Armi e Balistica (12/2013)

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Armi e Balistica (12/2013)
di Emanuele Tabasso
OTTICHE
[email protected]
ATTUALITÀ
In casa CZ,
A PRAGA
SCELTA
PER VOI
COLLEZIONISMO
Un ristretto numero di giornalisti europei è stato invitato dalla Česká Zbrojovka
per un incontro durante il quale porre a disposizione le proprie armi per esami approfonditi e, soprattutto, per divertenti prove a fuoco
L’
invito indicava i giorni a cavallo tra fine settembre e
primi ottobre per un incontro in Cekia, ospiti della
storica Česká Zbrojovka, per osservare da vicino la
produzione attuale, conoscere dall’interno lo stato dell’azienda e i programmi futuri, potendo sottoporre domande per chiarire dubbi o curiosità, osservare il lavoro di un
maestro incisore, ascoltare le interessanti considerazioni
di una coppia di campioni del tiro pratico.
Ma andiamo con ordine: il ritrovo è fissato per il pomeriggio di domenica 29 settembre e tutto si rivela comodo
con laCURIOSITÀ
navetta che parte dall’aeroporto e in mezz’ora ci
deposita davanti alla stazione centrale. Pochi passi e sia-
Il negozio di rappresentanza della Česká Zbrojovka a Praga è situato proprio di fronte ai giardini della stazione centrale delle ferrovie: il clima è accogliente e lo stile riprende quello della Mitteleuropa di inizio Novecento
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Novità e prove
alla storica CZ
mo al pregevole negozio aziendale situato in questa zona
strategica di Praga.
L’accoglienza cordiale del personale addetto mette subito a disposizione i bellissimi ambienti arredati con mobili
e armadi a vetrine di gusto raffinato in cui risaltano la dovizia di capi di abbigliamento, gli accessori e, ovviamente, le tante armi presenti per la curiosità dei visitatori e
probabili clienti.
Una prima carrellata di immagini, così giusto per prender
cognizione di quel che si osserverà più a fondo nei giorni
successivi, la disponibilità da parte delle persone incaricate di seguirci, caffè, conoscenze con nuovi colleghi, e giunge l’ora della partenza per Liberec, città nel nordest del
Paese, sede, come vedremo, di un complesso sportivo di
prim’ordine. La serata è libera e dopo cena qualche passo
nell’aria già fresca ravviva gli spiriti.
Prima di proseguire la descrizione degli eventi è opportuno rimemorare per sommi capi la storia di questa azienda
nata per la realizzazione di armamento leggero con sede
a Strakonice, nell’odierna Boemia meridionale, all’epoca
nella Prima Repubblica Cecoslovacca sorta nel 1918 dallo
smembramento dell’impero austroungarico alla fine della
Prima guerra mondiale.
Lo stabilimento di Uherský Brod, in Moravia, prende avvio
nel 1920 con la specifica destinazione produttiva rivolta a
mitragliatrici da aereo e pistole da segnalazione: tali produzioni richiedono da subito un certo numero di persone
ad alta specializzazione che vengono là inviate dalla sede
centrale dando vita a un nucleo in grado di realizzare prodotti di elevata qualità, caratteristica che diventerà una
delle più importanti e accreditate connotazioni della Casa
grazie anche all’impiego dell’acciaio locale di ottime prerogative e ai trattamenti che via via vengono adottati per
aumentarne resistenza e affidabilità.
La CZ in quanto tale viene costituita sempre a Uherský
Brod nel giugno del 1936 e sotto tale denominazione si
mantiene anche al termine della Seconda guerra mondiale passando naturalmente nelle mani del governo
centrale subentrato nelle nazioni finite nell’orbita dell’Unione Sovietica.
Nel periodo della Guerra Fredda si costruiscono notevoli
varietà di armi tra cui il fucile mitragliatore vz. 58, la pistola con possibilità di fuoco a raffica Škorpion vz. 61, molte
carabine sia a fuoco centrale sia in calibro .22 LR che formano una costante della produzione orientate al settore
agonistico come a quello venatorio sportivo: una nota viene a proposito per indicare come anche questa azienda
abbia sempre trattato, e continui encomiabilmente a trattare, le carabine in calibro .22 LR alla stregua delle sorelle
maggiori per impostazione stilistica e concettuale. Appare
poi la pistola modello 75 di cui è superfluo tessere gli elogi
esemplificati nella cospicua progenie di successo tuttora
in splendida forma.
Il 1988 segna una svolta storica per l’Europa e già nel 1991
La gentilissima Hana Smilková, addetta alle relazioni con
la stampa, intrattiene alcuni ospiti tra le vetrine: fra le
diverse lingue parlate c’è anche l’italiano, a testimoniare
l’interesse della storica Casa per il nostro mercato
Una vetrinetta con il fucile di precisione modello 750 S1
M1 e alcune pistole con finiture colorate, decisamente
poco convenzionali ma parimenti molto gradevoli; altre
presentano ricche incisioni o riporti in oro
Una meccanica 750 S1 M1 è stata impiegata, con canna
particolare e calciatura Bell & Carlson, per realizzare un
fucile per tiro di precisione a lunga distanza: il Meopta
ZD 6-24x56 RD è dotato dei congegni più sofisticati
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ATTUALITÀ
OTTICHE
SCELTA
PER VOI
Il Roney rappresenta una estensione di utilizzo per una
classica pistola come la CZ 75: questo guscio di polimero
accoglie l’arma permettendone l’imbraccio a due mani
con notevole miglioramento delle prestazioni
Un cofanetto di legno con interno di velluto celeste accoglie una rivoltella Dan Wesson con le sue quattro canne sostitutive. Questa famosa firma statunitense è stata
rilevata non molto tempo addietro dalla CZ
La Škorpion degli anni Settanta rimemora ai meno giovani un periodo rimasto nel pensiero di molti: al di là
dell’uso e degli utilizzatori rappresenta un progetto tuttora degno di attenzione e di apprezzamento
le fabbriche vengono decentralizzate e ricomincia l’avventura del libero mercato. Nel 1992 la CZ di Uherský Brod
viene privatizzata e in poco tempo diffonde i suoi prodotti in sessanta Paesi, che diventano oggi più di cento;
nel 1997 si crea la fabbrica negli Stati Uniti d’America con
sede prima a Oakhurst in California, poi nel 1998 a Kansas
City nell’omonimo Stato, e la diffusione dei prodotti gode
così di un’accelerazione entusiasmante. Ancora negli Stati
Uniti viene acquisita la ben nota fabbrica di rivoltelle con
COLLEZIONISMO
il marchio Dan Wesson e si apre l’agenzia Safari International per l’organizzazione appunto di viaggi venatori di
particolare importanza.
Sempre negli anni Novanta viene inglobato il marchio
Zbrojovka Brno con diversi modelli di quella notissima
produttrice: anche di questa formidabile entità conviene
dare qualche nota storica per l’importanza che si è sempre
conquistata e per i progetti mai banali. La fabbrica è in origine produttrice di artiglierie dell’impero asburgico e alla
svolta storica del 1918 viene acquistata dal governo cecoslovacco e trasformata in officina riparazioni di materiale
CURIOSITÀ
rotabile
ferroviario, passando poi a produzioni di componenti per telegrafo e telefonia, equipaggiamenti ferroviari
e attrezzature varie.
Quello che sino alla fine del 1918 era lo stabilimento per
riparazioni e anche assemblaggio degli Steyr Mannlicher
95 austriaci viene convertito alla costruzione dei Mauser
K 98 tedeschi dal tipo 22 fino al noto 24; proprio negli
anni 1924 e 1925 sono creati nuovi edifici per la costruzione di fucili, mitragliatrici, automobili, con ulteriori
indirizzi verso altri apparati industriali come biciclette,
scale industriali, macchine utensili e attrezzi specialistici,
nonché motori per aerei.
La Zbrojovka Brno giunge a essere il modello di una moderna organizzazione industriale perfettamente strutturata ed espansa su ampia scala e con una precisa e costante
produzione in serie. In questi frangenti l’azienda introduce
un suo originale sistema di controllo delle tolleranze insieme all’uso di specifiche apparecchiature per ottenerlo,
diventando in Cecoslovacchia un pioniere della standardizzazione produttiva.
Nella seconda metà degli anni Venti la Zbrojovka Brno
si concreta come uno dei maggiori produttori di fucili al
mondo mentre nei successivi anni Trenta produce anche
macchine per scrivere su licenza della statunitense Remington e fra 1934 e 1938 amplia la propria posizione attirando capitali esterni e aprendo aziende in Slovacchia,
Romania e Jugoslavia. Negli anni Quaranta, sotto l’occupazione tedesca, implementa la produzione di fucili K 98
ben noti per la loro qualità, riconoscibili dal Tarncode dot
e il nome Brunn, Brno tradotto nella lingua germanica (il
simile codice criptico dou si riferisce a un’altra fabbrica
della zona, quella di Povaszka Bystrica, anch’essa produttrice dei K 98).
Dopo la Seconda guerra mondiale l’azienda produce pure
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Novità e prove
alla storica CZ
trattori, poi sempre moto e fucili sportivi e da caccia. Ancora nei primi anni Settanta costruisce un nuovo edificio e
nella decade seguente si inserisce nel campo delle apparecchiature per calcolatori.
Sono però gli anni Novanta a imprimere una svolta radicale con una forte ristrutturazione e, da ultimo, il passaggio nell’orbita della CZ a cui la Zbrojovka Brno apporta
diverse sue realizzazioni armiere come i fucili a canne
lisce o i misti insieme ai noti kipplauf, di progettazione
autorevole e personale.
INIZIA LA RIUNIONE
L’attività della mattina seguente prende avvio in un ampio salone illuminato da un sole smagliante con le presentazioni dei relatori da parte di Hana Smilková, responsabile dei rapporti con la stampa: Karel Barinka, direttore
marketing, espone le considerazioni e i programmi per il
nuovo futuro del mercato diviso ovviamente fra quello
sportivo e quello militare o paramilitare dove l’azienda
offre diverse possibilità tutte di notevole interesse.
L’attenzione primaria è sempre rivolta al più grande mercato armiero, quello statunitense, con promettenti aperture su nuovi o recenti orizzonti come la Russia e altri Paesi dell’est Europa; non mancano certo i consolidati clienti
della parte centro-occidentale di questo nostro continente
fra cui l’Italia rappresenta un polo notevole, grazie all’equilibrio dei prodotti e alle capacità di valorizzarli dell’importatore, la ditta Bignami che ogni cultore delle armi considera un punto di riferimento per la propria passione.
Seguono poi i relatori che illustrano il sistema ALP della CZ
per la difesa di quello che solitamente è definito il ‘soldato futuro’, considerando che il futuro è già adesso o quasi: le protezioni del corpo, i supporti tattici e quelli per il
collegamento con i componenti della squadra integrano
l’armamento individuale e rendono assai più efficiente ed
efficace l’opera del singolo combattente in coordinato legame con i colleghi. Ora con un numero assai ridotto di
persone si ottengono risultati prima raggiungibili solo con
grandi masse di uomini.
Seguono gli interventi di Ladislav Britanák, vice presidente
del gruppo e direttore commerciale, che illustra rapidamente la visione del settore affidatogli, e da ultimo segue
quello di Radek Chaloupka, responsabile principale delle
vendite nel settore Europa, per illustrare la strategia adottata nel comparto specifico. In capo a tutto sta l’attuale
assetto dell’azienda che, dopo aver consolidato al massimo la propria eccellente situazione nello stabilimento di
Uherský Brod, ha iniziato a espandersi con il metodo delle
acquisizioni: giocando, come si suol dire, in casa, ha fatto
proprio l’altro famoso marchio armiero della vecchia Cecoslovacchia, la Zbrojovka Brno, che ha portato in dote i
suoi ben noti basculanti monocanna rigati, i sovrapposti
misti insieme a parecchi modelli di canne lisce, giusta integrazione per un settore prima mancante.
Nata per prima la P-07 con dimensioni contenute, ora
le si affianca la P-09 a piena misura con la stessa ergonomia e una leggera differenza nelle prestazioni visto il
serbatoio maggiorato e un migliore equilibrio
Per scegliere fra queste opportunità si arriva di fronte al
famoso trilemma perché fra una SP 01, una 75 classica
o una 75 Compact c’è davvero da domandarsi quale fra
le tre appaghi meglio le nostre esigenze
La CZ tratta in maniera analoga i fucili a fuoco centrale e
quelli a percussione anulare: qui viene illustrato un modello 455 in .22 LR con calciatura a pollice passante e
canna pesante scanalata
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ATTUALITÀ
OTTICHE
L’avviamento della CZ-USA è oramai ben assodato come
l’acquisizione della Dan Wesson. È notizia fresca l’apertura della CZ-Brasil con un chiaro intendimento a sommare
al florido mercato del nord del continente anche quello
già brillante e tuttora in espansione della parte centro-sud
dove proprio il Brasile vanta numeri economici di tutto
rispetto. La città prescelta è Pomerode, nel meridionale
Stato diSCELTA
Santa Catarina: vi risiedono circa 24mila persone e
l’intentoPER
fra proprietà
VOI aziendale e amministrazione locale
è di far partire entro la fine del corrente anno un’attività di
assemblaggio e di produzione iniziando dalla pistola P-07.
La mattinata prosegue con la panoramica delle varie
armi presenti, alcune opportunamente disassemblate
per consentire un esame più approfondito delle scelte
tecniche, iniziando a fissare parecchie immagini a documentazione. Diamo un resoconto complessivo abbinandolo alle prove che abbiamo potuto condurre con alcune
delle armi messe a disposizione e scelte come rappresentative dei diversi settori.
Nel pomeriggio si sono potuti intervistare i progettisti
aziendali e l’incisore René Ondra che, con molto garbo, ha
apprezzato i complimenti per le sue realizzazioni precisando che gli incisori italiani sono i migliori al mondo: il gusto
va di pari passo con la signorilità, tratti che notiamo caratteristici della popolazione ceca.
UNA PANORAMICA FRA MILITARE O QUASI
Il clima continentale del territorio impone certe scelte e
quindi i poligoni all’aperto hanno una limitazione temporale d’uso nell’arco dell’anno da consigliare la realizzazione di impianti al chiuso: il complesso di cui fa parte
l’Arena Hotel di Liberec include spazi per diverse attività
per cui abbiamo visto nelle ore post scolastiche arrivare
parecchi ragazzini con la loro brava mazza da hockey su
ghiaccio, sport diffusissimo che qui esprime squadre di
vertice internazionale.
La sera precedente la mattinata dedicata alle prove d’arma ci si è cimentati in una estenuante quanto divertente
partita a bowling durante la quale le gigantesche maremmane (per usare una similitudine venatoria) ponevano difficoltà ai novizi per scelta e mantenimento delle traiettorie
e insieme esemplificavano la cessione energetica sui birilli
consentendo una rapida valutazione di tre fattori: dove
colpire, massa costante, velocità variabile e assai influente. In sommi capi un tiro di caccia simulato! Conquistare il
sesto posto su un paio di dozzine di partecipanti ci è sembrato gratificante.
L’interesse maggiore tuttavia si è focalizzato nella mattina
seguente prendendo in mano diverse armi e sparando parecchi colpi. Il nostro gruppetto ha iniziato dal settore militare e, pur non essendo quello che seguiamo abitualmente, abbiamo apprezzato la facilità di impiego e la sostanza
percepibile nel fucile d’assalto modello 805 Bren camerato
per la cartuccia 5,56 NATO, funzionamento a presa di gas e
chiusura dell’otturatore a testina rotante; gruppo di scatto
facilmente amovibile con selettore per S-1-2-30 e caricatore traslucido di disegno originale della Casa.
Il montaggio di un mirino a laser facilita assai l’acquisizione dei bersagli e apprezziamo nel contempo l’immediata adattabilità del calcio telescopico alla nostra conformazione, l’ergonomia insita nel progetto, l’eccellente
stabilità al tiro (verificabile dalle immagini con arma in
linea e bossolo ancora in volo), la manetta di armamento
COLLEZIONISMO
reversibile, i comandi ambidestri, i semigusci inferiore e
superiore di pari lunghezza provvisti con dovizia di slitte
MIL-STD-1913, le mire metalliche abbattibili. Da ultimo
il Bren può essere fornito come arma d’assalto o come
carabina a canna corta assumendo la stessa denominazione, ma con la specifica A2.
A integrazione di tutte le prerogative indicate il fusto
dell’arma può sostenere il lanciagranate modello 805 G1
calibro 40x46 mm, previsto sia per il montaggio sopra detto sia come arma a sé stante, utilizzando impugnatura,
supporto e calciatura del Bren: interessanti le caratteristiCURIOSITÀ
che tecniche
che condensiamo evidenziando il sistema di
apertura e chiusura per il caricamento tramite uno svincolo ad azionamento lineare mentre la canna si svincola
lateralmente con preselezione destra o sinistra: non si costringe così l’operatore a sollevare l’arma da un’auspicabile
posizione defilata.
Nel munizionamento 9 Parabellum la Scorpion Evo 3 A 1
raccoglie unanimi consensi e viene vista dagli specialisti
come una degnissima concorrente della Heckler & Koch
MP5 nel settore delle pistole mitragliatrici: spara bene con
calciolo tanto esteso quanto ripiegato e vengono indicati
con 250 e 50 metri le gittate utili nelle due configurazioni.
Peso ridotto grazie all’esteso impiego di stampati di polimero, misure contenute e massa ben bilanciata ne fanno
un’arma impiegabile nelle condizioni più critiche; lo smontaggio di campagna non richiede attrezzi, i caricatori possono essere da trenta o venti cartucce e le guide presenti
accolgono ogni tipo di accessorio ed è disponibile un silenziatore di buona efficacia e poco ingombrante.
Ancora una proposta di arma intermedia viene dal Roni,
castello di polimero adatto a ricevere la pistola CZ 75 Duty
07/08 trasformandola in una parente assai prossima di
una SMG e migliorando di un buon 10 percento le prestazioni di accuratezza e velocità nel tiro per chi la impugni.
L’ambito militare chiude con un fucile per il tiro di precisione a media distanza mutuato dal settore sportivo, il modello 750 S1 M1, in cui l’azione di acciaio fresato vede un
classico otturatore a due tenoni frontali e lungo estrattore
a lamina, tipo Mauser 98, abbinato a un castello con anello anteriore e ponte chiuso posteriore: viene montata su
una calciatura di polimero rinforzato con fibra di vetro, del
tipo a pollice passante, dorso e calciolo regolabili.
All’apice dell’asta è inserita una rotaia per applicare il bipiede di appoggio tipo Harris. La canna da 600 millimetri
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Novità e prove
alla storica CZ
camera la cartuccia 7,62 NATO ed è solcata da quattro righe destrorse con passo 1:10; alla bocca viene montato un
riduttore di rinculo e spegnifiamma del tipo a una camera
mentre nella parte superiore è previsto il nastro estensibile per contrastare l’effetto miraggio: la Casa garantisce una
vita operativa di cinquemila colpi senza che si manifestino
decadimenti sensibili di precisione. Fra anello e ponte viene applicato uno spezzone di rotaia conforme alle specifiche MIL-STD-1913 per il montaggio rapido dell’ottica di
puntamento. Il caricatore bifilare staccabile con presentazione singola della cartuccia ha una capacità di dieci colpi
ed è rivestito da uno strato di materiale elastico protettivo. Il peso di 5.800 grammi è adeguato all’impiego.
Il settore dell’arma corta è magnificamente sostenuto
dalle diverse versioni originate dalla semiautomatica modello 75, un punto di riferimento per le qualità
intrinseche di ergonomia e affidabilità con capacità
di fuoco assai elevata nelle versioni a misura piena.
Il fusto con guide interne per lo scorrimento del carrello è di acciaio ottenuto da microfusione tranne che
nella versione Compact per la quale si impiega la lega
di alluminio, si adotta la classica chiusura a canna pivotante con risalti superiori e asola inferiore entro cui
si inserisce il traversino ancorato al castello; l’azione
singola e doppia, la sicura inseribile con cane armato
sono scelte qualificanti estrinsecate nei modelli CZ 75
Compact, CZ 75 e CZ 75 SP-01 oggi raggruppati sotto
la dicitura Shadow Line.
Per tutte troviamo le nuove guancette sottili di alluminio
nero goffrato, molto belle e funzionali: nell’ottica della sottigliezza dà un po’ da pensare il pulsante di svincolo del
caricatore mantenuto molto sporgente. Gruppo di scatto
uguale per tutte con grilletto liscio e nichelato (ottimo già
al tatto) che permette di usufruire al meglio della perfetta sensibilità consentita anche dall’eliminazione in questa
serie del blocco automatico del percussore, fatto tuttavia
che lascia un po’ sconcertati in questi tempi quando la sicurezza è un argomento di primaria importanza.
La guida della molla di recupero è di acciaio lucidato e i
caricatori di acciaio nichelato: la loro capacità è rispettivamente di 14, 17 e 19 cartucce, elevata quindi in rapporto
alle dimensioni dei diversi tipi. La tacca di mira del tipo
Ancora una proposta da Bench Rest in .22 LR con calciatura di polimero, canna varmint corta e bipiede Harris:
in poligono ci siamo divertiti parecchio e abbiamo apprezzato questi allestimenti molto specifici
La nuova carabina modello 557 è stata progettata per
sostenere la battaglia in atto dove tecnica, funzionalità,
estetica e quotazione saranno premianti: un solo appunto sui 52 centimetri di canna che sono davvero pochini
lungo e rastremato facilita l’estrazione minimizzando l’impigliamento e offrendo una istintiva acquisizione del bersaglio grazie anche al mirino di fibra ottica rossa. Permangono a listino la CZ 75 SP-01 Shadow, dominatrice di gare
internazionali IPSC nella classe Production e impiegata da
forze di sicurezza e unità speciali di tutto il mondo, insieme
alla CZ 75 Compact, misura ridotta del tipo 75 B, che con-
o e alla caccia ci ha conquistati,
Sulla base del modello 527 questa configurazione Varmint adatta al poligon
di prestazioni eccellenti
grazie anche alla cartuccia camerata, la recente .17 Hornet di Hornady, capace
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ATTUALITÀ
OTTICHE
SCELTA
PER VOI
Sulla meccanica del modello 557 è stata creata la versione su richieste specifiche dei Ranger canadesi con
scatto diretto a due tempi, serbatoio da dieci colpi staccabile, slitta Picatinny e bipiede Harris
Il nuovo fucile d’assalto modello 805 Bren può accogliere sulla sua base questo lanciagranate dotato di apertura laterale molto comoda per rimanere con l’arma a filo
del terreno, senza esporsi durante la ricarica
Nelle diverse gamme di pistole viene evidenziato il ridotto spessore delle nuove guancette di alluminio
stampato: ci pare forse da ripensare la sporgenza laterale del pulsante di svincolo del caricatore
serva il castello di acciaio ed è quindi assai gradita ai cultori
dei metodi e dei materiali tradizionali.
Per tutte il calibro standard è il 9 Luger (detto altrimenti 9
Parabellum o 9x19) e, in alcuni modelli, è possibile avere
il .40 Smith & Wesson, come per esempio nella subcompatta CZ 2075 Rami, fusto di lega di alluminio, chiusura SIG
e un insieme di prerogative abbinate alle due di maggior
spicco: potenza e minime dimensioni.
Per gli amanti di soluzioni alternative, quindi i fusti di poCOLLEZIONISMO
limero con fibra di vetro e la chiusura tipo SIG Sauer, la CZ
affianca ora alla sua compatta P-07 la nuova P-09 a piena
dimensione con numerose migliorie fra cui si possono osservare il pacchetto di scatto Omega che include la possibilità di avere la classica sicura attivabile manualmente
oppure solo l’effetto abbatticane; inoltre è presente la
sicurezza automatica al percussore. L’imbocco della sede
del caricatore è svasata per sveltire le operazioni di ricarica
e la capienza è di ben diciannove colpi più uno in canna; le
profonde rigature di presa sul carrello offrono una retrazione del medesimo immediata e rapida. L’impugnatura
montaCURIOSITÀ
tre diversi dorsalini per garantire l’adattabilità alla
mano dell’utente e le superfici metalliche, anche interne,
sono trattate con la finitura Tenifer a garanzia contro ogni
tipo di abrasione o corrosione.
A chiusura notiamo la presenza della slitta inferiore,
sempre a norme militari, per montaggio di accessori
quali torcia, laser e via scegliendo fra quel che le nuove
tecnologie offrono.
Da ultimo segnaliamo la CZ 75 TS Czechmate di cui non
occorrono descrizioni tanto è conosciuta nel settore delle
competizioni di tiro pratico: tutte le prerogative nate con
i primi modelli 75 sono alla base del successo di questa
edizione davvero corsaiola dell’eccellente pistola.
I tiratori agonistici Martina Šerá e Martin Kamenicek danno dimostrazione della loro bravura e della funzionalità
perfetta delle pistole CZ mentre, molto più modestamente, la trentina fra giornalisti e alcuni tecnici aziendali si
sono cimentati in una garetta su cinque colpi sparati con
una delle 75 a disposizione: ci siamo trovati in spareggio
con un giovane greco, in abbigliamento da tiro pratico, e
siamo arrivati al secondo posto con una rosata ragguardevole, ma alta: già ben avanti nella terza età ci riteniamo
ampiamente soddisfatti.
I FUCILI PER CACCIA E TIRO
Iniziamo dai fucili a canne lisce acquisiti come progetto iniziale dalla Brno, della cui elevata qualità insieme alle peculiari caratteristiche gli odierni tecnici sono custodi: spicca il
sovrapposto Competition camerato nel calibro 12/70 per
le specialità di pedana, caratterizzato da una bascula molto compressa in lunghezza, specie nella testa.
A seguire le doppiette con il nuovo modello Bobwhite per
i piccoli calibri, due grilletti, calcio all’inglese ed estrattori
automatici per chi ama la tradizione, oppure l’Hammer
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Novità e prove
alla storica CZ
Coach a cani esterni e canne corte, riedizione di quanto
adoperavano le guardie delle diligenze e finalizzata oggi
alle competizioni Old West.
Nei semiautomatici sono presenti due modelli, entrambi
con funzionamento a presa di gas e castello di duralluminio: il nuovo 712 Utility camerato per il 12/76 destinato
alla difesa e alla caccia, con canna da soli venti pollici, cinque colpi (quattro più uno), calciatura di sintetico nero, finitura del metallo al cromo molibdeno con spiccate caratteristiche anticorrosione, apprezzabile blocco automatico
del percussore. In campo prettamente venatorio si trova
il 912, di aspetto elegante con anodizzazione lucida del
castello, eleganti legni di noce verniciati a olio e la scelta
tecnica della molla di recupero situata nel calcio così da
facilitare lo smontaggio e consentire un disegno più affusolato dell’asta.
Il modello Mallard fa riferimento alla CZ-USA ed è un sovrapposto di struttura classica allestito in diverse versioni
da caccia nei calibri 12/76 e 20/76: robustezza e prezzo
formano un abbinamento molto gradito alla clientela. Non
mancano i misti con canna liscia e canna rigata completamente separate e collegate in volata da un doppio anello
che lascia libertà di estensione a quella a palla mantenendo così la precisione e la costanza di impatto anche nel
susseguirsi di più colpi.
Passiamo ora ai rigati puri, carabine e kipplauf di vario indirizzo, ma andiamo con ordine citando l’aria compressa da
divertimento, quella che un tempo era il primo giocattolo serio che un bambino potesse ricevere quando ancora
frequentava le scuole elementari: oggi è tuttora possibile
sfidando reprimende di ogni genere, ma pare che questa
stortura mentale sia appannaggio della nostra bella Italia,
perché altrove le classiche Slavia, nelle diverse versioni
della serie 630 con caricamento a canna pieghevole, si
vendono eccome!
Nella tipologia ad aria precompressa la CZ ha stretto un
accordo con una affidabile ditta inglese e dispone quindi
del modello CZ 200 T adatto alle specialità dell’ISSF Sport
Shooting come al divertimento: calciatura di legno massello o stratificato, calibro 4,5 mm e possibilità di regolazione dell’energia sviluppata, ben 16 Joule, entro i nostrani
7,5 Joule, caricatore lineare da cinque pallini e diottra con
regolazione micrometrica.
Passiamo alle carabine a fuoco sottolineando come la
CZ tratti in maniera eccellente le calibro .22 LR, alla stessa stregua delle sorelle maggiori a fuoco centrale, dando
così la possibilità di spaziare dai modelli prettamente da
competizione (UIT) a quelli da tiro di precisione informale
come divertentissimi percorsi di caccia o Bench Rest per
passare poi alle versioni da caccia che, qui da noi, fanno
rimpiangere tempi beati in cui ci si è divertiti in maniera
fantastica a costi minimi insidiando corvidi e altri selvatici
allora propriamente detti nocivi.
Da osservare attentamente le scelte tecniche e le la-
vorazioni in tutto degne degli appassionati dell’archibugeria tradizionale: insomma un pezzo di questa produzione in rastrelliera fa, e farà sempre più in futuro,
la sua degna figura.
Probabilmente la CZ è l’unica azienda rimasta a trattare
diffusamente questo settore, un tempo appannaggio anche di altri forti produttori di armi lunghe da caccia o da
tiro, e ci viene da citare la Steyr con il suo Mannlicher in
formato ridotto, la Walther con la KKJ o la Anschütz con il
modello 54 che saltavano dal .22 LR al .22 WMR o al .22
Hornet fino al .222 Remington. Ora il campo della percussione anulare si è ampliato e saggiamente la CZ offre le
sue armi anche nel .22 WMR, ma assai più interessante
troviamo il .17 HMR in un’ottica di riduzione dei materiali
impiegati e di prestazioni molto interessanti.
Il modello 455 è proposto in diverse versioni come
Thumbhole, Evolution o Lux con calciatura di legno stratificato a pollice passante, scheletrata o di noce massello classico con la novità di quella di polimero sia di foggia
tradizionale sia da tiro in appoggio con il bipiede Harris;
vanno di conseguenza le canne di varia lunghezza e snelle
oppure di robusta sezione come si impone per certe attività ludiche o di caccia a lunga distanza (compatibile con
la cartuccia).
Il pezzo più pregiato è la 455 Supermatch che, contrariamente a quanto il nome potrebbe far supporre, è decisamente venatoria con bella calciatura di noce, caricatore
da dieci colpi e canna rotomartellata a freddo con dodici
righe, ottimizzata proprio per il tiro preciso alla massima
gittata pratica della cartuccia impiegata. Al tunnel di prova abbiamo sondato le possibilità nostre e dell’arma, una
455, calcio di sintetico chiaro con vistosa impugnatura a
pistola, canna corta semipesante e flottante. Inquadrata
la posizione è divertente allargare il foro di partenza con i
colpi successivi. Molto valida l’azione con qualche leggerissimo intoppo nell’espulsione del bossolo: basta agire con
decisione e tutto fila liscio.
Per chi ha il dito nervoso e il grilletto facile la modello 512
semiautomatica promette un buon servizio: castello chiuso, chiusura a massa e funzionamento garantito anche
con le cartucce standard.
Eccoci al settore dei fucili a fuoco centrale con il marchio
Zbrojovka Brno di cui è ben noto il modello ora chiamato
Brno Effect, un kipplauf che racchiude diverse soluzioni
non convenzionali tese a rendere più spedite le lavorazioni
mantenendo una resa ottimale e la possibilità di sostituire
parti soggette a logorio con semplici operazioni meccaniche; il prezzo è sempre molto interessante e per gli esteti
è disponibile la versione Lux con calciatura alla bocca e bascula nascosta dal legno. Passiamo subito alle classiche carabine CZ evidenziando il modello 527 proposto in diverse
soluzioni con calciatura di legno oppure di polimero e foggia dritta all’americana, trovando al vertice la raffinatezza
dell’elegante versione Exclusive Ebony Edition, tradizione
31 Dicembre 2013
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ATTUALITÀ
OTTICHE
SCELTA
PER VOI
Per le pistole avremmo dovuto incrementare il ventaglio di modelli proposti: pensiamo che l’immagine dal
vivo della testimone aziendale della nuova P-09 possa
avere una valenza onnicomprensiva della produzione
Campioni a livello mondiale imbracciano armi CZ: ecco
Martin Šlechta tiratore di Bersaglio Mobile con la sua
fida carabina con cui ha ottenuto significativi risultati
nel corso delle gare dell’ultimo anno
Martina Šerà insieme a Martin Kamenicek formano una
coppia vincente nelle competizioni di tiro dinamico: le
pistole CZ nelle versioni apposite stanno dando prove eccellenti della loro adattabilità a ogni situazione
e praticità vestite in maniera accattivante: gratificano l’occhio il noce di classe assai elevata impiegato per la calciatura tirata a olio, il puntale di ebano nero, la canna lucidata
e brunita lasciando in evidenza le spirali della rotomartellatura mentre toccano i precordi dell’appassionato il castello corto e l’otturatore tipo Mauser 98 con estrattore
a lamina. Dureranno tanto queste produzioni? Metterne
oggi una in rastrelliera è decisione saggia.
COLLEZIONISMO
Però un piccolo appunto vorremmo muoverlo: a listino c’è
solo il calibro .223 Remington che, pur buono, vedremmo
bene alternato dal 5,6x50 DWM. Grintosa la versione 527
Varmint offerta anche nel .222 Remington e nel pepato
.204 Ruger, canna semipesante e il blasone della vittoria
nel 2012 dei Campionati Europei di Tiro di Caccia.
Ciò detto precisiamo che sul banco di tiro ci siamo cimentati con una modello 527 con cameratura per la recentissima .17 Hornet: ricavata dalla conosciutissima e anziana
cartuccia con palla da 0,22 pollici (per la verità è leggermente maggiorata rispetto a una classica 0,224). La Hornady non si è limitata a stringere la sede della palla, ma
CURIOSITÀ
ha reso
quasi cilindrico il corpo aumentando parecchio
l’angolo di spalla e allungando il colletto con il risultato di
maggior capienza di polvere, miglior sfruttamento della
medesima e salda tenuta del proiettile. Per chi spara molto c’è una ragguardevole economia di polvere e massa
della palla: noi abbiamo impiegato le 20 grani V-Max™,
ma sono disponibili anche le 15,5 grani NTX® e i costi negli Stati Uniti sono di poco più di un dollaro a cartuccia.
Le prestazioni vedono una velocità iniziale di 1.112 metri
al secondo con energia di 802 Joule che diventano 647 e
271 rispettivamente a 300 metri; il calo a tale distanza con
azzeramento a 200 metri è di 16,25 centimetri). Dando anche qui una inquadrata agli occhiali nei primi due colpi abbiamo messo gli altri tre in 9 per 8 millimetri. Fantastica la
sensazione al tiro: chissà se vedremo anche da noi questo
abbinamento carabina e cartuccia? Speriamo proprio di sì,
almeno con la finalizzazione di arma sportiva da poter usare liberamente nei luoghi deputati allo scopo.
Per i fucili sempre a fuoco centrale, ma di maggiori dimensioni, il modello 550 spazia su calibri e modelli diversi: il
fucile conosciuto e apprezzato riposa su una azione tipo
Mauser 98 in cui la lunga lamina dell’estrattore dona fiducia e conforto anche ai cacciatori di animali pericolosi: non
stiamo a tesserne gli elogi né a spiegarne il funzionamento considerando che il tutto sia patrimonio dell’umanità…
come oramai va di moda dire di un qualcosa davvero bello
e apprezzabile. Unica innovazione al vecchio progetto di
Oberndorf è la sicura, qui del tipo a levetta laterale con
sole due posizioni.
La variante 550 Magnum (Standard e Lux) camera ovviamente cartucce di elevata potenza e dimensioni adeguate:
per un impiego molto Africa sono presenti le mire aperte
con tacca a tre fogliette di ragguardevole robustezza e la
soletta del magazzino cartucce è lucidata.
32 Armi & Balistica
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Novità e prove
alla storica CZ
Una estensione di questa azione è il modello 750 S1 M1
Sport con la stessa meccanica del modello 550, ma allestimento finalizzato al tiro di precisione e leggermente diverso da quello per impiego militare.
Ora dall’inizio del 2013 questa classica produzione CZ
viene affiancata dal nuovo modello 557 di cui si è potuto
osservare un esemplare smontato nel quale spicca l’incassatura con zoccolo integrale all’anello del castello e lamina
preformata di lega di alluminio, interposta fra acciaio e legno. Molto indovinato il disegno d’insieme come la ricerca dei particolari: si nota il mantenimento dell’otturatore
a due tenoni frontali, molto ben lavorato come l’insieme
di guardia, ponticello e sede del caricatore in pezzo unico
ricavato di fresa, mentre lasciano un momento dubbiosi
due scelte: la prima è l’eliminazione dell’estrattore a lamina in favore di uno, più normale, a unghia pivotante con
molletta di contrasto, il secondo è l’accorciamento della
canna a 52 centimetri.
Ci è stato detto che quest’ultima soluzione tiene conto
della media delle richieste internazionali e non fatichiamo
a vedervi la predominanza del mercato statunitense: entrambe le soluzioni hanno permesso di risparmiare quel
che serve a montare calciature di noce turco di classe più
elevata e quindi di maggiore richiamo sulla clientela che
oggi giudica molto anche l’estetica. L’abito non fa il monaco, ma come scrivemmo anni addietro, fa l’opinione della
gente che, è palmare, conta moltissimo.
In un nostro precedente articolo abbiamo discettato su
questo fucile che ha rese di tutto rispetto a fronte di una
quotazione decisamente accattivante. Già ci sono varianti
sul modello base come per esempio la Ranger allestita per
la polizia canadese nel solo calibro .308 Winchester con
slitta tipo Picatinny fra anello e ponte, caricatore da dieci colpi a pacchetto estraibile, scatto diretto a due tempi,
bipiede Harris e stemma del famoso reparto scolpito sulla
destra del calcio.
LA CONCLUSIONE DELLA MANIFESTAZIONE
Il pranzo è servito nei locali della società di tiro, addobbati con trofei di caccia e quanto richiama lo sport qui
praticato.
Le considerazioni rapide e concise dicono di una manifestazione organizzata in maniera encomiabile dove tutto
era proposto con sobrietà e senza eccessi oppressivi di
voler cacciare a forza nella mente di ognuno tutto lo scibile. Si è avuto il tempo di girare nella città di Liberec e ne
valeva davvero la pena, si è avuto occasioni per stringere amicizia con personaggi del settore che diversamente
sarebbero passati sotto una fotografia e un nome, senza
percepirne l’animo. Insomma l’organizzazione della giovane e brava Hana Smilková è stata molto appropriata.
Nel primo pomeriggio, dopo il pranzo, si recuperano i bagagli e un torpedone ci riporta a Praga: l’aereo parte il mattino dopo e un giro nella Città d’Oro si impone per rivede-
re cose e luoghi che non ci stancheremo mai di riproporre
ai nostri occhi.
Si riaffaccia alla mente l’insinuante pensiero del triangolo
della magia che vede ai vertici Torino, Lione e Praga: la vicinanza con la prima città ci fa sentire ancora più addentro a
questa antica dimora di genti particolari, dotate di uno spirito non comune, di un gusto per il lavoro pari ai tedeschi e
di una fantasia e gioia di vivere prossima ai latini.
L’assetto del nuovissimo fucile d’assalto Bren 805 viene evidenziato da questa immagine in cui il tiratore ha
appena esploso il colpo, il bossolo vola davanti a lui e
l’arma rimane correttamente in orizzontale
Patrick Barraud di Cibles, la prestigiosa rivista armiera
francese, ha retratto l’otturatore della carabina modello
557 Rangers e il bossolo vola correttamente dietro alla
mano che impugna il manubrio
Una prova di tiro con la Scorpion Evo silenziata, nuova
pistola mitragliatrice dalle prestazioni che hanno entusiasmato alcuni nostri addetti ai lavori, non da pagine di
riviste, ma da Bosnia, Afghanistan e via dicendo
33 Dicembre 2013
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