Agorà 36 - Note per sito.pmd

Transcript

Agorà 36 - Note per sito.pmd
STORIA
Leone il Taumaturgo tra leggenda, storia e territorio
Note e bibliografia
*Luigi
Sanfilippo
territorialista,
dottore di
ricerca e
docente a
contratto di
Storia Moderna
presso
l’Università di
Catania. Si
occupa di
dinamiche
religiose
dell’area
mediterranea
tra basso
Medioevo ed
età Moderna
per lo studio
della Sicilia.
1) San Leone nasce a Ravenna, fra il 710 e il
725, e muore a Catania il 20 Febbraio 785.
2) Queste virtù sono attestate nella liturgia
bizantina dagli Stikyria del vescovo; si legge tra
l’altro che dalla sua tomba trasudasse il Miron,
olio profumato dalle proprietà taumaturgiche.
3) L’artista (1752) da alcuni storici è dato per
nativo di Sciacca in Sicilia; si formò presso la
bottega di Mariano Rossi a Roma dove ebbe modo
di studiare le opere di Raffaello e Caravaggio;
rientrato a Catania fu nella vivace realtà siciliana
di fine Settecento tra i più rappresentativi interpreti
della scuola manieristica romana. Nella sua bottega
si formarono allievi come Sebastiano Lo Monaco,
Giuseppe Rapisardi, Giuseppe Pulejo e Giuseppe
Gandolfo, che successivamente a Roma
proseguirono i loro studi di perfezionamento
seguendo le lezioni di Giuseppe Errante. La sua
opera pittorica di grande effetto caraveggesco, si
rifà al fiammingo Mattia Stomer. (L. Sanfilippo,
San Leone il Taumaturgo e il mago Eliodoro, in
Idem, i Percorsi del sacro in Val Demone ,
C.U.E.C.M. APT 2007).
4) Da una riflessione con Paolo Giansiracusa
durante il seminario sulla Mediovalità di S. Maria
di Licodia, tenutosi il 09 maggio del 2000.
5) La dizione completa del titolo Abbaziale è
Abate di Santa Maria di Licodia, San Marco, San
Leone e San Nicolò l’Arena. C. Ardizzone, I
diplomi esistenti nella Biblioteca Comunale dei
Benedettini, Regesto, Catania Aurora 1927, doc.
48; vedi pure: Dettaglio non compiuto del sito o
fabbrica del Monastero di San Nicolò di Catania
dell’ordine dei P.P. di San Benedetto della
Congregazione cassinese situata dentro le mura
della detta Città, anonimo ASD, Fondo Episcopati
II, Cardinale Dusmet, Monastero di San Nicolò
l’Arena di Catania, 1723-1889, C. 6, F. 1.
6) Dopo il restauro che ha riportato l’opera nella
sua forma originaria, mentre a noi era pervenuta
centellinata, come pala d’altare, si può leggere in
calce: «Matteus Desiderato pingebat 17...». L’
incompletezza della datazione era già stata
registrata da Guglielmo Policastro, in seguito ad
una notizia comunicatagli da tal sig. Giuseppe
Toscano: «Nella Chiesa Madre di S. Maria di
-I-
AGORÀ n. 36/2011
di
Luigi
Sanfilippo(*)
Licodia trovasi del Desiderato una grande pala di
altare rappresentante il Taumaturgo S. Leone
Vescovo di Catania ed il Mago Eliodoro. La firma
dello autore si legge a stento; in calce del quadro:
Matteus Desiderat…» (G. Policastro, Catania nel
Settecento, costumi-architettura-scultura-pitturamusica, SEI – Società editrice internazionale,
Torino 1950).
7) L. Paladino, Le collezioni del museo civico di
Castello Ursino, in AA.VV., Catania la città, la
provincia, le culture, I, ed. Dafne, Catania 2005;
ibidem, Un episodio di committenza artistica
privata sullo sfondo del collezionismo setteottocentesco catanese, in Palazzo Pedagaggi, a cura
di M. C. Calabrese, Maimone, Catania 2005; F.
Cancellieri, Memorie intorno alla vita e alle opere
del pittore cavaliere Giuseppe Errante di Trapani,
Roma 1924.
8) Vescovo di Catania (1818-1819).
9) Il suo nome Eliodoro, altrimenti inteso “il
sovvertitore dell’ordine costituito”, che in greco
vuol dire “dono del dio Sole”, si trova nel II libro
dei Maccabei della Bibbia, al capitolo 3. Eliodoro
era ministro di re Teleuco IV, in un periodo storico
in cui la Siria ellenistica occupava Israele. Per cui
la lotta di liberazione degli Ebrei contro
l’oppressore: i fratelli Maccabei sono appunto gli
eroi martiri della liberazione.
10) D. Motta, Percorsi dell’agiografia, società e
culture nella Sicilia tardo-antica e Bizantina, Ed.
Del Prisma, 2004 Catania.
11) Ringrazio la Dott.ssa Giulia Faro per il
generoso supporto datomi nella traduzione dal
greco di diversi stralcio documentali.
12) D. Motta riprendendo anche gli studi della
Acconcina Longo approfondisce in maniera
articolata le connessioni tra la Sicilia, Roma e le
chiese di Ravenna, Milano, Aquilea, riportando
tra l’altro una vicenda simbolo quella di Bassiano
siciliano di Siracusa, figlio di Sergio “Proefectus
Syracusanorum provinciae” che come in uso per i
figli delle élites del tempo perfeziona i propri studi
a Roma, approda a Ravenna e successivamente
raggiunge Milano dove allievo di Ambrogio,
diventa Vescovo di Lodi e protagonista del Concilio
di Acquilea. D. Motta, Percorsi dell’agiografia,
STORIA
società e culture nella Sicilia tardo-antica e
Bizantina, Ed. Del Prisma, 2004 Catania. Un altro
elemento da sottolineare circa la connessione tra
la Sicilia e la Chiesa ravennate riguarda la
costruzione di una Chiesa dedicata a Sant’Euplio,
protomartire catanese a Ravenna durante il
vescovado del Beato Orsolo.
13) Tra il VII-VIII e IX secolo è bene parlare di
rito greco, i territori del Sud della penisola italica
celebrano lo stesso rito in uso nei monasteri dei
territori dell’Impero: da Costantinopoli,
Tessalonica, Atene… Dal X secolo in poi prende
corpo la dizione del rito italogreco per indicare la
persistenza del rito greco del VII secolo in Sicilia,
le Calabrie, i territori pugliesi e campani, mentre
in Grecia e in Costantinopoli in particolare il rito
si evolve sino alla vulgata più recente chiamata
“Veneriana”.
Da una conversazione con Carmelo Giuffrida Si,
Teologo greco-cattolico.
14) Vedi D. Motta, Percorsi dell’agiografia, società
e culture nella Sicilia tardo-antica e Bizantina, cit.
15) Per rito siculogallicano si intende l’insieme
della liturgia Gallicana, di tradizione latina con la
particolarità esclusiva di un calendario e un’anno
liturgico presi ed ispirati dalla tradizione Bizantina,
Carmelo Giuffrida Si.
16) V. Maria Amico, Catania illustrata, Libro IV,
cap. II, VIII-X, trad. it. Di V. Di Mario Tringale
Editore, 1980-1989.
17) Nel senso che il prelato si impegna a
distruggere materialmente cosa ben comune in quel
tempo, i templi dedicati ai culti di provenienza
ellenico-egizia presenti nei territori riveraschi del
mediterraneo. E’ interessante a tal proposito notare
come già Guido Libertini nel suo saggio “L’indagine
archeologica a Catania nel secolo XVI e l’opera
Lorenzo Bolano”, a proposito del culto alla dea
Cerere così scrive «A Catania la memoria del
tempio di Cerere si era mantenuta viva […] più
che per il ricordo Ciceroniano, perché si ricollegava
ad una tradizione popolare e al nome di San Leone.
Il Breviario Gallicano […] parlava della
distruzione di un tempio pagano operata dal Santo»
che aggiungo, la gente, sintetizzando, favoleggiava
fossero i templi di Cerere e di Proserpina.
Biblioteca Civica Ursino Recupero Catania, Guido
Libertini “L’indagine archeologica a Catania nel
secolo XVI e l’opera di Lorenzo Bolano in
(Archivio storico per la Sicilia Orientale), ASSO,
XVIII, I, II, III 1921.
18) G. Da Costa Louillet, Saints de Sicile et de
l’Italie Méridional aux VIII-XI siècles, «Byzantion»
29-30, 1959-1960.
19) Tale opera come scrive D. Motta, riportando
l’Acconcina Longo ha «un forte sincretismo
religioso […] intriso […] del culto del dio Sole
[…]
l’importanza
dell’astrologia,
dell’interpretazione dei sogni, della magia, di
credenze popolari paganeggianti» che avendo avuto
un’ampia diffusione fu reso compatibile con il
Credo cristiano. L’opera accostata ad altre di natura
filosofico-letteraria più o meno declinata in chiave
cristiana.
20) Menzionata nel «Registrum» da Papa Gregorio
Magno con parole di particolare riguardo. Vedi D.
Motta, cit.
21) Nel senso di cultore delle dottrine
neoplatoniche.
22) A. Longo, La vita di San Leone, cit.S. Lo
Presti, Fonti e leggende catanesi, Ed. SEM, Catania
1938.
23) Addirittura in un lavoro di Salvatore lo Presti,
Eliodoro viene descritto come un essere
dall’aspetto deforme, egli infatti scrive«Theodorus,
aspectu deformis, natione Iudeus e post Simonem
magum nulli in arte magica secondus…». S. Lo
Presti, Fonti e leggende catanesi, Ed. SEM, Catania
1938.
24) Ancora dal geografo arabo-siculo Edrisi nel
suo Kitab Ruggiar, libro di Ruggero, definisce
Qatanah (Catania) Balad al fil, paese dell’elefante;
vedi Biagio Saitta, Fonti per lo studio del
medioevo, C.U.E.C.M., Catania 2004. M. Amari,
Biblioteca arabo-sicula, I, Loescher, Torino e Roma
1880.
25) Colloquio con Rita Carbonaro a margine
della mostra su Scienza e Arti all’ombra del
vulcano del monastero benedettino di San Nicolò
L’Arena di Catania. Concetto espresso ivi da Enrico
Iachello, Caterina Napoleone, Giovanni Salmeri
in, Le ragioni della mostra, in AA.VV. Scienza e
Arti all’ombra del vulcano del monastero
benedettino di San Nicolò L’Arena diCatania,
Maimone Catania 2009.
26) E’ un particolare abito liturgico che
contraddistingue il vescovo rispetto al sacerdote
che indossa solo l’Epitrakiliov (una sorta di stola
latina).
27) Sul culto del mariano nel Mediterraneo e in
Sicilia tra gli altri, L. Sanfilippo, Santa Maria della
Raccomandata, Culto e iconografia lungo la costa
ionica tra Messina e Catania , quaderni del
dipartimento degli studi politici, 3/2008 Giuffrè
Editore, diretto da Salvatore Aleo e Giuseppe
Barone.
28) Sede generalizia dell’Ordine Carmelitano
29) Tra i centri Leonini nel versante tirrenico
della Val Demone , dove é diffusissimo il culto al
santo Taumaturgo ricordiamo quello di Rometta,
Longi e Sinagra di cui è anche patrono. Nell’Ennese
la cittadina di Assoro con la basilica di età
medievale dedicata a san Leone. In Calabria, nel
cosentino ricordiamo la cittadina di Saracina,
località che conserva insigni reliquie del Santo
come un osso del pollice, chiuso in un’artistica
AGORÀ n. 36/2011
- II -
STORIA
teca argentea, mentre un’altra è apposta nel
pregevole simulacro. Su questi temi vedi tra gli
altri: R. Priolisi, Longi, ricerche storiche,
archeologiche, religiose. San Leone: profilo storico
e pastorale, tipografia Lo Presti, Capo d’Orlando
1995. L. Sanfilippo, I percorsi del Sacro, cit.
30) Vedi esempio, L’inventario dell’Archivio
Storico Diocesano, a cura di G. Zito, Ed. ARCA,
Catania 1999. Infra, L’annuario della chiesa
catanese «Catania Sacra» 1994 Visita di Papa
Giovanni Paolo II a Catania, EAC, Catania 1994.
31) Il cui complesso, tra gli altri è stato studiato
dal Biscari e ritratto da J. Houel la chiesa di Santa
Maria della Rotonda fu edificata su una parte di
precedenti stratificazioni termali di età Imperiale.
Una certa tradizione la vuole consacrata proprio
da San Pietro apostolo nell’anno di grazia 44 e
dedicata a Dio Ottimo Massimo e alla sua genitrice
ancora vivente nell’anno secondo di Claudio
Imperatore, cosi come si evince dalla circolare
epigrafe latina posta alla base del Pantheon che
possiamo leggere. Dunque Chiesa Apostolica,
precostitutrice dello speciale rapporto storico
cultuale tra il popolo Siciliano e la loro monarca
celeste.
32) Vedi un mio recente contributo, Aspetti della
vicenda storico-religiosa della Val Demone, tra
mondo greco-bizantino e mondo latino, in
Comunità e territorio nella valle d’Agrò,
Sant’Alessio , a cura di Domenico Ligresti,
C.U.E.C.M., Catania 2005.
33) L’Amico scrive di una colonna di pietra
proveniente di Assuan.
34) Delle opere Romane del Bernini, il Vaccarini
così come si evince da una stampa che ritrae in
una delle prime rappresentazioni del piano della
Cattedrale pubblicata da Salvo Calogero, prese
come modello la Fontana posta in Piazza della
Minerva. Stampa il cui cartiglio evidenza la
dedicazione al Vescovo Galletti che in quanto
concittadino del Vaccarini fu suo protettore, infatti
la dedica recita: «Obelisco antico, nella maniera
che si trova presentemente collocato, sulla piazza
del duomo di Catania, a sua Eccellenza Mons.
Pietro Galletti di principe di Fiume Salato Vescovo
della medesima». S. M. Calogero, Il Palazzo del
Marchese di san Giuliano e Catania, Editoriale
Agorà 2009, infra S. Boscarino, Vaccarini
Architetto, Catania 1992. Il Vaccarini ricevuto
l’incarico nel settembre 1735 così fa incidere
sull’epigrafe posta ai piedi del monumento «Il
senato e il popolo catanese, essendo re Carlo di
Borbone, fece immolare questo Obelisco inciso
di ignoti caratteri egiziani […] simbolo della
magnificenza della patria […] l’anno 1736». L.
Sciacca, L’incredibile storia dei monumenti
catanesi, G. Maimone Editore. Vedi pure D. Spina,
L’Obelisco egitizzante di Catania, in Agorà, X 2003.
- III -
AGORÀ n. 36/2011
35) Jacques Filippe d’Orville 1696-1751. In
quanto, come scrive Liliane Dufour “… l’idea non
era nuova […] prospettata nel 1677, col
governatore militare principe di Bournonville […]
seguendo l’illustre modello romano”. L. Dufour,
Monumenti d’acqua, fonti e fontane di Sicilia,
Domenico Sanfilippo Editore, Catania 2008.
36) C. Ardizzone, Regesto, Op. Cit., doc. 874877.
37) D. Ligresti, A. Patanè e L. Sanfilippo,
Trasposizione e trascrizione dal volgare di una
relazione di anonimo: «Di un orribile e
spaventevole fuoco che eruttò dalla nostra
montagna di Mongibello dell’Etna», in G. Bruno
(a cura di), Una chiesa per “S. Leo de nemore
alias de Panacio”, Belpasso 2009.
38) Tra di essi i parroci monastici come
Francesco Maria Trigona da Piazza, decano
benedettino cassinese ivi sepolto nel 1768 e il
Paternese Angelo Maria Savuto priore di San Leone
nel 1847. Sull’uso della Cappella di Sancti Leonis
Ecclesiae Monasterej Sancta Mariae de Licodia
come luogo di sepoltura di dignitari ecclesiastici,
vedi: L. Sanfilippo in Giacomo Maggiore, monaco
Benedettino parroco e scienziato nella Sicilia
dell’Ottocento, studio Tesi di Dottorato di Ricerca
XX ciclo.
39) Messale Monastico già edito a Venetis ex
Typographia Joannis Antonii Pezzana
MDCCLXXXV, così come ci è stato tramandato
dopo l’intervento d’integrazione agiogrefiche in
appendice da parte del rev. Padre don Jacobus
Maggiore abbas Cassinensis Parocus, nella seconda
metà dell’Ottocento.
40) Una certa tradizione lo vuole monaco
Benedettino. Mentre un documento monastico lo
indica come appartenente all’”ordine basiliano”,
vedi a tal proposito: «Risposta all’Apocrifia dai
titoli insussistenti contro il rev. Sacerdote Don
Michele Ardizzone dell’abitazione di Licodia»,
ASCT, Fondo Benedettino, C.641, B.57.
41) V. Maria Amico, op. cit.
42) L. T. White, jr., Il Monachesimo Latino nella
Sicilia Normanna, Edizioni Dafni, Catania 1984.
43) Mentre l’Amico scrive in monastero viene
“conservato in una custodia d’argento un osso di
un braccio di San Leone.
44) Tommaso Leccisotti, Il Cardinale Dusmet,
Ed. O.V.E., Catania 1962.
45) Benedettino cassinese, vicario generale e
cancelliere dell’arcidiocesi di Catania e durante
del governo episcopale del Dusmet e di quello del
Cardinale Francica Nava, fino alla sua morte
avvenuta nel 1911. Sulla figura di Della Marra
vedi tra gli altri Antonio Coco, Le confraternite
catanesi nell’analisi del benedettino Luigi Taddeo
Della Marra, in Chiesa e Società in Sicilia, secoli
XVII- XIX a cura di G. Zito, Sei Torino 1995.
STORIA
BIBLIOGRAFIA
- AA. VV., G. Bruno a cura di, Una chiesa per
“S. Leo de nemore alias de Panacio”, Belpasso
2009.
- AA. VV., I Borbone in Sicilia 1734-1860, a
cura di Enrico Iachello, Catania Maimone 1998.
- AA.VV., La Sicilia di Jean Houel all’Entourage,
Catalogo della mostra 1988/89 a cura di I.
Grigor’eva e N. Petrusevic, Palermo 1989.
- AA. VV., Scienza e Arti dell’ombra del Vulcano,
Il monastero benedettino di San Nicolò l’Arena a
Catania, (XVIII-XIX secolo), G. Maimone Ed.,
Catania 2009.
- AA. VV., Pel Comune di S. Maria di Licodia
contro Comune di Catania ed il fondo per il culto,
Alla corte di Appello di Catania (I sezione),
Catania Tipografia di Eugenio Coco, 1894.
- A. Acconcina Longo, La vita di San Leone
Vescovo di Catania e gli incantesimi del mago
Eliodoro, RSBN N.S. 26, 1989.
- M. Amari, Biblioteca araba-sicula, I Volume,
Loescher, Torino e Roma 1880.
- M. Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia,
Catania 1993.
- V. Maria Amico, Catania Illustrata, Volume I
e II, C. Tringale, Catania 1989.
- C. Ardizzone, I diplomi esistenti nella
Biblioteca Comunale dei Benedettini, Regesto,
Catania Aurora 1927.
- S. Boesch Gajano (a cura di) Santità, culti
agiografici, Temi e prospettive, Viella, Roma 1997.
- S. Maria Calogero, Il Palazzo del Marchese di
San Giuliano a Catania, “Editoriale Agorà”,
Catania 2009.
- F. Cancellieri, Memoria intorno alla vita e
alle opere del pittore Cavaliere Giuseppe Errante
di Trapani, Roma 1824.
- S. Correnti, Leggende di Sicilia e loro genesi
storica, Longanesi, Milano 1975.
- G. Da Costa Louillet, Saints de Sicile et de
l’Italie Méridional aux VIII-XI siécles «Byzantion»
29-30 1959-1960.
- F. De Roberto, Catania, Ristampa anastatica,
Rosalba Galvagno e Dario Stazzone a cura di,
Papiro Editrice, 2007 Enna.
- L. Doufor, Monumenti d’Acqua, Fonti e
Fontane di Sicilia, D. Sanfilippo Editore, Catania
2008.
- L. Dufourny, La Cappella del Crocifisso
(prefazione di Giarrizzo), Università degli studi
di Catania, 1988 Catania.
- G. Fasoli, Sul patrimonio della Chiesa di
Ravenna in Sicilia, FR 117, 1979.
- F. Ferlauto, Un encomio inedito di San Leone
Vescovo di Catania in AA. VV. «Byzantino-Sicula»
III, Miscellanea di scritti in Memoria di Bruno
Lavagnini, Palermo 2000.
- F. Giunta, La prima Chiesa romano-biazantina,
in Chiesa e società in Sicilia, l’età normanna, G.
Zito a cura di SEI 1995 Torino.
- G. La Marrica, Sicilia Fondazioni e restauri
di Monumenti tra Rinascimento e Barocco, Ed.
Flaccovio Palermo 1982.
- D. G. Lancia di Brolo, Storia della Chiesa in
Sicilia nei primi dieci secoli del Cristianesimo,
II volume, Palermo 1884.
- T. Leccisotti, Il cardinale Dusmet, Ed. O.V.E.,
Catania 1962.
- G. Libertini, Catania nell’età Bizantina, in
ASSO, II serie, VIII, Catania, 1932.
- S. Lo Presti, Fatti e leggende catanesi, Ed. SEM
Catania 1938.
- M. Mazza, La Sicilia fra Tardo-antico e
Altomedioevo, in C.D. Fonseca (a cura di) La
Sicilia rupestre nel contesto delle civiltà
mediterranee, atti convegno, Catania – Pantalica
– Ispica, 1981.
- D. Motta, I percorsi dell’agiografia, società e
cultura nella Sicilia tardoantica e bizantina,
Edizioni del Prisma, Catania 2004.
- M. Luigi Nicosia, Un racconto quasi storico.
Il “Liotru” e la reincarnazione di Eliodoro al
tempo del terremoto del 1693, in Catania, la città,
la provincia, la cultura. Volume 1, Catania Città,
Editrice Dafni.
- A. Olm, Catania antica, traduzione di G.
Libertini, Libreria Tirelli, Catania 1995.
- B. Pace, Arte e civiltà della Sicilia antica, Roma
1949.
- N. Pagliaro, La fontana dell’Elefante e lo
Stemma di Catania. Origine e significato, «Rivista
del Comune», 2-3, aprile-settembre 1953.
- L. Paladino, Le collezioni del Museo Civico
di Castel Ursino, in AA. VV., Catania la Città, la
Provincia, Le culture, I Ed. Dafne, Catania 2005,
Ibidem, Un episodio di committenza artistico
privata sullo sfondo del collezionismo setteottocentesco catanese, in AA. VV. Il Palazzo
Pedagaggi da “Casa Magnetizia” facoltà di Scienze
Politiche a cura di M. C. Calabrese, Ed. Maimone,
Catania 2005.
- G. Pappalardo, San Leone il Taumaturgo,
vescovo di Catania, Parrocchia San Leone, Carsus
Catania 1979.
- S. Maria Perni, Il retaggio del paganesimo nella
fontana dell’elefante di Vaccarini, in «Corridoio»,
giugno-luglio 2004.
- G. Policastro, Catania nel Settecento, costumiarchitettura-scultura-pittura-musica, SEI – Società
editrice internazionale, Torino 1950.
- S. Pricoco, Un esempio di agiografia regionale:
La Sicilia, in Santi e demoni nell’alto medioevo
occidentale (sec. V-XI), Cisam Spoleto 1988.
- R. Priolisi, L ongi, Ricerche storiche
archeoliche, religiose. San Leone: profilo strocio
e pastorale, tipografia Lo Presti Capo d’Orlando
AGORÀ n. 36/2011
- IV -
STORIA
1995.
- D. Raffin, La vita metrica anonima su Leone
di Catania, dal cod. Messin., Gr. 30 “Bollettino
della Badia Greca di Grottaferrata”, 16, 1962.
- C. Ruggiani, La Sicilia fra Roma e Bisanzio,
in Storia della Sicilia, III, Società editrice Storia
di Napoli e della Sicilia 1980.
- B. Saitta, Fonti per lo studio del Medioevo,
C.U.E.C.M. Catania 2004.
- L. Sanfilippo, Aspetti della vicenda storicoreligiosa, della Val demone, tra mondo grecobizantino e mondo latino in comunità e territorio
nella valle d’agrò, Forza d’Agrò-Sant’Alessio, a
cura di D. Ligresti , C.U.E.C.M., Catania 2005.
- L. Sanfilippo, I percorsi del sacro in Val
Demone, Ed. APT C.U.E.C.M., Catania 2007.
- L. Sciacca, L’incredibile storia dei monumenti
catanesi, G. Maimone Editore, Catania 2002.
- G. Sfameni Gasparro, I culti orientali in
Sicilia, LEIDEN 1973.
- D. Spina, L’obelisco “egitizzante” dell’elefante
di Catania. Storia degli studi e nuove prospettive
di ricerca in «Memorie e Rendiconti
dell’Accademia di Scienze lettere e belle arti degli
Zelanti e dei Dafnici», serie V, vol. V, (2006),
Acireale dicembre 2007.
- D. Spina, L’Obelisco egitizzante di Catania, in
Agorà, X 2003.
- L. T. Whyte jr., Il Monaschesimo latino nella
Sicilia Normanna, Ed. Dafne, Catania 1984.
FONTI DOCUMENT
ALI
DOCUMENTALI
- ASD Fondo Episcopati, Benedettini, Reliquie
del Santo, C.6, f.16.
- Risposta all’Apocrafia dei tituli insussistenti
contro il Rev. sac. Michele Ardizzone e
dell’abitazione di Licodia , A SCT, Fondo
Benedettino, C. 641, B. 57. Tesi di Laurea, Maria
Anile, relatore Domenico Ligresti, A.A. 20082009.
- Dettaglio non compiuto del sito o fabbrica
del Monastero di San Nicolò di Catania dell’ordine
dei P.P. di San Benedetto della Congregazione
cassinese situata dentro le mura della detta Città,
anonimo ASD, Fondo Episcopati II, Cardinale
Dusmet, Monastero di San Nicolò l’Arena di
Catania, 1723-1889, C. 6, F. 1.
STUDI
- P. Giansiracusa, Il territorio etneo e Catania
tra Medioevo e prima età moderna: La
committenza benedettina nella scultura e nella
pittura, lezione tenuta presso la Facoltà di Scienze
Politiche il giorno (registrazione).
- L. Sanfilippo, Giacomo Maggiore, monaco
benedettino, parroco e scienziato nella Sicilia
dell’Ottocento. Tesi di dottorato di Ricerca, XX
ciclo.
-V-
AGORÀ n. 36/2011
Dizionari
G. Barbera, G. Errante, in Dizionario
Biografico degli italiani, Vol. XLIII, Roma 1993.
L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani,
Vol. II, Pittura, a cura di M. C. Ruggeri Tricoli,
Novecento Editore, Palermo 1993.