Strumenti e modelli di intervento

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Strumenti e modelli di intervento
12
2.
STRUMENTI
D’INTERVENTO
E
MODELLI
2.1
Il target
La diffusione a livello planetario della
microfinanza, la conseguente varietà di contesti
in cui essa opera e la progressiva sofisticazione
dell’offerta tendente ad una segmentazione
sempre più raffinata del mercato di riferimento,
costituiscono degli elementi che riducono la
possibilità
di
fornire
una
definizione
omnicomprensiva del cliente tipo dell’industria
della microfinanza.
In prima approssimazione si può affermare che
oggi la microfinanza si rivolge a quelle fasce di
popolazione che - seppur economicamente attive
- non dispongono di un adeguato accesso a
servizi finanziari in grado di migliorarne le
condizioni di vita13. In base a tale definizione il
mandato
fondamentale
affidato
alla
microfinanza è duplice. In primo luogo, essa non
elegge più come target privilegiato la
microimpresa. A differenza di quanto avveniva
nei decenni precedenti, oggi si è compreso che
non tutti i poveri hanno una vocazione
imprenditoriale;
cionondimeno
esprimono
bisogni complessi in ambito finanziario che non
si esauriscono nel credito per l’avvio o lo
sviluppo di un’attività economica. In secondo
luogo, la microfinanza ha assunto un importante
ruolo di sviluppo anche verso soggetti che non
appartengono
a
fasce di
popolazione
particolarmente povere14 e che tuttavia sono
esposte a esclusione da parte del mercato
finanziario e per tale ragione non possono
partecipare appieno alla vita economica e sociale
all’interno della comunità di riferimento.
Nell’ambito della finanza per lo sviluppo si è
13
Brigit Helms, Acccess for All. Building inclusive
financial systems , CGAP, 2006, pg. 17
14
Hege Gulli, Microfinance and poverty,
Microfinance Unit IADB, 1998, pg. 5
quindi elaborato un progressivo superamento
della nozione di microcredito, che coincideva
con il prestito ai poveri come strumento
privilegiato di emancipazione economica e
sociale, per passare al più complesso concetto di
microfinanza, categoria all’interno della quale
rientrano oltre che il prestito per l’impresa anche
i crediti per finalità sociali, per la casa, il
risparmio, i servizi assicurativi, i servizi di
gestione delle transazioni finanziarie (money
transfer internazionale e locale e branchless
banking), il migrant banking e i programmi di
inclusione bancaria. A ognuna delle citate
categorie corrisponde un cliente tipo differente,
con profilo socio-economico e bisogni diversi
(TAB. 1).
Sembra in ogni caso dimostrato dalla prassi che
generalmente la microfinanza non si rivolga ai
cosiddetti “più poveri tra i poveri” o a soggetti
che versano in condizioni di povertà estrema
quanto piuttosto a fasce di popolazione che
economicamente possono essere collocate a
cavallo della soglia di povertà, fissata dalla
Banca Mondiale a 1,25 dollari statunitensi al
giorno15.
TAB. 1: Livello di povertà dei clienti di
alcune IMF
Indigenti
Estremamente
Poveri
Moderatamente
Poveri
Vulnerabili non
poveri
CARD
(Filippine)
UWFT
(uganda)
BRAC
(Bangladesh)
Molti
4
programmi
(Bolivia)
Trascurabili
Quasi
nessuno
Molti
Trascurabili
Alcuni
Trascurabili
Pochi
Molti
Alcuni
Molti
molti
25%
Trascurabili
40%
Fonte: Microfinance and risk management: A client
perspective
In altre parole la microfinanza oggi assume un
ruolo essenziale all’interno del mercato
15
Focus – CGAP, n. 17 – 2000: Microfinance and
risk management: a client perspective, pg. 2
35%
13
finanziario internazionale quale strumento di
inclusione finanziaria verso fasce di popolazione
considerate in passato “non bancabili” e che
invece l’esperienza ha dimostrato essere dotate
di particolare forza economica e capacità
finanziaria a tal punto da essere in grado di non
subire e anzi orientare l’offerta verso prodotti e
servizi sempre più mirati ed efficaci.
La microimpresa rappresenta ancor oggi il target
classico della microfinanza e quello più
diffusamente servito dai programmi di
microfinanza (sia nei paesi poveri che in quelli
economicamente sviluppati). La microimpresa
presenta caratteristiche organizzative ed
economiche che ne favoriscono lo sviluppo
anche in condizioni di estrema incertezza di
mercato. Microimprese sono infatti presenti nei
paesi più poveri sia nel contesto urbano che
rurale, nascono e si sviluppano velocemente in
contesti post-bellici16 (o che hanno subito un
disastro naturale) in situazioni di conflitto a
bassa intensità, o in mercati chiusi quali i campi
profughi. La grande adattabilità al contesto ha
fatto in modo che questo tipo di unità economica
si sia diffuso in tutto il mondo con grande
vitalità. La microimpresa, in particolare nei
paesi poveri, opera prevalentemente all’interno
della cosiddetta economia informale che
raggruppa quelle unità produttive “impiegate
nella produzione di beni e servizi con lo scopo
principale di generare lavoro e reddito per le
persone impiegate. Queste unità operano
tipicamente con un basso livello di
organizzazione, con divisione tra capitale e
lavoro scarsa o nulla e su scala molto ridotta. Le
relazioni di lavoro ove esistano, sono basate
essenzialmente sul lavoro occasionale, legami di
parentela, personali o sociali, e molto di rado su
16
Tamsin Wilson, Microfinance during and after
armed conflicts: lessons from Angola, Cambodia,
Mozambique and Rwanda, DFID, 2002, pag. 40
accordi scritti con garanzie formali”17. Il settore
dell’economia informale è particolarmente
fiorente nei paesi in via di sviluppo tanto da
assumere particolare rilevanza a livello macroeconomico: esso pesa per circa il 60% del PIL
nell’area dell’Africa sub-sahariana, per il 24% in
Asia e il 30% in America Latina18. In Africa
l’economia informale impiega circa il 78% dei
lavoratori non agricoli, in America Latina il 57%
e in Asia una quota dal 45 all’85%19.
Nell’ambito delle politiche di riduzione della
povertà, l’espansione del settore della
microimpresa, proprio per la sua capacità di
generare sviluppo in presenza di una dotazione
di capitale e know-how esigui, è fortemente
incoraggiato in molti paesi a basso reddito. Ciò
avviene sia attraverso politiche incentivanti
intraprese dai governi locali sia grazie ai forti
investimenti da parte dei donors internazionali nel quadro di programmi nazionali e locali di
cooperazione allo sviluppo. La microfinanza
rappresenta uno degli strumenti principali
attraverso i quali tale strategia trova
compimento, tanto da essere considerata dai
policy maker il mezzo privilegiato per il
raggiungimento del primo degli otto obiettivi di
sviluppo del Millennio riguardante lo
sradicamento della povertà estrema e della fame.
Il caso forse più emblematico e sicuramente più
noto di utilizzo massiccio della microfinanza
come strumento di sviluppo della microimpresa
17
Definizione di unità produttiva nell’ambito
dell’economia
informale
elaborata
nel
1993dall’International Conference of Labour
Statisticians (ICLS), in Kristina Flodman Becker, The
informal economy, SIDA, 2004, pag. 12
18
Expert Group on Informal Sector Statistics (Delhi
Group), Measurement of the contribution of informal
sector/Informal employment to GDP in developing
countries: some conceptual and methodological
issues, Jacques Charmes Institute of Research for
Development, 2000
19
Kristina Flodman Becker, op. cit., SIDA, 2004,
pag. 19
14
è quello del Bangladesh. Nel paese operano
attualmente più di 64020 programmi di
microfinanza sia privati che governativi. Molti
di essi hanno una copertura nazionale ed un
elevato numero di prestatari. In base ai dati
aggregati relativi al 2009, raccolti a livello
nazionale dal Microfinance Market Exchange21,
il settore serve circa 20,2 milioni di prestatari e
27,4 milioni di risparmiatori22 e gestisce un
portafoglio crediti attivi pari a 2,3 miliardi di
dollari statunitensi e depositi per 1,8 miliardi. Le
tre più grandi istituzioni di microfinanza del
paese (Grameen Bank, BRAC e ASA) hanno
12,6 milioni di prestatari attivi. La quota di
portafoglio crediti erogata dalle microfinanziarie
di grandi dimensioni a favore della
microimpresa è cresciuto nel periodo 2000 –
2006 dallo 0,6% al 4,2%23. Tale percentuale
sebbene sia ancora contenuta in termini assoluti
è tuttavia significativa se si considera che le
istituzioni di microfinanza nel paese hanno una
forte tendenza a servire fasce molto povere di
popolazione in particolare in contesto rurale e
concedono conseguentemente crediti soprattutto
per lo sviluppo di attività agricole e attività
generatrici di reddito non strutturate24.
Accanto a quello della microimpresa, un ambito
d’intervento indubbiamente rilevante per la
20
Mahmoud, Chowdhury Shameem, Dynamics of
market share in the microfinance industry in
Bangladesh, MPRA, 2009, pag. 3
21
www.mixmarket.org
22
Su una popolazione di 156 milioni di persone.
23
Mahmoud, Chowdhury Shameem, op. cit., MPRA,
2009, pgg.13 – 14.
24
Le attività generatrici di reddito (income gene
rating activities – IGA), a differenza dell’attività
svolta nell’ambito della microimpresa, implicano
attività part-time, spesso stagionali. Generalmente,
molti membri della famiglia sono direttamente
coinvolti nella vita dell’attività, cosi come il nucleo
familiare diversifica le proprie attività economiche in
modo da minimizzare il rischio di una riduzione o di
una perdita del reddito familiare.
microfinanza ed in pieno sviluppo è
rappresentato dai servizi di gestione delle
transazioni finanziarie. In questo caso il target di
riferimento è estremamente ampio e coincide
con le fasce di popolazione esposte ad
esclusione bancaria, ossia prive di conto corrente
o di deposito e mezzi elettronici di pagamento.
A tale categoria, oltre alle persone che vivono al
di sotto della soglia di povertà, appartengono
anche i soggetti incapaci o impossibilitati ad
avere rapporti con le banche ad esempio per
difficoltà relazionali, diffidenza o a causa della
distanza geografica dai punti di erogazione dei
servizi. Tra questi ricordiamo i migranti, i
rifugiati, gli anziani, i giovani, i disoccupati, i
lavoratori precari, le famiglie residenti in aree
remote.
Nell’opera di avvicinamento a questo ampio
target, la microfinanza risulta facilitata dalle
nuove tecnologie dell’informazione la cui
diffusione ha ormai portata planetaria. L’uso di
telefoni cellulari, così come l’accesso a internet
attraverso la banda larga, non sono più
appannaggio esclusivo dei paesi ricchi ma
rappresentano tecnologie largamente disponibili
anche nei paesi poveri. Più dell’80% della
popolazione mondiale vive in aree coperte dalla
rete GSM25. Nel 2009 la GSM Association ha
registrato più di 4 miliardi di SIM (subscriber
identity module) attive e l’80% dei nuovi
contratti per l’utilizzo di telefonini è stato
sottoscritto nei Paesi emergenti, in gran parte da
persone a basso reddito. Nel mondo, il 25,6%
della popolazione dispone di un accesso a
internet con una crescita dal 2000 al 2009 del
380,3%26.
Il
veloce
sviluppo
delle
tecnologie
dell’informazione nei paesi poveri, rappresenta
25
Mark Pickens; David Porteous; Sarah Rotman,
Scenarios for Branchless Banking in 2020. Focus
Note 57. Washington, D.C.: CGAP.
26
http://www.internetworldstats.com/stats.htm
15
un’importante opportunità per la diffusione dei
servizi finanziari anche presso popolazioni
soggette ad esclusione per motivi geografici o
economici. L’accesso ai servizi finanziari
(risparmio e credito in primis) senza la presenza
fisica di un’istituzione intermediaria (cosiddetto
Branchless Banking) - reso possibile grazie
all’utilizzo delle nuove IT - rappresenta uno
degli ambiti più promettenti della microfinanza,
in grado di fare progredire velocemente il
processo di inclusione finanziaria, sia nel Nord
che nel Sud del mondo.
La portata della rivoluzione in corso è
testimoniata ad esempio dalla diffusione dei
servizi di trasferimento di denaro offerta in
Kenya dalla società Safaricom attraverso il
servizio M-PESA. Dal suo lancio commerciale,
nel marzo 2007, più di 7 milioni di persone –
circa un adulto su quattro nel Paese – hanno
utilizzato questo servizio. Grazie soprattutto ad
M-PESA, il tasso di inclusione finanziaria in
Kenya è raddoppiato negli ultimi tre anni.
Esempi simili si registrano in Sud Africa e
Filippine. In Sud Africa, più di un terzo degli
utenti di sistemi di pagamento via telefono
cellulare
è
composto
da
persone
tradizionalmente considerate “non bancabili”. Il
26% dei Filippini che utilizzano tale mezzo di
pagamento vive con meno di 5 dollari al giorno.
Nell’ambito europeo, entro la fine dell’anno sarà
in vigore la normativa che renderà possibile non
solo l’attivazione di servizi di trasferimento di
denaro tra telefoni cellulari (peer to peer)
nell’area euro27, ma anche l’accesso via telefonia
mobile a forme di microcredito fino a 150 euro.
L’applicazione del modello di social network,
(fatto proprio dal web 2.0) al settore finanziario
ha consentito la creazione di servizi innovativi di
credito a livello nazionale e internazionale. In
Italia (con molte difficoltà) come all’estero,
stanno nascendo le cosiddette social lending
communities, luoghi virtuali in cui si incontrano
la domanda e l’offerta di credito. Siti come
Zopa, Kasbia o Boober, offrono la possibilità ai
privati di prestare denaro ad altri privati, senza
l’intermediazione di una banca. In ambito
internazionale, kiva.org consente a singoli
microimprenditori in America Latina, Africa e
Asia di ricevere piccoli prestiti da persone
residenti a migliaia di chilometri di distanza.
In particolare, l’applicazione di tali tecnologie ai
servizi di trasferimento internazionale delle
rimesse, oltre a consentire l’accesso a prodotti di
risparmio e credito, rappresenterebbe un utile
mezzo per espandere, a costi ridottissimi, le
potenzialità della microfinanza, raggiungendo
fasce di popolazione attualmente escluse.
Un target di particolare interesse della
microfinanza è quello riferibile alle comunità
transnazionali costituite dai migranti e dalle loro
famiglie nei paesi d’origine. Nonostante il calo
del 6% rispetto al 2008 (a causa degli effetti
della crisi economica internazionale), i flussi di
rimesse in entrata registrate dalle banche centrali
dei paesi in via di sviluppo ammontavano nel
2009 a circa 316 miliardi di dollari statunitensi28.
I volumi delle rimesse rappresentano oramai un
elemento in grado di incidere in maniera
determinante sulle economie di molti paesi. In
Tagikistan esse rappresentano il 50% del PIL, in
Moldova il 31% e in Honduras il 20%.
Le rimesse rappresentano per i paesi poveri un
indiscutibile fattore di crescita e un'importante
fonte di reddito per molte famiglie. Ma l'impatto
delle rimesse sul livello di sviluppo dei paesi
destinatari dipende dal loro utilizzo. Si distingue
27
28
In tale ambito la Commissione Europea sta
supportando il progetto “Secure Mobile Payment
Service” che consente di effettuare transazioni
monetarie in tempo reale via telefonino e internet.
Dilip Ratha; Sanket Mohapatra; Ani Silwal,
Outlook for remittance flows 2010 – 2011, in
Migration and Development Brief n. 12, 2010, World
Bank
16
infatti tra rimesse impiegate per i consumi e per
gli investimenti. Le rimesse sono indirizzate alla
soddisfazione dei bisogni della famiglia in base
ad un ordine di priorità dal quale è difficile
prescindere. Fino a quando i paesi poveri non
raggiungeranno un grado sufficiente di
benessere, è ragionevole supporre che le
famiglie continueranno ad impiegare gran parte
delle rimesse (fino all'80%29) per soddisfare i
bisogni primari, per la sanità e l'istruzione.
Sebbene generalmente si considerino tali
categorie d'impiego come improduttive dal
punto di vista economico, non bisogna tuttavia
sottovalutarne la portata. Innanzitutto, se anche
usate per i consumi, le rimesse apportano
benefici rilevanti alle comunità transnazionali
nel loro insieme per almeno tre ordini di ragioni:
1)
2)
29
Il meccanismo delle rimesse rappresenta
una forma di condivisione del rischio (risk
sharing model) tra donatore e ricevente30.
Le rimesse apportano benefici sia per il
migrante che intenda in prospettiva
rientrare nel proprio Paese, che per le
famiglie d'origine. Grazie ad esse, entrambi
gli attori sono in grado di attenuare le
conseguenze di possibili shock esterni quali
da un lato la perdita del lavoro – con
conseguente repentino rientro in patria - per
il migrante, dall'altro crisi, emergenze o
carestie per la famiglia. In tale prospettiva,
le rimesse fanno parte di una strategia
precisa di gestione del rischio.
Esiste una sorta di contratto di credito
implicito (loan agreement model)31 tra la
famiglia d'origine e il migrante. La famiglia
Samuel Munzele Maimbo; Dilip Rata, Remittances.
Development, impact and future prospects, World
Bank Publications, 2005 in riferimento a dati forniti
dalla FENACOAC – Guatemala, relativi al 2002
30
Samuel Munzele Maimbo; Dilip Rata, op. cit.
31
OECD, Migration, remittances and development,
OECD Publishing, 2005
3)
d'origine finanzia i costi iniziali del
progetto migratorio. In questa fase, il
migrante beneficia quindi dell'appoggio
finanziario (credito) dei familiari. In una
seconda fase, quando cioè il migrante ha un
lavoro stabile ed un livello di reddito
adeguato, il credito sarà rimborsato alla
famiglia attraverso le rimesse. Ci può essere
un'ulteriore fase. Le rimesse trasferite
consentiranno ad altri familiari di emigrare.
Una volta rientrato in patria, il migrante
potrà quindi beneficiare delle rimesse dei
migranti di seconda generazione che
avranno utilizzato parte delle sue risorse per
realizzare il loro progetto migratorio.
Le rimesse consentono di adempiere agli
obblighi morali nei confronti della famiglia
d'origine. Il migrante è spesso un'estensione
spaziale della famiglia d'origine che,
proprio attraverso il processo migratorio di
uno dei suoi componenti, sta riducendo il
rischio di impoverimento diversificando le
proprie attività. Il progetto migratorio del
singolo è quindi deciso in ambito familiare
e le rimesse non sono considerate una fonte
di entrate esterna rispetto a quella delle
famiglie.
Le rimesse utilizzate per i consumi hanno inoltre
un importante effetto moltiplicatore sulle
economie locali. Le spese per i consumi
stimolano infatti le vendite al dettaglio che, a
loro volta, inducono un aumento della domanda
interna di beni e servizi e quindi la produzione e
l'offerta di lavoro.
Si consideri inoltre che non sempre, come
generalmente si pensa, solo le rimesse investite
in attività economiche hanno un impatto di
lungo periodo. Le rimesse utilizzate dalla
famiglia per affrontare spese in ambito sanitario
o nell'istruzione, inducono effetti di lungo
17
periodo sulla crescita economica di una
comunità.
Ciò premesso, è tuttavia corretto considerare le
rimesse rivolte agli investimenti uno strumento
efficace in grado di favorire nel lungo periodo lo
sviluppo endogeno delle comunità locali, e
contribuire ad affrancare i paesi poveri dalla
dipendenza cronica nei confronti dei paesi
economicamente sviluppati.
Solo una piccola percentuale delle rimesse è
rivolta ad investimenti produttivi quali l’acquisto
di attività generatrici di reddito, terreni ad uso
agricolo, le spese di avviamento d'impresa o
l’acquisizione di attrezzature. In riferimento al
contesto italiano, ad esempio, una ricerca
condotta da ABI e CESPI sui comportamenti
finanziari degli immigrati32, riporta alcune stime
sull'utilizzo delle rimesse provenienti dall'Italia:
solo l'8% dei fondi trasferiti è impiegato per
scopi direttamente produttivi. L'avviamento
d'impresa, pur essendo una delle prospettive più
diffuse in tema di progetti di rientro, non
rappresenta attualmente un ambito privilegiato
nel paniere delle possibili scelte d'investimento
attuate dai migranti. Tuttavia, i maggiori
benefici di tipo economico, nel lungo periodo,
potrebbero derivare proprio dall'investimento
produttivo delle rimesse. Tale prospettiva,
potrebbe essere rafforzata se il finanziamento
d'impresa non fosse affidato direttamente ai
migranti ma mediato da un sistema finanziario
locale in grado di offrire concrete opportunità di
accesso al credito alle micro e piccole imprese.
Il risparmio dei migranti, versato presso le
banche o microfinanziarie autorizzate nei paesi
di destinazione delle rimesse, può in tal modo
costituire una risorsa finanziaria determinante a
disposizione del tessuto imprenditoriale locale e
32
José Luis Rhi-Sausi; Marco Zupi, Banche e nuovi
italiani. I comportamenti finanziari degli immigrati,
Bancaria Editrice, 2009
offrire la possibilità di attivare una miriade di
servizi finanziari, collegati alle rimesse ma che
in esse non si esauriscono.
Un
efficiente
sistema
finanziario
“transnazionale” di tipo inclusivo è in grado di
generare importanti ricadute in termini di
sviluppo nei paesi di provenienza e migliorare le
condizioni di vita dei migranti nei paesi
d’accoglienza. Le banche mostrano un
progressivo interesse per le comunità di
migranti. Sempre più spesso si parla di migrant
banking, riferendosi a servizi bancari ritagliati
sulle esigenze dei migranti in Italia e
caratterizzati da un marketing basato sul
“linguaggio dell’accoglienza”33. Accanto ai
servizi nel Paese di destinazione è tuttavia
importante definire nuovi schemi operativi che
rappresentino dei veri e propri ponti finanziari
con i paesi d’origine. Questi nuovi modelli
devono essere in grado di intercettare la
domanda dei migranti e delle loro comunità di
appartenenza sia in Italia che nei paesi d’origine.
Lo studio dei nuovi bisogni espressi e latenti in
ambito finanziario e il perfezionamento di
schemi operativi attraverso i quali tali bisogni
trovano soddisfazione, rappresentano quindi
ambiti di ricerca fondamentali, anche in vista
della realizzazione di nuovi programmi di cosviluppo tra i paesi di provenienza e
destinazione dei migranti34.
2.2
Gli attori della microfinanza
Come visto in precedenza, la microfinanza non è
nata dall’esperienza dei grandi pionieri degli
anni ’70, Grameen Bank e ACCION in primis.
33
Nicolò Borracchini, Banche e Immigrati: credito,
finanza islamica e rimesse, Pacini Editore, 2007
34
Committee of Ministers, Council of Europe,
Migrants and co-development - Recommendation
Rec(2007)10 and explanatory memorandum (2008),
Council of Europe, 2008
18
Essa è sorta spontaneamente a fronte del bisogno
di ridistribuire all’interno delle comunità di base
le risorse finanziarie disponibili tra i soggetti in
surplus e quelli in deficit. La microfinanza,
anche se non con questo nome, esiste da sempre,
animata da una miriade di attori che operano sia
in forza dei rapporti di reciprocità35 che si
sviluppano tra gli appartenenti ad un gruppo, sia
attraverso l’azione di intermediari professionali
(GRAF. 1).
GRAF. 1: Gli attori della microfinanza
Gli scambi finanziari, in particolare nelle
comunità di base dei paesi poveri, sono
caratterizzati da un elevato livello di informalità.
Nella microfinanza informale l’intermediario
non opera quasi mai nel quadro della normativa
vigente in materia di intermediazione finanziaria
e basa il rapporto con il debitore sulla
conoscenza diretta e sulla fiducia (spesso
rafforzata da un vincolo sociale, di parentela,
amicizia o lavorativo) più che sulla possibilità di
coazione all’adempimento derivante dalla
sottoscrizione da parte del debitore di un
contratto di credito o di una garanzia36. La
35
Leonardo Becchetti, Oltre l’homo oeconomicus.
Felicità, responsabilità, economia delle relazioni,
Città Nuova Editrice, 2009, pagg. 18-19
36
Susan Johnson; Ben Rogaly, Microfinance and
poverty reduction, Oxfam, 1997, pagg. 17 - 20
microfinanza informale, svolge un’importante
funzione di volano delle economie locali e
favorisce l’inclusione dei singoli all’interno
della vita economica e sociale di comunità.
2.2.1 I money lenders
Oltre ai prestiti diretti tra parenti o amici, i
rapporti finanziari informali tra singoli individui
possono passare attraverso la figura dell’usuraio
o del cosiddetto banchiere ambulante. Nel primo
caso, pur esercitata a condizioni vessatorie per il
prestatario, l’attività dell’usuraio può essere
considerata come la risposta sbagliata ad un
bisogno reale e contiene in sé elementi virtuosi
ripresi sapientemente dalla microfinanza
formale. L’usura dimostra infatti come anche i
poveri esprimano bisogni finanziari complessi
per la soddisfazione di necessità sociali o per lo
sviluppo di attività economiche; che i servizi di
credito a favore dei poveri sono efficienti se
l’erogazione del servizio avviene in tempi
immediati e senza la necessità di affrontare
laboriose procedure di ammissione al credito
(come invece avviene presso le banche
commerciali); che il tasso d’interesse
(solitamente molto elevato nel mercato
dell’usura) non rappresenta una variabile
determinante per il prestatario; che le garanzie
reali non costituiscono per l’usuraio il mezzo
principale per affrontare nella relazione con il
debitore il problema delle asimmetrie
informative (solitamente l’usuraio conosce
molto bene i propri affidati e se commercianti,
opera spesso nel loro stesso mercato locale); che
il rischio di credito può essere efficacemente
affrontato attraverso un adeguato frazionamento
e diversificazione degli impieghi.
Non va dimenticato che accanto alla figura
dell’usuraio, esempi virtuosi di prestatori
individuali - che tuttavia fanno leva sulle
medesime strategie per l’erogazione del credito
19
– sono costituiti da altre figure quali
commercianti, datori di lavoro, proprietari
terrieri, grossisti. Anche in questo caso i
prestatori sono in grado, attraverso l’attività
informale di credito, di allocare la liquidità in
eccesso a fronte del pagamento di interessi in
moneta o in natura (ad esempio parte del
raccolto o lavoro). Il tasso riconosciuto per tale
servizio è anche in questo caso molto elevato.
Come nel caso dell’usura ciò è dovuto da un lato
alla mancanza di alternative per il debitore, e
dall’altro perché i costi di transazione del credito
sono fissi indipendentemente dall’ammontare
erogato e di conseguenza i margini su prestiti di
piccolo importo sono ridotti37.
2.2.2 I “banchieri ambulanti”
Altro operatore individuale della microfinanza
informale, molto diffuso nell’Africa francofona,
è il “banchiere ambulante”. In questo caso
l’operatore si incarica individualmente con i suoi
clienti di raccogliere con frequenza concordata
(di solito quotidianamente) una somma fissa di
denaro. Il ciclo di raccolta del risparmio dura
solitamente un mese. Alla scadenza il banchiere
ambulante restituisce l’intera somma al
risparmiatore,
trattenendo
a
titolo
di
commissione una quota solitamente pari a un
giorno di risparmio. La funzione principale del
banchiere ambulante consiste nel garantire la
sicurezza dei risparmi depositati, anche se non
sono infrequenti gli operatori che oltre a
raccogliere risparmio svolgono anche l’attività
creditizia38.
37
Marguerite S. Robinson, The micro finance
revolution.
Sustainable
finance
for
poor,
IBRD/World Bank, 2001, pagg. 13-16
38
Souleymane Soulama, Micro-finance, pauvreté et
développement, CPI, 2005, pagg. 29-30
2.2.3 Le ROSCA
Una forma più complessa di gestione del
risparmio e del credito è data dalle cosiddette
ROSCA (Rotating Saving and Credit
Associations). Rispetto ai prestatori individuali,
le ROSCA sono strutture collettive39 che
raggruppano soggetti uniti da legami sociali, di
amicizia, vicinato o lavoro. Sebbene vi siano
numerose variabili nei diversi contesti, il
modello di base è il medesimo. Un gruppo di
individui si accorda per contribuire regolarmente
al versamento di una quota fissa di risparmio. Il
totale raccolto viene affidato a turno a tutti i
membri del gruppo. L’ordine di attribuzione
delle somme è deciso congiuntamente o stabilito
per estrazione casuale. La raccolta continua fino
a quando tutti hanno beneficiato delle somme
raccolte40. Grazie a questo semplice meccanismo
gli aderenti possono disporre di uno strumento
finanziario di accumulo del risparmio e nel
momento in cui divengono affidatari del denaro
raccolto, possono disporre in un’unica soluzione
di somme che autonomamente non sarebbero
stati in grado di raccogliere ed effettuare quindi
piccoli investimenti per l’abitazione o l’attività
economica. Per i modelli meno evoluti di
ROSCA, che non consentono di negoziare con
gli altri membri del gruppo l’ordine di
attribuzione delle somme raccolte, il principale
svantaggio del sistema è dato dall’impossibilità
per il singolo di ricevere sempre il denaro nel
momento in cui egli ha effettivamente bisogno.
2.2.4 Le ASCA
Una variante più complessa delle ROSCA è
quella delle ASCA (Accumulating Savings and
Credit Associations). A differenza delle
39
Le ROSCA sono diffuse in moltissimi paesi, in
contesti e con nomi diversi: tontine in Camerun, hui a
Taipei, tanda in Messico, ecc.
40
Beatriz Armendariz de Aghion; Jonathan Morduch,
The economics of microfinance, MIT, 2005, pag. 59
20
ROSCA, nelle ASCA il risparmio raccolto viene
accumulato fino ad una data definita e non viene
quindi conferito a turno ai membri del gruppo.
Alla scadenza i membri decidono se sciogliere
l’ASCA o continuare nella raccolta. Nel primo
caso ad ognuno viene restituito il risparmio
versato più eventuali quote di utile generato dal
fondo
attraverso
l’attività
di
credito.
Quest’ultima può essere effettuata a favore dei
membri o anche all’esterno41.
2.2.5 I Self Help Groups
Simili alle ASCA sono i Self Help group
(SHG)42. Come nel caso delle ASCA, si tratta di
gruppi solitamente composti da donne unite da
legami sociali molto stretti ed aventi un profilo
socio-economico affine. I SHG hanno lo scopo
di condividere e risolvere in comune i problemi
individuali di carattere sociale ed economico. I
gruppi incorporano quindi alcuni meccanismi
propri della microfinanza di raccolta del
risparmio e di concessione dei crediti. A
differenza delle ASCA, i SHG hanno dimensioni
più contenute (da 10 a 20 membri) e hanno un
collegamento forte diretto o mediato da
organizzazioni di livello intermedio con
istituzioni finanziarie locali o nazionali presso le
quali ottengono servizi di sia di risparmio che di
credito. L’esperienza dei SHG è particolarmente
sviluppata in India. Sotto l’ombrello della
National Bank for Agriculture and Rural
Development (NABARD), che fornisce servizi
di supporto tecnico e credito alle istituzioni
finanziarie locali che appoggiano attraverso il
credito i SHG (Bank linkage Programme), nel
paese i beneficiari raggiunti sono stati ben 48,6
milioni di cui quasi 39 milioni erano soggetti
che versavano in situazione di estrema povertà43.
2.2.6 Le CVECA
Il passaggio dalla microfinanza informale a
quella formale si verifica in presenza di attori
che operano attraverso modelli organizzativi più
complessi che richiedono un riconoscimento
legale e in molti casi autorizzazioni aper
l’esercizio dell’attività di intermediazione
finanziaria. E’ questo il caso delle Caisses
Villageoises d’Épargne et de Crédit Autogérées
(CVECA)44. Si tratta di un modello operativo
sviluppato a metà degli anni ’80 dall’ONG
francese CIDR e diffusosi in numerosi paesi
dell’Africa Occidentale. Esso si struttura su tre
livelli: le caisses villageoises, le associazioni
regionali di CVECA e il Service Commun. Al
primo livello, la caisse villageoise assume il
compito di erogare servizi di risparmio e credito
all’interno del villaggio. Si tratta si
un’organizzazione
di
microfinanza
che
appartiene al villaggio, il quale ne gestisce
direttamente le attività e ne assume il controllo e
la governance. La dimensione di villaggio di tali
strutture è confermata dal fatto che i profitti
generati
dall’attività
di
intermediazione
finanziaria sono investiti per la realizzazione di
progetti comunitari (costruzione di scuole,
acquisto di pompe per l’approvvigionamento
idrico ecc.). L’associazione regionale costituisce
il secondo livello del sistema CVECA. Si tratta
di una sorta di unione delle caisses villageoises
che ha il compito di coordinare le attità svolte
alla base e intercettare i crediti esterni necessari
ad alimentare il sistema. Il Service Commun,
43
41
Kim Wilson; Malcolm Harper; Matthew Griffith,
Financial promise for the poor. How groups build
microsavings, Kumarian Press, 2010, pag. 2
42
U. Jerinabi, Micro credit management by women’s
self help groups, DPH, 2006, pag. 20
www.nabard.org
Korotoumou Ouattara; Claudio Gonzalez-Vega;
Douglas H. Graham, Village Banks, Caisses
Villageoises, and Credit Unions: Lessons from
Client-Owned Microfinance Organizations in West
Africa, USAID, 1999, pagg. 27-40
44
21
fornisce a pagamento ai primi due livelli servizi
di supporto tecnico. La metodologia legata
all’erogazione dei servizi segue solitamente
l’approccio savings-first: durante il primo anno
di attività, le casse non ricevono alcuna
dotazione finanziaria per lo sviluppo dei servizi
di credito ma possono fare affidamento solo
sulla loro capacità di raccolta. Quest’ultima si
sviluppa sia attraverso prodotti di risparmio a
vista (non remunerati) che a termine
(remunerati). La metodologia di credito è basata
sul prestito individuale e solitamente prevede
che il beneficiario disponga di garanzie reali
(pegno). Quello delle CVECA risulta essere un
modello finanziario particolarmente efficace in
contesti rurali. La coesione sociale presente
all’interno dei villaggi assicura da un lato una
buona performance in termini di tassi di
rimborso e dall’altro consente di contenere i
costi operativi in quanto la gestione delle attività
è affidata a titolo volontario ai membri stessi
della comunità.
2.2.7 Le banche villaggio
Contemporaneamente alla nascita del modello
CVECA, FINCA ha lanciato lo schema del
village banking45. Anche in questo caso si tratta
di un’associazione auto-gestita da un gruppo di
persone (in numero variabile da 30 a 50) che
svolge l’attività di raccolta e di impiego a favore
dei membri. Il modello prevede che, dopo una
fase di formazione, la banca villaggio riceva a
titolo di prestito il capitale iniziale (external
account) per l’avvio dell’attività di credito da
una sponsoring agency. Tutti i membri della
banca villaggio rispondono in solido della
restituzione del debito, il cui ammontare
corrisponde alla somma dei crediti che la banca
villaggio concederà ai singoli. Nel secondo
ciclo, l’ammontare del credito a favore di ogni
membro è proporzionale al volume dei risparmi
accumulati nel periodo (ad ogni ciclo, il
risparmio versato non può essere inferiore al
20% del credito). In questo modo la banca
villaggio, oltre a disporre di risorse esterne
(external account) può utilizzare per l’attività
creditizia fondi resi disponibili dalla comunità
sottoforma di risparmio (internal account).
2.2.8 Le Financial Services Associations
La finalità propria delle CVECA e delle banche
villaggio di fornire una struttura che mobilizzi le
risorse finanziarie presenti a livello comunitario
viene perseguita anche nel caso delle Financial
Services Associations (FSA)46. Anche le FSA
erogano servizi di risparmio e credito
nell’ambito della comunità locale. A differenza
dei modelli precedentemente presentati, tuttavia,
le FSA basano la propria forza finanziaria
soprattutto sul capitale sociale raccolto presso i
membri. Il modello patrimoniale su cui si basano
le FSA è simile a quello che regge le società per
azioni. Per poter beneficiare dei servizi
dell’associazione
i
singoli
devono
preventivamente acquistare delle azioni,
rivendibili sul mercato locale in caso di recesso.
Le azioni sottoscritte sono da considerarsi veri e
propri investimenti remunerati. Ciò spinge molti
ad acquistare azioni senza richiedere nel
contempo l’accesso ai servizi di credito offerti
dall’associazione. Il capitale raccolto grazie a
tale metodologia ha volumi tali da consentire di
alimentare l’attivo senza l’ausilio di ulteriori
risorse (in Uganda i depositi rappresentano solo
il 20% del portafoglio crediti) e, trattandosi di
capitale di rischio, senza dover adottare
particolari misure prudenziali a salvaguardia dei
45
Joanna Ledgerwood, Microfinance handbook. An
institutional and financial perspective, The World
Bank, 1999, pag. 85
46
Douglas Pearce; Brigit Helms, Financial Services
Associations: the story so far, CGAP, 2001, pag. 5
22
risparmiatori come avviene nell’attività di
raccolta del risparmio.
2.2.9 Le cooperative di risparmio e credito
Un’evoluzione dei modelli basati su strutture
finanziarie comunitarie è quella propria delle
cooperative di risparmio e credito47. Si tratta di
intermediari finanziari non-profit che forniscono
servizi di risparmio e credito all’interno della
cerchia dei soci. Il modello di governance è
quello classico delle cooperative. Organo
supremo è l’assemblea dei soci il cui
meccanismo decisionale è retto dal principio
“una testa - un voto” secondo il quale ogni socio
ha pari potere decisionale indipendentemente dal
numero di quote detenuto. Quello delle
cooperative di risparmio e credito è un modello
efficace per il finanziamento delle micro e
piccole imprese e grazie al suo facile accesso e
all’elevato livello di democrazia interno,
interpreta compiutamente il ruolo di inclusione
finanziaria,
proprio
della
microfinanza,
soprattutto nelle aree rurali. Proprio in tali
contesti esse sono in grado di mobilizzare
efficacemente, sottoforma di risparmio e capitale
sociale, le risorse finanziarie interne alla
comunità ed impiegarle a favore delle attività
produttive locali attraverso crediti individuali. Il
modello consente inoltre di razionalizzare e
ridurre alcuni rischi e categorie di costi
tradizionalmente legati all’intermediazione
finanziaria. L’eleggibilità al credito, è spesso
subordinata ad un propedeutico rapporto di
risparmio con la cooperativa e vincolata
all’esistenza di una proporzione definita tra
deposito personale e ammontare del credito
concesso. Ciò riduce notevolmente i costi di
valutazione del merito creditizio del cliente e il
carico delle garanzie richiesta. Inoltre il
riconoscimento dell’individuo a livello del
gruppo-cooperativa, costituisce un criterio
importante di selezione della clientela e induce
ad una riduzione del rischio d’inadempienza.
Le fonti interne sono spesso integrate da risorse
esterne appartenenti alla rete regionale (Unioni)
o nazionale (Federazioni) delle cooperative di
risparmio e credito che ha inoltre lo scopo di
fornire alle istituzioni di primo livello assistenza
tecnica e servizi di audit, contabilità e gestionali.
A loro volta le organizzazioni di secondo livello
sono riunite sotto il cappello del WOCCU
(World Council of Credit Unions) che
attualmente raggruppa a livello mondiale circa
49 mila cooperative per un totale di 184 milioni
di membri48. Il WOCCU ha il compito di
favorire lo scambio di esperienze e rappresentare
il sistema cooperativo a livello internazionale
attraverso azioni di pressione istituzionale.
2.2.10 Le organizzazioni Non Governative
Passando alle organizzazioni di microfinanza la
cui governance e proprietà non appartiene alla
comunità locale, senza dubbio il modello più
diffuso è rappresentato dalle organizzazioni non
governative (ONG). Si tratta di istituzioni nonprofit che operano solitamente con una
personalità giuridica di tipo associativo. Nel
mondo ci sono attualmente circa 9 mila ONG
operanti nel settore della microfinanza49. Sono
istituzioni che operano spesso a favore di piccole
comunità anche se in molti contesti, essendo il
modello giuridico da esse offerto il più adatto e
agile all’interno di specifici quadri normativi
nazionali, le loro dimensioni possono essere
ragguardevoli. In Bangladesh ad esempio, le
ONG BRAC e Proshika hanno globalmente un
portafoglio attivo di circa 5,6 milioni di clienti.
47
Bernd Banlkenhol, Credit unions and the poverty
challenge:
extending
outreach,
enhancing
sustainability
48
49
www.woccu.org
Financial Access 2010, CGAP.
23
Nonostante il modello consenta di operare con
maggiore semplicità, in quanto slegato da
vincoli imposti alle istituzioni regolamentate
dalle leggi bancarie locali (quali banche o altri
intermediari finanziari autorizzati), esso tuttavia
fatica a svilupparsi se non attraverso un processo
di trasformazione in istituzione di microfinanza
regolamentata spesso oneroso e problematico.
Da un lato il modello associativo implica infatti
una struttura di governance non rappresentativa
della comunità o degli azionisti. Ciò limita
spesso la possibilità di aumentare la forza
patrimoniale
dell’istituzione
attraverso
l’intervento di investitori privati e per contro
perpetua il rapporto di dipendenza finanziaria da
fonti sussidiate (donors internazionali o
governativi). Dall’altro lato, la mancanza di
autorizzazioni specifiche da parte degli enti
nazionali di controllo, impedisce quasi sempre a
questo tipo di organizzazioni di raccogliere
risparmio,
limitando
la
capacità
di
approvvigionamento finanziario a livello locale.
Il citato processo di trasformazione in istituzione
regolamentata implica quindi l’acquisizione
dello status di intermediario finanziario e
l’apertura al mercato. Il processo di
commercializzazione, spesso necessario per
consentire all’ONG di gestire un volume
d’attività sufficiente al raggiungimento del punto
di pareggio, è teso ad attrarre presso i mercati
locali ed internazionali investitori privati e fonti
finanziarie non sussidiate. In questo percorso
molte istituzioni sono costrette ad un
aggiustamento della mission e a perseguire la
sostenibilità economico-finanziaria a discapito
della performance sociale. In altri casi,
un’attenta pianificazione del processo di
sviluppo consente di raggiungere entrambi gli
obiettivi senza quindi tradire il mandato
originario espresso nella mission. In base ai dati
riportati dal Microbanking Bulletin del 2003, su
231 microfinanziarie valutate, ben 139 avevano
raggiunto l’autosufficienza operativa. Di queste,
le 41 che si rivolgevano alla fascia di
popolazione più povera erano anche quelle che
mediamente avevano raggiunto livelli di
redditività superiori. Le stesse istituzioni
avevano inoltre raggiunto un numero di clienti
tre volte superiore di quello servito dalle 139
istituzioni nel loro insieme50.
2.2.11 Le istituzioni finanziarie non bancarie
(NBFI)
A questa categoria corrispondono le entità
finanziarie regolamentate di tipo non bancario
che operano con il target caratteristico della
microfinanza per la fornitura di servizi diversi
dal risparmio quali il credito, leasing,
assicurativi e di trasferimento del denaro. Tra
queste troviamo alcune microfinanziarie di
grandi dimensioni quali ad esempio Shares in
India. Registrata dal 2000 come istituzione
finanziaria non bancaria, Shares nel 2009 gestiva
un portafoglio crediti attivi pari a 490,9 milioni
di dollari statunitensi e 2,4 milioni di prestatari
attivi51.
Come nel caso delle ONG, anche le istituzioni
finanziarie non bancarie godono di una
maggiore flessibilità operativa rispetto alle
banche commerciali grazie al minore controllo
da parte delle autorità centrali. Nei paesi che si
sono dotati di una specifica normativa volta a
regolamentare e a favorire lo sviluppo del settore
della microfinanza, le istituzioni non bancarie
hanno inoltre la possibilità di sviluppare propri
modelli organizzativi, operativi e una struttura
patrimoniale in linea con le caratteristiche più
favorevoli al raggiungimento del mercato di
riferimento. Per contro, in contesti nazionali nei
quali il quadro giuridico di riferimento non
50
51
www.mixmarket.org
www.mixmarket.org
24
contempli ancora disposizioni dedicate al
settore, le microfinanziarie debbono adattarsi
alla normativa vigente, spesso troppo restrittiva
soprattutto in termini di consistenza patrimoniale
minima necessaria, non compatibile con i
volumi d’impiego gestiti dalle istituzioni con
dimensionamento ridotto. In ogni caso le leggi
bancarie nazionali solitamente non consentono
alle istituzioni di microfinanza di tipo non
bancario di erogare particolari servizi per i quali
è richiesto un maggior grado di tutela nei
confronti dei clienti, quali ad esempio il
risparmio.
2.2.12 Il settore bancario
Solo più di recente il settore bancario si è
affacciato al mercato della microfinanza. Ciò è
avvenuto in parte come effetto del processo di
trasformazione di alcune istituzioni di
microfinanza che nel loro percorso di sviluppo,
hanno ritenuto che il modello bancario fosse
quello più congeniale per la gestione di grandi
volumi d’impiego, per meglio attrarre investitori
e sul lato delle fonti per affiancare alle risorse
del sistema finanziario locale e internazionale
anche il risparmio e altri prodotti di raccolta. La
prima istituzione ad avere battuto tale strada è
stata la boliviana BancoSol. Nel 1992 l’ONG
PRODEM, ACCION International, Calmeadow
Foundation e altri investitori, tra i quali alcune
banche locali, hanno dato vita a BancoSol, la
prima banca commerciale dedicata alla
microfinanza. Nel 1997 BancoSol è stata la
prima banca del settore a distribuire dividendi
agli azionisti. Oggi la banca gestisce un
portafoglio di più di 350 milioni di dollari
statunitensi, quasi 130 mila prestatari e
risparmio per 343 milioni di dollari.
In altri contesti la microfinanza è nata e si è
sviluppata da subito utilizzando tra gli altri il
canale bancario come nel caso di molti paesi
dell’Europa Centrale dell’Est e dei Nuovi Stati
Indipendenti. Nella regione ben il 36% dei
microcrediti attivi e il 32% dei micro-depositi è
gestito dal settore bancario, attraverso le banche
di microfinanza e le banche commerciali52.
In altri paesi le banche hanno iniziato ad operare
nel settore solo successivamente, attratte dai
crescenti livelli di redditività e maturità del
comparto, dalla possibilità di intercettare fondi
provenienti da investitori sociali, raggiungere
nuove fasce di clienti non servite da altri
competitors e attuare strategie di cross-selling
che consentono di fornire alle micro e piccole
imprese diversi servizi collegati al credito53. In
contesti economici favoriti da un quadro
giuridico favorevole, la strategia di downscaling
operata dalle banche, ovvero di orientamento di
alcuni servizi specifici al segmento caratteristico
della microfinanza (attraverso l’adozione di
modelli di gestione e metodologie di erogazione
dei servizi appropriati) ha consentito di
raggiungere risultati apprezzabili sia in termini
di redditività che di espansione del volumi di
credito e risparmio. E’ questo il caso del Banco
del Pichincha in Ecuador. La banca in
considerazione della bassa produttività di alcune
agenzie e a seguito della profonda crisi
economica del paese, nel 1999 decise di
intraprendere una nuova strategia volta ad
individuare e soddisfare i bisogni finanziari della
microimpresa,
segmento
quest’ultimo
precedentemente trascurato sia nell’offerta di
servizi di credito che di risparmio. Nello stesso
anno
fondò
Credi
Fe
Desarrollo
Microempresarial S.A (CREDIFE). Nel 2003
52
Sarah Forster; Seth Greene; Justyna Pytkowska,
The state of microfinance in Central and Eastern
Europe and the New Independent States, CGAP,
2003, pag. 27
53
Development Alternatives, Inc., Banking the
Underserved: New Opportunities for Commercial
Banks, DFID, 2005, pag. 6
25
l’istituzione gestiva un portafoglio attivo pari a
3,5 milioni di dollari e circa 9 mila clienti. Nel
2008 il portafoglio era passato a oltre 250
milioni di dollari a favore di circa 100 mila
clienti54.
Le banche commerciali oltre ad intervenire
direttamente a favore del target raggiunto
tradizionalmente dalle microfinanziarie, hanno
la possibilità di intervenire indirettamente verso
tale clientela. Nel mondo le banche commerciali:
acquistano quote azionarie di istituzioni di
microfinanza (la Jammal Trust Bank e il Credit
Libanais detengono quote di capitale della micro
finanziaria Ameen); gestiscono programmi di
microfinanza attraverso istituzioni di livello
intermedio (l’indiana ICICI, gestisce operazioni
di microcredito attraverso i self help group o le
microfinanziazie locali); svolgono attività di
credito a favore delle istituzioni di microfinanza
in singoli paesi (è il caso della Raiffeisen Bank a
favore di alcune istituzioni di microfinanza
bosniache); forniscono servizi di front office e di
gestione della tesoreria di programmi di
microfinanza (la Garanti Bankasi gestisce questo
tipo di servizio a favore di Maya Enterprise for
Microfinance).
2.3
Le metodologie di credito
La scelta di una metodologia appropriata e
sostenibile
è
strettamente
legata
alle
caratteristiche del target group di clienti (gruppo
di clienti meta), del contesto locale (economico,
sociale, politico e legale) e degli obiettivi
specifici del programma di microcredito. Per
questa ragione non esistono mai metodologie
esattamente uguali di microcredito.
54 Marguerite Berger; Lara Goldmark;Tomás Miller
Sanabria, An inside view of Latin American
microfinance,
IADB,
2006,
pag,
84;
www.credife.com
Tuttavia, tutte le metodologie adottate dai
programmi o Istituzioni di Microfinanza (IMFs)
possono essere classificate in due grandi
categorie:
1.
2.
Credito individuale. Metodologie che
prevedono l’erogazione del credito a
individui: i crediti sono garantiti attraverso
garanzie reali o da garanzie personali.
Credito
attraverso
un
gruppo.
Metodologie che prevedono l’erogazione
dei prestiti attraverso un gruppo (Peer
Lending): sono gli stessi membri del gruppo
a garantire la restituzione del prestito.
La principale differenza
metodologie riguarda i
garanzia55.
fra queste due
meccanismi di
2.3.1 Credito individuale
Questa forma di microcredito è quella più vicina
alla metodologia di credito utilizzata dalle
banche commerciali. Questa metodologia è
efficace in programmi di microcredito calati nel
contesto urbano e verso attività economiche
production-oriented56 (TAB. 2). Il credito
individuale si adatta meglio alle piccole imprese
più che alle attività generatrici di reddito.
Permette di creare prodotti finanziari adatti alle
caratteristiche del cliente e dei bisogni del suo
business57.
55
J. Ledgerwood, Microfinance Handbook, The
World Bank, 1999.
56
Microfinance Distance Learning Course Heather
Clar, Special Unit for Microfinance, UNCDF,
Settembre 2002; Principles of Financially Viable
Lending
To
Poor
Entrepreneurs,
USAID
Microenterprise Development Brief Number 3,
Febbraio 1995.
57
Evolution of Credit Methodologies Concept Paper,
Microenterprise Best Practices, Concept Paper
Number 12, Marzo 1997.
26
TAB. 2: Credito individuale: elementi di
sintesi
GRAF. 2: Metodologie di credito di gruppo
Tipo di cliente. Individui che lavorano nel settore
informale che hanno bisogno di capitale circolante
(working capital) o di credito per immobilizzazioni di
investimento (fixed assets). Microimprese urbane e/o
piccole imprese agricole.
Relazione del loan officer con il cliente. Molto stretta
in ogni fase del rapporto creditizio.
Approvazione del prestito. Basata sull’attenta analisi
del “business” del cliente e della sua capacità
complessiva di rimborso (si considerano il bilancio
famigliare). Analisi finanziaria, delle proiezioni e del
flusso di cassa.
Caratteristiche
principali.
Sono
flessibili
per
Fonte: Waterfield, Charles; Duval, Ann, CARE
Savings and Credit Sourcebook, CARE, 1996,
capitolo 6.
rispondere ai particolari bisogni dei clienti. La durata,
la frequenza dei pagamenti e gli importi possono
variare a seconda delle esigenze del cliente e del suo
business.
Normalmente sono crediti più costosi di quelli di
gruppo, ma meno costosi rispetto a quelli applicati dal
settore formale.
Garanzie. Garanzie reali (se possibile) e/o co-garanti.
Risparmio. Non essenziale. Alcune IMFs richiedono
un risparmio obbligatorio legato al rimborso completo
del prestito (forma di “fondo di garanzia”).
Assistenza Tecnica o Training. Assente o minima da
parte del loan officer.
2.3.2 Credito attraverso un gruppo
A differenza dei programmi di prestito
individuale, che generalmente tendono a seguire
lo stesso approccio, vi è un'ampia variabilità
metodologica tra i programmi di prestito di
gruppo (GRAF. 2).
Una distinzione all’interno della metodologia dei
prestiti di gruppo riguarda l’aspettativa di una
futura indipendenza del gruppo dal programma
di microcredito.
2.3.2.1 “Solidarity Group”: Il modello
Grameen Bank
Questo modello (sviluppato dalla Grameen Bank
in Bangladesh e prevalente in Asia) prevede la
formazione di gruppi solidali di 5 membri (non
legati a livello famigliare), incorporati in
“Village Centers” composti fino a 8 gruppi. I
Village Centers sono a loro volta riuniti in
“Regional Branch Offices”. I membri a tutti i
livelli assumono la responsabilità di gran parte
della gestione dei servizi finanziari.
Caratteristica peculiare del modello Grameen
(TAB. 3) è l’incorporazione di forti elementi
sociali, quali ad esempio l’adesione ai principi
promossi dall’organizzazione e la creazione di
“fondi di emergenza” gestiti dai “Village
Centers” per far fronte ai bisogni dei membri.
Questo approccio funziona in aree rurali ad alta
densità di popolazione, dove le comunità sono
sufficientemente stanziali e la cultura locale
permette la creazione di gruppi di persone.
27
TAB. 3: Modello Grameen Bank: elementi di
sintesi
Tipo di cliente. I clienti sono spesso donne che
gestiscono attività simili alle attività generatrici di
reddito commerciali e/o agricole.
Relazione del loan officer con il cliente.
Relativamente scarsa. Il loan officer fa visite
periodiche ai clienti e verifica le informazioni
fornite.
Approvazione del prestito. La valutazione del
credito è fatta dai gruppi o dai centri. Il loan officer
verifica l’attendibilità del credito.
Caratteristiche principali. I prestiti sono di breve
periodo (6-12 mesi). I membri del gruppo possono
richiedere somme più elevate via via che i cicli
2.3.2.2 “Solidarity Group”: Il modello latino
americano
Il modello latino americano di gruppi solidali
(sviluppato da ACCION International e poi
adattato da molte IMFs) utilizza il gruppo
prevalentemente come meccanismo di garanzia
per la puntuale restituzione del prestito (TAB.
4). Questa metodologia prevede l’utilizzo di
piccoli gruppi composti da 4 a 7 membri. Ha un
buon successo in ambiente urbano e semiurbano, in particolare in aree in cui è presente un
mercato. Questa metodologia adotta di solito un
approccio minimalista, anche se alcuni
programmi prevedono un training di base sulla
gestione d’impresa.
finanziari si chiudono con successo. L'ammontare è
basso rispetto al credito individuale e non supera i
1,000 dollari). Oltre ai tassi d’interesse il cliente
paga
ulteriori
commissioni
e
il
risparmio,
accrescendo il costo reale del prestito. L’ordine di
accesso al credito è stabilito dal gruppo a rotazione:
generalmente due membri per il primo prestito, due
per il successivo e uno per l’ultimo di solito destinato
al leader del gruppo). I fondi raccolti attraverso le
commissioni e il risparmio sono utilizzati per altri
investimenti o per il consumo familiare.
Garanzie. Nessuna. Garanzia Solidale di tutti i
prestiti: nessun membro del gruppo può ottenere
prestiti ulteriori se prima tutti i membri non hanno
restituito la somma ricevuta.
Risparmio.
Obbligatorio.
I
membri
devono
risparmiare per un minimo di 8-10 settimane prima
di poter accedere ai prestiti. Il fondo così creato serve
ai membri per ottenere prestiti al consumo.
Assistenza
tecnica
o
Training.
Minima.
Orientazione base prima del credito da parte del loan
2.3.2.3 Le organizzazioni basate sulle
comunità: I Community-Managed Loan Fund
(CMLF)
Village banking. È una metodologia sviluppata
dalla Foundation for International Community
Assistance (FINCA). Una Village Bank è
costituita da 25-50 membri, spesso donne. La
banca è finanziata attraverso la mobilizzazione
di fondi all’interno del gruppo (internal
account), così come da prestiti provenienti da
istituzioni finanziarie esterne (external account)
(TAB. 5). L’internal account è composto di
risparmio dei membri, capitale accumulato per
interessi, e diviene gradatamente più consistente,
sganciandosi progressivamente dalla necessità di
attingere all’external account. Questo approccio
ha dimostrato una particolare efficacia in
contesto rurale tra le attività generatrici di
reddito (Income Generating Activities)58.
officer.
Caratteristiche del gruppo. Sono gruppi autoselezionati: i membri non devono essere parenti e
devono avere lo stesso background socio-economico.
Richiesta la presenza a riunioni settimanali.
58
D. Luppi, Le metodologie del microcredito,
Seminario di studio Caritas Italiana, Consorzio
Etimos, Marzo 2004.
28
TAB. 4: Modello Latino-Americano: elementi
di sintesi
TAB. 5: CMLF: elementi di sintesi
Tipo di cliente. I clienti sono di solito donne
reddito molto basso (ma con capacità di risparmiare)
commercianti che ricevono prestiti molto piccoli per
che gestiscono attività generatrici di reddito in zone
capitale circolante (working capital).
rurali.
Relazione del loan officer con il cliente.
Relativamente stretta. Contatto diretto con i clienti
Relazione del loan officer con il cliente. Relazione
sia prima dell’approvazione che durante il rimborso.
account).
Approvazione del prestito. Eseguita dal loan
Approvazione del prestito. I prestiti di gruppo
officer. Minima analisi del progetto.
vengono
Caratteristiche principali. I nuovi membri ricevono
individuali sono analizzati dal gruppo attraverso un
inizialmente piccole somme di ammontare uguale,
apposito comitato eletto dal gruppo.
ma c’è una certa flessibilità nei cicli successivi. I
Caratteristiche principali. Il prestito di gruppo è
membri del gruppo possono richiedere somme più
costituito dalla somma dei prestiti individuali. I
elevate via via che i cicli finanziari si chiudono con
prestiti sono erogati in cicli successivi (10-12 mesi)
successo (l’ammontare non supera di solito i 1,000
con pagamenti alla fine del ciclo. Il primo prestito è
dollari). I tassi d’interesse sono alti e vengono
molto basso e di solito non supera i 100 dollari. Il
caricate anche delle commissioni. A volte si crea un
tasso d’interesse sul credito esterno è alto. Le
fondo di emergenza: parte degli interessi raccolti
condizioni per i prestiti individuali interni sono
viene utilizzata per la costituzione di fondi destinati
legate alle condizioni ottenute nel prestito esterno (i
alla salute o a garanzia parziale dei mancati
termini sono più brevi e a interessi più elevati).
pagamenti.
Garanzie. Nessuna. Garanzia Solidale: pressioni
Garanzie. Nessuna. Garanzia Solidale di tutti i
esercitate dal gruppo. Se un membro non restituisce
prestiti. Nessun membro del gruppo può ottenere
quanto ricevuto, il debito ricade su tutti gli altri
prestiti ulteriori se prima tutti gli altri non hanno
membri (o sui risparmi accumulati).
restituito la somma ricevuta.
Risparmio. Obbligatorio. Parte essenziale della
Risparmio. Spesso è richiesto ai clienti di versare
metodologia. I membri devono iniziare molto tempo
una quota di risparmio obbligatorio (di solito
prima di entrare nel gruppo. In genere si richiede
trattenuta alla fonte) che serve in genere come
all’individuo di risparmiare il 20% di quanto ricevuto
“fondo di garanzia” finale per ripagare il prestito.
a prestito in ogni ciclo.
Raramente
Assistenza Tecnica o Training. Orientamento base e
sono offerti prodotti di risparmio
Tipo di cliente. I clienti sono spesso donne di
limitata (soprattutto legata alla gestione dell’external
valutati
dal
loan
officer.
I
prestiti
volontario.
training nei primi cicli e successivamente solamente
Assistenza Tecnica o Training. Minima. Training di
al bisogno. Alcune istituzioni di microfinanza hanno
base sulla gestione d’impresa
aggregato
Caratteristiche
del
gruppo.
Gruppi
auto-
alcuni
programmi
educativi
(salute,
nutrizione, etc.) facendo pagare una commissione
selezionati: i membri non devono essere parenti e
addizionale al gruppo.
devono avere lo stesso background socio-economico.
Caratteristiche del gruppo. Controllo democratico
e amministrazione autosufficiente. Indipendenza di
solito raggiunta nell’arco di tre anni. Autonomia
nella selezione dei membri. Riunioni regolari
(settimanili o bi-settimanali o mensili).
29
I revolving loan funds. Le Community
Managed Revolving Loan Funds (CMRLF) sono
gruppi finanziari informali composti da 30-100
membri, spesso donne. Possono essere
paragonate a piccole banche che mobilizzano i
propri fondi e tendono a diventare nel tempo
istituzioni indipendenti. Ai membri è richiesto di
risparmiare, anche se la fonte finanziaria
principale proviene dall’esterno (prestito o
donazione). Gli individui entrano nel gruppo per
iniziare una propria attività economica. Questo
modello ha grande successo sui segmenti più
poveri della popolazione (TAB. 6).
TAB. 6: CMRLF: elementi di sintesi
Caisses Villageoises d’Épargne et de Crédit
Autogérées (CVECA). È una metodologia
sviluppata dalla ONG francese “Centre for
International Development and Resarch”. Le
associazioni di credito e risparmio sono molto
simili alle CVECA (TAB. 7).
TAB. 7: CVECA: elementi di sintesi
Tipo di cliente. I clienti si trovano in aree rurali,
sono sia uomini che donne, con basso o medio
reddito e con capacità di risparmiare.
Relazione del loan officer con il cliente. Molto
limitata.
Approvazione del prestito. Nessun prestito esterno
al
gruppo
da
parte
dell’organizzazione
Tipo di cliente. I clienti sono individui con reddito molto
internazionale. I prestiti interni individuali sono
basso (ma con capacità di risparmiare) che gestiscono
analizzati dal gruppo attraverso un apposito comitato
attività simili alle attività generatrici di reddito.
eletto dal gruppo.
Relazione del loan officer con il cliente. Relativamente
Caratteristiche principali. Condizioni di prestito
molto limitata. Soprattutto legata ai prestiti di gruppo.
interne flessibili (di solito prestiti di breve durata e
Approvazione del prestito. I prestiti di gruppo vengono
per capitale circolante). Spesso l’ammontare prestato
valutati dal loan officer. I prestiti individuali sono
è proporzionale a quanto risparmiato dall’individuo.
analizzati dal gruppo attraverso un apposito comitato eletto
Il tasso d’interesse è spesso molto elevato.
dal gruppo.
Garanzie.
Caratteristiche principali. Il prestito di gruppo è basato
discrezione del gruppo. Il risparmio costituisce la
sul capitale iniziale raccolto. Il prestito (più spesso
forma privilegiata di garanzia. Pressioni esercitate
donazione) al gruppo è un multiplo del capitale raccolto
dal gruppo (conoscenza personale).
internamente (2/1 3/1). Il prestito individuale è piccolo e
Risparmio. Obbligatorio. Parte essenziale della
non supera i 100 dollari. Condizioni di prestito flessibili.
metodologia. Vengono offerti vari tipi di prodotti di
Termine fino a 2 anni con un periodo di grazia (grace
risparmio volontario.
period).
Assistenza Tecnica o Training. Ruolo principale
Garanzie. Garanzia a livello individuale a discrezione del
dell’organizzazione internazionale. Training e AT
gruppo. Garanzia Solidale: pressioni esercitate dal gruppo.
viene fornita al management della Associazione e
Se un membro non restituisce quanto ricevuto, il debito
spesso anche agli individui soprattutto per start-up
ricade su tutti gli altri (o sui risparmi accumulati).
businesses.
Risparmio. Spesso richiesto.
Caratteristiche del gruppo. Controllo democratico.
Assistenza Tecnica o Training. Minima.
Amministrazione autosufficiente.
Caratteristiche del gruppo. Controllo democratico.
Indipendenza.
Amministrazione autosufficiente. Indipendenza di solito
membri.
raggiunta nell’arco di tre anni. Autonomia nella selezione
federazioni di gruppi.
dei membri.
Garanzia
a
Autonomia
Riunioni
livello
nella
regolari.
individuale
a
selezione
dei
Formazione
di
30
La differenza principale consiste nel peso che in
questo caso assume il risparmio dei membri.
L’associazione
può
essere
da
subito
indipendente finanziariamente. In questo caso il
ruolo dell’organizzazione internazionale è di
sola assistenza tecnica. Le associazioni di
credito e risparmio sono simili a delle
cooperative di risparmio e credito nella loro fase
iniziale.
GRAF. 3: Produttività dei Loan Officer per
metodologia
2.3.3 Il dibattito
Un’Istituzione di Microfinanza (IMF) deve
adeguare la metodologia di microcredito per
adattarla al mercato, soppesandone vantaggi e
svantaggi. Le questioni principali sono:
• Quale metodologia di prestito offre un
servizio più efficiente?
• Quale metodologia risponde meglio alle
esigenze del cliente?
• Quale metodologia aiuta meglio l’IMF a
gestire il rischio?
I crediti di gruppo (group lending) sono in grado
di offrire un modo efficace di raggiungere un
gran numero di clienti poveri che non
possiedono tradizionali forme di garanzia
consentendo all’IMF di trasferire alcuni costi di
gestione e una parte del rischio di credito agli
stessi membri del gruppo.
Molti aspetti delle metodologie di gruppo
consentono di risparmiare tempo e denaro
all’IMF includendo caratteristiche come la
valutazione (screening) di gruppo, un’unica
erogazione del credito e un unico rimborso da
parte del gruppo: tutto questo abbassa i costi di
transazione per l’IMF permettendogli di gestire
un certo numero di prestiti attraverso un solo
singolo contatto (GRAF. 3).
Fonte: Microfinance Information Exchange (MIX),
Dicembre 2008 (www.mixmarket.org).
Tuttavia, in alcuni casi un’IMF potrebbe
spendere più tempo e denaro cercando di
organizzare e coordinare i gruppi piuttosto che
erogare singoli prestiti agli stessi clienti. La
responsabilità solidale del gruppo o di una
village bank permette a un’IMF di ridurre anche
il suo rischio di credito. Tuttavia, quando alcuni
clienti cominciano a contrarre prestiti più grandi,
i clienti con prestiti di minori dimensioni che
fanno parte dello stesso gruppo sono meno
disposti a sottoscrivere una responsabilità
solidale e congiunta con gli altri membri. D’altra
parte il prestito di gruppo potrebbe non
soddisfare le esigenze di alcuni che
preferirebbero un prestito individuale, contando
più sulla loro capacità di rimborsare il debito,
piuttosto che assumere il rischio di una garanzia
solidale. Per queste ragioni molte IMFs hanno
sviluppato e introdotto parallelamente prodotti di
credito individuale, mentre altre istituzioni
hanno sviluppato un prodotto di credito
individuale per i buoni clienti che crescono e si
“laureano” attraverso le metodologie di gruppo.
Questo secondo approccio, sempre più
31
utilizzato, offre all’IMF una storia di credito su
cui basare la propria decisione di erogazione del
prestito individuale. I prodotti di credito
individuale permettono una maggiore flessibilità
per rispondere ai particolari bisogni della
clientela.
Come
già
menzionato
precedentemente le condizioni e gli importi
possono variare a seconda del tipo di
finanziamento richiesto e possono essere più
affini alle esigenze del cliente. Tuttavia, i crediti
individuali normalmente sono più costosi di
quelli di gruppo in quanto prevedono un’analisi
più dettagliata da parte del personale dell’IMF
che riguarda in particolare l'analisi del business
del cliente, delle opportunità di investimento e
più in generale della capacità di rimborso dello
stesso cliente includendo un’analisi del bilancio
famigliare.
In generale, le IMFs tendono ad offrire prestiti
individuali per importi maggiori, o erogare
prestiti individuali utilizzando una riunione di
gruppo come un luogo comodo per l'erogazione
piuttosto che utilizzare il gruppo come un
meccanismo di garanzia. Se i clienti rimborsano
senza ritardi per i prestiti successivi si possono
ridurre i tempi di erogazione migliorandone
l’efficienza e la produttività.