In vista del 2009 - Amici di Monte Mario
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In vista del 2009 - Amici di Monte Mario
Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 1 15.000 copie in 15.000 famiglie - Distribuzione gratuita 252 mensile Fondato nel 1969 da Luigi Pallottino Anno XL - Novembre/Dicembre 2008 - Roma, mensile Tel./Fax 06-35503317 - E-mail: [email protected] www.montemario.org In vista del 2009 Care lettrici, cari lettori, “Monte Mario” giunge stavolta all’appuntamento di fine anno dopo vari mesi di assenza dalle edicole, dovuti – dopo la consueta pausa estiva – a difficoltà nella raccolta di pubblicità, verosimilmente aggravata dalla crisi economica. E la pubblicità, acquisita senza compromessi, è il mezzo che permette all’Associazione “Amici di Monte Mario” onlus di pubblicare questo giornale senza incrinarne i principi informatori. Come sapete, “Monte Mario” vuole essere, senza alcun condizionamento, al servizio della cultura e della tutela del territorio, nonché degli interessi della cittadinanza. Faremo ogni sforzo per assicurare al giornale un 2009 più regolare, ma chiediamo anche un sostegno ai lettori più affezionati: per esempio mediante l’iscrizione all’Associazione “Amici di Monte Mario”. Quali prospettive per i nostri quartieri, nel nuovo anno? I problemi sono in gran parte quelli delle altre parti di Roma, delle altre città. Non vi tedieremo ora con l’elenco degli interventi infrastrutturali che attendiamo da tempo, come quello dei servizi pubblici. Vogliamo invece indirizzare agli Amministratori comunali e municipali, assieme agli auguri di un proficuo lavoro, due auspici: anzitutto quello che pongano maggiore attenzione al quotidiano, ovvero all’osservazione del territorio, alle manutenzioni, alla vigilanza; in altre parole che si mettano veramente nei panni dei comuni cittadini, seguendo il loro percorso ad ostacoli di ogni giorno. E poi che non intendano la contrapposizione politica come lotta pregiudiziale, quasi fine a sé stessa, ma sempre come confronto dialettico rivolto ad obiettivi concreti. A tutti voi, care lettrici e cari lettori, gli auguri più vivi di serene Feste e lieto, prospero Anno nuovo, nella speranza che questo giornale possa segnarne molti buoni momenti. L’immagine, ora rimossa, che rappresenta la Madonna con il Bambino e Sant’Anna era posta sul portale d’ingresso del padiglione 29, già alloggio delle suore al S. Maria della Pietà e ora sede degli uffici del Municipio. Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 2 Anche questo è Monte Mario Un quartiere bello ma trascurato Rivista mensile edita dall’Associazione AMICI DI MONTE MARIO Direzione, redazione e pubblicità Tel. 06 35503317 00135 Roma [email protected] Direttore responsabile SILVIA SAMARITANI GIORDANI Direttore editoriale GIO. MANTOVANI Coordinatore di redazione MARIELLA CASINI-CORTESI In redazione LUCIANA FRAPISELLI ANNAMARIA MARCHESINI FRANCESCO ROCCO MARIA ROSSARO Ha collaborato a questo numero ALDO FALIVENA Videocomposizione PUBBLISHOCK Incisione e stampa SEA, TIPOLITOGRAFIA s.r.l. Via Cassia bis km 36,300 - Nepi (VT) Tel. 0761 527323 / Fax 0761 527523 Reg. Tribunale di Roma n. 12985 del 18-9-1969 Numero chiuso il 2 dicembre 2008 DISTRIBUZIONE GRATUITA È vietata la riproduzione di testi ed immagini senza l’autorizzazione scritta dell’editore 2 Mi è capitato qualche tempo fa di leggere il giornale degli Amici di Montemario, ricco di notizie ed iniziative interessanti. È molto bello impegnarsi per far vivere il proprio quartiere e contribuire attivamente al suo mantenimento! Complimenti! Monte Mario è un bellissimo quartiere, immerso nel verde e lo porto nel cuore. Purtroppo, alcune zone sono però lasciate andare ed è un vero peccato. Abito in via G. Taverna, la strada è stata rifatta di recente, ma non è stato conservato un sufficiente sistema di scolo delle acque piovane e lo spazio verde che costeggia il liceo statale si sta trasformando in una discarica edilizia, con tanto di furgoncino abbandonato. Vi è anche un giardinetto, molto carino ma completamente tralasciato, all’entrata di Santa Rita, in fondo alla strada; di fronte, o quasi, si trova una via di accesso abbastanza avventurosa per la riserva naturale dell’Insugherata: è possibile chiedere che questi spazi verdi pubblici vengano curati? a chi rivolgersi? esiste la possibilità che la loro gestione venga affidata a un’associazione di vicini? E. Blasi L’eterno cantiere Un’occupazione abusiva Sono passati ormai quattro anni dall’apertura della galleria Giovanni XXIII e nella zona del Ministero degli Esteri prospiciente l’ingresso della galleria stessa, continua ad essere aperto, inspiegabilmente, il cantiere con materiale da costruzione apparentemente abbandonato e il capannone-ricovero per gli operai. Tutto questo continua ad aumentare il degrado della zona già deturpato dai lavori e mai risistemato, come pure le aiuole che circondano il Ministero e l’ingresso al Parco di Monte Mario in via dei Colli della Farnesina. Lo stesso abbandono lamenta la stazione della metropolitana di Vigna Clara, progettata e inaugurata in occasione dei Mondiali d’Italia ‘90, con grande sperpero di denaro pubblico e mai utilizzata. È evidente che la riapertura della stazione risolverebbe i problemi di traffico e di “accerchiamento”, ormai a cadenza bisettimanale che i residenti della zona sono costretti a subire in occasione delle partite di calcio. Come residente e come tanti altri aspetto risposte dai responsabili: Municipio, Comune, Assessorato ai Giardini? Angelo Cutolo La casa era disabitata, le serrande tutte chiuse. Ma ecco in piena estate un’improvvisa presa di possesso. Attraverso la sottile fessura che si trova tra la serranda e la cornice in travertino delle finestre penetrano nelle stanze esposte ad ovest, una ad una, migliaia di api. Si, proprio migliaia. Uno sciame così enorme non si era mai visto nell’intera zona. Il forte ronzio si poteva sentire dall’ultimo piano dell’edificio e lo spettacolo, visto dall’alto era insieme impressionante ed esaltante. Attorno all’ape regina si muoveva vorticosamente un nugolo di api, anche a detta degli esperti, di proporzioni insolite. Allertata la Protezione Civile, è bastata poi l’opera paziente di un apicoltore che ha agito all’interno della casa e ha fatto entrare in una cassetta di legno lo sciame con un’abile manovra non priva di rischio. Chissà quanto miele avrà ormai prodotto! E mentre gli abitanti del palazzo tiravano un sospiro di sollievo, proprio quel giorno i giornali parlavano di un’epidemia che sta falciando le api in molti paesi del mondo e ricordavano che sono un prezioso indicatore delle stato di salute dell’ambiente e contribuiscono a migliorare la produzione agricola, specialmente della frutta. Simona Aragno, disegno a penna. Tutti in fila Il ragazzo cammina lungo il vialetto che conduce al casale poco distante da via Rocca di Mezzo. Alle sue spalle un’ampia zona di verde ancora incontaminata. Ad un tratto è raggiunto e affiancato da un istrice che procede in modo goffo e grugnisce, seguito da un grosso topo che si muove velocemente, seguito da un gatto che avanza con passo felpato. Ognuno di loro sembra andare per i fatti propri. Ma non è così. Il ragazzo vuole arrivare fino alla porta, l’istrice esplorare il luogo, il topo raggiungere una preda forse impossibile, il gatto azzannare il topo e farne un solo boccone. Infatti è sera e per tutti, il ragazzo, l’istrice, il grosso topo e il gatto, è ora di cena. Anche questo è Monte Mario. S.G. Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 3 Villa Mellini duecento anni fa in un romanzo francese: Corinne ou l’Italie “D opo aver visitato le chiese e i palazzi, Corinne condusse Oswald alla Villa Mellini, giardino solitario senza altro ornamento che magnifici alberi. Si vede da quel luogo nella lontananza la catena degli Appennini, la trasparenza dell’aria colora quelle montagne, le fa apparire più vicine e le fa risaltare in maniera singolarmente pittoresca. Oswald e Corinne restarono in quel luogo per gustare il fascino del cielo e la tranquillità della natura. Non si può avere idea di questa strana calma quando non si è vissuti nei paesi del meridione. In un giorno caldo non si sente neppure il più leggero soffio di vento. I più fragili fili d’erba sono in un’immobilità perfetta; gli animali condividono l’indolenza ispirata dal bel tempo; a mezzogiorno non si ode il ronzio delle mosche né il frinire delle cicale, né il canto degli uccelli; nulla si affanna in una agitazione inutile e passeggera, tutto dorme fino al momento in cui i temporali, o le passioni, risvegliano la natura veemente che si risveglia impetuosamente dal suo profondo riposo. Vi è, nei giardini di Roma, un gran numero di alberi sempreverdi che aumentano ancor più l’illusione creata già dalla dolcezza del clima durante l’inverno. Pini d’una eleganza particolare, larghi e frondosi verso la cima e vicini gli uni agli altri, formano come una specie di superficie piana nell’aria che fa un effetto fascinoso quando la si vede dall’alto. Gli alberi più bassi sono al riparo da questa volta di verdura […] «Non trovate - disse Corinne a Oswald contemplando la campagna che li circondava – che la natura in Italia ci fa sognare più che altrove? Si direbbe che qui sia in rapporto più stretto con l’uomo e che il Creatore se ne serva come di un linguaggio tra Lui e le sue creature». Questa è la traduzione di un brano del romanzo autobiografico Corinne ou l’Italie di Madame de Staël, pubblicato nel 1807, esattamente 200 anni fa. Madame de Staël era figlia di un ricco banchiere di Ginevra che più tardi diverrà ministro di Luigi XVI, re di Francia. Era nata a Parigi nel 1766 e il suo vero nome era AnneLouise-Germaine Necker. Sposò il barone de Staël Holstein, ambasciatore di Svezia a Parigi, ed è per- ciò conosciuta con il nome di Madame de Staël. Fu oppositrice di Napoleone e quindi costretta da questi ad allontanarsi da Parigi. Si ritirò allora nel castello di suo padre a Coppet in Svizzera dove era circondata da una vera corte di amici fra i quali Benjamin Constant, da lei amato per parecchi anni, l’autore del romanzo romantico Adolphe arrivò a Roma nel febbraio 1805 durante una piena del Tevere. A Roma, dove fu nominata “pastorella” dell’Accademia dell’Arcadia, conobbe Angelica Kauffmann, la celebre pittrice anche lei svizzera, visitò lo studio di Antonio Canova. Wilhelm von Humboldt ambasciatore di Prussia a Roma, uomo intelligente e coltissimo, l’accompa- Gérard, Corinne au cap Misène (particolare). Museo delle Belle Arti di Lione. e Madame Récamier amata da Chateaubriand. Ma a Madame de Staël piaceva viaggiare: visitò la Germania dove conobbe Goethe e Schiller a Weimar e August Wilhelm Schlegel, poi visitò l’Italia e fu l’Italia che le ispirò il romanzo Corinne dopo un precedente romanzo intitolato Delphine. Come abbiamo già detto, nel dicembre 1804 aveva visitato l’Italia: Torino, Milano, dove soggiornò in casa di Vincenzo Monti che rimarrà per sempre suo amico. Attraversò l’Emilia e le Marche, gnava nelle sue passeggiate archeologiche. A Roma rimase solamente due settimane, poi partì per Napoli e ritornò a Roma il 13 marzo. Lasciò definitivamente Roma verso l’8 maggio e partì per Firenze dove conobbe la Contessa d’Albany “vedova” del grande drammaturgo Vittorio Alfieri. Vide Venezia e il 4 giugno arrivò a Milano dove Napoleone era stato da poco incoronato re d’Italia. Poi rientrò a Coppet. Con la caduta di Napoleone e con la Restaurazione potette finalmente rientrare a Pari- gi dove riceveva in un suo salotto letterario. I suoi romanzi sono autobiografici e anticipatori del Romanticismo: ella vi esprime i suoi sentimenti, la sua melanconia, la sua inquietudine, la sua sete di libertà e la solitudine dell’artista. Da questo primo soggiorno a Roma (Madame de Staël vi ritornerà ancora nel 1815) nacque l’ispirazione per il romanzo Corinne di cui la figura dominante è un personaggio immaginario, personificazione dell’autrice: Corinne è una poetessa romana, improvvisatrice, danzatrice, sacerdotessa dell’arte e della letteratura, una specie di sibilla incoronata in Campidoglio come lo fu Petrarca per la sua arte. Si innamora di Oswald lord Nelvil, nobile scozzese, anch’egli malinconico e sensibile come lei. Corinne lo conduce a visitare i monumenti antichi di Roma, le chiese, le tombe della via Appia, le ville patrizie del Rinascimento, i musei, cioè tutti i luoghi artistici che Madame de Staël aveva visitato con Humboldt. Alla fine del romanzo Oswald, benché anche egli innamorato profondamente di lei, per mantenere la promessa fatta al padre morente, sposa un’altra donna più semplice, non una donna superiore come Corinna e questa, da vera eroina romantica, morirà d’amore. Il romanzo termina così in tragedia Madame de Staël aveva una solida cultura classica, conosceva profondamente la letteratura italiana poiché possedeva, nella sua biblioteca, una ricca sezione di libri italiani. Il romanzo è, perciò, anche una specie di guida dell’Italia con riferimenti alla letteratura antica e moderna, con citazioni in latino, in inglese, in italiano, lingue generalmente conosciute dalle persone colte dell’epoca. Il canto improvvisato da Corinna durante l’incoronazione in Campidoglio è un inno all’Italia: “Italia impero del sole, Italia padrona del mondo, Italia culla della letteratura, ti saluto. Quante volte la razza umana fu a te sottomessa! Tributaria delle tue armi, delle tue arti e del tuo cielo!” Questo canto, questo inno che Madame de Staël mette in bocca alla sua eroina, esprime quali erano i suoi sentimenti verso la natura, la cultura e l’arte dell’Italia. Luciana Frapiselli 3 Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 4 L’allargamento di via Trionfale Proseguono i lavori del 2° stralcio funzionale dell’allargamento di via Trionfale, attorno al Forte omonimo. Qui vediamo il tratto tra via Morandi e via degli Scolopi, dove sono stati tagliati alcuni alberi ed iniziati i movimenti di terra sulla sinistra. All’interno del cantiere, di fronte a via degli Scolopi, si vede prendere forma la nuova carreggiata in direzione periferia e la bretella di raccordo tra le due carreggiate, che consentirà ai veicoli provenienti dall’uscita del Policlinico Gemelli su via Trionfale di invertire la marcia per procedere verso Monte Mario alto e Pineta Sacchetti. Buone feste È oggetto di ripensamenti l’intervento sul tratto vicino alla scuola Nazario Sauro. Sono condivisibili le preoccupazioni per la vivibilità della zona, ma il lasciare tutto com’è non sembra la soluzione migliore. È auspicabile un adeguamento del progetto che comporti anche una vera riqualificazione di piazza Monte Gaudio. Il tappeto di auto parcheggiate, ai lati di quelle in corsa, che tagliano il quartiere, non sembra essere una situazione da tutelare. 4 Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 5 Le attività sociali delle parrocchie di Monte Mario Santa Paola Romana P rogettata dall’architetto Silvio Casadori, la chiesa di Santa Paola Romana fu eretta a parrocchia nel novembre 1951 su decreto del Cardinal Vicario Clemente Micara e affidata al clero diocesiano. La chiesa fu costruita presso quella antica di Sancta Maria Virgo a Puteo extra Portam Angelicam, chiesa del capitolo di S. Pietro in Vaticano, purtroppo demolita. La copia settecentesca dell’immagine della Madonna del Pozzo, conservata situata nella cappella di sinistra della parrocchia, da sempre è oggetto di profonda venerazione come dimostrano i fiori freschi che ogni giorno le portano i fedeli. Il territorio di competenza della parrocchia, dove oggi vivono 6000, famiglie, fu stabilito entro il perimetro che da via Papiniano, all’incrocio con via Proba Petronia, va a largo Maccagno, piazza Friggeri, via Vercillo, viale delle Medaglie d’oro fino a via Publio Stazio, prosegue tagliando via Tito Livio, percorre via Clivo di Cinna, via Fedro, piazzale Socrate, un tratto di via Cornelio Nepote poi, con una linea immaginaria, taglia via Marziale, sfiora via E. Turba e via Villa Bini e prosegue verso sud per piegare in direzione prima di via Domizia Lucilla e poi della ferrovia RomaViterbo che costeggia per un tratto fino a via S. Fulgenzio, piega ad ovest, taglia via A. Di Tullio, imbocca via Scarabellotto, via Proba Petronia fino all’incrocio La parrocchia di Santa Paola Roma in via Duccio Galimberti. con via Papiniano, da dove siamo partiti. Ci rivolgiamo al parroco, don Mario Magistrato, per avere notizie sulle attività sociali di Santa Paola. Ci accoglie con benevolenza puntualizzando che “la parrocchia è una realtà cristologica ma anche sociale a servizio dell’uomo. È un bene apprezzato per il lavoro che svolge, specie quando ci si trova in difficoltà. È l’albero sotto l’ombra del quale si spera di trovare ristoro”. Poi prosegue illustrando le varie attività. Il Centro d’ascolto, diretto dalla volontaria Mirella Soldati, è un punto di accoglienza e di attenzione verso coloro che hanno un’esigenza particolare. Si tratta per lo più di richieste e di offerte di lavoro per badanti, colf, baby sitter e anche per servizi saltuari, come l’assistenza infermieristica. Un servizio legale gratuito suggerisce soluzioni ai vari problemi, una mediatrice famigliare dà consigli specie ai separati e infine, già da due anni, è in funzione un corso di italiano per stranieri diviso in tre classi, anche se si lamenta una certa discontinuità nelle presenze. Inoltre il Centro trasferisce ad altre strutture idonee, con le quali è in continuo rapporto, tutti quei problemi che non è in grado di risolvere. Da oltre 25 anni il Club Santa Paola presta servizio di risposta alla solitudine. Fondato da Adele Falcolini, sensibile ai problemi della terza età e al bisogno di compagnia, questo Club è un piacevole punto di ritrovo per trascorrere insieme alcune ore dedicate allo svago, alternate a quelle culturali. Si gioca a carte assaporando tè e pasticcini, ci si dedica alla lettura, all’ascolto di conferenze, si organizzano gite, si va al cinema, al concerto, al teatro, meglio se il gruppo teatrale è quello nato nello stesso Club. “Nel periodo d’oro il Club era frequentato da 136 persone: giovani e meno giovani, uomini e donne. – ci dice con un pizzico di nostalgia Marisa Bonanni, una delle veterane - Ora siamo ridotti a una trentina, ma l’importante è che si sono create vere amicizie. Questo Club è una specie di mutuo soccorso. Se siete soli venite da noi”. Un altro servizio, fondato nel 1974 da alcuni scout, riguarda giovani diversamente abili, oggi circa una dozzina, che sono intrattenuti da un gruppo di volontari con lo scopo di stimolare le loro cognizioni. Si tratta di attività di movimento (gioco con i birilli oppure palla a volo utilizzando un palloncino leggerissimo), oppure di giochi più tranquilli con i blocchi e i puzzle, ma anche di passeggiate all’aperto, fuori della parrocchia. Il sabato il gruppo cucina, formato da quei ragazzi che saranno inseriti in una casa famiglia, prepara i cibi per la cena da consumare tutti insieme. “Questo servizio, – ci confida Giovanni Falcolini – nato quando la realtà era diversa e che, invece, ha continuato ad operare coraggiosamente per tutti questi anni, gradirebbe nuovi volontari”. La San Vincenzo è presente per la distribuzione di pacchi viveri che consegna direttamente alle famiglie bisognose. Purtroppo la parrocchia non dispone di grandi spazi esterni, ad esclusione di un campo di calcetto per i più giovani, organizzati da una piccola associazione sportiva, In compenso si stanno ristrutturando, all’interno, alcuni locali per farne uno più grande per il cineforum e il teatro. M.C.C. 5 Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 6 Colori d’autunno Il sorriso di don Pio si è spento Nelle nostre frequenti visite alla chiesetta di S. Lazzaro dei Lebbrosi don Pio ci accoglieva sempre con un sorriso. Ora quel sorriso si è spento, perché don Pio Abresch è scomparso. È scomparso in silenzio durante l’estate e perciò non abbiamo potuto darne la notizia prima. Aveva un sorriso semplice, che non faceva presagire l’importanza del personaggio; don Pio, infatti, che aveva celebrato due anni orsono il 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, era ancora consultore della Congregazione per i Vescovi dopo esserne stato Capo Ufficio, ed anche consultore della Congregazione per le Chiese Orientali. Inoltre aveva prestato la sua opera nella segreteria del Concilio Vaticano II. Era stato insignito di molte onorificenze, come Cameriere d’Onore di Sua Santità, Cappellano di S.S., Protonotaro Apo- stolico supernumerario. L’antichissima chiesetta di S. Lazzaro dei Lebbrosi (o S. Lazzaro in Borgo, come l’aveva ribattezzata lui), celebre nel Medioevo perché sosta dei futuri imperatori del Sacro Romano Impero che venivano a Roma per essere incoronati dal pontefice, che era ridotta in uno stato miserevole di degrado, era stata fatta restaurare per sua iniziativa dalla Soprintendenza Architettonica di Roma, e recentemente erano stati restaurati anche gli affreschi, sempre su sua sollecitazione. L’Associazione Amici di Monte Mario, che ha organizzato diverse volte l’itinerario sul tratto urbano della via Francigena con sosta a S. Lazzaro, è stata sempre accolta con estrema gentilezza da don Pio Abresch, ed è profondamente addolorata della sua scomparsa. Una foto al mese Voglia di vivere Cartolibreria Copisteria Montemario Articoli da regalo Strenne natalizie - Belle arti Libri per ragazzi - Libri vari Fotocopie colore/bn Stampe da file colore/bn Servizio fax - Plastificazioni - Rilegature Via della Stazione di Monte Mario, 5/7 00135 Roma - Tel. 06 3386275 ORARIO NO STOP 7.30-19.30 6 Avevano già mostrato voglia di vivere i tigli tagliati in via Trionfale, presso via Colli di Sant’Agata. Ora è toccato a quelli vicini a via degli Scolopi. Questo, in particolare, presenta un vistoso nuovo fogliame sviluppatosi dopo il taglio. Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 7 brevi dai quartieri Sant’Onofrio Nuova gestione dell’albergo tratta realmente di un corpo estraneo. Speriamo in ogni caso che il mercato torni all’importanza di una volta, ma in un quadro di funzionalità ed igiene. Camilluccia Vigili del fuoco al lavoro Medaglie d’Oro I lavori del gas Cambio della guardia nella struttura alberghiera attiva nel grande edificio degli Scolopi, nella via omonima, che si diparte dalla via Trionfale all’altezza del Forte. Alla precedente gestione è subentrata la catena Excel Hotel & Resorts, già presente a Ciampino e Venezia, e l’albergo, a 4 stelle, ha preso il nome di Excel Monte Mario. Il traffico nel tratto inferiore di viale Medaglie d’Oro è stato messo in grandi difficoltà dai lavori per il rinnovo delle condutture del gas. L’intervento sull’importante arteria avrebbe richiesto una migliore programmazione dei cantieri, articolandone più funzionalmente l’estensione ed i tempi. A lavori finiti, sarà bene verificare che il ripristino della pavimentazione sia fatto a regola d’arte e non alla bell’e meglio, come spesso accade. Sant’Onofrio Interruzione per buca In via della Camilluccia il ramo di un pino pericolante sta per essere tagliato. Le chiamate, dopo la grandinata di domenica 30 novembre, sono state numerose anche nella nostra zona. La chiusura da via Mario Fani da via Stresa e da via Trionfale rende difficile il traffico ogni giorno nell’ora di punta. Per il resto, nonostante il disagio per i parcheggi, via Fani sembra un’isola pedonale. Belsito Pino pericolante Anche in piazzale Medaglie d’Oro i Vigili del Fuoco stanno per intervenire sul piazzale. Un pino si è piegato verso la sede stradale. Sul fondo si nota un altro pino da rimuovere perché completamente secco. Trionfale basso Presto il nuovo mercato Rispetto per i pedoni ed il trasporto pubblico Farnesina Gli effetti della grandinata L’apertura del nuovo mercato Trionfale, con i relativi parcheggi e gli altri servizi inseriti nel grande edificio, è ora annunciata per il prossimo mese di febbraio. Termineranno così, con notevole ritardo, i lavori iniziati nel 2004 e finiranno i disagi ed i rischi causati dallo sparpagliamento dei banchi dello storico mercato su tutta via Andrea Doria. Si sono levate voci di dissenso per la mole e l’aspetto del nuovo edificio, la cui tipologia è ben diversa da quella del quartiere in cui si è inserito, ed il tempo ci dirà se è questione di abituarsi o se si In viale Antonino di San Giuliano una idrovora è al lavoro per prosciugare il laghetto che si era formato e aveva invaso tutta la sede stradale. Rimossi anche i mucchi di grandine che facevano pensare ad una intensa e improvvisa nevicata. Questa è la situazione che spesso si presenta la mattina sul tratto basso di Viale Medaglie d’Oro, che costringe i pedoni a scendere dal marciapiede e gli autobus del servizio pubblico ad abbandonare la corsia riservata. Le comprensibili esigenze dell’albergo dovrebbero essere soddisfatte in altro modo, mentre il parcheggio di auto sui marciapiede è, in generale, atto da non tollerare. Quella pedonale è la prima forma di mobilità da tutelare! Dal produttore al consumatore DOROTA & ERMELINDA qualità e convenienza MERCATO DI MONTE MARIO PIAZZA THOUAR 7 Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 8 Trasporto pubblico: un quadro statico L’estate ha portato qualche cambiamento nella rete autobus di Monte Mario. Da luglio le linee 48 e 990 sono tornate a fare capolinea nella parte alta di via Pieve di Cadore, accogliendo finalmente le dagli ostacoli alla marcia degli autobus generati in più punti dalla sosta ingombrante di automobili, sistematicamente tollerata. Altro cambiamento, l’eliminazione del capolinea di via Igea della Raddoppio del servizio sulla linea 990? No, un autobus in avaria in via Marziale ed il successivo che raccoglie i passeggeri. In via Igea il 999 ora effettua solo una fermata, ma deve comunque farla in terza fila per la perdurante sosta irregolare. reiterate richieste dei residenti in detta via e degli utenti del decentrato ufficio postale. L’arretramento del capolinea era stato provocato dai lavori del Passante ed era passato tanto tempo dalla fine di questi lavori che l’ignaro redattore dell’annuncio dell’Atac ha parlato di prolungamento anziché di ripristino. Sulla linea 990 perdurano le irregolarità dei passaggi, causate dalla tortuosità dell’itinerario e 8 linea 999: ora gli autobus effettuano lì una normale fermata e la sosta necessaria per la pausa nella guida e per l’aggiustamento dei tempi di viaggio, viene fatta soltanto in via Dalla Chiesa, come è possibile grazie alla limitata lunghezza della linea. Si sono così accontentati quanti lamentavano l’ingombro degli autobus fermi in mezzo alla strada in via Igea, peraltro a causa delle auto par- cheggiate dove non avrebbero dovuto. È però discutibile la denominazione di “circolare” data alla linea nel nuovo assetto; la mancanza della sosta ad un estremo è un criterio di esercizio, che non tocca la configurazione dell’itinerario, e la diversità dell’itinerario stesso, tra andata e ritorno, resta limitata all’anello Camilluccia Igea - Trionfale, piccola parte dell’intero percorso. Non si tratta di una pedanteria, perché ne derivano svantaggi pratici: che cosa può capire, ad esempio, un utente non abituale che aspetta l’autobus in direzione periferia e lo vede arrivare con la tabella “circolare - via Dalla Chiesa”? In tema di anelli, perdura l’assurdo itinerario della linea 913 a Monte Mario alto, che costringe tutti coloro che provengono dalla zona attorno ed a monte di piazza N.S. di Guadalupe a sorbirsi un’attesa al capolinea di via Castiglioni o a cambiare lì autobus, se lo trovano in sosta. E perdura anche l’opinabile esercizio festivo, con la linea sdoppiata. Sabato e domenica, infine, i passaggi sono troppo spesso così radi da rimpiangere di avere scelto l’autobus per scendere in centro. Come se non bastasse, è stato ipotizzato un arretramento del capolinea interno a piazza Cavour e non si capisce perché soltanto Monte Mario debba essere colpito, in modo così semplicistico, dall’intento di ridurre la presenza di capolinea nel centro storico. Un problema che non ha trovato ancora soluzione è quello della fermata di scambio con la metro in viale Giulio Cesare, all’altezza di via Ottaviano, che è situata oltre l’incrocio, invece che prima (come sarebbe permesso grazie alla limitazione di traffico in via Ottaviano), e impone quindi agli affannati passeggeri la perdita di tempo per l’attesa al semaforo ed il tratto in più. Il disagio è aggravato dallo spostamento della fermata ancora più avanti per i lavori della metro, vicini però alla fine, e dalla congestione nella quale devono muoversi gli autobus tra via Leone IV e via Ottaviano, per la sosta senza regole, in particolare dei furgoni degli ambulanti. È incredibile che una strada ampia come viale Giulio Cesare, messa per di più a senso unico, sia diventata un collo di bottiglia. Va preso come un segno di chi conta di più? A proposito di scambi, non si capisce perché gli utenti della linea 990 debbano fare 300 metri a piedi per prendere la metro e non si possa ripristinare l’istradamento su via Ottaviano (dopo aver messo ordine in viale Giulio Cesare, s’intende). E bisognerebbe anche trovare il modo di migliorare lo scambio tra la metro e le linee 991 e 999 in direzione periferia. Del servizio della metro non si può dire male, tutto considerato. I nuovi treni hanno migliorato di molto il servizio, in termini di confort e di regolarità, e sembra che abbia smesso di piovere sulla scala di Cipro. Invece, sulle rotaie al diretto servizio di Monte Mario - quelle della FR3 - la situazione non è ancora soddisfacente. Il servizio è stato rinforzato nelle ore di punta, cercando di attenuare il conflitto tra le esigenze della domanda di trasporto regionale e di quella metropolitana, ma ritardi e corse saltate continuano a creare forti disagi e ad allontanare utenza potenziale. Si è più volte detto che è necessario aumentare la capacità della linea e giungere ad una più netta distinzione tra il servizio regionale e quello metropolitano, anche per quanto riguarda il materiale rotabile, ma ciò richiederà tempo ed intanto va fatto qualche ulteriore sforzo per migliorare l’offerta con i mezzi attuali. I.T. OTTICA POLCHI SPECIALISTA IN OPTOMETRIA OCCHIALI DI PRESTIGIO MULTIFOCALI VARILUX SOLUZIONE PROBLEMI VISIVI - APPLICAZIONE LENTI A CONTATTO (i nostri locali sono strutturati anche per persone anziane o handicappate) È PREFERIBILE PRENDERE APPUNTAMENTO Roma - Via Teulada, 2 (angolo Piazzale Clodio, 61) Tel. 06-37516237 Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 9 Racconto di Natale Una breve metamorfosi di Aldo Falivena P otrebbe accadere, se non è già accaduto, al piano attico di una palazzina in via Appiano, a Monte Mario. Quando il vecchio professore si sveglia un mattino da sogni inquieti si trova trasformato nel proprio letto in una persona fisica con gli stessi geni della precedente ma inaspettatamente irrorata da un fluido rigoglioso e rigenerante che gli trasmette una In silenzio cerca altre conferme. Scende dal letto, è in piedi. Non avverte quell’instabilità e insicurezza che, di solito, gli consigliano di ricorrere subito alle pillole del mattino. Che cosa è successo, pensa, non sembra un sogno. Anche se dal profondo del suo io ho sempre sperato, e atteso, che un’improvvisa e miracolosa ventata di giovinezza lo spogliasse dalla vecchiaia come da occupate da personaggi ugualmente rassicuranti. In una c’è un Bambin Gesù cresciuto, e paffutello, e sembra in grado di gestire da solo la sua infanzia. Nell’altra campana c’è una Madonna molto giovane. È drappeggiata e tutt’avvolta in un abito dal quale affiora la stupita e sofferta femminilità del suo volto mentre ascolta la Parola dell’angelo. Si è posato sulla sua spalla destra sotto la Rosa Corvo Falivena Stanza da letto, acquarello, 1955. imprevista vitalità. Quasi fosse attecchita in lui una nuova primavera. Cerca istintivamente una conferma all’immediato benessere. Prova a flettere la gamba destra e l’esercizio gli riesce senza provocargli dolore perché la gonartrosi di cui soffre sembra sparita. Si tocca il bulbo oculare insidiato dal morbo di Paget e avverte che l’orbita si è normalizzata. Osserva le sue mani e constata che la pelle non è più maculata. Passa la destra sul volto e non trova la verruca che la punteggia di nero. L’evento non sembra coinvolgere più di tanto sua moglie che è al suo fianco. La vede arresa nella coltre del sonno non più limpido, scarsamente benefico, perché l’onda inquieta dei figli, dei nipoti e, perché no, del marito di lei più vecchio, non la fanno navigare tranquilla neanche la notte. un abito usato controvoglia. Perché stupirsi quindi se accade, no? Ora il professore decide di controllare con circospezione la stanza matrimoniale per verificare se c’è qualche anomalia nell’arredo che giustifichi il passaggio o il sopravvenire di forze sconosciute o irrituali che hanno alterato, durante il suo sonno, il suo equilibrio esistenziale. L’ambiente è luminoso quel tanto di luce che filtra dalle persiane che non sono abbassate del tutto perché marito e moglie avversano il buio completo foriero di apprensioni e di incubi notturni. Ma la camera da letto è tranquilla con i suoi quattro muri ben noti. Alle pareti nature morte e paesaggi dipinti da pittori che il vecchio professore presentò in occasioni di mostre d’arte o cataloghi a stampa. Sul cassettone ottocentesco, alla sinistra di chi entra, due campane di vetro forma di un grande volatile bianco. E le annuncia il più grande mistero della storia dell’Umanità: sarà insieme vergine e madre. E lui, il professore, dovrebbe stupirsi se questa mattina ha ritrovato qualcosa che un tempo gli apparteneva? In realtà la risposta che si deve dare è per nulla rassicurante. La giovinezza non è per sempre. E chi aspira a possederla all’infinito è fuori di senno anche se in convegni, studi, lezioni, articoli, saggi appare ben fornito di talento, di riflessività, di fantasia. Forse uscendo dalla stanza può mettere alla prova il corpo, movimentare i suoi arti. Se non correre almeno camminare speditamente verso il grande terrazzo dal quale si gode una vista grandangolare dall’Osservatorio di Monte Mario all’algido monumento nel milite ignoto. Il corpo lo asseconda con freschezza e agilità inconsuete e, rimuginando fra sé e sé, si ripromette perfino piaceri condivisi e negletti per impossibilità. Ma un’improvvisa e vasta nuvola transumante oscura il sole, che primeggiava fino a poco fa, e spande un’ombra molesta sui limoni, l’arancio, il gigantesco vaso delle orchidee e turba anche le sue aspettative con pensieri improvvisi e imbarazzanti, apparentemente sopravvenuti dal nulla, però sempre formicolanti e vivi, perché lo spirito critico può anche sonnecchiare, non tace all’infinito. I suoi figli più che adulti, e con prole, come accoglierebbero questo inspiegabile ringiovanimento. Diverrebbe espressione di un’anomalia all’interno della famiglia, tra i nipoti, i parenti e i coetanei sopravvissuti, come lui, al funesto rosario della morte. Avrebbero vivo e vegeto fra loro un quarantenne fisico che, all’anagrafe, ha ormai ottanta e più anni. Potrebbe essere visto addirittura come un’anomalia da spettacolo circense. Che strano, non averci pensato subito, medita il professore e per un po’ affonda lentamente nel suo stesso stupore. Poi si lascia irretire da un guizzo di speranza: non potrebbe restare quel vecchio che è, però da sano integrale, privo di quelle infermità invalidanti che trasformano la vecchiaia in una lunga ed estenuante penitenza fisica? Anche in quest’occasione la risposta non è rassicurante. Può darsi che un giorno... ma chissà quale giorno. E decide, infine. Se questa metamorfosi dovesse escluderlo dalla normalità e dalle leggi supreme della Natura, preferisce rinunziare. Anzi si augura che sia di breve durata. Ben vengano invece gli anni, sia pure malconci, che gli toccheranno ancora con sua moglie, i figli, i nipoti, gli amici. E, finalmente, per la prima volta da quando si è svegliato, si sente sereno e consapevole di avere già avuto tanto. Perché il fiume non può scorrere dalla foce verso la sorgente solo per favorire i salmoni. Non c’è vita contromano; è cosa saggia accettarsi. Lo dice anche il suo amato Sándor Márai nel romanzo Le braci: “Essere diversi da ciò che siamo, da tutto ciò che siamo, è il desiderio più nefasto che possa ardere in un cuore umano. Perché l’unico modo di sopportare la vita è quello di rassegnarsi a essere ciò che siamo ai nostri occhi e a quelli del mondo”. Ora ha bisogno di un caffé. Sua moglie, in cucina, l’ha appena fatto e gli offre una tazzina. “Se poi ti distendi sul letto”, dice, “ti faccio un massaggio dorsale e ai fianchi per lenire il dolore al ginocchio”. “E poi che fai?”, chiede il vecchio professore. “Dopo”, dice sua moglie, “scendo al mercato Trionfale e comprerò del pescespada o del tonno per te e per i nipoti che oggi sono a pranzo da noi”. 9 Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 10 ARTI E MESTIERI Il tappezziere Che cosa c’è dentro una poltrona? Per avere una risposta abbiamo incontrato i titolari del laboratorio artigiano di via Mario Fani, Fabio e Carla Aiuti. Il laboratorio è attivo dal 1991 ma nello stesso spazio Fabio lavorava come apprendista già dalla fine del ‘78 presso il vecchio tappezziere Benvenuto che in zona molti ancora ricordano e di cui ha preso il posto. Fa parte del Consorzio artigiano tappezzieri d’arte che vuol dire, oltre allo scambio di esperienze, poter reperire direttamente dai produttori ovatta di puro cotone e altri materiali antiacari e anallergici, non riciclati ma di prima scelta e piuma d’oca. Oggi non esistono più i grandi allevamenti di oche che erano nei paesi dell’ex Unione Sovietica dai quali arrivava la piuma dell’animale adulto e sul mercato si trova anche piuma di anatra di provenienza cinese. Materie prime di qualità, dunque, lavorate in un ambiente certamente non asettico, perché il laboratorio non è una sala operatoria, ma tiene conto delle regole di igiene. Quando si smonta un “ manufatto”, come si dice in gergo, si puliscono tutte le molle, si sostituiscono le parti usurate, si disinfetta, si trattano con l’antitarlo le parti in legno e nei casi limite si fa ricorso al restauratore e alla camera a gas. Sentiamo Aiuti che ci racconta che cosa nasce dal suo laboratorio: divani imbottiti con sistemi artistico-tradizionali, ovvero telai in massello con montanti in faggio, sedute a molle, imbottiture in crine vegetale e animale, juta, piume, proprio come si faceva una volta, letti, ovvero sommier, sia a molle che con piani rigidi, parati in stoffa, poltrone, sedie antiche e moderne. Forme attuali ma anche classiche, ovvero in stile e che sono quelle più richieste nel quartiere. Nel laboratorio di via Fani si lavora anche per alcuni palazzi nobiliari romani e Fabio Aiuti è spesso impe10 gnato tra via Giulia e piazza Venezia, via delle Tre Madonne e i Parioli. A volte, quando risale su per la Trionfale, ha un carico di poltrone del seicento, divani Luigi XVI o impero da far restaurare e tappezzare con lampasse, velluti di seta intagliati, preziosi damaschi, ma anche tessuti più moderni ed attuali. Intanto nel laboratorio, presidiato da Carla, lavora Costanzo, lunga pratica in una storica tappezzeria di Roma. Camice bianco, aria dottorale, maneggia strumenti quali il martelletto per battere le sellerine (il chiodo tipico del tappezziere), levachiodi e forbici, aghi ricurvi a mezza luna, spagone, ovvero spago grosso. Se si passa in via Fani attraverso il vetro si può osservare Costanzo al lavoro, quando non lo si incontra con in braccio un carico di tessuti appena tagliati, mentre fa la spola con un altro laboratorio che è poco distante. Qui cuciono a macchina e a mano altre tre lavoranti, impegnate nel realizzare tende, mantovane e coperte. Sotto le abili mani di Costanzo e lo sguardo vigile dei titolari, prendono forma nuovi e vecchi fusti. Il tappezziere imbottisce sommier, smonta e dà nuova vita al divano scovato in soffitta, recupera poltroncine, come la “nonnina”, quella che si teneva ai piedi del letto e che serviva per poggiare la sera “i panni”. Se avete perciò anche voi una vecchia poltrona che vi sembra proprio da buttare, non fatelo. Passate al laboratorio di via Fani e chiedete un consiglio e scoprirete con quanta passione e competenza sanno fare il check up al testimone delle vicende di casa vostra. Forse potrà anche capitare che togliendo strati e strati di tessuto – perché a volte i tappezzieri non smontano come si dovrebbe il vecchio – si arrivi a ritrovare la ricopertura originale. Quando si reperiscono tessuti antichi – spiega Fabio Aiuti – si spediscono al Museo della tappezzeria che è a Bologna. È successo più di una volta. Di recente da una sedia proveniente da un palazzo nobiliare di Roma è saltato fuori, dopo tre strati, il prezioso tessuto originario con lo stemma della casata. S.G. L’albergo Hilton cambia nome Ora si chiama Rome Cavalieri ed entra a far parte della “Waldorf Astoria collection”, un club esclusivo di hotel unici, ispirati al leggendario hotel di New York. Nato 45 anni fa come Rome Cavalieri Hilton, o semplicemente Hilton, è la prima struttura in Europa a far parte della prestigiosa “collection”. Sorge all’interno di un parco mediterraneo di sei ettari ed è famoso anche per “La Pergola”, tre stelle dalla guida Michelin, diretto dallo chef Heinz Beck. Ospita una preziosa collezione privata di dipinti, arazzi, mobili d’epoca che ne fanno un vero museo. Vale la pena visitarlo sia per godere del panorama su Roma, sia per prendere un caffé davanti a due splendidi Tiepolo. Cambio del Comandante al Forte Trionfale Il 28 novembre la caserma Arnaldo Ulivelli, al Forte Trionfale, è stata teatro di una suggestiva cerimonia per il passaggio di consegne tra il 10° Comandante del 3° Reggimento Trasmissioni, Colonnello Enrico Bologna ed il subentrante Colonnello Salvatore Napolitano. Il 3° Reggimento Trasmissioni ha antiche origini, che risalgono al 1895, quando il 3° Reggimento Genio prese il nome specifico di 3° Reggimento Genio Telegrafisti, con sede in Firenze. Dopo varie vicende organizzative, nel 1944 quello che era divenuto Battaglione Trasmissioni venne trasferito nel Forte Trionfale; dal 1993 è stato ricostituito in Reggimento, articolato in tre Battaglioni, con sedi a Roma, Firenze e Cagliari, più tre Reparti Lavori, nelle stesse sedi, e due Sezioni distaccate. LIVING STYLE SRL Interior design “Le sete più preziose, i lini impalpabili, caldi velluti, cotoni naturali: creazioni per arredo e non solamente” RALPH LAUREN – ETRO – DESIGNERS GUILD – Gruppo COLEFAX&FOWLER – RUBELLI LIVING STYLE SRL Piazzale delle Medaglie d’Oro, 71 (SHOW-ROOM) - (zona Belsito) Tel. 06 35343148 - Fax 06 35491933 [email protected] Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 11 Papere, errori al telefono Lezione “differenziata” Una iniziativa dell’Associazione Amici di Monte Mario Riprendiamo gli incontri con gli alunni delle scuole elementari su un tema di scottante attualità, la raccolta differenziata. Scottante anche perché le notizie di questi giorni sull’immondizia a Roma non sono affatto rassicuranti. Non vorremmo che dopo l’accumulo della spazzatura nelle strade si passasse anche qui agli incendi. Si aggiunga che Roma è in notevole ritardo sulla raccolta differenziata. Dopo aver incontrato gli alunni di alcune classi elementari della scuola Nazario Sauro e di via Taverna, la lezione “differenziata” ha raggiunto due sezioni di prima e due sezioni di seconda elementare della Scuola statale di via Vallombrosa, una traversa di via Cortina d’Ampezzo. In seconda B i bambini, quindici maschi e sei femmine, sono quasi tutti presenti. “La plastica si deve mettere con la plastica, il vetro tra il vetro”, sentenzia subito Matteo, non appena introduciamo il tema dell’incontro. Intervengono a turno un po’ tutti, Filippo, Bryan, Riccardo. Sono interessati e preparati. Lo conferma la maestra che spiega che i bambini sono già abituati a riutilizzare la carta e che proprio in questi giorni stanno preparando con i fogli di alluminio, che le mamme usano per avvolgere le merende, i decori per l’albero di Natale. Ora costruiscono con il cartone tre cassonetti in miniatura che devono ripetere nella forma e nei colori quelli che sono lungo le strade. Poi la sorpresa: i contenitori sono delle piccole opere d’arte: sono avvolti rispettivamente con carta blu, bianca e verde e sono tutti decorati. In prima A Riccardo, quando chiediamo che cosa significa raccolta differenziata, ci spiega: “in un secchio va la carta, in uno la plastica…” Interviene Edoardo che “sa tutto”, come ci annuncia e completa esattamente l’elenco e i colori dei cassonetti. In questa classe ci sembra forte il concetto di riutilizzo: lo deduciamo da quanto ci dicono i bambini. Prima di gettare una bottiglia di pomodoro, “usarlo per non sprecarlo” e lavare la bottiglia – dice Ilaria – “perché sennò ci vanno gli insettini a mangiare tutto”. Lasciamo che i bambini costruiscano e decorino i cassonetti in miniatura e andiamo oltre. In prima B i bambini stanno cantando “ A Natale puoi … fare quello che non puoi fare mai, a Natale si può fare di più…”. “Fare un regalo all’ambiente”, aggiungiamo, per introdurre il tema dell’incontro, “Pronto, posso avere un appuntamento con l’otorino”? Il numero di telefono di casa è simile a uno dei tanti del Policlinico Gemelli e le chiamate di chi vuole prenotare una visita medica sono all’ordine del giorno. A volte i pazienti pretendono, dopo due o tre tentativi, di sapere con chi parlano, si lamentano perché chiamano da fuori Roma o con un cellulare, vogliono sentirsi ripetere il numero per confrontarlo con quello digitato, incalzano per avere la certezza che il numero non sia proprio quello. Una mattina suona il telefono ma questa volta non è per l’incontro con il solito medico. “Pronto, Pane e pasta? Parlo con la smilza o con la cicciona”? La tentazione di rispondere che si tratta della “cicciona” è forte ma poi, come prendere l’ordinazione? S.G. CAAF FENALCA di MARZIA RICCI MODELLI 730 ISEE RED BUSTE PAGA AZIENDE BUSTE PAGA DOMESTICI AMMINISTRAZIONE IMMOBILI VIA G. MARCHESINI, 9 TEL. 06 306 025 08 FAX 06 306 034 62 “ovvero fare un regalo a noi stessi”. La classe è formata da pochi bambini e forse per questo ben seguiti e preparati sull’argomento “differenziata”, che - spiegano – significa “ riciclare”. Ora i bambini si apprestano, come nelle altre classi a lavorare con cartone, cartoncini, forbici, colla e matite colorate, mentre l’incontro con la scuola di via Vallombrosa si conclude in II A: diciannove bambini, pronti ed attenti, sanno che vetro, plastica e metallo vanno depositati nel cassonetto blu, carta, cartone e cartoncino nel cassonetto bianco e tutto ciò che non si può riutilizzare in quello verde. Fra di loro c’è chi racconta che nell’orto del nonno gli avanzi di cucina, il cosiddetto “umido”, si trasforma in concime “che fa bene alle piante”. Mentre colorano e decorano le scatole-cassonetto, qualcuno di loro scrive su un foglio: “Separiamo le cose per rispettare l’ambiente”, “Olio e acqua non buttare nei rifiuti da riciclare”. Antonio conclude con un cartello sul quale si legge: “Separiamo i rifiuti / carta e cartone uniti / vetro e plastica puliti / per amore del nostro mondo / e ridiamo tutti in tondo”. S.G. Ringraziamo gli sponsor che ci hanno fornito tutti i materiali: PUBBLISHOCK e CALAMUS 11 Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 12 I Concerti del Mercoledì al Gemelli Anteprima con sorpresa E sordio coraggioso – con la Settima di Beethoven, più musiche da film – per una nuova orchestra, che mercoledì 29 ottobre ha aperto in anteprima la XVIII stagione dei concerti all’Auditorium dell’Università Cattolica. Si chiama Orchestra Sinfonica Giovanile e, garantita dalla presenza di professionisti provenienti da alcune importanti istituzioni romane, schiera fra i suoi quarantasei elementi anche una decina di studenti della facoltà di medicina e chirurgia. Anzi, l’iniziativa è appunto di uno studente del sesto anno, Massimo Ferrucci, clarinettista, e di Francesco Lanzillotta, giovane direttore d’orchestra, vincitore del Concorso internazionale di composizione “Valentino Bucchi”. “Il nostro obiettivo - dicono Ferrucci e Lanzillotta - è soprattutto quello di avvicinare in particolare i giovani alla musica classica, troppo spesso considerata una forma di cultura d’élite, ma che in realtà è la più semplice e affascinante espressione dell’animo umano.” Il primo passo è stato promettente, l’augurio è che altri futuri medici musicalmente preparati trovino il modo, fra un esame e l’altro, di entrare in orchestra. Del resto, la stessa direzione artistica dei Concerti del Mercoledì vede affiancati, ormai da nove anni, un appassionato musicofilo appartenente all’ateneo, il professor Pietro Bria docente di psichiatria e, come “esterno”, il giovane maestro Alessandro De Luca, didatta e concertista di fama internazionale. De Luca è stato poi il protagonista della serata inaugurale, il 12 novembre, eseguendo il Concerto per pianoforte e orchestra in mi bemolle maggiore k 449 di Mozart. Anche questa volta era presente un’orchestra di giovani, la Camerata Italica qui diretta da Francesco Quattrocchi. L’esperienza e la sensibilità del pianista, apprezzate da grandi direttori come Maazel e Prêtre e da orchestre anche statunitensi che l’ hanno voluto come solista, si sono fatte sentire nell’interpretazione di un’opera che lo stesso compositore definiva “da far sudare”. “Fra i tre concerti, in mi bemolle, in re, e in do maggiore aggiungeva Mozart - quello in mi bemolle, sta a sé. È un concerto tutto speciale, pensato piuttosto per piccola che per più grande orchestra. Quanto a difficoltà, supera quello in re”. Qui la Camerata Italica ha trovato una guida di buon piglio nel sulmonese Francesco Quattrocchi, giovane direttore dalle solide basi conquistate alla Chigiana con Gelmetti e dalle molteplici attività in campo musicale. Il programma si era aperto con la Sinfonia da “Zenobia in Palmira” di Pasquale Anfossi, prolifico operista settecentesco stimato dallo stesso Mozart che ne elaborò alcune invenzioni tematiche, e che a Roma fu maestro di cappella a San Giovanni in Laterano. Della sinfonia, Quattrocchi ha presentato una sua revisione mettendo in luce, con una vivace esecuzione, un musicista solo in parte esplorato. Ha chiuso festosamente la serata il Gloria in re maggiore di Vivaldi, con il Coro Melos Ensemble diretto da Filippo Manci, il soprano Giovanna Manci, il mezzosoprano Beatrice Mercuri e ancora Alessandro De Luca al pianoforte. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 10 dicembre con il Quartetto di Fiesole, che collabora all’esecuzione integrale dei quartetti per archi di Beethoven, un’iniziativa promossa dalla direzione artistica dei Concerti del Mercoledì e che si concluderà in questa stagione. I Quartetti op.18 n.3 e op.131 saranno preceduti dal Quartetto in do maggiore k 157 di Mozart. Vario e allettante il programma del primo concerto del 2009, il 14 gennaio: La Corale Nova Armonia compie cinquanta anni P er festeggiare il cinquantesimo anno dalla sua fondazione, la Corale Nuova Armonia ha organizzato una esposizione di manifesti, programmi, targhe e coppe che testimoniano una lunga e prestigiosa carriera artistica. La mostra si è svolta dal 19 al 23 novembre scorso nella sala, messa a disposizione dalla parrocchia San Fulgenzio, dove settimanalmente i coristi si riuniscono per le prove sotto la guida del maestro Ida Maini. La Corale nacque nel lontano 1958 su iniziativa della stessa Ida Maini affiancata, successivamente, dal maestro Ermanno Testi che ne è anche il presidente. Agli inizi prese il nome della parrocchia San Pio X che l’ha ospitata per 36 anni, dedicandosi sia al canto liturgico sia a quello profano per le attività concertistiche. Il suo repertorio spazia dalla monodia medievale alla polifonia europea, dal rinascimento ai giorni nostri, compresi canti folcloristici nazionali e internazionali. Un repertorio così vasto, unito al serio impegno dei coristi e alla capacità del direttore, ha permesso Impianti autonomi di climatizzazione e riscaldamento residenziali MULTICLIMA 12 Bach, Debussy, Fauré, Ravel, Poulenc con l’Orchestra Roma Italica diretta dal suo fondatore, l’organista Giorgio Carnini, e con la partecipazione di Lydia Oshhavkova al flauto e Claudia Antonelli all’arpa. Maria Rossaro alla Corale di tenere molti concerti sia a Roma sia in altre città italiane, di effettuare tournée in varie nazioni europee (Francia, Austria, Inghilterra, Ungheria, Svezia, Spagna, Portogallo) e di partecipare a festival, a concorsi nazionali e internazionali ottenendo coppe e premi. Da segnalare il primo premio, una grande coppa che troneggia nella mostra, vinta al Concorso Nazionale di Polifonia a Roma nel 1969 e il terzo premio ai Rencontres Internationales de Chant Choral che si svolse a Tours, nel 1986. Inoltre la Corale ha partecipato a liturgie solenni in varie basiliche sia in Italia sia all’estero, come è documentato dai numerosi manifesti che tappezzano le pareti della sala della mostra. Averla visitata è stata una piacevole sorpresa non solo per la quantità del materiale esposto, ma anche per l’opportunità di ascoltare, attraverso un video, la brava Corale Nuova Armonia nell’eleganza dell’esecuzione e delle sue uniformi. Le auguriamo tanti anni ancora di gloriosa attività. M.C.C. Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 13 Mostre d’autunno alla Galleria R.D.F. Arte recenti di Paolo Cristiano. Paolo Cristiano e Franco Valente: due artisti così diversi tra loro, quasi agli antipodi. Eppure, misteriosamente, c’è come un filo che li lega, qualcosa che li accomuna: innanzi tutto, una dedizione assoluta all’arte, intesa come elemento fondamentale nella loro vita, ed una grande stima reciproca. Ma anche, forse, il desiderio che provano entrambi di lasciarsi trasportare dalla fantasia per esplorare nuovi spazi, e spingersi verso l’infinito. Le opere dei due artisti erano esposte le une di fronte alle altre: le impronte delicate e leggere, a volte quasi evanescenti, dei disegni di Cristiano – qua e là più serrate per formare addensamenti e grovigli – e le stelle di Valente, inserite in uno schema geometrico, solo apparentemente semplice. Quei colori pastosi e nascono Franco Valente ....abbagliato sulla terra dalla stella... brillanti infatti attraverso un lavoro di impasti nche quest’anno, subito cromatici che assorbono la luce e dopo l’estate, è cominciata la ne rimandano qua e là bagliori e stagione artistica alla galleria luminiscenze. La mostra personale del pittore R.D.F. Arte in via Festo Avieno. Il 23 settembre, per festeggiare i 90 Tonino d’Amore (dal 12 al 18 ottoanni di Paolo Cristiano – pittore e bre) nella quale erano esposte una poeta che già da vari anni conoscia- ventina di sue opere recenti, è stata mo ed apprezziamo – è stata allesti- invece per me un’autentica sorpreta una mostra, a lui dedicata, dal sa. Di questo artista, che ha esposto titolo “Dal disincanto alle stelle”. diverse volte in questa galleria, ho Per rendergli omaggio, vi erano sempre apprezzato la pittura morbiesposte una decina di opere create da, quasi romantica, i paesaggi nei per l’occasione dal pittore Franco quali il colore si fa soffice e prezioValente, oltre ad alcuni disegni non so, coprendo di azzurro le monta- A Tonino d’Amore Frantumazione 2 cm 50x70. gne sullo sfondo, imbiancando le piccole case fra gli alberi, o trasformando una piccola locomotiva in un giocattolo dimenticato. Ma negli ultimi due anni, d’Amore ha sentito il bisogno di rinnovare completamente il suo linguaggio pittorico, sperimentando nuove tecniche ed usando materiali insoliti e inediti. Questa ricerca, che gli ha dato una carica ed un entusiasmo nuovi, lo ha portato a seguire due percorsi diversi. Nel primo, che approda ad esiti completamente astratti e materici, l’artista, dopo aver steso su una tavola uno strato di catrame, lo scalda e lo brucia qua e là – secondo una scelta immediata e personale – e vi passa sopra vigorosamente con pezzi di legno o di metallo dalle forme irregolari, creando strisce materiche in rilievo sulla superficie: forme scattanti e dinamiche, itinerari che si incrociano, si accavallano, si spingono verso l’alto o si serrano in intrecci e reticolati. Infine, stende il colore negli spazi rimasti fra gli asfalti bruciati: ed ecco i rossi cupi e profondi, i verdi spenti, i gialli intensi, che illuminano la scena con bagliori che sembrano affiorare dal profondo. Nel secondo percorso, invece, d’Amore sceglie due materiali diversi: la iuta, di varie sfumature cromatiche, ed i fili di lana, dai colori brillanti, che tesse ed intreccia sulla iuta per creare immagini piene di vitalità e di ritmo, alcune completamente astratte, altre in cui, tra le angolature geometriche, si inseriscono esili figure stilizzate. Belli e puri i colori, eleganti le forme, che rivelano il desiderio dell’artista di recuperare una manualità antica, e la sua felicità nel sentirsi libero di realizzare soltanto ciò che la fantasia gli detta. Dal 22 novembre fino al 2 dicembre, infine, una personale del pittore Luciano Buttiglia che espone in galleria una serie di suoi disegni recenti. Annamaria Marchesini Visitate il sito dell’Associazione Amici di Monte Mario www.montemario.org Tonino d’Amore Frantumazione 2. 13 Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 14 (ottobre - dicembre) Alemanno: Foro Italico bis a Tor di Quinto, Corriere della Sera, 18 ottobre Stadio Olimpico solo per nazionale di calcio e atletica (e l’impegno a completare il progetto a Tor Vergata). Il sindaco ha confermato che l’iniziativa sportiva “ridotta” verrà realizzata per i prossimi mondiali d’acqua e per gli internazionali di Tennis del 2009: una struttura leggera rimovibile che rispetti il valore architettonico del Foro Italico. Alemanno ha parlato anche del recupero del capolavoro di Moretti, la Casa delle Armi. Con le risorse per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia si potranno fare i restanti, a cominciare da questa sfera. Dovranno essere spostate la caserma dei carabinieri e quel che resta dell’aula bunker. Una strada per “Gabbo Sandri”, Corriere della Sera, 12 novembre È stato avviato l’iter per intitolare a Gabriele una via del suo quartiere, la Balduina. A un anno dalla morte, si è svolta una fiaccolata fino al sagrato della Chiesa di piazza della Balduina. Il prete legge la lettera che il presidente Napolitano e il Papa hanno inviato alla famiglia. Poi le scritte, gli striscioni, manifesti. Dicono tutti la stessa cosa: giustizia per Gabriele. Nasce un hospice per malati terminali, Corriere della Sera, 20 novembre Una scuola di formazione in cure palliative, che organizza corsi e master; un day hospice e ambulatori di cure palliative e 25 camere singole; un centro di telemedicina attivo 24 ore su 24 e di prossima apertura; una clinica per il trattamento del dolore cronico, progetto pilota, operativo sul territorio dell’Asl Roma-E. Il centro Antea, che è stato visitato dal presidente della Regione Marrazzo, si trova nel parco di Santa Maria della Pietà. Il nuovo mercato Trionfale aprirà il prossimo 1° febbraio, Corriere della Sera, 21 novembre Dopo un iter tecnico-amministrativo durato più di cinque anni, il quartiere avrà finalmente il suo mercato rionale e via Andrea Doria sarà liberata dai banchi e dai box che hanno invaso la sede stradale. L’annuncio è dell’assessore capitolino al Commercio, Davide Bordoni. È stato costituito un Comitato di Controllo per la gestione della struttura e sono state stabilite le tariffe per le postazioni. Malati di cancro e invalidi in fila per ore per una visita, Il Messaggero, 22 novembre Santa Maria della Pietà, l’ex manicomio, ospita un’altra follia, la corsa al numeretto per ottenere l’accesso all’Ufficio invalidi dell’Asl RmE. Si arriva che è buio e l’importante è tagliare il traguardo delle ore sette del mattino e rientrare fra i primi 30 numeri. L’inchiesta parte da un’E-mail in cui il parente di un malato racconta a che cosa si deve sottoporre chi ha un handicap anche grave: uffici fatiscenti in un padiglione in ristrutturazione, orari scandalosi, recapito telefonico dalle 12 alle 13. Il direttore, un medico legale, Di Giannantonio, spiega che ci sono in media 1300 richieste al mese contro le 250 degli anni novanta, a causa dell’invecchiamento e dell’impoverimento della popolazione e a fronte di un organico insufficiente per quattro municipi e mezzo milione di utenti. Campidoglio-Municipi, è battaglia sul Natale, Corriere della Sera, 23 novembre Il Comune ha comunicato “per conoscenza” ai municipi di aver rilasciato autorizzazioni per attività “socioculturali di antiquariato, artigianato e oggettistica”, senza chiedere pareri. Convocherò presto una conferenza dei servizi, dice il presidente del XX, Giacomini. Visto che c’erano altre richieste che stavamo esaminando – spiega – darò la mia approvazione solo se è un vero mercatino della pulce, come è stato detto. La scelta dell’area non è felice – spiega – hanno parlato di 100 stand dove stanno partendo i lavori di riqualificazione dell’ex area del mercato. Non ci saranno imposizioni, risponde dal Campidoglio l’assessore alla Cultura Cioffi. Concorde- Visitate il sito dell’Associazione Amici di Monte Mario www.montemario.org 14 remo con i presidenti. I mercatini sono collegati a iniziative di solidarietà. “Mai più file per i malati e ascensori a misura di disabile”, Il Messaggero, 23 novembre. Dopo la denuncia a “Dillo al Messaggero”, il governatore del Lazio interviene con un decreto d’urgenza. “Un provvedimento straordinario di immediata attuazione. Alle Asl del Lazio può esserci carenza di personale, spiega Marrazzo, ma a pagarne i costi non devono essere malati e anziani. L’ufficio invalidi di S. Maria della Pietà deve essere operativo 6 giorni la settimana, compreso il sabato e nel pomerig- gio, da lunedì al venerdì per almeno 3 ore. A tal fine verrà messo a disposizione personale opportunamente formato fino allo smaltimento delle pratiche arretrate. Restano molte domande. Perché non c’è un data-base per pianificare le visite e si lascia la gestione di un ufficio così delicato ai numeretti? Ponte Milvio, da oggi i lavori, Corriere della Sera, 24 novembre Prendono via i lavori di messa in sicurezza dell’area, dell’ex mercato. Saranno rimossi i pericolosi allacci elettrici e l’area totalmente bonificata, sarà destinata a parcheggio pubblico. 11 novembre 2007 di Maurizio Martucci Maurizio Martucci, giornalista e scrittore, autore di saggi di storia contemporanea, ha scritto un libro su Gabriele Sandri, ucciso da un colpo di arma da fuoco da un agente della polizia stradale, l’11 novembre 2007. Il volume è stato presentato alla libreria Pergamon, a due passi dal negozio del padre del giovane ucciso. L’autore non ha conosciuto Gabriele né conosceva la famiglia Sandri, prima della tragedia, ma varcando la soglia della camera ardente in Campidoglio dove giaceva il corpo di Gabriele, vedendo l’espressione del padre Giorgio, accasciato, costretto a vivere un lutto contro natura, e leggendo nei suoi occhi una sola domanda “perché”, è stato ispirato a documentarsi e a scrivere la drammatica storia di una giovane vita spezzata per sempre senza un perché. Il ricavato della vendita del libro andrà a beneficio della “Fondazione Gabriele Sandri”, istituita dalla famiglia e dal Comune di Roma, per opere benefiche fra le quali l’organizzazione dei gruppi di donatori di sangue per l’ospedale Bambino Gesù. Gabriele era nato e cresciuto alla Balduina, aveva conseguito la maturità scientifica e per un breve periodo aveva frequentato la Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università “La Sapienza”, ma amava sopratutto la musica e perciò scelse di fare il disc jokey al Piper Club e in altre località di Roma e provincia, l’estate sulla Costa Smeralda e l’inverno a Cortina. Gli amici lo chiamavano Gabbo. Di giorno aiutava il padre nel negozio di abbigliamento maschile alla Balduina. Era un bravo ragazzo, semplice, solare, pieno di gioia di vivere. Ma Gabriele era anche un tifoso: amava la sua Lazio, fede trasmessagli dal padre, così come amava la musica. La domenica 11 novembre dell’anno scorso, aveva deciso di recarsi a Milano per assistere alla partita Inter-Lazio, ma non aveva voluto rinunciare al suo lavoro di dj al Piper Club dove aveva suonato ininterrottamente fino alla 4.30 del mattino. Malgrado fosse stato sconsigliato dal padre, Gabriele si incontra con gli amici e in due macchine partono per Milano alle 6 del mattino dell’11 novembre. Si fermano nell’area di servizio di Badia al Pino Est fra Arezzo e Monte S. Savino, dove avviene la tragedia: Gabriele muore mentre dorme nella macchina, colpito al collo dal proiettile della pistola sparato dall'altro lato dell’autostrada dall’agente della stradale. Il libro è documentatissimo, narra minuto per minuto tutte le fasi del dramma, e termina con un’intervista al fratello maggiore Cristiano, avvocato penalista. A un anno dalla scomparsa di Gabriele, per le vie della Balduina si è svolta una fiaccolata e una messa di suffragio è stata celebrata nella parrocchia di S. Pio X, a cui hanno assistito circa duemila persone che si sono strette intorno al padre Giorgio, alla mamma Daniela e al fratello, che ancora non si danno pace per quella perdita assurda e aspettano verità e giustizia. I quotidiani hanno dedicato pagine intere all’anniversario e il padre ha partecipato a trasmissioni televisive a cui ha assistito un pubblico di giovani commossi. L.F. 11 novembre 2007 - L’uccisione di Gabriele Sandri, una giornata buia della Repubblica (Sovera Editore, Roma) Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 15 Libera Università di Monte Mario LUMM L’associazione “Amici di Monte Mario” organizzazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS), costituita il 28 maggio 1969, persegue fini di promozione sociale, civica e culturale nei quartieri di Monte Mario. Non legata a partiti politici e aconfessionale, l’Associazione dipende esclusivamente dai propri soci, nello spirito di solidarietà verso tutti gli abitanti del territorio. Per aderirvi va presentata domanda su apposito modulo. La misura della quota d’iscrizione è libera. La quota associativa annuale è di € 30,00 per i soci ordinari; € 90,00 per i sostenitori; € 10,00 per i familiari e gli studenti. Versamenti nel conto corrente postale n. 40706004, intestato all’Associazione Amici di Monte Mario. Per informazioni telefonare al numero 06 35503317 con segreteria automatica funzionante 24 ore su 24. e-mail: [email protected] Lasciata la sede di via Scolopi A seguito del cambio di gestione della “Residenza Monte Mario” la sede dell’Associazione ha perso la possibilità di essere ospitata nella struttura di via degli Scolopi 31. Pertanto, in attesa di individuare una nuova soluzione, è sospesa l’a- pertura della segreteria ai soci ed al pubblico. Per qualsiasi richiesta i soci sono invitati a prendere contatto telefonico, chiamando il numero 06.35503317. Tradizionale cena di Natale Sabato 13 dicembre soci, loro parenti ed amici sono invitati a partecipare alla tradizionale cena di Natale che si terrà presso l’albergo “Casa Valdese”, via Alessandro Farnese 18, alle ore 20. Informazioni al numero 06 35498208 (dott.ssa Patrizia Torlonia). A cena con i soci Il 28 ottobre scorso ha avuto luogo, presso l’abitazione messa gentilmente a disposizione dalla consigliera dott.ssa Rosanna Barbiellini Amidei, la cena di inizio stagione dell’Associazione. È stata un’ottima occasione per ritrovarsi e parlare dei futuri programmi del sodalizio gustando gli ottimi manicaretti e gli squisiti dolciumi preparati dalla padrona di casa e da alcune socie volenterose. Nel corso della serata è stato presentato il nuovo libro del critico Domenico Guzzi: Renzo Vespignani “questa mia quotidiana avventura” – De Luca Editore – realizzato a cura dell’Archivio della Scuola Romana. I corsi si tengono presso l’Istituto Comprensivo “Dionigi Chiodi”, via Appiano 15 (piazza Giovenale - bus 990 o FR3 fermata Appiano) ANNO ACCADEMICO 2008-2009 Per la partecipazione a qualsiasi corso è necessaria la previa prenotazione Per informazioni e prenotazioni rivolgersi all’Associazione o alla dott.ssa Luciana Frapiselli (06 35453636, 9-13 o dopo le 20). Ulteriori informazioni saranno anche tempestivamente pubblicate sul sito www.montemario.org. Lingua inglese. Corsi per principianti, di conversazione a livello medio e di conversazione a livello avanzato, tenuti dal dott. Conor Rowan (di madrelingua inglese), il martedì e il giovedì. Training autogeno. Un corso basato sulla tecnica di apprendimento graduale di esercizi per realizzare l’equilibrio neurovegetativo e la calma, impartito dalla psicoterapeuta dott.ssa Lucia Guerrieri, in 12 sedute. Il primo incontro a ingresso libero è introduttivo. Avrà luogo lunedì 17 gennaio dalle 17 alle 18, per poi proseguire ogni lunedì alla stessa ora. Letteratura inglese. Dalle origini ai giorni nostri. Docente: prof.ssa Elisabetta Perotti. Lingua francese. Anche conversazione. Docente: prof.ssa Maria Teresa Livadiotti (di madrelingua francese). Lingua e letteratura russa. Corsi per adulti e ragazzi. Docente: prof.ssa Annelisa Alleva. Archeologia paleocristiana - Storia dell’arte e delle tecniche artistiche.. Un corso integrato, tenuto dalla dott.ssa Emanuela Marino, storica dell’arte. Le tecniche artistiche comprendono: pittura su tavola, su tela, su carta, su vetro; affresco e mosaico. Storia. Un corso sul tema “Lorenzo il Magnifico e il suo tempo”, tenuto dalla prof.ssa Maria Attilia Dall’Oglio, inizierà il 5 febbraio e continuerà ogni giovedì per 10 lezioni. Disegno. Dalle prime informazioni sulle tecniche a matita fino alle tecniche pittoriche, attraverso lo studio dal vero e lo studio di autori del Novecento. Un corso tenuto dalla scultrice Marina Mele, in 25 lezioni di 2 ore ciascuna (il venerdì dalle 17 alle 19). Altri corsi. Sono in fase di definizione altri corsi, in diversi campi di discipline: Letteratura italiana, Storia delle Religioni, Storia del Teatro (tutti e tre a cura della prof.ssa Mimma Fabbrini), Storia della Musica, Lingua araba, tedesca e spagnola, Psicologia, Grafologia. divertimento allegria musica vitalità ritmo movimento gioco svago energia CORSI DI SALSA CUBANA BACHATA E MERENGUE e inoltre... Swing, boogie woogie, hip hop danza moderna, danza del ventre e preparazione istruttori Parrocchia N.S. di Guadalupe (Sala Teatro) - Roma Palestra Millesimo Sport Center Via Garlenda 15 - Roma Tel. 388 1196730 - 06 3388331 15 Impaginato 3-12-2008 9:49 Pagina 16