Flash di vacanze: momenti fantastici

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Flash di vacanze: momenti fantastici
Flash di vacanze
Flash di vacanze:
momenti fantastici
3° Circolo Didattico
Scuola elementare statale “Italo Calvino”
via Liguria, 11
Cologno Monzese - Milano
insegnanti
Maurizia Carnevale Nadia Ponci
ottobre 1998
Lubna Ammoune
Angelo Aprile
Marco Armetta
Luca Astolfi
Eleonora Bressanin
Alessandro Calvitto
Costanzo D’Errico
Ilaria Debernardis
Martina Di Luca
Jacopo Di Stefano
Federica Ferrazzano
Debora Lodato
Marta Mirabella
Dario Pettoni
Alessandro Russo
Daniela Russo
Mauro Russo
Stefania Valentino
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Flash di vacanze
Una gita in canoa
Angelo Aprile
Chiesi a papà se potevo noleggiare una canoa, visto che era
un’esperienza nuova.
Mentre tenevo le dita incrociate andammo dal bagnino che ci
diede il giubbetto di salvataggio. Io mi infilai nella canoa e partii
per la mia avventura. Impugnai i remi e incominciai a remare
fino ad arrivare alla meta: gli scogli.
Vidi molte persone, alcune sul pedalò e altre in apnea, mentre
io ero in mezzo al mare. Decisi di ritornare, ma rischiavo di
cadere, perché cambiare direzione con i remi non è semplice,
comunque piano piano riuscii a tornare sano e salvo. Quando
vidi i miei genitori mi resi conto subito che non erano molto contenti, perché secondo loro
non c’era bisogno d’andare così lontano.
Surf su gommone
Eleonora Bressanin
... Julia, intanto che io prendevo il materassino, si era già inzuppata tutta e correva come
una pazza avanti e indietro per "prendere" le onde più alte.
Julia è tedesca e ha 13 anni, è vivace con due occhi da furbetta azzurri come un cielo
terso.
Io e lei comunicavamo a gesti e ci capivamo benone e usavamo
anche l'inglese che io so a malapena parlare.
Mi tuffai di corsa con il materassino nell'acqua ribelle e
spumosa.
Julia mi chiamò con uno strillo entusiasta e io mi affrettai a
raggiungerla. Le onde erano così alte che superavano il metro e
mezzo.
Finalmente ero arrivata a destinazione: Julia saltò sul
materassino felicissima e ci facemmo trasportare dalle onde; in
un batter d'occhio ci ritrovammo a riva contente. Riprovammo il
gioco almeno trenta volte, era così bello accarezzare le onde
con il materassino ondeggiante e inaffondabile. Julia ed io
decidemmo di chiamare quel gioco "Surf su gommone", un nome un po' strano ma da tutte
e due concordato.
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Flash di vacanze
Che delusione!
Eleonora Bressanin
... All'inizio delle vacanze ero così felice di andare da mia zia..., ma mia madre, aveva
avvertito: - Eleonora resterà da te solo se quelle due bestie sono calme!
Le " due bestie", di cui mia madre ha il terrore, sono Shark e Wendi, due rottweiler che
secondo lei sono diventati molto cattivi e scontrosi. Comunque sia, sono convinta che quei
due cucciolotti così belli, se non sono provocati, non fanno male neanche a una mosca.
... Ebbene, il giorno in cui dovevamo andare da mia zia, mia madre era più nervosa del
solito, non sapevo se si preoccupava più per se stessa o più per me. Tuttavia sapevo che
era nervosa e che stava diventandomi sempre più antipatica; continuava a dirmi
pressappoco così:
- Stai attenta a Wendi e Shark, non provocarli... bla, bla e ribla...
Sapevo per certezza che non dovevo fare assolutamente tutte le cose da mia mamma
elencate, ci ero già arrivata da sola.
...Mio padre ci era venute a prendere con la sua Sierra Ford ed eravamo partiti a tutta
birra. Accompagnati dall'aria condizionata arrivammo a Robecchetto, un paesino sperduto
nella campagna, dove mia zia ha una villa circondata da fattorie e altre ville.
Già mi pregustavo la vacanza, tutto riposo ed escursioni; pensavo che ogni mattina mi
potevo svegliare con il canto di un galletto.
... L'alba si stava diradando in raggi che rendevano soffuso il color rossastro del cielo...
Ah! che pace e serenità...
Il mio sogno si fermò quando, già seduta su una sedia in cucina e dopo i saluti, arrivarono
Shark e Wendi.
"Finalmente potrò vedere se sono così cattivi... "
Inizialmente scodinzolavano, ma poi non avendo mai visto i miei genitori li "assalirono" e
cominciarono a esibirsi in un concerto di musica rock: ringhi e abbai ci stordivano.
A quel punto mia madre saltò sulla sedia e nonostante Sergio, ovvero mio zio, li abbia
presi per il collare e portati in taverna, io persi la mia vacanza.
E così con oggi, il 19-06-98, si è conclusa una settimana passata con mio nonno, piena di
passeggiate e faccende.
È meglio che niente, però che delusione!
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Flash di vacanze
La fatica montanara
Federica Ferrazzano
Era un giorno piuttosto freddo.
Partimmo in auto e raggiungemmo i 1240 m,
arrivammo ai parcheggi delle tre cime di Lavaredo,
prendemmo la funivia e salimmo a 1800 m.
Il paesaggio era spettacolare. Iniziò la camminata,
di tanto in tanto si parlava e si cantava. Più in su
faticammo parecchio pertanto cominciai a
lamementarmi: - Che male alle gambe... son tutta
rotta... che barba... ho fame... sono sfinita! Arrivammo finalmente in cima. Lì c'erano solo 9° C,
ma in compenso un ristorante di nome: Sillianez
Hutte, entrammo e borbottai: - Che caldo, sto
bollendo! - Ordinammo i piatti austriaci che
secondo me erano veramente sgradevoli,
comunque i miei genitori si rifocillarono. Dopo ci
lanciammo in una discesa a perdifiato.
Un orecchio peloso
Jacopo Di Stefano
Era una stupenda giornata di sole ed io ero stupito per il gran caldo, trentun gradi
all’ombra per non parlare dei gradi al sole.
Appena arrivato sullo scoglio buttai per terra canna e asciugamano e mi tuffai con pinne,
maschera e boccaglio. Il mare era un acquario: maree di pesci calzolaio, soprannominati
da me pesci calzino, giravano attorno ad un pezzo di pane, tordi si facevano cullare dalle
correnti calde dell’Adriatico, ma ad un tratto un luccichio proveniente dal fondo mi attrasse,
era un orecchio di Venere, una conchiglia abbastanza grossa. Dopo numerosi tentativi la
presi e notai che era un orecchio peloso, l’interno però era lo stesso uno splendore: la
madreperla sotto i raggi del sole rifletteva bagliori di fuoco.
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Flash di vacanze
Vacanza di vomito e di divertimento
Jacopo Di Stefano
Era domenica mattina e stavamo preparando i bagagli, alle nove eravamo già in
partenza.
Dopo circa quattro ore eravamo al confine, passammo tutte e due le frontiere, quella di
Trieste e quella slovena.
L’autostrada era terminata ed ora era tutta statale, stavo per “battezzare” Lubiana, ma
riuscii a trattenermi fino alla frontiera croata.
“Battezzai” Opatija e poi Brestova, il vomito mi
usciva anche dalle orecchie.
Finché non arrivammo al traghetto che ci portava a
Cherso “battezzai” di vomito altri paesi, fino ad
arrivare a Male Losinj. Appena scesi dalla
macchina fui un altro bambino, entrai nella casa
presa in affitto, era bellissima, ma la sera crollai
come un sasso. Il giorno dopo andai in spiaggia, o
meglio sugli scogli. Dopo un po’ arrivò una buffa
signora croata con un bambino un po’ cicciottello,
di nome Marin. Feci amicizia e mi divertii un mondo a pescare con lui, le mie vacanze
furono sempre così dalla prima all’ultima goccia. Questa devo dire è stata la vacanza più
bella della mia vita.
Sub
Luca Astolfi
... Mi ero immerso da cinque minuti per cercare pesci e conchiglie.
All’improvviso trovai tantissime conchiglie, ma purtroppo pochi pesci.
Le conchiglie erano a forma di torrette e a ventaglio, addirittura c'erano anche vongole
abbastanza grandi.
Avevo trovato anche delle sardine.
Nuotai per cercare ancora, ma come al solito non fui molto fortunato, anche se io ero già
soddisfatto lo stesso.
Sul fondo marino si vedeva una bellisima sabbia dorata molto fine.
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Flash di vacanze
Gran Premio
Marco Armetta
Sono a Monza e sono eccitato per il gran premio di Formula 1.
Le persone sventolano le bandiere del cavallino rampante, tutti tifono per Schumacher.
Inizia la corsa, rosso, verde e via…
Schumacher si fa sorpassare da quattro macchine che una ad una dopo supera.
Dopo qualche giro Coulthard ha dei problemi al motore.
Schumacher è il primo a tagliare il traguardo, svolazzano le bandiere rosso infuocato della
Ferrari.
Da grande vorrei fare il pilota di Formula 1.
Come Michael Schumacher.
Gita a Taormina
Martina Di Luca
Era una bellissima giornata di sole e avevamo deciso di andare a visitare Taormina.
Dopo due ore di auto arrivammo, io e mio cugino andammo a fare il biglietto per
posteggiare la macchina; e solo allora mi accorsi che davanti a me si apriva un panorama
da fiaba. Volli catturare quello splendore con una foto.
Ci incamminammo per Taormina, una antica città in cima alla collina che si protende sul
mare.
- Finalmente arrivati - gridai
contentissima.
Proseguimmo la nostra camminata
osservando le varie bancarelle. Una
bancarella vendeva ombrellini bianchi
ricamati a mano.
Mio padre e mio cugino comprarono
uno strumento che si suona con la
bocca, il maranzano detto anche
"scacciapensieri". A Taormina c’è il
Teatro Greco che volevamo visitare, ma era troppo tardi.
Al ritorno mia sorella si fece fare la sua caricatura, io preferii godermi il panorama fino al
momento della partenza.
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Flash di vacanze
A Mazzarà
Martina Di Luca
Ho trascorso a Mazzarà S. Andrea, un paesino in provincia di Messina, la mia prima
settimana di vacanza.
Le strade sono molto strette e le case piuttosto antiche.
Alcuni ragazzini che conosco dai 14 anni in su, hanno già la moto. In Sicilia tutti i bambini
sono molto più liberi di quelli in città: vanno qua e là con la bici, si spostano senza avvisare
e i bambini piccoli scappano sempre, insomma la vita è diversa.
A Capo D’Orlando la giornata iniziava alle 9.00 quando scendevo in spiaggia mi sdraiavo
sotto il sole e leggevo un libro, verso le 10.00 entravo in acqua e facevo tuffi all’indietro
con la capriola, andavo al largo con il materassino e quando uscivo mi mettevo a costruire
grandi castelli.
Restavamo in spiaggia fino alle 20.30 e la sera uscivamo per andare al cinema, andare in
pizzeria o ad ascoltare concerti.
In Calabria
Ilaria Debernardis
… Sono stesa sulla sabbia cocente e sento il calore del sole penetrare nella mia pelle.
Forse sto fumando perché mi sembra di essere un pollo arrosto: sono rossa alle guance e
"miracolo" non ho le occhiaie.
Mi do una guardatina alle braccia e mi accorgo di
essere un peperone.
Mi alzo e cerco un po' di fresco. Mi accomodo sotto
l'ombrellone.
Su questa sdraio mi rilasso proprio.
Ora desidero solo sorseggiare una bibita fresca.
Tra un po' vado a immergermi nel mare cristallino
della Calabria.
Insomma mi sono proprio goduta il sole.
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Flash di vacanze
In colonia al delfinario
Ilaria De Bernardis
... Dopo essere stata 16 giorni in Calabria mi avventurai in una nuova esperienza: la
colonia. In colonia i bambini si possono divertire facendo attività, giochi, sport: tennis,
piscina, tornei di calcio o di pallavolo.
Il direttore ci portò in molti luoghi: San Marino, Mirabilandia, Aquafan, al maneggio, al
centro di Riccione e al delfinario. Era una sera scura e ci eravamo avviati verso il
delfinario. Lo spettacolo si osservava dalle panchine circondate da un muro di protezione
per non fare sporgere i bambini. A un certo punto si accesero le luci, momento di tensione,
sbucarono dall'acqua sei o sette delfini. Erano di un colore molto bello, obbedivano al loro
istruttore e nuotavano felici sott'acqua.
Facevano molte esibizioni, una delle quali era colpire il pallone appeso a più di un metro
per poi immergersi nell'acqua. Tornammo in colonia fradici, inzuppati, ma divertiti.
ERAVAMO STUPITI DA QUEI DELFINI!!!!
Una bomba di calorie
Alessandro Calvitto
Esausto del viaggio sbarcai a Bellaria un paesotto sulla costa Adriatica.
Girando e rigirando fra le vie trovammo dopo circa mezz'ora la casa presa in affitto. La
sera finalmente cominciò il divertimento: prima me la spassai in sala giochi, poi i miei
genitori proposero di fare un giro in centro.
Vedevo gente che mangiava bomboloni ed io
incominciai a sbavare come un lupo affamato.
Per fortuna trovai subito una golosa
pasticceria.
Mi precipitai su quelle bombe di calorie: 1, 2, 3
alla fine, non so perché, ma avevo ancora
fame e decisi di fare un altro spuntino: un
gelato e lo zucchero filato. Avevo leggermente
esagerato, infatti stavo scoppiando, ma riuscii
ad affondare la faccia anche nella Nutella. Il
risultato si vide ben presto, ero ingrassato di
2,5 kg, ma quella sera fu la più bella.
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Flash di vacanze
A Bellaria
Alessandro Calvitto
Di giorno mi alzavo presto per fare footing in spiaggia; l'unico giorno che c'era vento andai
a fare un giro in centro…
Avvistai un negozietto di animali; volevo prendere un gattino, ma mi intenerì subito un
cagnolino nero con le zampette marroncini, convinsi mio padre a prenderlo, la lingua
piccola mi leccò la faccia, erano in sette uno più bello dell'altro. Andai a casa felice e
contento con un regalo bellissimo. Ogni mattina faceva la pipì sotto i tavoli e i letti, si
nascondeva dentro le mie pantofole, ne combinava di tutti i colori. Tutti i giorni mi
svegliavo presto non più per footing ma per Briciola la nuova arrivata. Non passai un
momento senza lei.
Wind surf
Costanzo D’Errico
Andai al mare con tutta la famiglia e con una cugina con cui litigavo sempre. Io avevo
scelto di fare come sport wind surf, lei preferiva arrostirsi sotto il sole come un pollo.
Quando venne il momento di provare il surf in mare, ero felicissimo, la sera precedente
non riuscivo a dormire. La mattina andai al mare e presi il surf, ma per riuscire a salire
sulla tavoletta dovetti riprovare almeno dieci volte e per prendere la vela altre dieci, poi
ogni tre per due cadevo giù.
- Che papera! - era il commento che mi giungeva
dalla spiaggia.
Scivolando dalla tavola mi ricoprii di lividi, ma
cercavo di resistere.
- Sei proprio impedito per questo sport! - mi sfotteva
mia cugina, che non aveva avuto neppure il
coraggio di provare.
Nonostante tutto alla fine della vacanza fui
orgoglioso delle mie imprese.
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Flash di vacanze
Lo sbarco clandestino
Costanzo D’Errico
Buttammo gli occhi in mare
il vento trasportava le navi a vela,
i segnali luminosi ci accecavano gli occhi
i motoscafi della polizia e della guardia costiera accorrevano in soccorso,
carabinieri da tutte le parti e anche ambulanze,
e lo sbarco che non finiva mai.
Panorama sulla motonave
Daniela Russo
L'avventura cominciò a Salerno, quando la mia famiglia ed io decidemmo di andare a
Positano.
Era tutto organizzato: si partiva il giorno di ferragosto alle ore 8:30 e si riprendeva la
motonave alle 17:30.
Tutto andò in fumo perché mi venne la febbre.
Per fortuna la febbre mi durò solo due giorni. La gita si rimandò alla vigilia della partenza
per la Basilicata.
Purtroppo nei giorni feriali la motonave partiva solo di sera alle 20:30 e tornava alle 0:15.
…Si partì lo stesso.
La motonave era enorme:
c'erano il bar, i bagni, la
possibilità di guardare la
televisione....
Era a due piani, quello di
sopra all'aperto e quello di
sotto al coperto. Al piano
di sopra si vedeva
spumeggiare il mare che
diventava via via sempre
più cupo, sulle rocciose montagne piccoli paesi illuminati, sperduti qua e là, sembravano
minuscoli presepi.
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Flash di vacanze
Abbandonata in spiaggia
Daniela Russo
Erano appena le tre del pomeriggio.
I miei genitori e mio fratello dormivano al fresco. Mi toccò andare al sole perché l’ombra
era stata tutta occupata.
Non sapevo cosa fare.
Il sole era caldissimo; dopo circa dieci minuti non si resisteva più. In spiaggia c’era
pochissima gente; tutti si riposavano o leggevano un libro. Le mie amiche non c’erano.
Non potevo neanche fare il bagno perché avevo appena finito di mangiare.
Passai un po’ di tempo allenandomi sulla sabbia: verticali, ruote e capovolte.
In montagna
Daniela Russo
Fino a metà luglio, ogni fine settimana, tutta la famiglia Russo (compresa io), partiva e
andava in montagna.
Andavamo a Bratto (BG), in un campeggio dove da circa quattro anni abbiamo la roulotte.
Bratto è veramente carina.
Ci sono distese di prati enormi e se scendi circa uno o due chilometri dal campeggio c'è il
centro di Bratto: negozi e bar attirano le
persone!
Ci sono anche posti dove poter andare a fare
piacevoli passeggiate come alle cascate del
Vò, al Salto degli Sposi e al Colere detto
anche "Albani", dove bisogna prendere la
seggiovia e salire, salire fino a circa 1200
metri di altezza; ci sono sentieri stretti, altri
larghi, alcuni in "piano", in salita.... comunque
una volta che sei in cima c'è un panorama
fantastico.
La discesa è molto faticosa: ci sono sassolini e rocce; Insomma non mi posso lamentare!
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Flash di vacanze
Alle meteore
Dario Pettoni
Durante le vacanze mi è capitato di andare in Grecia alle meteore, delle chiese arroccate
sulle montagne. Quando le vidi mi sono sembrate costruzioni scavate dal vento; uno
spettacolo sbalorditivo. Mi dispiaceva però che alcune meteore erano crollate per
mancanza di restauro. Queste chiese erano piene di affreschi bellissimi con raffigurato il
paradiso, l'inferno, Dio, la
Madonna e i santi dipinti con
tecniche speciali.
Quando siamo andati via ci siamo
lasciati dietro di noi un pezzo di
storia molto importante.
A casa mi è capitato di annoiarmi
fortemente perché non avevo più
giochi nuovi da provare. Più
passavano le settimane e più mi
ritrovavo annoiato, finché un mio
amico tornò dalle vacanze. Con lui
mi sono divertito un mondo e la noia passò come d’incanto. Inventavamo giochi fantasiosi
tipo “Mongolfiore” degli stracci tenuti in alto da aria calda, “La palla treno “ una pallina che
scorre sui binari evitando ostacoli e altri ancora. E così passò un favoloso periodo
antistress... fino a quando il mio amico ripartì.
- Che noia!!
Nostalgia
Debora Lodato
Il mio sogno è di tornare in Sicilia per rivedere le mie cugine e andare al mare. Con la mia
amica Marina spesso giocavamo a carte, facevamo le coccole ai suoi due animali: il gatto
Salsi e il cane Willy, andavamo in giro con la bicicletta. Purtroppo sono a Cologno e non
ho amici per giocare.
Sono rimasta a casa tutta l'estate annoiata. Mi addormentavo sul divano guardando la TV.
Spero di farmi tanti amici qui, così non mi sentirò più sola.
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Flash di vacanze
A Damasco
Lubna Ammoune
Damasco è proprio una città da visitare.
La mia famiglia ed io ci siamo andati. Il viaggio è durato 4 ore!! L'ultima ora mi sono
addormentata. Appena arrivati siamo andati nell'hotel a 5 stelle: Sheraton. A Damasco le
case sono del tutto diverse da
quelle italiane, infatti in ogni
casa c'è una fontana.
La città è divisa in ben 16
quartieri. I Beduini vivono nel
quartiere Meidan. Il giorno
seguente siamo andati a
"Bluden", un paesino in
provincia di Damasco. Lì si
gode una vista panoramica.
Neanche un condominio,
piccole case con una
esplosione di alberi, fiori e
cespugli. A pranzo mi è
piaciuto moltissimo il pollo con
le patatine fritte e il tacchino da leccarsi i baffi!! Purtroppo dopo mangiato siamo tornati ad
Aleppo. E altre 4 ore: che pile!! Comunque anche se abbiamo dormito una sola notte è
stata una esperienza indimenticabile.
Vento ribelle
Marta Mirabella, Eleonora Bressanin, Daniela Russo
Scende la pioggia,
il bosco si spegne.
Gli animali
corrono qua e là
in cerca di rifugi.
Il vento travolge
tutto quello che trova.
Ci rifugiammo in una baita
non distante.
Finalmente riscaldate!
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Flash di vacanze
Al mare
Marta Mirabella
Un giorno da sola sono arrivata al mare.
Arrivata giù in spiaggia mi sono accorta che il mare era agitato. Io e la mia amica
Francesca, che era già in spiaggia, ci siamo divertite un mondo a tuffarci dentro le onde.
Francesca è corsa a prendere il materassino e così ci siamo messe tutte e due a cavallo.
Ad un tratto è arrivata un’onda che ci ha portate direttamente tutte e due a riva, rotolando
insieme ai sassolini.
- Che bella grattatina!
È stata una mattinata veramente diversa.
Che caccia
Mauro Russo
Visto che il periodo era favorevole ogni giorno andavo a caccia di ricci con il mio cane
Raya. Mi portavo dietro la gabbia per i ricci, la fionda e l'arco in caso di pericolo. Appena
vedevo un riccio e lui vedeva me, si appallottolava, per questo io dicevo a Raya di
spingerlo dentro la gabbia che scattava appena qualcosa entrava.
Ogni giorno mi addentravo nel bosco a cacciarli finché un giorno arrivato proprio nel cuore
sentii un orribile fruscio: preparai l'arco, ma quando vidi muovere le foglie e uscire una
coda da esse corsi velocemente via.
Qualcosa mi superò, era Raya che mi aveva fatto uno scherzo. Tornai indietro con l'arco
puntato.
Catturai un cucciolo di riccio, ma lo rilasciai per non turbare la famiglia.
Non cacciai più ricci, bensì andai a castagne.
Mareggiata
Luca Astolfi Marco Armetta
Mare mosso,
la gente in albergo si lamenta,
in spiaggia neanche un’anima viva,
solo risonanze fragorose,
odore di mare e di pesce,
sabbia e conchiglie.
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Flash di vacanze
A Disneyland
Alessandro Russo
Appena entrato in quel meraviglioso parco dei divertimenti a Parigi, vidi tantissime giostre.
Ero indeciso: da quale giostra incominciare?
Scelsi le montagne russe dove il trenino passava attraverso i tunnel nella montagna.
Dopo un'ora di fila salii sopra il vagoncino, non avevo paura, ma ero emozionato, in fondo
affrontavo una nuova avventura. Iniziai la corsa, il trenino partì immediatamente a 300
all'ora; curve rettilinei, salite, discese, ... mi sentivo lo stomaco ribollire, stavo per vomitare,
mi girava la testa, sembrava che la corsa non finisse mai, ma arrivato al momento
dell'arrivo mi dissi: è proprio valsa la pena di fare un'ora di fila.
Giorni belli e brutti
Stefania Valentino
Ho trascorso le vacanze come meglio potevo perché sono stata in città.
Alcuni miei zii e miei amici, a ferragosto, volevano andare al fiume Ticino.
Sono venuti a casa per chiedere:
- Volete venire con noi al fiume Ticino?
- No, non possiamo, però se volete, vi possiamo dare Stefi.
- Va bene.
Al fiume non mi divertivo per niente perché mancava la mia famiglia, non vedevo l'ora di
tornare a casa.
- Ti sei divertita? - mi chiese la mamma.
- No, per niente.
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Flash di vacanze
Al parco di Monza
Stefania Valentino
Era la prima volta che andavo al parco di Monza.
Fuori dal parco non si capiva niente: traffico, clacson
e confusione.
Finalmente entrai e trovai un po' di tranquillità: ombra,
fresco e silenzio.
Si poteva anche mangiare e giocare. Il fiume
sembrava più pulito del solito.
Vidi anche due splendidi cavalli marroni: iniziai a
galoppare con la fantasia fra canyon e praterie.
Una cavalcata
Marta Mirabella
Per la pima volta sono andata a cavallo.
Era un giorno meraviglioso, il sole brillava nel cielo limpido. Appena mi sono svegliata ho
chiesto a mia mamma, che anche lei era ancora in dormiveglia: - Dove andiamo oggi? -.
Lei addormentata mi ha risposto: - No lo so ! Dopo un po' tutti erano pronti per una cavalcata, tranne me.
- Marta sei ancora così? - Sì perché devo venire anch'io? -.
Trascinata a Campitello Matese mio padre soddisfatto ha esclamato:
- Vedi? Quello è il tuo cavallo -.
- Forse è il "tuo" cavallo! -, ho risposto in malo modo.
Alla fine ci sono dovuta salire.
Mi sentivo mancare il suolo sotto i piedi perché le staffe si muovevano, ero completamente
rigida quando hanno cominciato ad arrivare delle frustate: era la coda del cavallo che
cacciava mosche e tafani. Ho incominciato a gridare, finché il cavaliere che mi guidava, ha
strillato:
- Basta, non agitarti che innervosisci il cavallo!!!Per tutta risposta ho scalciato sulla zampa del suo cavallo, ma proprio in quel momento
stava facendo la cacca che è finita sul mio piede.
Avevo proprio ragione: l'equitazione non fa per me.
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Flash di vacanze
Sfortunato che sonʼio…
Prefazione
Volendo ammortizzare il rientro scolastico siamo risaliti a momenti delle nostre vacanze.
Abbiamo ricordato e descritto tipi che davano nell’occhio, incontrati per caso durante il
periodo estivo. Ci siamo accorti che i testi scritti sono risultati particolarmente simpatici
poiché le descrizioni riguardavano tipi strani ed eccentrici. Abbiamo deciso di unirli e
costruire una storia. Abbiamo inventato un personaggio, Paolo Scarpino, un bambino di 10
anni che incontra i nostri tipi in vari ambienti. Durante l’assemblaggio, siamo stati costretti
a modificare i singoli testi per dare organicità e coerenza alla nostra storia.
Eleonora Bressanin Daniela Russo
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Flash di vacanze
- … Paolo Scarpino…
- Presente
Ora incomincia la lezione. Che barba, che noia... ma per
fortuna è l’ultimo giorno. Non sopporto più la vita dello
scolaro: ingabbiato tra la sedia e il banco a strizzare il
cervello su quei dannati libri!
Sono un tipo irascibile, un solo commento su di me
potrebbe farmi diventare una belva. Non ho un briciolo di
pazienza per i frignoni, per i grassoni, per le bambine
bisbetiche e soprattutto per la scuola dove sto scontando
una pena di cinque anni. Sono il più scarso della classe e
nessuno mi vuole come compagno.
Vengo soprannominato rospo perché dicono che sono
molto brutto; per di più sono uno sfortunato cronico e,
come se non bastasse, riesco spesso a cacciarmi nei
guai.
Vesto sempre di nero eccetto un piccolo cravattino rosso
e un fiore giallo; i miei unici passatempi sono tirare
freccette ai soldatini di plastica e girovagare senza meta.
Oggi è il primo giorno di vacanza e speravo di dormire
tutta la giornata, purtroppo la mamma mi ha iscritto al centro estivo.
Anche il cortile lungo e stretto è ancora addormentato. Sonnecchiano gli sparuti alberi, i
palazzi sono silenziosi. Oltrepassato il cortile si vedono anche altri palazzi senza anima
viva. In lontananza lingue di fumo fuoriescono dai comignoli d’acciaio.
All’improvviso un grido squarcia il silenzio: Laura piange.
Laura è una bambina di sette anni e abita sul mio pianerottolo; alcune volte fa cose strane:
quando gioca grida continuamente e vuole avere sempre ragione. Se a pallone la sua
squadra perde si mette a piangere e non la finisce più. Quando la sua mamma la sgrida,
se la prende con suo fratello e gli dà botte.
È una bambina veramente dispettosa e capricciosa.
- Ciao Paolo!
- Sei già in giro!?
Da circa sei mesi è venuta ad abitare nel mio palazzo una bambina di nome Valentina.
Già dal primo giorno ha voluto conoscermi, ma io avevo capito subito che era antipatica.
Col passare del tempo mi sono accorto che era anche maleducata e abbastanza gelosa.
Non c’è tanta confidenza con i miei genitori, ma lei li saluta chiamandoli per nome. ÈÈ
sempre a casa degli altri, non vuole mai stare a casa sua. Quando esce non chiede il
permesso ai genitori e se ne va senza avvisare nessuno. Prende in giro le persone
dicendo cose non vere su di loro.
Un rumore infernale percorre la strada: via vai di scooter e automobili a tutta velocità.
Il marciapiede brulica di persone indaffarate. E pensare che credevo che fossero tutti a
dormire!
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Flash di vacanze
Ma guarda un po’ che tipo strano! Ha la barba lunga e nera, i capelli lunghissimi, le
scarpe e i vestiti sporchi ed è anche bel cicciotto. Forse è fidanzato con la signora che
l’accompagna. Come ha fatto a fidanzarsi uno così? Va be’... gusti sono gusti... ma uno
così nemmeno un alieno lo avrebbe preso.
Accidenti per quello strano tipo ho urtato contro un vecchio.
- Dormi in piedi?
- Scusate non l’ho fatto apposta.
- Come no! Mi hai sporcato tutte le scarpe! Dovrai risarcirmi.
- Ma...
- Zitto! Come risarcimento accetto dieci mila lire.
Che sfortuna! Proprio questo vecchio avaraccio mi doveva capitare? Meglio squagliarsela.
Oggi è anche giorno di mercato. Si sentono già la confusione e le urla assordanti; la gente
si ferma ad osservare le invitanti bancarelle che inondano il mercato di profumi, aromi,
odori, fragranze, ma la puzza, il tanfo, le esalazioni spesso hanno il sopravvento.
Gomitate, spintoni a tutt’andare.
Le persone gironzolano, s’incontrano, chiacchierano e comprano.
Vediamo un po’ queste magliette.
- Mi scusi ha qualche maglietta di cotone?
- Sì, gliene mostro alcune.
- No, questa è troppo scollata.
- No, questa è piccola.
- No, questa è troppo elegante.
- Invece questa è da ragazza.
- È un colore troppo scuro.
- Questa appena la lavo rimpicciolisce.
- Questa ha i bottoni.
Insomma questa signora davanti a me è noiosissima; non la sopporta più neanche il
negoziante. Guarderò le mie magliette un’altra volta.
Non si riesce a fare un passo a causa dell’affollamento. I mercanti sbraitano imperterriti.
Senti che voce quel pescivendolo!
- Vulete cumprà a bella robba ca.
Chissà che dice?!
- Guaglione, compra ‘sta robba ca. Pesce fresco, cozze appena pescate, tutto a dieci mila
lire ‘sta robba ca.
Ma guarda un po’ come è conciato sto pescivendolo: cappello pesante e capelli bagnati,
pantaloni di lana e petto nudo, calzini pesanti e ciabatte da mare.
Sono finalmente arrivato al centro estivo, che però mi sembra tutt’altro che il luogo
stupendo che ho immaginato. Ci sono persone che si divertono a farci fare giochi da
neonati; alcuni animatori sono pettegoli e antipatici, altri riescono ad essere molto noiosi.
Un’animatrice è Luisa che è una vecchia grassona rimbambita. Ha i capelli a cipolla;
continua a ripetere:
- Ma io mi domando?!
Quando ha sete beve dalle bottiglie dei bambini:
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Flash di vacanze
- Mi fai bere dalla tua bottiglia? È acqua gasata? Guarda che se hai bevuto tu io non ci
bevo mica?!
In mensa prende la razione doppia di cibo, forse è per questo che ingrassa così tanto.
Se apri bocca lei te la fa chiudere con una marea di parolacce.
- Andiamo in giardino!
Che delusione: alberi con foglie mangiucchiate da afidi, erba alta almeno dieci centimetri,
l’asfalto del campo da basket è grumoso e cocente.
L’interno dell’edificio è buio e cupo; la palestra è priva di aria condizionata; i corridoi sono
malconci; le pareti sono tappezzate da chiodi arrugginiti.
Noi bambini possiamo divertirci solo nell’ora di gioco libero dove ci possiamo sbizzarrire e
dimenticare degli animatori.
In quel luogo lugubre ho conosciuto subito un ragazzino di nome Baldo, è giocoso e
divertente ed è l’unico bambino così aperto in tutto il centro estivo. Stiamo insieme, forse
diventerà il mio amico per la pelle, anche perché ne ho pochissimi. Meno male che ho
conosciuto Baldo, già mi annoio così!
All’uscita in un attimo di distrazione sfioro un anziano. Gli chiedo prontamente scusa, ma
lui continua: - Insomma vuoi stare attento, devi guardare avanti quando cammini, non si
può stare tranquilli un minuto!
- Non me ne sono neanche accorto! L’importante è che non si sia fatto male.
Siamo quasi a quarantun gradi, non è possibile che quel vecchio vada in giro col golfino,
un cappellino di lana e dei pantaloncini! Perbacco ha anche una borsetta e delle scarpe da
montagna. Invece di stare sul marciapiede come tutti, cammina in mezzo alla strada.
Forse oltre ad essere un po’ sbadato, è anche un po’ sclerotico.
Sarà meglio passare per il parco.
È molto affollato, una processione di gente entra ed esce, bambini dondolano sull’altalena,
scatenati si strusciano sullo scivolo, poppanti gattonano nei tunnel, marmocchi corrono di
qua e di là...
Enormi alberi ombreggiano le panchine dove siedono degli anziani, alcuni giocano a carte.
Mezzo nascosto c’è un uomo che fa paura: è spettinato, ha rughe sul viso e brufoli che gli
ricoprono la severa faccia. È basso, grosso e tarchiato. Indossa una maglietta bianca
molto corta, si vede persino l’ombelico. Ha un paio di pantaloni che porta sotto la pancia.
Gioca con un coltellino. Cosa starà facendo? Forse è quel vecchio che chiamano
Pacciani. Meglio stare alla larga.
Stasera le mie cugine mi hanno invitato a cena. Vado a casa a farmi una doccia.
I miei zii hanno vinto all’Enalotto e si sono comprati una villa da far invidia ad Agnelli.
Il giardino è sorvegliato da tre cani da guardia. Le chiome degli alberi lasciano
intravvedere le tegole nuove del tetto. La fontana di stile bizantino spruzza lame d’acqua
rinfrescando gli alberi, le aiuole sono cariche di gelsomini profumati che inebriano l’aria.
Attorno alla villa ci sono colonne che reggono un porticato alto fino al primo piano. Le
innumerevoli finestre inglesi riflettono il chiarore della luna. I lampioni del giardino danno
più splendore alla villa. Un vero paradiso terrestre.
Peccato che le mie odiose cugine sono isteriche e prepotenti.
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Flash di vacanze
Daniela fa la buffona portando “bufalo”È alte venti centimetri e sculettando per tutta la
casa, per di più si trucca in un modo spaventoso: sembra un morto. Ogni tre per due si
specchia per pettinarsi i capelli: arruffati, ingarbugliati, attorcigliati e lunghi fino al sedere.
Nelle grandi occasioni porta maglietta corta e gonna spaccata, normalmente indossa tute
aderenti. Un difetto di Daniela è quello di criticare le persone in qualsiasi momento.
Insomma è un’extraterrestre vero e proprio.
L’interno della villa si apre in un salone dominato da un pianoforte bianco a coda, un
possente lampadario di cristallo riflette ovunque bagliori luccicanti.
La sala da tè è una piccola stanza intima con carrelli decorati su cui sono ordinati tazzine
di porcellana e bicchieri di cristallo.
Nella sala da pranzo si stende un intarsiato tavolo in noce pronto ad ospitare una ventina
di persone.
La grande cucina sembra quella di un lussuoso ristorante.
La cena è veramente gustosa, ma i discorsi dei grandi sono proprio indigesti: parlano solo
di affari. Gufran, la più grande delle mie cugine, s’abbuffa sempre di gelati e non ingrassa
mai; va a letto quasi sempre molto tardi per guardare la TV. E poi fa colazione all’ora di
pranzo. C’è una cosa però che mi fa proprio arrabbiare: è troppo smorfiosa con gli adulti.
Una sontuosa scalinata porta al piano superiore: quattro camere da letto con quadri di
valore, ognuna delle quali dispone di un lussuoso bagno.
La biblioteca vanta una pregiata collezione di manoscritti antichi. Nello studio ci sono tre
computer. Mi precipito sul Mac per giocare. Jasmin, l’altra mia noiosa cugina, arriva
all’improvviso. E subito comincia a chiedermi cosa sto facendo. Mi chiede se può giocare
col suo computer sapendo che lo può fare. Io le dico che si sarebbe annoiata dopo poco,
ma lei non mi ascolta e subito comincia a contestarmi, io sono già nauseato dai suoi
commenti.
Finalmente se ne va, ma ormai sono già esploso.
In un angolo del giardino vi è un gazebo esagonale che è stato trasformato in una
fantasmagorica sala giochi dove nessuno si diverte.
È trascorso il primo giorno di vacanze, ne mancano ancora novantadue.
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