Beniamino Di Stefano-Workshop 4 luglio 2014
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Beniamino Di Stefano-Workshop 4 luglio 2014
COMANDO GENERALE DEL CORPO DELLE CAPITANERIE DI PORTO REPARTO 2° - UFFICIO I° PROTOCOLLO D’INTESA SCUOLA SUPERIORE DELL’AVVOCATURA – COMANDO GENERALE DEL CORPO DELLE CAPITANERIE DI PORTO SEMINARIO DEL 4 LUGLIO 2014 (PRESSO L’ISTITUTO CARLO ARTURO IEMOLO IN ROMA) “PROFILI GIURIDICI CONNESSI ALLA IMMIGRAZIONE VIA MARE – OPERAZIONI DI SOCCORSO IN MARE A MIGRANTI –PLACE OF SAFETY – ASPETTI UMANI CORRELATI” ALLOCUZIONE DEL C.V. (CP) BENIAMINO DI STEFANO Gentili Avvocati, amici della Scuola superiore dell’Avvocatura, innanzitutto porgo il saluto, unito all’augurio di un buon lavoro, dell’Ammiraglio Ispettore Capo Felicio Angrisano, Comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera, che ho l’onore di rappresentare, il quale non può partecipare all’evento presente in ragione di concomitanti impegni istituzionali. Il mandare me in sua vece testimonia l’attenzione che il Corpo riserva alla tematica in trattazione oggi la quale, come noto, ha già costituito oggetto di uno specifico seminario tenutosi in data 7 marzo u.s. presso l’Auditorium del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che, in base ai riscontri finora pervenuti, è risultato essere stato molto apprezzato. E certo l’immigrazione, che potremmo definire in modo esemplificativo come trasferimento permanente o spostamento temporaneo di persone in un Paese diverso da quello d’origine, è fenomeno complesso che ben si presta ad un approccio analitico a carattere interdisciplinare, investendo profili non soltanto giuridici – anche se saranno questi ultimi ad essere maggiormente esplorati nel corso dei lavori odierni – ma anche sociali, economici e, ultimi solo in senso espositivo, umanitari. Rileva nondimeno il profilo storico: si pensi ad esempio come, in base ai più recenti studi, l’immigrazione sia stata una delle principali cause della caduta dell’impero romano nel corso dei drammatici eventi del IV secolo d.c. … se ne parla in modo avvincente ad esempio in un libro che rileggo sempre con rinnovato gradimento: “la caduta dell’impero Romano, una nuova storia” di Peter Heather…. ma basti su questo solo un accenno, mi soffermerò ancora sul punto più avanti. Varie possono essere le motivazioni che spingono ad abbandonare i luoghi natii: la povertà, dittature, persecuzioni, guerre e genocidi… tutte accomunate dalla speranza, comprensibile, di un futuro migliore. I fenomeni migratori ricoprono un ruolo centrale nell'analisi delle tendenze economiche e sociali che caratterizzano l'Italia che si è trasformata negli ultimi venticinque anni da paese di emigrazione in paese di immigrazione. I motivi sono molteplici ma il primo è di carattere puramente geografico: esposta per la maggior parte al mare, caratterizzata quasi nella sua totalità da territori costieri, posizionata così com’è nel mezzo del Mediterraneo, la nostra penisola rappresenta la primissima (e forse più semplice) frontiera da attraversare per arrivare in Europa. Così l'Italia si trova a rivestire un ruolo di "strada di passaggio obbligato" per il Nord Europa o di "ultima spiaggia", purtroppo detto in senso “proprio”. Per dare solo un’idea dell’ampiezza crescente del fenomeno, secondo dati statistici attendibili, nel primo trimestre 2014 sono già stati 11.692 i migranti approdati sulle nostre coste mentre nell’intero corso del 2013 erano stati “solo” 13.267. Pertanto oggi c’è non solo Chi invoca dall'Italia norme ancora più rigide in materia di immigrazione, a tutela della sicurezza nei territori interni, ma anche Chi sostiene che l’obiettivo di controllare gli ingressi illegali ed al tempo stesso salvaguardare la vita e le condizioni di salute degli immigrati sia un compito di cui debbano farsi carico anche le istituzioni comunitarie europee. Di fronte agli arrivi, come noto, il primo anello nella catena delle azioni che le Autorità (od altri soggetti pubblici e privati nazionali a vario titolo interessati) pongono in essere è rappresentato dalle operazioni di ricerca e soccorso in mare effettuate dalla Marina militare e dalla Guardia costiera. Ed a tal riguardo, attraverso gli interventi dei miei colleghi, il C.te Cannarile dell’Ufficio circondariale marittimo di Lampedusa in streaming ed il C.F. D’Amico dal vivo, si offrirà una visione resa in modo direi quasi fotografico, come in un’immagine panoramica - e per questo motivo confido che risulti interessante e foriera di utili stimoli al ragionamento - sulle forme e sulla complessità che caratterizzano il diuturno impegno del Corpo nell’affrontare questa incessante emergenza. Si offrirà così, a beneficio di tutti i presenti, un punto di vista particolare, quello di una Amministrazione dello Stato direttamente chiamata ad affrontare il fenomeno fin dal suo primo manifestarsi attraverso i cosiddetti “viaggi della speranza” – per usare un linguaggio giornalistico – e che interviene con un senso della missione chiaro ed indefettibile… salvare la vita, ossia quel bene giuridico che il nostro ordinamento pone in cima alla scala dei valori al punto da aborrire la pena di morte. E’ quindi un punto di vista utile perché tratto dall’esperienza reale, da un contesto di situazione nel quale l’azione operativa delle amministrazioni preposte - il soccorso - deve produrre risultati nell’immediatezza e non è quindi misurabile con l’altra modalità dell’agere pubblico, quella amministrativa, ove i tempi sono scanditi da termini e fasi. Ma dallo studio del fenomeno non si può prescindere….. perché è dalla conoscenza e dall’analisi che scaturiscono le soluzioni migliori ai problemi, compresi quelli più complessi. E questo è vero da sempre. Restando sempre in tema di immigrazione, e così mi riallaccio al richiamo storico che prima mi sono concesso, penso resti tuttora valido, fra i vari approcci possibili alla problematica, quello proprio dello studioso, operato con mente aperta e curiosa. Esemplare al riguardo è la testimonianza di Temistio, illustre filosofo ed uomo di Stato vissuto nel IV secolo d.c. il quale, oltre che esegeta di Aristotele, fu anche alto funzionario nell’amministrazione imperiale. Rivestendo incarichi di rilievo, come senatore e proconsole, sotto diversi imperatori tra cui Valente e Teodosio, fece altresì parte di ambascerie e scrisse rinomate orazioni, alcune delle quali potremmo accostare, mutatis mutandis, alle esposizioni degli odierni conferenzieri. A proposito delle migrazioni barbariche del suo tempo - talvolta sanguinose ma quasi sempre dettate anch’esse, come quelle moderne, da uno stato di necessità e che nei testi scolastici più datati sono riportate piuttosto come invasioni – Temistio ci ha lasciato la seguente citazione che, per la sua valenza di monito e di spunto alla riflessione tuttora attuale, intendo ricordare a conclusione di questo mio brevissimo intervento. “[…] supponiamo per un attimo che tutta questa distruzione sia un problema semplice e che sia in nostro potere porvi fine senza riportarne alcuna conseguenza negativa: ebbene, anche se dalle passate esperienze non risulta affatto che tale conclusione sia scontata o probabile, ciononostante io suppongo, come ho già detto, che possiamo ancora farcela […]”. L’invito di Temistio a non sottovalutare il problema ed a ritenerlo superabile senza arrendersi alle prevedibili e considerevoli difficoltà che esso pone, ritengo conservi una sua forza esortativa ancor oggi efficace per supportare il corretto percorso da seguire nella ricerca delle misure e degli strumenti – non solo in punto di stretto diritto – più idonei a dare le risposte agli interrogativi che sul tema provengono, numerosi, dalla società civile.