Metti una domenica all`EUDISHOW

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Metti una domenica all`EUDISHOW
Metti una domenica all’EUDISHOW
Enzo Maiorca, Patrizia Maiorca e Umberto Pelizzari:
i miti dell’apnea si raccontano
Un palco, tre poltroncine, luci adeguate, due microfoni e il pubblico. Sembra la scenografia di uno
spettacolo e tale sarà l’incontro che attende gli spettatori dell’EudiShow 2013 domenica 17 febbraio alle ore
14.00.
Attori protagonisti? Tre grandi amici, tre personaggi e altrettanti miti della storia della subacquea le
cui imprese hanno contrassegnato mezzo secolo di storia dell'apnea, una disciplina che hanno trasformato
da cenerentola a regina degli abissi. Enzo Maiorca, Patrizia Maiorca e Umberto Pelizzari, questi sono i
"grandi attori", dialogheranno liberamente tra loro, tessendo i fili di “un’amarcord subacqueo” dove i dettagli
tecnici, le date, le imprese, i record si mescoleranno ai ricordi, ai retroscena, alle ansie, ai fallimenti e a tutti
quegli aspetti che fanno grandi gli eroi. Non è eroe chi è al di sopra di sentimenti ed emozioni, ma chi sa
padroneggiare il suo animo, mettendolo al servizio delle passioni e "riuscendo a dominare gli istinti" come
scriveva l'indimenticabile Luigi Ferraro, medaglia d'oro al valor militare per le sue eroiche gesta durante la
seconda guerra mondiale che ne fecero un mito anche tra i nostri avversari.
In questa frase certamente si riconosceranno, almeno idealmente, i tre campioni che è difficile se
non impossibile mettere a confronto. Per ognuno di loro tutto è stato diverso, ma ciascuno ha saputo
interpretare al meglio il ruolo di personaggio del suo tempo. Certo, Maiorca è stato il pioniere che ha sfidato
l'ignoto, la mancanza di conoscenze scientifiche, sicuro solo del suo corpo e del fatto che si poteva fare. La
sua storia agonistica inizia nel 1960, a 29 anni, con il primo record in assetto variabile a 45 metri, solo
quattro in più di quelli raggiunti pochi anni prima da Falco e Novelli. Da allora per lui è stato un susseguirsi
di quote, migliorate di pochi metri alla volta in competizioni che si tenevano in mari diversi, spesso lontani,
e a mesi di distanza e solo quando ci si sentiva pronti. Erano sfide personali tra uomini di mare i cui nomi a
volte si alternavano e a volte mutavano tranne uno, quello di Maiorca che dopo i - 49, toccò i - 50 e poi,
metro dopo metro, pinneggiò sempre più profondo, accompagnato in quest'abbraccio del blu dalle sue
figlie: Patrizia e Rossana. La prima fece la sua prima immersione profonda nel 1978 scendendo a -35 metri
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e conquistando il suo primo record mondiale superando quello di Maria Treleani del 1967 fatto a Cuba.
Dopo una pausa di 4 anni per la maternità, ha ripreso le immersioni profonde nel 1982 scendendo a -50 in
Assetto Variabile. I suoi ultimi primati mondiali sono nel 1987 a Siracusa -70 nel Variabile e -47 nel
Costante del 1989 a Siracusa. Rossana, invece, fece il suo primo record mondiale nell'Assetto Costante
nel 1979 a Siracusa con -40 metri portandolo a -58 nel 1992. Nell'Assetto Variabile ha iniziato con -50 nel
1982 arrivando a -80 nel 1988.
In quello stesso anno Enzo superò il fatidico limite dei cento metri raggiungendo –101 m.
Era un traguardo che nessuno, all’epoca, credeva si potesse raggiungere impunemente e, invece, Maiorca,
come spesso gli era accaduto durante la sua carriera, dimostrò che lui poteva, spalancando la porta dei
100 metri per i suoi eredi tra cui Umberto Pelizzari che, proprio quell’anno, conquistava il suo primo record
mondiale con il tempo di 5'33'', nuovo primato d'apnea da fermo. Sarà una sorta di passaggio di staffetta
che ha segnato il confine tra due epoche. In realtà, come ci dimostreranno i due campioni, non esiste alcun
confine. Il mare non conserva le tracce e i record, in fondo, non sono che tappe di un lungo percorso che
non finirà mai e dove chi arriva più profondo apre solo una strada e mostra a chi lo segue che è possibile
andare oltre, magari di un solo centimetro, ma oltre.
Il 17 febbraio sul palco s’incontreranno due uomini e una donna che hanno scelto di diventare
campioni. Questa volta, tuttavia, non celebreremo il valore assoluto dei record di questi grandi atleti (ma
quanto tempo avranno passato in acqua tra tutti?), bensì cercheremo di mettere in luce i loro valori etici e
le loro figure come esempio per le giovani generazioni e simboli veri di quella componente fondamentale
che chiunque si dedichi ad uno sport dovrebbe possedere: il rispetto e l’entusiasmo verso la propria
disciplina, e la volontà di puntare verso il suo miglior risultato senza cercare scorciatoie.
E per lanciare questo messaggio, trasversale a tutti gli sport, e quindi patrimonio della subacquea,
l’Eudi 2013 davvero non poteva trovare testimonial più prestigiosi e offrire loro la più grande e attenta delle
platee.
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