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DIABETE
STUDIO INGLESE
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I piloti con diabete possono volare in
sicurezza, cade uno degli ultimi tabù
I piloti con diabete trattato con insulina e ben controllato possono volare,
pur seguendo un rigido protocollo di controlli. L’ok ai voli però c’è solo in Canada,
Regno Unito e Irlanda. In Italia medici disponibili al confronto
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Il diabete non può e non deve essere più una malattia che limiti le possibilità
lavorative dei pazienti, neppure nel caso di impieghi molto delicati come il
pilota di voli di linea: lo dimostrano i dati di uno studio inglese secondo cui i
piloti con un diabete sotto controllo e in trattamento con insulina non
mettono a rischio se stessi né i passeggeri, perché i livelli di glicemia sono
praticamente sempre nel giusto intervallo e non c’è un’alta probabilità di crisi
ipo- o iperglicemiche se il monitoraggio è rigido prima e durante il volo.
Anche la Società Italiana di Diabetologia apre al confronto e ipotizza
protocolli di monitoraggio glicemico specifici per questi lavoratori, anche
grazie alla collaborazione con l’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC).
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Springsteen tace
Studio sui piloti
Fino al 2012 soltanto il Canada consentiva ai pazienti con diabete di tipo 1 di
avere accesso alla licenza per pilotare voli di linea; oggi anche Regno Unito e
Irlanda lo permettono e oltremanica esiste la più ampia “flotta” di piloti
diabetici al mondo, per questo il Royal Surrey County Hospital e la UK Civil
Aviation Authority all’aeroporto londinese di Gatwick hanno deciso di
avviare uno studio di valutazione approfondita delle condizioni di questi
lavoratori, per capire se il programma attuale (molto severo) di controllo e
monitoraggio, prima e durante i voli, sia sufficiente a garantire la sicurezza di
piloti e passeggeri. Con il consenso dei partecipanti i ricercatori hanno
raccolto numerosi dati circa la storia clinica e le condizioni dei 26 piloti in
attività nel Regno Unito, registrando poco meno di 9000 valori di glicemia
durante monitoraggi eseguiti in circa 4900 ore di volo. «Nei voli di medio e
corto raggio il 96 per cento delle letture della glicemia era nella norma, nei
voli a lungo raggio ben il 97 per cento – spiega Julia Hine, coordinatrice
dell’indagine –. Appena lo 0.2 per cento dei monitoraggi è rientrato nella
fascia rossa di pericolo, anche se poi durante tutte le ore analizzate i piloti
non hanno mai avuto problemi correlati a ipo- o iperglicemie. Il protocollo di
monitoraggio in uso in Regno Unito e Irlanda pare perciò sufficiente a
garantire la sicurezza dei lavoratori, che mostrano di non aver subito alcun
peggioramento nel controllo della malattia correlato al loro impiego».
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In Italia
Un protocollo di valutazione rigido è necessario per la tipologia di lavoro del
pilota, che comporta lo squilibrio dei ritmi biologici e in particolare dei tempi
di assunzione dei pasti, soprattutto quando si attraversano i fusi orari: anche
per questo i piloti devono dimostrare di avere un ottimo controllo glicemico
e i monitoraggi frequenti in cabina di pilotaggio con un glucometro sono
indispensabili, perché consentono di individuare eventuali squilibri nella
glicemia per porvi immediatamente rimedio. Anche in Italia il dibattito è
aperto e la SID si è espressa a favore della possibilità di dare un Certificato
Medico di Classe 1 per la Licenza di Pilota Commerciale (quello che appunto
consente di pilotare voli di linea) a chi soffre di diabete. «Il protocollo inglese
sembra funzionare molto bene, dall’altro lato dell’oceano l’American
Diabetes Association suggerisce di valutare caso per caso i diabetici per
determinare se siano o meno idonei a svolgere determinate attività. L’attuale
normativa italiana non consente la concessione della licenza a piloti di linea
con diabete in trattamento con insulina o farmaci orali che possano causare
ipoglicemie – ricorda il professor Giorgio Sesti, presidente della Società
Italiana di Diabetologia –. La restrizione è dettata da logiche motivazioni di
buonsenso, ma i progressi del trattamento del diabete con nuovi farmaci che
non causano ipoglicemie e con insuline sempre più intelligenti che riducono
i rischi d’ipoglicemia aprono alla possibilità che questa patologia possa
essere trattata in assoluta sicurezza anche con insulina. Lo studio sui piloti
inglesi con diabete insulino-trattato dimostra che è possibile pilotare aerei su
rotte commerciali in piena sicurezza attraverso un attento monitoraggio della
glicemia e un protocollo terapeutico rigoroso. La SID è disponibile a
collaborare con le autorità regolatorie italiane per approfondire la tematica e
sviluppare protocolli per il trattamento e il monitoraggio della terapia».
9 novembre 2016 (modifica il 10 novembre 2016 | 10:23)
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