Il significato spirituale che può assumere un pranzo rituale

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Il significato spirituale che può assumere un pranzo rituale
Il significato spirituale che può assumere un pranzo rituale
Scritto da RyderItalia
Giovedì 15 Marzo 2012 12:31 - Ultimo aggiornamento Giovedì 22 Marzo 2012 11:13
L'idea di un pranzo sociale, ci è venuta grazie alla lettura del libro di Alain de Botton "Del buon
uso della religione" una guida per i "non credenti" dove l'autore invita i laici a riscoprire, grazie
all'insegnamento della religione, la forza dei rituali. Questo libro aiuta a capire in che modo le
varie religioni riescano a promuovere i valori morali, a creare uno spirito comunitario, a servirsi
dell'arte, dell'architettura, e delle manifestazioni e dei rituali, per educare le persone. In altre
parole, sembra che le religioni siano nate per rispondere a due bisogni fondamentali, che
attualmente il pensiero laico non è riuscito a soddisfare: prima di tutto, il bisogno di vivere
insieme come comunità e di avere momenti condivisi da celebrare, ed in secondo luogo,
l'accettazione dei diversi aspetti della vita, gioiosi o dolorosi, in quanto essere umani vulnerabili
agli insuccessi, al dolore, alla perdita di persone care e al nostro stesso declino fisico.
L'errore dei “non credenti” è di sottovalutare l'aspetto educativo delle religioni, senza capire che
queste sono fonte di consigli e di soluzioni utili a mitigare le difficoltà presenti nella società in cui
viviamo. Nel trascurare una serie di tradizioni, che gli atei trovano insopportabili, la società
moderna si è chiaramente impoverita. Non è un caso che i valori morali ci fanno paura,
rifuggiamo dai sermoni, non rispettiamo i principi etici, non costruiamo "templi" per poterci
riunire e non condividiamo, celebrandole, manifestazioni che siano di gioia o di dolore.
Rinunciando a tutto questo, abbiamo delegato alle varie religioni il dominio esclusivo sui
momenti dolorosi e felici della vita, che dovrebbero appartenere all'umanità intera e dei quali
dovremmo riappropriarci, ridandogli il giusto significato spirituale.
La sfida per noi laici, è di contrastare questa continua delega degli aspetti spirituali, al solo
campo religioso. Un esempio semplice e significativo è la assenza, di un funerale laico, in
seguito alla scomparsa di una persona non appartenente ad una comunità religiosa. I non
credenti si chiedono sempre perché non esista un rituale laico denso di spiritualità, come sono
invece i funerali religiosi. Come sosteneva Ernesto de Martino, una società che dimentica di
celebrare la nascita, il matrimonio e la morte, è una società senza un futuro.
E' per questo motivo che noi della Ryder Italia Onlus, abbiamo preso spunto dal bellissimo libro
di Alain de Botton, per programmare una serie di pranzi domenicali, che si trasformino in
incontri rituali per differenti comunità, ed in particolare, in questo primo appuntamento, per le
persone impegnate nel volontariato o nelle associazioni di impegno civile. In questo modo,
come avviene in molte manifestazioni religiose, si potrebbe istituire un pranzo sociale laico,
dove, oltre a condividere del cibo, ci si può conoscere, scambiare valori ed idee e attivare
legami utili per costruire una società migliore. E' per questo motivo che Vi invitiamo a
partecipare a questo primo appuntamento, sperando che molti di Voi ne apprezzino il significato
etico e soprattutto, che ognuno di Voi, diventi un suggeritore di proposte, per riempire di
contenuti, questo pranzo domenicale. Una prima proposta è immaginare di attivare un
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Scritto da RyderItalia
Giovedì 15 Marzo 2012 12:31 - Ultimo aggiornamento Giovedì 22 Marzo 2012 11:13
cerimoniale laico, allo stesso tempo spirituale, per tutte le persone non credenti, che dopo la
morte possano essere ricordate con un funerale non necessariamente legato ad un credo
religioso.
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