Xuanzang: Descrizione del regno di Fan-yen-na

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Xuanzang: Descrizione del regno di Fan-yen-na
Dopo circa seicento li, ho lasciato i confini del regno di Tou-ho-lo (Toukharâ), e raggiunto il regno
di Fan-yen-na (Bamian).
La Valle di Bamyan in una veduta panoramica del 1963. Un’immagine molto simile a quanto
visto da Xuanzange nel 629 d.C.
Il regno di Fan-yen-na [misura] circa duemila li da est a ovest, e trecento li da sud a nord; si trova in
mezzo alle montagne innevate. I suoi abitanti vivono in piccole città, costruita secondo la natura dei
luoghi, a volte sui fianchi delle montagne, a volte nel fondovalle. La capitale si stende in una valle
stretta tra due opposte montagne. La sua lunghezza è di sei o sette li. A nord sta addossata alle rocce
ripide e alte.
Questo paese produce molto frumento, in ritardo, ma pochi fiori e frutta; tuttavia offre pascoli
eccellenti che alimentano un gran numero di pecore e cavalli. Il clima è freddo, le usanze sono dure
e fa volte feroci. La maggior parte degli abitanti sono vestiti di pelle e lana: questo è il tipo di
abbigliamento più adatto a loro. I caratteri della scrittura, le leggi e le monete che utilizzano nel
commercio, sono gli stessi nel regno di Tou-ho-lo, la lingua parlata è di poco differente, ma come
asprtto e nei tratti del viso, i due popoli presentano una forte somiglianza.
Con la purezza della propria fede, il popolo di Fan-yen-nu supera di gran lunga le genti di molti
regni vicini. Non c'è nessuno che segua i tre Principi e tutte e tutti gli altri insegnamenti con uno
zelo sincero e profondo rispetto. Quando i commercianti vanno e vengono per le loro negoziazioni,
gli spiriti del cielo offrono presagi felici; ma nel caso in cui giungano delle calamità, [costoro]
mandano le loro preghiere per ottenere la loro benevolenza. Ci sono decine di monasteri in cui vive
qualche migliaio di religiosi della scuola Chouetch'ou-chi-pou (la scuola Lôkôttaravûdinas), che è
collegata a quella detta anche “Il Piccolo Veicolo”.
Sul lato di una
montagna a nordest della città
reale, c'è una
statua in pietra che
rappresenta
il
Buddha ed è alta
tra i 140 e i 150
piedi.
Essa
è
completamente
rivestita di una
lamina dorata il
cui splendore si
irradia da tutte le
parti, e l'occhio è
abbagliato dai suoi
ornamenti
preziosi.
Ad est di questo
luogo, vi è un altro
convento è stato
costruito dal primo
I due colossali Buddhs di Bamiyan in un disegno dell’esploratore scozzese
re di questo regno.
Alexander Burnes del 1832
Nel monastero si
trova una statua di
Teou Chi (ottone) del Chi-Kia-Fo (Çàkya Bouddha), che lo rappresenta in piedi ed è alta oltre un
centinaio di piedi. Ogni parte del corpo venne fusa a parte ed in seguito vennero riunite insieme per
formare l'intera statua del Buddha.
A dodici o tredici li ad est della città, in un convento si può ammirare una statua del Buddha disteso,
nell'atto di entrare nel Nirvana; la sua lunghezza è di circa mille piedi (sic). Ogni volta che il re
convoca la grande assemblea della liberazione (Mokha mahåparichad; in cinese Wou-tche ta-hoei,
letteralmente la grande riunione del Wou-tche, la liberazione), sacrifica tutto, a partire dalla moglie
e i figli, fino alle ricchezze del regno.
Quando il Tesoro si esaurisce, si dona egli stesso nella carità; poi i magistrati si recano dai religiosi
per redimere. Queste pie funzioni l'occupazione principale del re. A sud-est del convento della
statua giacente, vale a dire circa duecento li, ho attraversato le grandi montagne innevate, e sono
giunto sul fianco est di una piccola valle dove vi sono bacini d'acqua viva e limpida come uno
specchio, e alberi dal fogliame verde.
Qui si trova un convento dove si custodisce un dente del Buddha, e un altro dente di un Pratyeka
Buddha (in cinese To-lchio) che visse agli inizi del Kal-pass [Con il termine sanscrito Pratyeka
Buddha si indica un mistico che ha raggiunto il nirvā a da solo, senza aver la guida di un buddha o
un maestro spirituale].
Questo misura circa cinque pollici di lunghezza, e in larghezza meno di quattro pollici (sic.). C'era
anche un dente di un re incastonato in oro (Souvarnatchakravarttî Raja), che misura tre pollici di
lunghezza e due pollici di larghezza (sic.), e un vaso di ferro che contiene nove Ching, che era
servito il grande O-lo-han (Arhat)
Questi vari oggetti, lasciati in eredità da santi e saggi, sono racchiusi in uno scrigno d'oro. Ma vene
sono ancora molti custoditi in questo convento, come il vestimento detto Seng-kia-tchi (Sanghati),
composto da nove pezzi, indossati dai Chang-no-kia-po-so (Canakavasa). Il suo colore è di un rosso
brillante. È stato tessuto anticamente con la fibra della pianta detta Che-No-Kia (Canaka). Changno-kia-po-so (Çanakavàsa) è stato un discepolo di O-nan (Ananda).
Nella sua prima esistenza, il giorno che lasciò il monastero, diede un gran numero di tessuti per
abiti religiosi intessuti con la fibra della pianta Che-No-Kia (Canaka). Grazie alle conseguenze di
questo bellissimo atto, durante la cinquecento esistenze successive, ha costantemente indossato gli
stessi vestiti. Nella sua ultima esistenza, con lo stesso abito indosso uscì dal seno della madre.
Come il suo corpo cresceva, cresceva il suo abbigliamento nella stessa proporzione. Quando O-nan
(Ananda) si convertì, e ha lasciato la sua famiglia, questo capo è stato trasformato in un abito
religioso.
Dopo aver ricevuto il complemento delle norme di disciplina, questo capo è stato trasformato di
nuovo ed è diventato un Seng-Kia-tichi (Sanghati), composto da nove pezzi. Quando poi stava per
entrare nel Nirvana si pose nell’estasi finale, espresse con energia la speranza che questo Kia-cha
possa durare fino all'estinzione della legge lasciata in eredità da Chi-Kia (Cakya) e che lui possa
perire con lei. Ora è già in parte deteriorato, ed è la testimonianza degna di fede.
Partendo da questo regno, verso est, mi sono inoltrato nella gola fra le montagne innevate, chiamate
anche le montagne oscure, e sono giunto nel regno di Kia-pi-che (Kapica).