Difesa Personale - Polisportiva Zen Shin

Transcript

Difesa Personale - Polisportiva Zen Shin
Difesa Personale
Autodifesa, o difesa personale, è la capacità propria di saper gestire (o evitare) una disputa
(non necessariamente violenta) tra individui che, per svariati motivi, possono giungere ad uno
scontro.
È molto diffusa l'opinione che la difesa personale sia solo un insieme di tecniche ed
insegnamenti atti ad atterrare un avversario prima che sia lui a farlo, confondendo l'autodifesa
con lo street fighting. In realtà la difesa personale comprende sia tecniche fisiche per la difesa
dalle aggressioni, sia tecniche psicologiche.
Le attività rivolte al miglioramento della difesa personale sono molte. Si evidenziano:
* studio di arti marziali
* studio approfondito del corretto atteggiamento mentale
* uso di articoli dissuasivi
* possesso di un'arma (porto d'armi)
* uso delle guardie del corpo
* controllo della paura
Per quanto riguarda lo studio delle arti marziali non ci sono prescrizioni particolari, tranne la
sana costituzione certificata da un medico.
Per quanto riguarda gli articoli dissuasivi come spray e Taser, non ci sono prescrizioni
particolari, anche se in Italia vi sono problemi legali nel porto e nell'utilizzo di questi dispositivi.
Per il possesso dell'arma le prescrizioni si fanno più severe. Infatti è necessario il porto d'armi
(almeno nel caso in cui si voglia portare con sé o trasportare l'arma) che viene rilasciato a
fronte di molti documenti, non ultimo la verifica di pendenze penali.
Per l'utilizzo delle guardie del corpo è chiaro che non ci sono prescrizioni ed andrebbe valutata
la reale necessità a causa del peso economico che comporta. Legislativamente, in Italia, tale
professione formalmente non potrebbe essere svolta in quanto la protezione delle persone è
attività esclusiva dello Stato e l'unica protezione consentita al singolo cittadino è quella che
deriva dall'applicazione della legittima difesa.
1/4
Difesa Personale
Legami con le arti marziali
Lo studio della difesa personale si distingue da quello delle arti marziali per una serie di motivi,
primo tra tutti il fine. Chi pratica un'arte marziale, ricerca solo in parte un metodo di difesa o
offesa, nonostante in origine fossero arti di combattimento che prevedevano l'offesa e la difesa
anche contro attacchi portati con armi, oggi le arti marziali sono per lo più considerate una
pratica sportiva e nonstante possano essere usate per leggittima difesa, utilizzarle in ambiti
diversi da una situazione di pericolo può essere punito con diverse sanzioni e l'allontanamento
dalla palestra. Si può affermare quindi che, attualmente, le arti marziali sono praticate per lo più
come attività sportive agonistiche o amatoriali, per filosofia o religione e più raramente
(nonostante la loro efficacia) come tecnica di difesa. Le tecniche di difesa personale, invece,
sono studiate proprio per raggiungere il fine di sconfiggere un'aggressione. Esse prendono
spunto da molte arti marziali come ad esempio il Ju-Jitsu, il Judo, l'Aikido, il Karate o il Kung fu,
oppure da sistemi di combattimento come il Jeet Kune Do, il Wing Chun, il Krav Maga
israeliano, il Thieu lam Vietnamita, il Kali filippino o i più recenti sistemi di autodifesa Keysi
Fighting Method, Total Fighting, Goshin e Kombato. Molte arti marziali tuttavia non sono adatte
a tale scopo poiché non prevedono il combattimento libero.
Prevenzione
La prevenzione è un concetto fondamentale dell'autodifesa, e per questo viene incluso negli
studi di queste tecniche. La prevenzione serve ad evitare inutili situazioni di rischio per la
persona. Può sembrare un'ovvietà, ma spesso questo concetto non è compreso
immediatamente da chi si avvicina per la prima volta ad una scuola di difesa personale. Il detto
"Prevenire è meglio che curare" può essere adottato anche in questo campo.
"Killer instinct" [modifica]
Il killer instinct, letteralmente istinto omicida, è quel rapporto che si deve sviluppare affinché si
affronti nel modo corretto uno scontro[senza fonte]. Bisogna però soffermarsi a spiegare il
significato di questa parola. Sviluppare il killer instinct non vuol dire nutrire odio nel prossimo e
provare piacere nel farlo soffrire. Questo è semplicemente il termine inglese con il quale ai
reparti speciali viene spiegato il concetto di istinto di sopravvivenza. Può voler dire di non tirarsi
mai indietro di fronte alle difficoltà, la sopravvivenza propria e dei propri cari viene prima di tutto.
Paul Vunak, un famoso istruttore di reparti speciali americani, in una sua intervista disse:
"...se devo combattere, io combatto. Se devo uccidere, io uccido. Se devo fuggire, io
fuggo." Il killer instinct è un concetto particolarmente complicato da comprendere, proprio
di certi modelli di scuole di autodifesa, destinato alla formazione psicologica e al corretto utilizzo
delle tecniche che verranno poi imparate. Molto spesso viene assimilato male, galvanizzando
2/4
Difesa Personale
l'allievo e ottenendo così un effetto controproducente.
Tecniche di difesa
La difesa personale deve essere vista come una cultura di prevenzione adatta a tutti. Lo studio
di un'arte di difesa prima di tutto intende dare fiducia in sé stessi ed una conoscenza dei rischi e
delle violenze, l'atteggiamento di una coscienza preventiva di qualsiasi attacco.
L'attività di difesa personale parte da due filosofie essenziali:
* essere preparati
* serve solo per difesa e mai per offesa
Le tecniche di difesa personale si differenziano per due caratteristiche fondamentali:
* l'applicazione: devono cioè essere eseguite nel modo più efficace possibile, e soprattutto
non ci sono esclusioni di colpi;
* la durata: mentre l'allenamento sportivo prepara l'atleta ad affrontare incontri molto lunghi,
suddivisi magari in più round, quello di autodifesa prepara l'allievo ad affrontare scontri che
magari possono durare pochi secondi. Lo scopo non è ovviamente quello di totalizzare più punti
dell'avversario, ma quello di terminare lo scontro a proprio favore e nel più breve tempo
possibile.
Le tecniche di difesa dalle aggressioni fisiche sono molteplici e variano da scuola a scuola.
Tutte però hanno in comune la ricerca della semplicità di esecuzione e l'efficacia. È importante
che una tecnica di difesa entri nella memoria fisica di chi la esegue, cioè deve essere eseguita
spontaneamente; la tecnica non deve essere pensata, deve essere eseguita e basta, come se il
corpo reagisse per istinto. Non esiste una tecnica in assoluto più efficace di altre, ma esiste una
linea guida da seguire affinché la tecnica utilizzata lo possa diventare. Le più diffuse sono:
* cercare di mantenere l'iniziativa, incalzando l'avversario per non dargli il tempo di reagire e
possibilmente di attaccare;
* puntare alle parti anatomiche più esposte e delicate (per es. occhi, naso, genitali);
* ogni parte del corpo può diventare un'arma, senza dimenticare che praticamente qualsiasi
oggetto può essere usato allo stesso scopo.
Attacchi utili:
3/4
Difesa Personale
* colpi al naso: cercare di colpire l'avversario sul naso, così da guadagnare momenti utili per
fuggire oppure per sferrare un colpo ai genitali, cosi da finire definitivamente l'avversario.
* colpo ai genitali: cercare di colpire con un calcio o una ginocchiata i genitali dell'avversario,
così da finirlo definitivamente.
* calcio al ginocchio: se portato frontalmente poco sopra il ginocchio, può
4/4