In vista del 2009 - Amici di Monte Mario

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In vista del 2009 - Amici di Monte Mario
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15.000 copie in 15.000 famiglie - Distribuzione gratuita
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mensile
Fondato nel 1969 da Luigi Pallottino
Anno XL - Novembre/Dicembre 2008 - Roma, mensile
Tel./Fax 06-35503317 - E-mail: [email protected]
www.montemario.org
In vista
del 2009
Care lettrici, cari lettori,
“Monte Mario” giunge stavolta all’appuntamento di fine anno dopo vari mesi
di assenza dalle edicole, dovuti – dopo
la consueta pausa estiva – a difficoltà
nella raccolta di pubblicità, verosimilmente aggravata dalla crisi economica.
E la pubblicità, acquisita senza compromessi, è il mezzo che permette all’Associazione “Amici di Monte Mario” onlus di pubblicare questo giornale
senza incrinarne i principi informatori.
Come sapete, “Monte Mario” vuole
essere, senza alcun condizionamento,
al servizio della cultura e della tutela
del territorio, nonché degli interessi
della cittadinanza.
Faremo ogni sforzo per assicurare al
giornale un 2009 più regolare, ma chiediamo anche un sostegno ai lettori più
affezionati: per esempio mediante l’iscrizione all’Associazione “Amici di
Monte Mario”.
Quali prospettive per i nostri quartieri, nel
nuovo anno? I problemi sono in gran
parte quelli delle altre parti di Roma, delle
altre città. Non vi tedieremo ora con l’elenco degli interventi infrastrutturali che
attendiamo da tempo, come quello dei
servizi pubblici. Vogliamo invece indirizzare agli Amministratori comunali e
municipali, assieme agli auguri di un proficuo lavoro, due auspici: anzitutto quello
che pongano maggiore attenzione al quotidiano, ovvero all’osservazione del territorio, alle manutenzioni, alla vigilanza; in
altre parole che si mettano veramente nei
panni dei comuni cittadini, seguendo il
loro percorso ad ostacoli di ogni giorno. E
poi che non intendano la contrapposizione politica come lotta pregiudiziale, quasi
fine a sé stessa, ma sempre come confronto dialettico rivolto ad obiettivi concreti.
A tutti voi, care lettrici e cari lettori, gli
auguri più vivi di serene Feste e lieto,
prospero Anno nuovo, nella speranza
che questo giornale possa segnarne
molti buoni momenti.
L’immagine, ora rimossa, che rappresenta la Madonna con il Bambino e Sant’Anna era posta sul portale d’ingresso
del padiglione 29, già alloggio delle suore al S. Maria della Pietà e ora sede degli uffici del Municipio.
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Anche questo è Monte Mario
Un quartiere bello
ma trascurato
Rivista mensile edita
dall’Associazione
AMICI DI MONTE MARIO
Direzione, redazione e pubblicità
Tel. 06 35503317
00135 Roma
[email protected]
Direttore responsabile
SILVIA SAMARITANI GIORDANI
Direttore editoriale
GIO. MANTOVANI
Coordinatore di redazione
MARIELLA CASINI-CORTESI
In redazione
LUCIANA FRAPISELLI
ANNAMARIA MARCHESINI
FRANCESCO ROCCO
MARIA ROSSARO
Ha collaborato a questo numero
ALDO FALIVENA
Videocomposizione
PUBBLISHOCK
Incisione e stampa
SEA, TIPOLITOGRAFIA s.r.l.
Via Cassia bis km 36,300 - Nepi (VT)
Tel. 0761 527323 / Fax 0761 527523
Reg. Tribunale di Roma
n. 12985 del 18-9-1969
Numero chiuso il 2 dicembre 2008
DISTRIBUZIONE GRATUITA
È vietata la riproduzione di testi
ed immagini senza l’autorizzazione
scritta dell’editore
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Mi è capitato qualche tempo fa
di leggere il giornale degli
Amici di Montemario, ricco di
notizie ed iniziative interessanti. È molto bello impegnarsi per
far vivere il proprio quartiere e
contribuire attivamente al suo
mantenimento! Complimenti!
Monte Mario è un bellissimo
quartiere, immerso nel verde e
lo porto nel cuore. Purtroppo,
alcune zone sono però lasciate
andare ed è un vero peccato.
Abito in via G. Taverna, la strada è stata rifatta di recente, ma
non è stato conservato un sufficiente sistema di scolo delle
acque piovane e lo spazio verde
che costeggia il liceo statale si
sta trasformando in una discarica edilizia, con tanto di furgoncino abbandonato. Vi è anche
un giardinetto, molto carino ma
completamente
tralasciato,
all’entrata di Santa Rita, in
fondo alla strada; di fronte, o
quasi, si trova una via di accesso abbastanza avventurosa per
la riserva naturale dell’Insugherata: è possibile chiedere
che questi spazi verdi pubblici
vengano curati? a chi rivolgersi? esiste la possibilità che la
loro gestione venga affidata a
un’associazione di vicini?
E. Blasi
L’eterno cantiere
Un’occupazione abusiva
Sono passati ormai quattro anni
dall’apertura della galleria Giovanni XXIII e nella zona del
Ministero degli Esteri prospiciente l’ingresso della galleria
stessa, continua ad essere aperto, inspiegabilmente, il cantiere
con materiale da costruzione
apparentemente abbandonato e
il capannone-ricovero per gli
operai. Tutto questo continua
ad aumentare il degrado della
zona già deturpato dai lavori e
mai risistemato, come pure le
aiuole che circondano il Ministero e l’ingresso al Parco di
Monte Mario in via dei Colli
della Farnesina. Lo stesso
abbandono lamenta la stazione
della metropolitana di Vigna
Clara, progettata e inaugurata
in occasione dei Mondiali d’Italia ‘90, con grande sperpero
di denaro pubblico e mai utilizzata. È evidente che la riapertura della stazione risolverebbe i
problemi di traffico e di “accerchiamento”, ormai a cadenza
bisettimanale che i residenti
della zona sono costretti a subire in occasione delle partite di
calcio. Come residente e come
tanti altri aspetto risposte dai
responsabili:
Municipio,
Comune, Assessorato ai Giardini?
Angelo Cutolo
La casa era disabitata, le serrande tutte chiuse. Ma ecco in piena
estate un’improvvisa presa di possesso. Attraverso la sottile fessura che si trova tra la serranda e la cornice in travertino delle
finestre penetrano nelle stanze esposte ad ovest, una ad una,
migliaia di api. Si, proprio migliaia. Uno sciame così enorme
non si era mai visto nell’intera zona. Il forte ronzio si poteva
sentire dall’ultimo piano dell’edificio e lo spettacolo, visto dall’alto era insieme impressionante ed esaltante.
Attorno all’ape regina si muoveva vorticosamente un nugolo di
api, anche a detta degli esperti, di proporzioni insolite.
Allertata la Protezione Civile, è bastata poi l’opera paziente di
un apicoltore che ha agito all’interno della casa e ha fatto entrare in una cassetta di legno lo sciame con un’abile manovra non
priva di rischio.
Chissà quanto miele avrà ormai prodotto!
E mentre gli abitanti del palazzo tiravano un sospiro di sollievo,
proprio quel giorno i giornali parlavano di un’epidemia che sta
falciando le api in molti paesi del mondo e ricordavano che sono
un prezioso indicatore delle stato di salute dell’ambiente e contribuiscono a migliorare la produzione agricola, specialmente
della frutta.
Simona Aragno, disegno a penna.
Tutti in fila
Il ragazzo cammina lungo il vialetto che conduce al casale poco
distante da via Rocca di Mezzo. Alle sue spalle un’ampia zona
di verde ancora incontaminata.
Ad un tratto è raggiunto e affiancato da un istrice che procede in
modo goffo e grugnisce, seguito da un grosso topo che si muove
velocemente, seguito da un gatto che avanza con passo felpato.
Ognuno di loro sembra andare per i fatti propri. Ma non è così.
Il ragazzo vuole arrivare fino alla porta, l’istrice esplorare il
luogo, il topo raggiungere una preda forse impossibile, il gatto
azzannare il topo e farne un solo boccone. Infatti è sera e per
tutti, il ragazzo, l’istrice, il grosso topo e il gatto, è ora di cena.
Anche questo è Monte Mario.
S.G.
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Villa Mellini duecento anni fa
in un romanzo francese:
Corinne ou l’Italie
“D
opo aver visitato le
chiese e i palazzi,
Corinne
condusse
Oswald alla Villa Mellini, giardino
solitario senza altro ornamento che
magnifici alberi. Si vede da quel
luogo nella lontananza la catena
degli Appennini, la trasparenza
dell’aria colora quelle montagne,
le fa apparire più vicine e le fa
risaltare in maniera singolarmente
pittoresca. Oswald e Corinne restarono in quel luogo per gustare il
fascino del cielo e la tranquillità
della natura. Non si può avere idea
di questa strana calma quando non
si è vissuti nei paesi del meridione.
In un giorno caldo non si sente
neppure il più leggero soffio di
vento. I più fragili fili d’erba sono
in un’immobilità perfetta; gli animali condividono l’indolenza ispirata dal bel tempo; a mezzogiorno
non si ode il ronzio delle mosche
né il frinire delle cicale, né il canto
degli uccelli; nulla si affanna in
una agitazione inutile e passeggera, tutto dorme fino al momento in
cui i temporali, o le passioni, risvegliano la natura veemente che si
risveglia impetuosamente dal suo
profondo riposo.
Vi è, nei giardini di Roma, un gran
numero di alberi sempreverdi che
aumentano ancor più l’illusione
creata già dalla dolcezza del clima
durante l’inverno. Pini d’una eleganza particolare, larghi e frondosi
verso la cima e vicini gli uni agli
altri, formano come una specie di
superficie piana nell’aria che fa un
effetto fascinoso quando la si vede
dall’alto. Gli alberi più bassi sono
al riparo da questa volta di verdura
[…] «Non trovate - disse Corinne a
Oswald contemplando la campagna
che li circondava – che la natura in
Italia ci fa sognare più che altrove?
Si direbbe che qui sia in rapporto
più stretto con l’uomo e che il Creatore se ne serva come di un linguaggio tra Lui e le sue creature».
Questa è la traduzione di un brano
del romanzo autobiografico Corinne ou l’Italie di Madame de Staël,
pubblicato nel 1807, esattamente
200 anni fa.
Madame de Staël era figlia di un
ricco banchiere di Ginevra che più
tardi diverrà ministro di Luigi XVI,
re di Francia. Era nata a Parigi nel
1766 e il suo vero nome era AnneLouise-Germaine Necker. Sposò il
barone de Staël Holstein, ambasciatore di Svezia a Parigi, ed è per-
ciò conosciuta con il nome di
Madame de Staël. Fu oppositrice di
Napoleone e quindi costretta da
questi ad allontanarsi da Parigi. Si
ritirò allora nel castello di suo padre
a Coppet in Svizzera dove era circondata da una vera corte di amici
fra i quali Benjamin Constant, da
lei amato per parecchi anni, l’autore del romanzo romantico Adolphe
arrivò a Roma nel febbraio 1805
durante una piena del Tevere. A
Roma, dove fu nominata “pastorella” dell’Accademia dell’Arcadia,
conobbe Angelica Kauffmann, la
celebre pittrice anche lei svizzera,
visitò lo studio di Antonio Canova.
Wilhelm von Humboldt ambasciatore di Prussia a Roma, uomo intelligente e coltissimo, l’accompa-
Gérard, Corinne au cap Misène (particolare). Museo delle Belle Arti di Lione.
e Madame Récamier amata da Chateaubriand. Ma a Madame de Staël
piaceva viaggiare: visitò la Germania dove conobbe Goethe e Schiller
a Weimar e August Wilhelm Schlegel, poi visitò l’Italia e fu l’Italia
che le ispirò il romanzo Corinne
dopo un precedente romanzo intitolato Delphine.
Come abbiamo già detto, nel
dicembre 1804 aveva visitato l’Italia: Torino, Milano, dove soggiornò in casa di Vincenzo Monti
che rimarrà per sempre suo amico.
Attraversò l’Emilia e le Marche,
gnava nelle sue passeggiate
archeologiche. A Roma rimase
solamente due settimane, poi partì
per Napoli e ritornò a Roma il 13
marzo. Lasciò definitivamente
Roma verso l’8 maggio e partì per
Firenze dove conobbe la Contessa
d’Albany “vedova” del grande
drammaturgo Vittorio Alfieri. Vide
Venezia e il 4 giugno arrivò a Milano dove Napoleone era stato da
poco incoronato re d’Italia. Poi
rientrò a Coppet. Con la caduta di
Napoleone e con la Restaurazione
potette finalmente rientrare a Pari-
gi dove riceveva in un suo salotto
letterario.
I suoi romanzi sono autobiografici
e anticipatori del Romanticismo:
ella vi esprime i suoi sentimenti, la
sua melanconia, la sua inquietudine, la sua sete di libertà e la solitudine dell’artista.
Da questo primo soggiorno a
Roma (Madame de Staël vi ritornerà ancora nel 1815) nacque l’ispirazione per il romanzo Corinne
di cui la figura dominante è un personaggio immaginario, personificazione dell’autrice: Corinne è una
poetessa romana, improvvisatrice,
danzatrice, sacerdotessa dell’arte e
della letteratura, una specie di
sibilla incoronata in Campidoglio
come lo fu Petrarca per la sua arte.
Si innamora di Oswald lord Nelvil,
nobile scozzese, anch’egli malinconico e sensibile come lei. Corinne
lo conduce a visitare i monumenti
antichi di Roma, le chiese, le tombe
della via Appia, le ville patrizie del
Rinascimento, i musei, cioè tutti i
luoghi artistici che Madame de
Staël aveva visitato con Humboldt.
Alla fine del romanzo Oswald, benché anche egli innamorato profondamente di lei, per mantenere la
promessa fatta al padre morente,
sposa un’altra donna più semplice,
non una donna superiore come
Corinna e questa, da vera eroina
romantica, morirà d’amore. Il
romanzo termina così in tragedia
Madame de Staël aveva una solida
cultura classica, conosceva profondamente la letteratura italiana poiché possedeva, nella sua biblioteca, una ricca sezione di libri italiani. Il romanzo è, perciò, anche una
specie di guida dell’Italia con riferimenti alla letteratura antica e
moderna, con citazioni in latino, in
inglese, in italiano, lingue generalmente conosciute dalle persone
colte dell’epoca.
Il canto improvvisato da Corinna
durante l’incoronazione in Campidoglio è un inno all’Italia: “Italia
impero del sole, Italia padrona del
mondo, Italia culla della letteratura, ti saluto. Quante volte la razza
umana fu a te sottomessa! Tributaria delle tue armi, delle tue arti e
del tuo cielo!” Questo canto, questo inno che Madame de Staël
mette in bocca alla sua eroina,
esprime quali erano i suoi sentimenti verso la natura, la cultura e
l’arte dell’Italia.
Luciana Frapiselli
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L’allargamento di via Trionfale
Proseguono i lavori del 2° stralcio funzionale dell’allargamento
di via Trionfale, attorno al Forte omonimo.
Qui vediamo il tratto tra via Morandi e via degli Scolopi, dove sono stati
tagliati alcuni alberi ed iniziati i movimenti di terra sulla sinistra.
All’interno del cantiere, di fronte a via degli Scolopi, si vede prendere
forma la nuova carreggiata in direzione periferia e la bretella di raccordo
tra le due carreggiate, che consentirà ai veicoli provenienti
dall’uscita del Policlinico Gemelli su via Trionfale di invertire la marcia
per procedere verso Monte Mario alto e Pineta Sacchetti.
Buone feste
È oggetto di ripensamenti l’intervento sul tratto vicino alla scuola Nazario
Sauro. Sono condivisibili le preoccupazioni per la vivibilità della zona,
ma il lasciare tutto com’è non sembra la soluzione migliore. È auspicabile un
adeguamento del progetto che comporti anche una vera riqualificazione di
piazza Monte Gaudio. Il tappeto di auto parcheggiate, ai lati di quelle in
corsa, che tagliano il quartiere, non sembra essere una situazione da tutelare.
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Le attività sociali delle parrocchie di Monte Mario
Santa Paola Romana
P
rogettata dall’architetto Silvio
Casadori, la chiesa di Santa
Paola Romana fu eretta a parrocchia nel novembre 1951 su
decreto del Cardinal Vicario Clemente Micara e affidata al clero
diocesiano. La chiesa fu costruita
presso quella antica di Sancta
Maria Virgo a Puteo extra Portam
Angelicam, chiesa del capitolo di S.
Pietro in Vaticano, purtroppo demolita. La copia settecentesca dell’immagine della Madonna del Pozzo,
conservata situata nella cappella di
sinistra della parrocchia, da sempre
è oggetto di profonda venerazione
come dimostrano i fiori freschi che
ogni giorno le portano i fedeli.
Il territorio di competenza della
parrocchia, dove oggi vivono 6000,
famiglie, fu stabilito entro il perimetro che da via Papiniano, all’incrocio con via Proba Petronia, va a
largo Maccagno, piazza Friggeri,
via Vercillo, viale delle Medaglie
d’oro fino a via Publio Stazio, prosegue tagliando via Tito Livio, percorre via Clivo di Cinna, via Fedro,
piazzale Socrate, un tratto di via
Cornelio Nepote poi, con una linea
immaginaria, taglia via Marziale,
sfiora via E. Turba e via Villa Bini
e prosegue verso sud per piegare in
direzione prima di via Domizia
Lucilla e poi della ferrovia RomaViterbo che costeggia per un tratto
fino a via S. Fulgenzio, piega ad
ovest, taglia via A. Di Tullio,
imbocca via Scarabellotto, via
Proba Petronia fino all’incrocio
La parrocchia di Santa Paola Roma in via Duccio Galimberti.
con via Papiniano, da dove siamo
partiti.
Ci rivolgiamo al parroco, don
Mario Magistrato, per avere notizie
sulle attività sociali di Santa Paola.
Ci accoglie con benevolenza puntualizzando che “la parrocchia è
una realtà cristologica ma anche
sociale a servizio dell’uomo. È un
bene apprezzato per il lavoro che
svolge, specie quando ci si trova in
difficoltà. È l’albero sotto l’ombra
del quale si spera di trovare ristoro”. Poi prosegue illustrando le
varie attività.
Il Centro d’ascolto, diretto dalla
volontaria Mirella Soldati, è un
punto di accoglienza e di attenzione verso coloro che hanno un’esigenza particolare. Si tratta per lo
più di richieste e di offerte di lavoro per badanti, colf, baby sitter e
anche per servizi saltuari, come
l’assistenza infermieristica. Un servizio legale gratuito suggerisce
soluzioni ai vari problemi, una
mediatrice famigliare dà consigli
specie ai separati e infine, già da
due anni, è in funzione un corso di
italiano per stranieri diviso in tre
classi, anche se si lamenta una certa
discontinuità nelle presenze. Inoltre
il Centro trasferisce ad altre strutture idonee, con le quali è in continuo
rapporto, tutti quei problemi che
non è in grado di risolvere.
Da oltre 25 anni il Club Santa
Paola presta servizio di risposta
alla solitudine. Fondato da Adele
Falcolini, sensibile ai problemi
della terza età e al bisogno di compagnia, questo Club è un piacevole
punto di ritrovo per trascorrere
insieme alcune ore dedicate allo
svago, alternate a quelle culturali.
Si gioca a carte assaporando tè e
pasticcini, ci si dedica alla lettura,
all’ascolto di conferenze, si organizzano gite, si va al cinema, al
concerto, al teatro, meglio se il
gruppo teatrale è quello nato nello
stesso Club.
“Nel periodo d’oro il Club era frequentato da 136 persone: giovani e
meno giovani, uomini e donne. – ci
dice con un pizzico di nostalgia
Marisa Bonanni, una delle veterane
- Ora siamo ridotti a una trentina,
ma l’importante è che si sono create vere amicizie. Questo Club è una
specie di mutuo soccorso. Se siete
soli venite da noi”.
Un altro servizio, fondato nel 1974
da alcuni scout, riguarda giovani
diversamente abili, oggi circa una
dozzina, che sono intrattenuti da un
gruppo di volontari con lo scopo di
stimolare le loro cognizioni. Si tratta di attività di movimento (gioco
con i birilli oppure palla a volo utilizzando un palloncino leggerissimo), oppure di giochi più tranquilli
con i blocchi e i puzzle, ma anche
di passeggiate all’aperto, fuori
della parrocchia. Il sabato il gruppo
cucina, formato da quei ragazzi che
saranno inseriti in una casa famiglia, prepara i cibi per la cena da
consumare tutti insieme. “Questo
servizio, – ci confida Giovanni Falcolini – nato quando la realtà era
diversa e che, invece, ha continuato
ad operare coraggiosamente per
tutti questi anni, gradirebbe nuovi
volontari”.
La San Vincenzo è presente per la
distribuzione di pacchi viveri che
consegna direttamente alle famiglie
bisognose.
Purtroppo la parrocchia non dispone di grandi spazi esterni, ad esclusione di un campo di calcetto per i
più giovani, organizzati da una piccola associazione sportiva, In compenso si stanno ristrutturando,
all’interno, alcuni locali per farne
uno più grande per il cineforum e il
teatro.
M.C.C.
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Colori d’autunno
Il sorriso di don Pio si è spento
Nelle nostre frequenti visite alla
chiesetta di S. Lazzaro dei Lebbrosi don Pio ci accoglieva sempre con
un sorriso. Ora quel sorriso si è
spento, perché don Pio Abresch è
scomparso. È scomparso in silenzio
durante l’estate e perciò non abbiamo potuto darne la notizia prima.
Aveva un sorriso semplice, che non
faceva presagire l’importanza del
personaggio; don Pio, infatti, che
aveva celebrato due anni orsono il
50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, era ancora consultore della Congregazione per i
Vescovi dopo esserne stato Capo
Ufficio, ed anche consultore della
Congregazione per le Chiese
Orientali. Inoltre aveva prestato la
sua opera nella segreteria del Concilio Vaticano II. Era stato insignito
di molte onorificenze, come Cameriere d’Onore di Sua Santità, Cappellano di S.S., Protonotaro Apo-
stolico supernumerario.
L’antichissima chiesetta di S. Lazzaro dei Lebbrosi (o S. Lazzaro in
Borgo, come l’aveva ribattezzata
lui), celebre nel Medioevo perché
sosta dei futuri imperatori del Sacro
Romano Impero che venivano a
Roma per essere incoronati dal
pontefice, che era ridotta in uno
stato miserevole di degrado, era
stata fatta restaurare per sua iniziativa dalla Soprintendenza Architettonica di Roma, e recentemente
erano stati restaurati anche gli
affreschi, sempre su sua sollecitazione.
L’Associazione Amici di Monte
Mario, che ha organizzato diverse
volte l’itinerario sul tratto urbano
della via Francigena con sosta a S.
Lazzaro, è stata sempre accolta con
estrema gentilezza da don Pio
Abresch, ed è profondamente addolorata della sua scomparsa.
Una foto al mese
Voglia di vivere
Cartolibreria Copisteria
Montemario
Articoli da regalo
Strenne natalizie - Belle arti
Libri per ragazzi - Libri vari
Fotocopie colore/bn
Stampe da file colore/bn
Servizio fax - Plastificazioni - Rilegature
Via della Stazione di Monte Mario, 5/7
00135 Roma - Tel. 06 3386275
ORARIO NO STOP 7.30-19.30
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Avevano già mostrato voglia di vivere i tigli tagliati in via Trionfale, presso via
Colli di Sant’Agata. Ora è toccato a quelli vicini a via degli Scolopi. Questo,
in particolare, presenta un vistoso nuovo fogliame sviluppatosi dopo il taglio.
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brevi dai quartieri
Sant’Onofrio
Nuova gestione
dell’albergo
tratta realmente di un corpo estraneo.
Speriamo in ogni caso che il mercato
torni all’importanza di una volta, ma in
un quadro di funzionalità ed igiene.
Camilluccia
Vigili del fuoco
al lavoro
Medaglie d’Oro
I lavori del gas
Cambio della guardia nella struttura
alberghiera attiva nel grande edificio
degli Scolopi, nella via omonima, che
si diparte dalla via Trionfale all’altezza
del Forte. Alla precedente gestione è
subentrata la catena Excel Hotel &
Resorts, già presente a Ciampino e
Venezia, e l’albergo, a 4 stelle, ha preso
il nome di Excel Monte Mario.
Il traffico nel tratto inferiore di viale
Medaglie d’Oro è stato messo in grandi difficoltà dai lavori per il rinnovo
delle condutture del gas. L’intervento
sull’importante arteria avrebbe richiesto una migliore programmazione dei
cantieri, articolandone più funzionalmente l’estensione ed i tempi. A lavori
finiti, sarà bene verificare che il ripristino della pavimentazione sia fatto a
regola d’arte e non alla bell’e meglio,
come spesso accade.
Sant’Onofrio
Interruzione
per buca
In via della Camilluccia il ramo di un
pino pericolante sta per essere tagliato.
Le chiamate, dopo la grandinata di
domenica 30 novembre, sono state
numerose anche nella nostra zona.
La chiusura da via Mario Fani da via
Stresa e da via Trionfale rende difficile
il traffico ogni giorno nell’ora di punta.
Per il resto, nonostante il disagio per i
parcheggi, via Fani sembra un’isola
pedonale.
Belsito
Pino pericolante
Anche in piazzale Medaglie d’Oro i
Vigili del Fuoco stanno per intervenire
sul piazzale. Un pino si è piegato verso
la sede stradale. Sul fondo si nota un
altro pino da rimuovere perché completamente secco.
Trionfale basso
Presto il nuovo
mercato
Rispetto per i pedoni
ed il trasporto pubblico
Farnesina
Gli effetti
della grandinata
L’apertura del nuovo mercato Trionfale, con i relativi parcheggi e gli altri
servizi inseriti nel grande edificio, è ora
annunciata per il prossimo mese di febbraio. Termineranno così, con notevole
ritardo, i lavori iniziati nel 2004 e finiranno i disagi ed i rischi causati dallo
sparpagliamento dei banchi dello storico mercato su tutta via Andrea Doria.
Si sono levate voci di dissenso per la
mole e l’aspetto del nuovo edificio, la
cui tipologia è ben diversa da quella del
quartiere in cui si è inserito, ed il tempo
ci dirà se è questione di abituarsi o se si
In viale Antonino di San Giuliano una
idrovora è al lavoro per prosciugare il
laghetto che si era formato e aveva
invaso tutta la sede stradale.
Rimossi anche i mucchi di grandine
che facevano pensare ad una intensa e
improvvisa nevicata.
Questa è la situazione che spesso si presenta la mattina sul tratto basso di
Viale Medaglie d’Oro, che costringe i pedoni a scendere dal marciapiede
e gli autobus del servizio pubblico ad abbandonare la corsia riservata. Le
comprensibili esigenze dell’albergo dovrebbero essere soddisfatte in altro
modo, mentre il parcheggio di auto sui marciapiede è, in generale, atto da
non tollerare. Quella pedonale è la prima forma di mobilità da tutelare!
Dal produttore
al consumatore
DOROTA
&
ERMELINDA
qualità e convenienza
MERCATO DI MONTE MARIO
PIAZZA THOUAR
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Trasporto pubblico: un quadro statico
L’estate ha portato qualche cambiamento nella rete autobus di
Monte Mario. Da luglio le linee 48
e 990 sono tornate a fare capolinea
nella parte alta di via Pieve di
Cadore, accogliendo finalmente le
dagli ostacoli alla marcia degli
autobus generati in più punti dalla
sosta ingombrante di automobili,
sistematicamente tollerata.
Altro cambiamento, l’eliminazione del capolinea di via Igea della
Raddoppio del servizio sulla linea 990? No, un autobus in avaria
in via Marziale ed il successivo che raccoglie i passeggeri.
In via Igea il 999 ora effettua solo una fermata, ma deve comunque farla
in terza fila per la perdurante sosta irregolare.
reiterate richieste dei residenti in
detta via e degli utenti del decentrato ufficio postale. L’arretramento del capolinea era stato provocato dai lavori del Passante ed era
passato tanto tempo dalla fine di
questi lavori che l’ignaro redattore
dell’annuncio dell’Atac ha parlato
di prolungamento anziché di ripristino. Sulla linea 990 perdurano le
irregolarità dei passaggi, causate
dalla tortuosità dell’itinerario e
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linea 999: ora gli autobus effettuano lì una normale fermata e la
sosta necessaria per la pausa nella
guida e per l’aggiustamento dei
tempi di viaggio, viene fatta soltanto in via Dalla Chiesa, come è
possibile grazie alla limitata lunghezza della linea. Si sono così
accontentati quanti lamentavano
l’ingombro degli autobus fermi in
mezzo alla strada in via Igea,
peraltro a causa delle auto par-
cheggiate dove non avrebbero
dovuto. È però discutibile la denominazione di “circolare” data alla
linea nel nuovo assetto; la mancanza della sosta ad un estremo è
un criterio di esercizio, che non
tocca la configurazione dell’itinerario, e la diversità dell’itinerario
stesso, tra andata e ritorno, resta
limitata all’anello Camilluccia Igea - Trionfale, piccola parte dell’intero percorso. Non si tratta di
una pedanteria, perché ne derivano
svantaggi pratici: che cosa può
capire, ad esempio, un utente non
abituale che aspetta l’autobus in
direzione periferia e lo vede arrivare con la tabella “circolare - via
Dalla Chiesa”?
In tema di anelli, perdura l’assurdo
itinerario della linea 913 a Monte
Mario alto, che costringe tutti coloro che provengono dalla zona attorno ed a monte di piazza N.S. di
Guadalupe a sorbirsi un’attesa al
capolinea di via Castiglioni o a
cambiare lì autobus, se lo trovano
in sosta. E perdura anche l’opinabile esercizio festivo, con la linea
sdoppiata. Sabato e domenica, infine, i passaggi sono troppo spesso
così radi da rimpiangere di avere
scelto l’autobus per scendere in
centro. Come se non bastasse, è
stato ipotizzato un arretramento del
capolinea interno a piazza Cavour e
non si capisce perché soltanto
Monte Mario debba essere colpito,
in modo così semplicistico, dall’intento di ridurre la presenza di capolinea nel centro storico.
Un problema che non ha trovato
ancora soluzione è quello della
fermata di scambio con la metro in
viale Giulio Cesare, all’altezza di
via Ottaviano, che è situata oltre
l’incrocio, invece che prima (come
sarebbe permesso grazie alla limitazione di traffico in via Ottaviano), e impone quindi agli affannati passeggeri la perdita di tempo
per l’attesa al semaforo ed il tratto
in più. Il disagio è aggravato dallo
spostamento della fermata ancora
più avanti per i lavori della metro,
vicini però alla fine, e dalla congestione nella quale devono muoversi gli autobus tra via Leone IV e
via Ottaviano, per la sosta senza
regole, in particolare dei furgoni
degli ambulanti. È incredibile che
una strada ampia come viale Giulio Cesare, messa per di più a
senso unico, sia diventata un collo
di bottiglia. Va preso come un
segno di chi conta di più?
A proposito di scambi, non si capisce perché gli utenti della linea
990 debbano fare 300 metri a piedi
per prendere la metro e non si
possa ripristinare l’istradamento
su via Ottaviano (dopo aver messo
ordine in viale Giulio Cesare, s’intende). E bisognerebbe anche trovare il modo di migliorare lo
scambio tra la metro e le linee 991
e 999 in direzione periferia.
Del servizio della metro non si può
dire male, tutto considerato. I
nuovi treni hanno migliorato di
molto il servizio, in termini di
confort e di regolarità, e sembra
che abbia smesso di piovere sulla
scala di Cipro.
Invece, sulle rotaie al diretto servizio di Monte Mario - quelle della
FR3 - la situazione non è ancora
soddisfacente. Il servizio è stato
rinforzato nelle ore di punta, cercando di attenuare il conflitto tra le
esigenze della domanda di trasporto regionale e di quella metropolitana, ma ritardi e corse saltate continuano a creare forti disagi e ad
allontanare utenza potenziale. Si è
più volte detto che è necessario
aumentare la capacità della linea e
giungere ad una più netta distinzione tra il servizio regionale e
quello metropolitano, anche per
quanto riguarda il materiale rotabile, ma ciò richiederà tempo ed
intanto va fatto qualche ulteriore
sforzo per migliorare l’offerta con
i mezzi attuali.
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Racconto di Natale
Una breve metamorfosi
di Aldo Falivena
P
otrebbe accadere, se non è già
accaduto, al piano attico di una
palazzina in via Appiano, a
Monte Mario.
Quando il vecchio professore si sveglia un mattino da sogni inquieti si
trova trasformato nel proprio letto in
una persona fisica con gli stessi geni
della precedente ma inaspettatamente irrorata da un fluido rigoglioso e
rigenerante che gli trasmette una
In silenzio cerca altre conferme.
Scende dal letto, è in piedi. Non
avverte quell’instabilità e insicurezza che, di solito, gli consigliano di
ricorrere subito alle pillole del mattino. Che cosa è successo, pensa,
non sembra un sogno. Anche se dal
profondo del suo io ho sempre sperato, e atteso, che un’improvvisa e
miracolosa ventata di giovinezza lo
spogliasse dalla vecchiaia come da
occupate da personaggi ugualmente
rassicuranti. In una c’è un Bambin
Gesù cresciuto, e paffutello, e sembra in grado di gestire da solo la sua
infanzia. Nell’altra campana c’è una
Madonna molto giovane. È drappeggiata e tutt’avvolta in un abito
dal quale affiora la stupita e sofferta
femminilità del suo volto mentre
ascolta la Parola dell’angelo. Si è
posato sulla sua spalla destra sotto la
Rosa Corvo Falivena Stanza da letto, acquarello, 1955.
imprevista vitalità. Quasi fosse
attecchita in lui una nuova primavera. Cerca istintivamente una conferma all’immediato benessere. Prova
a flettere la gamba destra e l’esercizio gli riesce senza provocargli
dolore perché la gonartrosi di cui
soffre sembra sparita. Si tocca il
bulbo oculare insidiato dal morbo di
Paget e avverte che l’orbita si è normalizzata. Osserva le sue mani e
constata che la pelle non è più maculata. Passa la destra sul volto e non
trova la verruca che la punteggia di
nero.
L’evento non sembra coinvolgere
più di tanto sua moglie che è al suo
fianco. La vede arresa nella coltre
del sonno non più limpido, scarsamente benefico, perché l’onda
inquieta dei figli, dei nipoti e, perché no, del marito di lei più vecchio,
non la fanno navigare tranquilla
neanche la notte.
un abito usato controvoglia. Perché
stupirsi quindi se accade, no?
Ora il professore decide di controllare con circospezione la stanza
matrimoniale per verificare se c’è
qualche anomalia nell’arredo che
giustifichi il passaggio o il sopravvenire di forze sconosciute o irrituali che hanno alterato, durante il suo
sonno, il suo equilibrio esistenziale.
L’ambiente è luminoso quel tanto di
luce che filtra dalle persiane che non
sono abbassate del tutto perché
marito e moglie avversano il buio
completo foriero di apprensioni e di
incubi notturni.
Ma la camera da letto è tranquilla
con i suoi quattro muri ben noti. Alle
pareti nature morte e paesaggi dipinti da pittori che il vecchio professore presentò in occasioni di mostre
d’arte o cataloghi a stampa. Sul cassettone ottocentesco, alla sinistra di
chi entra, due campane di vetro
forma di un grande volatile bianco.
E le annuncia il più grande mistero
della storia dell’Umanità: sarà insieme vergine e madre.
E lui, il professore, dovrebbe stupirsi se questa mattina ha ritrovato
qualcosa che un tempo gli apparteneva?
In realtà la risposta che si deve dare
è per nulla rassicurante.
La giovinezza non è per sempre. E
chi aspira a possederla all’infinito è
fuori di senno anche se in convegni,
studi, lezioni, articoli, saggi appare
ben fornito di talento, di riflessività,
di fantasia.
Forse uscendo dalla stanza può mettere alla prova il corpo, movimentare i suoi arti. Se non correre almeno
camminare speditamente verso il
grande terrazzo dal quale si gode
una vista grandangolare dall’Osservatorio di Monte Mario all’algido
monumento nel milite ignoto.
Il corpo lo asseconda con freschezza
e agilità inconsuete e, rimuginando
fra sé e sé, si ripromette perfino piaceri condivisi e negletti per impossibilità.
Ma un’improvvisa e vasta nuvola
transumante oscura il sole, che primeggiava fino a poco fa, e spande
un’ombra molesta sui limoni, l’arancio, il gigantesco vaso delle
orchidee e turba anche le sue aspettative con pensieri improvvisi e
imbarazzanti,
apparentemente
sopravvenuti dal nulla, però sempre
formicolanti e vivi, perché lo spirito
critico può anche sonnecchiare, non
tace all’infinito.
I suoi figli più che adulti, e con
prole, come accoglierebbero questo
inspiegabile
ringiovanimento.
Diverrebbe espressione di un’anomalia all’interno della famiglia, tra i
nipoti, i parenti e i coetanei sopravvissuti, come lui, al funesto rosario
della morte. Avrebbero vivo e vegeto fra loro un quarantenne fisico che,
all’anagrafe, ha ormai ottanta e più
anni. Potrebbe essere visto addirittura come un’anomalia da spettacolo
circense.
Che strano, non averci pensato subito, medita il professore e per un po’
affonda lentamente nel suo stesso
stupore. Poi si lascia irretire da un
guizzo di speranza: non potrebbe
restare quel vecchio che è, però da
sano integrale, privo di quelle infermità invalidanti che trasformano la
vecchiaia in una lunga ed estenuante penitenza fisica?
Anche in quest’occasione la risposta non è rassicurante. Può darsi che
un giorno... ma chissà quale giorno.
E decide, infine. Se questa metamorfosi dovesse escluderlo dalla
normalità e dalle leggi supreme
della Natura, preferisce rinunziare.
Anzi si augura che sia di breve durata. Ben vengano invece gli anni, sia
pure malconci, che gli toccheranno
ancora con sua moglie, i figli, i
nipoti, gli amici.
E, finalmente, per la prima volta da
quando si è svegliato, si sente sereno e consapevole di avere già avuto
tanto. Perché il fiume non può scorrere dalla foce verso la sorgente solo
per favorire i salmoni. Non c’è vita
contromano; è cosa saggia accettarsi. Lo dice anche il suo amato Sándor Márai nel romanzo Le braci:
“Essere diversi da ciò che siamo, da
tutto ciò che siamo, è il desiderio più
nefasto che possa ardere in un cuore
umano. Perché l’unico modo di sopportare la vita è quello di rassegnarsi a essere ciò che siamo ai nostri
occhi e a quelli del mondo”.
Ora ha bisogno di un caffé. Sua
moglie, in cucina, l’ha appena fatto
e gli offre una tazzina. “Se poi ti
distendi sul letto”, dice, “ti faccio un
massaggio dorsale e ai fianchi per
lenire il dolore al ginocchio”.
“E poi che fai?”, chiede il vecchio
professore.
“Dopo”, dice sua moglie, “scendo al
mercato Trionfale e comprerò del
pescespada o del tonno per te e per i
nipoti che oggi sono a pranzo da
noi”.
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ARTI E MESTIERI
Il tappezziere
Che cosa c’è dentro una poltrona?
Per avere una risposta abbiamo
incontrato i titolari del laboratorio
artigiano di via Mario Fani, Fabio e
Carla Aiuti.
Il laboratorio è attivo dal 1991 ma
nello stesso spazio Fabio lavorava
come apprendista già dalla fine del
‘78 presso il vecchio tappezziere
Benvenuto che in zona molti ancora ricordano e di cui ha preso il
posto. Fa parte del Consorzio artigiano tappezzieri d’arte che vuol
dire, oltre allo scambio di esperienze, poter reperire direttamente dai
produttori ovatta di puro cotone e
altri materiali antiacari e anallergici, non riciclati ma di prima scelta e
piuma d’oca. Oggi non esistono più
i grandi allevamenti di oche che
erano nei paesi dell’ex Unione
Sovietica dai quali arrivava la
piuma dell’animale adulto e sul
mercato si trova anche piuma di
anatra di provenienza cinese. Materie prime di qualità, dunque, lavorate in un ambiente certamente non
asettico, perché il laboratorio non è
una sala operatoria, ma tiene conto
delle regole di igiene.
Quando si smonta un “ manufatto”,
come si dice in gergo, si puliscono
tutte le molle, si sostituiscono le
parti usurate, si disinfetta, si trattano con l’antitarlo le parti in legno e
nei casi limite si fa ricorso al
restauratore e alla camera a gas.
Sentiamo Aiuti che ci racconta che
cosa nasce dal suo laboratorio:
divani imbottiti con sistemi artistico-tradizionali, ovvero telai in massello con montanti in faggio, sedute a molle, imbottiture in crine
vegetale e animale, juta, piume,
proprio come si faceva una volta,
letti, ovvero sommier, sia a molle
che con piani rigidi, parati in stoffa,
poltrone, sedie antiche e moderne.
Forme attuali ma anche classiche,
ovvero in stile e che sono quelle più
richieste nel quartiere.
Nel laboratorio di via Fani si lavora
anche per alcuni palazzi nobiliari
romani e Fabio Aiuti è spesso impe10
gnato tra via Giulia e piazza Venezia, via delle Tre Madonne e i Parioli. A volte, quando risale su per la
Trionfale, ha un carico di poltrone
del seicento, divani Luigi XVI o
impero da far restaurare e tappezzare con lampasse, velluti di seta intagliati, preziosi damaschi, ma anche
tessuti più moderni ed attuali.
Intanto nel laboratorio, presidiato
da Carla, lavora Costanzo, lunga
pratica in una storica tappezzeria di
Roma.
Camice bianco, aria dottorale,
maneggia strumenti quali il martelletto per battere le sellerine (il chiodo tipico del tappezziere), levachiodi e forbici, aghi ricurvi a
mezza luna, spagone, ovvero spago
grosso.
Se si passa in via Fani attraverso il
vetro si può osservare Costanzo al
lavoro, quando non lo si incontra
con in braccio un carico di tessuti
appena tagliati, mentre fa la spola
con un altro laboratorio che è poco
distante. Qui cuciono a macchina e
a mano altre tre lavoranti, impegnate nel realizzare tende, mantovane e
coperte.
Sotto le abili mani di Costanzo e lo
sguardo vigile dei titolari, prendono forma nuovi e vecchi fusti. Il
tappezziere imbottisce sommier,
smonta e dà nuova vita al divano
scovato in soffitta, recupera poltroncine, come la “nonnina”, quella
che si teneva ai piedi del letto e che
serviva per poggiare la sera “i
panni”.
Se avete perciò anche voi una vecchia poltrona che vi sembra proprio
da buttare, non fatelo.
Passate al laboratorio di via Fani e
chiedete un consiglio e scoprirete
con quanta passione e competenza
sanno fare il check up al testimone
delle vicende di casa vostra.
Forse potrà anche capitare che
togliendo strati e strati di tessuto –
perché a volte i tappezzieri non
smontano come si dovrebbe il vecchio – si arrivi a ritrovare la ricopertura originale. Quando si reperiscono tessuti antichi – spiega Fabio
Aiuti – si spediscono al Museo
della tappezzeria che è a Bologna.
È successo più di una volta.
Di recente da una sedia proveniente da un palazzo nobiliare di Roma
è saltato fuori, dopo tre strati, il
prezioso tessuto originario con lo
stemma della casata.
S.G.
L’albergo Hilton
cambia nome
Ora si chiama Rome Cavalieri ed
entra a far parte della “Waldorf
Astoria collection”, un club esclusivo di hotel unici, ispirati al leggendario hotel di New York.
Nato 45 anni fa come Rome Cavalieri Hilton, o semplicemente Hilton,
è la prima struttura in Europa a far
parte della prestigiosa “collection”.
Sorge all’interno di un parco
mediterraneo di sei ettari ed è
famoso anche per “La Pergola”,
tre stelle dalla guida Michelin,
diretto dallo chef Heinz Beck.
Ospita una preziosa collezione privata di dipinti, arazzi, mobili d’epoca che ne fanno un vero museo.
Vale la pena visitarlo sia per godere del panorama su Roma, sia per
prendere un caffé davanti a due
splendidi Tiepolo.
Cambio del Comandante
al Forte Trionfale
Il 28 novembre la caserma Arnaldo Ulivelli, al Forte Trionfale, è
stata teatro di una suggestiva cerimonia per il passaggio di consegne tra il 10° Comandante del 3°
Reggimento Trasmissioni, Colonnello Enrico Bologna ed il subentrante Colonnello Salvatore Napolitano.
Il 3° Reggimento Trasmissioni ha
antiche origini, che risalgono al
1895, quando il 3° Reggimento
Genio prese il nome specifico di
3° Reggimento Genio Telegrafisti,
con sede in Firenze. Dopo varie
vicende organizzative, nel 1944
quello che era divenuto Battaglione Trasmissioni venne trasferito
nel Forte Trionfale; dal 1993 è
stato ricostituito in Reggimento,
articolato in tre Battaglioni, con
sedi a Roma, Firenze e Cagliari,
più tre Reparti Lavori, nelle stesse
sedi, e due Sezioni distaccate.
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Papere, errori al telefono
Lezione “differenziata”
Una iniziativa dell’Associazione Amici di Monte Mario
Riprendiamo gli incontri con gli
alunni delle scuole elementari su un
tema di scottante attualità, la raccolta differenziata. Scottante anche perché le notizie di questi giorni sull’immondizia a Roma non sono
affatto rassicuranti. Non vorremmo
che dopo l’accumulo della spazzatura nelle strade si passasse anche qui
agli incendi. Si aggiunga che Roma
è in notevole ritardo sulla raccolta
differenziata.
Dopo aver incontrato gli alunni di
alcune classi elementari della scuola
Nazario Sauro e di via Taverna, la
lezione “differenziata” ha raggiunto
due sezioni di prima e due sezioni di
seconda elementare della Scuola
statale di via Vallombrosa, una traversa di via Cortina d’Ampezzo.
In seconda B i bambini, quindici
maschi e sei femmine, sono quasi
tutti presenti. “La plastica si deve
mettere con la plastica, il vetro tra il
vetro”, sentenzia subito Matteo, non
appena introduciamo il tema dell’incontro. Intervengono a turno un po’
tutti, Filippo, Bryan, Riccardo. Sono
interessati e preparati. Lo conferma
la maestra che spiega che i bambini
sono già abituati a riutilizzare la
carta e che proprio in questi giorni
stanno preparando con i fogli di
alluminio, che le mamme usano per
avvolgere le merende, i decori per
l’albero di Natale.
Ora costruiscono con il cartone tre
cassonetti in miniatura che devono
ripetere nella forma e nei colori
quelli che sono lungo le strade.
Poi la sorpresa: i contenitori sono
delle piccole opere d’arte: sono
avvolti rispettivamente con carta
blu, bianca e verde e sono tutti decorati.
In prima A Riccardo, quando chiediamo che cosa significa raccolta
differenziata, ci spiega: “in un secchio va la carta, in uno la plastica…” Interviene Edoardo che “sa
tutto”, come ci annuncia e completa
esattamente l’elenco e i colori dei
cassonetti. In questa classe ci sembra forte il concetto di riutilizzo: lo
deduciamo da quanto ci dicono i
bambini. Prima di gettare una bottiglia di pomodoro, “usarlo per non
sprecarlo” e lavare la bottiglia – dice
Ilaria – “perché sennò ci vanno gli
insettini a mangiare tutto”. Lasciamo che i bambini costruiscano e
decorino i cassonetti in miniatura e
andiamo oltre.
In prima B i bambini stanno cantando “ A Natale puoi … fare quello
che non puoi fare mai, a Natale si
può fare di più…”. “Fare un regalo
all’ambiente”, aggiungiamo, per
introdurre il tema dell’incontro,
“Pronto, posso avere un appuntamento con l’otorino”?
Il numero di telefono di casa è
simile a uno dei tanti del Policlinico Gemelli e le chiamate di chi
vuole prenotare una visita medica
sono all’ordine del giorno. A
volte i pazienti pretendono, dopo
due o tre tentativi, di sapere con
chi parlano, si lamentano perché
chiamano da fuori Roma o con un
cellulare, vogliono sentirsi ripetere il numero per confrontarlo con
quello digitato, incalzano per
avere la certezza che il numero
non sia proprio quello.
Una mattina suona il telefono ma
questa volta non è per l’incontro
con il solito medico.
“Pronto, Pane e pasta? Parlo con
la smilza o con la cicciona”?
La tentazione di rispondere che si
tratta della “cicciona” è forte ma
poi, come prendere l’ordinazione?
S.G.
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di MARZIA RICCI
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TEL. 06 306 025 08 FAX 06 306 034 62
“ovvero fare un regalo a noi stessi”.
La classe è formata da pochi bambini e forse per questo ben seguiti e
preparati sull’argomento “differenziata”, che - spiegano – significa “
riciclare”.
Ora i bambini si apprestano, come
nelle altre classi a lavorare con cartone, cartoncini, forbici, colla e matite
colorate, mentre l’incontro con la
scuola di via Vallombrosa si conclude in II A: diciannove bambini, pronti ed attenti, sanno che vetro, plastica
e metallo vanno depositati nel cassonetto blu, carta, cartone e cartoncino
nel cassonetto bianco e tutto ciò che
non si può riutilizzare in quello
verde. Fra di loro c’è chi racconta
che nell’orto del nonno gli avanzi di
cucina, il cosiddetto “umido”, si trasforma in concime “che fa bene alle
piante”. Mentre colorano e decorano
le scatole-cassonetto, qualcuno di
loro scrive su un foglio: “Separiamo
le cose per rispettare l’ambiente”,
“Olio e acqua non buttare nei rifiuti
da riciclare”. Antonio conclude con
un cartello sul quale si legge: “Separiamo i rifiuti / carta e cartone uniti /
vetro e plastica puliti / per amore del
nostro mondo / e ridiamo tutti in
tondo”.
S.G.
Ringraziamo gli sponsor che ci
hanno fornito tutti i materiali:
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I Concerti del Mercoledì al Gemelli
Anteprima con sorpresa
E
sordio coraggioso – con la
Settima di Beethoven, più
musiche da film – per una
nuova orchestra, che mercoledì 29
ottobre ha aperto in anteprima la
XVIII stagione dei concerti all’Auditorium dell’Università Cattolica.
Si chiama Orchestra Sinfonica
Giovanile e, garantita dalla presenza di professionisti provenienti da
alcune importanti istituzioni romane, schiera fra i suoi quarantasei
elementi anche una decina di studenti della facoltà di medicina e
chirurgia. Anzi, l’iniziativa è
appunto di uno studente del sesto
anno, Massimo Ferrucci, clarinettista, e di Francesco Lanzillotta,
giovane direttore d’orchestra, vincitore del Concorso internazionale
di composizione “Valentino Bucchi”. “Il nostro obiettivo - dicono
Ferrucci e Lanzillotta - è soprattutto quello di avvicinare in particolare i giovani alla musica classica,
troppo spesso considerata una
forma di cultura d’élite, ma che in
realtà è la più semplice e affascinante espressione dell’animo
umano.” Il primo passo è stato promettente, l’augurio è che altri futuri medici musicalmente preparati
trovino il modo, fra un esame e
l’altro, di entrare in orchestra. Del
resto, la stessa direzione artistica
dei Concerti del Mercoledì vede
affiancati, ormai da nove anni, un
appassionato musicofilo appartenente all’ateneo, il professor Pietro
Bria docente di psichiatria e, come
“esterno”, il giovane maestro Alessandro De Luca, didatta e concertista di fama internazionale.
De Luca è stato poi il protagonista
della serata inaugurale, il 12
novembre, eseguendo il Concerto
per pianoforte e orchestra in mi
bemolle maggiore k 449 di Mozart.
Anche questa volta era presente
un’orchestra di giovani, la Camerata Italica qui diretta da Francesco
Quattrocchi. L’esperienza e la sensibilità del pianista, apprezzate da
grandi direttori come Maazel e Prêtre e da orchestre anche statunitensi che l’ hanno voluto come solista,
si sono fatte sentire nell’interpretazione di un’opera che lo stesso
compositore definiva “da far sudare”. “Fra i tre concerti, in mi
bemolle, in re, e in do maggiore aggiungeva Mozart - quello in mi
bemolle, sta a sé. È un concerto
tutto speciale, pensato piuttosto per
piccola che per più grande orchestra. Quanto a difficoltà, supera
quello in re”. Qui la Camerata Italica ha trovato una guida di buon
piglio nel sulmonese Francesco
Quattrocchi, giovane direttore dalle
solide basi conquistate alla Chigiana con Gelmetti e dalle molteplici
attività in campo musicale.
Il programma si era aperto con la
Sinfonia da “Zenobia in Palmira”
di Pasquale Anfossi, prolifico operista settecentesco stimato dallo
stesso Mozart che ne elaborò alcune invenzioni tematiche, e che a
Roma fu maestro di cappella a San
Giovanni in Laterano. Della sinfonia, Quattrocchi ha presentato una
sua revisione mettendo in luce, con
una vivace esecuzione, un musicista solo in parte esplorato.
Ha chiuso festosamente la serata il
Gloria in re maggiore di Vivaldi,
con il Coro Melos Ensemble diretto da Filippo Manci, il soprano
Giovanna Manci, il mezzosoprano
Beatrice Mercuri e ancora Alessandro De Luca al pianoforte.
Il prossimo appuntamento è per
mercoledì 10 dicembre con il Quartetto di Fiesole, che collabora all’esecuzione integrale dei quartetti per
archi di Beethoven, un’iniziativa
promossa dalla direzione artistica
dei Concerti del Mercoledì e che si
concluderà in questa stagione. I
Quartetti op.18 n.3 e op.131 saranno preceduti dal Quartetto in do
maggiore k 157 di Mozart. Vario e
allettante il programma del primo
concerto del 2009, il 14 gennaio:
La Corale Nova Armonia
compie cinquanta anni
P
er festeggiare il cinquantesimo
anno dalla sua fondazione, la
Corale Nuova Armonia ha
organizzato una esposizione di
manifesti, programmi, targhe e
coppe che testimoniano una lunga e
prestigiosa carriera artistica. La
mostra si è svolta dal 19 al 23
novembre scorso nella sala, messa a
disposizione dalla parrocchia San
Fulgenzio, dove settimanalmente i
coristi si riuniscono per le prove
sotto la guida del maestro Ida Maini.
La Corale nacque nel lontano 1958
su iniziativa della stessa Ida Maini
affiancata, successivamente, dal
maestro Ermanno Testi che ne è
anche il presidente. Agli inizi prese
il nome della parrocchia San Pio X
che l’ha ospitata per 36 anni, dedicandosi sia al canto liturgico sia a
quello profano per le attività concertistiche. Il suo repertorio spazia
dalla monodia medievale alla
polifonia europea, dal rinascimento
ai giorni nostri, compresi canti folcloristici nazionali e internazionali.
Un repertorio così vasto, unito al
serio impegno dei coristi e alla
capacità del direttore, ha permesso
Impianti autonomi
di climatizzazione e
riscaldamento residenziali
MULTICLIMA
12
Bach, Debussy, Fauré, Ravel, Poulenc con l’Orchestra Roma Italica
diretta dal suo fondatore, l’organista Giorgio Carnini, e con la partecipazione di Lydia Oshhavkova al
flauto e Claudia Antonelli all’arpa.
Maria Rossaro
alla Corale di tenere molti concerti
sia a Roma sia in altre città italiane,
di effettuare tournée in varie nazioni europee (Francia, Austria,
Inghilterra, Ungheria, Svezia, Spagna, Portogallo) e di partecipare a
festival, a concorsi nazionali e
internazionali ottenendo coppe e
premi. Da segnalare il primo premio, una grande coppa che troneggia nella mostra, vinta al Concorso
Nazionale di Polifonia a Roma nel
1969 e il terzo premio ai Rencontres Internationales de Chant Choral che si svolse a Tours, nel 1986.
Inoltre la Corale ha partecipato a
liturgie solenni in varie basiliche
sia in Italia sia all’estero, come è
documentato dai numerosi manifesti che tappezzano le pareti della
sala della mostra. Averla visitata è
stata una piacevole sorpresa non
solo per la quantità del materiale
esposto, ma anche per l’opportunità
di ascoltare, attraverso un video, la
brava Corale Nuova Armonia nell’eleganza dell’esecuzione e delle
sue uniformi. Le auguriamo tanti
anni ancora di gloriosa attività.
M.C.C.
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Mostre d’autunno
alla Galleria R.D.F. Arte
recenti di Paolo Cristiano.
Paolo Cristiano e
Franco Valente: due
artisti così diversi tra
loro, quasi agli antipodi. Eppure, misteriosamente, c’è come
un filo che li lega,
qualcosa che li accomuna: innanzi tutto,
una dedizione assoluta all’arte, intesa
come elemento fondamentale nella loro
vita, ed una grande
stima reciproca. Ma
anche, forse, il desiderio che provano
entrambi di lasciarsi
trasportare dalla fantasia per esplorare
nuovi spazi, e spingersi verso l’infinito.
Le opere dei due artisti erano esposte le
une di fronte alle
altre: le impronte
delicate e leggere, a
volte quasi evanescenti, dei disegni di
Cristiano – qua e là
più serrate per formare addensamenti e
grovigli – e le stelle
di Valente, inserite in
uno schema geometrico, solo apparentemente
semplice.
Quei colori pastosi e
nascono
Franco Valente ....abbagliato sulla terra dalla stella... brillanti
infatti attraverso un
lavoro di impasti
nche quest’anno, subito cromatici che assorbono la luce e
dopo l’estate, è cominciata la ne rimandano qua e là bagliori e
stagione artistica alla galleria luminiscenze.
La mostra personale del pittore
R.D.F. Arte in via Festo Avieno.
Il 23 settembre, per festeggiare i 90 Tonino d’Amore (dal 12 al 18 ottoanni di Paolo Cristiano – pittore e bre) nella quale erano esposte una
poeta che già da vari anni conoscia- ventina di sue opere recenti, è stata
mo ed apprezziamo – è stata allesti- invece per me un’autentica sorpreta una mostra, a lui dedicata, dal sa. Di questo artista, che ha esposto
titolo “Dal disincanto alle stelle”. diverse volte in questa galleria, ho
Per rendergli omaggio, vi erano sempre apprezzato la pittura morbiesposte una decina di opere create da, quasi romantica, i paesaggi nei
per l’occasione dal pittore Franco quali il colore si fa soffice e prezioValente, oltre ad alcuni disegni non so, coprendo di azzurro le monta-
A
Tonino d’Amore Frantumazione 2 cm 50x70.
gne sullo sfondo, imbiancando le
piccole case fra gli alberi, o trasformando una piccola locomotiva in
un giocattolo dimenticato. Ma negli
ultimi due anni, d’Amore ha sentito il bisogno di rinnovare completamente il suo linguaggio pittorico,
sperimentando nuove tecniche ed
usando materiali insoliti e inediti.
Questa ricerca, che gli ha dato una
carica ed un entusiasmo nuovi, lo
ha portato a seguire due percorsi
diversi. Nel primo, che approda ad
esiti completamente astratti e materici, l’artista, dopo aver steso su
una tavola uno strato di catrame, lo
scalda e lo brucia qua e là – secondo una scelta immediata e personale – e vi passa sopra vigorosamente
con pezzi di legno o di metallo
dalle forme irregolari, creando strisce materiche in rilievo sulla superficie: forme scattanti e dinamiche,
itinerari che si incrociano, si accavallano, si spingono verso l’alto o
si serrano in intrecci e reticolati.
Infine, stende il colore negli spazi
rimasti fra gli asfalti bruciati: ed
ecco i rossi cupi e profondi, i verdi
spenti, i gialli intensi, che illuminano la scena con bagliori che sembrano affiorare dal profondo.
Nel secondo percorso, invece, d’Amore sceglie due materiali diversi:
la iuta, di varie sfumature cromatiche, ed i fili di lana, dai colori brillanti, che tesse ed intreccia sulla
iuta per creare immagini piene di
vitalità e di ritmo, alcune completamente astratte, altre in cui, tra le
angolature geometriche, si inseriscono esili figure stilizzate. Belli e
puri i colori, eleganti le forme, che
rivelano il desiderio dell’artista di
recuperare una manualità antica, e
la sua felicità nel sentirsi libero di
realizzare soltanto ciò che la fantasia gli detta.
Dal 22 novembre fino al 2 dicembre, infine, una personale del pittore Luciano Buttiglia che espone in
galleria una serie di suoi disegni
recenti.
Annamaria Marchesini
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Amici di Monte Mario
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Tonino d’Amore Frantumazione 2.
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(ottobre - dicembre)
Alemanno: Foro Italico bis a Tor
di Quinto, Corriere della Sera, 18
ottobre
Stadio Olimpico solo per nazionale
di calcio e atletica (e l’impegno a
completare il progetto a Tor Vergata). Il sindaco ha confermato che
l’iniziativa sportiva “ridotta” verrà
realizzata per i prossimi mondiali
d’acqua e per gli internazionali di
Tennis del 2009: una struttura leggera rimovibile che rispetti il valore architettonico del Foro Italico.
Alemanno ha parlato anche del
recupero del capolavoro di Moretti,
la Casa delle Armi.
Con le risorse per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia si potranno
fare i restanti, a cominciare da questa sfera. Dovranno essere spostate
la caserma dei carabinieri e quel
che resta dell’aula bunker.
Una strada per “Gabbo Sandri”,
Corriere della Sera, 12 novembre
È stato avviato l’iter per intitolare a
Gabriele una via del suo quartiere,
la Balduina. A un anno dalla morte,
si è svolta una fiaccolata fino al
sagrato della Chiesa di piazza della
Balduina. Il prete legge la lettera
che il presidente Napolitano e il
Papa hanno inviato alla famiglia.
Poi le scritte, gli striscioni, manifesti. Dicono tutti la stessa cosa: giustizia per Gabriele.
Nasce un hospice per malati terminali, Corriere della Sera, 20
novembre
Una scuola di formazione in cure
palliative, che organizza corsi e
master; un day hospice e ambulatori di cure palliative e 25 camere
singole; un centro di telemedicina
attivo 24 ore su 24 e di prossima
apertura; una clinica per il trattamento del dolore cronico, progetto
pilota, operativo sul territorio dell’Asl Roma-E.
Il centro Antea, che è stato visitato
dal presidente della Regione Marrazzo, si trova nel parco di Santa
Maria della Pietà.
Il nuovo mercato Trionfale
aprirà
il
prossimo
1°
febbraio, Corriere della Sera, 21
novembre
Dopo un iter tecnico-amministrativo durato più di cinque anni, il
quartiere avrà finalmente il suo
mercato rionale e via Andrea Doria
sarà liberata dai banchi e dai box
che hanno invaso la sede stradale.
L’annuncio è dell’assessore capitolino al Commercio, Davide Bordoni. È stato costituito un Comitato di
Controllo per la gestione della
struttura e sono state stabilite le
tariffe per le postazioni.
Malati di cancro e invalidi in fila
per ore per una visita, Il Messaggero, 22 novembre
Santa Maria della Pietà, l’ex manicomio, ospita un’altra follia, la
corsa al numeretto per ottenere
l’accesso all’Ufficio invalidi dell’Asl RmE. Si arriva che è buio e
l’importante è tagliare il traguardo
delle ore sette del mattino e rientrare fra i primi 30 numeri. L’inchiesta
parte da un’E-mail in cui il parente
di un malato racconta a che cosa si
deve sottoporre chi ha un handicap
anche grave: uffici fatiscenti in un
padiglione in ristrutturazione, orari
scandalosi, recapito telefonico
dalle 12 alle 13.
Il direttore, un medico legale, Di
Giannantonio, spiega che ci sono in
media 1300 richieste al mese contro le 250 degli anni novanta, a
causa dell’invecchiamento e dell’impoverimento della popolazione
e a fronte di un organico insufficiente per quattro municipi e
mezzo milione di utenti.
Campidoglio-Municipi, è battaglia sul Natale, Corriere della
Sera, 23 novembre
Il Comune ha comunicato “per
conoscenza” ai municipi di aver
rilasciato autorizzazioni per attività
“socioculturali di antiquariato, artigianato e oggettistica”, senza chiedere pareri. Convocherò presto una
conferenza dei servizi, dice il presidente del XX, Giacomini. Visto che
c’erano altre richieste che stavamo
esaminando – spiega – darò la mia
approvazione solo se è un vero
mercatino della pulce, come è stato
detto. La scelta dell’area non è felice – spiega – hanno parlato di 100
stand dove stanno partendo i lavori di riqualificazione dell’ex area
del mercato.
Non ci saranno imposizioni,
risponde dal Campidoglio l’assessore alla Cultura Cioffi. Concorde-
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remo con i presidenti. I mercatini
sono collegati a iniziative di solidarietà.
“Mai più file per i malati e ascensori a misura di disabile”, Il Messaggero, 23 novembre.
Dopo la denuncia a “Dillo al Messaggero”, il governatore del Lazio
interviene con un decreto d’urgenza. “Un provvedimento straordinario di immediata attuazione. Alle
Asl del Lazio può esserci carenza
di personale, spiega Marrazzo, ma
a pagarne i costi non devono essere
malati e anziani. L’ufficio invalidi
di S. Maria della Pietà deve essere
operativo 6 giorni la settimana,
compreso il sabato e nel pomerig-
gio, da lunedì al venerdì per almeno 3 ore. A tal fine verrà messo a
disposizione personale opportunamente formato fino allo smaltimento delle pratiche arretrate. Restano
molte domande. Perché non c’è un
data-base per pianificare le visite e
si lascia la gestione di un ufficio
così delicato ai numeretti?
Ponte Milvio, da oggi i lavori,
Corriere della Sera, 24 novembre
Prendono via i lavori di messa in
sicurezza dell’area, dell’ex mercato. Saranno rimossi i pericolosi
allacci elettrici e l’area totalmente
bonificata, sarà destinata a parcheggio pubblico.
11 novembre 2007
di Maurizio Martucci
Maurizio Martucci, giornalista e
scrittore, autore di saggi di storia
contemporanea, ha scritto un libro
su Gabriele Sandri, ucciso da un
colpo di arma da fuoco da un agente della polizia stradale, l’11
novembre 2007. Il volume è stato
presentato alla libreria Pergamon, a
due passi dal negozio del padre del
giovane ucciso.
L’autore non ha conosciuto Gabriele né conosceva la famiglia Sandri,
prima della tragedia, ma varcando
la soglia della camera ardente in
Campidoglio dove giaceva il corpo
di Gabriele, vedendo l’espressione
del padre Giorgio, accasciato,
costretto a vivere un lutto contro
natura, e leggendo nei suoi occhi
una sola domanda “perché”, è stato
ispirato a documentarsi e a scrivere
la drammatica storia di una giovane
vita spezzata per sempre senza un
perché. Il ricavato della vendita del
libro andrà a beneficio della “Fondazione Gabriele Sandri”, istituita
dalla famiglia e dal Comune di
Roma, per opere benefiche fra le
quali l’organizzazione dei gruppi di
donatori di sangue per l’ospedale
Bambino Gesù.
Gabriele era nato e cresciuto alla
Balduina, aveva conseguito la
maturità scientifica e per un breve
periodo aveva frequentato la
Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università “La Sapienza”,
ma amava sopratutto la musica e
perciò scelse di fare il disc jokey al
Piper Club e in altre località di
Roma e provincia, l’estate sulla
Costa Smeralda e l’inverno a Cortina. Gli amici lo chiamavano
Gabbo. Di giorno aiutava il padre
nel negozio di abbigliamento
maschile alla Balduina. Era un
bravo ragazzo, semplice, solare,
pieno di gioia di vivere. Ma
Gabriele era anche un tifoso:
amava la sua Lazio, fede trasmessagli dal padre, così come amava la
musica. La domenica 11 novembre
dell’anno scorso, aveva deciso di
recarsi a Milano per assistere alla
partita Inter-Lazio, ma non aveva
voluto rinunciare al suo lavoro di dj
al Piper Club dove aveva suonato
ininterrottamente fino alla 4.30 del
mattino. Malgrado fosse stato sconsigliato dal padre, Gabriele si
incontra con gli amici e in due macchine partono per Milano alle 6 del
mattino dell’11 novembre. Si fermano nell’area di servizio di Badia
al Pino Est fra Arezzo e Monte S.
Savino, dove avviene la tragedia:
Gabriele muore mentre dorme nella
macchina, colpito al collo dal
proiettile della pistola sparato dall'altro lato dell’autostrada dall’agente della stradale.
Il libro è documentatissimo, narra
minuto per minuto tutte le fasi del
dramma, e termina con un’intervista al fratello maggiore Cristiano,
avvocato penalista.
A un anno dalla scomparsa di
Gabriele, per le vie della Balduina
si è svolta una fiaccolata e una
messa di suffragio è stata celebrata
nella parrocchia di S. Pio X, a cui
hanno assistito circa duemila persone che si sono strette intorno al
padre Giorgio, alla mamma Daniela e al fratello, che ancora non si
danno pace per quella perdita
assurda e aspettano verità e giustizia.
I quotidiani hanno dedicato pagine
intere all’anniversario e il padre ha
partecipato a trasmissioni televisive a cui ha assistito un pubblico di
giovani commossi.
L.F.
11 novembre 2007 - L’uccisione
di Gabriele Sandri, una giornata
buia della Repubblica (Sovera
Editore, Roma)
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Libera Università di Monte Mario LUMM
L’associazione “Amici di Monte Mario” organizzazione non lucrativa di utilità sociale
(ONLUS), costituita il 28 maggio 1969, persegue fini di promozione sociale, civica e culturale nei quartieri di Monte Mario. Non legata a partiti politici e aconfessionale, l’Associazione dipende esclusivamente dai propri soci, nello spirito di solidarietà verso tutti gli
abitanti del territorio. Per aderirvi va presentata domanda su apposito modulo. La misura
della quota d’iscrizione è libera. La quota associativa annuale è di € 30,00 per i soci ordinari; € 90,00 per i sostenitori; € 10,00 per i familiari e gli studenti. Versamenti nel conto
corrente postale n. 40706004, intestato all’Associazione Amici di Monte Mario. Per
informazioni telefonare al numero 06 35503317 con segreteria automatica funzionante 24 ore su 24. e-mail: [email protected]
Lasciata la sede di via Scolopi
A seguito del cambio di gestione
della “Residenza Monte Mario” la
sede dell’Associazione ha perso la
possibilità di essere ospitata nella
struttura di via degli Scolopi 31.
Pertanto, in attesa di individuare
una nuova soluzione, è sospesa l’a-
pertura della segreteria ai soci ed al
pubblico.
Per qualsiasi richiesta i soci sono
invitati a prendere contatto telefonico, chiamando il numero
06.35503317.
Tradizionale cena di Natale
Sabato 13 dicembre soci, loro parenti ed amici
sono invitati a partecipare alla tradizionale
cena di Natale che si terrà presso l’albergo
“Casa Valdese”, via Alessandro Farnese 18,
alle ore 20.
Informazioni al numero 06 35498208 (dott.ssa
Patrizia Torlonia).
A cena con i soci
Il 28 ottobre scorso ha avuto
luogo, presso l’abitazione messa
gentilmente a disposizione dalla
consigliera dott.ssa Rosanna Barbiellini Amidei, la cena di inizio
stagione dell’Associazione. È
stata un’ottima occasione per
ritrovarsi e parlare dei futuri programmi del sodalizio gustando gli
ottimi manicaretti e gli squisiti
dolciumi preparati dalla padrona
di casa e da alcune socie volenterose.
Nel corso della serata è stato presentato il nuovo libro del critico
Domenico Guzzi: Renzo Vespignani “questa mia quotidiana
avventura” – De Luca Editore –
realizzato a cura dell’Archivio
della Scuola Romana.
I corsi si tengono presso l’Istituto Comprensivo “Dionigi Chiodi”,
via Appiano 15 (piazza Giovenale - bus 990 o FR3 fermata Appiano)
ANNO ACCADEMICO 2008-2009
Per la partecipazione a qualsiasi corso è necessaria la previa prenotazione
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi all’Associazione o alla dott.ssa Luciana
Frapiselli (06 35453636, 9-13 o dopo le 20). Ulteriori informazioni saranno anche
tempestivamente pubblicate sul sito www.montemario.org.
Lingua inglese. Corsi per principianti, di conversazione a livello medio e
di conversazione a livello avanzato,
tenuti dal dott. Conor Rowan (di
madrelingua inglese), il martedì e il
giovedì.
Training autogeno. Un corso basato
sulla tecnica di apprendimento graduale di esercizi per realizzare l’equilibrio neurovegetativo e la calma,
impartito dalla psicoterapeuta
dott.ssa Lucia Guerrieri, in 12 sedute. Il primo incontro a ingresso libero è introduttivo. Avrà luogo lunedì
17 gennaio dalle 17 alle 18, per poi
proseguire ogni lunedì alla stessa
ora.
Letteratura inglese. Dalle origini ai
giorni nostri. Docente: prof.ssa Elisabetta Perotti.
Lingua francese. Anche conversazione. Docente: prof.ssa Maria Teresa Livadiotti (di madrelingua francese).
Lingua e letteratura russa. Corsi
per adulti e ragazzi. Docente:
prof.ssa Annelisa Alleva.
Archeologia paleocristiana - Storia
dell’arte e delle tecniche artistiche.. Un corso integrato, tenuto dalla
dott.ssa Emanuela Marino, storica
dell’arte. Le tecniche artistiche comprendono: pittura su tavola, su tela,
su carta, su vetro; affresco e mosaico.
Storia. Un corso sul tema “Lorenzo
il Magnifico e il suo tempo”, tenuto
dalla prof.ssa Maria Attilia Dall’Oglio, inizierà il 5 febbraio e continuerà ogni giovedì per 10 lezioni.
Disegno. Dalle prime informazioni
sulle tecniche a matita fino alle tecniche pittoriche, attraverso lo studio
dal vero e lo studio di autori del
Novecento. Un corso tenuto dalla
scultrice Marina Mele, in 25 lezioni
di 2 ore ciascuna (il venerdì dalle 17
alle 19).
Altri corsi. Sono in fase di definizione altri corsi, in diversi campi di
discipline: Letteratura italiana,
Storia delle Religioni, Storia del
Teatro (tutti e tre a cura della
prof.ssa Mimma Fabbrini), Storia
della Musica, Lingua araba, tedesca e spagnola, Psicologia, Grafologia.
divertimento
allegria
musica
vitalità
ritmo
movimento
gioco
svago
energia
CORSI DI SALSA CUBANA
BACHATA E MERENGUE e inoltre...
Swing, boogie woogie, hip hop
danza moderna, danza del ventre
e preparazione istruttori
Parrocchia N.S. di Guadalupe (Sala Teatro) - Roma
Palestra Millesimo Sport Center
Via Garlenda 15 - Roma
Tel. 388 1196730 - 06 3388331
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