Montefiascone il 3 marzo. Infine, come detto, ha coronato il
rivolto qualche
maniera stupenda questa serie strepitosa di prestazioni nel campionato italiano svoltosi a Terni il 9 marzo,
domanda.
conquistando, dopo 6 combattimenti, la medaglia d'oro del Campionato Italiano organizzato dalla
Federazione Karaté (Fik). Soddisfatti e fieri naturalmente per i continui successi i genitori che vogliono rinDa quanto tempo coltivi questa tua passione?
graziare pubblicamente il maestro Sergio Valeri per il supporto quotidiano e per i validi consigli che forniSono sei anni. Ho iniziato presso il Tennis clud di
Bagnoregio ed ora mi sto perfezionando a Viterbo con sce continuamente al bravissimo Matteo.
il maestro Alessandro Patrignani ed i collaboratori Gino
D'Angelo e Paolo Ricci. Un ringraziamento va anche a
Questo mese vogliamo fare un appello e dare delle
Massimiliano Affinita, il primo istruttore presso il Tennis
info sulla "struttura" della nostra avis. L'appello è rivolto
club di Viterbo.
alle coppie che intendono avere un figlio; ma per chiarire
Inform
Quale è il tuo piazzamento attuale?
Ho chiuso la stagione al 4° posto dopo aver ottenuto
buoni risultati a livello regionale.
Pensi di poter migliorare la classifica attuale?
Certo e per questo mi sto impegnando molto. Mi alleno
cinque volte alla settimana. Comunque tra gli obiettivi
mi sono anche prefissato una vittoria a livello nazionale ed un buon piazzamento nei tornei internazionali.
Quali impegni sosterrai per la prossima stagione?
Come ho già precedentemente ricordato spero di partecipare a molti tornei, senza per questo tralasciare l'attività a livello regionale. Non nascondo che ci terrei
molto, per esempio, a partecipare ad un ITF,
International Tennis Federation.
Chi vuoi ringraziare in particolare per i risultati fino
ad ora raggiunti?
Voglio ringraziare prima di tutto la mia famiglia, che mi
è stata sempre vicino e mi ha incoraggiato a proseguire in questa mia sfida personale con il Tennis, così
come voglio esprimere la mia gratitudine a tutti i miei
maestri ed allenatori dello staff Tennis Club di Viterbo.
Giuseppe Bracchi
meglio l'appello dobbiamo fare una premessa. Il sangue
donato trova applicazione in molteplici aspetti della sanità;
per le fasi di emergenza, per le cure di molte malattie
come le leucemie, per la preparazione di farmaci salvavita, per poter effettuare i trapianti di organi e tessuti e per
molte altre necessità, come il mantenimento in vita di chi
necessita di continue trasfusioni. Alcune malattie, come le
leucemie, possono essere curate con le Cellule Staminali, e il CORDONE OMBELICALE è ricco di queste
cellule che sono specifiche, chiamate ematopoietiche, ovvero cellule che danno origine a tutte le cellule del
sangue.
Con la nascita di un figlio si può ridare anche il vigore della vita a molti; quando sapete che siete in
dolce attesa, date il consenso a donare il Cordone Ombelicale, l'appello è rivolto alle coppie perchè è
una scelta di coppia. Per la donazione si devono fare alcuni esami in più e seguire un piccolo iter burocratico. Nella nostra provincia lo si può donare presso l'ospedale di Belcolle e in quello di Tarquinia, ma dovunque pensate di andare date il consenso. Nel nostro ospedale di Montefiascone c'è una referente per questo tipo di donazione, è l'ostetrica Fabiola CIRIPICCHIO, che ha seguito dei corsi specifici, contattatela,
non perdete tempo e passate parola, anche in futuro.
Adesso le info: l'aviso locale non ha più la denominazione di sezione ma di Comunale; il Presidente è
Mauro MARINELLI, il Vice presidente vicario è Oreno DOMINICI, il Segretario è Alido SPORTOLONI e il
tesoriere/amministratore è Angelo ORFEI, tutti gli altri componenti del direttivo hanno comunque dei compiti specifici, abbiamo anche istituito il gruppo giovani per ampliare e diversificare la nostra "presenza" nel
territorio. Dobbiamo tenere sempre a mente che il sangue serve sempre e sempre di più, e per averne non
c'è altro modo che la donazione; chi può non perda tempo e non cerchi scuse puerili.
Per l'avis comunale Montefiascone
Carlo GIANVINCENZI
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
pag. 10
Per una fermata il tempo si è fermato Facciate storiche falische
Quanto stiamo per narrare può
sembrare inverosimile invece è la
realtà ed i documenti parlano chiaro. Una signora, parzialmente disabile, abitante in zona Commenda a
qualche centinaio di metri dalla
provinciale commenese, per la
necessità di muoversi, visto che la
sua infermità non le consente di
guidare alcun mezzo di trasporto,
nel lontano 26 agosto 2011, inoltrava al Comune di Montefiascone,
competente per territorio, la richiesta per avere la fermata dei bus
Cotral che tranistano nella zona.
a cura di Pietro Brigliozzi
L'Amministrazione falisca, non
solo accettava la domanda ma,
con sollecitudine, effettuava, tramite la guardia municipale, i sopralluoghi del caso e ritenendo che
non vi era ostacolo alcuno, girava
tale richiesta al COTRAL, con il
proprio protocollo n. 0015140, Cat. 2, Classe 1, Fascia 11. A tale richiesta corrispondeva il totale silenzio da parte dell'azienda. La signora di tanto in tanto chiedeva
informazione al Comune sullo stato di avanzamento della pratica e la risposta era
sempre la stessa: attendiamo notizie dall'azienda COTRAL. Avendo pazientato per
quasi un anno, la Signora, nel mese dello scorso dicembre si rivolgeva al "capo storico" dei pendolari perchè perorasse la sua causa.
Questi si attivava subito, così, nel mese di dicembre duemiladodici, la pratica
veniva rintracciata e riportata all'attenzione dei responsabili che avrebbero dovuto
disporne l'attuazione. Fino all'inizio di questo mese di febbraio, nonostante le varie
sollecitazioni, nulla era cambiato e la situazione ristagnava ancora. Dopo un ulteriore intervento, piuttosto pesante, nella giornata di ieri, 21 febbraio, un tecnico del
deposito COTRAL di Viterbo effettuava un sopralluogo chiamando la signora interessata e qui è accaduto l'inverosimile; si è avuta la sensazione che, con questo
sopralluogo, il tecnico anziché snellire la cosa verso la soluzione positiva, l'abbia
quasi ostacolata chiamando in causa delle necessità strutturali di ordine tecnico che
non esistono, se non in pochissimi casi, sul territorio della provincia.
Tra le varie richieste quella che ha fatto traboccare il vaso e lasciato tutti perplessi è stata l'esigenza di realizzare, necessariamente, un'apposita piazzola di
ampie dimensioni per evitare che il bus, nel fermarsi, occupi una parte della carreggiata. Da un controllo delle varie fermate lungo le provinciali del viterbese, è emerso che tale spazio non esiste quasi da nessuna parte ed i bus, nell'effettuare la fermata, rimangono ad occupare non una parte ma l'intera carreggiata. A questo punto
si dovrebbero abolire tutte le fermate sull'intera rete laziale COTRAL che non hanno
la piazzola, quindi non sono a norma come il suddetto funzionario ora afferma. Tutto
ciò è veramente pazzesco per le gravi ripercussioni che avrebbe non solo sull'utenza ma sull'azienda stessa che, di fatto, non offrirebbe più alcun servizio per cui non
avrebbe ragion d'esistere. Tutti si auspicano che il suddetto funzionario riveda tutta
la problematica, rendendosi più flessibile, cercando meno peli nell'uovo, concludendo quindi la pratica positivamente.
P. B.
LODE A MARIA
Splendida tu venere celeste
d'un velo candidissimo adornato
nel grembo sotto la candida veste
lo Spirito Santo hai generato
Carissimi amici pendolari,
ho sempre sostenuto, poiché ne sono fermamente convinto, che offrire il
miglior servizio all'utenza ha 3 requisiti fondamentali tra cui primeggia: far
risparmiare il più possibile tempo a chi viaggia.
In questa logica, facendo seguito a quanto vi avevo comunicato a voce,
ora sono in grado di darvi le specifiche del nuovo orario di questo treno 7537
che sarà in vigore lunedì prossimo 11 c.m. Per quanto riguarda l'orario si
partirà da Montefiascone 3 minuti più tardi. Per il ritorno si partirà 3 minuti più tardi e si arriverà a Montefiascone 2 minuti prima.
Per quanto riguarda il materiale rotabile un discreto miglioramento lo
abbiamo avuto, speriamo di averne dell'altro. È stato un lavoro di pazienza
e meticoloso che ha richiesto diversi incontri con i responsabili sia di RFI che
Trenitalia ai quali va il ringraziamento per aver compreso, condiviso ed
accettato i miei (nostri) ragionamenti dei quali iniziamo a cogliere i frutti, ed
ad onor del vero, per la brutta situazione in cui mi trovo, mi sono costati molto
sacrificio. Sono convinto che lo potete ben comprendere.
Comunque, lavorare, come ho fatto dal lontano 1983, per il bene degli
altri, di noi tutti, la ritengo la cosa più bella; di questo ne sono convinto e per
questo mi impegno ancora,
il treno 7537 partirà da Montefiascone alle ore 6,20
arriverà a Roma Tib.na alle ore 7,35
arriverà a Roma T.ni alle ore 7,45
Il treno 7550 partirà da Roma T.ni alle ore 17,35
partirà da Roma Tib.na alle ore 17,42
arriverà a Montefiascone alle ore 19,08
La Palestra Athlon Power
di Montefiascone
Orsù quegli occhi tuoi, Dolce Maria
e il puro fiore del tuo seno Gesù
la pace santa dona nei cuori fedeli o Pia!
Ridona al mondo l'amore che rivolgi tu:
I fedeli alla preghiera ti onoran
a Dio questo dono voglion te cantare
Tu sei la guida Madre nostra Signora.
Variazione d'orario
Stiamo lavorando per airi miglioramenti, spero di darvene positiva notizia quanto prima. Ringraziandovi del vostro supporto e della fiducia che mi
avete dato negli anni scorsi, che mi sono stati necessari per dialogare con
l'Azienda, scusandomi se non sempre siamo riusciti ad avere quanto si desiderava, sinceri saluti.
Portavoce dei Pendolari ed Utenti
Dr. Pietro Brigliozzi
La tua integrità di Vergine Santa
e il candido giglio dall'intatto stelo
al mistero grande dell'umana pianta
da gloria sei coronata dal Carmelo.
Di sciagure infinite il nostro mondo è pieno
e fra queste il peccato continuo del peccare
lo sdegno rende il ciel poco sereno
Ma il tuo cuore Madre Santa sa perdonare.
Siamo nella frazione di
Zepponami. La facciata che
vediamo è una delle più antiche, anche se, nel passar
degli anni ha subito alcune
trasformazioni che, comunque, non hanno inficiato la
sua possenza e la sua bellezza.
In primo luogo va notato
che manca di un evidente
marcapiano, lo ha, ma in
maniera ridotta e visibile soltanto sugli spigoli frontali. Ad
una certa altezza infatti notiamo che i cantoni (le pietre
angolari) sono interrotti da
due pianelle in laterizio; esse
sono il marcapiano.
L'intera facciata è in pietra
locale quella, da tutti conosciuta come sassi dei Tufelli. La facciata ha un
altro elemento caratteristico: le riquadrature delle finestre sono in zoccoli di
laterizio anziché in pietra come in altri casi. Altra caratteristica l'ampiezza
della gronda del tetto che sporge abbondantemente oltre la parete. È un elemento costruttivo importante in quanto più la gronda è sporgente e più ripara la parte alta della facciata dalla pioggia: in questo caso essa era definita
dai muratori, mastri dell'epoca: a falda larga.
promuove nel mese della salute (aprile 2013)
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la strada verso il benessere
Immagine della Madonna
del Carmelo che dal 1700
si venera nella Chiesa di
Montedoro.
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LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
N o z z e
d'oro
Livio
Cevolo
e
Nasoni
Santina
hanno festeggiato il 50°
anniversario
del loro matrimonio il 23
settembre,
partecipando
alla
Santa
Messa celebrata da Don
Luciano nella
chiesa di San
Flaviano.
Presenti il figlio Angelo e la nuora Ornella e il nipote Niccolò con amici e parenti. Per concludere la festa si sono recati al ristorante Agriturismo la Capanna.
Tanti auguri da amici e parenti.
U n compleanno eccezionale
Il 27/2/2013
Alda Napoli ha
festeggiato un
compleanno
veramente speciale, ha compiuto 90 anni tra
la
gioia
dei
parenti, le figlie
Alida e Ofelia, i
nipoti
Paola,
Gianpiero
e
Claudia e i pronipoti:
Alice,
Diana,
Piero,
Andrea con un
pensiero al suo
caro
marito
Piero che non c'è più. Auguroni nonna Alda.
Benvenuta
Il 5 febbraio 2013, presso
l'Ospedale di Tarquinia, è venuta
al mondo la splendida piccola
Vittoria Minetola, orgoglio del
papà Antonio (per gli amici Toni)
e della mamma Barbara Genna,
dei nonni montefiasconesi Pino
e Rossana e dei nonni siciliani
Santino e Graziella e degli zii
Marco e Giuseppe.
Un augurio speciale da Tina
(la mariana) che è diventata così
una "giovane" bisnonna.
Ti vogliamo tutti un mondo di
bene!!!
Ci sono
anch 'io....
Ciao a tutti mi chiamo Gabriele
Placidi, sono venuto al mondo il
22.01.2013 portando tanta gioia a
casa di mamma Barbara e babbo
Walter e delle nonne Anna ed
Angela, mentre i nonni Armando e
Luigi mi guardano e proteggono dal
cielo.
Auguri per questa nuova vita che
si affaccia al mondo.
piccola
Viola!
pag. 11
Quarto dialogo tra
la Peppa e l'Antogna
"OH Pè, n'un vienghe a lavà oje, Cume mae?"
Anto, che t'ho da dine, ciadò u'mar dè schiena che starebbe
bene ar papa. Sto annà a fa du passe pé ssdirunciinamme
l'ossa".
"A' pijato qualche ijàcciata, Pè".
"Ma che ijàcciata, Anto, m'è toccato stane a cavolo barsone
pé riwoija le vite, che rmi Pietro ha comincio a potane, po' mè
tòcco metterne a cucine pé cambiane rfonno de le carsone ar
mi Jacomino, che da quanterono lise, poarino, je se contavono le pele. Da quanto so stracca me fa male pure rcodarone".
"Sin'vae 'ndinuelle, Pè, appoijete misti a la sperella... che
callo te sdiruncina l'ossa en tanto famo ddu chiacchiere, chee
anche ma mine me tocca smetta de lavane, che da quanto ho
laàto, me tocca ricoija le spalle per terra. Pé riposamme me
metto a seda a la sperella anch'io sul quer barzòlo. Sente
m'po', oh, l'aria adèene ijaccia, ma ar sole adè callo, te fa
stane a la balocca ch'adene m'piacere, te scalla pure le budella".
"Anto, a'ntiso che caolata stanno a fané quelle der governo?".
Rmi Pietro che sente quello che parla a la t.v., ogne tanto san
caola e parla da sole che pare m'matto, me dice, pé famme
capine ché cosa, ma io nun ce capiscio gnente, pé quanta
arsa la voce e move le mano, che me pare m'pupazzo, che
vonno arifà le votazione a febbraro, ma le vonno spostane de
quiindice giorne, perchè seconnoloro adè meijo. Mae da dine,
ma ste quindece giorne che vòe mannà meijo? Che da che
mese a sta parte hanno rovino anche rsantissomo. So bone
solo a spenne le nostre sorde pé quello che jé pare, tanto ce
semo noe del popolo che je pagamo le tasse. Poe hanno voluto che je pagassomo la limu, che cò quella ci'anno limo l'ossa
che manco rcodarizzo je la fa più a sta ritto. Vonno fa n'a
legge a modo suo e diciono che rpopolo quanno sceie sa
quello che fané, e manna su er meijo. Allora dice r'mi Pietro:
le deputate che stanno a fané, a pijà solo le sorde e fa finta
che fa quarche cosa, se poé pé loro a da sceija r' popolo? Sò
tutte uguale, da n'a parte che da quell'artra. Pare che so d'accordo. Litocono a bruttom muso, fanno anche a botte, poe
quanno esciono vanno a magna tutte n'sieme, jé se poetessa
arimpona n'osso de pollastro mar ficozzo!".
"Adae raijone Pè, a cummannà nquer modo tutte le coijone so
bone. Pé fa le sorde inventono ogne tipo de tasse, er popolo
paga, ma adè rpopolo che'adè coijone, no loro. Rmi Pietro,
quanno san caola e parla da solo dice che rpopolo adè come
un branco de pecorone che v'ha a presso a quella cor campano".
"Anto, adè cusine, come te dicio, so tutte uguale, chi chiappe
chiappe. Rmi nonno eia raijone quanno me raccuntaa la storia contorta, mò capiscio che volea dine".
"Cadene Pè, sta storia contorta, nun l'ho intisa mae".
"Anto, me ta la dicio: N'a mattina de giorno de festa, prese la
subbia e me ne andai a potare, per la strada incontrai una
quercia secca, o Dio le cerase che magnae, poe venne la
patrona di quel pero, disse chi a magnato le mie fave? Prese
le fave pé dalle al somaro, a la sciorta del sacco era grano;
prese r'grano pé portarlo al mulino, alla sciorta del sacco era
carcino; prese r'carcino pé murare l'uscio, alla sciorta del
sacco era un prosciutto; prese r'prosciutto pé magnane n'a
fetta, alla sciorta del sacco era veccia; prese la veccia pè dalla
al piccione, alla sciorta del sacco era carbone; prese r'earbone p'accenna r'foco, alla sciorta del sacco era voto. Girala
come te pare, cruda o cotta, come so le fuscelle è la ricotta".
"Che vo' dine cò qué, Pè?"
"Anto, voijo dine che quelle che oie commannono, hanno pijato le piedate de quelle de prima, e so come lóro, r'popolo adè
contento e coijonato, come dice rmi Pietro, che stupodo, stupodo, mesà che capije più de tutte, de stà zitte e mannà le
cose come vonno lóro, tanto nun jé se pò fa gnente, e quanno se scapicollamo, se scapicollamo. Anto, s'è fatto tarde,
chiappo verso casa a fa m'boccone de damagnà, che
momente viengono le fiijarelle da la scoletta, e poarine,
c'avranno nà fame da lupo, e saranno stracche morte, le mi
coccarelle".
Mezzetti
Rolando
LA VOCE - n° 4 - Aprile 2013
pag. 10
Grazie
Dan
Un prete deve essere:
grandissimo e piccolissimo,
nobile di spirito come un discendente di re,
semplice e dimesso come un servo
di contadino,
un eroe, che ha vinto se stesso,
un uomo che ha lottato con Dio,
una sorgente di vita santa,
un peccatore al quale Dio ha perdonato,
un dominatore dei propri desideri,
un servitore dei deboli e degli inquieti,
di fronte a nessun grande si prostra,
verso i più piccoli si china,
un discepolo del suo Maestro,
una guida nella lotta degli spiriti,
un mendicante con le mani imploranti,
un araldo con doni preziosi,
un uomo nel campo del combattimento,
una madre al capezzale degli ammalati,
un vecchio nel contemplare,
un bimbo nel confidare,
tende alle cose più alte,
non disprezza le cose più piccole,
destinato alla gioia,
ha familiarità col dolore,
è lontano da ogni rimpianto,
chiaro nel pensare, schietto nel parlare,
amico della pace,
nemico dell'inerzia,
Umberto!
D. Umberto è un sacerdote di Tuscania, è stato ordinato il 24 marzo 1963 e il 25 marzo ha celebrato la sua
Prima Messa. Il 27 marzo 1988 ha ricordato i suoi 25 anni
di sacerdozio, ora ricorda il suo 50° di sacerdozio.
Da qualche anno, colpito da una strana malattia, non
più autosufficiente, è costretto, dopo un lungo ministero
parrocchiale, a vivere nella sua Tuscania, anche se, aiutato da alcuni confratelli, è quasi sempre presente nelle riunioni diocesane del clero.
È veramente un esempio di sacerdote unito alla Croce
di Cristo, sempre sereno e affabile. In attesa della risurrezione, quando il Signore Gesù gli farà recuperare la pienezza della vita, continua a pregare per tutti noi, che ricambiano grati il suo ricordo orante.
D O M E N I C A 7 A P R I L E 2013
R I C O R D I R O ' I L SO* A N N O D E L M I O
SACERDOZIO.
ALLE ORE 19 00 C I R I T R O V E R E M O NELLA F R E G H I E R A
I N T O R N O ALL ALTARE DELLA C H I E S A DI S . G I A C O M O .
A S E G U I R E . P R E S S O IL M O N A S T E R O D I SAN PAOLO.
TROVERETE UN RINFRESCO PER. FESTEGGIARE INSIEME.
stabile in se stesso.
Del tutto diverso
da quanto sono io....
SARO LIETO D I AVERVI C O N ME
Da un manoscritto medievale
di Salisburgo
D. Flavio Valeri, Parroco del Sacro Cuore a
Viterbo, membro del Consiglio Presbiteriale, del
Collegio dei consultori e del Consiglio Episcopale
D. Luigi Fabbri, nuovo Vicario Generale
della Diocesi
Le lacrime dei romani e dei
pellegrini per Papa Benedetto
Laura Benedetti Esposito
La più grande, sentita affettuosa testimonianza, l'ha data la gente
assiepata nella Piazza; il silenzio, l'attesa. Non ci sono state domande né
"perchè". Alle persone che ho chiesto cosa provavano, la risposta era
sempre la stessa: "Abbiamo imparato ad amare questo Papa, per la sua
dolcezza, per la sua umiltà, per la sua spiritualità". "Lui è un grande della
fede, va a pregare per noi e per questo mondo sconvolto". Sono stata colpita da tanta commozione e da tanto affetto per il Padre che s'incammi-
PER COMODITÀ'
D. Umberto Liberti dei Figli dell'Immacolata Roma. Insieme a suo fratello Fr. Callisto fa onore
alla frazione "Le Mosse" - Montefiascone
nava verso il Monte. La gente ha capito, più che il blaterare di certa stampa, che questo era il momento di esternare l'amore, la gratitudine, la comprensione per il Santo Padre.
Debilitato nel fisico, gli occhi così vivi e penetranti, ora velati e stanchi, ma da quella finestra Egli si commuove, e la lucidità e la ricchezza
del suo pensiero, tocca ancora il cuore di tutti.
Quello che mi premeva sapere, era il giudizio della gente comune,
credenti e non, che anno dopo anno, si sono resi conto della profondità e
chiarezza di questo Pontefice che, attraverso la sua parola, i suoi scritti,
ci ha quasi costretto a porci all'ascolto della parola di Cristo e a renderlo
nostro contemporaneo. Tutto il resto lo consegniamo alla storia, ma non
prima di aver citato le parole di Madre Teresa: "Ho capito quale sia il male
del mondo: la mancanza di Preghiera".
Ed è quello che ha capito Benedetto XVI.
DEI LETTORI
DE "LA
VOCE"
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Voce è grata ai suoi".